Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
La nuova sinistra , ancora alle prime elezioni in queste elezioni amministrative , ha vinto in tre comuni , Sesto Fiorentino ( in barba al PD di Renzi), Latina e Napoli ( un caso particolare) , in altri comuni ha condiviso alla vittoria del M5S , che non vuole alleanze, ma dovrà abituarsi a confrontarsi e a fare delle scelte, così vedremo se sinistra o destra contano ancora.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Ho letto gli ultimi interventi sull'immigrazione da paesi comunitari e paesi extracomunitari e sempre di piu' rimango nelle mie prime osservazioni a riguardo(anni or sono) che sull'immigrazione tutto sommato A TUTTI o perlomeno alla maggioranza sta bene come viene gestita ora fino a che non scoppi un bubbone.
Fino a che esistono paesi che si approfittano di altri creando guerre e fame la situazione non potra' MAI cambiare.
Il problema, sempre dal mio umile punto di vista, se le cose stanno cosi vie di mezzo ed alternative non ce ne stanno e sinistra e destra si troveranno sempre d'accordo su questo tema poiche a tutte e due questo sistema va più che bene anche se creano disuguagliante fra nativi ed immigrati per non contare poi sul malaffare che nasce da tutto questo.
Allora la mia domanda viene più che spontanea: Chi fra di noi o all'interno di tutta l'are parlamentare sia di sinistra,centro e destra e' disposto a dividere il suo surplus con quei paesi dal quale provengono gli immigrati a favorire il suo sviluppo sapendo che poi potrebbero essere dei concorrenti e quindi mandarci ulteriormente in miseria o almeno far diminuire il ns. super consumismo?
Su questo tema la Lega ha la strada facile e molti compagni non ci pensano due volte a dar loro il voto senza far molte elucubrazioni mentali o analisi politiche da bar.
Se le ns. conquiste frutto di sacrifici vengono ora vanificate perché dobbiamo "evangelicamente" guardare al più povero, queste società nate in stati indipendenti fra di loro, ora con la globalizzazione in cui mette tutto in discussione , possono implodere su se stesse con conseguenze nessuno potra mai prevedere. Catastrofiche sicuramente.
Quindi, per non tenerla lunga, dico che se non invertiamo immediatamente la rotta e quindi affrontare seriamente il problema politico senza essere legati dalle lobbies saremo i primi ad essere sacrificati .
La sinistra ora non esiste più anche se qualcuno spudoratamente si appropria di questo termine. La sinistra si e' assoggettata al sistema attuale e essendo dentro a questo sistema non potra mai far di pui di quello che fanno gli altri poiche e' lo stesso sistema che te lo impone.
Stesso si sta vanificando nel sindacato oramai anch'esso nelle logiche del sistea.
Unico per ora a differenziarsi e' Landini ma quanto resistera', Sara' lo stesso PD o la stessa CGIL a farlo fuori?
Per ora basta. Ho gia messo troppa carne sul fuocoe non ho nemmeno la volontà di rileggere se ho cannato o fatto errori grammaticali. Sono iper incassato e sto pensando pure di non dare piu' il mio contributo mensile alla CGIL ma darlo SOLO alla Fiom!
un salutone
Fino a che esistono paesi che si approfittano di altri creando guerre e fame la situazione non potra' MAI cambiare.
Il problema, sempre dal mio umile punto di vista, se le cose stanno cosi vie di mezzo ed alternative non ce ne stanno e sinistra e destra si troveranno sempre d'accordo su questo tema poiche a tutte e due questo sistema va più che bene anche se creano disuguagliante fra nativi ed immigrati per non contare poi sul malaffare che nasce da tutto questo.
Allora la mia domanda viene più che spontanea: Chi fra di noi o all'interno di tutta l'are parlamentare sia di sinistra,centro e destra e' disposto a dividere il suo surplus con quei paesi dal quale provengono gli immigrati a favorire il suo sviluppo sapendo che poi potrebbero essere dei concorrenti e quindi mandarci ulteriormente in miseria o almeno far diminuire il ns. super consumismo?
Su questo tema la Lega ha la strada facile e molti compagni non ci pensano due volte a dar loro il voto senza far molte elucubrazioni mentali o analisi politiche da bar.
Se le ns. conquiste frutto di sacrifici vengono ora vanificate perché dobbiamo "evangelicamente" guardare al più povero, queste società nate in stati indipendenti fra di loro, ora con la globalizzazione in cui mette tutto in discussione , possono implodere su se stesse con conseguenze nessuno potra mai prevedere. Catastrofiche sicuramente.
Quindi, per non tenerla lunga, dico che se non invertiamo immediatamente la rotta e quindi affrontare seriamente il problema politico senza essere legati dalle lobbies saremo i primi ad essere sacrificati .
La sinistra ora non esiste più anche se qualcuno spudoratamente si appropria di questo termine. La sinistra si e' assoggettata al sistema attuale e essendo dentro a questo sistema non potra mai far di pui di quello che fanno gli altri poiche e' lo stesso sistema che te lo impone.
Stesso si sta vanificando nel sindacato oramai anch'esso nelle logiche del sistea.
Unico per ora a differenziarsi e' Landini ma quanto resistera', Sara' lo stesso PD o la stessa CGIL a farlo fuori?
Per ora basta. Ho gia messo troppa carne sul fuocoe non ho nemmeno la volontà di rileggere se ho cannato o fatto errori grammaticali. Sono iper incassato e sto pensando pure di non dare piu' il mio contributo mensile alla CGIL ma darlo SOLO alla Fiom!
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
La vittoria dei menscheviki del movimento. 5 stelle , la sconfitta delle forze reazionarie
Burocratiche antidemocratiche e neomercantiliste
In gran Bretagna pone a noi maggioranza in russo bolscevichi socialisti per le riforme di struttura nuovi compiti.
Ed eccoci al mitico CHE FARE ?
Questo forum nonostante le evidenti sconfitte deve essere un luogo di confronti tra menscevichi e bolscevichi.
Il comandante Pancho per Italia orientale e il comandante Carmelo Benso per l italia occidentale devono preparare tramite questo forum questo consiglio del popolo virtuale la marcia trionfale su Roma ad ottobre dopo il referendum
Buon lavoro
Burocratiche antidemocratiche e neomercantiliste
In gran Bretagna pone a noi maggioranza in russo bolscevichi socialisti per le riforme di struttura nuovi compiti.
Ed eccoci al mitico CHE FARE ?
Questo forum nonostante le evidenti sconfitte deve essere un luogo di confronti tra menscevichi e bolscevichi.
Il comandante Pancho per Italia orientale e il comandante Carmelo Benso per l italia occidentale devono preparare tramite questo forum questo consiglio del popolo virtuale la marcia trionfale su Roma ad ottobre dopo il referendum
Buon lavoro
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Bologna, (ri)nasce il Pci: “Basta alleanza col Pd, noi siamo gli operai del terzo millennio”
A San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, resuscita il Partito comunista italiano. Sono arrivati in 500 da tutta Italia in rappresentanza di molte migliaia di compagni, almeno come spiegano loro. In gran parte sono membri di quelli che furono i Comunisti italiani di Cossutta, ma ci sono anche ex di Rifondazione comunista o perlopiù orfani del Partitone, finito 25 anni fa in un congresso di Rimini. Nessuno vuole sentire parlare di ennesimo partitino dello zerovirgola, di quelli che hanno costellato il panorama della sinistra negli ultimi anni. “Dopo la svolta della Bolognina ci sono state tante scissioni: mi auguro che questa sia la volta buona”, spiega una delle delegate arrivata apposta da Napoli. “Dalla sua rottamazione a oggi non si è fatto che andare indietro”, analizza un altro. Il simbolo è identico (o quasi, per evitare problemi di diritti) a quello del partito di Botteghe Oscure. Nel Pantheon ci sono Palmiro Togliatti, Antonio Gramsci e Enrico Berlinguer e per arrivare a questa assemblea ci sono stati incontri e assemblee in ogni parte d’Italia. E il Pd per loro ormai non ha più niente del partito finito un quarto di secolo fa
video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/06/ ... io/538270/
A San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, resuscita il Partito comunista italiano. Sono arrivati in 500 da tutta Italia in rappresentanza di molte migliaia di compagni, almeno come spiegano loro. In gran parte sono membri di quelli che furono i Comunisti italiani di Cossutta, ma ci sono anche ex di Rifondazione comunista o perlopiù orfani del Partitone, finito 25 anni fa in un congresso di Rimini. Nessuno vuole sentire parlare di ennesimo partitino dello zerovirgola, di quelli che hanno costellato il panorama della sinistra negli ultimi anni. “Dopo la svolta della Bolognina ci sono state tante scissioni: mi auguro che questa sia la volta buona”, spiega una delle delegate arrivata apposta da Napoli. “Dalla sua rottamazione a oggi non si è fatto che andare indietro”, analizza un altro. Il simbolo è identico (o quasi, per evitare problemi di diritti) a quello del partito di Botteghe Oscure. Nel Pantheon ci sono Palmiro Togliatti, Antonio Gramsci e Enrico Berlinguer e per arrivare a questa assemblea ci sono stati incontri e assemblee in ogni parte d’Italia. E il Pd per loro ormai non ha più niente del partito finito un quarto di secolo fa
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/06/ ... io/538270/
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
UN PROBLEMA CHE VIENE DA LONTANO
Certo è che la sinistra, come sempre più ovunque in Europa è fratturata, vittima della sua incapacità di dare risposte concrete al concretissimo malessere popolare dopo otto anni di crisi atroce.
FEDERICA BIANCHI - 27 giugno 2016
D'all'Espresso
Certo è che la sinistra, come sempre più ovunque in Europa è fratturata, vittima della sua incapacità di dare risposte concrete al concretissimo malessere popolare dopo otto anni di crisi atroce.
FEDERICA BIANCHI - 27 giugno 2016
D'all'Espresso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Ci vogliono uomini di sinistra veri e concreti e non pseudo intellettualoidi che discutono dei massimi sistemi e non capiscono più l'ordine di priorità dei problemi.
Capisco l'emergenza migranti e i diritti civili dei "nuovi gender" ma prima c'è la difesa del lavoro di TUTTI e l'equità sociale, la difesa dei diritti acquisiti in via di sgretolamento.
Solo mantenendo la barra dritta e difendendo chi li ha già questi diritti si può pensare di allargarli poi a chi non ce li ha...
Invece qui stiamo perdendo tutto tutti...
Capisco l'emergenza migranti e i diritti civili dei "nuovi gender" ma prima c'è la difesa del lavoro di TUTTI e l'equità sociale, la difesa dei diritti acquisiti in via di sgretolamento.
Solo mantenendo la barra dritta e difendendo chi li ha già questi diritti si può pensare di allargarli poi a chi non ce li ha...
Invece qui stiamo perdendo tutto tutti...
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Maucat ha scritto:Ci vogliono uomini di sinistra veri e concreti e non pseudo intellettualoidi che discutono dei massimi sistemi e non capiscono più l'ordine di priorità dei problemi.
Capisco l'emergenza migranti e i diritti civili dei "nuovi gender" ma prima c'è la difesa del lavoro di TUTTI e l'equità sociale, la difesa dei diritti acquisiti in via di sgretolamento.
Solo mantenendo la barra dritta e difendendo chi li ha già questi diritti si può pensare di allargarli poi a chi non ce li ha...
Invece qui stiamo perdendo tutto tutti...
Questa riflessione mi spinge diritto a fare l’archeologo, rovistando nella storia quasi centenaria di come funziona questo pianeta.
I diritti a cui tu accenni, caro Maucat, appartengono in prevalenza alla storia socio politica del secondo novecento.
Diritti che hanno tutti avuto un costo, nella lotta sociale messa in atto.
La contro riflessione che mi pongo è:
1) Perché il Potere, quello con la P maiuscola ha permesso che gli schiavi dell’epoca potessero assurgere, pur lottando, a quella serie di diritti???
2) Perché negli ultimi vent’anni, tutto si è mosso affinché quei diritti andassero in frantumi???
CONTINUA
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- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
1) Perché il Potere, quello con la P maiuscola ha permesso che gli schiavi dell’epoca potessero assurgere, pur lottando, a quella serie di diritti???
Per difendere se stesso dalla minaccia di poter fare la fine prima di Luigi XVI e poi di Nicola II...
2) Perché negli ultimi vent’anni, tutto si è mosso affinché quei diritti andassero in frantumi???
Perché è praticamente scomparsa la minaccia di cui sopra...
Per difendere se stesso dalla minaccia di poter fare la fine prima di Luigi XVI e poi di Nicola II...
2) Perché negli ultimi vent’anni, tutto si è mosso affinché quei diritti andassero in frantumi???
Perché è praticamente scomparsa la minaccia di cui sopra...
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
C'ERA UNA VOLTA........IL PD......
REAZIONI
Dopo la sconfitta è guerra nel Pd romano: "Tutta colpa di Orfini", "No, colpa dei notabili"
La sconfitta di Roberto Giachetti e il trionfo di Virginia Raggi costringono il partito a una riflessione. E scatta la caccia al colpevole in attesa del congresso convocato a ottobre
DI SARA DELLABELLA
20 giugno 2016
Dopo la sconfitta è guerra nel Pd romano: Tutta colpa di Orfini, No, colpa dei notabili
Matteo Orfini
il risveglio è complicato. Lo si capisce dalla poca voglia di parlare e dai commenti affidati a caldo sui social network. I telefoni dei parlamentari romani del Pd squillano a vuoto, solo qualche dirigente di partito lascia un commento il giorno dopo la sconfitta.
Così dopo vari tentativi risponde Patrizia Prestipino membro della Direzione nazionale del PD e segretaria del circolo dell'Eur, uno di quelli annullati dal commissario Orfini. "Era tutto già previsto" commenta così il 32,8 per cento di Giachetti, "ma se su Roma potevamo aspettarcelo, il dato di Torino ci impone una riflessione ulteriore sul modello di partito. - Ma di fronte ad una sconfitta così, non si può che essere ottimisti per ricominciare".
Meno delicato è stato Stefano Pedica che nella nottata appena trascorsa è stato tra i primi a chiedere il congresso romano anticipato. La sua è un'accusa netta ed un invito ad "allontanare dal partito chi si faceva fotografare a cena con i Buzzi di turno. Allo stesso tempo, bisogna far capire ad alcune persone che non basta solo presentarsi come renziani o turbo renziani della prima, seconda o terza ora per avere posizioni di potere, bisogna sentirsi del Pd e del centrosinistra. Adesso, bisogna ricreare un partito e cancellare le aree di potere che hanno rovinato il Pd romano".
Il dito oggi è puntato contro Matteo Orfini e i sub commissari che avrebbero dovuto traghettare il Pd dai giorni funesti dell'inchiesta Mafia Capitale fino alle amministrative, cercando di limitare i danni. Eppure c'è chi sul territorio da mesi accusa un sistema che ha badato più a fustigare che a ricucire quel che rimaneva dopo lo tsunami dell'inchiesta giudiziaria. Non lesina critiche neppure Marco Miccoli , battagliero deputato del Pd ed ex segretario del partito cittadino che ravvisa nella cacciata di Marino l'origine del malcontento. "Lo abbiamo deciso noi di andare al voto. Quelli come me, ed altri come i militanti di Donna Olimpia, che avevano consigliato di non farlo sono stati attaccati e isolati. E, dopo aver chiuso il circolo 'ribelle', ci e' stato impedito anche di essere seggio alle primarie. Ora c'è da ricostruire il partito partendo da quella classe dirigente che nei municipi e' stata attaccata. Nel Pd romano e nel Pd laziale il 'lanciafiamme' e' poco. Orfini e' responsabile della disfatta ma non e' il solo: chi lo ha sostenuto non provi a salire sul carro dei ripulitori".
Di avviso contrario è il diretto interessato. Matteo Orfini in un'intervista rilasciata a La Stampa ha negato che la cacciata di Marino abbia avuto ripercussioni sulla sfiducia che i romani hanno dimostrato verso il Pd. Tuttavia il Commissario non fa autocritica neppure oggi additando tra le cause della disfatta l'avere affidato i rapporti con i quartieri popolari (dove il Pd sparisce nel segreto dell'urna) al "notabilato più deteriore". In un lungo post su Facebook lo stesso Orfini ha poi annunciato il congresso del Pd romano entro ottobre e provato ad abbozzare un'analisi sui motivi della disfatta: "Chiunque abbia girato la città in questa campagna elettorale sa che i romani in periferia non ci criticavano per aver dimesso Ignazio Marino, ma per averlo eletto.
Ma se Roma piange, Cartagine non ride, verrebbe da dire. E la sconfitta di Piero Fassino a Torino impone al Pd una riflessione in più sul perchè quello di Renzi non sia più il partito a vocazione popolare. E' Roberto Morassut, assessore all'Urbanistica durante la giunta Veltroni, ad allargare il ragionamento anticipando probabilmente quelle che saranno le riflessioni della Direzione nazionale di venerdì. "Il tema di fondo è il funzionamento di questo partito dove non c'è più una libera circolazione delle idee, c'è un pluralismo finto di mille correnti che non esprimono un'idea e non hanno collegamento con la società – analizza il deputato - Non possiamo pensare di andare avanti solo con la figura trainante di Renzi. A Roma bisogna trovare le forme giuste per riportare la politica in mezzo alla gente e su come organizzare l'opposizione sulle cose".
Oggi, inizia un giorno nuovo per il Movimento 5 stelle, ma inevitabilmente anche per il Pd.
© Riproduzione riservata 20 giugno 2016
REAZIONI
Dopo la sconfitta è guerra nel Pd romano: "Tutta colpa di Orfini", "No, colpa dei notabili"
La sconfitta di Roberto Giachetti e il trionfo di Virginia Raggi costringono il partito a una riflessione. E scatta la caccia al colpevole in attesa del congresso convocato a ottobre
DI SARA DELLABELLA
20 giugno 2016
Dopo la sconfitta è guerra nel Pd romano: Tutta colpa di Orfini, No, colpa dei notabili
Matteo Orfini
il risveglio è complicato. Lo si capisce dalla poca voglia di parlare e dai commenti affidati a caldo sui social network. I telefoni dei parlamentari romani del Pd squillano a vuoto, solo qualche dirigente di partito lascia un commento il giorno dopo la sconfitta.
Così dopo vari tentativi risponde Patrizia Prestipino membro della Direzione nazionale del PD e segretaria del circolo dell'Eur, uno di quelli annullati dal commissario Orfini. "Era tutto già previsto" commenta così il 32,8 per cento di Giachetti, "ma se su Roma potevamo aspettarcelo, il dato di Torino ci impone una riflessione ulteriore sul modello di partito. - Ma di fronte ad una sconfitta così, non si può che essere ottimisti per ricominciare".
Meno delicato è stato Stefano Pedica che nella nottata appena trascorsa è stato tra i primi a chiedere il congresso romano anticipato. La sua è un'accusa netta ed un invito ad "allontanare dal partito chi si faceva fotografare a cena con i Buzzi di turno. Allo stesso tempo, bisogna far capire ad alcune persone che non basta solo presentarsi come renziani o turbo renziani della prima, seconda o terza ora per avere posizioni di potere, bisogna sentirsi del Pd e del centrosinistra. Adesso, bisogna ricreare un partito e cancellare le aree di potere che hanno rovinato il Pd romano".
Il dito oggi è puntato contro Matteo Orfini e i sub commissari che avrebbero dovuto traghettare il Pd dai giorni funesti dell'inchiesta Mafia Capitale fino alle amministrative, cercando di limitare i danni. Eppure c'è chi sul territorio da mesi accusa un sistema che ha badato più a fustigare che a ricucire quel che rimaneva dopo lo tsunami dell'inchiesta giudiziaria. Non lesina critiche neppure Marco Miccoli , battagliero deputato del Pd ed ex segretario del partito cittadino che ravvisa nella cacciata di Marino l'origine del malcontento. "Lo abbiamo deciso noi di andare al voto. Quelli come me, ed altri come i militanti di Donna Olimpia, che avevano consigliato di non farlo sono stati attaccati e isolati. E, dopo aver chiuso il circolo 'ribelle', ci e' stato impedito anche di essere seggio alle primarie. Ora c'è da ricostruire il partito partendo da quella classe dirigente che nei municipi e' stata attaccata. Nel Pd romano e nel Pd laziale il 'lanciafiamme' e' poco. Orfini e' responsabile della disfatta ma non e' il solo: chi lo ha sostenuto non provi a salire sul carro dei ripulitori".
Di avviso contrario è il diretto interessato. Matteo Orfini in un'intervista rilasciata a La Stampa ha negato che la cacciata di Marino abbia avuto ripercussioni sulla sfiducia che i romani hanno dimostrato verso il Pd. Tuttavia il Commissario non fa autocritica neppure oggi additando tra le cause della disfatta l'avere affidato i rapporti con i quartieri popolari (dove il Pd sparisce nel segreto dell'urna) al "notabilato più deteriore". In un lungo post su Facebook lo stesso Orfini ha poi annunciato il congresso del Pd romano entro ottobre e provato ad abbozzare un'analisi sui motivi della disfatta: "Chiunque abbia girato la città in questa campagna elettorale sa che i romani in periferia non ci criticavano per aver dimesso Ignazio Marino, ma per averlo eletto.
Ma se Roma piange, Cartagine non ride, verrebbe da dire. E la sconfitta di Piero Fassino a Torino impone al Pd una riflessione in più sul perchè quello di Renzi non sia più il partito a vocazione popolare. E' Roberto Morassut, assessore all'Urbanistica durante la giunta Veltroni, ad allargare il ragionamento anticipando probabilmente quelle che saranno le riflessioni della Direzione nazionale di venerdì. "Il tema di fondo è il funzionamento di questo partito dove non c'è più una libera circolazione delle idee, c'è un pluralismo finto di mille correnti che non esprimono un'idea e non hanno collegamento con la società – analizza il deputato - Non possiamo pensare di andare avanti solo con la figura trainante di Renzi. A Roma bisogna trovare le forme giuste per riportare la politica in mezzo alla gente e su come organizzare l'opposizione sulle cose".
Oggi, inizia un giorno nuovo per il Movimento 5 stelle, ma inevitabilmente anche per il Pd.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
scrive Eugenio Scalfari :
La democrazia è il potere affidato al popolo. Ma qual è il popolo sovrano? Come si configura socialmente?
Un tempo, poco più di cent'anni fa, in quasi tutti i paesi era limitato ai maschi ed anche al censo. I maschi poveri erano esenti dalle imposte e quindi dal voto. Sudditi, non sovrani. Ma la rivoluzione inglese guidata da Cromwell e quella francese del 1789 modificarono la visione del popolo sovrano. In Inghilterra e in Francia più rapidamente che altrove. L'Italia fu l'ultima ad allinearsi alla modernità nel voto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Quando, almeno in teoria, i popoli erano ovunque sovrani.
Questa sovranità si manifesta con tre valori ( questa volta bisogna chiamarli tali): la libertà, l'eguaglianza, la fratellanza. La loro bandiera fu il tricolore francese, acquisito in Italia circa un secolo dopo e cioè nel 1861 quando Cavour proclamò il Regno d'Italia.
Dunque popolo sovrano, tutti coloro che la legge autorizzava a votare e questo avviene sia pure con diverse modalità in tutti i Paesi della civiltà occidentale e in quelli che il colonialismo rese o tentò di rendere simili ai nostri.
Accade però che molti cittadini elettori non abbiano voglia di esercitare quel loro diritto e se ne astengono. Fisiologicamente il 20 per cento degli elettori non esercita il suo diritto, ma in molti Paesi la quota degli astenuti è cresciuta, ormai si aggira intorno al 30 e in certo casi al 40 per cento con punte estreme che arrivano addirittura al 50 per cento. In questi casi la sovranità è in mano ad un popolo ampiamente falcidiato, composto a sua volta da due categorie assai diverse tra loro: una consapevole dei suoi diritti e degli interessi generali che lo Stato democratico deve rappresentare; l'altra di persone che perseguono l'interesse proprio e dei loro capi locali e qui emergono anche fenomeni di corruzione che inquinano i risultati elettorali.
Infine c'è un fenomeno che spesso accade e cioè il fascino di un Capo, il suo carisma che si impone a masse di elettori. Di questo fenomeno ho parlato qualche settimana fa citando un brano estremamente significativo di Paul Valéry sulla dittatura. Lo ricordo perché è un fenomeno ormai abbastanza diffuso, che mina dall'interno la democrazia, il popolo sovrano e i valori generali dei quali uno Stato democratico dovrebbe essere depositario.
***
Personalmente non credo molto al popolo sovrano. Credo piuttosto ad una classe dirigente che guida l'economia, le banche, la cultura, la scienza e naturalmente la politica.
Questa classe dirigente ha come base di sostegno il popolo sovrano; base di sostegno, non più di questo, ma una base di sostegno è comunque fondamentale; se la base cede, l'intera classe dirigente precipita nella crisi e nella sconfitta.
Quanto alla politica, da che mondo è mondo essa si compone di un'oligarchia con al vertice un Capo il quale è l'espressione dell'oligarchia. Aristotele, che metteva la politica in cima a tutto, l'affidava ad un'oligarchia e così è sempre stato. Se manca l'oligarchia c'è un sovrano assoluto, con la soppressione della libertà.
Infine la libertà ha bisogno dell'eguaglianza la quale a sua volta ha bisogno della libertà e tutte e due si uniscono in nome della fratellanza che personalmente vedo così come papa Francesco vede lo Spirito Santo nel suo rapporto con Dio padre e il figlio Cristo. Perdonerete questa citazione un po' ardita, ma è per dire che la fratellanza trasforma in umanesimo la libertà e l'eguaglianza. Bisogna amare il popolo e operare per il suo bene, scegliere la pace e non la guerra, l'amore e non il potere.
Stiamo attraversando un periodo amarissimo; il Califfato l'avevamo ormai imparato a conoscere, ma il sultanato turco è l'ultimo dei disastri che l'area balcanica e mediterranea sta attraversando. Ci vorrà molta forza d'animo e molta speranza di futuro per attraversare l'Inferno che c'è caduto addosso.
Ed ora un poscritto dedicato a Matteo Renzi. Ho saputo da una fonte molto attendibile che non posso citare per ragioni di deontologia professionale, che Renzi ha deciso di metter mano alla riforma elettorale in modo drastico e prima del referendum costituzionale. Quindi entro qualche settimana. Sarebbe un passo decisivo e positivo per la democrazia italiana. Mi auguro che la mia fonte colga il vero e lo auguro al nostro Paese.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La libertà ha bisogno dell'eguaglianza la quale a sua volta ha bisogno della libertà e tutte e due si uniscono in nome della fratellanza
Eugenio Scalfari
La democrazia è il potere affidato al popolo. Ma qual è il popolo sovrano? Come si configura socialmente?
Un tempo, poco più di cent'anni fa, in quasi tutti i paesi era limitato ai maschi ed anche al censo. I maschi poveri erano esenti dalle imposte e quindi dal voto. Sudditi, non sovrani. Ma la rivoluzione inglese guidata da Cromwell e quella francese del 1789 modificarono la visione del popolo sovrano. In Inghilterra e in Francia più rapidamente che altrove. L'Italia fu l'ultima ad allinearsi alla modernità nel voto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Quando, almeno in teoria, i popoli erano ovunque sovrani.
Questa sovranità si manifesta con tre valori ( questa volta bisogna chiamarli tali): la libertà, l'eguaglianza, la fratellanza. La loro bandiera fu il tricolore francese, acquisito in Italia circa un secolo dopo e cioè nel 1861 quando Cavour proclamò il Regno d'Italia.
Dunque popolo sovrano, tutti coloro che la legge autorizzava a votare e questo avviene sia pure con diverse modalità in tutti i Paesi della civiltà occidentale e in quelli che il colonialismo rese o tentò di rendere simili ai nostri.
Accade però che molti cittadini elettori non abbiano voglia di esercitare quel loro diritto e se ne astengono. Fisiologicamente il 20 per cento degli elettori non esercita il suo diritto, ma in molti Paesi la quota degli astenuti è cresciuta, ormai si aggira intorno al 30 e in certo casi al 40 per cento con punte estreme che arrivano addirittura al 50 per cento. In questi casi la sovranità è in mano ad un popolo ampiamente falcidiato, composto a sua volta da due categorie assai diverse tra loro: una consapevole dei suoi diritti e degli interessi generali che lo Stato democratico deve rappresentare; l'altra di persone che perseguono l'interesse proprio e dei loro capi locali e qui emergono anche fenomeni di corruzione che inquinano i risultati elettorali.
Infine c'è un fenomeno che spesso accade e cioè il fascino di un Capo, il suo carisma che si impone a masse di elettori. Di questo fenomeno ho parlato qualche settimana fa citando un brano estremamente significativo di Paul Valéry sulla dittatura. Lo ricordo perché è un fenomeno ormai abbastanza diffuso, che mina dall'interno la democrazia, il popolo sovrano e i valori generali dei quali uno Stato democratico dovrebbe essere depositario.
***
Personalmente non credo molto al popolo sovrano. Credo piuttosto ad una classe dirigente che guida l'economia, le banche, la cultura, la scienza e naturalmente la politica.
Questa classe dirigente ha come base di sostegno il popolo sovrano; base di sostegno, non più di questo, ma una base di sostegno è comunque fondamentale; se la base cede, l'intera classe dirigente precipita nella crisi e nella sconfitta.
Quanto alla politica, da che mondo è mondo essa si compone di un'oligarchia con al vertice un Capo il quale è l'espressione dell'oligarchia. Aristotele, che metteva la politica in cima a tutto, l'affidava ad un'oligarchia e così è sempre stato. Se manca l'oligarchia c'è un sovrano assoluto, con la soppressione della libertà.
Infine la libertà ha bisogno dell'eguaglianza la quale a sua volta ha bisogno della libertà e tutte e due si uniscono in nome della fratellanza che personalmente vedo così come papa Francesco vede lo Spirito Santo nel suo rapporto con Dio padre e il figlio Cristo. Perdonerete questa citazione un po' ardita, ma è per dire che la fratellanza trasforma in umanesimo la libertà e l'eguaglianza. Bisogna amare il popolo e operare per il suo bene, scegliere la pace e non la guerra, l'amore e non il potere.
Stiamo attraversando un periodo amarissimo; il Califfato l'avevamo ormai imparato a conoscere, ma il sultanato turco è l'ultimo dei disastri che l'area balcanica e mediterranea sta attraversando. Ci vorrà molta forza d'animo e molta speranza di futuro per attraversare l'Inferno che c'è caduto addosso.
Ed ora un poscritto dedicato a Matteo Renzi. Ho saputo da una fonte molto attendibile che non posso citare per ragioni di deontologia professionale, che Renzi ha deciso di metter mano alla riforma elettorale in modo drastico e prima del referendum costituzionale. Quindi entro qualche settimana. Sarebbe un passo decisivo e positivo per la democrazia italiana. Mi auguro che la mia fonte colga il vero e lo auguro al nostro Paese.
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Eugenio Scalfari
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