Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Boeri ammette: "Il buco sarà di 56 miliardi nel 2023"
I numeri sono allarmanti: "Ma alle nostre spalle c'è lo Stato. I conti terranno, ne sono certo"



Laura Cesaretti - Gio, 26/05/2016 - 08:12
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Roma - L'Inps, il grande Moloch che ha in pancia le pensioni degli italiani, si avvia verso un deficit patrimoniale di enormi proporzioni: 56 miliardi stimati al 2023, tra sette anni.


A darne notizia è il presidente dell'istituto previdenziale, Tito Boeri, ascoltato ieri in Parlamento dalla Commissione di vigilianza sugli enti pensionistici. Boeri però rassicura: l'Inps ha alle spalle lo Stato: l'ente avrà «un passivo patrimoniale di 56 miliardi di euro», spiega, «ma se i dati possono sembrare allarmanti lo sono molto meno considerando che l'Inps è una parte dello Stato, è utile guardare al bilancio e al patrimonio dell'istituto ma se si parla di sostenibilità bisogna guardare al bilancio consolidato dello Stato». In risposta a chi gli chiedeva se fosse possibile rassicurare i cittadini sulla tenuta dei conti Inps nel medio periodo, Tito Boeri replica «assolutamente sì», ricordando che il 99% del bilancio Inps è costituito da prestazioni garantite da leggi dello Stato. Nel bilancio preventivo 2016 il disavanzo economico dell'Inps - secondo il documento approvato nei mesi scorsi dal Civ - sale a 11,2 miliardi di euro, un dato peggiore di due miliardi rispetto al 2015 (9,1 miliardi). Il patrimonio dovrebbe ridursi a 1,8 miliardi per andare in passivo nel 2017. Il presidente si dice «assolutamente certo» che i conti dell'Inps terranno, anche grazie alle operazioni di spending review messe in campo. Come il taglio delle spese per i beni strumentali e la razionalizzazione delle spese sul territorio. Il combinato disposto della spending review e dell'operazione di vigilanza documentale, avviate dall'Inps, portano a un risultato di 15 miliardi l'anno. Considerando che la spesa per la «macchina» dell'istituto costa 4 miliardi, secondo Boeri è possibile arrivare al seguente risultato: «Per ogni euro speso se ne recuperano 4».

Il presidente dell'ente previdenziale torna a sottolineare che la flessibilità in uscita: «Si può fare ed e può anche essere sostenibile». Lavorare per costruirne le condizioni è «un processo utile, sia se si guarda ai giovani che non riescono a trovare un lavoro e sia se si guarda a lavoratori anziani che non sono più produttivi». Boeri torna quindi a promuovere la famosa «busta arancione», che può rappresentare uno strumento per «tranquillizzare» i lavoratori sul loro futuro. Il «modo giusto» di fare le cose, spiega, è quello di «dare più informazioni possibili» e «non è nascondere» la verità, come invece «in Italia si è fatto per troppo tempo». Quanto al possibile impatto sui consumi «io non credo che questo inciderà» osserva: «Alcuni ci hanno detto terroristi, altri troppo ottimisti». Ma le critiche - conclude - sono arrivate soprattutto «da chi non l'ha ricevuta e non la riceverà mai», perché versa i contributi a enti in autogestione.

A proposito della possibile alienazione del patrimonio immobiliare dell'ente, Tito Boeri dice di voler «aspettare la legge che ci consenta di farlo e non ci costringa andare da Invimit» per le vendite, come impongono le norme attuali. «Noi vogliamo valorizzare il patrimonio», aggiunge, ma al momento «siamo bloccati». I «tavoli tecnici» però «sono andati molto avanti, e penso che presto verrà trovata una soluzione normativa».
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

SE TANTO MI DA TANTO

SOLO DUE GIORNI FA MUSSOLONI AVEVA RISPOSTO INDIGNATO A CHI LO ACCUSAVA DI PREPARARE UNA DITTATURA.

IMMAGINATEVI COME SI COMPORTERA' SE DOVESSERO PREVALERE I SI' DOPO
L'APPROVAZIONNE DELLA LEGGE ACERBO 2.0. CHE LO INVESTE UFFICILMENTE

DUCE.



26/MAGGIO/2016

Tavecchio alle consultazioni:
accontentare il governo sul ct



NEL PALLONE
Nazionale post Europeo
Dopo il “no” di Renzi
a Ventura, che rimane
il candidato della Figc,
il presidente federale valuterà
anche altre soluzioni

di CARLO TECCE
Il contratto di Giampiero
Ventura per la Nazionale
del pallone, rifinito
in quei dettagli a volte
tediosi, è pronto per la firma.
Ormai da settimane l’ex
allenatore del Torino, abituato
a una feroce gavetta in
provincia, è entrato nella
categoria dei “ve nerati
maestri”.
Il presidente Carlo Tavecchio
(Figc) già l’ha celebrato
ovunque per salvare
se stesso, i calciatori già discettano
sui moduli e sui valori,
per gli opinionisti è già
il tempo di idolatrare con
trasporto. Allora perché
Ventura non firma? Come
ha rivelato il Fatto Quotidiano
di ieri, nonostante le inevitabili
“s m e nt i t e ” di fonti
anonime di Palazzo Chigi e
una precisazione della Federcalcio,
l’accordo con
Ventura (classe ‘48) è bloccato
perché il governo non
lo considera adeguato per
questioni anagrafiche e per
scenari politici sportivi.
TAVECCHIO ha assistito alla
demolizione del progetto
per la Nazionale italiana durante
una riunione con il
sottosegretario Luca Lotti,
convocata per esaminare la
legge sui diritti sportivi televisivi.
Questo è accaduto
la settimana scorsa, venerdì.
Così Tavecchio ha scoperto
–con stupore –le preferenze
del governo renziano,
che suggerisce il giovane
Vincenzo Montella, tecnico
della Sampdoria, a Firenze
per tre stagioni. Per non alimentare
conflitti con l’ese -
cutivo, per il momento, Tavecchio
ha deciso di non decidere.
Non può forzare,
perché agli inizi del 2017 sarà
candidato per un secondo
mandato in Federazione, e
Palazzo Chigi – è tautologico
–non farà campagna elettorale
per il ragioniere di
Ponte Lambro.
In perfetta uniforme democristiana
con il compito
di “e sp lo ra re” alleati e nemici
(ricorda l’Antonio
Maccanico del ‘96), Tavecchio
avvierà le consultazioni
per la panchina degli azzurri.
Dovrà valutare i pareri
delle società più blasonate
del campionato, dei consiglieri
federali amici, del comitato
olimpico nazionale.
Il nome di Tavecchio è sempre
Ventura, ma agli interlocutori
sarà sottoposta una
rosa: il già citato Montella,
Gianni De Biasi, Gian Piero
Gasperini, Eusebio Di Francesco.
Il meccanismo è complesso,
il successore di Antonio
Conte non sarà annunciato
presto: una settimana,
due settimane o addirittura
alla vigilia della spedizione
in Francia degli azzurri?
Il ragioniere di Ponte
Lambro, nominato in Federcalcio
pur scontando
l’onta di una sequenza tremenda
di gaffe (sui giocatori
di colore e il calcio femminile),
è protetto dal patto
con Claudio Lotito e dal florido
bacino di consensi nel
movimento dei dilettanti,
ma è sprovvisto di agganci
politici. Un paio di anni fa, il
Coni di Giovanni Malagò
l’ha commissariato con Michele
Uva, direttore generale
della Federcalcio.
Il lucano Uva è l’alterna -
tiva a Tavecchio dentro la
Figc. Ha assunto deleghe
preziose: gestisce la comunicazione,
i rapporti internazionali,
le selezioni nazionali.
Ma ora comanda il
ragioniere. Il Coni ha gradito
gradito
e agevolato l’ennesimo ritorno
di Marcello Lippi, che
ha accettato i galloni di direttore
tecnico.
IL CT CAMPIONE del mondo
in Germania ha contribuito
all’indicazione di Ventura e
assieme a Tavecchio l’ha incontrato
più volte. Il faccia a
faccia definitivo era in programma
martedì a Coverciano,
poi è saltato perché
Tavecchio ha ceduto al tormento
provocato dall’inter -
ferenza di Palazzo Chigi. Oltre
al futuro dell’Italia del
calcio, il futuro che inquieta
Tavecchio è la presidenza
della Federazione. Non è un
abile oratore, ma è un acuto
Ipse dixit
MATTEO
RENZI
L’allenatore Montella
è un rinnovatore
Nel calcio i rottamatori
sono già arrivati,
vediamo se arrivano
anche in politica...
6 novembre 2012
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

SORGE IL SOLE, CANTA IL GALLO,
MUSSOLONI SALE A CAVALLO...



HA PERSO LA PAZIENZA ZOFF.
E I TRICOLORI QUANDO????????????????????????




Ct della Nazionale, Zoff contro Renzi: "Scelto da lui? Questo è troppo"
L'ex Ct della Nazionale interviene sul caso Ventura che sarebbe sgradito da Renzi, che gli preferisce Montella


Claudio Cartaldo - Gio, 26/05/2016 - 09:59


http://www.ilgiornale.it/news/sport/ct- ... 63855.html
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

MI E' STATA SEGNALATA DA FACEBOOK. DOVE SEMBRA CHE IMPAZZI.

ANZICHE' CAMBIARE LA COSTITUZIONE CAMBIA I TUBI A FIRENZE



FATENE BUON USO
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

AVVISO DI SFRATTO A MUSSOLONI



LO HA COMUNICATO IERI SERA ENRICO MENTANA ALL'INTERNO DEL TG7 DELLE 20,00.

IL VICE DI JUNKER, DAL GIAPPONE HA TWITTATO CHE AL PROSSIMO G7 CAMBIERANNO GLI ATTORI.

CI SARA' TRUMP, LA LEPEN E GRILLO.

TRUMP E' POSSIBILE, LA LEPEN, CON QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN FRANCIA, FORSE.

MA GRILLO, NON RIESCO A VEDERLO. FORSE DI MAIO, MA NON GRILLO.


COMUNQUE QUESTO E' UN AVVISO DI SFRATTO, ANCHE SE IL DUCIONE INTENDE SFRUTTARE AL MASSIMO L'OPPORTUNITA' DEI MARO'.

SULLE PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANI DI OGGI NON HO LETTO LA NOTIZIA PASSATA DA MENTANA.

SU GOOGLE NON C'E' PER IL MOMENTO NESSUN RIFERIMENTO.

SI TRATTA DI AVERE PAZIENZA ED ANCHE IL DUCIONE CACCIABALLE ANDRA' A CASA.
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

COME NON DETTO. SE NE E' OCCUPATO IERI IL FATTO, MA IO AVEVO IL MODEM BLOCCATO


M5s, polemica per il tweet del braccio destro di Juncker: “G7 con Trump, Le Pen, Johnson e Grillo? Scenario da horror”


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05 ... r/2769171/
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

UNA SOCIETA' SEMPRE PIU' CRIMINALE. MA PER I TRICOLORI SOTTO NARCOSI VA BENE COSI'.



Prescrizione, Area Popolare e verdiniani contro emendamenti Pd: “Vanno ritirati, no a maggioranze trasversali”
Politica
di F. Q. | 27 maggio 2016
COMMENTI (81)


“Apprendiamo con stupore che i due relatori, entrambi esponenti del Partito democratico, hanno presentato proposte emendative” sulla prescrizione “che si pongono in direzione esattamente contraria agli impegni precedentemente assunti dal ministro Orlando. Invitiamo i colleghi Casson e Cucca al ritiro immediato delle loro proposte mai discusse e non condivise all’interno della coalizione”. Lo afferma il capogruppo Ap al Senato Renato Schifani dicendo “no” alla formazione di “maggioranze trasversali” sul testo. Sugli emendamenti di Felice Casson e Giuseppe Cucca, infatti, c’è l’adesione del Movimento Cinque Stelle, oltre che della minoranza del Pd (della quale d’altra parte Casson fa parte). Cucca aveva detto tra l’altro che con il Nuovo Centrodestra la discussione sul punto sarebbe stata fatta dopo le elezioni amministrative. Identica la reazione di Ala, che con Ciro Falanga – firmatario non molti giorni fa di un “lodo” che pareva aver messo d’accordo tutti o quasi, all’interno della compagine renziana – si chiede se i 5 Stelle siano considerati “in maggioranza”, visto che paiono aver ricevuto un trattamento migliore degli stessi verdiniani.



Ma gli alfaniani hanno subito messo le cose in chiaro: “Area popolare si è astenuta nel voto finale alla Camera sul testo della prescrizione perché non ne ha condiviso il contenuto, ma facendo affidamento sull’impegno del ministro Orlando di rivedere alcuni punti che dilaterebbero eccessivamente, ed in palese violazione dell’articolo 111 della Costituzione, i termini di prescrizione del reato”, sottolinea il presidente dei senatori centristi osservando come la presentazione degli emendamenti sia “in palese violazione del principio fondamentale secondo il quale ogni proposta emendativa del relatore deve rispondere alla sintesi della maggioranza politica”. La prescrizione si conferma così un nodo in grado di far traballare, se non cadere, il governo Renzi.

Da qui l’invito di Schifani al ritiro degli emendamenti sulla prescrizione. “Qualora ciò non avvenisse, si prospetterebbe inequivocabilmente l’ipotesi di una maggioranza trasversale che vedrebbe esclusa Area popolare, così come quella che ebbe a prospettarsi sul tema delle unioni civili, argomento comunque estraneo al programma di governo”. L’ex presidente del Senato avverte il Pd a considerare le “valutazioni politiche consequenziali agli scenari che si potrebbero determinare su maggioranze trasversali riguardanti un tema sensibile e delicato”.

“Registro l’apertura da parte del Pd, qualora Casson parli a nome del partito, verso il M5s e una sottesa indisponibilità a confrontarsi con Ala sulla base del fatto che Ala non sarebbe in maggioranza”, polemizza in una nota il senatore verdiniano Falanga. “Casson ritiene forse di aprire ai grillini perché li considera in maggioranza?”. Poi l’esortazione al dietrofront: “Si preoccupasse Casson, insieme ai suoi colleghi di maggioranza, di individuare modifiche che assicurino una ragionevole durata dei processi. Ciò al fine di porre il nostro Paese tra gli Stati democratici e di diritto”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05 ... i/2772732/
camillobenso
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

I GIORNI DEL KAOS

Ognuno tira la coperta dalla sua parte e comprendere cosa succedererà con una scelta, o l'altra, diventa complicato.

La guerra, dentro o fuori dall'euro investe anche noi.



LIBRE news

Evans-Pritchard a Renzi: via dall’euro, se vuoi salvare l’Italia
Scritto il 27/5/16 • nella Categoria: segnalazioni


«L’Italia deve scegliere tra l’euro e la sua sopravvivenza economica».

Lo scrive sul “Telegraph” il noto editorialista finanziario Ambrose Evans-Pritchard.

«Il tempo stringe per l’Italia, bloccata in una deflazione da debiti e alle prese con una crisi bancaria che non può affrontare con i vincoli dell’unione monetaria.

Dal picco della crisi – prosegue Evans-Pritchard – come ha ricordato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il prodotto interno lordo si è ridotto del 9% e la produzione industriale del 25%.


Ogni anno la percentuale del debito rispetto al Pil sale: 121% nel 2011, 123 nel 2012, 129 nel 2013, 132,7 nel 2015.


Lo stimolo della Banca Centrale Europea svanirà prima che l’Italia riuscirà a uscire dalla stagnazione e il Fondo Monetario Internazionale, infatti, prevede una crescita di appena l’1% quest’anno.


La finestra globale si sta chiudendo».


Per il giornalista, «c’e’ il rischio concreto che Matteo Renzi arrivi alla conclusione che l’unico modo per restare al potere sia presentarsi alle prossime elezioni con una piattaforma apertamente anti-euro».


Attenzione: un recente sondaggio di Ipsos Mori rivela che il 48% degli italiani voterebbe contro l’Ue o contro l’euro, se ne avesse l’opportunità.


Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, cui è attribuito un consenso del 28%, «invoca il default e il ritorno alla lira», scrive Pritchard, in un articolo ripreso da “L’Antidiplomatico”.


In più, «la Lega Nord di Matteo Salvini considera l’euro un crimine contro l’umanità».



Stando ai fatti: il tasso di disoccupazione è all’11,4%, mentre quello della disoccupazione giovanile raggiunge il 65% in Calabria, il 56% in Sicilia, il 53% in Campania.



«Il tasso di natalità è al minimo storico. L’istituto di ricerca Svimez parla di uno stato permanente di sottosviluppo nel Mezzogiorno».


Negli anni Novanta, continua Evans-Pritchard, l’Italia registrava un ampio avanzo negli scambi commerciali con la Germania, prima che fossero fissati i tassi di cambio e quando si poteva ancora svalutare.


«In quindici anni l’Italia ha perso rispetto alla Germania il 30% di competitività sul costo di lavoro per unità di prodotto: dal 2000 la produttività è diminuita del 5,9%».



I vari governi che si sono succeduti sono ovviamente «criticabili».


Ma, per il giornalista, «la questione più rilevante è che oggi il paese non riesce a uscire dalla trappola».



«A questa miscela combustibile – prosegue Evans-Pritchard – si aggiunge la crisi bancaria, che rivela la disfunzionalità dell’unione monetaria e peggiora di giorno in giorno: prestiti “non performanti” per 360 miliardi di euro gravano sui bilanci delle banche.


La vigilanza esercitata dalla Bce ha peggiorato le cose e il Fondo Atlante potrebbe attirare sempre più banche nel pantano, aumentando il rischio sistemico».


L’Italia? «E’ nel peggiore dei mondi possibili: a causa delle regole dell’Ue, non può prendere iniziative in piena sovranità per stabilizzare il sistema bancario e non esiste ancora un’unione bancaria degna di questo nome che condivida gli oneri».



Per l’editorialista britannico, «Renzi ha di fronte una dura scelta: o dice alle autorità europee di andare all’inferno o resta a guardare impotente che il sistema bancario imploda e il paese precipiti nell’insolvenza».


E visto che l’Italia non è la Grecia, «non può accettare la sottomissione».


Tant’è vero che «tra i poteri forti dell’industria italiana qualcuno ormai sussurra che l’uscita dall’euro potrebbe non essere così terribile».


Anzi: «Sarebbe l’unico modo per evitare una catastrofica deindustrializzazione».
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

I GIORNI DEL KAOS

Non si riesce mai ad avere un’esposizione completamente esaustiva.

Per quanto riguarda l’esposizione tecnica relativa ai dati economici, Evans-Pritchard, mi trova
d’accordo. Perché quei dati che espone sono a disposizione di tutti, e quindi inconfutabili.

Sul dato politico NO.

“Evans-Pritchard a Renzi: via dall’euro, se vuoi salvare l’Italia”

Ma come può pensare Evans, che Mussoloni si metta contro i suoi padroni, europei e Oltre Atlantico, che l’anno messo li proprio per sfasciare l’Italia?
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Re: Diario della caduta di un regime.

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I GIORNI DEL KAOS

Per anni e anni ci hanno fatto credere alla Befana e alla Fata turchina.

L'aspetto più drammatico è che un 30% di italiani ci crede ancora.

Posso capire lo sciacqiunaggio che sta dietro a Mussoloni e che ci ricava il suo utile.

Ma é incomprensibile a livello popolare, chi difende a spada tratta Mussoloni solo per simpatia, o per affinità elettive, senza ricavarne un utile come ad esempio fanno gli aderenti al cerchio "magico", (ora Tragico) oppure gli schiavetti, malati di leccaculismo cronico, come i vari, Rondolingua, Velardi, ecc.




28 MAG 2016 15:33
1. UN LIBRO RACCOGLIE LE ULTIME CONFESSIONI DI
LICIO GELLI: “DENIS VERDINI? NON POSSO DIRE CHE MI STIA SIMPATICO. ANZI, È LA PIÙ GROSSA DELUSIONE CHE MI HA DATO BERLUSCONI”



2. SULL’INGRESSO NELLA P2 DEL CAVALIERE: “L’INIZIAZIONE È AVVENUTA A ROMA, IN VIA DEI CONDOTTI, NEI 500 METRI QUADRI DI SEDE CAPITOLINA. A CERIMONIA CONCLUSA, LA PIACEVOLE SERATA PROSEGUÌ CON UNA CENA INTIMA IN UNO DEI FAMOSI LOCALI DELLA CAPITALE”


3. RIVELA DI AVER “INDIRIZZATO UN GIOVANISSIMO BISIGNANI ALLA CORTE DELL’ON. STAMMATI”


4. “IO AVEVO LA P2, COSSIGA LA GLADIO E ANDREOTTI L’ANELLO. UNA SORTA DI SERVIZIO SEGRETO PARALLELO E CLANDESTINO, ANELLO TRA I SERVIZI SEGRETI E LA SOCIETÀ CIVILE”

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 125669.htm
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