Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
la contrapposizione sicurezza libertà non può esistere perche è possibile la sicurezza nel pieno della libertà è come contrapporre lavoro e sicurezza come hanno fatto all'Ilva di Taranto.Per ex se sarebbe possibile la liberalizzazione della canapa"non sono e mai sarò un consumatore" ci sarebbero meno rapine.Ma questo si può fare solo se ci sono centri di recupero efficenti e la possibilità di intervenire ogni volta che un consumatore si affaccia nel mercato e dire quella roba non fà per te unita ad una prevenzione informata nelle scuole nelle discoteche etc.Per ex ci sarebbero meno furti nelle case e se ci sarebbe un welfare rimodellato con rmg e protezioni varie.Il rischio è di andare a toccare un cardine lockiano della democrazia secondo il quale nessuno può farsi giustizia da sè ma è l'autorità precostituita che deve difendere i cittadini"locke",più sicurezza si avrebbe se al posto di un porto d'armi si potrebbe concedere a determinate condizioni l'uso del disuassore elettrico che neutralizza il delinquente ma non lo uccide
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
lilly ha scritto:la contrapposizione sicurezza libertà non può esistere perche è possibile la sicurezza nel pieno della libertà è come contrapporre lavoro e sicurezza come hanno fatto all'Ilva di Taranto.Per ex se sarebbe possibile la liberalizzazione della canapa"non sono e mai sarò un consumatore" ci sarebbero meno rapine.Ma questo si può fare solo se ci sono centri di recupero efficenti e la possibilità di intervenire ogni volta che un consumatore si affaccia nel mercato e dire quella roba non fà per te unita ad una prevenzione informata nelle scuole nelle discoteche etc.Per ex ci sarebbero meno furti nelle case e se ci sarebbe un welfare rimodellato con rmg e protezioni varie.Il rischio è di andare a toccare un cardine lockiano della democrazia secondo il quale nessuno può farsi giustizia da sè ma è l'autorità precostituita che deve difendere i cittadini"locke",più sicurezza si avrebbe se al posto di un porto d'armi si potrebbe concedere a determinate condizioni l'uso del disuassore elettrico che neutralizza il delinquente ma non lo uccide
Caro lilly, ho fatto leggere la tua risposta direttamente al mio interlocutore.
Mi ha fatto presente che in linea di massima si trova d’accordo con quanto hai scritto. Ma ha osservato che questo riguarda la normalità nell’ambito delle democrazie.
Qui ci troviamo già fuori da una democrazia. Ed il potere, per come si è manifestato in tutti i casi precedenti della storia dell’umanità su questo pianeta, si comporta sempre allo stesso modo.
Riduce tutti gli spazi di libertà in cambio di una presunta nuova sicurezza.
In pratica si tratta di accedere in una dittatura.
In Turchia in questa fase politica è stata ridotta la libertà di stampa.
Chi dissente con il potere costituito viene arrestato.
CONTINUA
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
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Per quanto mi riguarda, sono convinto che ci siamo infilati nel classico CUL DE SAC.
La situazione socio politica italiana non presenta sbocchi. E’ senza via di scampo.
Il PD non ha più senso di esistere.
Mancano poi uomini con la schiena diritta che possa riscattarlo.
E’ un poltronificio che bada solo alla carriera personale dei singoli o dei piccoli raggruppamenti.
Il suo futuro non può essere di certo nelle mani dei Bersani, dei Gotor, dei Cuperlo, o degli Speranza.
Mussoloni è destinato ad uscire di scena. Al massimo ad ottobre.
La banda dei quarantenni ha letteralmente fallito.
Il centrodestra sogna di ritornare al potere solo tramite la Pseudologia fantastica di Brunetta.
A 80 anni a settembre, la Mummia Cinese è più adatta ad un sarcofago che agli show politici.
Anche lui ha fatto il suo tempo. E per giunta non ha spianato la strada ad un suo erede politico.
Il centrodestra è una scuderia di brocchi che non può più aspirare a niente.
A Roma ha fatto un buco clamoroso. Dopo aver passato mesi ad insistere su Bertolesso, adesso, il sommo,
ha cambiato cavallo puntando tutto su ARFIO.
Ma gli ultimi sondaggi lo danno fermo al 17 %. Nuovo buco nell’acqua.
Al centrodestra a Roma non rimane che votare Raggi ai ballottaggi per fare un dispetto a Mussoloni.
Senza contare che all’interno della coalizione il “giovane” Salvini ha già messo in piedi in avanti.
Dopo i flop di Silvietto ha dichiarato apertamente che il leader adesso è lui.
A non riesce ad attrarre quel 13 % centrista, che i tromboni chiamano “moderati”.
Salvini è tutto fuori che un moderato.
CONTINUA
Per quanto mi riguarda, sono convinto che ci siamo infilati nel classico CUL DE SAC.
La situazione socio politica italiana non presenta sbocchi. E’ senza via di scampo.
Il PD non ha più senso di esistere.
Mancano poi uomini con la schiena diritta che possa riscattarlo.
E’ un poltronificio che bada solo alla carriera personale dei singoli o dei piccoli raggruppamenti.
Il suo futuro non può essere di certo nelle mani dei Bersani, dei Gotor, dei Cuperlo, o degli Speranza.
Mussoloni è destinato ad uscire di scena. Al massimo ad ottobre.
La banda dei quarantenni ha letteralmente fallito.
Il centrodestra sogna di ritornare al potere solo tramite la Pseudologia fantastica di Brunetta.
A 80 anni a settembre, la Mummia Cinese è più adatta ad un sarcofago che agli show politici.
Anche lui ha fatto il suo tempo. E per giunta non ha spianato la strada ad un suo erede politico.
Il centrodestra è una scuderia di brocchi che non può più aspirare a niente.
A Roma ha fatto un buco clamoroso. Dopo aver passato mesi ad insistere su Bertolesso, adesso, il sommo,
ha cambiato cavallo puntando tutto su ARFIO.
Ma gli ultimi sondaggi lo danno fermo al 17 %. Nuovo buco nell’acqua.
Al centrodestra a Roma non rimane che votare Raggi ai ballottaggi per fare un dispetto a Mussoloni.
Senza contare che all’interno della coalizione il “giovane” Salvini ha già messo in piedi in avanti.
Dopo i flop di Silvietto ha dichiarato apertamente che il leader adesso è lui.
A non riesce ad attrarre quel 13 % centrista, che i tromboni chiamano “moderati”.
Salvini è tutto fuori che un moderato.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
dopo renzi il sopravvento nell'ambito del csx deve essere delle componenti liberalsocialiste o meglio per usare un termine più attuale lib lab ,liberali laburiste.Al posto del simbolo del PD una bella rosa nel simbolo senza pugno
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Più laburiste che liberali.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Quelle laburiste e quelle liberali possono coincidere.Per ex se pensiamo al rmg questa non è solo contro la povertà oppure come mezzo attraverso la formazione per il reingresso nel mercato del lavoro ma è anche una misura concorrenziale.Infatti dal momento che sottrae molti lavoratori dal lavoro sommerso ristabilisce la concorrenza perche molte aziende sono competitive perche fanno un prezzo più basso perche evadono il fisco o non pagano i contributi ai lavoratori ma questa non è concorrenza leale.Pensiamo ad esempio alle gare per la gestione di un bene pubblico.L'utilità sociale è permettere prezzi accessibili a tutti con servizi efficenti e questo si può ottenere attraverso la selezione fra una pluralità di concorrenti del miglior offerente ma esiste anche un minimo tariffario nei prezzi e degli standart dei servizi offerti per evitare gare al ribasso che possono danneggiare i lavoratori.Di taxi ce ne possono essere quanti se ne vogliono ma serve un minimo tariffario al di sotto del quale non si può scendere
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Referendum costituzionale 2016, ecco le ragioni per cui noi liberali voteremo No
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di Critica liberale | 23 maggio 2016
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«La riforma è una fetenzia, e su questo non ci sono dubbi»
Vincenzo D’Anna, senatore verdiniano e voto favorevole determinante per l’approvazione della riforma,
La Stampa, 18 settembre 2015
Questa volta il quindicinale di Critica liberale scende in campo direttamente. Abbiamo dato la precedenza alla notizia della formazione del comitato dei liberali per il “No” alla riforma costituzionale Boschi-Renzi-Verdini. Credo che solo una massiccia propaganda falsificatrice possa nascondere tre fatti incontestabili. Che questa è una controriforma varata dalla classe politica per rafforzarsi come Casta. Che, invece di sopprimere il Senato (come va dicendo Renzi mentendo sapendo di mentire), ci regala un neo-Senato composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare. Che questa è una controriforma che accentra tutto il potere nelle mani di una sola persona.
Moltissimi, giustamente, stanno facendo notare che i danni che provocherà la riforma del Senato possono essere compiutamente calcolati solo se si considera il fatto che si sommeranno a quelli provocati dal nuovo sistema elettorale. L’Italicum realizza il fine di trasformare una minoranza in maggioranza assoluta di governo. Ciò che non osarono fare neppure la legge fascista Acerbo né la democristiana legge truffa. Gli Italiani stanno cominciando a capire che hanno molte ragioni per votare “No” in autunno contro la riforma renziana; i liberali ne hanno qualcuna in più. Noi, prima di tutto, aggiungiamo un altro elemento di riflessione. La riforma della Rai-tv è riuscita ad aggravare il già pessimo sistema di lottizzazione tra i partiti, attribuendo tutto il potere sulla comunicazione televisiva al capo del governo.
Così, il disegno di concentrazione del potere su una sola persona si arricchisce anche di un terzo elemento, non meno grave degli altri. Questo triplice accentramento comporta direttamente o indirettamente il controllo di una sola persona anche sugli altri istituti che dovrebbero bilanciare i poteri dello Stato: Presidente della repubblica, Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura. Si è alla fuoriuscita dal sistema democratico. Tutto questo è visibile a occhio nudo. Ma i liberali, per la loro particolare sensibilità a favore dello Stato di diritto, hanno qualcosa da aggiungere sui contenuti fondamentali di questa controriforma. Per questo hanno steso un documento che spiega perché i liberali non possono che votare No, e su questo vanno raccogliendo le firme.
Al referendum costituzionale confermativo della riforma costituzionale nessun liberale può votare a favore.
Occorre una urgente mobilitazione di ogni espressione politica e culturale del liberalismo italiano per fermare una riforma costituzionale che nega in radice tutti i principi del liberalismo. Occorre un chiaro NO per queste 5 ragioni liberali:
1 - NO perché si cancella in radice la separazione dei poteri. Il liberalismo nasce con l’esigenza, avanzata da Montesquieu, di “limitare il sovrano”, separando il potere esecutivo dagli altri poteri dello Stato, legislativo e giudiziario; più di recente, riarticolando il potere pubblico in una pluralità di sedi, in un sistema “poliarchico” che impedisca a chiunque di concentrare nelle sue mani tutto quel potere che può limitare la libertà degli individui. Questa riforma ci regala invece un nuovo “sovrano assoluto senza corona”.
2 – NO perché si cancellano i contropoteri. Dall’inizio del ‘900 ogni dittatura, anche la più sanguinosa, ha sentito il bisogno di giustificarsi dandosi una costituzione; ma liberale è solo quella costituzione che frena l’esercizio del potere attraverso un articolato sistema di bilanciamenti e controlli. La riforma costituzionale li azzera, lasciando in piedi un barocco sistema di procedure, inutili e costose, a imbellettare la liquidazione dei contropoteri: infatti la riforma della Rai, i cui vertici vengono scelti direttamente dal governo, e una legge elettorale che, caso unico al mondo, dà la maggioranza assoluta ad un partito anche fortemente minoritario, in questo contesto di riforma costituzionale, annullando completamente il principio liberale dell’equilibrio dei poteri, costituiscono una innegabile realtà di concentrazione di ogni potere decisionale sul capo dell’esecutivo.
3 - NO perché la Costituzione si fa flessibile. La costituzione voluta dai liberali è una “supernorma”, una norma cioè che impedisce la “dittatura della maggioranza”, in quanto pone limiti invalicabili alla volontà che la maggioranza esprime quando fa le norme. Tanto che esiste poi un organo, la Corte Costituzionale, che cancella quelle norme che, pur volute da una maggioranza legittima, ledono quei diritti che la Costituzione sottrare anche alla sua volontà. La riforma costituzionale in combinato con una pessima legge elettorale cancella di fatto questo limite, rendendo inutile la costituzione in quanto tale nell’ottica liberale, perché la rende così malleabile ai voleri della maggioranza da consentire che ogni volontà possa piegare la costituzione e adattarla al volere del momento, anche contro i diritti dei singoli cittadini.
4 - NO perché si complica il sistema di produzione delle norme. Gli esperti hanno dimostrato che dalle nuove e pasticciatissime norme su Senato e procedura legislativa deriverebbero non meno di sette procedimenti legislativi differenti, in un intrico complicato che modifica il sistema parlamentare a indiretto beneficio del governo, introducendo un arbitrio procedurale che nega in radice il senso stesso del costituzionalismo liberale, come kelseniana architettura di procedure per la decisione collettiva.
5 – NO perché si blinda una nomenclatura irresponsabile. Ancora una volta non è solo la pessima riforma costituzionale in sé, ma la perversa combinazione con una legge elettorale farsesca a impedire il sorgere di nuovi movimenti, a cristallizzare il potere nelle vecchie strutture di partiti ormai del tutto delegittimati, a ridurre i parlamentari a pedine di un gioco deciso in qualche stanza segreta da pochi onnipotenti. Il neo Senato sarà composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare.
di Enzo Marzo
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di Critica liberale | 23 maggio 2016
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«La riforma è una fetenzia, e su questo non ci sono dubbi»
Vincenzo D’Anna, senatore verdiniano e voto favorevole determinante per l’approvazione della riforma,
La Stampa, 18 settembre 2015
Questa volta il quindicinale di Critica liberale scende in campo direttamente. Abbiamo dato la precedenza alla notizia della formazione del comitato dei liberali per il “No” alla riforma costituzionale Boschi-Renzi-Verdini. Credo che solo una massiccia propaganda falsificatrice possa nascondere tre fatti incontestabili. Che questa è una controriforma varata dalla classe politica per rafforzarsi come Casta. Che, invece di sopprimere il Senato (come va dicendo Renzi mentendo sapendo di mentire), ci regala un neo-Senato composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare. Che questa è una controriforma che accentra tutto il potere nelle mani di una sola persona.
Moltissimi, giustamente, stanno facendo notare che i danni che provocherà la riforma del Senato possono essere compiutamente calcolati solo se si considera il fatto che si sommeranno a quelli provocati dal nuovo sistema elettorale. L’Italicum realizza il fine di trasformare una minoranza in maggioranza assoluta di governo. Ciò che non osarono fare neppure la legge fascista Acerbo né la democristiana legge truffa. Gli Italiani stanno cominciando a capire che hanno molte ragioni per votare “No” in autunno contro la riforma renziana; i liberali ne hanno qualcuna in più. Noi, prima di tutto, aggiungiamo un altro elemento di riflessione. La riforma della Rai-tv è riuscita ad aggravare il già pessimo sistema di lottizzazione tra i partiti, attribuendo tutto il potere sulla comunicazione televisiva al capo del governo.
Così, il disegno di concentrazione del potere su una sola persona si arricchisce anche di un terzo elemento, non meno grave degli altri. Questo triplice accentramento comporta direttamente o indirettamente il controllo di una sola persona anche sugli altri istituti che dovrebbero bilanciare i poteri dello Stato: Presidente della repubblica, Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura. Si è alla fuoriuscita dal sistema democratico. Tutto questo è visibile a occhio nudo. Ma i liberali, per la loro particolare sensibilità a favore dello Stato di diritto, hanno qualcosa da aggiungere sui contenuti fondamentali di questa controriforma. Per questo hanno steso un documento che spiega perché i liberali non possono che votare No, e su questo vanno raccogliendo le firme.
Al referendum costituzionale confermativo della riforma costituzionale nessun liberale può votare a favore.
Occorre una urgente mobilitazione di ogni espressione politica e culturale del liberalismo italiano per fermare una riforma costituzionale che nega in radice tutti i principi del liberalismo. Occorre un chiaro NO per queste 5 ragioni liberali:
1 - NO perché si cancella in radice la separazione dei poteri. Il liberalismo nasce con l’esigenza, avanzata da Montesquieu, di “limitare il sovrano”, separando il potere esecutivo dagli altri poteri dello Stato, legislativo e giudiziario; più di recente, riarticolando il potere pubblico in una pluralità di sedi, in un sistema “poliarchico” che impedisca a chiunque di concentrare nelle sue mani tutto quel potere che può limitare la libertà degli individui. Questa riforma ci regala invece un nuovo “sovrano assoluto senza corona”.
2 – NO perché si cancellano i contropoteri. Dall’inizio del ‘900 ogni dittatura, anche la più sanguinosa, ha sentito il bisogno di giustificarsi dandosi una costituzione; ma liberale è solo quella costituzione che frena l’esercizio del potere attraverso un articolato sistema di bilanciamenti e controlli. La riforma costituzionale li azzera, lasciando in piedi un barocco sistema di procedure, inutili e costose, a imbellettare la liquidazione dei contropoteri: infatti la riforma della Rai, i cui vertici vengono scelti direttamente dal governo, e una legge elettorale che, caso unico al mondo, dà la maggioranza assoluta ad un partito anche fortemente minoritario, in questo contesto di riforma costituzionale, annullando completamente il principio liberale dell’equilibrio dei poteri, costituiscono una innegabile realtà di concentrazione di ogni potere decisionale sul capo dell’esecutivo.
3 - NO perché la Costituzione si fa flessibile. La costituzione voluta dai liberali è una “supernorma”, una norma cioè che impedisce la “dittatura della maggioranza”, in quanto pone limiti invalicabili alla volontà che la maggioranza esprime quando fa le norme. Tanto che esiste poi un organo, la Corte Costituzionale, che cancella quelle norme che, pur volute da una maggioranza legittima, ledono quei diritti che la Costituzione sottrare anche alla sua volontà. La riforma costituzionale in combinato con una pessima legge elettorale cancella di fatto questo limite, rendendo inutile la costituzione in quanto tale nell’ottica liberale, perché la rende così malleabile ai voleri della maggioranza da consentire che ogni volontà possa piegare la costituzione e adattarla al volere del momento, anche contro i diritti dei singoli cittadini.
4 - NO perché si complica il sistema di produzione delle norme. Gli esperti hanno dimostrato che dalle nuove e pasticciatissime norme su Senato e procedura legislativa deriverebbero non meno di sette procedimenti legislativi differenti, in un intrico complicato che modifica il sistema parlamentare a indiretto beneficio del governo, introducendo un arbitrio procedurale che nega in radice il senso stesso del costituzionalismo liberale, come kelseniana architettura di procedure per la decisione collettiva.
5 – NO perché si blinda una nomenclatura irresponsabile. Ancora una volta non è solo la pessima riforma costituzionale in sé, ma la perversa combinazione con una legge elettorale farsesca a impedire il sorgere di nuovi movimenti, a cristallizzare il potere nelle vecchie strutture di partiti ormai del tutto delegittimati, a ridurre i parlamentari a pedine di un gioco deciso in qualche stanza segreta da pochi onnipotenti. Il neo Senato sarà composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare.
di Enzo Marzo
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
La situazione politica che si prospetta è un'Italia con tre forze politiche più o meno al 30%. In teoria chiunque vinca non è maggioranza nel paese , il PD con un 30% non del tutto omogeneo, la destra con un altro 30% diviso con forti contrasti ( specie se stare o no in Europa), infine il M5S che sembra il più compatto, ma che deve affrontare per la prima VOLTA la prova di governare il paese e che attualmente nei sondaggi sembra vincere al ballottaggio contro gli altri due.
iospero
Come già scritto in precedenza, il PD, nella sua versione fondativa non esiste più. La presenza di Mussoloni e la Petacci, ne ha snaturato l’identità, e al massimo, se il Ducione intende rimanere segretario anche dopo ottobre, verrà portato avanti il disegno centrista che guarda a destra del Partito della Nazione, inserendo prima o poi gli elettori orfani della Mummia Cinese di Hardcore, che non può durare in eterno.
Brunetta ha le visioni quando vede il ritorno del CD, se dopo la caduta di Mussoloni a ottobre si và ad elezioni.
CONTINUA
iospero
Come già scritto in precedenza, il PD, nella sua versione fondativa non esiste più. La presenza di Mussoloni e la Petacci, ne ha snaturato l’identità, e al massimo, se il Ducione intende rimanere segretario anche dopo ottobre, verrà portato avanti il disegno centrista che guarda a destra del Partito della Nazione, inserendo prima o poi gli elettori orfani della Mummia Cinese di Hardcore, che non può durare in eterno.
Brunetta ha le visioni quando vede il ritorno del CD, se dopo la caduta di Mussoloni a ottobre si và ad elezioni.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
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Il M5S agli esami di maturità è stato bocciato.
Negli ultimi sei mesi per due volte si è fatto sotto di poco rispetto al PD, ma poi si è fatto demolire dal punto di vista politico.
Dopo il caso Quarto, hanno dovuto affrontare i casi Livorno e Parma, affrontati politicamente nel peggiore dei modi.
Sono orientati verso i 5 Stelle tutti gli elettori stanchi della politica dei partiti della Seconda Repubblica.
In prevalenza elettori Cs, ma anche di Cd e Lega. Oltre gli incerti che non sanno per chi votare e sperano in un cambiamento che non arriva mai.
Ancora nell’ultimo anno sono stati molti coloro che si dicevano intenzionati a votare per i ragazzi di Grillo.
Ma poi, forse anche con campagne orchestrate ad arte, Mussoloni si è ripreso il debito vantaggio.
Sono carenti di una classe dirigente adatta alla fase storica che stiamo attraversando.
L’onestà che sbandierano come propaganda, è un prerequisito importante, in una società che sta affondando di corruzione.
Ma mancano nell’analisi storico- politica.
Siamo alla fine della Seconda Repubblica, e gli incerti, che sono la maggioranza, sperano in un partito che possa proporre delle soluzioni ai problemi che si sono accumulati.
Questo i 5 Stelle non lo stanno facendo e di conseguenza non riescono a fare quel salto di qualità che possa garantire la svolta per la Terza Repubblica.
L’incertezza quindi diventa grande e i 5 Stelle vengono paragonati ai vecchi partiti della Seconda Repubblica.
E’ bastato che si presentassero i casi Nogarin e Pizzarotti per raffreddare le speranze da queste parti.
Mussoloni non può permettersi che siano proprio loro a sfilargli la cadrega.
Perciò è guerra totale all’ultimo respiro.
Iospero, nel titolo del 3D si chiede cosa succede se vincono i NO.
La situazione è bloccata.
I renziani, per convenienza, ma anche altri incerti della società civile si chiedono cosa succede se si manda via Mussoloni.
Si balla.
D’altra parte non si può tenere ancora molto un bamboccione incompetente che spera di diventare DUCE.
Inoltre, se dovesse diventare DUCE, come Mussolini con la legge Acerbo, non aspettatevi che sia docile.
Il personaggio si presta a diventare come i peggiori dittatori della storia.
Per questo, lui e la Petacci stanno tentando di ingannare in tutti i modi i tricolori.
Il soggetto ha dato ampia dimostrazione di essere bastardo nell’animo.
Per il potere non guarda in faccia a nessuno. Altro che “se perdo vado a casa”.
Ricordatevi del Cavallo di Troia. Ulisse non ebbe nessuna remora ad ingannare i troiani.
Riflettete, riflettete, riflettete.
Poi solitamente non siamo noi a scegliere il premier. Lo scelgono i poteri forti, che Zagrebelsky, ha definito nella massoneria finanziaria, nelle lobby, nella finanza e nella malavita.
E non dimenticatevi neppure la scena del libro, poi film, IL GENERALE DELLA ROVERE.
In quella cella del carcere di San Vittore a Milano, la sera prima della fucilazione degli avversari del regime.
Un condannato si disperava e urlava che LUI NON AVEVA FATTO NIENTE.
Si avvicinò un partigiano (di quelli veri) e gli disse:
“TU SEI QUI PROPRIO PERCHE’ NON HAI FATTO NIENTE”
Grazie ad Indro Montanelli, allora detenuto a San Vittore, conosciamo questo episodio di vita vissuta.
Ma a me sembra che comunque questo racconto non abbia insegnato niente ai più.
Il M5S agli esami di maturità è stato bocciato.
Negli ultimi sei mesi per due volte si è fatto sotto di poco rispetto al PD, ma poi si è fatto demolire dal punto di vista politico.
Dopo il caso Quarto, hanno dovuto affrontare i casi Livorno e Parma, affrontati politicamente nel peggiore dei modi.
Sono orientati verso i 5 Stelle tutti gli elettori stanchi della politica dei partiti della Seconda Repubblica.
In prevalenza elettori Cs, ma anche di Cd e Lega. Oltre gli incerti che non sanno per chi votare e sperano in un cambiamento che non arriva mai.
Ancora nell’ultimo anno sono stati molti coloro che si dicevano intenzionati a votare per i ragazzi di Grillo.
Ma poi, forse anche con campagne orchestrate ad arte, Mussoloni si è ripreso il debito vantaggio.
Sono carenti di una classe dirigente adatta alla fase storica che stiamo attraversando.
L’onestà che sbandierano come propaganda, è un prerequisito importante, in una società che sta affondando di corruzione.
Ma mancano nell’analisi storico- politica.
Siamo alla fine della Seconda Repubblica, e gli incerti, che sono la maggioranza, sperano in un partito che possa proporre delle soluzioni ai problemi che si sono accumulati.
Questo i 5 Stelle non lo stanno facendo e di conseguenza non riescono a fare quel salto di qualità che possa garantire la svolta per la Terza Repubblica.
L’incertezza quindi diventa grande e i 5 Stelle vengono paragonati ai vecchi partiti della Seconda Repubblica.
E’ bastato che si presentassero i casi Nogarin e Pizzarotti per raffreddare le speranze da queste parti.
Mussoloni non può permettersi che siano proprio loro a sfilargli la cadrega.
Perciò è guerra totale all’ultimo respiro.
Iospero, nel titolo del 3D si chiede cosa succede se vincono i NO.
La situazione è bloccata.
I renziani, per convenienza, ma anche altri incerti della società civile si chiedono cosa succede se si manda via Mussoloni.
Si balla.
D’altra parte non si può tenere ancora molto un bamboccione incompetente che spera di diventare DUCE.
Inoltre, se dovesse diventare DUCE, come Mussolini con la legge Acerbo, non aspettatevi che sia docile.
Il personaggio si presta a diventare come i peggiori dittatori della storia.
Per questo, lui e la Petacci stanno tentando di ingannare in tutti i modi i tricolori.
Il soggetto ha dato ampia dimostrazione di essere bastardo nell’animo.
Per il potere non guarda in faccia a nessuno. Altro che “se perdo vado a casa”.
Ricordatevi del Cavallo di Troia. Ulisse non ebbe nessuna remora ad ingannare i troiani.
Riflettete, riflettete, riflettete.
Poi solitamente non siamo noi a scegliere il premier. Lo scelgono i poteri forti, che Zagrebelsky, ha definito nella massoneria finanziaria, nelle lobby, nella finanza e nella malavita.
E non dimenticatevi neppure la scena del libro, poi film, IL GENERALE DELLA ROVERE.
In quella cella del carcere di San Vittore a Milano, la sera prima della fucilazione degli avversari del regime.
Un condannato si disperava e urlava che LUI NON AVEVA FATTO NIENTE.
Si avvicinò un partigiano (di quelli veri) e gli disse:
“TU SEI QUI PROPRIO PERCHE’ NON HAI FATTO NIENTE”
Grazie ad Indro Montanelli, allora detenuto a San Vittore, conosciamo questo episodio di vita vissuta.
Ma a me sembra che comunque questo racconto non abbia insegnato niente ai più.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
SODOMA & CAMORRA
Matteo Renzi: "Chi vota no al referendum teme per la poltrona"
Matteo Renzi torna a parlare e mette nel mirino il Movimento Cinque Stelle. Poi la stoccata sul referendum
Claudio Torre - Mar, 24/05/2016 - 16:20
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Matteo Renzi torna a parlare e mette nel mirino il Movimento Cinque Stelle.
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Napolitano: non tiro in mezzo i...
Il premier entra a gamba tesa nella campagna elettorale per le comunali di Roma e attacca la candidata grillina: "Virginia Raggi? Una sorta di co.co.pro della Casaleggio associati. Io se fossi un cittadino romano sceglierei una persona libera, non un co.co.pro di un’azienda milanese", ha spiegato il premier a Repubblica.it. Poi il premier affronta il tema caldo del referendum e del voto in autunno: "I parlamentari dei Cinque stelle e della Lega li capisco. Sanno che se passa il referendum uno su tre resta a casa. Sono terrorizzati di perdere la poltrona e vivere l’esperienza mistica di tornare a lavorare".
E ancora: "L’elettore Lega o M5s, che non mi sopporta, potrà dire ’Non voterò Renzi, ma non voglio un sistema bloccato e voto si. I dirigenti politici invece sanno che se passa il sì gli spazi per i politici si riducono in modo impressionante". Poi il premier parla anche della polemica dei giorni scorsi con i partigiani: "Quella sui partigiani è una "polemica incomprensibile. L'Anpi ha preso la sua posizione, il buon senso dimostra che ci sono partigiani che votano no e partigiani che votano sì. Quando vedo il comandante Diavolo, che si professa non renziano e che dice che voterà sì mi sono emozionato, perchè io voglio bene ai partigiani". Infine afferma: "Rischio dittatura? Di che parliamo? Chi vuol votare no vota no, ma non si dicano bugie".
Matteo Renzi: "Chi vota no al referendum teme per la poltrona"
Matteo Renzi torna a parlare e mette nel mirino il Movimento Cinque Stelle. Poi la stoccata sul referendum
Claudio Torre - Mar, 24/05/2016 - 16:20
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Matteo Renzi torna a parlare e mette nel mirino il Movimento Cinque Stelle.
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Il premier entra a gamba tesa nella campagna elettorale per le comunali di Roma e attacca la candidata grillina: "Virginia Raggi? Una sorta di co.co.pro della Casaleggio associati. Io se fossi un cittadino romano sceglierei una persona libera, non un co.co.pro di un’azienda milanese", ha spiegato il premier a Repubblica.it. Poi il premier affronta il tema caldo del referendum e del voto in autunno: "I parlamentari dei Cinque stelle e della Lega li capisco. Sanno che se passa il referendum uno su tre resta a casa. Sono terrorizzati di perdere la poltrona e vivere l’esperienza mistica di tornare a lavorare".
E ancora: "L’elettore Lega o M5s, che non mi sopporta, potrà dire ’Non voterò Renzi, ma non voglio un sistema bloccato e voto si. I dirigenti politici invece sanno che se passa il sì gli spazi per i politici si riducono in modo impressionante". Poi il premier parla anche della polemica dei giorni scorsi con i partigiani: "Quella sui partigiani è una "polemica incomprensibile. L'Anpi ha preso la sua posizione, il buon senso dimostra che ci sono partigiani che votano no e partigiani che votano sì. Quando vedo il comandante Diavolo, che si professa non renziano e che dice che voterà sì mi sono emozionato, perchè io voglio bene ai partigiani". Infine afferma: "Rischio dittatura? Di che parliamo? Chi vuol votare no vota no, ma non si dicano bugie".
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