Diario della caduta di un regime.

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camillobenso
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LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA






DARE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE.



Questa volta Sgarbone ha detto una cosa che viene detta dai più. Però di solito sussurrata solo in privato. Vis a vis.

“Alfano è amico della mafia”.

Di solito Littorio spara fregnacce, ma questa volta oltre ad averci azzeccato, perché è il pensiero comune dei più, dobbiamo ammettere che ha avuto coraggio sfidando in questo modo Alfano.

Amici, sostengono che questa uscita di Sgarbi non produrrà niente, in quanto tutto filerà come per il fratello.

Io non penso che finirà ancora così, nell’oblio del dimenticatoio.

In primis per la proprietà transitiva.

Se Alfano è amico della Mafia, Alfano che è ministro del governo Mussoloni, significa che anche Mussoloni è amico della Mafia.

E visto che Mussoloni nei confronti della criminalità organizzata non è certo né un Falcone e né un Borsellino, la sua tolleranza nei confronti di Alfano fa riflettere.

Mussoloni di queste cose preferisce non parlarne, per una questione igienica e di consenso di voti.

Questo non è un buon periodo per lui.

Dopo la constatazione del fallimento del suo governo in tutti i settori, rendersi conto della tolleranza nei confronti della Mafia rende il suo compito più che arduo.
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IL MERLAME ITALIANO, NOTORIAMENTE PRIVO DI MEMORIA, E' IN MANO AD UNA BANDA DI TRUFFATORI, CHE SE LO RIGIRA COME VUOLE.






I debiti delle pubbliche amministrazioni verso le aziende risalgono a 65 miliardi
La Cgia: il problema non è risolto, lo dicono i numeri della Banca d’Italia
ANSA

18/08/2016
LUIGI GRASSIA



Il governo, parecchio tempo fa, aveva dato per risolto il problema dei mancati pagamenti alle aziende da parte delle pubbliche amministrazioni; ma la Cgia (associazione degli artigiani) denuncia che molti dei vecchi debiti non sono stati ancora pagati e altri se ne accumulano in continuazione, tanto che si è tornati al totale di 65 miliardi di arretrati che aveva fatto scattare l’allarme al suo tempo.

«A nostro avviso il dato è sottodimensionato – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – ma dall’ultima stima elaborata dalla Banca d’Italia emerge che i mancati pagamenti della pubblica amministrazione ammontano a 65 miliardi di euro: 34 a causa dei ritardi di pagamento e altri 31 sono legati ai tempi di pagamento contrattuali, che secondo la direttiva europea entrata in vigore nel 2013 non possono superare i 30-60 giorni dall’emissione della fattura».

Il problema, secondo la Cgia, sta proprio in questo punto. «Secondo Intrum Justitia, che monitora annualmente i ritardi di pagamento di tutte le p.a. d’Europa, l’Italia rimane fanalino di coda nella graduatoria dei 27 Paesi Ue – prosegue Zabeo - con un tempo medio di pagamento registrato quest’anno di 131 giorni. Un arco temporale più che doppio rispetto al limite fissato da Bruxelles. In altre parole, a differenza di quanto sostiene la Banca d’Italia, noi riteniamo che anche una buona parte di questi 31 miliardi di euro siano ascrivibili alla cattiva abitudine della nostra Pa di pagare con grave ritardo i propri fornitori».

«Non vorremmo – conclude Zabeo – che per rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici, per ritoccare le pensioni e per far quadrare i conti pubblici dopo la frenata del Pil si decidesse, tra le altre cose, di ritardare ulteriormente i pagamenti della Pa. Una prassi, quest’ultima, che fino a qualche anno fa ha consentito a molti esecutivi di recuperare ingenti somme di liquidità, gettando però sul lastrico moltissime imprese».
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Il 13 di Marzo, di sua spontanea volontà, senza che nessuno glielo avesse richiesto, l’Imperatore dei Cacciaballeros, si era impegnato a saldare i debiti contratti dalla PA con le aziende italiane.

Sono passati quasi due anni ed il debito è risalito a 65 miliardi.

In questo troiaio di Fascismo del Terzo Millennio, nessun giornalista degno di questo nome, ha il coraggio di porre all’Imperatore dei Cacciaballeros la domanda diretta sul perché non è stato di parola.

Di figli di buona madre, l’Italia ne ha esibiti parecchi, in questi 70 anni.

Ma nessuno si era esposto così tanto, da considerare fessi e stupidi la maggioranza degli italiani.

Ecco perché gli americani di Soros, si sono affidati al loro agente Napolitano, per promuovere un Cacciaballeros di questo tipo.

In questo modo l’Italia affonderà sempre più nelle sabbie mobili senza speranza di risalire.

Nello stesso tempo renderà sempre più difficile l’impresa di chi lo sostituirà.

Ma ai tricolori sembra stare bene così.

D’altra parte sembra non esserci più speranza se ragionano in questo modo.

Stamani, un pensionato settantenne, dopo aver appreso dalla lettura dei quotidiani, le pessime condizioni dell’Azienda Italia, ha sentenziato:

“E CHI SE NE FREGA, …….BASTA CHE NON TOCCHINO LA MIA PENSIONE…………..”




"Debiti Pa saldati entro il 21 settembre". Ma Renzi perde la ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Economia & Lobby › Economia
1.
2.
20 set 2014 - Ma Renzi perde la scommessa con Vespa ... "Se lo facciamo, lei poi va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a ... da Firenze a Monte Senario”, aveva chiosato spiegando di non ... Fatto sta che il 21 settembre è alle porte, ma del saldo dei debiti ... Al di là del mancato pagamento di tutte le risorse messe a ...
Pubblica amministrazione: saldato solo il 23% dei debiti. Il priore di ...
http://www.firenzepost.it/.../pubblica- ... -e-il-prio...
1.
06 set 2015 - Il premier deve espiare la colpa andando a piedi fino al santuario. Pubblica ... solo il 23% dei debiti. Il priore di Monte Senario aspetta Renzi.
renzi debiti pa - Libero Quotidiano - Ricerca
http://www.liberoquotidiano.it/ricerca? ... idcanale=1
1.
Pa: Brunetta, sul saldo dei debiti Renzi si arrampica sugli specchi ... Il 21 settembre non è solo l'ultimo giorno dell'estate, ma una scadenza che tantissimi ... amministrazione, vado in pellegrinaggio apiedi da Firenze a Monte Senario". ... del consiglio scommette con Bruno Vespa a Porta a Porta cheentro San Matteo, cioè ...
Renzi prova a difendersi sui debiti alle imprese: mancano solo 2 ...
http://www.ilgiornale.it/.../renzi-prov ... o-solo-105...
1.
22 set 2014 - E così ha trascorso buona parte della domenica a polemizzare con la ... La Cgia di Mestre: non ha mantenuto la promessa di pagare i fornitori entro oggi. ... a Porta a porta Renzi e il conduttore Bruno Vespa lo aveva incalzato invitandolo a farsela a piedi da Firenze al santuario diMonte Senario nel caso di ..
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Intanto, secondo il quotidiano britannico The Times, Matteo Renzi vuole concretizzare al vertice di Ventotene uno scambio con Angela Merkel: il presidente del Consiglio sarebbe pronto ad appoggiare la linea morbida della cancelliera tedesca sulla Brexit per ottenere il sostegno tedesco a un allentamento delle regole di austerity.

Il Times arriva a questa conclusione, in vista dell'incontro di lunedì prossimo tra Renzi, Merkel e il presidente francese François Hollande a Ventotene, analizzando il cambio della posizione del premier italiano sui tempi dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue dopo il referendum del 23 giugno.

All'esortazione a "non perdere neppure un minuto", il capo dell'esecutivo italiano, argomenta il quotidiano britannico in un articolo intitolato "Renzi si salva la pelle con un accordo sulla Brexit", ha optato per una linea più cauta, concordando in particolare con la neo-premier Theresa May sulla possibilità di un'uscita dall'Ue più lenta, anche per evitare una sovrapposizione con le elezioni tedesche dell'anno prossimo.


"Accettando di sostenere la leader tedesca, Renzi ora spera che la Merkel l'aiuterà a sbloccare i fondi che potrebbero salvare la sua carriera politica.

A Renzi servirà il superamento dei livelli di deficit concordati con Bruxelles per realizzare una serie di tagli fiscali promessi e aumenti retributivi, nel momento in cui i dati mostrano che l'economia italiana è di nuovo sull'orlo di una recessione".

Secondo il Times, in particolare, "Renzi spera che rilanciare la spesa possa contribuire a conquistare il favore dell'elettorato prima del referendum di novembre con cui ha messo in gioco il suo futuro" politico.
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MontePaschi, l’ex presidente Profumo e l’ad Viola indagati per falso in bilancio e manipolazione del mercato
MontePaschi, l’ex presidente Profumo e l’ad Viola indagati per falso in bilancio e manipolazione del mercato
Lobby
I magistrati senesi hanno inviato il fascicolo alla procura di Milano, competente per il reato più grave tra quelli ipotizzati. L'ipotesi è che i bilanci dal 2011 al 2014, sulla base dei quali sono stati varati due aumenti di capitale, siano stati falsati da una rappresentazione non corretta dei derivati Alexandria e Santorini. L'istituto: "Atto dovuto in seguito all'esposto di un socio"
di F. Q. | 18 agosto 2016
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La procura di Siena ha aperto un fascicolo e ha indagato, per falso in bilancio e manipolazione di mercato, l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo e l’amministratore delegato dell’istituto senese Fabrizio Viola. Il fascicolo è già stato inviato alla procura di Milano, competente per il reato più grave tra quelli ipotizzati, cioè la manipolazione del mercato. L’ipotesi dei magistrati senesi è che i bilanci della banca dal 2011 al 2014 siano stati falsati da una rappresentazione non corretta dei derivati Alexandria e Santorini. I pm milanesi, destinatari di esposti analoghi a quelli ricevuti da Siena, ha ora ancora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo, arrivati entrambi in Mps nel 2012 con il compito di ristrutturare la banca dopo gli anni di malagestione di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Profumo si è dimesso l’anno scorso, Viola è ancora in sella e deve tentare di mandare in porto il rischioso piano di salvataggio annunciato a luglio, che prevede una nuova ricapitalizzazione da 5 miliardi.


La notizia dell’inchiesta è stata confermata all’agenzia Reuters da ambienti vicini all’istituto, secondo cui si tratta “di un atto dovuto” che “trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l’azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti”. E con tanto di voto contrario del ministero del Tesoro che con il suo 4,02% è ormai primo socio della sofferente Rocca Salimbeni. La posizione della banca riflette anche quella di Profumo, spiega il portavoce dell’attuale presidente della società di intermediazione mobiliare Equita.

Le indagini della procura di Siena, stando alla fonte sentita da Reuters, sono partite nel 2015 a seguito di alcuni esposti presentati da piccoli azionisti, comitati senesi e associazioni di consumatori. “I magistrati di Siena, che hanno deciso di non archiviare le indagini e di trasmettere il fascicolo a Milano, evidentemente ritengono che vi sia stata da parte dei manager di Mps l’intenzione di fornire una rappresentazione non corretta di Alexandria e Santorini nei bilanci dal 2011 al 2014, approvati durante la gestione di Profumo e Viola”, ha riferito la fonte. Le complesse operazioni Santorini e Alexandria sono state nel frattempo chiuse da Mps attraverso accordi prima con Deutsche Bank, poi con Nomura.

All’inizio dell’anno, in occasione della chiusura delle indagini milanesi che ha visto rinviati a giudizio i precedenti vertici di Montepaschi tra i quali Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, i pm di Milano hanno stabilito che Alexandria era un derivato, mentre era stato rappresentato nei bilanci come una complessa operazione in Btp. La Consob, facendo proprie le risultanze della magistratura di Milano, ha quindi imposto a Montepaschi di rappresentare in bilancio Alexandria come derivato, cosa che Mps ha comunicato a metà dicembre scorso, per poi effettuare la riscrittura contabile nel bilancio 2015.

L’assemblea dello scorso 14 aprile ha approvato quel bilancio, chiuso con un utile consolidato di 388 milioni di euro per effetto della nuova contabilizzazione del contratto Alexandria, che ha portato un beneficio di 500 milioni ai conti. In quell’occasione i soci, a larghissima maggioranza (99,95% delle azioni ammesse al voto), hanno appunto respinto la richiesta di due azionisti di avviare una azione di responsabilità contro l’ex presidente Profumo e il numero uno Viola per la contabilizzazione di Alexandria.

Fino ad allora Montepaschi aveva comunque “avvisato” della possibilità di ritenere Alexandria un derivato, rappresentandolo come tale “pro forma” nella nota integrativa ai bilanci fino al 2014. Questo però non è stato sufficiente per i pm di Siena, secondo i quali i bilanci sono stati comunque redatti secondo una forma non corretta. Sulla base dei bilanci finiti nel mirino dei pubblici ministeri, Montepaschi ha varato due aumenti di capitale, da 5 miliardi nel 2014 e da 3 miliardi nel 2015. La settimana scorsa dalla relazione semestrale dell’istituto è emerso inoltre che diversi azionisti hanno chiesto risarcimenti per un totale di 283 milioni di euro sostenendo che sono stati falsati i prospetti degli aumenti di capitale del 2008, 2011 e 2014.
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La Guardia di Finanza dell'era Toschi si concentrerà sul contrasto al commercio abusivo. Non solo lotta all'evasione e al caporalato. Gli sforzi della Gdf riguarderanno anche i marchi taroccati venduti attraverso una rete capillare di venditori altrettanto taroccati.




Un esercito di disperati al servizio delle mafie


E tra gli ombrelloni è tutto esaurito: "Sono troppi"


Confcommercio: "L'Italia è capofila"


Il buyer di moda: "Colpire i laboratori abusivi"


Federbalneari: "Tuteliamo i bagnanti con vigilanza privata"
Ma le linee guida del nuovo comandante delle fiamme gialle Giorgio Toschi, non sono piaciute a tutti. Ieri, ad esempio, il Fatto Quotidiano ha stigmatizzato la nuova lotta all'evasione che mira a «sgominare falsari e vu cumprà» e «non disturba i veri criminali». Riflesso di tempi andati, quando la vecchia sinistra spiegava che vera illegalità sta sempre in alto, dalle parti delle imprese e delle professioni, mentre in basso c'è solo abusivismo per necessità.
I dati dicono cose diverse. Dietro un prodotto fasullo acquistato con leggerezza in una spiaggia o a una bancarella irregolare c'è una filiera che prospera, regno della criminalità organizzata e dello sfruttamento di esseri umani. Un'attività economica in crescita, che crea un danno enorme all'economia italiana in termini di fatturato perso e posti di lavoro cancellati.
Il fenomeno è mondiale. Da una recente indagine dell'Ocse, emerge che il valore delle merci contraffatte e dei prodotti pirata importati in tutto il mondo è stato di 461 miliardi di dollari nel 2013. Il 2% delle importazioni globali è illegale, percentuale che sale a 5 punti nell'Ue. Secondo gli ultimi dati ufficiali a livello mondiale, relativi al triennio 2011-2013, a soffrire più della contraffazione sono gli Stati Uniti, con il 20% delle violazioni dei marchi mondiali. Ma subito dopo c'è l'Italia, con il 15% delle contraffazioni. Fatte le proporzioni dei rispettivi Pil si capisce quanto sia proprio l'Italia a pagare il conto più salato.
Recentemente il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha sottolineato come il problema sia sottovalutato. Manca la percezione di come un gesto semplice come acquistare una borsa fasulla, diventi un sostegno a un «sistema industriale» che alimenta la criminalità organizzata.
Una stima del fatturato di «Contraffazione spa» è difficile. Confesercenti, particolarmente sensibile al tema, l'anno scorso realizzò uno studio dal quale emergeva che a fronte di sequestri che in un anno (il dato è del 2014) hanno raggiunto i 913 milioni di euro, il fenomeno raggiunge un valore complessivo di 21,4 miliardi all'anno, con una perdita per l'erario di 11,1 miliardi di euro. Dati riferiti esclusivamente alla contraffazione, che rappresenta solo una parte dell'economia in nero.
Attività economica in diretta concorrenza con il commercio e la produzione regolari. Un fenomeno in crescita. Sempre Confesercenti ha calcolato che dal 2008 al 2014, la contraffazione è aumentata del 40,3%. A trainare il boom del falso sono paradossalmente le aree più ricche del Paese. Nel Nord Est l'aumento è stato del 147,2%.
Penalizzate, guarda caso, le località marine. In Emilia Romagna le attività commerciali a rischio chiusura per la concorrenza del commercio abusivo sono 10 mila. Il fatturato sottratto alle aziende della regione è di 500 milioni ogni anno, il 2,2% del totale.
A trarne vantaggio sono le organizzazioni criminali che monopolizzano il commercio abusivo e organizzano la rete di vendita dei prodotti taroccati, anche attraverso i venditori che ogni anno affollano le spiagge italiane. Ma anche i Paesi produttori. Il 50% per cento delle merci contraffatte, secondo Indicam istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, viene dal Sud Est asiatico. La Cina è di gran lunga al primo posto, seguita da Corea, Taiwan. Il 35% viene dai paesi del bacino del mediterraneo. Paesi che fanno concorrenza alla nostra manifattura, anche con le merci prodotte legalmente.
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Il Quirinale a caccia di outsider per parare la vittoria del «No»
Il messaggio di Mattarella a Renzi: non sciolgo le Camere se perdi il referendum. Ma l'ipotesi più probabile è un incarico bis
Laura Cesaretti - Gio, 18/08/2016 - 19:34
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Roma - Matteo Renzi ha smesso da tempo di dirlo. «Spersonalizzare» il referendum di novembre sulla riforma costituzionale ed evitare che si trasformi in un plebiscito pro o contro il suo governo è diventata la parola d'ordine, in casa Pd.

Ma il premier non ha certo smesso di pensarlo: se il no alla modernizzazione della Carta e alla fine dell'anomalo bicameralismo italiano dovesse davvero prevalere, lui ne trarrà le conseguenze, come promesso: «Un attimo dopo salgo al Quirinale». Tanto più che è proprio dal fronte dei suoi nemici che si leva insistente un coro di inviti a restare: dal grillino Luigi Di Maio, che ha più volte ripetuto che il Movimento Cinque Stelle «non chiederà le dimissioni del premier», a Pier Luigi Bersani che dice: Renzi resti al suo posto anche in caso di sconfitta. Ovvio l'obiettivo, come ben sa Renzi: lasciarlo a Palazzo Chigi, indebolito e ostaggio di una maggioranza in fibrillazione, per consumare definitivamente quel che resta della sua leadership e impedirgli una seconda chance nella complessa partita che si aprirebbe.
A quel punto la palla passerà nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Politico navigato e di lungo corso, il capo dello Stato sa bene che si troverebbe tra le mani una matassa aggrovigliatissima, in un clima di grande difficoltà per l'Italia come preconizzano i foschi scenari disegnati dagli analisti internazionali: un effetto Brexit amplificato, è l'allarme. Un messaggio chiaro, però, Mattarella lo ha inviato a Palazzo Chigi: lo scioglimento anticipato delle Camere non è nel suo orizzonte. Dunque sembrerebbe esclusa l'idea, che in casa renziana si era accarezzata, di un breve governo «di scopo» affidato ad esempio al presidente del Senato Grasso, con l'obiettivo - impervio - di realizzare un'armonizzazione anche minima delle leggi elettorali per la Camera (Italicum) e per il Senato, che a quel punto resterebbe allegramente in vita, per poi andare a votare al massimo nella primavera del 2017.
L'altra certezza però è che Renzi, sia pur fuori da Palazzo Chigi, resterebbe segretario del Pd, dove non esiste allo stato una maggioranza in grado di rovesciarlo, né un leader in grado di sostituirlo. E da segretario, nelle consultazioni al Colle, avrebbe un peso determinante nelle decisioni: senza i numeri del Pd alla Camera è impossibile costituire qualunque governo. Insomma, se Mattarella restasse fermo nella sua volontà di impedire uno scioglimento anticipato, e Renzi non desse via libera ad un governo (al momento senza volto, anche se le chiacchiere accreditano ogni tipo di ipotesi, da Padoan a Draghi a Franceschini) destinato ad arrivare al 2018, si profilerebbe il rischio di uno scontro istituzionale.
In attesa di sapere che cosa succederà dopo il voto, ci si prepara alla dura campagna elettorale d'autunno. E l'Ulivo, mitologico albero prodiano torna di moda nel Pd. I renziani inseguono l'imprimatur di Prodi al referendum, calcolando (chissà se realisticamente) che l'ex premier sia ancora in grado di spostare consensi. Un importante segnale è arrivato da Arturo Parisi, mente politica del prodismo ed autore di quelle «tesi dell'Ulivo» che, nel '96, prefiguravano un'analoga riforma del bicameralismo (di cui poi, nello scontro tra Prodi e D'Alema, non si fece nulla): «Voterò sì ad una riforma nel solco dell'Ulivo. Il no, invece, ci riporterebbe alla casella di partenza».
Su Prodi, però, fanno un forte pressing anche gli anti-renziani, per convincerlo a negare il proprio appoggio. Si racconta di una Rosy Bindi che tempesta il Professore ricordandogli tutti i torti subiti da Renzi. Sandra Zampa, portavoce dell'ex premier ed esponente della minoranza Pd smentisce però recisamente i retroscena che lo danno in marcia verso il no: «Falsità». E in casa renziana c'è ottimismo: Prodi è per il sì, e alla vigilia del voto lo dirà.
camillobenso
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PERCHE' SOROS SOSTIENE MUSSOLONI NEL PROSSIMO REFERENZUM?


Politiche sociali, Italia agli ultimi posti tra i Paesi Ocse. “Corruzione produce distorsioni e ostacola modernizzazione”

Economia
Il rapporto 2016 della Fondazione Bertelsmann vede la Penisola 32esima su 41 Paesi per prestazioni di welfare e sviluppo economico. Il sistema di protezione sociale "non copre una larga fascia di popolazione impoverita". Va meglio sul fronte della qualità di democrazia e governance, ma pesano l'eccessiva "personalizzazione della leadership" e la scarsa pianificazione strategica. Insufficiente monitoraggio sull'evasione
di F. Q. | 18 agosto 2016
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Misure insufficienti a sostegno della famiglia, con benefit che “non compensano i costi sostenuti per crescere i figli” e asili nido “disponibili su scala limitata e in modo policy performancemolto variabile a seconda delle regioni”. Risultato, inevitabilmente, una “limitata partecipazione delle donne al mercato del lavoro“. E ancora: politiche troppo deboli per affrontare il problema dell’inclusione sociale e della povertà, “particolarmente serio per le famiglie giovani, specialmente nei casi in cui solo degli adulti è occupato”. Pensioni in molti casi “estremamente basse”, nell’ambito di un sistema che rischia di diventare insostenibile considerato “l’elevato tasso di disoccupazione giovanile“. Inoltre, la corruzione “continua a essere un fattore chiave che mina la qualità della pubblica amministrazione. Le distorsioni che produce nei servizi pubblici e nell’economia ostacolano la modernizzazione. Il governo deve fare di più per risolvere questo problema”. E’ il quadro relativo all’Italia delineato dal rapporto 2016 sulle Performance delle politiche e capacità di governance nell’Ocse e nella Ue della Fondazione Bertelsmann, i cui contenuti sono stati anticipati in parte da La Stampa.


“Per ampie fasce di popolazione impoverita nessuna protezione sociale” – La classifica sulle “performance delle politiche”, che aggrega i dati su sviluppo economico, protezione ambientale e, appunto, politiche sociali, vede la Penisola piazzarsi agli ultimi posti: 32esima sui 41 Paesi Ocse considerati. Nelle tre dimensioni il punteggio raggiunto dall’Italia è rispettivamente di 5,4, 5,1 e 5,5, per una media di 5,3 contro i 5,98 punti della Slovenia, i 5,8 della Polonia, i 5,5 della Slovacchia. Davanti a noi anche Spagna, Malta e Portogallo, mentre sul podio ci sono i “soliti” Paesi nordici: Svezia, Danimarca e Norvegia. Gli Stati Uniti sono 26esimi, dietro la Germania (sesta), la Francia (18esima) e il Regno Unito (nono). Fanalino di coda la Grecia. Il report ad hoc dedicato all’Italia evidenzia tutte le debolezze di un sistema di protezione sociale che “non copre una larga parte di popolazione recentemente impoverita“. Benefit e detrazioni per gli individui a basso reddito “dovrebbero avere funzioni redistributive, ma hanno cessato di operare in questa direzione” a causa di “aumento delle aliquote e erosione dei benefit a causa dell’inflazione e prevalenza dell’evasione fiscale in alcune fasce di popolazione. Per di più, gli effetti redistributivi non raggiungono quella parte che guadagna meno del reddito minimo tassabile (i cosiddetti incapienti, ndr). Una politica efficace di riduzione della povertà richiede strumenti più estesi ed efficienti”.

Emergenza Neet e lotta all’evasione ancora insufficiente – Nuove politiche concepite per questi nuovi poveri “hanno iniziato a essere discusse”, concede il rapporto, “ma non sono ancora operative“. E deve ancora essere affrontato il problema della “ampia quota di giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet, ndr), in particolare nel sud Italia”. In generale, sottolinea l’introduzione, “per proteggere il Paese da choc esterni e assicurare la sostenibilità fiscale sarà necessario un approccio più bilanciato tra il consolidamento fiscale dei precedenti governi e le politiche espansive di quello di Renzi” e “è necessaria ulteriore modernizzazione e liberalizzazione dell’economia, mentre le recenti politiche familiari, sociali e industriali stanno iniziando solo ora a far sentire i propri effetti sulla crescita”. Dal rapporto emerge un giudizio positivo su misure come la riduzione dell’Irap, il Jobs Act e gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato, ma sul fronte fiscale non mancano le critiche per la mancata riforma del catasto, “a dispetto delle ripetute promesse“, e l’ancora “insufficiente monitoraggio e lotta contro l’evasione, lontana dall’avere successo”. Uno dei problemi principali “è che il sistema provoca significative distorsioni a beneficio dei contribuenti infedeli”. Nonostante le misure varate dal governo, “serve una riforma più incisiva per aumentare l’equità orizzontale, ridurre gli ostacoli alla competitività e facilitare gli investimenti diretti esteri”.

“Personalizzazione della leadership, poco dibattito interno ai partiti” – L’Italia va un po’ meglio sul fronte della “qualità della democrazia“: in questa classifica, basata sugli aspetti “sostanziali e procedurali” del sistema esaminati in base a criteri come l’accesso all’informazione, i diritti civili e le libertà politiche e il rispetto delle norme, siamo al 23esimo posto su 41 Paesi, con un punteggio di 7,23. Questo nonostante il rapporto noti, per esempio, che la democrazia interna ai partiti “non è ben sviluppata” e “sembra difficile bilanciare una crescente personalizzazione della leadership e la difesa del dibattito interno“. Pesa inoltre il fatto che “le regole e i meccanismi legali e amministrativi per prevenire l’abuso della propria posizione da parte dei pubblici ufficiali” abbiano “un’efficacia dubbia”.

Per qualità della governance Italia 25esima. “Renzi non incline a rafforzare organismi di pianificazione” - A sorpresa, visto che di solito classifiche di questo genere vedono la Penisola arrancare, ci piazziamo poi 25esimi per “qualità della governance“. Ma la descrizione del sistema amministrativo è tutt’altro che rose e fiori. Il “concetto di pianificazione strategica non è particolarmente sviluppato nella cultura amministrativa e di governo italiana”, sentenzia la Fondazione Bertelsmann, “in parte perché i governi sono stati preoccupati soprattutto da problemi di coalizione e l’amministrazione è dominata da una cultura legalistica”. Tuttavia, “qualche progresso è stato fatto con gli ultimi esecutivi”: per esempio “all’interno della Presidenza del consiglio è stato creato uno speciale dipartimento guidato da un ministro senza portafoglio con il compito di supervisionare l’implementazione del programma di governo”, “la parte finanziaria della programmazione è più sviluppata perché il Tesoro deve implementare rigorosi obiettivi di budget con prospettiva triennale”. Resta il fatto che “il governo Renzi, caratterizzato da una forte personalizzazione della leadership, non sembra particolarmente incline a rafforzare il ruolo degli organismi di pianificazione strategica” e “importanti proposte di legge non beneficiano di un processo di consultazione istituzionalizzato, aperto e trasparente“. Il ruolo degli esperti esterni, prezioso secondo il rapporto, è “più consolidato presso i ministeri dell’Economia, della Cultura e del Lavoro”.


Per tabella vedi:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... e/2980962/
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Dallo SPUPIDARIO dell'Espresso di questa settimana.

STUPIDARIO
Hobbit, Hitler e congiuntivi: il peggio della settimana
Gli scivoloni grammaticali di Michela De Biase, gli scherzi dell'anagrafe e le letture di Gasparri. Anche questa settimana ne abbiamo viste di tutti i colori. Votate la vostra dichiarazione preferita
di Wil Nonleggerlo


VOTA► VAI AI RISULTATI
QUANTE STELLE DAI?

Lucio Malan
Il senatore forzista e l'amore a #Rio2016 (Twitter)
"Interminabile celebrazione omosessualista al TG2 con il pretesto delle Olimpiadi. Se non sei omo la tua medaglia vale di meno"...
16-ago-16
86%

voto medio: 4.30 | numero di voti: 10

QUANTE STELLE DAI?

Matteo Salvini
Con addosso la divisa della polizia, rivolgendosi alla platea leghista di Ponte di Legno
"Quando arriveremo al governo, polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le nostre città. Sarà fatta una sorta di pulizia etnica controllata e finanziata, come stanno facendo ora con gli italiani costretti a subire l’oppressione dei clandestini"
15-ago-16
97%

voto medio: 4.83 | numero di voti: 12

QUANTE STELLE DAI?

Michela Di Biase

I congiuntivi della capogruppo Pd al Comune di Roma (e moglie del ministro della Cultura Franceschini), durante una seduta infuocata in Campidoglio
"Vorrei capire come si fosse, si sarebbe comportato il M5s, come vi sareste comportati voi se questi accadimenti avrebbero riguardato altri partiti..."
10-ago-16
88%


voto medio: 4.38 | numero di voti: 8

QUANTE STELLE DAI?

Antonello Zappadu
Riecco il fotoreporter del mitologico "harem" di Silvio, intervistato da Libero
"Le foto che oggi potrebbero valere quanto quelle di Berlusconi? Il premier Renzi con Maria Elena Boschi infrascati tra cespugli di mirto e di lentischio: i profumi di queste due piante sono altamente afrodisiaci. Almeno 500mila euro..."
16-ago-16
74%
Voto medio: 3.71 | numero di voti: 7

QUANTE STELLE DAI?

Silvio Berlusconi
Dal buen ritiro di Villa Certosa (Corriere della Sera)
“'Hai visto com’è diventato bello questo parco? Hai visto questi nuovi alberi? Là in fondo abbiamo intenzione di piantare...'. Il tono di voce è pacato, l’animo sereno, la vitalità tanta, tantissima (...). La mania del giardino non è un dettaglio malinconico, come lo era nel Pu Yi immortalato da Bernardo Bertolucci nell’Ultimo Imperatore (...)"
06-ago-16
78%

voto medio: 3.89 | numero di voti: 9

QUANTE STELLE DAI?

Arcangelo Sannicandro

Parlamentare Sel e comunista di lungo corso, in risposta all'ordine del giorno dei 5 Stelle sul taglio dello stipendio per i deputati
"Tutto questo ragionamento, come se noi fossimo lavoratori subordinati dell'ultima categoria dei metalmeccanici! Da uno a dieci noi chi siamo? Chi siamo? Noi non siamo lavoatori subordinati, noi siamo politici!"
11-ago-16
98%

voto medio: 4.91 | numero di voti: 11

QUANTE STELLE DAI?

Il signor Hitler Benito
Accusato di guida in stato di ebbrezza (leggiamo dal Giornale di Vicenza)
“Fra qualche settimana il giudice Carli si troverà davanti, sul banco degli imputati, niente meno che Carlos Hitler Benito Corimanya. L’imputato, 49 anni, difeso dagli avvocati Paolo Fabris e Valeria Fabiani, è di origine peruviana ma residente a Bassano. 'L’unica cosa che posso dire - risponde l’avv. Fabris - è che il nome non rispecchia certo la personalità del mio assistito'...”
13-ago-16
60%

voto medio: 3.00 | numero di voti: 5
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da camillobenso »

Dallo SPUPIDARIO dell'Espresso di questa settimana.

STUPIDARIO
Hobbit, Hitler e congiuntivi: il peggio della settimana
Gli scivoloni grammaticali di Michela De Biase, gli scherzi dell'anagrafe e le letture di Gasparri. Anche questa settimana ne abbiamo viste di tutti i colori. Votate la vostra dichiarazione preferita
di Wil Nonleggerlo


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Lucio Malan
Il senatore forzista e l'amore a #Rio2016 (Twitter)
"Interminabile celebrazione omosessualista al TG2 con il pretesto delle Olimpiadi. Se non sei omo la tua medaglia vale di meno"...
16-ago-16
86%

voto medio: 4.30 | numero di voti: 10

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Matteo Salvini
Con addosso la divisa della polizia, rivolgendosi alla platea leghista di Ponte di Legno
"Quando arriveremo al governo, polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le nostre città. Sarà fatta una sorta di pulizia etnica controllata e finanziata, come stanno facendo ora con gli italiani costretti a subire l’oppressione dei clandestini"
15-ago-16
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Michela Di Biase

I congiuntivi della capogruppo Pd al Comune di Roma (e moglie del ministro della Cultura Franceschini), durante una seduta infuocata in Campidoglio
"Vorrei capire come si fosse, si sarebbe comportato il M5s, come vi sareste comportati voi se questi accadimenti avrebbero riguardato altri partiti..."
10-ago-16
88%


voto medio: 4.38 | numero di voti: 8

QUANTE STELLE DAI?

Antonello Zappadu
Riecco il fotoreporter del mitologico "harem" di Silvio, intervistato da Libero
"Le foto che oggi potrebbero valere quanto quelle di Berlusconi? Il premier Renzi con Maria Elena Boschi infrascati tra cespugli di mirto e di lentischio: i profumi di queste due piante sono altamente afrodisiaci. Almeno 500mila euro..."
16-ago-16
74%
Voto medio: 3.71 | numero di voti: 7

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Silvio Berlusconi
Dal buen ritiro di Villa Certosa (Corriere della Sera)
“'Hai visto com’è diventato bello questo parco? Hai visto questi nuovi alberi? Là in fondo abbiamo intenzione di piantare...'. Il tono di voce è pacato, l’animo sereno, la vitalità tanta, tantissima (...). La mania del giardino non è un dettaglio malinconico, come lo era nel Pu Yi immortalato da Bernardo Bertolucci nell’Ultimo Imperatore (...)"
06-ago-16
78%

voto medio: 3.89 | numero di voti: 9

QUANTE STELLE DAI?

Arcangelo Sannicandro

Parlamentare Sel e comunista di lungo corso, in risposta all'ordine del giorno dei 5 Stelle sul taglio dello stipendio per i deputati
"Tutto questo ragionamento, come se noi fossimo lavoratori subordinati dell'ultima categoria dei metalmeccanici! Da uno a dieci noi chi siamo? Chi siamo? Noi non siamo lavoatori subordinati, noi siamo politici!"
11-ago-16
98%

voto medio: 4.91 | numero di voti: 11

QUANTE STELLE DAI?

Il signor Hitler Benito
Accusato di guida in stato di ebbrezza (leggiamo dal Giornale di Vicenza)
“Fra qualche settimana il giudice Carli si troverà davanti, sul banco degli imputati, niente meno che Carlos Hitler Benito Corimanya. L’imputato, 49 anni, difeso dagli avvocati Paolo Fabris e Valeria Fabiani, è di origine peruviana ma residente a Bassano. 'L’unica cosa che posso dire - risponde l’avv. Fabris - è che il nome non rispecchia certo la personalità del mio assistito'...”
13-ago-16
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