Renzi
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Re: Renzi
la scenetta del telefonino dimostra la capacità di Governo del Presidente del Consiglio: totalmente incapace ed inadeguato.
Hai ragione Camillobenso, a volte la forma è sostanza, soprattutto nel campo internazionale, infatti Berlusconi perse quel carisma in Europa e nel Mondo dopo la figura di m. con la Merkel.
Secondo me Renzi sa già che deve fare le valigie ...
Hai ragione Camillobenso, a volte la forma è sostanza, soprattutto nel campo internazionale, infatti Berlusconi perse quel carisma in Europa e nel Mondo dopo la figura di m. con la Merkel.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Renzi
ALLA FOLLIA NON C'E' RIMEDIO. SE POI SI AGGIUNGE L'ARROGANZA, E' LA FINE.
20 GIU 2016 08:48
1. IL DELIRIO NAPOLEONICO DEL CAZZONE DI RIGNANO SULL'ARNO CHE ORMAI PARLA IN TERZA PERSONA: “RENZI HA PERSO PERCHÈ NON HA FATTO ABBASTANZA RENZI”. CRETINETTI INSISTE: “HO ROTTAMATO TROPPO POCO”. ANCORA: "DEVO METTERE DA PARTE LA VECCHIA GUARDIA”
2. ”A ROMA ABBIAMO PERSO PERCHÈ QUELLE PERIFERIE (GOVERNATE DA CHI?, ndr) ERANO PIENE DI IMMONDIZIA E PERCHÈ LA CAPITALE E’ STATA GOVERNATA MALE. HO VISTO LE IMMAGINI DEI TG SUL VOTO A ROMA. SI VEDEVANO CASSONETTI CHE STRARIPAVANO DI RIFIUTI DAVANTI AI SEGGI”
3. “IO ASPETTO TUTTI AL VARCO DEL REFERENDUM E LI’ CI DIVERTIREMO. STAVOLTA CI SARO’ IO IN CAMPO E QUELLA SARA’ UNA SFIDA FANTASTICA. IO COMUNQUE NON MI DIMETTO DA NIENTE” (MAGARI POTREBBE PROVARE A DIMETTERSI DA SE STESSO, VISTO CHE È STATO BEN ROTTAMATO)
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
«Abbiamo perso, c' è poco da dire. E vi dirò di più, quando ci battiamo con i grillini prendiamo la batosta». E poi: «Renzi ha perso perché non ha fatto abbastanza Renzi». Il presidente del Consiglio a tarda notte trae le somme delle elezioni amministrative. E insiste: «Ho rottamato troppo poco».
Ancora: «Devo mettere da parte la vecchia guardia». Ragionamenti che nascono da una constatazione: «Dovunque ci siamo battuti con i 5 stelle questi ultimi hanno vinto». E, quindi, «non siamo sconfitti», perché «abbiamo ancora spazi». Ma «siamo anche pronti a farci male», come si «è visto in alcune situazioni». Dunque, Renzi plaude a Sala, l' unico candidato che ha scelto direttamente e pubblicamente. Ma non nega le «sconfitte». Sono giorni, per esempio, che va ripetendo sempre la stessa frase: «Su Roma non recuperiamo più».
E quando arrivano gli exit poll, a confermare le sue parole, il premier scuote il capo e dice: «Ora vedremo che cosa sanno fare i grillini».
Già, perché secondo Renzi gestire la Capitale, ridotta così com' è, non sarà facile e sarà quello il vero banco di prova dei 5 Stelle. Su quella ribalta Virginia Raggi e il direttorio che la segue passo passo avranno tutti i riflettori accesi, e, chissà, «quella vittoria potrebbe rivelarsi anche un boomerang».
Ma Renzi non crede che quello di Roma sia stato un voto contro di lui. O contro la riforma: «Abbiamo perso le elezioni nelle periferie non perché si sono espressi sul bicameralismo o sul sistema elettorale.
Abbiamo perso perché quelle periferie erano piene di immondizia e problemi e perché la Capitale è stata governata male. Ho visto le immagini dei telegiornali sul voto a Roma. Si vedevano cassonetti che straripavano di rifiuti davanti ai seggi...».
II Nord, invece, tiene sospeso sino all' ultimo il premier. A sera tardi, il premier legge, con una certa apprensione, i voti di Appendino a Torino.
Ciò a cui però Renzi non crede è che quel voto rappresenti la prova generale della Santa Alleanza contro di lui, quella che tenterà l' assalto al palazzo coagulandosi attorno al «No». «Ragazzi quella è tutta un' altra storia», dice il premier. «A Milano come a Torino - è il ragionamento di Renzi - non c' è nessuna Santa Alleanza contro di me.
Basti pensare che tra chi vota Appendino a Torino c' è, ahimè, anche gente che poi dirà "Sì" alla riforma e che addirittura vota e ha votato per me. Si tratta di gente (molti giovani) che si esprime contro quella che considera la vecchia politica». Per questa ragione, il premier dice di non temere per le conseguenze che le amministrative potranno avere sul voto di ottobre: «Io aspetto tutti al varco del referendum e lì ci divertiremo».
Il premier ragiona anche sull' offensiva che la minoranza interna potrebbe mettere in atto all' indomani del voto. È convinto che diranno che «ci vuole un segretario che lavori a tempo pieno» e che, quindi, chiederanno la modifica di quell' articolo dello Statuto del Pd secondo il quale il leader del partito è automaticamente il candidato premier.
Ma per raggiungere questo obiettivo «ci vuole un congresso», spiega il premier. E aggiunge: «E comunque bisogna passare prima per il referendum e io quello sono sicuro di vincerlo.
Stavolta ci sarò io in campo e quella sarà una sfida fantastica». E ancora: «Io comunque non mi dimetto da niente». Ma una registrata al partito, Renzi la vuole dare sul serio e «la si darà - annuncia - a prescindere dai risultati elettorali».
Come intende procedere il premier? «Partendo dall' organizzazione del referendum», precisano i renziani. Sarà quello, infatti, lo strumento che il premier utilizzerà «per capire chi lavora nei territori, chi sono gli alleati interni di cui ci si può fidare» e per comprendere «come funziona effettivamente la rete renziana».
renzi cavallo rai
RENZI CAVALLO RAI
Insomma, il referendum sarà lo strumento attraverso cui il premier preparerà il «suo» partito. Perciò la «macchina elettorale» che verrà creata per far vincere i «Sì» al referendum sarà la stessa «macchina» che, per dirla con le parole di un renziano molto influente, «terrà il motore acceso per il dopo». Morale della favola: è un esperimento.
Insomma, il premier di una cosa è assolutamente certo: «Che fine farò io dipenderà dal referendum, non dalle Amministrative».
20 GIU 2016 08:48
1. IL DELIRIO NAPOLEONICO DEL CAZZONE DI RIGNANO SULL'ARNO CHE ORMAI PARLA IN TERZA PERSONA: “RENZI HA PERSO PERCHÈ NON HA FATTO ABBASTANZA RENZI”. CRETINETTI INSISTE: “HO ROTTAMATO TROPPO POCO”. ANCORA: "DEVO METTERE DA PARTE LA VECCHIA GUARDIA”
2. ”A ROMA ABBIAMO PERSO PERCHÈ QUELLE PERIFERIE (GOVERNATE DA CHI?, ndr) ERANO PIENE DI IMMONDIZIA E PERCHÈ LA CAPITALE E’ STATA GOVERNATA MALE. HO VISTO LE IMMAGINI DEI TG SUL VOTO A ROMA. SI VEDEVANO CASSONETTI CHE STRARIPAVANO DI RIFIUTI DAVANTI AI SEGGI”
3. “IO ASPETTO TUTTI AL VARCO DEL REFERENDUM E LI’ CI DIVERTIREMO. STAVOLTA CI SARO’ IO IN CAMPO E QUELLA SARA’ UNA SFIDA FANTASTICA. IO COMUNQUE NON MI DIMETTO DA NIENTE” (MAGARI POTREBBE PROVARE A DIMETTERSI DA SE STESSO, VISTO CHE È STATO BEN ROTTAMATO)
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
«Abbiamo perso, c' è poco da dire. E vi dirò di più, quando ci battiamo con i grillini prendiamo la batosta». E poi: «Renzi ha perso perché non ha fatto abbastanza Renzi». Il presidente del Consiglio a tarda notte trae le somme delle elezioni amministrative. E insiste: «Ho rottamato troppo poco».
Ancora: «Devo mettere da parte la vecchia guardia». Ragionamenti che nascono da una constatazione: «Dovunque ci siamo battuti con i 5 stelle questi ultimi hanno vinto». E, quindi, «non siamo sconfitti», perché «abbiamo ancora spazi». Ma «siamo anche pronti a farci male», come si «è visto in alcune situazioni». Dunque, Renzi plaude a Sala, l' unico candidato che ha scelto direttamente e pubblicamente. Ma non nega le «sconfitte». Sono giorni, per esempio, che va ripetendo sempre la stessa frase: «Su Roma non recuperiamo più».
E quando arrivano gli exit poll, a confermare le sue parole, il premier scuote il capo e dice: «Ora vedremo che cosa sanno fare i grillini».
Già, perché secondo Renzi gestire la Capitale, ridotta così com' è, non sarà facile e sarà quello il vero banco di prova dei 5 Stelle. Su quella ribalta Virginia Raggi e il direttorio che la segue passo passo avranno tutti i riflettori accesi, e, chissà, «quella vittoria potrebbe rivelarsi anche un boomerang».
Ma Renzi non crede che quello di Roma sia stato un voto contro di lui. O contro la riforma: «Abbiamo perso le elezioni nelle periferie non perché si sono espressi sul bicameralismo o sul sistema elettorale.
Abbiamo perso perché quelle periferie erano piene di immondizia e problemi e perché la Capitale è stata governata male. Ho visto le immagini dei telegiornali sul voto a Roma. Si vedevano cassonetti che straripavano di rifiuti davanti ai seggi...».
II Nord, invece, tiene sospeso sino all' ultimo il premier. A sera tardi, il premier legge, con una certa apprensione, i voti di Appendino a Torino.
Ciò a cui però Renzi non crede è che quel voto rappresenti la prova generale della Santa Alleanza contro di lui, quella che tenterà l' assalto al palazzo coagulandosi attorno al «No». «Ragazzi quella è tutta un' altra storia», dice il premier. «A Milano come a Torino - è il ragionamento di Renzi - non c' è nessuna Santa Alleanza contro di me.
Basti pensare che tra chi vota Appendino a Torino c' è, ahimè, anche gente che poi dirà "Sì" alla riforma e che addirittura vota e ha votato per me. Si tratta di gente (molti giovani) che si esprime contro quella che considera la vecchia politica». Per questa ragione, il premier dice di non temere per le conseguenze che le amministrative potranno avere sul voto di ottobre: «Io aspetto tutti al varco del referendum e lì ci divertiremo».
Il premier ragiona anche sull' offensiva che la minoranza interna potrebbe mettere in atto all' indomani del voto. È convinto che diranno che «ci vuole un segretario che lavori a tempo pieno» e che, quindi, chiederanno la modifica di quell' articolo dello Statuto del Pd secondo il quale il leader del partito è automaticamente il candidato premier.
Ma per raggiungere questo obiettivo «ci vuole un congresso», spiega il premier. E aggiunge: «E comunque bisogna passare prima per il referendum e io quello sono sicuro di vincerlo.
Stavolta ci sarò io in campo e quella sarà una sfida fantastica». E ancora: «Io comunque non mi dimetto da niente». Ma una registrata al partito, Renzi la vuole dare sul serio e «la si darà - annuncia - a prescindere dai risultati elettorali».
Come intende procedere il premier? «Partendo dall' organizzazione del referendum», precisano i renziani. Sarà quello, infatti, lo strumento che il premier utilizzerà «per capire chi lavora nei territori, chi sono gli alleati interni di cui ci si può fidare» e per comprendere «come funziona effettivamente la rete renziana».
renzi cavallo rai
RENZI CAVALLO RAI
Insomma, il referendum sarà lo strumento attraverso cui il premier preparerà il «suo» partito. Perciò la «macchina elettorale» che verrà creata per far vincere i «Sì» al referendum sarà la stessa «macchina» che, per dirla con le parole di un renziano molto influente, «terrà il motore acceso per il dopo». Morale della favola: è un esperimento.
Insomma, il premier di una cosa è assolutamente certo: «Che fine farò io dipenderà dal referendum, non dalle Amministrative».
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Re: Renzi
CONOSCONO TUTTI IL TERMINE CON CUI I NAPOLETANI DEFINISCONO IL COMPORTAMENTO AMBIGUO E ONDIVAGO DI MUSSOLONI.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si starebbe preparando alla marcia indietro sul Referendum costituzionale. Niente dimissioni in caso di vittoria del No
Daniele Eboli - Mer, 22/06/2016 - 13:41
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"Se perdo il referendum costituzionale considero fallita la mia esperienza politica", ripeteva fino a qualche mese fa Matteo Renzi.
Ma adesso il presidente del Consiglio starebbe preparando la marcia indietro. Come riporta l'edizione odierna di Repubblica, lo staff di Renzi starebbe pensando di degradare il prossimo appuntamento al voto "da Armageddon della politica a passaggio importante per il futuro del Paese" le cui conseguenze, in caso di fallimento, andrebbero valutate con calma.
Niente più dimissioni quindi, nè ritiro a vita privata. Renzi resterebbe al suo posto sul modello del premier inglese David Cameron che, in vista del referendum sulla Brexit, ha dichiarato "Se vince il No, non mi dimetto".
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si starebbe preparando alla marcia indietro sul Referendum costituzionale. Niente dimissioni in caso di vittoria del No
Daniele Eboli - Mer, 22/06/2016 - 13:41
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"Se perdo il referendum costituzionale considero fallita la mia esperienza politica", ripeteva fino a qualche mese fa Matteo Renzi.
Ma adesso il presidente del Consiglio starebbe preparando la marcia indietro. Come riporta l'edizione odierna di Repubblica, lo staff di Renzi starebbe pensando di degradare il prossimo appuntamento al voto "da Armageddon della politica a passaggio importante per il futuro del Paese" le cui conseguenze, in caso di fallimento, andrebbero valutate con calma.
Niente più dimissioni quindi, nè ritiro a vita privata. Renzi resterebbe al suo posto sul modello del premier inglese David Cameron che, in vista del referendum sulla Brexit, ha dichiarato "Se vince il No, non mi dimetto".
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Re: Renzi
Sarebbe comunque una tranvata politica.
Anche perchè dopo ci troveremmo senza legge elettorale.
La maggioranza traballante.
I grillini in grande ascesa.
Il PD in grave calo di consensi.
Il CSX distrutto.
Tutto merito di Bersani prima e Renzi poi.
Ma di Napolitano prima di tutto.
soloo42001
Anche perchè dopo ci troveremmo senza legge elettorale.
La maggioranza traballante.
I grillini in grande ascesa.
Il PD in grave calo di consensi.
Il CSX distrutto.
Tutto merito di Bersani prima e Renzi poi.
Ma di Napolitano prima di tutto.
soloo42001
Ultima modifica di soloo42001 il 24/06/2016, 16:16, modificato 1 volta in totale.
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Re: Renzi
QUI NON PIOVONO SOLO RANE, COME DA ALESSANDRO GIGLIOLI SULL'ESPRESSO...........
ARRIVERA' ALLA FINE DI OTTOBRE, LA NUOVA DATA IMPOSTA DA MUSSOLONI-BOMBA PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE???????
24 GIU 2016 14:24
1. RENZI, PRIMA O POI, FARA' BANCAROTTA: INTERROGATO DALLA PROCURA DI ROMA COME PERSONA INFORMATA DEI FATTI PER LE SPECULAZIONI IN BORSA LEGATE ALLE BANCHE POPOLARI
2. CHI HA PORTATO I MAGISTRATI ROMANI A BUSSARE A PALAZZO CHIGI È CARLO DE BENEDETTI SU DENUNCIA PRESENTATA UN ANNO E MEZZO FA DAL PRESIDENTE CONSOB GIUSEPPE VEGAS
3. IL PRESIDENTE DE ‘’LA REPUBBLICA’’ IN UNA TELEFONATA CON IL SUO INTERMEDIARIO PER GLI ACQUISTI AZIONARI AVREBBE INDIRETTAMENTE TIRATO IN BALLO RENZI COME FONTE DI NOTIZIE
4. L’IPOTESI TUTTORA AL CENTRO DEI CONTROLLI È CHE ALCUNI INVESTITORI (C’E’ ANCHE DAVIDE SERRA) POSSANO AVER GODUTO DI INFORMAZIONI PRIVILEGIATE ALL’INTERNO DEL GOVERNO
- INCHIESTA SULLE BANCHE POPOLARI, RENZI SENTITO COME TESTE
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
2 – IL PREMIER TESTE PER CAPIRE SE DA "UOMINI VICINI A LUI" GIUNSERO A DE BENEDETTI NOTIZIE RISERVATE SUL DECRETO DELLE POPOLARI. IN BORSA BOOM DI ACQUISTI DELL'INGEGNERE
stralci dall’articolo di Valeria Pacelli e Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 127479.htm
ARRIVERA' ALLA FINE DI OTTOBRE, LA NUOVA DATA IMPOSTA DA MUSSOLONI-BOMBA PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE???????
24 GIU 2016 14:24
1. RENZI, PRIMA O POI, FARA' BANCAROTTA: INTERROGATO DALLA PROCURA DI ROMA COME PERSONA INFORMATA DEI FATTI PER LE SPECULAZIONI IN BORSA LEGATE ALLE BANCHE POPOLARI
2. CHI HA PORTATO I MAGISTRATI ROMANI A BUSSARE A PALAZZO CHIGI È CARLO DE BENEDETTI SU DENUNCIA PRESENTATA UN ANNO E MEZZO FA DAL PRESIDENTE CONSOB GIUSEPPE VEGAS
3. IL PRESIDENTE DE ‘’LA REPUBBLICA’’ IN UNA TELEFONATA CON IL SUO INTERMEDIARIO PER GLI ACQUISTI AZIONARI AVREBBE INDIRETTAMENTE TIRATO IN BALLO RENZI COME FONTE DI NOTIZIE
4. L’IPOTESI TUTTORA AL CENTRO DEI CONTROLLI È CHE ALCUNI INVESTITORI (C’E’ ANCHE DAVIDE SERRA) POSSANO AVER GODUTO DI INFORMAZIONI PRIVILEGIATE ALL’INTERNO DEL GOVERNO
- INCHIESTA SULLE BANCHE POPOLARI, RENZI SENTITO COME TESTE
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
2 – IL PREMIER TESTE PER CAPIRE SE DA "UOMINI VICINI A LUI" GIUNSERO A DE BENEDETTI NOTIZIE RISERVATE SUL DECRETO DELLE POPOLARI. IN BORSA BOOM DI ACQUISTI DELL'INGEGNERE
stralci dall’articolo di Valeria Pacelli e Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 127479.htm
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Re: Renzi
Barbie && Ren
26 GIU 2016 11:55
1. NON LASCIATEVI PRENDERE PER I FONDELLI DAI GIORNALONI: LA BREXIT SALVERÀ L’ITALIA
2. DIFFICILMENTE, NEI PROSSIMI MESI, IL QUARTO REICH DELLA MERKEL POTRÀ PIÙ CAVILLARE SULLO "ZERO VIRGOLA" DI DEFICIT. IL RISCHIO DI NUOVI REFERENDUM D'USCITA È TROPPO ALTO PER PROSPETTARE PROCEDURE D'INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO O PER AIUTO PUBBLICO
3. GRILLO, LE PEN, FARANGE ESISTEVANO ANCHE 5 ANNI FA MA È STATO IL FISCAL COMPACT E L'IGNAVIA SUI MIGRANTI A PORTARLI A UN PASSO DAL POTERE. UN RISCHIO CHE NÉ LA MERKEL NÉ HOLLANDE POSSONO RISCHIARE CON LE ELEZIONI POLITICHE ALLE PORTE (BERLUSCONI GODE)
4. PERCHÈ PER RENZI LA BREXIT SAREBBE UN'OCCASIONE UNICA E DIFFICILMENTE RIPETIBILE
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 127536.htm
26 GIU 2016 11:55
1. NON LASCIATEVI PRENDERE PER I FONDELLI DAI GIORNALONI: LA BREXIT SALVERÀ L’ITALIA
2. DIFFICILMENTE, NEI PROSSIMI MESI, IL QUARTO REICH DELLA MERKEL POTRÀ PIÙ CAVILLARE SULLO "ZERO VIRGOLA" DI DEFICIT. IL RISCHIO DI NUOVI REFERENDUM D'USCITA È TROPPO ALTO PER PROSPETTARE PROCEDURE D'INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO O PER AIUTO PUBBLICO
3. GRILLO, LE PEN, FARANGE ESISTEVANO ANCHE 5 ANNI FA MA È STATO IL FISCAL COMPACT E L'IGNAVIA SUI MIGRANTI A PORTARLI A UN PASSO DAL POTERE. UN RISCHIO CHE NÉ LA MERKEL NÉ HOLLANDE POSSONO RISCHIARE CON LE ELEZIONI POLITICHE ALLE PORTE (BERLUSCONI GODE)
4. PERCHÈ PER RENZI LA BREXIT SAREBBE UN'OCCASIONE UNICA E DIFFICILMENTE RIPETIBILE
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 127536.htm
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Re: Renzi
26 GIU 2016 11:16
BISI E RISI
- DOPO BREXIT, RENXIT? DAL NO REFERENDUM FINO ALLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA CONSULTA SULL'ITALICUM CON GIULIANO AMATO PRONTO ALLA VENDETTA
- MATTARELLA, SPINTO DA FRANCESCHINI, IL KILLER DI ENRICO LETTA, PENSA AD UN GOVERNO ISTITUZIONALE DI SCOPO CON PIETRO GRASSO PER FARE LA LEGGE ELETTORALE E ANDARE A VOTARE NEL 2017. MA RENZI È UN UOMO FORTUNATO E LA BREXIT PUÒ ESSERE IL SUO JOLLY
La situazione attuale è complessa, con un premier in difficoltà nel suo partito, una labile maggioranza al Senato, un referendum alle porte che rischia di fargli fare la fine di Cameron in Gran Bretagna e l'incognita delle decisioni della Corte Costituzionale sull'Italicum...
Luigi Bisignani per Il Tempo
Per Matteo Renzi, la Brexit un merito almeno l'ha avuto: al Quirinale si è attenuato l'allarme rosso sulla tenuta del governo.
Il Presidente Sergio Mattarella aveva infatti attivato una sorta di 'gabinetto della crisi', un organismo del tutto informale, composto prevalentemente da giuriste, per ipotizzare tutti i possibili scenari in caso di crisi.
Una vecchia idea nata con Francesco Cossiga.
La situazione attuale è complessa, con un premier in difficoltà nel suo partito, una labile maggioranza al Senato, un referendum alle porte che rischia di fargli fare la fine di Cameron in Gran Bretagna e l'incognita delle decisioni della Corte Costituzionale sull'Italicum.
Un groviglio incredibile per Mattarella, alla sua vera prima prova dopo un periodo in cui si è fatto solo garbatamente conoscere dagli italiani.
Nessuno come lui ha il polso della situazione, provenendo da quella Consulta che diventa arbitro dei giochi, ma dove un giudice, come Giuliano Amato, può fare la differenza avendo più di un sassolino nella scarpa.
Tralasciando il Pd, dove la fronda contro Renzi cresce di ora in ora, anche all'interno del governo molti già mormorano sul movimentismo sospetto di un ex Dc di lungo corso, Dario Franceschini, che è già stato il 'Bruto' di Enrico Letta e può contare su molti amici proprio nelle ovattate stanze del Quirinale.
Mattarella per ora legge gli spunti del gabinetto della crisi.
La soluzione più gettonata, per quanto teorica, in caso di vittoria dei No al referendum, è quella di un governo istituzionale di scopo per la legge elettorale guidato da Pietro Grasso ed elezioni nei primi mesi del 2017.
Scartate le ipotesi Delrio o Cantone.
Ma Renzi è un uomo fortunato e la Brexit può essere il suo jolly, se riesce a rendersi fondamentale in Europa, quindi più forte in Italia, magari per una volta confrontandosi con personalità che hanno più esperienza internazionale di lui.
Il nome di un fiorentino a mo' d’esempio: Lamberto Dini.
Ma Renzi è di Rignano e non lo farà mai, troppo inutilmente sicuro di sé.
BISI E RISI
- DOPO BREXIT, RENXIT? DAL NO REFERENDUM FINO ALLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA CONSULTA SULL'ITALICUM CON GIULIANO AMATO PRONTO ALLA VENDETTA
- MATTARELLA, SPINTO DA FRANCESCHINI, IL KILLER DI ENRICO LETTA, PENSA AD UN GOVERNO ISTITUZIONALE DI SCOPO CON PIETRO GRASSO PER FARE LA LEGGE ELETTORALE E ANDARE A VOTARE NEL 2017. MA RENZI È UN UOMO FORTUNATO E LA BREXIT PUÒ ESSERE IL SUO JOLLY
La situazione attuale è complessa, con un premier in difficoltà nel suo partito, una labile maggioranza al Senato, un referendum alle porte che rischia di fargli fare la fine di Cameron in Gran Bretagna e l'incognita delle decisioni della Corte Costituzionale sull'Italicum...
Luigi Bisignani per Il Tempo
Per Matteo Renzi, la Brexit un merito almeno l'ha avuto: al Quirinale si è attenuato l'allarme rosso sulla tenuta del governo.
Il Presidente Sergio Mattarella aveva infatti attivato una sorta di 'gabinetto della crisi', un organismo del tutto informale, composto prevalentemente da giuriste, per ipotizzare tutti i possibili scenari in caso di crisi.
Una vecchia idea nata con Francesco Cossiga.
La situazione attuale è complessa, con un premier in difficoltà nel suo partito, una labile maggioranza al Senato, un referendum alle porte che rischia di fargli fare la fine di Cameron in Gran Bretagna e l'incognita delle decisioni della Corte Costituzionale sull'Italicum.
Un groviglio incredibile per Mattarella, alla sua vera prima prova dopo un periodo in cui si è fatto solo garbatamente conoscere dagli italiani.
Nessuno come lui ha il polso della situazione, provenendo da quella Consulta che diventa arbitro dei giochi, ma dove un giudice, come Giuliano Amato, può fare la differenza avendo più di un sassolino nella scarpa.
Tralasciando il Pd, dove la fronda contro Renzi cresce di ora in ora, anche all'interno del governo molti già mormorano sul movimentismo sospetto di un ex Dc di lungo corso, Dario Franceschini, che è già stato il 'Bruto' di Enrico Letta e può contare su molti amici proprio nelle ovattate stanze del Quirinale.
Mattarella per ora legge gli spunti del gabinetto della crisi.
La soluzione più gettonata, per quanto teorica, in caso di vittoria dei No al referendum, è quella di un governo istituzionale di scopo per la legge elettorale guidato da Pietro Grasso ed elezioni nei primi mesi del 2017.
Scartate le ipotesi Delrio o Cantone.
Ma Renzi è un uomo fortunato e la Brexit può essere il suo jolly, se riesce a rendersi fondamentale in Europa, quindi più forte in Italia, magari per una volta confrontandosi con personalità che hanno più esperienza internazionale di lui.
Il nome di un fiorentino a mo' d’esempio: Lamberto Dini.
Ma Renzi è di Rignano e non lo farà mai, troppo inutilmente sicuro di sé.
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Re: Renzi
HA DECISO DI TOGLIERE L'INCOMODO COME CAMERONE
Adesso Renzi esclude rinvio: "Il referendum si fa a ottobre"
Sulla data del referendum Renzi ha le idee chiare. E di cambiare l'Italicum non ci pensa proprio
Francesco Curridori - Lun, 27/06/2016 - 22:13
commenta
Il referedum sulla riforma costituzionale si farà a ottobre. A confermarlo è lo stesso Matteo Renzi, smentendo così le voci di un ipotetico rinvio.
I tempi per indire il referendum
"Il Referendum ha dei tempi che non decidiamo noi, ci sono i tempi previsti dalla legge, da 50 a 70 giorni dopo la decisione della Cassazione", spiega il premier da Berlino dove si trova per incontrare Angela Merkel e Francois Hollande per discutere degli effetti della Brexit. La legge prevede che dalla presentazione delle firme, che dovrebbe avvenire presumibilmente il 15 luglio, la Cassazione abbia a disposizione 10 giorni per indire il referendum. Una volta espletato questo passaggio, il governo ha tempo 60 giorni per fissare la data del quesito referendario. Data che deve necessariamente cadere in una domenica compresa fra il 50esimo e il 70esimo giorno successivo alla riunione del consiglio dei ministri.
I sospetti dentro la maggioranza
Il senatore costituzionalista Gaetano Quagliariello, però, corregge il premier e spiega: "Tra ciò che dice la legge e ciò che dice Matteo Renzi c'è uno spazio di discrezionalità di ben sessanta giorni che è nelle mani del governo e che il premier ha omesso di menzionare". Anche la minoranza è in subbuglio e non crede alle parole del premier. "Il referendum costituzionale non è come quello abrogativo: in quest'ultimo viene privilegiata la volontà dei cittadini di eliminare una legge. Nel primo, invece, si cerca di mettere al riparo la Costituzione da possibili modifiche. È prevedibile, quindi, che ci sia maggiore predisposizione a rinviare l'appuntamento con le urne", dicono dalla sinistra Pd. I renziani ribadiscono che "non ci sarà alcuno slittamento", ma anzi il Pd partirà già da luglio a fare campagna per il Sì. Per evitare di doversi dimettere, il governo potrebbe decidere di spacchettare i quesiti. "Incassando la vittoria su un quesito e perdendo su un altro, chi potrebbe dire chi sia il vincitore e chi lo sconfitto?", si chiedono i deputati della maggioranza.
Cosa succede se Renzi perde il referendum
Ma in caso di sconfitta “c'è solo il voto anticipato, nessuna alternativa di governo", rimarcano dalla maggioranza del Pd. E se si tornerà alle urne sarà solo con l’Italicum, sostengono i renziani ma i Cinquestelle sono scettici. E allora tocca al vice segretario, Lorenzo Guerini sottolineare che "c'è una legge elettorale che non è ancora stata testata. Non cambiamo la legge elettorale per un turno di amministrative". E aggiunge: “quanto accaduto in Spagna dovrebbe indurre a qualche riflessione: L'Italicum garantisce rappresentanza e governabilità". E su questo è lo stesso Renzi a parlare della Spagna come di un Paese ingovernabile che torna al voto dopo soli 6 mesi e aggiunge: “Fa pensare il fatto che all'inizio di questa legislatura utilizzassimo tra di noi come un benchmark positivo il sistema spagnolo, perché fino ad oggi aveva dato Governi e governabilità chiara; non ce l'eravamo inventato quando ne discutevamo, era un dato di fatto". Da più parti, però, arrivano richieste di modifica dell’Italicum. I centristi ribadiscono la necessità di tornare al premio di coalizione e anche i franceschiani sembrano intenzionati a modificare la legge elettorale pur di fermare l’avanzata dei populisti che, dopo il referendum inglese, preoccupa alquanto molto gli ambienti della maggioranza.
Adesso Renzi esclude rinvio: "Il referendum si fa a ottobre"
Sulla data del referendum Renzi ha le idee chiare. E di cambiare l'Italicum non ci pensa proprio
Francesco Curridori - Lun, 27/06/2016 - 22:13
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Il referedum sulla riforma costituzionale si farà a ottobre. A confermarlo è lo stesso Matteo Renzi, smentendo così le voci di un ipotetico rinvio.
I tempi per indire il referendum
"Il Referendum ha dei tempi che non decidiamo noi, ci sono i tempi previsti dalla legge, da 50 a 70 giorni dopo la decisione della Cassazione", spiega il premier da Berlino dove si trova per incontrare Angela Merkel e Francois Hollande per discutere degli effetti della Brexit. La legge prevede che dalla presentazione delle firme, che dovrebbe avvenire presumibilmente il 15 luglio, la Cassazione abbia a disposizione 10 giorni per indire il referendum. Una volta espletato questo passaggio, il governo ha tempo 60 giorni per fissare la data del quesito referendario. Data che deve necessariamente cadere in una domenica compresa fra il 50esimo e il 70esimo giorno successivo alla riunione del consiglio dei ministri.
I sospetti dentro la maggioranza
Il senatore costituzionalista Gaetano Quagliariello, però, corregge il premier e spiega: "Tra ciò che dice la legge e ciò che dice Matteo Renzi c'è uno spazio di discrezionalità di ben sessanta giorni che è nelle mani del governo e che il premier ha omesso di menzionare". Anche la minoranza è in subbuglio e non crede alle parole del premier. "Il referendum costituzionale non è come quello abrogativo: in quest'ultimo viene privilegiata la volontà dei cittadini di eliminare una legge. Nel primo, invece, si cerca di mettere al riparo la Costituzione da possibili modifiche. È prevedibile, quindi, che ci sia maggiore predisposizione a rinviare l'appuntamento con le urne", dicono dalla sinistra Pd. I renziani ribadiscono che "non ci sarà alcuno slittamento", ma anzi il Pd partirà già da luglio a fare campagna per il Sì. Per evitare di doversi dimettere, il governo potrebbe decidere di spacchettare i quesiti. "Incassando la vittoria su un quesito e perdendo su un altro, chi potrebbe dire chi sia il vincitore e chi lo sconfitto?", si chiedono i deputati della maggioranza.
Cosa succede se Renzi perde il referendum
Ma in caso di sconfitta “c'è solo il voto anticipato, nessuna alternativa di governo", rimarcano dalla maggioranza del Pd. E se si tornerà alle urne sarà solo con l’Italicum, sostengono i renziani ma i Cinquestelle sono scettici. E allora tocca al vice segretario, Lorenzo Guerini sottolineare che "c'è una legge elettorale che non è ancora stata testata. Non cambiamo la legge elettorale per un turno di amministrative". E aggiunge: “quanto accaduto in Spagna dovrebbe indurre a qualche riflessione: L'Italicum garantisce rappresentanza e governabilità". E su questo è lo stesso Renzi a parlare della Spagna come di un Paese ingovernabile che torna al voto dopo soli 6 mesi e aggiunge: “Fa pensare il fatto che all'inizio di questa legislatura utilizzassimo tra di noi come un benchmark positivo il sistema spagnolo, perché fino ad oggi aveva dato Governi e governabilità chiara; non ce l'eravamo inventato quando ne discutevamo, era un dato di fatto". Da più parti, però, arrivano richieste di modifica dell’Italicum. I centristi ribadiscono la necessità di tornare al premio di coalizione e anche i franceschiani sembrano intenzionati a modificare la legge elettorale pur di fermare l’avanzata dei populisti che, dopo il referendum inglese, preoccupa alquanto molto gli ambienti della maggioranza.
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Re: Renzi
"Investite in titoli bancari". E i clienti di Serra vanno ko
I consigli del finanziere amico del premier prima della Brexit. Un rischio che chi ha seguito sta pagando caro
Nicola Porro - Mar, 28/06/2016 - 08:06
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Davide Serra è considerato una specie di guru della finanza. Anche se i suoi fondi Algebris non brillano per trasparenza.
Alcuni di essi sono quotati sui mercati regolamentati, altri sono basati alle Cayman. Sapere la composizione del portafoglio di questi ultimi è dunque pressoché impossibile. Fa un po' strano però leggere ciò che Davide (così ha firmato la sua nota) ha scritto a beneficio dei suoi clienti solo poche settimane fa. Il suo pensiero era chiaro: comprate titoli bancari. Sí proprio poche settimane dal Brexit il suo consiglio era quello di prendere questo enorme rischio. Una scommessa che per chi lo ha seguito è andata malissimo. L'andamento dei titoli finanziari è stato disastroso, come era facilmente prevedibile. Meno prevedibile l'uscita del Regno Unito dall'Unione europeae, ma comunque una possibilità che Davide si vede bene dal considerare nello story telling che fa ai suoi clienti. Il principio è che le quotazioni delle banche sono sotto terra e che il loro andamento è legato all'inflazione. Se questa ultima dovesse crescere, per magia saliranno anche i titoli finanziari. Due circostanze che non si stanno verificando.
Peggio, ovviamente, per chi segue i consigli di Serra o per chi sottoscrive i suoi fondi. Peraltro uno di questi, poco prima dello statement del nostro, ha visto crescere di svariati centinaia di milioni gli attivi in gestione. C'è da sperare che gli investitori, magari istituzionali, non si siano fatti ingelosire dalla view ottimistica del nostro guru. Altrimenti sarebbero guai.
Le sue posizioni in politica economica non sono sempre sbagliate ci sono sembrate del tutto fuori luogo nell'invito, poi accolto da Renzi, di aumentare le tasse sulle rendite finanziarie. Le stesse che i fondi di Serra non pagano in Italia.
Ecco più che rinfacciare a Serra il fatto di essere un consigliere e finanziatore di Renzi, forse gli si dovrebbe chiedere conto della bontà delle previsioni nel suo lavoro: dalle banche alle preformance dei suoi fondi non quotati a Londra.
I consigli del finanziere amico del premier prima della Brexit. Un rischio che chi ha seguito sta pagando caro
Nicola Porro - Mar, 28/06/2016 - 08:06
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Davide Serra è considerato una specie di guru della finanza. Anche se i suoi fondi Algebris non brillano per trasparenza.
Alcuni di essi sono quotati sui mercati regolamentati, altri sono basati alle Cayman. Sapere la composizione del portafoglio di questi ultimi è dunque pressoché impossibile. Fa un po' strano però leggere ciò che Davide (così ha firmato la sua nota) ha scritto a beneficio dei suoi clienti solo poche settimane fa. Il suo pensiero era chiaro: comprate titoli bancari. Sí proprio poche settimane dal Brexit il suo consiglio era quello di prendere questo enorme rischio. Una scommessa che per chi lo ha seguito è andata malissimo. L'andamento dei titoli finanziari è stato disastroso, come era facilmente prevedibile. Meno prevedibile l'uscita del Regno Unito dall'Unione europeae, ma comunque una possibilità che Davide si vede bene dal considerare nello story telling che fa ai suoi clienti. Il principio è che le quotazioni delle banche sono sotto terra e che il loro andamento è legato all'inflazione. Se questa ultima dovesse crescere, per magia saliranno anche i titoli finanziari. Due circostanze che non si stanno verificando.
Peggio, ovviamente, per chi segue i consigli di Serra o per chi sottoscrive i suoi fondi. Peraltro uno di questi, poco prima dello statement del nostro, ha visto crescere di svariati centinaia di milioni gli attivi in gestione. C'è da sperare che gli investitori, magari istituzionali, non si siano fatti ingelosire dalla view ottimistica del nostro guru. Altrimenti sarebbero guai.
Le sue posizioni in politica economica non sono sempre sbagliate ci sono sembrate del tutto fuori luogo nell'invito, poi accolto da Renzi, di aumentare le tasse sulle rendite finanziarie. Le stesse che i fondi di Serra non pagano in Italia.
Ecco più che rinfacciare a Serra il fatto di essere un consigliere e finanziatore di Renzi, forse gli si dovrebbe chiedere conto della bontà delle previsioni nel suo lavoro: dalle banche alle preformance dei suoi fondi non quotati a Londra.
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Re: Renzi
Massimo D'Alema: "Il Pd è abbandonato Renzi lasci la segreteria"
Massimo D'Alema torna ad attaccare Matteo Renzi e lo fa dal salotto di Massimo Giannini, a Ballarò, su Rai tre
Claudio Torre - Mar, 28/06/2016 - 22:16
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Massimo D'Alema torna ad attaccare Matteo Renzi e lo fa dal salotto di Massimo Giannini, a Ballarò, su Rai tre.
L'ex premier critica la gestione del partito da parte di Renzi e affonda il colpo: "Renzi non può sommare la carica di premier e di segretario del partito. Renzi non fa il segretario, il partito è abbandonato a se stesso", afferma. Poi aggiunge: "Le riforme di Renzi vanno in senso opposto a quanto noi avevamo promesso a elettori". Il presidente di Italianieuropei parla prima dell'Italicum che, con il premio di maggioranza, "fa del Parlamento un organo non rappresentativo del Paese. C'è un elemento distorsivo eccessivo".
E poi con "i capolista nominati dai partiti" produce un Parlamento "per metà nominato anziché eletto". Quindi, la riforma costituzionale che, "lo dice il fior fiore del costituzionalismo italiano, produce un bicameralismo incoerente, sbagliato e confuso". Le mie, sottolinea D' Alema, "sono critiche di merito". Poi sulla sua permanenza nel Pd afferma: "Noi restiamo nel partito per spirito di sacrificio. Per il rispetto verso quei militanti che con abnegazione continuano a lavorare dentro i circoli del Pd. E ci restiamo perchè speriamo di poterlo cambiare". A questo punto attacca i renziani ricordando ricordato quando l’ultima volta è intervenuto in Direzione: "C’è un sala di supporter, se non stai attento ti possono anche aggredire...". Infine l'ultima stoccata: "Sono estremamente infastidito da questa storia dell'astio. Non avevo alcun atteggiamento ostile in maniera preconcetta nei confronti di Renzi. Non sono io che ho basato un progetto politico sulla rottamazione che poi in definitiva ha riguardato solo me perchè tutti gli altri si sono in qualche modo sistemati...".
Massimo D'Alema torna ad attaccare Matteo Renzi e lo fa dal salotto di Massimo Giannini, a Ballarò, su Rai tre
Claudio Torre - Mar, 28/06/2016 - 22:16
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Massimo D'Alema torna ad attaccare Matteo Renzi e lo fa dal salotto di Massimo Giannini, a Ballarò, su Rai tre.
L'ex premier critica la gestione del partito da parte di Renzi e affonda il colpo: "Renzi non può sommare la carica di premier e di segretario del partito. Renzi non fa il segretario, il partito è abbandonato a se stesso", afferma. Poi aggiunge: "Le riforme di Renzi vanno in senso opposto a quanto noi avevamo promesso a elettori". Il presidente di Italianieuropei parla prima dell'Italicum che, con il premio di maggioranza, "fa del Parlamento un organo non rappresentativo del Paese. C'è un elemento distorsivo eccessivo".
E poi con "i capolista nominati dai partiti" produce un Parlamento "per metà nominato anziché eletto". Quindi, la riforma costituzionale che, "lo dice il fior fiore del costituzionalismo italiano, produce un bicameralismo incoerente, sbagliato e confuso". Le mie, sottolinea D' Alema, "sono critiche di merito". Poi sulla sua permanenza nel Pd afferma: "Noi restiamo nel partito per spirito di sacrificio. Per il rispetto verso quei militanti che con abnegazione continuano a lavorare dentro i circoli del Pd. E ci restiamo perchè speriamo di poterlo cambiare". A questo punto attacca i renziani ricordando ricordato quando l’ultima volta è intervenuto in Direzione: "C’è un sala di supporter, se non stai attento ti possono anche aggredire...". Infine l'ultima stoccata: "Sono estremamente infastidito da questa storia dell'astio. Non avevo alcun atteggiamento ostile in maniera preconcetta nei confronti di Renzi. Non sono io che ho basato un progetto politico sulla rottamazione che poi in definitiva ha riguardato solo me perchè tutti gli altri si sono in qualche modo sistemati...".
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