Diario della caduta di un regime.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Diario della caduta di un regime.
QUANTE STELLE DAI?
Maurizio Gasparri
Sentito sotto l'ombrellone dal Fatto Quotidiano
"Ora sto leggendo l'ultimo libro di Tremonti, c'ha quel titolo in latino che non ricordo bene. Un romanzo della mia formazione? Il Signore degli Anelli. Vorrei farlo leggere a mia figlia. Certo, so' 900 pagine..."
18-ago-16
91%
voto medio: 4.56 | numero di voti: 9
QUANTE STELLE DAI?
Alfio Barbagallo
Il surreale discorso d'insediamento dell'onorevole siciliano, da poco subentrato in Ars e diventato immediatamente virale
"Mi sento un piccolo uomo in un grande laghetto, ma con tante e tante mani amiche che mi faranno fare questo percorso... Se io nel mio percorso potrei sbagliare, auguro che i miei colleghi mi diano la via giusta per io non compiere lo stesso sbaglio... Mi sento di far parte e stare vicino a grandi uomini e donne che posso solo insegnare... Mi sento in un posto che potremmo fare del bene per dare tanta attenzione agli altri..."
16-ago-16
91%
voto medio: 4.56 | numero di voti: 9
QUANTE STELLE DAI?
Giuseppe Sala
Quel mattacchione del sindaco, a Ferragosto, pubblicando sui social una foto di Milano deserta
"Neanche due mesi che sono Sindaco e ho già risolto il problema del traffico! Buon #ferragosto #Milano"
15-ago-16
52%
voto medio: 2.60 | numero di voti: 5
QUANTE STELLE DAI?
Beppe Grillo
Il Ferragosto del leader pentastellato (L'Unione Sarda)
"Ferragosto a Porto Cervo per Beppe Grillo: festa su uno yacht di 42 metri"..."Festa di ferragosto ieri per Beppe Grillo sul super yacht di Enrico De Marco ormeggiato a Porto Cervo. Ieri sul 42 metri super luxury del 're della similpelle' è arrivato anche il leader del M5S accompagnato dalla moglie Parvin. Una settantina gli ospiti presenti sul panfilo dell'imprenditore per festeggiare il ferragosto a suon di buona musica e champagne"
16-ago-16
100%
voto medio: 5.00 | numero di voti: 9
QUANTE STELLE DAI?
Antonio Paravia
L'ex senatore Pdl scrive al prefetto di Milano su carta intestata di Palazzo Madama per farsi revocare due multe, con due lettere identiche a distanza di alcuni mesi, allegando il verbale Inps sulla sua condizione di invalido civile ed il pass per il parcheggio rilasciato dal Comune di Salerno (Fatto Quotidiano)
"Voglia la Signoria Vostra Illustrissima dichiarare l’illegittimità della sanzione pecuniaria e comunque annullarla, in quanto la predetta violazione non è tale, in virtù delle condizioni di assoluta emergenza segnalate... Fui colto da problemi fisici inerenti le mie patologie e per ragioni quindi di assoluta emergenza fui costretto a superare di pochi chilometri il limite prescritto per raggiungere la prima area di sosta e ricevere le cure del caso"...”Soffro di coliche improvvise, e l'ho anche certificato”
29-lug-16
100%
voto medio: 5.00 | numero di voti: 9
QUANTE STELLE DAI?
Kim Jong-un
L'ultima campagna propagandistica condotta dal regime nordcoreano
“Mangiate carne di cane: contiene più vitamine di quella di pollo, manzo o maiale"
18-ago-16
93%
voto medio: 4.63 | numero di voti: 8
QUANTE STELLE DAI?
Donald Trump
Delicatezze dal candidato repubblicano alla presidenza Usa
Corriere, “Trump choc: 'Chi possiede armi potrebbe fermare Hillary Clinton...'”
09-ago-16
96%
voto medio: 4.80 | numero di voti: 10
QUANTE STELLE DAI?
Barbara Saltamartini
L'onorevole leghista e le dichiarazioni di Alfano sul burkini (Twitter)
"Se dire no al #burkini è provocazione pro attentati, allora per evitarli diciamo di sì a richiesta poligamia in Italia? #Alfano #ridicolo"
18-ago-16
98%
voto medio: 4.90 | numero di voti: 10
QUANTE STELLE DAI?
Daniela Santanchè
Sul tema non poteva mancare l'opinione della parlamentare di Forza Italia (La Stampa)
Scusi, ma noi non eravamo quelli della libertà, anche quella di vestirsi o di svestirsi in spiaggia? Com’è che ora ci dobbiamo allineare all’intolleranza? "(Un attimo di pausa)... È vero, noi eravamo quelli della libertà. Ma ormai siamo in guerra e dobbiamo combattere, anche rinunciando a qualcuna delle nostre libertà"
18-ago-16
98%
Maurizio Gasparri
Sentito sotto l'ombrellone dal Fatto Quotidiano
"Ora sto leggendo l'ultimo libro di Tremonti, c'ha quel titolo in latino che non ricordo bene. Un romanzo della mia formazione? Il Signore degli Anelli. Vorrei farlo leggere a mia figlia. Certo, so' 900 pagine..."
18-ago-16
91%
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QUANTE STELLE DAI?
Alfio Barbagallo
Il surreale discorso d'insediamento dell'onorevole siciliano, da poco subentrato in Ars e diventato immediatamente virale
"Mi sento un piccolo uomo in un grande laghetto, ma con tante e tante mani amiche che mi faranno fare questo percorso... Se io nel mio percorso potrei sbagliare, auguro che i miei colleghi mi diano la via giusta per io non compiere lo stesso sbaglio... Mi sento di far parte e stare vicino a grandi uomini e donne che posso solo insegnare... Mi sento in un posto che potremmo fare del bene per dare tanta attenzione agli altri..."
16-ago-16
91%
voto medio: 4.56 | numero di voti: 9
QUANTE STELLE DAI?
Giuseppe Sala
Quel mattacchione del sindaco, a Ferragosto, pubblicando sui social una foto di Milano deserta
"Neanche due mesi che sono Sindaco e ho già risolto il problema del traffico! Buon #ferragosto #Milano"
15-ago-16
52%
voto medio: 2.60 | numero di voti: 5
QUANTE STELLE DAI?
Beppe Grillo
Il Ferragosto del leader pentastellato (L'Unione Sarda)
"Ferragosto a Porto Cervo per Beppe Grillo: festa su uno yacht di 42 metri"..."Festa di ferragosto ieri per Beppe Grillo sul super yacht di Enrico De Marco ormeggiato a Porto Cervo. Ieri sul 42 metri super luxury del 're della similpelle' è arrivato anche il leader del M5S accompagnato dalla moglie Parvin. Una settantina gli ospiti presenti sul panfilo dell'imprenditore per festeggiare il ferragosto a suon di buona musica e champagne"
16-ago-16
100%
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QUANTE STELLE DAI?
Antonio Paravia
L'ex senatore Pdl scrive al prefetto di Milano su carta intestata di Palazzo Madama per farsi revocare due multe, con due lettere identiche a distanza di alcuni mesi, allegando il verbale Inps sulla sua condizione di invalido civile ed il pass per il parcheggio rilasciato dal Comune di Salerno (Fatto Quotidiano)
"Voglia la Signoria Vostra Illustrissima dichiarare l’illegittimità della sanzione pecuniaria e comunque annullarla, in quanto la predetta violazione non è tale, in virtù delle condizioni di assoluta emergenza segnalate... Fui colto da problemi fisici inerenti le mie patologie e per ragioni quindi di assoluta emergenza fui costretto a superare di pochi chilometri il limite prescritto per raggiungere la prima area di sosta e ricevere le cure del caso"...”Soffro di coliche improvvise, e l'ho anche certificato”
29-lug-16
100%
voto medio: 5.00 | numero di voti: 9
QUANTE STELLE DAI?
Kim Jong-un
L'ultima campagna propagandistica condotta dal regime nordcoreano
“Mangiate carne di cane: contiene più vitamine di quella di pollo, manzo o maiale"
18-ago-16
93%
voto medio: 4.63 | numero di voti: 8
QUANTE STELLE DAI?
Donald Trump
Delicatezze dal candidato repubblicano alla presidenza Usa
Corriere, “Trump choc: 'Chi possiede armi potrebbe fermare Hillary Clinton...'”
09-ago-16
96%
voto medio: 4.80 | numero di voti: 10
QUANTE STELLE DAI?
Barbara Saltamartini
L'onorevole leghista e le dichiarazioni di Alfano sul burkini (Twitter)
"Se dire no al #burkini è provocazione pro attentati, allora per evitarli diciamo di sì a richiesta poligamia in Italia? #Alfano #ridicolo"
18-ago-16
98%
voto medio: 4.90 | numero di voti: 10
QUANTE STELLE DAI?
Daniela Santanchè
Sul tema non poteva mancare l'opinione della parlamentare di Forza Italia (La Stampa)
Scusi, ma noi non eravamo quelli della libertà, anche quella di vestirsi o di svestirsi in spiaggia? Com’è che ora ci dobbiamo allineare all’intolleranza? "(Un attimo di pausa)... È vero, noi eravamo quelli della libertà. Ma ormai siamo in guerra e dobbiamo combattere, anche rinunciando a qualcuna delle nostre libertà"
18-ago-16
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Il parere di Matthew Lynn. Non essendo un tecnico del settore, non sono in grado di valutare quello che sostiene tecnicamente Lynn.
LIBRE news
Macché crisi bancaria, l’Italia va male da quando ha l’euro
Scritto il 20/8/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
L’Italia ha una crisi bancaria – quindi presumibilmente ha avuto quel tipo di folle boom che in genere conduce ad un crollo finanziario. Ad esempio, piccoli mini-appartamenti in vendita a Torino per un milione di euro. Banchieri che tracannano Asti Spumante e sniffano coca nei club di lap dance di Milano. Concessionari Ferrari che vendono ad adolescenti macchine nuove da duecentomila euro, senza alcun controllo sul credito. Vecchie signore che scivolano fuori dalla folla per piazzare ordini su azioni da due soldi coi loro smartphone. Ma aspettate. L’Italia non ha visto niente del genere. Negli ultimi dieci anni, la crescita è stata completamente piatta. I prezzi delle case in realtà sono in discesa. I mercati azionari hanno avuto l’euforia di uno dei comizi elettorali di Angela Merkel, all’incirca. In effetti, l’Italia adesso ha la sbornia, senza mai aver partecipato alla festa. In realtà, l’Italia non ha affatto una crisi bancaria. Ha una crisi valutaria. L’euro ha succhiato la domanda fuori dall’economia e ha ucciso la crescita. Il risultato? Le sofferenze sono salite alle stelle.Ora sta frenando il governo dal salvare il settore finanziario. Il primo ministro Matteo Renzi può nascondere la magagne, ma fino a quando il paese non trova il modo di vivere con l’euro, o una via d’uscita dalla zona euro, nessuno dei suoi problemi sarà risolto. Dopo un mese di agitazione sul Brexit, che finora si è rivelato un non-evento, i mercati ora si stanno preoccupando del crollo del sistema bancario italiano – ed è giusto così. Secondo i dati del Fmi, le banche del paese hanno 360 miliardi di euro di crediti in sofferenza, pari al 18% del prodotto interno lordo. I prezzi delle azioni di tutte le maggiori banche sono in caduta libera. UniCredit, la più grande banca del paese, ha visto la sue azioni perdere oltre il 60% del valore. Banca Popolare di Milano ha perso oltre il 60% da inizio anno, e così anche Intesa Sanpaolo. Queste sono il tipo di perdite che suggeriscono che una banca sta per finire in guai seri.Anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha detto all’inizio di questo mese che il settore avrebbe bisogno di una qualche forma di aiuto di Stato. Ci siamo già passati, naturalmente. Le banche fanno un sacco di prestiti irresponsabili. Caricano aziende, promotori immobiliari e consumatori con i debiti, e poi, quando i mercati iniziano a scendere, molti di questi prestiti vanno male e non possono essere rimborsati. Questo è quello che è successo negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2008 e 2009, ed è un gioco che è stato giocato in molti altri paesi prima e dopo. In Italia, però c’è una giravolta. Non ci sono mai stati molti segni di prestiti irresponsabili. Se l’Italia è passata in una bolla speculativa, di quelle che è sempre probabile che scoppino, è molto difficile trovare delle prove. I prezzi delle case? Di solito sono un segno sicuro di surriscaldamento nel sistema. Ma, secondo i dati Eurostat, i prezzi degli immobili italiani sono in contrazione del 1,6% dall’ultimo anno.Il mercato azionario? Nemmeno quello è stato esattamente in zona bolla. A quota 16.700 l’indice di Milano è più basso e lontano da quota 25.000 che ha toccato l’anno scorso, ed è a malapena sopra il livello di tre anni fa. Che ne dite del credito al consumo? Secondo la Banca Centrale Europea, quest’anno sta crescendo ad un tasso di circa l’1% annuo. In realtà, le banche italiane sono state gestite in modo perfettamente prudente e ragionevole. Il problema è che l’economia è diventata molto più piccola. La crescita ha colpito un muro, e sembra impossibile farla tornare in vita. Nel 2015, l’economia italiana è cresciuta meno dell’1%. In realtà, l’economia in Italia è tuttora più piccola dell’8% di quanto era prima del crollo del 2008, e non è più grande di quanto fosse nel 1999, quando è entrata nell’euro. Non è difficile capire cosa sta succedendo. Quando l’economia è così fiacca, un sacco di piccole imprese lottano per ripagare i loro debiti.Allo stesso modo, i mutui vanno male e così i prestiti al consumo. Un debito che sembrava perfettamente gestibile un decennio fa, non sembra così sano a 10 anni di distanza, quando l’economia è quasi un decimo più piccola, la disoccupazione è molto più alta, e i salari reali sono continuamente in calo. Quindi i livelli di debito sono aumentati inesorabilmente, solo perché l’economia annaspa. Ciò ha portato ad una marea di crediti inesigibili. Semmai, è sorprendente non che le banche siano in difficoltà, ma che c’è voluto così tanto tempo perché i problemi emergessero. In realtà, quello che ha l’Italia è una crisi da euro, non è una crisi bancaria. La moneta unica ha distrutto la competitività di quello che, 20 anni fa, era un settore manifatturiero perfettamente sano. Ha succhiato domanda fuori dall’economia, e ha sovraccaricato la spesa dei consumatori. La situazione peggiora. Le regole dell’Eurozona introdotte all’inizio di quest’anno significano che i detentori di obbligazioni, che in Italia sta ad intendere molti investitori privati, devono essere utilizzati per il “bail-in”.Il governo non può semplicemente salvare le banche nei guai. Deve fare in modo che anche gli investitori privati ricevano un brutto colpo – e dal momento che molti sono semplici risparmiatori, questo significherà un calo anche maggiore della domanda, e lascerà l’economia in una forma ancora peggiore. Come vi dirà qualsiasi medico, a meno che la diagnosi non sia giusta non vi sarà alcuna speranza di successo del trattamento. In questo momento, la Bce e i ministri delle finanze della zona euro stanno agendo come se si trattasse di una crisi bancaria come tutti le altre. Aggiustare le banche, fermare i prestiti irresponsabili, e tutto andrà di nuovo bene. Ma questo non è vero. Anche se le banche questa volta vengono riparate, in una economia stagnante saranno nuovamente nei guai in qualche anno. L’Italia è intrappolata nel peggiore dei mondi possibili – ed è diventata una vivida lezione di quanto sia diventato disfunzionale l’euro.
(Matthew Lynn, “L’Italia non è in crisi bancaria, è in crisi da euro”, da “Marketwatch” del 21 luglio 2016, post ripreso da “Voci dall’Estero”).
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Il parere di Matthew Lynn. Non essendo un tecnico del settore, non sono in grado di valutare quello che sostiene tecnicamente Lynn.
LIBRE news
Macché crisi bancaria, l’Italia va male da quando ha l’euro
Scritto il 20/8/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
L’Italia ha una crisi bancaria – quindi presumibilmente ha avuto quel tipo di folle boom che in genere conduce ad un crollo finanziario. Ad esempio, piccoli mini-appartamenti in vendita a Torino per un milione di euro. Banchieri che tracannano Asti Spumante e sniffano coca nei club di lap dance di Milano. Concessionari Ferrari che vendono ad adolescenti macchine nuove da duecentomila euro, senza alcun controllo sul credito. Vecchie signore che scivolano fuori dalla folla per piazzare ordini su azioni da due soldi coi loro smartphone. Ma aspettate. L’Italia non ha visto niente del genere. Negli ultimi dieci anni, la crescita è stata completamente piatta. I prezzi delle case in realtà sono in discesa. I mercati azionari hanno avuto l’euforia di uno dei comizi elettorali di Angela Merkel, all’incirca. In effetti, l’Italia adesso ha la sbornia, senza mai aver partecipato alla festa. In realtà, l’Italia non ha affatto una crisi bancaria. Ha una crisi valutaria. L’euro ha succhiato la domanda fuori dall’economia e ha ucciso la crescita. Il risultato? Le sofferenze sono salite alle stelle.Ora sta frenando il governo dal salvare il settore finanziario. Il primo ministro Matteo Renzi può nascondere la magagne, ma fino a quando il paese non trova il modo di vivere con l’euro, o una via d’uscita dalla zona euro, nessuno dei suoi problemi sarà risolto. Dopo un mese di agitazione sul Brexit, che finora si è rivelato un non-evento, i mercati ora si stanno preoccupando del crollo del sistema bancario italiano – ed è giusto così. Secondo i dati del Fmi, le banche del paese hanno 360 miliardi di euro di crediti in sofferenza, pari al 18% del prodotto interno lordo. I prezzi delle azioni di tutte le maggiori banche sono in caduta libera. UniCredit, la più grande banca del paese, ha visto la sue azioni perdere oltre il 60% del valore. Banca Popolare di Milano ha perso oltre il 60% da inizio anno, e così anche Intesa Sanpaolo. Queste sono il tipo di perdite che suggeriscono che una banca sta per finire in guai seri.Anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha detto all’inizio di questo mese che il settore avrebbe bisogno di una qualche forma di aiuto di Stato. Ci siamo già passati, naturalmente. Le banche fanno un sacco di prestiti irresponsabili. Caricano aziende, promotori immobiliari e consumatori con i debiti, e poi, quando i mercati iniziano a scendere, molti di questi prestiti vanno male e non possono essere rimborsati. Questo è quello che è successo negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2008 e 2009, ed è un gioco che è stato giocato in molti altri paesi prima e dopo. In Italia, però c’è una giravolta. Non ci sono mai stati molti segni di prestiti irresponsabili. Se l’Italia è passata in una bolla speculativa, di quelle che è sempre probabile che scoppino, è molto difficile trovare delle prove. I prezzi delle case? Di solito sono un segno sicuro di surriscaldamento nel sistema. Ma, secondo i dati Eurostat, i prezzi degli immobili italiani sono in contrazione del 1,6% dall’ultimo anno.Il mercato azionario? Nemmeno quello è stato esattamente in zona bolla. A quota 16.700 l’indice di Milano è più basso e lontano da quota 25.000 che ha toccato l’anno scorso, ed è a malapena sopra il livello di tre anni fa. Che ne dite del credito al consumo? Secondo la Banca Centrale Europea, quest’anno sta crescendo ad un tasso di circa l’1% annuo. In realtà, le banche italiane sono state gestite in modo perfettamente prudente e ragionevole. Il problema è che l’economia è diventata molto più piccola. La crescita ha colpito un muro, e sembra impossibile farla tornare in vita. Nel 2015, l’economia italiana è cresciuta meno dell’1%. In realtà, l’economia in Italia è tuttora più piccola dell’8% di quanto era prima del crollo del 2008, e non è più grande di quanto fosse nel 1999, quando è entrata nell’euro. Non è difficile capire cosa sta succedendo. Quando l’economia è così fiacca, un sacco di piccole imprese lottano per ripagare i loro debiti.Allo stesso modo, i mutui vanno male e così i prestiti al consumo. Un debito che sembrava perfettamente gestibile un decennio fa, non sembra così sano a 10 anni di distanza, quando l’economia è quasi un decimo più piccola, la disoccupazione è molto più alta, e i salari reali sono continuamente in calo. Quindi i livelli di debito sono aumentati inesorabilmente, solo perché l’economia annaspa. Ciò ha portato ad una marea di crediti inesigibili. Semmai, è sorprendente non che le banche siano in difficoltà, ma che c’è voluto così tanto tempo perché i problemi emergessero. In realtà, quello che ha l’Italia è una crisi da euro, non è una crisi bancaria. La moneta unica ha distrutto la competitività di quello che, 20 anni fa, era un settore manifatturiero perfettamente sano. Ha succhiato domanda fuori dall’economia, e ha sovraccaricato la spesa dei consumatori. La situazione peggiora. Le regole dell’Eurozona introdotte all’inizio di quest’anno significano che i detentori di obbligazioni, che in Italia sta ad intendere molti investitori privati, devono essere utilizzati per il “bail-in”.Il governo non può semplicemente salvare le banche nei guai. Deve fare in modo che anche gli investitori privati ricevano un brutto colpo – e dal momento che molti sono semplici risparmiatori, questo significherà un calo anche maggiore della domanda, e lascerà l’economia in una forma ancora peggiore. Come vi dirà qualsiasi medico, a meno che la diagnosi non sia giusta non vi sarà alcuna speranza di successo del trattamento. In questo momento, la Bce e i ministri delle finanze della zona euro stanno agendo come se si trattasse di una crisi bancaria come tutti le altre. Aggiustare le banche, fermare i prestiti irresponsabili, e tutto andrà di nuovo bene. Ma questo non è vero. Anche se le banche questa volta vengono riparate, in una economia stagnante saranno nuovamente nei guai in qualche anno. L’Italia è intrappolata nel peggiore dei mondi possibili – ed è diventata una vivida lezione di quanto sia diventato disfunzionale l’euro.
(Matthew Lynn, “L’Italia non è in crisi bancaria, è in crisi da euro”, da “Marketwatch” del 21 luglio 2016, post ripreso da “Voci dall’Estero”).
-
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Un Paese a crescita
zero, tranne
che a Palazzo Chigi
» PETER GOMEZ
Dicono che un leader si giudica dai
suoi collaboratori. Per questo un
osservatore distratto potrebbe
tirare un sospiro di sollievo leggendo la
“tabella delle performance” realizzate
nel 2015 dai dirigenti pubblici
che lavorano a più
stretto contatto con
Matteo Renzi. Dal documento,
pubblicato
sul sito del governo, si evince
che gli alti funzionari
del Dipartimento per
la programmazione e il coordinamento
della politica economica di
Palazzo Chigi hanno raggiunto gli “o bbiettivi
strategici” loro assegnati. Non
c’è stato “target” concordato con l’e s ecutivo
che sia stato fallito. La missione
d el l ’organismo, che si può definire il
motore dello sviluppo italiano, è quasi
sempre compiuta al 100 per cento. Pressoché
senza eccezioni per ogni manager
è così scattato un sostanzioso bonus. Un
premio di risultato che oscilla tra i 32mila
e 900 e i 34mila e 600 euro. Cifre che,
agli occhi dell’opinione pubblica, sono
però difficilmente conciliabili con i risultati
effettivi dell’economia italiana ora
attestata sulla crescita zero dopo aver
visto il debito pubblico salire di altri 77
miliardi.
UNA LETTURA appena più attenta delle
carte presenti in Rete spiega bene il perché.
Di fatto a essere stati premiati sono
stati centinaia di dirigenti di Palazzo Chigi,
indipendentemente dal settore e dal
grado di appartenenza. Nel 2015 in totale
i bonus concessi dalla presidenza del
Consiglio sono costati ai contribuenti circa
4 milioni di euro, una cifra in linea con
quanto speso nei due anni precedenti.
L’assenza di variazioni dimostra che il
denaro è stato distribuito a pioggia. Non
poteva essere altrimenti. Il potere burocratico,
nella complice indifferenza della
politica, ha giudicato se stesso. E per essere
sicuro di non sbagliare ha stabilito
obbiettivi semplici o scritti in maniera assolutamente
incomprensibile. Esemplare
è il caso di Ferruccio Sepe, il funzionario
che, come spiega Thomas Mackinson
su ilfattoquotidiano.it, si occupa della
“cassa”facendo “defluire investimenti in
ogni ambito pubblico, dalle opere (Cipe)
alla ricerca e ai fondi per la coesione territoriale”.
Sepe nella sua missione destinata
alla “crescita del paese” doveva occuparsi
tra l’altro “dell’avvio di una programmazione
concertata di medio-lungo
termine (Agenda urbana nazionale) finalizzata
ad un aumento dell’efficacia e della
coerenza delle politiche urbane”. Inutile
dire che il target lo ha raggiunto. Come?
Tramite la “presentazione di un Progetto
operativo nell’ambito del Programma
Operativo Nazionale Governance e
capacità istituzionale 2014-2020, rivolto
al rafforzamento degli strumenti conoscitivi
e di valutazione delle politiche urbane,
alla definizione concertata di contenuti,
obiettivi e indicatori dell’Agenda
urbana nazionale e al trasferimento di conoscenze
e competenze a supporto degli
EE.LL. nel processo di implementazione
di soluzioni tecnologico organizzative
ICT abilitanti gli obiettivi dell’Agenda”.
Al di là della terminologia da iniziati il fatto
importante è uno solo: l’elaborato doveva
essere trasmesso entro il 31 dicembre
e così è stato. Il suo contenuto (c’è da
sperare ottimo) appare indifferente ai fini
della valutazione. I casi simili si sprecano.
C’è chi è stato premiato per aver affidato
“nei termini programmati la progettazione”
di due monumenti legati alla
celebrazione della Grande Guerra e chi
per aver creato la banca dati sui fondi destinati
a 137 comuni dallo Sblocca Italia. Il
tutto con un risultato concreto. Far aumentare
il reddito procapite in almeno
un’area del Paese: Palazzo Chigi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Un Paese a crescita
zero, tranne
che a Palazzo Chigi
» PETER GOMEZ
Dicono che un leader si giudica dai
suoi collaboratori. Per questo un
osservatore distratto potrebbe
tirare un sospiro di sollievo leggendo la
“tabella delle performance” realizzate
nel 2015 dai dirigenti pubblici
che lavorano a più
stretto contatto con
Matteo Renzi. Dal documento,
pubblicato
sul sito del governo, si evince
che gli alti funzionari
del Dipartimento per
la programmazione e il coordinamento
della politica economica di
Palazzo Chigi hanno raggiunto gli “o bbiettivi
strategici” loro assegnati. Non
c’è stato “target” concordato con l’e s ecutivo
che sia stato fallito. La missione
d el l ’organismo, che si può definire il
motore dello sviluppo italiano, è quasi
sempre compiuta al 100 per cento. Pressoché
senza eccezioni per ogni manager
è così scattato un sostanzioso bonus. Un
premio di risultato che oscilla tra i 32mila
e 900 e i 34mila e 600 euro. Cifre che,
agli occhi dell’opinione pubblica, sono
però difficilmente conciliabili con i risultati
effettivi dell’economia italiana ora
attestata sulla crescita zero dopo aver
visto il debito pubblico salire di altri 77
miliardi.
UNA LETTURA appena più attenta delle
carte presenti in Rete spiega bene il perché.
Di fatto a essere stati premiati sono
stati centinaia di dirigenti di Palazzo Chigi,
indipendentemente dal settore e dal
grado di appartenenza. Nel 2015 in totale
i bonus concessi dalla presidenza del
Consiglio sono costati ai contribuenti circa
4 milioni di euro, una cifra in linea con
quanto speso nei due anni precedenti.
L’assenza di variazioni dimostra che il
denaro è stato distribuito a pioggia. Non
poteva essere altrimenti. Il potere burocratico,
nella complice indifferenza della
politica, ha giudicato se stesso. E per essere
sicuro di non sbagliare ha stabilito
obbiettivi semplici o scritti in maniera assolutamente
incomprensibile. Esemplare
è il caso di Ferruccio Sepe, il funzionario
che, come spiega Thomas Mackinson
su ilfattoquotidiano.it, si occupa della
“cassa”facendo “defluire investimenti in
ogni ambito pubblico, dalle opere (Cipe)
alla ricerca e ai fondi per la coesione territoriale”.
Sepe nella sua missione destinata
alla “crescita del paese” doveva occuparsi
tra l’altro “dell’avvio di una programmazione
concertata di medio-lungo
termine (Agenda urbana nazionale) finalizzata
ad un aumento dell’efficacia e della
coerenza delle politiche urbane”. Inutile
dire che il target lo ha raggiunto. Come?
Tramite la “presentazione di un Progetto
operativo nell’ambito del Programma
Operativo Nazionale Governance e
capacità istituzionale 2014-2020, rivolto
al rafforzamento degli strumenti conoscitivi
e di valutazione delle politiche urbane,
alla definizione concertata di contenuti,
obiettivi e indicatori dell’Agenda
urbana nazionale e al trasferimento di conoscenze
e competenze a supporto degli
EE.LL. nel processo di implementazione
di soluzioni tecnologico organizzative
ICT abilitanti gli obiettivi dell’Agenda”.
Al di là della terminologia da iniziati il fatto
importante è uno solo: l’elaborato doveva
essere trasmesso entro il 31 dicembre
e così è stato. Il suo contenuto (c’è da
sperare ottimo) appare indifferente ai fini
della valutazione. I casi simili si sprecano.
C’è chi è stato premiato per aver affidato
“nei termini programmati la progettazione”
di due monumenti legati alla
celebrazione della Grande Guerra e chi
per aver creato la banca dati sui fondi destinati
a 137 comuni dallo Sblocca Italia. Il
tutto con un risultato concreto. Far aumentare
il reddito procapite in almeno
un’area del Paese: Palazzo Chigi.
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Littorio Feltri si è scatenato stamani con un editoriale dal titolo fuori ordinanza.
Presidente, ci scappa un vaffa..
La partenza è il discorso di Sergio Mattarella al Meeting di Rimini di Comunione e Fatturazione.
Discorso Presidente Mattarella al Meeting di Rimini
https://www.youtube.com/watch?v=KViygGlsw-g
L’editoriale comincia così:
L'EDITORIALE
Presidente, ci scappa un vaffa...
Sergio Mattarella non è antipatico e neppure simpatico: è enigmatico, oserei dire sconosciuto perlomeno alle masse, che si sono sempre disinteressate alla sua persona fino a quando non è stata issata al vertice del Colle.
Dimessosi Giorgio Napolitano dopo che aveva commesso una serie indimenticabile di bischerate, si trattava di sostituirlo con un personaggio opaco, capace di non farsi notare e di non disturbare il manovratore, nella fattispecie Matteo Renzi, novello timoniere.
Insomma si richiedeva un uomo grigio e innocuo. Chi?
Illuminato dal proprio genio perverso, il premier scelse Mattarella, la cui esistenza era pressoché ignorata da tutti, forse anche dai parenti stretti. Una scelta di buon senso che tuttavia Berlusconi non apprezzò, non essendo stato lui a farla.
In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante.
Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani.
In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante. Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani.
CONTINUA
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Littorio Feltri si è scatenato stamani con un editoriale dal titolo fuori ordinanza.
Presidente, ci scappa un vaffa..
La partenza è il discorso di Sergio Mattarella al Meeting di Rimini di Comunione e Fatturazione.
Discorso Presidente Mattarella al Meeting di Rimini
https://www.youtube.com/watch?v=KViygGlsw-g
L’editoriale comincia così:
L'EDITORIALE
Presidente, ci scappa un vaffa...
Sergio Mattarella non è antipatico e neppure simpatico: è enigmatico, oserei dire sconosciuto perlomeno alle masse, che si sono sempre disinteressate alla sua persona fino a quando non è stata issata al vertice del Colle.
Dimessosi Giorgio Napolitano dopo che aveva commesso una serie indimenticabile di bischerate, si trattava di sostituirlo con un personaggio opaco, capace di non farsi notare e di non disturbare il manovratore, nella fattispecie Matteo Renzi, novello timoniere.
Insomma si richiedeva un uomo grigio e innocuo. Chi?
Illuminato dal proprio genio perverso, il premier scelse Mattarella, la cui esistenza era pressoché ignorata da tutti, forse anche dai parenti stretti. Una scelta di buon senso che tuttavia Berlusconi non apprezzò, non essendo stato lui a farla.
In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante.
Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani.
In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante. Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani.
CONTINUA
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Il furbo bergamasco pubblica oggi la lettera a Mattarella su LiberoQuotidiano.it.
Ma il Tg 24 di Sky riporta che Mattarella ha risposto su Libero.
Ma in rete non vi è traccia.
La raccolta dei giornali in pdf, oggi non contempla la presenza di Libero.
Vedremo domani.
L'articolo intero di ieri è questo:
MA PRESIDENTE...
Vittorio Feltri a Mattarella: "Presidente, così ci scappa un vaffa"
Sergio Mattarella non è antipatico e neppure simpatico: è enigmatico, oserei dire sconosciuto perlomeno alle masse, che si sono sempre disinteressate della sua persona fino a quando non è stata issata al vertice del Colle.
Dimessosi Giorgio Napolitano dopo che aveva commesso una serie indimenticabile di bischerate, si trattava di sostituirlo con un personaggio opaco, capace di non farsi notare e di non disturbare il manovratore, nella fattispecie Matteo Renzi, novello timoniere.
Insomma si richiedeva un uomo grigio e innocuo. Chi? Illuminato dal proprio genio perverso, il premier scelse Mattarella, la cui esistenza era pressoché ignorata da tutti, forse anche dai parenti stretti. Una scelta di buon senso che tuttavia Berlusconi non apprezzò, non essendo stato lui a farla.
In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante. Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani. Già, fino a ieri, allorché celebrando i 70 anni della Repubblica a Rimini, davanti al pubblico del Meeting ciellino, Sergio ha sbracato completamente. Dalla sua bocca sono sfuggiti alcuni luoghi comuni che ci hanno inorridito, tra cui il seguente: bisogna accogliere festosamente i profughi, gli immigrati, clandestini inclusi.
A vedere il capo dello Stato in ginocchio al cospetto dei buonisti professionali, ai predicatori dell' accoglienza indiscriminata (tipo quelli di Capalbio, cui piacciono gli stranieri solo se non gli vanno fra i piedi in spiaggia), siamo stati colti da una crisi di tetro sconforto. E abbiamo constatato che perfino un gattaro taciturno quale il presidente è pronto ad adagiarsi sul più morbido conformismo, pur di essere gradito ai cretinetti convinti che il futuro dell' Italia si tinga di rosa grazie alla moltitudine di neri invasori (non contrastati) del nostro Paese. È vero che siamo un popolo disposto ad accettare tutto: un fisco predatore; una previdenza sociale che usa i soldi dei lavoratori per finanziare attività varie, anche truffaldine, tranne che le pensioni; case di proprietà pubblica assegnate a chiunque meno che a chi ne ha bisogno; una sanità gratuita per i ricchi e gravata dai ticket per i poveri; sussidi a iosa ai forestieri e zero aiuti ai disperati indigeni, costretti a pernottare in auto scassate.
Siamo gente che esercita la virtù della pazienza, che digerisce molte ingiustizie e tollera ogni genere di porcherie, ma qualche volta, dinanzi a certe esagerazioni, ha il diritto di irritarsi. Se addirittura il presidente della settantenne Repubblica delle banane si mette a sponsorizzare l' immigrazione sfrenata, è fatale che ad alcuni saltino i nervi e scappi un vaffanculo. Che è una espressione volgare e inaccettabile al Rotary ma è densa di significato: rivela meglio di un trattato sociologico lo stato d' animo di chi, invece di vivere negli austeri saloni del palazzo del potere, si arrabatta come può a Como o a Ventimiglia o a Milano tra folle di sbandati privi di tetto e di ciò che normalmente sta sotto i tetti.
Caro Mattarella, illustre gattaro, non si lasci più trascinare da coloro che non sanno nulla di come campino gli italiani, in un momento in cui i politici non lesinano la solidarietà a nessuno eccetto che ai cittadini che li hanno votati. Sia il presidente dei cittadini e non degli intrusi. Con mutata stima, le auguro di tornare a tacere o almeno di non pronunciare più parole che hanno per noi il sapore della cicuta.
di Vittorio Feltri
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Il furbo bergamasco pubblica oggi la lettera a Mattarella su LiberoQuotidiano.it.
Ma il Tg 24 di Sky riporta che Mattarella ha risposto su Libero.
Ma in rete non vi è traccia.
La raccolta dei giornali in pdf, oggi non contempla la presenza di Libero.
Vedremo domani.
L'articolo intero di ieri è questo:
MA PRESIDENTE...
Vittorio Feltri a Mattarella: "Presidente, così ci scappa un vaffa"
Sergio Mattarella non è antipatico e neppure simpatico: è enigmatico, oserei dire sconosciuto perlomeno alle masse, che si sono sempre disinteressate della sua persona fino a quando non è stata issata al vertice del Colle.
Dimessosi Giorgio Napolitano dopo che aveva commesso una serie indimenticabile di bischerate, si trattava di sostituirlo con un personaggio opaco, capace di non farsi notare e di non disturbare il manovratore, nella fattispecie Matteo Renzi, novello timoniere.
Insomma si richiedeva un uomo grigio e innocuo. Chi? Illuminato dal proprio genio perverso, il premier scelse Mattarella, la cui esistenza era pressoché ignorata da tutti, forse anche dai parenti stretti. Una scelta di buon senso che tuttavia Berlusconi non apprezzò, non essendo stato lui a farla.
In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante. Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani. Già, fino a ieri, allorché celebrando i 70 anni della Repubblica a Rimini, davanti al pubblico del Meeting ciellino, Sergio ha sbracato completamente. Dalla sua bocca sono sfuggiti alcuni luoghi comuni che ci hanno inorridito, tra cui il seguente: bisogna accogliere festosamente i profughi, gli immigrati, clandestini inclusi.
A vedere il capo dello Stato in ginocchio al cospetto dei buonisti professionali, ai predicatori dell' accoglienza indiscriminata (tipo quelli di Capalbio, cui piacciono gli stranieri solo se non gli vanno fra i piedi in spiaggia), siamo stati colti da una crisi di tetro sconforto. E abbiamo constatato che perfino un gattaro taciturno quale il presidente è pronto ad adagiarsi sul più morbido conformismo, pur di essere gradito ai cretinetti convinti che il futuro dell' Italia si tinga di rosa grazie alla moltitudine di neri invasori (non contrastati) del nostro Paese. È vero che siamo un popolo disposto ad accettare tutto: un fisco predatore; una previdenza sociale che usa i soldi dei lavoratori per finanziare attività varie, anche truffaldine, tranne che le pensioni; case di proprietà pubblica assegnate a chiunque meno che a chi ne ha bisogno; una sanità gratuita per i ricchi e gravata dai ticket per i poveri; sussidi a iosa ai forestieri e zero aiuti ai disperati indigeni, costretti a pernottare in auto scassate.
Siamo gente che esercita la virtù della pazienza, che digerisce molte ingiustizie e tollera ogni genere di porcherie, ma qualche volta, dinanzi a certe esagerazioni, ha il diritto di irritarsi. Se addirittura il presidente della settantenne Repubblica delle banane si mette a sponsorizzare l' immigrazione sfrenata, è fatale che ad alcuni saltino i nervi e scappi un vaffanculo. Che è una espressione volgare e inaccettabile al Rotary ma è densa di significato: rivela meglio di un trattato sociologico lo stato d' animo di chi, invece di vivere negli austeri saloni del palazzo del potere, si arrabatta come può a Como o a Ventimiglia o a Milano tra folle di sbandati privi di tetto e di ciò che normalmente sta sotto i tetti.
Caro Mattarella, illustre gattaro, non si lasci più trascinare da coloro che non sanno nulla di come campino gli italiani, in un momento in cui i politici non lesinano la solidarietà a nessuno eccetto che ai cittadini che li hanno votati. Sia il presidente dei cittadini e non degli intrusi. Con mutata stima, le auguro di tornare a tacere o almeno di non pronunciare più parole che hanno per noi il sapore della cicuta.
di Vittorio Feltri
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
GIA', PERCHE' NOI GUFI NON L'AVEVAMO CAPITO DA SUBITO IL TOTO' TRUFFA???
Il governo ammette l'errore: gli 80 euro solo propaganda
Il ministro Calenda stronca la politica delle mance del premier: bisogna puntare su strategie di lungo periodo
Antonio Signorini - Dom, 21/08/2016 - 12:35
commenta
Bisogna investire, puntare sulla competitività e quindi su politiche che non pagano nel breve periodo.
Non sui bonus tipo quello da 80 euro quindi, né sulla riforma delle pensioni. Visti i protagonisti, impossibile pensare a un'autocritica o a un ripensamento di tutto il governo. Semmai quello che è emerso negli ultimi due giorni è che dentro l'esecutivo di Matteo Renzi, è nata una corrente che rinnega le scelte del premier e segretario Pd.
Ieri un affondo felpato, ma di sostanza e pesante, è arrivato dal più renziano dei ministri, il responsabile dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Stile e generazione in linea con lo stile del premier, ma in un'intervista a Repubblica Calenda ha di fatto bocciato due anni di politica economica Pd. «Io penso che investimenti e competitività sono i due pilastri attorno a cui costruire la manovra. Gli stimoli indifferenziati alla domanda non funzionano in un clima di incertezza generalizzata». Occorre «individuare con chiarezza pochi, precisi driver di crescita su cui concentrare le risorse, spiegando in modo trasparente ai cittadini che i frutti si vedranno nel tempo».
Sbagliato, quindi, puntare sulla domanda, dice l'ex manager e uomo dell'Italia a Bruxelles per quale mese. Sbagliato puntare su misure indifferenziate, che spalmano su tanti le poche risorse pubbliche disponibili. Calenda si riferisce al bonus da 80 euro, che è appunto uno stimolo alla domanda dato a una platea ampia.
Non è solo un giudizio sul passato. La critica di Calenda parte da una domanda sulle pensioni e quindi la bocciatura, più che il bonus in busta paga deciso da Renzi a inizio mandato, riguarda le tante ipotesi allo studio del premier e dei suoi consulenti di Palazzo Chigi. Allargamento della platea degli 80 euro, la no tax area per i pensionati e anche l'uscita flessibile, anche se sarà praticamente a costo zero. L'intervento del ministro, insomma, è da leggere insieme all'intervento del viceministro all'Economia Enrico Zanetti, che ha invitato il governo a mettere la flessibilità in uscita dalla pensione in coda all'agenda del governo.
Giovedì dalle pagine del Giornale l'esponente Pd Cesare Damiano ha minacciato ritorsioni nella maggioranza se il governo depotenzierà l'Ape, anticipo pensionistico promesso dal governo ai sindacati. Ma allo stato, nelle tabelle molto provvisorie della legge di Stabilità c'è una spesa inferiore a 300 milioni di euro.
In sostanza non c'è nulla per l'anticipo della pensione attraverso un prestito. Scompare anche il taglio dell'Irpef, che il governo voleva modificare ricalibrando le due aliquote intermedie.
Al momento resistono proprio le misure pro imprese. I premi di risultato alla produttività, la stabilizzazione della decontribuzione, oppure un'altra proroga. Il superammortamento per gli acquisti di macchinari da parte delle imprese. Un capitolo che per il momento vale 2,5 miliardi di euro. Il grosso della manovra consiste nel disinnescare le clausole di salvaguardia, quindi l'aumento dell'Iva. Sulle coperture, il governo per ora resta sul classico: risparmi sugli acquisti. Pochi milioni di euro, per una manovra che potrebbe valere 30 miliardi di euro.
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GIA', PERCHE' NOI GUFI NON L'AVEVAMO CAPITO DA SUBITO IL TOTO' TRUFFA???
Il governo ammette l'errore: gli 80 euro solo propaganda
Il ministro Calenda stronca la politica delle mance del premier: bisogna puntare su strategie di lungo periodo
Antonio Signorini - Dom, 21/08/2016 - 12:35
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Bisogna investire, puntare sulla competitività e quindi su politiche che non pagano nel breve periodo.
Non sui bonus tipo quello da 80 euro quindi, né sulla riforma delle pensioni. Visti i protagonisti, impossibile pensare a un'autocritica o a un ripensamento di tutto il governo. Semmai quello che è emerso negli ultimi due giorni è che dentro l'esecutivo di Matteo Renzi, è nata una corrente che rinnega le scelte del premier e segretario Pd.
Ieri un affondo felpato, ma di sostanza e pesante, è arrivato dal più renziano dei ministri, il responsabile dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Stile e generazione in linea con lo stile del premier, ma in un'intervista a Repubblica Calenda ha di fatto bocciato due anni di politica economica Pd. «Io penso che investimenti e competitività sono i due pilastri attorno a cui costruire la manovra. Gli stimoli indifferenziati alla domanda non funzionano in un clima di incertezza generalizzata». Occorre «individuare con chiarezza pochi, precisi driver di crescita su cui concentrare le risorse, spiegando in modo trasparente ai cittadini che i frutti si vedranno nel tempo».
Sbagliato, quindi, puntare sulla domanda, dice l'ex manager e uomo dell'Italia a Bruxelles per quale mese. Sbagliato puntare su misure indifferenziate, che spalmano su tanti le poche risorse pubbliche disponibili. Calenda si riferisce al bonus da 80 euro, che è appunto uno stimolo alla domanda dato a una platea ampia.
Non è solo un giudizio sul passato. La critica di Calenda parte da una domanda sulle pensioni e quindi la bocciatura, più che il bonus in busta paga deciso da Renzi a inizio mandato, riguarda le tante ipotesi allo studio del premier e dei suoi consulenti di Palazzo Chigi. Allargamento della platea degli 80 euro, la no tax area per i pensionati e anche l'uscita flessibile, anche se sarà praticamente a costo zero. L'intervento del ministro, insomma, è da leggere insieme all'intervento del viceministro all'Economia Enrico Zanetti, che ha invitato il governo a mettere la flessibilità in uscita dalla pensione in coda all'agenda del governo.
Giovedì dalle pagine del Giornale l'esponente Pd Cesare Damiano ha minacciato ritorsioni nella maggioranza se il governo depotenzierà l'Ape, anticipo pensionistico promesso dal governo ai sindacati. Ma allo stato, nelle tabelle molto provvisorie della legge di Stabilità c'è una spesa inferiore a 300 milioni di euro.
In sostanza non c'è nulla per l'anticipo della pensione attraverso un prestito. Scompare anche il taglio dell'Irpef, che il governo voleva modificare ricalibrando le due aliquote intermedie.
Al momento resistono proprio le misure pro imprese. I premi di risultato alla produttività, la stabilizzazione della decontribuzione, oppure un'altra proroga. Il superammortamento per gli acquisti di macchinari da parte delle imprese. Un capitolo che per il momento vale 2,5 miliardi di euro. Il grosso della manovra consiste nel disinnescare le clausole di salvaguardia, quindi l'aumento dell'Iva. Sulle coperture, il governo per ora resta sul classico: risparmi sugli acquisti. Pochi milioni di euro, per una manovra che potrebbe valere 30 miliardi di euro.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Caro erding, nel 3D di Renzi, dove hai postato un intervento di Francesco Briganti, alla fine termina così:
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
(Francesco Briganti)
chiedi, per favore, chiedi a Briganti cosa intende con :
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
perché la cosa mi preoccupa moltissimo.
Dovremmo essere alla fine e non all'inizio.
Questo stramaledetto Paese ha bisogno subito di uomini alla guida del Paese e non di Bamboccioni Pinocchioni con banda al seguito.
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
(Francesco Briganti)
chiedi, per favore, chiedi a Briganti cosa intende con :
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
perché la cosa mi preoccupa moltissimo.
Dovremmo essere alla fine e non all'inizio.
Questo stramaledetto Paese ha bisogno subito di uomini alla guida del Paese e non di Bamboccioni Pinocchioni con banda al seguito.
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Letta, Berlusconi, larghe intese, Rai e Riforme
Il libro delle promesse (rimangiate) di Renzi
Dal noto “Enrico stai sereno” al “se perdo il referendum lascio”. Antologia delle giravolte del premier
renzi-mix-pp
Politica
I politici sono sempre inclini a cambiare idea. Bersani era contrario alle preferenze, ora le chiede. Forza Italia era favorevole alle riforme (che ha anche scritto), ma ha cominciato a votare contro e ora fa campagna per il no. Il M5s era favorevole alle unioni civili a pacchetto completo. Ma in Parlamento ha ritirato il sostegno e ha costretto i democratici a fare un accordo al ribasso con Ncd. Delle precisazioni di Berlusconi dopo dichiarazioni strampalate sono pieni gli archivi. Ora che a Palazzo Chigi c’è Renzi il test tocca a lui. Tutto è cominciato con la più celebre delle giravolte, diventato ormai motto comune: “Enrico stai sereno”. Come è andata a finire lo sappiamo
di Diego Pretini
^^^^^^^
Renzi, il libro delle promesse (rimangiate): da Letta a Berlusconi, dalle larghe intese alla Rai
Politica
Dall’ormai noto “Enrico stai sereno” al “Se perdo non mi vedete più”. Antologia delle giravolte del premier
di Diego Pretini | 22 agosto 2016
COMMENTI (14)
1,1 mila
I politici sono sempre inclini a cambiare idea. Bersani era contrario alle preferenze, ora le chiede.
Forza Italia era favorevole alle riforme (che ha anche scritto), ma dopo l’elezione a presidente di Sergio Mattarella ha cominciato a votare contro e ora fa campagna per il no.
Il M5s era favorevole alle unioni civili a pacchetto completo, adozione compresa, con tanto di voto degli iscritti due anni prima.
Ma in Parlamento – per ragioni di metodo – ha ritirato il sostegno al testo e ha costretto i democratici a fare un accordo al ribasso con Ncd.
Per Matteo Salvini Stefano Parisi era l’uomo giusto per vincere a Milano, ora definisce il suo modello “perdente”.
Gli esempi sono sterminati e si moltiplicano quando si tratta di chi governa per un tempo ragionevole. Delle precisazioni di Berlusconi dopo dichiarazioni strampalate sono pieni gli archivi delle agenzie di stampa.
Ora che a Palazzo Chigi c’è Matteo Renzi il test tocca a lui.
Tutto è cominciato con la più celebre delle giravolte, diventato ormai motto di uso comune: “Enrico stai sereno”.
Come è andata a finire lo sappiamo.
Ma anche una volta alla Leopolda disse: “La sinistra che cambia idea si chiama destra”.
PROSSIMO CAPITOLO
2. Renzi, il libro delle promesse (rimangiate): da Letta a Berlusconi, dalle larghe intese alla Rai
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
Letta, Berlusconi, larghe intese, Rai e Riforme
Il libro delle promesse (rimangiate) di Renzi
Dal noto “Enrico stai sereno” al “se perdo il referendum lascio”. Antologia delle giravolte del premier
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I politici sono sempre inclini a cambiare idea. Bersani era contrario alle preferenze, ora le chiede. Forza Italia era favorevole alle riforme (che ha anche scritto), ma ha cominciato a votare contro e ora fa campagna per il no. Il M5s era favorevole alle unioni civili a pacchetto completo. Ma in Parlamento ha ritirato il sostegno e ha costretto i democratici a fare un accordo al ribasso con Ncd. Delle precisazioni di Berlusconi dopo dichiarazioni strampalate sono pieni gli archivi. Ora che a Palazzo Chigi c’è Renzi il test tocca a lui. Tutto è cominciato con la più celebre delle giravolte, diventato ormai motto comune: “Enrico stai sereno”. Come è andata a finire lo sappiamo
di Diego Pretini
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Renzi, il libro delle promesse (rimangiate): da Letta a Berlusconi, dalle larghe intese alla Rai
Politica
Dall’ormai noto “Enrico stai sereno” al “Se perdo non mi vedete più”. Antologia delle giravolte del premier
di Diego Pretini | 22 agosto 2016
COMMENTI (14)
1,1 mila
I politici sono sempre inclini a cambiare idea. Bersani era contrario alle preferenze, ora le chiede.
Forza Italia era favorevole alle riforme (che ha anche scritto), ma dopo l’elezione a presidente di Sergio Mattarella ha cominciato a votare contro e ora fa campagna per il no.
Il M5s era favorevole alle unioni civili a pacchetto completo, adozione compresa, con tanto di voto degli iscritti due anni prima.
Ma in Parlamento – per ragioni di metodo – ha ritirato il sostegno al testo e ha costretto i democratici a fare un accordo al ribasso con Ncd.
Per Matteo Salvini Stefano Parisi era l’uomo giusto per vincere a Milano, ora definisce il suo modello “perdente”.
Gli esempi sono sterminati e si moltiplicano quando si tratta di chi governa per un tempo ragionevole. Delle precisazioni di Berlusconi dopo dichiarazioni strampalate sono pieni gli archivi delle agenzie di stampa.
Ora che a Palazzo Chigi c’è Matteo Renzi il test tocca a lui.
Tutto è cominciato con la più celebre delle giravolte, diventato ormai motto di uso comune: “Enrico stai sereno”.
Come è andata a finire lo sappiamo.
Ma anche una volta alla Leopolda disse: “La sinistra che cambia idea si chiama destra”.
PROSSIMO CAPITOLO
2. Renzi, il libro delle promesse (rimangiate): da Letta a Berlusconi, dalle larghe intese alla Rai
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
22 AGO 2016 17:22
OCCHIO A PINOCCHIO
- GRILLO SBERTUCCIA IL CAZZONE RENZI: “AVEVA GIURATO: SE PERDO IL REFERENDUM LASCIO LA POLITICA. ORA DICE: IN OGNI CASO SI VOTERÀ NEL 2018. COS’È SE NON UNA RITRATTAZIONE DI FRONTE ALLA CRESCENTE PAURA DI PERDERE?”
Da “Ansa.it”
"Aveva giurato: se perdo il referendum lascio la politica. Ora dice: in ogni caso si voterà nel 2018. Cos'è se non una ritrattazione di fronte alla crescente paura di perdere?". Così il blog di Beppe Grillo in un post del blogger ed attivista del Movimento, Piero Ricca che commenta l'annuncio di Matteo Renzi di arrivare alle politiche del 2018.
"In caso di dimissioni del governo non spetterebbe certo a lui decidere l'esito della legislatura. Ora è chiaro che se perde il Sì e non se ne vanno (lui e la Boschi), dovremo rinfacciarglielo in ogni occasione pubblica per il resto della loro permanenza in politica. Così si fa - conclude- nei paesi dove memoria e dignità dei cittadini non siano anch'essi pari a zero".
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA
22 AGO 2016 17:22
OCCHIO A PINOCCHIO
- GRILLO SBERTUCCIA IL CAZZONE RENZI: “AVEVA GIURATO: SE PERDO IL REFERENDUM LASCIO LA POLITICA. ORA DICE: IN OGNI CASO SI VOTERÀ NEL 2018. COS’È SE NON UNA RITRATTAZIONE DI FRONTE ALLA CRESCENTE PAURA DI PERDERE?”
Da “Ansa.it”
"Aveva giurato: se perdo il referendum lascio la politica. Ora dice: in ogni caso si voterà nel 2018. Cos'è se non una ritrattazione di fronte alla crescente paura di perdere?". Così il blog di Beppe Grillo in un post del blogger ed attivista del Movimento, Piero Ricca che commenta l'annuncio di Matteo Renzi di arrivare alle politiche del 2018.
"In caso di dimissioni del governo non spetterebbe certo a lui decidere l'esito della legislatura. Ora è chiaro che se perde il Sì e non se ne vanno (lui e la Boschi), dovremo rinfacciarglielo in ogni occasione pubblica per il resto della loro permanenza in politica. Così si fa - conclude- nei paesi dove memoria e dignità dei cittadini non siano anch'essi pari a zero".
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Re: Diario della caduta di un regime.
Caro camillo, ho girato quanto sopra al mio amico Francesco, lui voleva rispondere direttamente qui, ha tentato di iscriversi al forum senza riuscirci.camillobenso ha scritto:Caro erding, nel 3D di Renzi, dove hai postato un intervento di Francesco Briganti, alla fine termina così:
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
(Francesco Briganti)
chiedi, per favore, chiedi a Briganti cosa intende con :
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
perché la cosa mi preoccupa moltissimo.
Dovremmo essere alla fine e non all'inizio.
Questo stramaledetto Paese ha bisogno subito di uomini alla guida del Paese e non di Bamboccioni Pinocchioni con banda al seguito.
Mi ha mandato il testo del post e mi ha detto di inserirlo, lo condivido in pieno. Lo giro senza nulla agiiungere.
"(paolo inseriscilo tu, a me non riesce.)
… povera Italia … Siamo solo all’inizio!. Così terminavo il mio intervento di ieri e lo facevo già intuendo
quanto la mia affermazione potesse essere provocatoria e destabilizzante o, almeno, questo speravo;
vediamone i perché seguendo, naturalmente, una logica del tutto personale a cui dare, evidentemente,
il valore che ciascuno pensa possa avere. Siamo, tutto il paese, contro, ma anche pro compresi,
di fronte ad un governo che non ha mai posto al vaglio del paese un suo programma, né tanto meno le
forze e gli accordi da farsi con esse per riuscire a realizzarlo. E’ un governo, nominato sì dal parlamento e,
dunque, con una evidente legittimazione costituzionale; ma c’è da considerare che quel parlamento è stato
decretato dalla Corte Costituzionale valido ed in carica, per le note ragioni che ora è inutile ripetere,
solo per la normale amministrazione e con il preciso scopo di promulgare una legge elettorale che andasse
a sostituire il Porcellum eliminandone i vizi e rendendo ragioni alla democrazia vera e non a quella ad
usum delphini; per cui resta lapalissiano e chiaro ad ognuno il suo carattere di natura strettamente di scopo.
Ora, è altrettanto lapalissiano per tutti che sin dai suoi primi esordi, nazareno e quant’altro, questo governo ha
esautorato in ogni modo possibile il mandato della Corte Costituzionale e si è comportato neanche avesse
avuto un mandato figlio di un suffragio universale a dispetto di ogni minoranza interna ed esterna, di ogni opposizione,
di ogni uso e costume parlamentare se non facendo uso privatistico di quelli che servivano al raggiungimento di uno
scopo rivelatosi, agli occhi di tutti ed ognuno, esattamente contrari a quanto gli stessi esponenti di questo governo
affermavano prima di raggiungere le leve del comando: quindi rivelandosi, a tutti gli effetti, un assurdo politico tal
qual sarebbe un assurdo biologico uno zombie!. A tutto questo si aggiunge l’ultima affermazione del leopoldino che,
a dispetto di sé stesso, garantisce a tutti un durata del governo sino al duemiladiciotto il che, essendo l’Italia una
democrazia parlamentare, ci rivela senza tema di smentite che egli oggi sa di avere una maggioranza assicurata
tale da non creargli intoppo alcuno almeno sino alla scadenza naturale di quel mandato elettorale che elettorale non
è e che è, invece, caratterizzato da tutti i vizi di forma e di sostanza più sopra elencati; le domande, allora, sono:
“ … come fa ad avere questa sicurezza? “. Egli sa o presuppone di avere una forza parlamentare così coesa e
unita da mantenerlo in piedi a prescindere oppure sa e/o presuppone di avere le armi, politiche e non, necessarie per ?;
e perché di questa sua sicurezza, mai suffragata dal volere popolare, non dà spiegazioni, con numeri e nomi, una volta
per tutte chiare e ben definite?; quali sono quelle forze, quegli alleati, quelle sicumere a garantirgli una permanenza
dovessero vincere i NO al prossimo referendum?. Quindi ecco le motivazioni del mio “ … e pensate siamo solo all’inizio! “.
Risulta, perciò, lampante come un flash in una notte buia, ce lo dice egli stesso, apertamente e senza temere smentite,
che egli andrà avanti nella sua fantascientifica protervia quali che siano gli svolgimenti in divenire usando tutti i mezzi,
tutte le alleanze, tutti i sotterfugi e le astuzie politiche pur di mantenere inalterato quel potere che, conferitogli da una
cariatide illusa di essere un re dispotico, è l’esatta avanguardia di una dittatura democratica a far le prove generali in
attesa di poter eliminare ogni altro aggettivo a tener buone le allodole italiane. Per tutto ciò soltanto chi non volesse
vedere, e sono almeno un venti percento gli italiani accecati, non vedrà ciò che sta per accadere a questo paese;
chi tuttavia vede, teme, anche fosse solo dubbioso, resta sparpagliato in tante minutaglie, per grandi che fossero,
combattuto tra il profittare di una eventuale possibile occasione dovesse toccargli ed una dichiarata fede costituzionale
a contraddire ogni altro futuro potere.
Dunque siamo solo all’inizio … ed io non credo ci sarà molto da ridere!."
Francesco Briganti
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