Come se ne viene fuori ?
Re: Come se ne viene fuori ?
Ho capito che il problema non sono le nazionalizzazioni "in sè" ma è l'ingerenza della politica (anzi, direi più correttamente dei partiti).
Però, oltre questa giusta affermazione di principio, nessuno spiega, nemmeno Ferrero e tutti quelli come lui che teorizzano un ritorno alle nazionalizzazioni, come intendono evitare che le storie di mala gestione di ieri e di oggi si ripetano come e più di prima.
Questo è il semplicissimo problema che pongo ed al quale mi pare che nessuno dia risposta.
Se la soluzione è che basta mettere politici di sinistra al posto di quelli di destra a gestire la cosa pubblica, la mia risposta è che "ccà nisciun'è fesso" cioè: balle non sono più disposto a sentirmele ripetere.
Però, oltre questa giusta affermazione di principio, nessuno spiega, nemmeno Ferrero e tutti quelli come lui che teorizzano un ritorno alle nazionalizzazioni, come intendono evitare che le storie di mala gestione di ieri e di oggi si ripetano come e più di prima.
Questo è il semplicissimo problema che pongo ed al quale mi pare che nessuno dia risposta.
Se la soluzione è che basta mettere politici di sinistra al posto di quelli di destra a gestire la cosa pubblica, la mia risposta è che "ccà nisciun'è fesso" cioè: balle non sono più disposto a sentirmele ripetere.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il tema è interessante perché riguarda la generalità dei casi dell'approccio alla politica e alla gestione dello Stato, quella che Joblack chiama la gestione del bene comune.mariok ha scritto:Ho capito che il problema non sono le nazionalizzazioni "in sè" ma è l'ingerenza della politica (anzi, direi più correttamente dei partiti).
Però, oltre questa giusta affermazione di principio, nessuno spiega, nemmeno Ferrero e tutti quelli come lui che teorizzano un ritorno alle nazionalizzazioni, come intendono evitare che le storie di mala gestione di ieri e di oggi si ripetano come e più di prima.
Questo è il semplicissimo problema che pongo ed al quale mi pare che nessuno dia risposta.
Se la soluzione è che basta mettere politici di sinistra al posto di quelli di destra a gestire la cosa pubblica, laen mia risposta è che "ccà nisciun'è fesso" cioè: balle non sono più disposto a sentirmele ripetere.
Per avere una risposta soddisfacente, come per altri casi in cui necessita comprendere il perché di certi comportamenti, occorrerebbero i pareri congiunti, sul forum, di un antropologo, un sociologo ed uno psicologo.
Io per il momento mi limito a chiedere perché Antonello Venditti a scritto questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=6k5zemqi22U
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Re: Come se ne viene fuori ?
Un principio di economia elementare.
Se più aziende dello Stato producono utili, tolta la debita parte da reinvestire per migliorare la produttività, gli utili che vanno nelle casse dello Stato, dovrebbero, ripeto dovrebbero perché si tratta di teoria, dovrebbero servire a ridurre le tasse in generale e quindi ne usufruirebbero sia le aziende private che i singoli cittadini.
Poi, se invece in pratica, prevale l'idea di Bettino Craxi che in politica ci si va per arricchirsi,.....allora cominciano i problemi a cui non sappiamo dare una risposta.
Se più aziende dello Stato producono utili, tolta la debita parte da reinvestire per migliorare la produttività, gli utili che vanno nelle casse dello Stato, dovrebbero, ripeto dovrebbero perché si tratta di teoria, dovrebbero servire a ridurre le tasse in generale e quindi ne usufruirebbero sia le aziende private che i singoli cittadini.
Poi, se invece in pratica, prevale l'idea di Bettino Craxi che in politica ci si va per arricchirsi,.....allora cominciano i problemi a cui non sappiamo dare una risposta.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Day after day
La Comédie italienne
Sempre peggio,.....ci mancherebbe solo che la marescialla dei Lagunari diventasse premier. E' già sconvolgente pensare ad Angelino figuriamoci la Santadechè.
L'INTERVISTA / 1 SANTANCHÈ: «IL PARTITO REAGIREBBE CON MOLTI BRONCI»
«Sì, potrei candidarmi per diventare premier
Lo farà Alfano? Aspetto lo dica Silvio»
Le ultime elezioni non sono andate bene? Per forza, Berlusconi non ci ha messo la faccia. Se l'avesse fatto...
ROMA - Brutta questa cosa che ha detto su Alfano.
«Bruttaaa? Io su Alfano non ho detto proprio un bel niente, capito?».
Onorevole Daniela Santanchè...
«Non ho detto proprio un bel niente, va bene?».
Le agenzie stanno battendo brani di un'intervista che lei ha rilasciato sul numero di maggio del mensile free press Pocket ...«Mhmmm...».
Ricorda?
«Ma sono dichiarazioni che avrò rilasciato più di un mese fa e...».
Lei ha detto: «Alfano sta svolgendo bene il ruolo di segretario. Fare il premier, comunque, è un'altra cosa».
«E perché, scusi, le risulta sia la stessa cosa, specie quando l'ultimo vero premier di questo Paese è stato quel genio assoluto di Silvio Berlusconi?».
Lei, in quell'intervista, ha poi aggiunto un'altra dichiarazione piuttosto inattesa: «Potrei presentarmi io alle primarie per la scelta del candidato premier del Pdl». Conferma?
«Allora, mi ascolti bene, e se non capisce me lo dica, che le ripeto tutto, perché qui non posso essere fraintesa... Quindi, partiamo da un presupposto: e cioè che, secondo me, il candidato premier nel 2013 dovrebbe essere Berlusconi».
Ancora?
«Certo! Vede, io fatico a pensare che le ultime elezioni non siano andate bene per noi, e sa perché? Perché per tutta la campagna elettorale Berlusconi non ci ha mai messo la faccia. Ce l'avesse messa, io sono sicura che...».
La faccia ce l'ha messa Angelino Alfano, che è il segretario del partito.
«Non m'interrompa... Ripeto: per me, il candidato premier dovrebbe essere il Cavaliere. Perché con lui potremmo essere ancora vincenti. Detto questo, io mi fido così tanto di lui che se poi, al posto suo, indicasse come candidato pizza e fichi, io mi terrei pure pizza e fichi... Tutto questo, naturalmente, se il partito non deciderà invece il percorso delle primarie. A quel punto, ma solo a quel punto, sì, io mi candiderei».
Gira voce che alcuni sondaggi riservati del Cavaliere diano lei, onorevole, avanti ad Alfano nei gradimenti del Pdl.
«Io non li ho visti... io non li conosco, questi sondaggi... Perciò non posso... E comunque...».
Cosa?
«No, dico... No, ecco, adesso ho un dubbio...».
Quale?
«Lei mi sta intervistando, giusto? Questa è un'intervista, vero?».
Sì, certo.
«Appunto: allora vorrei che si capisse che io non ho nulla contro Alfano, ma proprio niente niente niente. Solo vorrei sentirmelo dire da Berlusconi che lui è il nostro candidato premier. Tutto qui».
E, secondo lei, il Cavaliere annuncerà una cosa del genere?
«Mah, non mi pare un problema all'ordine del giorno. Il partito deve ritrovare una sua identità e... ».
Lei candidata alle primarie del Pdl: che reazioni pensa ci sarebbero all'interno del partito?
«Oh, beh... temo che la mia candidatura sarebbe accolta con molti bronci. Sarei fuori dalla liturgia. Si sa come sono fatta, io. Dico quello che penso, magari parlo con la pancia, d'istinto, magari qualche volta posso essere sopra le righe, però certo sono molto distante da quel tipo di politico vestito di grigio, che non si capisce mai bene cosa pensi realmente, e che dice sì, dice sempre sì a tutto...».
(L'intervista sembrava non dovesse chiudersi mai. La Santanché, con i toni che conoscete, continuava a ripetere: «Ora però non mi metta nei casini, eh? Cosa scriverà? Ha capito quello che le ho detto? Allora, mi ascolti, le ripeto solo questo concetto: io penso che...». ).
Fabrizio Roncone
11 maggio 2012 | 7:38
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Sempre peggio,.....ci mancherebbe solo che la marescialla dei Lagunari diventasse premier. E' già sconvolgente pensare ad Angelino figuriamoci la Santadechè.
L'INTERVISTA / 1 SANTANCHÈ: «IL PARTITO REAGIREBBE CON MOLTI BRONCI»
«Sì, potrei candidarmi per diventare premier
Lo farà Alfano? Aspetto lo dica Silvio»
Le ultime elezioni non sono andate bene? Per forza, Berlusconi non ci ha messo la faccia. Se l'avesse fatto...
ROMA - Brutta questa cosa che ha detto su Alfano.
«Bruttaaa? Io su Alfano non ho detto proprio un bel niente, capito?».
Onorevole Daniela Santanchè...
«Non ho detto proprio un bel niente, va bene?».
Le agenzie stanno battendo brani di un'intervista che lei ha rilasciato sul numero di maggio del mensile free press Pocket ...«Mhmmm...».
Ricorda?
«Ma sono dichiarazioni che avrò rilasciato più di un mese fa e...».
Lei ha detto: «Alfano sta svolgendo bene il ruolo di segretario. Fare il premier, comunque, è un'altra cosa».
«E perché, scusi, le risulta sia la stessa cosa, specie quando l'ultimo vero premier di questo Paese è stato quel genio assoluto di Silvio Berlusconi?».
Lei, in quell'intervista, ha poi aggiunto un'altra dichiarazione piuttosto inattesa: «Potrei presentarmi io alle primarie per la scelta del candidato premier del Pdl». Conferma?
«Allora, mi ascolti bene, e se non capisce me lo dica, che le ripeto tutto, perché qui non posso essere fraintesa... Quindi, partiamo da un presupposto: e cioè che, secondo me, il candidato premier nel 2013 dovrebbe essere Berlusconi».
Ancora?
«Certo! Vede, io fatico a pensare che le ultime elezioni non siano andate bene per noi, e sa perché? Perché per tutta la campagna elettorale Berlusconi non ci ha mai messo la faccia. Ce l'avesse messa, io sono sicura che...».
La faccia ce l'ha messa Angelino Alfano, che è il segretario del partito.
«Non m'interrompa... Ripeto: per me, il candidato premier dovrebbe essere il Cavaliere. Perché con lui potremmo essere ancora vincenti. Detto questo, io mi fido così tanto di lui che se poi, al posto suo, indicasse come candidato pizza e fichi, io mi terrei pure pizza e fichi... Tutto questo, naturalmente, se il partito non deciderà invece il percorso delle primarie. A quel punto, ma solo a quel punto, sì, io mi candiderei».
Gira voce che alcuni sondaggi riservati del Cavaliere diano lei, onorevole, avanti ad Alfano nei gradimenti del Pdl.
«Io non li ho visti... io non li conosco, questi sondaggi... Perciò non posso... E comunque...».
Cosa?
«No, dico... No, ecco, adesso ho un dubbio...».
Quale?
«Lei mi sta intervistando, giusto? Questa è un'intervista, vero?».
Sì, certo.
«Appunto: allora vorrei che si capisse che io non ho nulla contro Alfano, ma proprio niente niente niente. Solo vorrei sentirmelo dire da Berlusconi che lui è il nostro candidato premier. Tutto qui».
E, secondo lei, il Cavaliere annuncerà una cosa del genere?
«Mah, non mi pare un problema all'ordine del giorno. Il partito deve ritrovare una sua identità e... ».
Lei candidata alle primarie del Pdl: che reazioni pensa ci sarebbero all'interno del partito?
«Oh, beh... temo che la mia candidatura sarebbe accolta con molti bronci. Sarei fuori dalla liturgia. Si sa come sono fatta, io. Dico quello che penso, magari parlo con la pancia, d'istinto, magari qualche volta posso essere sopra le righe, però certo sono molto distante da quel tipo di politico vestito di grigio, che non si capisce mai bene cosa pensi realmente, e che dice sì, dice sempre sì a tutto...».
(L'intervista sembrava non dovesse chiudersi mai. La Santanché, con i toni che conoscete, continuava a ripetere: «Ora però non mi metta nei casini, eh? Cosa scriverà? Ha capito quello che le ho detto? Allora, mi ascolti, le ripeto solo questo concetto: io penso che...». ).
Fabrizio Roncone
11 maggio 2012 | 7:38
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Re: Come se ne viene fuori ?
I commenti del Corriere sulla più amata dagli italiani
Sapevamo già che la Santanchè...
11.05|18:21 Lettore_772699
…non ha il senso dell'umorismo. Ora sappiamo anche che non ha quello del ridicolo.
ci manchi soltanto tu!!!
11.05|17:57 parliamone
Ti preghiamo in ginocchio Santanchè,cercati un altro lavoro a portare alla rivina l'Italia ci ha pensato il tuo amato Silvio !!!
Ho visto cose che voi umani...
11.05|17:51 Lettore_2601783
Buahahahahahahahah...Grazie daniela,fallo per noi!!!OK bunga bunga volume 2
bella questa
11.05|17:26 trabuk
come ridare credibilità ad un movimento: quello avversario ovviamente!!! ridicoli, mi sa che grillo sbancherà alle prossime elezioni
Da quando hanno aperto le lauree su Trota&Lode
11.05|17:19 Disorder75
tutti a far carriera, la Santanchè non ha perso tempo!
Il nuovo governo
11.05|17:00 frensis
Santanchè Premier, Briatore ministro delle finanze, Lele Mora ministro degli interni, Ruby ministro degli esteri, Fabrizio Corona ministro del lavoro, Lapo Elkann ministro della cultura, e il Trota ministro dell'istruzione. Così la crisi sarà superata!
Incredibile...
11.05|16:15 ivocgn
...ho idea che questa donna viva all'ultimo piano di via Olgettina, quello piu' vicino alla Luna!
è sufficente alfano
11.05|16:12 peppe5353
ad affossare il pdl, ma se va lei, facciamo più presto. Il pudore dovè finito ?????
Sapevamo già che la Santanchè...
11.05|18:21 Lettore_772699
…non ha il senso dell'umorismo. Ora sappiamo anche che non ha quello del ridicolo.
ci manchi soltanto tu!!!
11.05|17:57 parliamone
Ti preghiamo in ginocchio Santanchè,cercati un altro lavoro a portare alla rivina l'Italia ci ha pensato il tuo amato Silvio !!!
Ho visto cose che voi umani...
11.05|17:51 Lettore_2601783
Buahahahahahahahah...Grazie daniela,fallo per noi!!!OK bunga bunga volume 2
bella questa
11.05|17:26 trabuk
come ridare credibilità ad un movimento: quello avversario ovviamente!!! ridicoli, mi sa che grillo sbancherà alle prossime elezioni
Da quando hanno aperto le lauree su Trota&Lode
11.05|17:19 Disorder75
tutti a far carriera, la Santanchè non ha perso tempo!
Il nuovo governo
11.05|17:00 frensis
Santanchè Premier, Briatore ministro delle finanze, Lele Mora ministro degli interni, Ruby ministro degli esteri, Fabrizio Corona ministro del lavoro, Lapo Elkann ministro della cultura, e il Trota ministro dell'istruzione. Così la crisi sarà superata!
Incredibile...
11.05|16:15 ivocgn
...ho idea che questa donna viva all'ultimo piano di via Olgettina, quello piu' vicino alla Luna!
è sufficente alfano
11.05|16:12 peppe5353
ad affossare il pdl, ma se va lei, facciamo più presto. Il pudore dovè finito ?????
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Re: Come se ne viene fuori ?
Day after day
La Comédie italienne
Tg3 ore 19,00
Il caro estinto dichiara che voterà solo i provvedimenti su cui sarà d’accordo.
<<Ha cambiato parere tre volte negli ultimi tre giorni – ha commentato il conduttore>>
Ieri il caro estinto aveva dichiarato: <<Avanti fino al 2013 con Mario>>
E’ più che evidente che questo Paese è destinato a crollare con questi saltimbanchi.
La Comédie italienne
Tg3 ore 19,00
Il caro estinto dichiara che voterà solo i provvedimenti su cui sarà d’accordo.
<<Ha cambiato parere tre volte negli ultimi tre giorni – ha commentato il conduttore>>
Ieri il caro estinto aveva dichiarato: <<Avanti fino al 2013 con Mario>>
E’ più che evidente che questo Paese è destinato a crollare con questi saltimbanchi.
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Re: Come se ne viene fuori ?
BORSE, AVVIO NEGATIVO A PIAZZA AFFARI E IN EUROPA
Euro, Berlino avverte la Grecia
«L'Ue va avanti anche senza voi»
Schäuble: «Ora l'eurozona ha meccanismi protezione». Il ministero degli esteri Westervelle: «Basta aiuti senza riforme»
MILANO - La zona Euro è in grado di far fronte ad un'uscita della Grecia. Ad affermarlo, in un'intervista al quotidiano Rheinische Post è stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. «L'Europa non affonda così facilmente», ha assicurato il ministro, affrontando il tema di una possibile uscita della Grecia dall'Eurozona. «Negli ultimi due anni abbiamo imparato molto e abbiamo istituito meccanismi di protezione», spiega Schäuble, secondo il quale anche il rischio di contagio per altri paesi della zona Euro si sono ristretti. «L'idea che noi non saremmo nelle condizioni di reagire in tempi brevi a qualcosa di imprevisto è falsa». «L'Europa - aggiunge - non andrà sotto così in fretta». Schäuble avverte poi la Grecia: «Vogliamo che resti nell'Eurozona. Ma deve rispettare i suoi impegni e noi non possiamo obbligare nessuno a farlo».
«NELLE MANI DELLA GRECIA» - Anche il ministro egli esteri tedesco Guido Westervelle ha usato toni ultimativi: nel suo intervento al Bundestag, venerdì mattina, ha detto che nuovi aiuti dall'Europa saranno possibili solo se verranno rispettati gli impegni presi: «Noi intendiamo mantenere le nostre promesse di aiuto. Ma questo significa che la Grecia deve varare le riforme che abbiamo concordato». «Il Fiscal pact è stato deciso - ha aggiunto Westerwelle - Gli accordi tra gli stati non possono essere invalidati da nuove elezioni. Il futuro della Grecia nell'Eurozona, adesso, è nelle mani della Grecia».
«FUORI DALL'EURO» - Dichiarazioni che seguono a ruota quelle del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, che aveva avvertito giovedì che la Grecia dovrebbe abbandonare la zona euro se non rispettasse i suoi impegni con gli altri membri dell'area.
CONSULTAZIONI - La preoccupazione di Eurogruppo e Commissione europea per l'evoluzione del quadro politico greco è dunque altissima e se ne occuperanno i ministri finanziari nella riunione di lunedì prossimo. Intanto, il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, prosegue il suo giro di colloqui per tentare di convincere il resto dei partiti a entrare in un governo di unità nazionale. Venizelos è il terzo leader politico a tentare di costituire una coalizione di governo dopo le elezioni di domenica scorsa. Conservatori, socialisti e il piccolo partito di sinistra Dimar, che insieme dispongono della maggioranza assoluta, si sono dichiarati a favore di una coalizione di unità nazionale, incaricata al tempo stesso di evitare l'uscita dall'euro di Atene, ma anche di rinegoziare le modalità del pareggio di bilancio cui si era impegnato il governo precedente. Tutti si sono detti disposti ad entrare a far parte di un governo di coalizione pro-Europa nel tentativo di sbloccare lo stallo politico ed evitare il ricorso alle urne.
«SOLO CON SYRIZA» - Ma il leader conservatore greco, Antonis Samaras, che ha incontrato Venizelos in tarda mattinata, fa dipendere il suo assenso finale da un allineamento anche di Syriza a questa formula. Una posizione comune con il leader di Dimar, Fotis Kouvelis. Samaras ritiene che la Grecia non possa formare un nuovo governo «duraturo» senza il sostegno della sinistra radicale di Syriza, risultata come la seconda forza politica del Paese alle elezioni di domenica scorsa. Il paese «ha bisogno di un governo duraturo, con la partecipazione o il sostegno passivo di Syriza» e solo questo «assicurerà la permanenza del paese nell'euro e progressi verso una rinegoziazione» della politica di rigore dettata al paese dai suoi creditori, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale.
I LEADER - Finora il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha escluso nei termini più netti la sua partecipazione a un governo che non rigetti in blocco la politica di austerità Ue-Fmi. Tsipras incontrerà il leader Venizelos nel pomeriggio, ultimo tentativo per trovare un compromesso. La stampa ateniese indicava venerdì mattina che il timore dei risultati di nuove elezioni e le forti pressioni da parte dei partner europei potrebbero produrre un risultato positivo durante la riunione dei leader dei partiti sotto la presidenza del capo dello Stato Karolos Papoulias che potrebbe svolgersi fra domenica 13 e lunedì 14.
MERCATI - L'incerta evoluzione della situazione politica in Grecia rende vulnerabili i mercati. Piazza Affari avvia l'ultima seduta della settimana con perdite superiori a quelle del benchmark europeo: la Borsa valori apre in calo, trascinata al ribasso dallo storno dei titoli, in particolare finanziari, protagonisti degli acquisti di ieri, con l'indice Ftse Mib che perde lo 0,96% a 13.870 punti. L'All Share cala dello 0,83% a quota 14.907. Ingredienti dell'umore nero del mercato, la crescente preoccupazione per il destino della zona euro e i timori sulla crescita cinese e i 2 miliardi di perdite su trading che figurano nella trimestrale di J.P.Morgan per effetto di una strategia di copertura sbagliata. Lo spread fra decennale italiano e tedesco allarga oltre i 420 punti e l'euro è alla nona seduta consecutiva di flessione sul dollaro, ai minimi da oltre tre mesi e mezzo sul biglietto verde. In calo anche le Borse europee: a Londra l'indice Ftse 100 scende dello 0,4%. A Francoforte il Dax 30 perde lo 0,8%. A Parigi il Cac 40 arretra dello 0,7%.
Redazione online
11 maggio 2012 | 19:14
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Euro, Berlino avverte la Grecia
«L'Ue va avanti anche senza voi»
Schäuble: «Ora l'eurozona ha meccanismi protezione». Il ministero degli esteri Westervelle: «Basta aiuti senza riforme»
MILANO - La zona Euro è in grado di far fronte ad un'uscita della Grecia. Ad affermarlo, in un'intervista al quotidiano Rheinische Post è stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. «L'Europa non affonda così facilmente», ha assicurato il ministro, affrontando il tema di una possibile uscita della Grecia dall'Eurozona. «Negli ultimi due anni abbiamo imparato molto e abbiamo istituito meccanismi di protezione», spiega Schäuble, secondo il quale anche il rischio di contagio per altri paesi della zona Euro si sono ristretti. «L'idea che noi non saremmo nelle condizioni di reagire in tempi brevi a qualcosa di imprevisto è falsa». «L'Europa - aggiunge - non andrà sotto così in fretta». Schäuble avverte poi la Grecia: «Vogliamo che resti nell'Eurozona. Ma deve rispettare i suoi impegni e noi non possiamo obbligare nessuno a farlo».
«NELLE MANI DELLA GRECIA» - Anche il ministro egli esteri tedesco Guido Westervelle ha usato toni ultimativi: nel suo intervento al Bundestag, venerdì mattina, ha detto che nuovi aiuti dall'Europa saranno possibili solo se verranno rispettati gli impegni presi: «Noi intendiamo mantenere le nostre promesse di aiuto. Ma questo significa che la Grecia deve varare le riforme che abbiamo concordato». «Il Fiscal pact è stato deciso - ha aggiunto Westerwelle - Gli accordi tra gli stati non possono essere invalidati da nuove elezioni. Il futuro della Grecia nell'Eurozona, adesso, è nelle mani della Grecia».
«FUORI DALL'EURO» - Dichiarazioni che seguono a ruota quelle del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, che aveva avvertito giovedì che la Grecia dovrebbe abbandonare la zona euro se non rispettasse i suoi impegni con gli altri membri dell'area.
CONSULTAZIONI - La preoccupazione di Eurogruppo e Commissione europea per l'evoluzione del quadro politico greco è dunque altissima e se ne occuperanno i ministri finanziari nella riunione di lunedì prossimo. Intanto, il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, prosegue il suo giro di colloqui per tentare di convincere il resto dei partiti a entrare in un governo di unità nazionale. Venizelos è il terzo leader politico a tentare di costituire una coalizione di governo dopo le elezioni di domenica scorsa. Conservatori, socialisti e il piccolo partito di sinistra Dimar, che insieme dispongono della maggioranza assoluta, si sono dichiarati a favore di una coalizione di unità nazionale, incaricata al tempo stesso di evitare l'uscita dall'euro di Atene, ma anche di rinegoziare le modalità del pareggio di bilancio cui si era impegnato il governo precedente. Tutti si sono detti disposti ad entrare a far parte di un governo di coalizione pro-Europa nel tentativo di sbloccare lo stallo politico ed evitare il ricorso alle urne.
«SOLO CON SYRIZA» - Ma il leader conservatore greco, Antonis Samaras, che ha incontrato Venizelos in tarda mattinata, fa dipendere il suo assenso finale da un allineamento anche di Syriza a questa formula. Una posizione comune con il leader di Dimar, Fotis Kouvelis. Samaras ritiene che la Grecia non possa formare un nuovo governo «duraturo» senza il sostegno della sinistra radicale di Syriza, risultata come la seconda forza politica del Paese alle elezioni di domenica scorsa. Il paese «ha bisogno di un governo duraturo, con la partecipazione o il sostegno passivo di Syriza» e solo questo «assicurerà la permanenza del paese nell'euro e progressi verso una rinegoziazione» della politica di rigore dettata al paese dai suoi creditori, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale.
I LEADER - Finora il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha escluso nei termini più netti la sua partecipazione a un governo che non rigetti in blocco la politica di austerità Ue-Fmi. Tsipras incontrerà il leader Venizelos nel pomeriggio, ultimo tentativo per trovare un compromesso. La stampa ateniese indicava venerdì mattina che il timore dei risultati di nuove elezioni e le forti pressioni da parte dei partner europei potrebbero produrre un risultato positivo durante la riunione dei leader dei partiti sotto la presidenza del capo dello Stato Karolos Papoulias che potrebbe svolgersi fra domenica 13 e lunedì 14.
MERCATI - L'incerta evoluzione della situazione politica in Grecia rende vulnerabili i mercati. Piazza Affari avvia l'ultima seduta della settimana con perdite superiori a quelle del benchmark europeo: la Borsa valori apre in calo, trascinata al ribasso dallo storno dei titoli, in particolare finanziari, protagonisti degli acquisti di ieri, con l'indice Ftse Mib che perde lo 0,96% a 13.870 punti. L'All Share cala dello 0,83% a quota 14.907. Ingredienti dell'umore nero del mercato, la crescente preoccupazione per il destino della zona euro e i timori sulla crescita cinese e i 2 miliardi di perdite su trading che figurano nella trimestrale di J.P.Morgan per effetto di una strategia di copertura sbagliata. Lo spread fra decennale italiano e tedesco allarga oltre i 420 punti e l'euro è alla nona seduta consecutiva di flessione sul dollaro, ai minimi da oltre tre mesi e mezzo sul biglietto verde. In calo anche le Borse europee: a Londra l'indice Ftse 100 scende dello 0,4%. A Francoforte il Dax 30 perde lo 0,8%. A Parigi il Cac 40 arretra dello 0,7%.
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Re: Come se ne viene fuori ?
IL RAPPORTO
Fitch e la crisi: «Con Grecia fuori dall'euro,
Italia e Francia a rischio downgrade»
L'agenzia di rating: «Se la sua economia non riesce a stabilizzarsi,
i rating sovrani dei Paesi Ue sotto pressione»
MILANO - Se la Grecia dovesse lasciare l'eurozona a seguito dell'impossibilità di uscire dall'attuale crisi politica e se la sua economia non riuscisse a stabilizzarsi, allora i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione con rischio di downgrade in particolare per Italia, Francia, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Belgio.
IL RAPPORTO - È quanto scrivono gli esperti di Fitch in un rapporto pubblicato venerdì e dedicato alla crisi attraversata dalla Grecia. «Il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilità a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno - si legge nel rapporto di Fitch -. L'elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell'accordo sottoscritto con la Ue e con l'Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall'eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un evento di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell'eurozona».
Redazione Online
11 maggio 2012 | 19:21
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Fitch e la crisi: «Con Grecia fuori dall'euro,
Italia e Francia a rischio downgrade»
L'agenzia di rating: «Se la sua economia non riesce a stabilizzarsi,
i rating sovrani dei Paesi Ue sotto pressione»
MILANO - Se la Grecia dovesse lasciare l'eurozona a seguito dell'impossibilità di uscire dall'attuale crisi politica e se la sua economia non riuscisse a stabilizzarsi, allora i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione con rischio di downgrade in particolare per Italia, Francia, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Belgio.
IL RAPPORTO - È quanto scrivono gli esperti di Fitch in un rapporto pubblicato venerdì e dedicato alla crisi attraversata dalla Grecia. «Il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilità a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno - si legge nel rapporto di Fitch -. L'elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell'accordo sottoscritto con la Ue e con l'Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall'eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un evento di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell'eurozona».
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ma se non sbaglio Francia, Germania, Inghilterra, Italia e l'Europa in generale non stanno virando a sinistra ?camillobenso ha scritto:IL RAPPORTO
Fitch e la crisi: «Con Grecia fuori dall'euro,
Italia e Francia a rischio downgrade»
L'agenzia di rating: «Se la sua economia non riesce a stabilizzarsi,
i rating sovrani dei Paesi Ue sotto pressione»
MILANO - Se la Grecia dovesse lasciare l'eurozona a seguito dell'impossibilità di uscire dall'attuale crisi politica e se la sua economia non riuscisse a stabilizzarsi, allora i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione con rischio di downgrade in particolare per Italia, Francia, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Belgio.
IL RAPPORTO - È quanto scrivono gli esperti di Fitch in un rapporto pubblicato venerdì e dedicato alla crisi attraversata dalla Grecia. «Il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilità a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno - si legge nel rapporto di Fitch -. L'elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell'accordo sottoscritto con la Ue e con l'Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall'eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un evento di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell'eurozona».
Redazione Online
11 maggio 2012 | 19:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Re: Come se ne viene fuori ?
Penso che tutto sia valutato sui tempi.iospero ha scritto:Ma se non sbaglio Francia, Germania, Inghilterra, Italia e l'Europa in generale non stanno virando a sinistra ?camillobenso ha scritto:IL RAPPORTO
Fitch e la crisi: «Con Grecia fuori dall'euro,
Italia e Francia a rischio downgrade»
L'agenzia di rating: «Se la sua economia non riesce a stabilizzarsi,
i rating sovrani dei Paesi Ue sotto pressione»
MILANO - Se la Grecia dovesse lasciare l'eurozona a seguito dell'impossibilità di uscire dall'attuale crisi politica e se la sua economia non riuscisse a stabilizzarsi, allora i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione con rischio di downgrade in particolare per Italia, Francia, Spagna, Cipro, Irlanda, Portogallo, Slovenia e Belgio.
IL RAPPORTO - È quanto scrivono gli esperti di Fitch in un rapporto pubblicato venerdì e dedicato alla crisi attraversata dalla Grecia. «Il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilità a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno - si legge nel rapporto di Fitch -. L'elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell'accordo sottoscritto con la Ue e con l'Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall'eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un evento di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell'eurozona».
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11 maggio 2012 | 19:21
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Il terzo incaricato a formare il governo ha fallito poche ore fa e rinuncia all'incarico. Vanno alle votazioni a giugno e come citava Mentana potrebbe vincere l'estrema sinistra.
Ti puoi immaginare come sono contente le destre europee e del Fmi, nonché delle agenzie di rating,...oltre ai mercati,...naturalmente.
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