Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Terremoto centro Italia, esperti: “Decine di repliche, situazione imprevedibile. Non escluse scosse come la principale”
Cronaca
Il sisma è stato provocato dallo 'stiramento' dell’Appennino, ossia il processo di estensione da Est a Ovest. Istituto Nazionale di Geofisica: "Simile a quello de L’Aquila del 2009 e quello di Colfiorito del 1997"
di F. Q. | 24 agosto 2016
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Trentanove scosse in poco più di tre ore in una zona di circa 30 chilometri. Magnitudo pari o superiore a 3, tra fra Lazio, Umbria e Marche. La più micidiale alle 3 e 36, quando un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito violentemente i Comuni di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, e Arquata del Tronto e la frazione di Pescara del Tronto (Ascoli Piceno). Dopo questa scossa si sono registrate decine di repliche, alcune delle quali molto forti. L’ora per ora della catastrofe è stata monitorata dalla Sala Sismica gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dalla quale si rende noto che la situazione è in piena evoluzione. E al momento è impossibile prevedere come potrà evolversi.
“Un terremoto di magnitudo 6.0 si porta dietro una coda di repliche che saranno sicuramente numerose e tenderanno a diminuire di magnitudo però non si può escludere che ci possano essere scosse paragonabili a quella principale”, dice Andrea Tertulliani, sismologo dell’Ingv. “Ogni sequenza ha un suo comportamento particolare – aggiunge – però non possiamo escludere che finisca qui oppure che continui in altro modo. Dobbiamo solo monitorare l’andamento e i dati”. Secondo il sismologo dell’Ingv le analogie con il sisma dell’Aquila nel 2009 riguardano la zona in cui è avvenuto che “è abbastanza vicina all’Aquila anche se in questo caso la magnitudo è più contenuta e, dal punto di vista sismo-tettonico. La fascia appenninica che va dall’Umbria, Marche meridionali e Abruzzo è sede di una sismicità frequente e spesso molto forte”.
Il sisma è stato provocato dallo ‘stiramento’ dell’Appennino, ossia il processo di estensione da Est a Ovest. “Il tipo di movimento osservato dai dati sismici indica una faglia estensionale, simile a quella all’origine dei terremoti più recenti e vicini, ossia quello de L’Aquila del 2009 e quello di Colfiorito del 1997″, spiega all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. “Anche quei terremoti erano stati superficiali, avvenuti come questo alla profondità compresa fra 8 e 10 chilometri, cosa che spiega i forti scuotimenti”.
Le scosse più violente, di magnitudo pari o superiore a 3, sono avvenute nelle prime tre ore dal terremoto principale. La terra ha tremato più forte nella zona di Norcia (Perugia), prima con una scossa magnitudo di 5.4 avvenuta alle 4:33, preceduta appena un minuto prima, alle 4:32, da una scossa di magnitudo 5.1. Nella notte e nelle prime ore del mattino si sono registrate anche cinque terremoti di magnitudo superiore a 4. La prima è avvenuta a Rieti alle 3:56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale. Sempre nella zona di Rieti c’è stata una scossa di magnitudo 4.0 alle 5:08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5:40. Nell’area di Perugia si è registrata una replica di magnitudo 4.1 alle 4:49, seguita da una di magnitudo 4.3 alle 6:06.
Potrà dire qualcosa in più l’analisi delle repliche, soprattutto quella della loro distribuzione. Sembrano infatti circondare la zona dell’epicentro. “La scossa principale – aggiunge Amato – è al centro delle distribuzione delle repliche alle due estremità della faglia. Nell’arco delle prime 2-3 ore le più forti si sono concentrate ai bordi della zona colpita, in un raggio di 30 chilometri. Stiamo valutando se questi dati possano essere un indizio per capire come potrà evolvere la situazione”.
VIDEO :
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... e/2993114/
Cronaca
Il sisma è stato provocato dallo 'stiramento' dell’Appennino, ossia il processo di estensione da Est a Ovest. Istituto Nazionale di Geofisica: "Simile a quello de L’Aquila del 2009 e quello di Colfiorito del 1997"
di F. Q. | 24 agosto 2016
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Trentanove scosse in poco più di tre ore in una zona di circa 30 chilometri. Magnitudo pari o superiore a 3, tra fra Lazio, Umbria e Marche. La più micidiale alle 3 e 36, quando un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito violentemente i Comuni di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, e Arquata del Tronto e la frazione di Pescara del Tronto (Ascoli Piceno). Dopo questa scossa si sono registrate decine di repliche, alcune delle quali molto forti. L’ora per ora della catastrofe è stata monitorata dalla Sala Sismica gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dalla quale si rende noto che la situazione è in piena evoluzione. E al momento è impossibile prevedere come potrà evolversi.
“Un terremoto di magnitudo 6.0 si porta dietro una coda di repliche che saranno sicuramente numerose e tenderanno a diminuire di magnitudo però non si può escludere che ci possano essere scosse paragonabili a quella principale”, dice Andrea Tertulliani, sismologo dell’Ingv. “Ogni sequenza ha un suo comportamento particolare – aggiunge – però non possiamo escludere che finisca qui oppure che continui in altro modo. Dobbiamo solo monitorare l’andamento e i dati”. Secondo il sismologo dell’Ingv le analogie con il sisma dell’Aquila nel 2009 riguardano la zona in cui è avvenuto che “è abbastanza vicina all’Aquila anche se in questo caso la magnitudo è più contenuta e, dal punto di vista sismo-tettonico. La fascia appenninica che va dall’Umbria, Marche meridionali e Abruzzo è sede di una sismicità frequente e spesso molto forte”.
Il sisma è stato provocato dallo ‘stiramento’ dell’Appennino, ossia il processo di estensione da Est a Ovest. “Il tipo di movimento osservato dai dati sismici indica una faglia estensionale, simile a quella all’origine dei terremoti più recenti e vicini, ossia quello de L’Aquila del 2009 e quello di Colfiorito del 1997″, spiega all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. “Anche quei terremoti erano stati superficiali, avvenuti come questo alla profondità compresa fra 8 e 10 chilometri, cosa che spiega i forti scuotimenti”.
Le scosse più violente, di magnitudo pari o superiore a 3, sono avvenute nelle prime tre ore dal terremoto principale. La terra ha tremato più forte nella zona di Norcia (Perugia), prima con una scossa magnitudo di 5.4 avvenuta alle 4:33, preceduta appena un minuto prima, alle 4:32, da una scossa di magnitudo 5.1. Nella notte e nelle prime ore del mattino si sono registrate anche cinque terremoti di magnitudo superiore a 4. La prima è avvenuta a Rieti alle 3:56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale. Sempre nella zona di Rieti c’è stata una scossa di magnitudo 4.0 alle 5:08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5:40. Nell’area di Perugia si è registrata una replica di magnitudo 4.1 alle 4:49, seguita da una di magnitudo 4.3 alle 6:06.
Potrà dire qualcosa in più l’analisi delle repliche, soprattutto quella della loro distribuzione. Sembrano infatti circondare la zona dell’epicentro. “La scossa principale – aggiunge Amato – è al centro delle distribuzione delle repliche alle due estremità della faglia. Nell’arco delle prime 2-3 ore le più forti si sono concentrate ai bordi della zona colpita, in un raggio di 30 chilometri. Stiamo valutando se questi dati possano essere un indizio per capire come potrà evolvere la situazione”.
VIDEO :
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Re: Diario della caduta di un regime.
UN PROBLEMA TUTTO ITALIANO
FLASH! - "IL TEMPO" E DAGOSPIA: AIUTIAMO SUBITO LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO...
VEDI MESSAGGIO CONGIUNTO:
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 130828.htm
DETTI ITALIANI:
1. "ITALIANI, BRAVA GENTE"
2. "MILAN L'HA GA' EL CEUR IN MAN"
Il primo istinto è quello di aiutarli. MA POI RITORNANO IN MENTE LE ESPERIENZE PASSATE.
L'UNICO VERO AIUTO SAREBBE QUELLO DI DARE UNA MANO SUL POSTO PER CERCARE DI SALVARE QUALCUNO DALLE MACERIE.
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http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 130828.htm
DETTI ITALIANI:
1. "ITALIANI, BRAVA GENTE"
2. "MILAN L'HA GA' EL CEUR IN MAN"
Il primo istinto è quello di aiutarli. MA POI RITORNANO IN MENTE LE ESPERIENZE PASSATE.
L'UNICO VERO AIUTO SAREBBE QUELLO DI DARE UNA MANO SUL POSTO PER CERCARE DI SALVARE QUALCUNO DALLE MACERIE.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Sisma devasta il Centro Italia, decine di morti
Almeno 73 vittime accertate. Si scava fra le macerie. Colpiti Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto
200 scosse di assestamento. Protezione civile: “Case implose. La fase critica deve ancora iniziare”
Cronaca
Paesi rasi al suolo, cumuli di macerie. Almeno 73 morti, decine di dispersi, centinaia di feriti e oltre 2.500 sfollati. “E’ un dramma, un macello”, dice Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, in provincia di Rieti. Un paese devastato dalla scossa di magnitudo 6.0 avvenuta alle 3.36, che ha travolto anche Accumoli, Arquata e la sua frazione Pescara del Tronto. Distrutta. L’epicentro del sisma è stato a 4 chilometri di profondità nei pressi ad Accumoli. Le scosse continuano: oltre 200, la più forte di magnitudo 4.7 nel pomeriggio
di F. Amato, A. Bartolini, E. Bianchini, C. Brusini, G. Pipitone, M. Portanova, D. Pretini, G. Putignano, C. Rossi
^^^^^^^^^^
Terremoto Centro Italia: la diretta. Almeno 73 morti. “Case implose, fase critica deve ancora iniziare” (Foto e video)
Terremoto Amatrice 18
< 1/107 >(Foto e video)
Cronaca
La scossa è avvenuta nella notte alle 3,36. Rase al suolo la frazione di Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, e Amatrice (Rieti). Il sindaco: "E' un macello". Il sismologo Boschi: "Forte rischio di una seconda forte scossa nell'area, che è di massima pericolosità"
di F. Q. | 24 agosto 2016
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Più informazioni su: Marche, Rieti, Terremoto, Terremoto Centro Italia
Paesi rasi al suolo, cumuli di macerie. Almeno 73 morti, decine di dispersi, centinaia di feriti (leggi le testimonianze) e oltre 2.500 sfollati. “E’ un dramma, un macello”, dice Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, in provincia di Rieti (foto). Un paese devastato dalla scossa di magnitudo 6.0 avvenuta alle 3.36, che ha travolto anche Accumoli – sempre in provincia di Rieti -, Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto (foto). Distrutta. Tutti borghi che d’estate si rianimano di turisti e famiglie in vacanza. L’epicentro del sisma – avvertito in Abruzzo, Umbria, Lazio ed Emilia Romagna - è stato a 4 chilometri di profondità nei pressi ad Accumoli (foto), dove la situazione è “drammatica”, dice il primo cittadino Stefano Petrucci. Le scosse continuano: oltre 160 nelle ultime 9 ore, la più forte di magnitudo 4.7 nel pomeriggio. Oltre 500 i vigili del fuoco mobilitati per i soccorsi, oltre a squadre cinofile, polizia, militari, sommozzatori, protezione civile e volontari.
VEDI: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... o/2992595/
Almeno 73 vittime accertate. Si scava fra le macerie. Colpiti Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto
200 scosse di assestamento. Protezione civile: “Case implose. La fase critica deve ancora iniziare”
Cronaca
Paesi rasi al suolo, cumuli di macerie. Almeno 73 morti, decine di dispersi, centinaia di feriti e oltre 2.500 sfollati. “E’ un dramma, un macello”, dice Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, in provincia di Rieti. Un paese devastato dalla scossa di magnitudo 6.0 avvenuta alle 3.36, che ha travolto anche Accumoli, Arquata e la sua frazione Pescara del Tronto. Distrutta. L’epicentro del sisma è stato a 4 chilometri di profondità nei pressi ad Accumoli. Le scosse continuano: oltre 200, la più forte di magnitudo 4.7 nel pomeriggio
di F. Amato, A. Bartolini, E. Bianchini, C. Brusini, G. Pipitone, M. Portanova, D. Pretini, G. Putignano, C. Rossi
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Terremoto Centro Italia: la diretta. Almeno 73 morti. “Case implose, fase critica deve ancora iniziare” (Foto e video)
Terremoto Amatrice 18
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Cronaca
La scossa è avvenuta nella notte alle 3,36. Rase al suolo la frazione di Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, e Amatrice (Rieti). Il sindaco: "E' un macello". Il sismologo Boschi: "Forte rischio di una seconda forte scossa nell'area, che è di massima pericolosità"
di F. Q. | 24 agosto 2016
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Paesi rasi al suolo, cumuli di macerie. Almeno 73 morti, decine di dispersi, centinaia di feriti (leggi le testimonianze) e oltre 2.500 sfollati. “E’ un dramma, un macello”, dice Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, in provincia di Rieti (foto). Un paese devastato dalla scossa di magnitudo 6.0 avvenuta alle 3.36, che ha travolto anche Accumoli – sempre in provincia di Rieti -, Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto (foto). Distrutta. Tutti borghi che d’estate si rianimano di turisti e famiglie in vacanza. L’epicentro del sisma – avvertito in Abruzzo, Umbria, Lazio ed Emilia Romagna - è stato a 4 chilometri di profondità nei pressi ad Accumoli (foto), dove la situazione è “drammatica”, dice il primo cittadino Stefano Petrucci. Le scosse continuano: oltre 160 nelle ultime 9 ore, la più forte di magnitudo 4.7 nel pomeriggio. Oltre 500 i vigili del fuoco mobilitati per i soccorsi, oltre a squadre cinofile, polizia, militari, sommozzatori, protezione civile e volontari.
VEDI: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... o/2992595/
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Re: Diario della caduta di un regime.
Terremoto in centro Italia, perché rischiamo sempre un'altra L'Aquila
Mentre si aggrava il bilancio del terremoto che ha colpito la valle del Tronto e Amatrice, molte le similitudini con il sisma che colpì l'Abruzzo sette anni fa. I luoghi sono contigui. E una constatazione si affaccia: la lunga sequenza di tragedie provocate dai terremoti ci ha insegnato poco nel campo della prevenzione e dell'educazione di massa
DI LUIGI VICINANZA
24 agosto 2016
Terremoto in centro Italia, perché rischiamo sempre un'altra L'Aquila
L'ora, la stessa. Minuto più minuto meno. 3,36 segna l'orologio sul campanile di quel che resta di Amatrice. Erano le 3,32 sette anni fa all'Aquila. L'ora dolce della notte. Sonno profondo. 24 agosto 2016, un mercoledì di fine estate, borghi dell'Appennino centrale ancora affollati di turisti; per molti è un ritorno a casa: quella dei genitori, dei nonni.
Le radici, non le puoi tagliare. 6 aprile 2009, un lunedì della settimana santa: tanti studenti universitari erano già andati via dall'Aquila per tornare in vacanza alle loro case. Le radici, furono la salvezza. Non per quei poveri figli che erano invece rimasti ospiti nella malmessa Casa dello studente. E poi il risveglio con gli occhi sgranati per il terrore, l'odore acre della polvere che ti toglie il respiro, il buio, le prime voci che diventano pianti, disperazione. La malanotte.
Quante similitudini. I luoghi sono contigui, oggi come sette anni fa. Rieti, Amatrice, Accumuli, Pescara del Tronto, L'Aquila, Onna. Borghi antichi solo in parte preservati dal dilagare delle costruzioni in cemento armato non meno fragili di quelle d'un tempo. Presepi preziosi e sfasciume pendulo, secondo la definizione dei primi del '900 di un meridionalista appassionato quale fu Giustino Fortunato.
È la mescolanza contraddittoria di tanta parte dei nostri territori interni, appenninici, destinati all'inesorabile spopolamento, salvo rivitalizzarsi poche settimane all'anno. Le radici profonde, ancora vitali. Oggi si sono rivelate fonte di dolore e spaesamento. Non è l'ora delle recriminazioni e delle accuse. Ma del soccorso, del conforto, dell'assistenza.
Ci sono ancora vite da salvare, si spera. Eppure la lunga sequenza di tragedie provocate dai terremoti ci ha insegnato poco nel campo della prevenzione e dell'educazione di massa. Niente piani di evacuazione, niente punti di raccolta, niente di niente. Un'impreparazione collettiva resa ancora più evidente dal senso di impotenza trasmesso dalle immagine delle dirette televisive. Un ultimo ricordo, infine, legato alla malanotte dell'Aquila. Si scoprì, tempo dopo, che alcuni avevano riso al telefono scambiandosi le notizie sul disastro: vedevano grandi appalti all'orizzonte. La risata delle iene. Siamo sicuri che quella specie animale si sia estinta? Auguriamocelo
VIDEO:
http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO
Mentre si aggrava il bilancio del terremoto che ha colpito la valle del Tronto e Amatrice, molte le similitudini con il sisma che colpì l'Abruzzo sette anni fa. I luoghi sono contigui. E una constatazione si affaccia: la lunga sequenza di tragedie provocate dai terremoti ci ha insegnato poco nel campo della prevenzione e dell'educazione di massa
DI LUIGI VICINANZA
24 agosto 2016
Terremoto in centro Italia, perché rischiamo sempre un'altra L'Aquila
L'ora, la stessa. Minuto più minuto meno. 3,36 segna l'orologio sul campanile di quel che resta di Amatrice. Erano le 3,32 sette anni fa all'Aquila. L'ora dolce della notte. Sonno profondo. 24 agosto 2016, un mercoledì di fine estate, borghi dell'Appennino centrale ancora affollati di turisti; per molti è un ritorno a casa: quella dei genitori, dei nonni.
Le radici, non le puoi tagliare. 6 aprile 2009, un lunedì della settimana santa: tanti studenti universitari erano già andati via dall'Aquila per tornare in vacanza alle loro case. Le radici, furono la salvezza. Non per quei poveri figli che erano invece rimasti ospiti nella malmessa Casa dello studente. E poi il risveglio con gli occhi sgranati per il terrore, l'odore acre della polvere che ti toglie il respiro, il buio, le prime voci che diventano pianti, disperazione. La malanotte.
Quante similitudini. I luoghi sono contigui, oggi come sette anni fa. Rieti, Amatrice, Accumuli, Pescara del Tronto, L'Aquila, Onna. Borghi antichi solo in parte preservati dal dilagare delle costruzioni in cemento armato non meno fragili di quelle d'un tempo. Presepi preziosi e sfasciume pendulo, secondo la definizione dei primi del '900 di un meridionalista appassionato quale fu Giustino Fortunato.
È la mescolanza contraddittoria di tanta parte dei nostri territori interni, appenninici, destinati all'inesorabile spopolamento, salvo rivitalizzarsi poche settimane all'anno. Le radici profonde, ancora vitali. Oggi si sono rivelate fonte di dolore e spaesamento. Non è l'ora delle recriminazioni e delle accuse. Ma del soccorso, del conforto, dell'assistenza.
Ci sono ancora vite da salvare, si spera. Eppure la lunga sequenza di tragedie provocate dai terremoti ci ha insegnato poco nel campo della prevenzione e dell'educazione di massa. Niente piani di evacuazione, niente punti di raccolta, niente di niente. Un'impreparazione collettiva resa ancora più evidente dal senso di impotenza trasmesso dalle immagine delle dirette televisive. Un ultimo ricordo, infine, legato alla malanotte dell'Aquila. Si scoprì, tempo dopo, che alcuni avevano riso al telefono scambiandosi le notizie sul disastro: vedevano grandi appalti all'orizzonte. La risata delle iene. Siamo sicuri che quella specie animale si sia estinta? Auguriamocelo
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Re: Diario della caduta di un regime.
EMERGENZA
Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici
Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia
DI FEDERICA BIANCHI
24 agosto 2016
Terremoto a Pescara del Tronto
I terremoti in Italia sono diventati una frequente emergenza nazionale. In un Paese dove la maggior parte delle case è stata costruita prima del 1980, con criteri che non tenevano minimamente in considerazione il rischio sismico, i crolli degli edifici sono i principali forieri di morte.
Abbiamo assistito basiti ai crolli dell'Aquila nel 2009, alla devastazione in Emilia nel 2012 e ora all'annullamento di paesini-presepi dei nostri appennini come Amatrice. Decine di vittime ogni volta. Decine di famiglie fisicamente ed economicamente distrutte. «Anziché fare prevenzione noi ci accontentiamo di gestire l'emergenza», dice frustrato il sismologo Massimo Cocco. «Finora l'unica politica industriale del Paese sono state le detrazioni fiscali legate alle iniziative di intervento privato per la riqualificazione degli edifici», sottolinea Luca Dondi, economista responsabile della ricerca del settore real-estate dell'Istituto di ricerca Nomisma. Ma i soldi sono parzialmente recuperati solo con una rateizzazione della quota in deducibilità fiscale su dieci anni e, soprattutto, l'esborso complessivo iniziale resta a carico del singolo. In un momento di depressione economica.
E allora una proposta al governo di Matteo Renzi: perché non utilizzare quei 10-15 miliardi di spesa concessi dall'Unione europea sotto il cappello “flessibilità” per una riqualificazione in chiave antisismica dei principali edifici pubblici situati in zone ad alto rischio? Non solo il governo lancerebbe finalmente un piano nazionale infrastrutturale che in futuro potrebbe salvare la vita a migliaia di persone ma, nel farlo, genererebbe un volano prezioso di occupazione e sviluppo economico. «In effetti il settore edilizio, ancora oggi in crisi, ha la capacità di moltiplicare l'occupazione», sottolinea Carlo Altomonte, docente di economia politica all'università Bocconi: «Sarebbero soldi destinati a investimenti pubblici che potrebbero seguire la stessa procedura pensata per il progetto di estensione della banda larga».
È stato d'altra parte lo stesso Renzi a sottolineare recentemente a Bari che «i primi a pagare le conseguenze del fiscal compact furono gli amministratori locali che, messi al bivio tra tagliare servizi e investimenti, tagliavano gli investimenti, con un danno pazzesco per la nostra economia. Spendevamo 40 miliardi all'anno di investimenti e siamo passati a venti miliardi: una diminuzione devastante».
A concordare con la necessità di un intervento di spesa pubblica nazionale sono in tanti. Da tempo. «Non mi capacito del perché non si fece in Emilia Romagna, al tempo in cui era premier Mario Monti. Ci trovavamo nella stessa esigenza di flessibilità di adesso, anzi peggio perché eravamo in recessione», sottolinea un economista della compagine governativa.
Questa sarebbe l'occasione buona. Anche perché i terremoti in Italia non spariranno. Tra il 1620 e il 1790 la penisola fu soggetta a devastazioni continue di 6 e anche 7 gradi di magnitudo che, tra i tanti luoghi, colpirono anche Amatrice e Accumoli. Poi scosse meno importanti per circa 200 anni. E adesso ci risiamo. «Il governo dovrebbe mettere in sicurezza almeno ospedali e scuole», continua Cocco, «e i cittadini capire che se abitano in zone ad alto rischio sismico devono mettere in sicurezza la propria casa, sebbene farlo sia costoso». E magari il piano governativo potrebbe anche potenziare gli eco-bonus in chiave antisismica, chiosa il sismologo Enzo Boschi.
La mappatura del diverso grado di pericolosità sismica delle varie regioni italiane è pronta dal 2004. Con tanto di eliminazione della categoria 4 che avrebbe permesso la costruzione senza l'utilizzo di norme antisismiche come avveniva in passato. E non più. Perché tutto il Paese è a rischio terremoti. E deve imparare a conviverci. Puntando, finalmente, sulle opere di prevenzione.
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Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici
Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia
DI FEDERICA BIANCHI
24 agosto 2016
Terremoto a Pescara del Tronto
I terremoti in Italia sono diventati una frequente emergenza nazionale. In un Paese dove la maggior parte delle case è stata costruita prima del 1980, con criteri che non tenevano minimamente in considerazione il rischio sismico, i crolli degli edifici sono i principali forieri di morte.
Abbiamo assistito basiti ai crolli dell'Aquila nel 2009, alla devastazione in Emilia nel 2012 e ora all'annullamento di paesini-presepi dei nostri appennini come Amatrice. Decine di vittime ogni volta. Decine di famiglie fisicamente ed economicamente distrutte. «Anziché fare prevenzione noi ci accontentiamo di gestire l'emergenza», dice frustrato il sismologo Massimo Cocco. «Finora l'unica politica industriale del Paese sono state le detrazioni fiscali legate alle iniziative di intervento privato per la riqualificazione degli edifici», sottolinea Luca Dondi, economista responsabile della ricerca del settore real-estate dell'Istituto di ricerca Nomisma. Ma i soldi sono parzialmente recuperati solo con una rateizzazione della quota in deducibilità fiscale su dieci anni e, soprattutto, l'esborso complessivo iniziale resta a carico del singolo. In un momento di depressione economica.
E allora una proposta al governo di Matteo Renzi: perché non utilizzare quei 10-15 miliardi di spesa concessi dall'Unione europea sotto il cappello “flessibilità” per una riqualificazione in chiave antisismica dei principali edifici pubblici situati in zone ad alto rischio? Non solo il governo lancerebbe finalmente un piano nazionale infrastrutturale che in futuro potrebbe salvare la vita a migliaia di persone ma, nel farlo, genererebbe un volano prezioso di occupazione e sviluppo economico. «In effetti il settore edilizio, ancora oggi in crisi, ha la capacità di moltiplicare l'occupazione», sottolinea Carlo Altomonte, docente di economia politica all'università Bocconi: «Sarebbero soldi destinati a investimenti pubblici che potrebbero seguire la stessa procedura pensata per il progetto di estensione della banda larga».
È stato d'altra parte lo stesso Renzi a sottolineare recentemente a Bari che «i primi a pagare le conseguenze del fiscal compact furono gli amministratori locali che, messi al bivio tra tagliare servizi e investimenti, tagliavano gli investimenti, con un danno pazzesco per la nostra economia. Spendevamo 40 miliardi all'anno di investimenti e siamo passati a venti miliardi: una diminuzione devastante».
A concordare con la necessità di un intervento di spesa pubblica nazionale sono in tanti. Da tempo. «Non mi capacito del perché non si fece in Emilia Romagna, al tempo in cui era premier Mario Monti. Ci trovavamo nella stessa esigenza di flessibilità di adesso, anzi peggio perché eravamo in recessione», sottolinea un economista della compagine governativa.
Questa sarebbe l'occasione buona. Anche perché i terremoti in Italia non spariranno. Tra il 1620 e il 1790 la penisola fu soggetta a devastazioni continue di 6 e anche 7 gradi di magnitudo che, tra i tanti luoghi, colpirono anche Amatrice e Accumoli. Poi scosse meno importanti per circa 200 anni. E adesso ci risiamo. «Il governo dovrebbe mettere in sicurezza almeno ospedali e scuole», continua Cocco, «e i cittadini capire che se abitano in zone ad alto rischio sismico devono mettere in sicurezza la propria casa, sebbene farlo sia costoso». E magari il piano governativo potrebbe anche potenziare gli eco-bonus in chiave antisismica, chiosa il sismologo Enzo Boschi.
La mappatura del diverso grado di pericolosità sismica delle varie regioni italiane è pronta dal 2004. Con tanto di eliminazione della categoria 4 che avrebbe permesso la costruzione senza l'utilizzo di norme antisismiche come avveniva in passato. E non più. Perché tutto il Paese è a rischio terremoti. E deve imparare a conviverci. Puntando, finalmente, sulle opere di prevenzione.
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Re: Diario della caduta di un regime.
INDOVINA INDOVINELLO.........................CHI NON SARA' D'ACCORDO AD IMPIEGARE I 10 MILIARDI DELLA FLESSIBILITA' UE??????????????????????????????????
Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici
Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia
DOPO TUTTA LA FATICACCIA PER AVERE UN FONDO DA SPENDERE E SPANDERE PER SALVARE LA SUA CADREGA, GLI ESPERTI POSSONO ANDARE A...............................................
Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici
Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia
DOPO TUTTA LA FATICACCIA PER AVERE UN FONDO DA SPENDERE E SPANDERE PER SALVARE LA SUA CADREGA, GLI ESPERTI POSSONO ANDARE A...............................................
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Re: Diario della caduta di un regime.
DOMANDA AL FORUM, CON PREGHIERA DI RISPOSTA.camillobenso ha scritto:EMERGENZA
Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici
Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia
DI FEDERICA BIANCHI
24 agosto 2016
Terremoto a Pescara del Tronto
I terremoti in Italia sono diventati una frequente emergenza nazionale. In un Paese dove la maggior parte delle case è stata costruita prima del 1980, con criteri che non tenevano minimamente in considerazione il rischio sismico, i crolli degli edifici sono i principali forieri di morte.
Abbiamo assistito basiti ai crolli dell'Aquila nel 2009, alla devastazione in Emilia nel 2012 e ora all'annullamento di paesini-presepi dei nostri appennini come Amatrice. Decine di vittime ogni volta. Decine di famiglie fisicamente ed economicamente distrutte. «Anziché fare prevenzione noi ci accontentiamo di gestire l'emergenza», dice frustrato il sismologo Massimo Cocco. «Finora l'unica politica industriale del Paese sono state le detrazioni fiscali legate alle iniziative di intervento privato per la riqualificazione degli edifici», sottolinea Luca Dondi, economista responsabile della ricerca del settore real-estate dell'Istituto di ricerca Nomisma. Ma i soldi sono parzialmente recuperati solo con una rateizzazione della quota in deducibilità fiscale su dieci anni e, soprattutto, l'esborso complessivo iniziale resta a carico del singolo. In un momento di depressione economica.
E allora una proposta al governo di Matteo Renzi: perché non utilizzare quei 10-15 miliardi di spesa concessi dall'Unione europea sotto il cappello “flessibilità” per una riqualificazione in chiave antisismica dei principali edifici pubblici situati in zone ad alto rischio? Non solo il governo lancerebbe finalmente un piano nazionale infrastrutturale che in futuro potrebbe salvare la vita a migliaia di persone ma, nel farlo, genererebbe un volano prezioso di occupazione e sviluppo economico. «In effetti il settore edilizio, ancora oggi in crisi, ha la capacità di moltiplicare l'occupazione», sottolinea Carlo Altomonte, docente di economia politica all'università Bocconi: «Sarebbero soldi destinati a investimenti pubblici che potrebbero seguire la stessa procedura pensata per il progetto di estensione della banda larga».
È stato d'altra parte lo stesso Renzi a sottolineare recentemente a Bari che «i primi a pagare le conseguenze del fiscal compact furono gli amministratori locali che, messi al bivio tra tagliare servizi e investimenti, tagliavano gli investimenti, con un danno pazzesco per la nostra economia. Spendevamo 40 miliardi all'anno di investimenti e siamo passati a venti miliardi: una diminuzione devastante».
A concordare con la necessità di un intervento di spesa pubblica nazionale sono in tanti. Da tempo. «Non mi capacito del perché non si fece in Emilia Romagna, al tempo in cui era premier Mario Monti. Ci trovavamo nella stessa esigenza di flessibilità di adesso, anzi peggio perché eravamo in recessione», sottolinea un economista della compagine governativa.
Questa sarebbe l'occasione buona. Anche perché i terremoti in Italia non spariranno. Tra il 1620 e il 1790 la penisola fu soggetta a devastazioni continue di 6 e anche 7 gradi di magnitudo che, tra i tanti luoghi, colpirono anche Amatrice e Accumoli. Poi scosse meno importanti per circa 200 anni. E adesso ci risiamo. «Il governo dovrebbe mettere in sicurezza almeno ospedali e scuole», continua Cocco, «e i cittadini capire che se abitano in zone ad alto rischio sismico devono mettere in sicurezza la propria casa, sebbene farlo sia costoso». E magari il piano governativo potrebbe anche potenziare gli eco-bonus in chiave antisismica, chiosa il sismologo Enzo Boschi.
La mappatura del diverso grado di pericolosità sismica delle varie regioni italiane è pronta dal 2004. Con tanto di eliminazione della categoria 4 che avrebbe permesso la costruzione senza l'utilizzo di norme antisismiche come avveniva in passato. E non più. Perché tutto il Paese è a rischio terremoti. E deve imparare a conviverci. Puntando, finalmente, sulle opere di prevenzione.
http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO
NELL’ARTICOLO:
EMERGENZA
Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici
Di FEDERICA BIANCHI, SULL’ESPRESSO.IT, PRESENTE IN RETE, LA GIORNALISTA SOSTIENE:
Questa sarebbe l'occasione buona. Anche perché i terremoti in Italia non spariranno. Tra il 1620 e il 1790 la penisola fu soggetta a devastazioni continue di 6 e anche 7 gradi di magnitudo che, tra i tanti luoghi, colpirono anche Amatrice e Accumoli. Poi scosse meno importanti per circa 200 anni. E adesso ci risiamo. «Il governo dovrebbe mettere in sicurezza almeno ospedali e scuole», continua Cocco, «e i cittadini capire che se abitano in zone ad alto rischio sismico devono mettere in sicurezza la propria casa, sebbene farlo sia costoso». E magari il piano governativo potrebbe anche potenziare gli eco-bonus in chiave antisismica, chiosa il sismologo Enzo Boschi.
omissis
e conclude:
Perché tutto il Paese è a rischio terremoti. E deve imparare a conviverci. Puntando, finalmente, sulle opere di prevenzione.
Dal punto di vista tecnico e sociale questa osservazione non fa una grinza.
Tanto più che in premessa scrive:
Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia
SECONDO VOI COSA BISOGNEREBBE METTERE IN PIEDI PER OBBLIGARE MUSSOLONI AD IMPIEGARE I SOLDI DELLA FLESSIBILITA’ CONCESSA DALLA UE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI????????
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Re: Diario della caduta di un regime.
erding ha scritto:Caro camillo, ho girato quanto sopra al mio amico Francesco, lui voleva rispondere direttamente qui, ha tentato di iscriversi al forum senza riuscirci.camillobenso ha scritto:Caro erding, nel 3D di Renzi, dove hai postato un intervento di Francesco Briganti, alla fine termina così:
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
(Francesco Briganti)
chiedi, per favore, chiedi a Briganti cosa intende con :
… e pensate, siamo solo all’inizio!. "
perché la cosa mi preoccupa moltissimo.
Dovremmo essere alla fine e non all'inizio.
Questo stramaledetto Paese ha bisogno subito di uomini alla guida del Paese e non di Bamboccioni Pinocchioni con banda al seguito.
Mi ha mandato il testo del post e mi ha detto di inserirlo, lo condivido in pieno. Lo giro senza nulla agiiungere.
"(paolo inseriscilo tu, a me non riesce.)
… povera Italia … Siamo solo all’inizio!. Così terminavo il mio intervento di ieri e lo facevo già intuendo
quanto la mia affermazione potesse essere provocatoria e destabilizzante o, almeno, questo speravo;
vediamone i perché seguendo, naturalmente, una logica del tutto personale a cui dare, evidentemente,
il valore che ciascuno pensa possa avere. Siamo, tutto il paese, contro, ma anche pro compresi,
di fronte ad un governo che non ha mai posto al vaglio del paese un suo programma, né tanto meno le
forze e gli accordi da farsi con esse per riuscire a realizzarlo. E’ un governo, nominato sì dal parlamento e,
dunque, con una evidente legittimazione costituzionale; ma c’è da considerare che quel parlamento è stato
decretato dalla Corte Costituzionale valido ed in carica, per le note ragioni che ora è inutile ripetere,
solo per la normale amministrazione e con il preciso scopo di promulgare una legge elettorale che andasse
a sostituire il Porcellum eliminandone i vizi e rendendo ragioni alla democrazia vera e non a quella ad
usum delphini; per cui resta lapalissiano e chiaro ad ognuno il suo carattere di natura strettamente di scopo.
Ora, è altrettanto lapalissiano per tutti che sin dai suoi primi esordi, nazareno e quant’altro, questo governo ha
esautorato in ogni modo possibile il mandato della Corte Costituzionale e si è comportato neanche avesse
avuto un mandato figlio di un suffragio universale a dispetto di ogni minoranza interna ed esterna, di ogni opposizione,
di ogni uso e costume parlamentare se non facendo uso privatistico di quelli che servivano al raggiungimento di uno
scopo rivelatosi, agli occhi di tutti ed ognuno, esattamente contrari a quanto gli stessi esponenti di questo governo
affermavano prima di raggiungere le leve del comando: quindi rivelandosi, a tutti gli effetti, un assurdo politico tal
qual sarebbe un assurdo biologico uno zombie!. A tutto questo si aggiunge l’ultima affermazione del leopoldino che,
a dispetto di sé stesso, garantisce a tutti un durata del governo sino al duemiladiciotto il che, essendo l’Italia una
democrazia parlamentare, ci rivela senza tema di smentite che egli oggi sa di avere una maggioranza assicurata
tale da non creargli intoppo alcuno almeno sino alla scadenza naturale di quel mandato elettorale che elettorale non
è e che è, invece, caratterizzato da tutti i vizi di forma e di sostanza più sopra elencati; le domande, allora, sono:
“ … come fa ad avere questa sicurezza? “. Egli sa o presuppone di avere una forza parlamentare così coesa e
unita da mantenerlo in piedi a prescindere oppure sa e/o presuppone di avere le armi, politiche e non, necessarie per ?;
e perché di questa sua sicurezza, mai suffragata dal volere popolare, non dà spiegazioni, con numeri e nomi, una volta
per tutte chiare e ben definite?; quali sono quelle forze, quegli alleati, quelle sicumere a garantirgli una permanenza
dovessero vincere i NO al prossimo referendum?. Quindi ecco le motivazioni del mio “ … e pensate siamo solo all’inizio! “.
Risulta, perciò, lampante come un flash in una notte buia, ce lo dice egli stesso, apertamente e senza temere smentite,
che egli andrà avanti nella sua fantascientifica protervia quali che siano gli svolgimenti in divenire usando tutti i mezzi,
tutte le alleanze, tutti i sotterfugi e le astuzie politiche pur di mantenere inalterato quel potere che, conferitogli da una
cariatide illusa di essere un re dispotico, è l’esatta avanguardia di una dittatura democratica a far le prove generali in
attesa di poter eliminare ogni altro aggettivo a tener buone le allodole italiane. Per tutto ciò soltanto chi non volesse
vedere, e sono almeno un venti percento gli italiani accecati, non vedrà ciò che sta per accadere a questo paese;
chi tuttavia vede, teme, anche fosse solo dubbioso, resta sparpagliato in tante minutaglie, per grandi che fossero,
combattuto tra il profittare di una eventuale possibile occasione dovesse toccargli ed una dichiarata fede costituzionale
a contraddire ogni altro futuro potere.
Dunque siamo solo all’inizio … ed io non credo ci sarà molto da ridere!."
Francesco Briganti
CARO ERDING GRAZIE,...E RINGRAZIA ANCHE BRIGANTI.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Terremoto in Centro Italia, i morti sono 247
I vigili del fuoco: ‘Non escludiamo sopravvissuti’
Si scava tra le macerie dei paesi rasi a suolo dal sisma che ha sconvolto Lazio e Marche (la cronaca di ieri)
VIDEO – PRIMA NOTTE DA SFOLLATI: ‘RICOSTRUIRE? CHISSA’ SE SARA’ POSSIBILE’ (di Marceddu e Zaccariello)
Cronaca
Hanno scavato nella notte con le pale e a mani nude, illuminati dalle lampade, mentre la terra tornava a tremare, per provare a recuperare gli eventuali superstiti finiti sotto le macerie. “Ma non esiste una lista di dispersi”. A crescere è soprattutto il numero delle vittime: finora sono 247 le persone uccise dal terremoto di magnitudo 6 che alle 3,36 di mercoledì ha colpito il Centro Italia (qui la cronaca della giornata). Distrutte le città di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. I feriti sono 264. All’alba nuova scossa di 4.5, si moltiplicano casi di sciacallaggio
di F. Amato, A. Bartolini, E. Bianchini, C. Brusini, G. Pipitone, M. Portanova, D. Pretini, G. Putignano, C. Rossi
Terremoto Centro Italia, diretta: i morti sono 247. Vigili del fuoco continuano a scavare. Prima notte fuori casa per gli sfollati: arrivano gli “sciacalli”. Nuova scossa di 4.5 all’alba.
Terremoto, Centro Italia devastato dal sisma: il giorno dopo
< 1/34 >
Continua a crescere il numero delle vittime della tragedia che ha distrutto Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto. Nella notte, la prima fuori dalle abitazioni per gli oltre 2.500 superstiti, i soccorritori hanno continuato a cercare eventuali sopravvissuti tra le macerie, mentre nella zona iniziano a moltiplicarsi gli episodi di sciacallaggio
di F. Q. | 25 agosto 2016
Hanno scavato nella notte con le pale e a mani nude, illuminati dalle lampade, mentre la terra tornava a tremare, per provare a recuperare gli eventuali superstiti finiti sotto le macerie. Ma a crescere continuamente, in Lazio e nelle Marche, è soprattutto il numero delle vittime: fino a questo momento sono almeno 247 le persone rimaste uccise dal terremoto di magnitudo 6 che alle ore 3 e 36 di mercoledì 24 agosto ha colpito il Centro Italia (qui la cronaca della giornata).
Distrutte le città di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, rasa al suolo anche Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto (foto). I numeri della tragedia aumentano di ora in ora: 190 le vittime accertate nei paesi laziali, 57 quelli nelle Marche, 264 i feriti ricoverati in ospedali. “Solo ad Amatrice siamo già ad oltre 200, e almeno 30/40 dispersi”, dice il sindaco Sergio Pirozzi, annichilito, mentre i vigili del fuoco predicano speranza. “Non si può escludere che ci siano ancora sopravvissuti sotto le macerie, il tempo ci consente di sperare”, dice il portavoce Luca Cari.
Il sentimento dominante però continua ad essere di paura, dato che i numeri di morte sembrano destinati a salire senza che si abbia ancora un numero esatto dei dispersi. “Il numero delle vittime è un numero aperto” ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. A 24 ore dal sisma, infatti, non esiste una lista definitiva delle persone che nella notte della tragedia erano presenti nei comuni colpiti. Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara, infatti, sono borghi a trazione turistica: d’estate si riempiono di famiglie in vacanza e di turisti e dunque il numero dei presenti aumenta rispetto a quello dei residenti ufficiali.
Un esempio è rappresentato dall’hotel Roma di Amatrice, famoso perché considerato da più di un secolo il tempio della pasta all’amatriciana, che prende il nome dal comune reatino: nella notte del sisma si è sbriciolato inghiottendo i 35 turisti che ospitava, e al momento soltanto le salme di 4 di loro sono state recuperate. Il timore è che l’hotel Roma con i suoi 70 ospiti si trasformi nel simbolo della tragedia di Amatrice. “Senza avere una lista di partenza – ha aggiunto Curcio – è impossibile sapere quanti sono i dispersi. Continueremo a cercare fino all’ultimo”.
E infatti i vigili del fuoco continuano a scavare senza sosta per recuperare eventuali sopravvissuto. Un lavoro delicato quello svolto da 880 pompieri e 250 mezzi, che ha interessato tutto il cratere del sisma, mentre nella zona la minaccia del terremoto continua ad imperversare. Diverse le nuove scosse registrate nella notte la più forte delle quali di magnitudo 4.5 alle 5:17 con epicentro tra Accumoli ed Arquata del Tronto. Anche se la gente nelle tende sembra quasi che non se ne accorga più.
Per gli oltre 2.500 sfollati i centinaia di feriti, infatti, si è trattato della prima notte passata fuori dalle case. Nel centro marchigiano sono stati oltre un centinaio coloro che hanno scelto le strutture messe a disposizione dalla Protezione civile. Altri hanno invece dormito nel palazzetto di Amatrice o nelle tende portate ad Accumoli. Nelle zone la temperatura si è mantenuta su livelli accettabili anche la notte. Quasi tutti sono quindi riusciti a dormire, pur nelle sistemazioni di emergenza. “Sono stremati dalle scosse”, sottolinea uno dei soccorritori impegnati. “Abbiamo portato cibo e coperte a volontà“, ha spiegato il sindaco Pirozzi. “Molti – ha aggiunto – sono stati quelli che hanno preferito cercare di dormire un po’ nelle loro auto”. Spesso non lontano dalle case danneggiate dal sisma.
E mentre si scava alla disperata ricerca di sopravvissuti, nei paesi colpiti dal simsa comincia a proiettarsi un’altra ombra minacciosa: quella degli sciacalli. Forze dell’ordine e soccorritori, infatti, hanno segnalato il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio tra Arquata e Pescara del Tronto, la piccola frazione in provincia di Ascoli, completamente cancellata dal sisma. E adesso diventata preda di sciacalli senza dignità.
ORA PER ORA
Ore 11.15 – “No imperizia restauro campanile Accumoli” -“La morte di una famiglia intera è un dramma, i figli erano cresciuti con i miei – ha detto commosso -, ma non strumentalizziamo. Un campanile di otto metri anche restaurato da poco con il terremoto è lecito che crolli. Non abbiamo fatto noi i lavori, ma non c’è stata imperizia”. “Non possiamo dare la colpa al progettista o a chi ha eseguito i lavori – ha aggiunto Petrucci -. Non possiamo fare i campanile delle chiese in acciaio o in cemento armato, lo dico da tecnico. Comunque il comune non è entrato nel restauro che è stato fatto con i fondi dell’ex commissario per il sisma del ’97”.
Ore 11.15 – Incassi musei a territori terremotati - “Tutti gli incassi dei musei statali della prossima domenica 28 agosto saranno destinati ai territori terremotati”. Lo annuncia il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini.
Ore 11.00 – Cimitero Arquata, fuoriuscite bare da loculi – Il cimitero di Arquata del Tronto rischia di essere dichiarato inagibile a causa delle forti scosse di terremoto. Alcune bare sono fuoriuscite dai loculi dopo il sisma di 6 gradi di magnitudo che ha distrutto il paese. Il comune di Ascoli Piceno ha messo a disposizione il proprio camposanto.
Ore 10. 45 – Geologi in allarme: “Ora rischio frane”.
Ore 10.40 – Operata bimba salvata dopo 16 ore: sta bene – E’ stata operata nella notte nell’ospedale di Ascoli Piceno, e sta bene, Giorgia, la bimba di 10 anni rimasta per 16 ore sotto le macerie della sua casa a Pescara del Tronto e salvata ieri sera. I vigili del fuoco sono riusciti ad arrivare alla piccola intorno alle 20, dopo aver individuato la zona della sua cameretta. La sorella della bambina, però, che era stesa accanto a lei, non ce l’ha fatta.
Ore 10.38 – “Sotto macerie possibile ci siano sopravvissuti” - “Non si può escludere che ci siano ancora sopravvissuti sotto le macerie, il tempo ci consente di sperare”. Lo ha detto questa mattina il portavoce dei Vigili del Fuoco, Luca Cari, parlando da Amatrice. “E’ un lavoro molto difficile – ha aggiunto – quello che stiamo facendo: si tratta di entrare tra le macerie rimuovendo parti importanti delle strutture crollate, abbiamo le attrezzature per farlo, ma è un lavoro lungo e difficoltoso”.
Ore 10.15 – Ad Accumoli morti in 11 - E’ definitivo il bilancio delle vittime del terremoto ad Accumoli: le vittime sono 4 – padre madre e due figli piccoli morti nella casa travolta da un campanile -, 11 complessivamente comprese le frazioni circostanti.
Ore 10.08 – Sicilia invia vigili del fuoco - Anche i vigili del fuoco della Sicilia si mobilitano per le popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia. La scorsa notte sono partite per raggiungere le zone terremotate dieci unità specializzate nella ricerca di persone con cani addestrati (unità cinofile) e in tecniche speleo alpino fluviali (Saf).
Ore 10.05 – “La gente vuole che le case vengano ricostruite dove erano”- Lo ha detto oggi è il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci.
Ore 9.57 In obitorio Ascoli 47 salme - Nell’obitorio dell’ospedale di Ascoli Piceno, dove c’è un viavai di familiari, sono al momento composte le salme di 47 vittime del terremoto, diverse ancora nei sacchi. Almeno cinque le bare bianche, che quindi contengono le salme di bambini.
Ore 9.30 – Sfollati si organizzano per recuperare effetti personali - Si stanno organizzando per cercare di recuperare i loro effetti personali dalle case danneggiate o distrutte dal terremoto gli sfollati ospiti del campo di Pescara del Tronto. Lo fanno cercando di mettersi d’accordo tra loro davanti alle tende.
Ore 9.15 – 35 persone all’hotel Roma: 4 morti recuperati - “Erano 35 le persone registrate all’albergo Roma come abbiamo ricostruito avendo contattato i titolari . Sono state estratte sinora 4 persone morte dall’hotel”. Lo ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Inizialmente si era parlato invece di una settantina di villeggianti all’albergo in vista della sagra in programma nel fine settimana.
Ore 9.06 – “Registrate 460 scosse di terremoto” - Dall’inizio dello sciame e fino alle 7 di stamane, sono state registrate 460 scosse; solo 2 hanno superato 5 di magnitudo, una è al scossa principale. Lo rende noto la Protezione Civile nella conferenza stampa in corso a Roma.
Ore 8.49 – “Allestimento per mille sfollati” - Abbiamo un allestimento per oltre mille sfollati. Questa notte ci sono stati 650 assistiti che chiesto ricovero nei nostri 5 centri tra Amatrice ed Accumoli”. Così Luigi D’Angelo, responsabile della protezione civile nel paese terremotato.
Ore 8.37 “Numero morti destinato a salire”- L’ultimo bilancio ufficiale del terremoto di ieri nell’Italia centrale è di “247 morti, ma si tratto di un numero aperto”, destinato a crescere ancora. Lo ha detto al Gr1 Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Ore 8.23 – Senza lista di partenza impossibile sapere numero dispersi - “È impossibile” stabilire il numero dei dispersi a causa del terremoto che ha colpito il centro Italia “perché manca una lista di partenza” dal momento che in alcuni dei comuni devastati vi erano molte turisti e molte parsone di passaggio. Lo ha detto il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, intervistato dal Gr1. “Senza avere una lista di partenza – ha aggiunto – è impossibile sapere quanti sono i dispersi. Continueremo a cercare fino all’ultimo”.
Ore 8.20 -Scossa 2.5 - Nuova scossa di terremoto di magnitudo 2.5 alle 6:47 con epicentro tra Arquata del Tronto, Accumoli e Norcia.
Ore 7.50 – “Si moltiplicano epidosi di sciacallaggio” - Soccorritori e forze dell’ordine segnalano il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio nel comune di Arquata, e in particolare nella frazione di Pescara del Tronto spazzata via dal terremoto di ieri. Secondo i soccorritori, in molti casi, si sono verificati episodi già nel corso della prima notte del sisma. Mentre stamani i carabinieri hanno intensificato i controlli in tutta l’area, dove lo stato della distruzione facilita il compito degli sciacallì.
Ore 6.48 – Sindaco: “Ad Amatrice più di 200 morti” – Lo ha detto stamani Sergio Pirozzi, primo cittadino del comune laziale, spiegando che altri cadaveri sono stati estratti durante la notte. Sempre il primo cittadino ha parlato di “30/40 dispersi”.
Ore 6.26 – Almeno 247 morti - È salito a 247 morti il bilancio delle vittime del devastante terremoto che ha colpito ieri il Centro Italia. Lo comunica il Dipartimento della Protezione civile, in base ai dati forniti dalle prefetture di Rieti e Ascoli Piceno. In particolare si contano 190 morti nel Reatino e 57 nell’Ascolano.
Ore 5.36 – Nuovo scossa 4.5 - Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.5 è avvenuta alle 5:17 con epicentro tra Accumoli, nel Reatino, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.
La scossa è stata chiaramente avvertita dalla popolazione nei territori di Marche e Lazio. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia , il sisma ha avuto ipocentro a circa 10 km di profondità.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... a/2994844/
I vigili del fuoco: ‘Non escludiamo sopravvissuti’
Si scava tra le macerie dei paesi rasi a suolo dal sisma che ha sconvolto Lazio e Marche (la cronaca di ieri)
VIDEO – PRIMA NOTTE DA SFOLLATI: ‘RICOSTRUIRE? CHISSA’ SE SARA’ POSSIBILE’ (di Marceddu e Zaccariello)
Cronaca
Hanno scavato nella notte con le pale e a mani nude, illuminati dalle lampade, mentre la terra tornava a tremare, per provare a recuperare gli eventuali superstiti finiti sotto le macerie. “Ma non esiste una lista di dispersi”. A crescere è soprattutto il numero delle vittime: finora sono 247 le persone uccise dal terremoto di magnitudo 6 che alle 3,36 di mercoledì ha colpito il Centro Italia (qui la cronaca della giornata). Distrutte le città di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. I feriti sono 264. All’alba nuova scossa di 4.5, si moltiplicano casi di sciacallaggio
di F. Amato, A. Bartolini, E. Bianchini, C. Brusini, G. Pipitone, M. Portanova, D. Pretini, G. Putignano, C. Rossi
Terremoto Centro Italia, diretta: i morti sono 247. Vigili del fuoco continuano a scavare. Prima notte fuori casa per gli sfollati: arrivano gli “sciacalli”. Nuova scossa di 4.5 all’alba.
Terremoto, Centro Italia devastato dal sisma: il giorno dopo
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Continua a crescere il numero delle vittime della tragedia che ha distrutto Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto. Nella notte, la prima fuori dalle abitazioni per gli oltre 2.500 superstiti, i soccorritori hanno continuato a cercare eventuali sopravvissuti tra le macerie, mentre nella zona iniziano a moltiplicarsi gli episodi di sciacallaggio
di F. Q. | 25 agosto 2016
Hanno scavato nella notte con le pale e a mani nude, illuminati dalle lampade, mentre la terra tornava a tremare, per provare a recuperare gli eventuali superstiti finiti sotto le macerie. Ma a crescere continuamente, in Lazio e nelle Marche, è soprattutto il numero delle vittime: fino a questo momento sono almeno 247 le persone rimaste uccise dal terremoto di magnitudo 6 che alle ore 3 e 36 di mercoledì 24 agosto ha colpito il Centro Italia (qui la cronaca della giornata).
Distrutte le città di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, rasa al suolo anche Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, e la sua frazione Pescara del Tronto (foto). I numeri della tragedia aumentano di ora in ora: 190 le vittime accertate nei paesi laziali, 57 quelli nelle Marche, 264 i feriti ricoverati in ospedali. “Solo ad Amatrice siamo già ad oltre 200, e almeno 30/40 dispersi”, dice il sindaco Sergio Pirozzi, annichilito, mentre i vigili del fuoco predicano speranza. “Non si può escludere che ci siano ancora sopravvissuti sotto le macerie, il tempo ci consente di sperare”, dice il portavoce Luca Cari.
Il sentimento dominante però continua ad essere di paura, dato che i numeri di morte sembrano destinati a salire senza che si abbia ancora un numero esatto dei dispersi. “Il numero delle vittime è un numero aperto” ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. A 24 ore dal sisma, infatti, non esiste una lista definitiva delle persone che nella notte della tragedia erano presenti nei comuni colpiti. Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara, infatti, sono borghi a trazione turistica: d’estate si riempiono di famiglie in vacanza e di turisti e dunque il numero dei presenti aumenta rispetto a quello dei residenti ufficiali.
Un esempio è rappresentato dall’hotel Roma di Amatrice, famoso perché considerato da più di un secolo il tempio della pasta all’amatriciana, che prende il nome dal comune reatino: nella notte del sisma si è sbriciolato inghiottendo i 35 turisti che ospitava, e al momento soltanto le salme di 4 di loro sono state recuperate. Il timore è che l’hotel Roma con i suoi 70 ospiti si trasformi nel simbolo della tragedia di Amatrice. “Senza avere una lista di partenza – ha aggiunto Curcio – è impossibile sapere quanti sono i dispersi. Continueremo a cercare fino all’ultimo”.
E infatti i vigili del fuoco continuano a scavare senza sosta per recuperare eventuali sopravvissuto. Un lavoro delicato quello svolto da 880 pompieri e 250 mezzi, che ha interessato tutto il cratere del sisma, mentre nella zona la minaccia del terremoto continua ad imperversare. Diverse le nuove scosse registrate nella notte la più forte delle quali di magnitudo 4.5 alle 5:17 con epicentro tra Accumoli ed Arquata del Tronto. Anche se la gente nelle tende sembra quasi che non se ne accorga più.
Per gli oltre 2.500 sfollati i centinaia di feriti, infatti, si è trattato della prima notte passata fuori dalle case. Nel centro marchigiano sono stati oltre un centinaio coloro che hanno scelto le strutture messe a disposizione dalla Protezione civile. Altri hanno invece dormito nel palazzetto di Amatrice o nelle tende portate ad Accumoli. Nelle zone la temperatura si è mantenuta su livelli accettabili anche la notte. Quasi tutti sono quindi riusciti a dormire, pur nelle sistemazioni di emergenza. “Sono stremati dalle scosse”, sottolinea uno dei soccorritori impegnati. “Abbiamo portato cibo e coperte a volontà“, ha spiegato il sindaco Pirozzi. “Molti – ha aggiunto – sono stati quelli che hanno preferito cercare di dormire un po’ nelle loro auto”. Spesso non lontano dalle case danneggiate dal sisma.
E mentre si scava alla disperata ricerca di sopravvissuti, nei paesi colpiti dal simsa comincia a proiettarsi un’altra ombra minacciosa: quella degli sciacalli. Forze dell’ordine e soccorritori, infatti, hanno segnalato il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio tra Arquata e Pescara del Tronto, la piccola frazione in provincia di Ascoli, completamente cancellata dal sisma. E adesso diventata preda di sciacalli senza dignità.
ORA PER ORA
Ore 11.15 – “No imperizia restauro campanile Accumoli” -“La morte di una famiglia intera è un dramma, i figli erano cresciuti con i miei – ha detto commosso -, ma non strumentalizziamo. Un campanile di otto metri anche restaurato da poco con il terremoto è lecito che crolli. Non abbiamo fatto noi i lavori, ma non c’è stata imperizia”. “Non possiamo dare la colpa al progettista o a chi ha eseguito i lavori – ha aggiunto Petrucci -. Non possiamo fare i campanile delle chiese in acciaio o in cemento armato, lo dico da tecnico. Comunque il comune non è entrato nel restauro che è stato fatto con i fondi dell’ex commissario per il sisma del ’97”.
Ore 11.15 – Incassi musei a territori terremotati - “Tutti gli incassi dei musei statali della prossima domenica 28 agosto saranno destinati ai territori terremotati”. Lo annuncia il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini.
Ore 11.00 – Cimitero Arquata, fuoriuscite bare da loculi – Il cimitero di Arquata del Tronto rischia di essere dichiarato inagibile a causa delle forti scosse di terremoto. Alcune bare sono fuoriuscite dai loculi dopo il sisma di 6 gradi di magnitudo che ha distrutto il paese. Il comune di Ascoli Piceno ha messo a disposizione il proprio camposanto.
Ore 10. 45 – Geologi in allarme: “Ora rischio frane”.
Ore 10.40 – Operata bimba salvata dopo 16 ore: sta bene – E’ stata operata nella notte nell’ospedale di Ascoli Piceno, e sta bene, Giorgia, la bimba di 10 anni rimasta per 16 ore sotto le macerie della sua casa a Pescara del Tronto e salvata ieri sera. I vigili del fuoco sono riusciti ad arrivare alla piccola intorno alle 20, dopo aver individuato la zona della sua cameretta. La sorella della bambina, però, che era stesa accanto a lei, non ce l’ha fatta.
Ore 10.38 – “Sotto macerie possibile ci siano sopravvissuti” - “Non si può escludere che ci siano ancora sopravvissuti sotto le macerie, il tempo ci consente di sperare”. Lo ha detto questa mattina il portavoce dei Vigili del Fuoco, Luca Cari, parlando da Amatrice. “E’ un lavoro molto difficile – ha aggiunto – quello che stiamo facendo: si tratta di entrare tra le macerie rimuovendo parti importanti delle strutture crollate, abbiamo le attrezzature per farlo, ma è un lavoro lungo e difficoltoso”.
Ore 10.15 – Ad Accumoli morti in 11 - E’ definitivo il bilancio delle vittime del terremoto ad Accumoli: le vittime sono 4 – padre madre e due figli piccoli morti nella casa travolta da un campanile -, 11 complessivamente comprese le frazioni circostanti.
Ore 10.08 – Sicilia invia vigili del fuoco - Anche i vigili del fuoco della Sicilia si mobilitano per le popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia. La scorsa notte sono partite per raggiungere le zone terremotate dieci unità specializzate nella ricerca di persone con cani addestrati (unità cinofile) e in tecniche speleo alpino fluviali (Saf).
Ore 10.05 – “La gente vuole che le case vengano ricostruite dove erano”- Lo ha detto oggi è il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci.
Ore 9.57 In obitorio Ascoli 47 salme - Nell’obitorio dell’ospedale di Ascoli Piceno, dove c’è un viavai di familiari, sono al momento composte le salme di 47 vittime del terremoto, diverse ancora nei sacchi. Almeno cinque le bare bianche, che quindi contengono le salme di bambini.
Ore 9.30 – Sfollati si organizzano per recuperare effetti personali - Si stanno organizzando per cercare di recuperare i loro effetti personali dalle case danneggiate o distrutte dal terremoto gli sfollati ospiti del campo di Pescara del Tronto. Lo fanno cercando di mettersi d’accordo tra loro davanti alle tende.
Ore 9.15 – 35 persone all’hotel Roma: 4 morti recuperati - “Erano 35 le persone registrate all’albergo Roma come abbiamo ricostruito avendo contattato i titolari . Sono state estratte sinora 4 persone morte dall’hotel”. Lo ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Inizialmente si era parlato invece di una settantina di villeggianti all’albergo in vista della sagra in programma nel fine settimana.
Ore 9.06 – “Registrate 460 scosse di terremoto” - Dall’inizio dello sciame e fino alle 7 di stamane, sono state registrate 460 scosse; solo 2 hanno superato 5 di magnitudo, una è al scossa principale. Lo rende noto la Protezione Civile nella conferenza stampa in corso a Roma.
Ore 8.49 – “Allestimento per mille sfollati” - Abbiamo un allestimento per oltre mille sfollati. Questa notte ci sono stati 650 assistiti che chiesto ricovero nei nostri 5 centri tra Amatrice ed Accumoli”. Così Luigi D’Angelo, responsabile della protezione civile nel paese terremotato.
Ore 8.37 “Numero morti destinato a salire”- L’ultimo bilancio ufficiale del terremoto di ieri nell’Italia centrale è di “247 morti, ma si tratto di un numero aperto”, destinato a crescere ancora. Lo ha detto al Gr1 Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Ore 8.23 – Senza lista di partenza impossibile sapere numero dispersi - “È impossibile” stabilire il numero dei dispersi a causa del terremoto che ha colpito il centro Italia “perché manca una lista di partenza” dal momento che in alcuni dei comuni devastati vi erano molte turisti e molte parsone di passaggio. Lo ha detto il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, intervistato dal Gr1. “Senza avere una lista di partenza – ha aggiunto – è impossibile sapere quanti sono i dispersi. Continueremo a cercare fino all’ultimo”.
Ore 8.20 -Scossa 2.5 - Nuova scossa di terremoto di magnitudo 2.5 alle 6:47 con epicentro tra Arquata del Tronto, Accumoli e Norcia.
Ore 7.50 – “Si moltiplicano epidosi di sciacallaggio” - Soccorritori e forze dell’ordine segnalano il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio nel comune di Arquata, e in particolare nella frazione di Pescara del Tronto spazzata via dal terremoto di ieri. Secondo i soccorritori, in molti casi, si sono verificati episodi già nel corso della prima notte del sisma. Mentre stamani i carabinieri hanno intensificato i controlli in tutta l’area, dove lo stato della distruzione facilita il compito degli sciacallì.
Ore 6.48 – Sindaco: “Ad Amatrice più di 200 morti” – Lo ha detto stamani Sergio Pirozzi, primo cittadino del comune laziale, spiegando che altri cadaveri sono stati estratti durante la notte. Sempre il primo cittadino ha parlato di “30/40 dispersi”.
Ore 6.26 – Almeno 247 morti - È salito a 247 morti il bilancio delle vittime del devastante terremoto che ha colpito ieri il Centro Italia. Lo comunica il Dipartimento della Protezione civile, in base ai dati forniti dalle prefetture di Rieti e Ascoli Piceno. In particolare si contano 190 morti nel Reatino e 57 nell’Ascolano.
Ore 5.36 – Nuovo scossa 4.5 - Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.5 è avvenuta alle 5:17 con epicentro tra Accumoli, nel Reatino, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.
La scossa è stata chiaramente avvertita dalla popolazione nei territori di Marche e Lazio. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia , il sisma ha avuto ipocentro a circa 10 km di profondità.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... a/2994844/
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Re: Diario della caduta di un regime.
"CARO ERDING GRAZIE,...E RINGRAZIA ANCHE BRIGANTI."
Si certo...
l'ho già fatto.
p.s. una cosa non capisco, il perché Briganti (e magari anche altri)
non sia riuscito ...ad iscriversi.
un saluto
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