IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
Raphael DeLaghetto catvonD • 10 ore fa
scriva le fonti....è facile parlare a vanvera....
comodo dire voto si per poi fare la dittatura in parlamento cambiando la legge elettorale a seconda del vento... bel partito il PD
vorrei proprio succedesse il contrario....vince il M5S e metta fuori gioco il PD e compagnia bella...
questo è possibile solo votando NO
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Guido Liverani Raphael DeLaghetto • 7 ore fa
arzigogoli italiani ... mai nel merito .... mister congettura
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sonagliette catvonD • 12 ore fa
Matematicamente il SI perde e pure nettamente....e renzi va a casa....
Renzi le sta provando tutte, promesse elettorali, cambio dell'italicum,truffa della scheda, sondaggi pilotati...ma non ce la fa....altro che italiani non vogliono.....ciaone.
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Norrin_Radd sonagliette • 10 ore fa
Matematicamente c'è il 42,3 di astenuti e, del restante 57,7, il 29,2 è indeciso.
Totale: tra indecisi ed astenuti più del 59 per cento degli aventi diritto non sa o non vuole sapere cosa votare.
Io non vedo alcuna certezza matematica.
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sonagliette Norrin_Radd • 9 ore fa
Ma qualcuno vuole usare il cervello ? Gli stessi sondaggisti ci presentano 2 situazioni in contemporanea....le intenzioni di voto alle politiche e al referendum.... Una delle 2 è farlocca....è evidente..... Oppure improvvisamente gli elettori italiani , che invece alle comunali hanno seguito le indicazioni al voto....dichiarano di non seguire l'indicazione di voto del partito che voterebbe alle politiche. Ma il saldo,tra quelli che cambiano, sarebbe a favore del SI nella misura del 20%....circa 6/7 milioni di voti.....mah!.....per me fantascienza....
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Guido Liverani sonagliette • 7 ore fa
i fanatici non usano il cervello .... e questo è un fatto .... rileggi quello che hai scritto e questo è un altro fatto
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sonagliette Guido Liverani • 7 ore fa
diciamo che sono convinto di quello che scrivo e non ho ancora trovato uno che mi dimostra il contrario....
Poi se tu vuoi far sapere all'umanità che esisti.....
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W.Reich • 13 ore fa
Servi e gonzi, in questo disperante e disperato Paese, sono probabilmente maggioranza, non mi stupirei vincesse, ahimè, il sì.
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Guido Liverani W.Reich • 7 ore fa
patetico presuntuosetto da tastiera
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Guido - MUD IS NOW !!! W.Reich • 12 ore fa
Tranquillo....la maggioranza è quella a cui non interessa nulla di queste amenità. E' piuttosto quella che pensa alla "pratica" del vivere quotidiano e non a questi "sistemi" di perpetuazione del potere. La maggioranza sarà quella che non voterà.......
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bdrim • 13 ore fa
invece di chiedere tutti i giorni se voteranno sì oppure no io chiederei agli italiani se conoscono l'attuale costituzione, se sanno quali e quanti articoli della costituzione saranno cambiati con la riforma, insomma se sanno per che cosa andranno a votare : ne scopriremmo delle belle. Ma l'Italia è una repubblica fondata sulla televisione: essendo l'intero sistema televisivo un oligopolio, le tv, qualunque esse siano, sono per definizione di regime, quindi un sondaggio del genere nessuno avrebbe interesse a farlo.
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dante2 • 14 ore fa
Il NO può farcela a dispetto dei mezzi di informazione schierati contro,. Cominciamo con l'evidenziare che il no ha degli argomenti mentre il si non ha veri argomenti. Il NO sostiene che la riforma accentra il potere è spiega il perché e perché ciò è antidemocratico. Certo come tutti gli argomenti possono essere fallaci ma, il si, non oppone contro argomentazioni ma soltanto promesse di sorti magnifiche e progressive però logicamente scollegate al merito della questione. Il si non si attiene al merito della riforma.
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alexao dante2 • 8 ore fa
Il no non ha reali argomentazioni se non l'avversità verso Renzi, questione legittima ma decisamente scollegata al merito.
Questa riforma migliora notevolmente la governabilità del Paese e lo rende più democratico, nel momento in cui permette al governo eletto di governare (con gli adeguati contrappesi verso gli altri poteri) senza essere rimpiazzato dopo 18 mesi da governi nominati come è con l'attuale Costituzione. Basterebbe questo motivo da solo per votare SI. Si sorprenderebbe di quante buone ragioni ci sono per votare sì, se solo si informasse.
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dante2 alexao • 8 ore fa
La riforma è qualcosa di assolutamente originale (vede voglio essere oggettivo) il si dovrebbe spiegare il perché di tante strane soluzioni adottate. Io che conosco la riforma è conosco sommariamente come funzionano le cose in giro per il mondo non mi fido. Voi del si dovreste sentire l'obbligo di dare spiegazioni, sennò siete in malafede.
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Il figlio del grigio • 14 ore fa
E insistete a farvi prendere in giro con la favola del si è del no, ma come fate a nn capire che è tt cinema per il popolo bue ,i giochi per i prossimi 10 anni sono fatti, al governo del paese rimarrà renzi,il miglior presidente del consiglio degli ultimi 30 anni,del centro destra moderato
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anselmo • 14 ore fa
La legge di stabilità è stata presentata da poche ore, e già influenza i sondaggi?
Ma non è che Cairo deve pagare l'appoggio di Banca Intesa nella conquista del Corriere?
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saro45 • 14 ore fa
Gli indecisi stanno cominciando a guardare la tv e quindi il SI' sta decollando e presto supererà il NO. E così gli italiani continueranno ad avere il governo che si meritano per poi lamentarsi dopo.
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Guido - MUD IS NOW !!! saro45 • 12 ore fa
Tranqui....vinceranno i VAFFA ..... quelli per i quali gli spot in TV sul referendum sono uguali a quelli della Nutella
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Enrico C. saro45 • 13 ore fa
"così gli italiani continueranno ad avere il governo che si meritano per poi lamentarsi dopo"
Guardi che questo è lo scenario in caso di vittoria del No, eh, in cui la situazione attuale, quella di cui tutti si lamentano, quella che per tutti "fa schifo"... continuerà pari pari per i prossimi decenni, con l'ultima speranza di cambiamento accantonata.
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Raphael DeLaghetto Enrico C. • 10 ore fa
lei è illuso.....crede che la costituzione cambi la natura e la mentalità dei politici?
poveri noi
tangentopoli non è servita a nulla!
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MarcoMartini982 • 19 ore fa
Un piccolo balzo in avanti del SI.
Sono gli evasori fiscali che fanno sentire il loro riconoscimento per il nuovo condono fiscale.
Ciao!
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Giulio Franco • 20 ore fa
Interessante, politicamente, il fatto che il PD sia in testa nei sondaggi, mentre il no è in vantaggio. Forse esagera il PD in questa sua ossessione di restare unito. Tanto, a quanto pare il M5s vincerà le prossime elezioni a prescindere. PS: per chi è contrario alla legge elettorale, questi sondaggi sono il motivo primo per cui il PD manterrà la promessa e cambierà la legge elettorale, a prescindere dall'esito del referendum o dalla costituzionalità della legge attuale.
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Anacleto Passeroni Giulio Franco • 19 ore fa
E quando mai i peppaioli potranno vincere le elezioni!
La gente, anche quella che in genere se ne frega, comincia a conoscerli e nota quale catastrofe siano quella genìa di sbandati!
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Roberto Bello • 20 ore fa
"...ma il calo degli indecisi premia il Si..." e ci vuol tanto ad immaginarlo? è logico, cosa volete che votino questi ignavi opportunisti, altrimenti detti "indecisi"?
gli "indecisi", quelli che determinano sempre e da sempre le sorti delle elezioni... quelli che renzie (o chi per lui va a coccolare e a imbonire (grazie RAI))... questi ignavi "indecisi" questi che mi hanno fatto capire che il suffragio universale non va bene per niente.
Gli "indecisi", questi esserini inutili che stanno sulla linea bianca, con un piede di qua e uno di là, sorridendo stupidamente poi giustificheranno la loro scelta. così oplà o di qua o di là... indecisi... ma indecisi de che? vorrei dir anzi urlar loro!
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L.Bird Roberto Bello • 10 ore fa
Scusi ma che c'è di male a essere indecisi? Manca un mese e mezzo al referendum e c'è tutto il tempo per studiarsi bene la riforma e decidere cosa votare.
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Guido - MUD IS NOW !!! Roberto Bello • 12 ore fa
Nell'ambito dei "non votanti" ci sono due famiglie.
Gli "indecisi" ossia in pratica "gli imboniti"
I "decisi" ossia quelli che sono assolutamente decisi a non votare (per fortuna la maggioranza del paese)
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Sambuca • 20 ore fa
Voterei si..però ripensando che se si andasse al ballottaggio tra un anno rischierebbe di vincere il m5s..quasi quasi voto no...ci penso
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Guido - MUD IS NOW !!! Sambuca • 12 ore fa
Tra un anno vincerà la Lega
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lucaolmi • 20 ore fa
Sondaggi o non sondaggi alla fine vincera' il SI. La maggior parte degli italiani, evasori fiscali e/o comunque interessati solo al proprio tornaconto, semplicemente seguira' le indicazioni del loro nuovo paladino renzie. E si fottano gli altri....
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PaolettoV • 21 ore fa
Notizie poco confortanti questo lunedì da parte di telegrillo in tema di sondaggi.
Il sì continua a guadagnare terreno, così come avanza il Pd a danno del M5S.
Suvvia movimentisti, non disperate. Mancano ancora 50 giorni al referendum e
non meno di un anno ad eventuali elezioni anticipate.Tutto può ancora succedere.
Persino che possiate ancor più perdere posizioni.....senza che nessuno si scandaizzi.
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maria PaolettoV • 10 ore fa
Ma persino che il no vinca.Non canti vittoria prima del tempo,anzi...si prepari ad una sconfitta.
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Alberto Magno PaolettoV • 11 ore fa
di disperati in in italia ci sono solo i giovani sempre più poveri e lei.stia sereno
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Re Artù PaolettoV • 13 ore fa
E' l'ultima partita che conta Paoletto, non quelle che stanno in mezzo (come il referendum). Stammi coeso.
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Marco PaolettoV • 15 ore fa
abbiamo ben altri motivi per scandalizzarci altro che perdere 1-2 punti nei sondaggi...
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facciolo83 PaolettoV • 17 ore fa
e se le sue convinzioni fossero smentite?cosa farà ???? le consiglio ginnastica peripatetica che induce al benessere fisico e mentale , cosi da poter ipotizzare e preparare situazioni diverse, contrapposte alle sue sicurezze personali dettate dal tifo sfrenato.
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Ma Li Nois PaolettoV • 18 ore fa
mancano ancora 50 giorni... cavolo...questa è una buona notizia.. con la rincorsa che ha preso in tutto questo tempo matteo ci darà in regalo anche i rolex arabi per votare si... quasi quasi ci penso
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Alessandro PaolettoV • 18 ore fa
Grandissimo. Speriamo che il futuro sia questo... Visto Di Maio quante spese? 100000 per "eventi sul territorio"... Vorrei vedere in quali hotel ha alloggiato... Pare che il M5S sia in rivolta !!!!
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maria Alessandro • 10 ore fa
Sono duemilacinquecento euro al mese,per uno che deve viaggiare ,stare in albergo ecc.Provo simpatia per 5s ,ma si diano una calmata,a meno che non pretendsano che si dorma in macchina o in sacco a pelo.Impieghino meglio le loro energie, per spiegare bene perchè si deve votare No ,per esempio.,
Cavolo se uno andasse in pizzeria ,mezzigiorno e sera,solo pizza e acqua, e prendesse cappuccino e cornetto al mattino,spenderebbe 750 euro al mese.Dov'è finita quella che aveva esposto duemila euro si sole mangiate?"i dissidenti alimentari" pensino a fare bene il loro lavoro.Per un paio di cappuccini Marino ci ha rimesso il posto, credono che a loro andrà meglio?Sveglia!
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Mices7 PaolettoV • 19 ore fa
Ma anche no.
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lunatiko2 PaolettoV • 20 ore fa
Intanto oggi la Raggi ha sbloccato più di 400 assunzioni, ed è solo l'inizio. Stai sereno, tu ed il sì...
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Andrea Persi. lunatiko2 • 10 ore fa
Si li ha sbloccati con i soldi ricevuti dal decreto Madia, grazie al perfido governo Renzi. Mi stia adeguato
http://www.lineapress.it/roma-...
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lunatiko2 Andrea Persi. • 9 ore fa
C'è sempre un decreto o una legge approvati da un governo; sa, siamo in uno stato. Ma è storia di tutti i giorni che venga approvata una legge con un contentino e 100 magagne. O forse vogliamo dire che il governo Renzi sta facendo bene ed i ristoranti sono pieni?
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maria Andrea Persi. • 10 ore fa
La Madiaha non ha fatto il decrto per i 5s, la Raggi ne ha goiustamente usufruito, dov'è il problema?
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GinoPasquino • 21 ore fa
Masochisti o questuanti? Non vorrei spoilerare ma con gli €80 non è finita granché bene...
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sofista • 21 ore fa
Per gli italiani è la terza guerra mondiale, stiamo perdendo i diritti, e il governo ha la volontà di creare instabilità. Niente lavoro, niente frontiere, niente istruzione, niente valori e legami col territorio, niente casa ecc...
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plandecorones • 21 ore fa
Bene, avanti i 5***** . Un bel no e tutti son contenti
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sonagliette • 21 ore fa
Vabbè ..... i sondaggi vengono interpretati , di settimana in settimana, in modo completamente diverso.....settimana scorsa il NO era in ascesa ed aveva 4 punti di vantaggio......
Se il risultato non sara di 70 a 30 per il NO, tanti partiti del fronte del NO dovranno spiegarci come mai tanti propri elettori hanno votato in modo diverso.... In caso contrario si dovrà per forza chiederne conto ai sondaggisti e smetterla per sempre con queste buffonate per cercare di condizionare l'opinione pubblica...
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Raphael DeLaghetto sonagliette • 9 ore fa
i sondaggi sono tenuti artificiosamente appaiati e con un scarto minimo...cosi nessuno andra contro i sondaggisti...
ma sappiamo tutti che i NO sono molto in alto e lo sa anche matteo...
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vincenzo liberti • un giorno fa
vincerà il Si oppure il NO .....tutti si lamenteranno , compresi gli astenuti !
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scriva le fonti....è facile parlare a vanvera....
comodo dire voto si per poi fare la dittatura in parlamento cambiando la legge elettorale a seconda del vento... bel partito il PD
vorrei proprio succedesse il contrario....vince il M5S e metta fuori gioco il PD e compagnia bella...
questo è possibile solo votando NO
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Guido Liverani Raphael DeLaghetto • 7 ore fa
arzigogoli italiani ... mai nel merito .... mister congettura
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sonagliette catvonD • 12 ore fa
Matematicamente il SI perde e pure nettamente....e renzi va a casa....
Renzi le sta provando tutte, promesse elettorali, cambio dell'italicum,truffa della scheda, sondaggi pilotati...ma non ce la fa....altro che italiani non vogliono.....ciaone.
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Norrin_Radd sonagliette • 10 ore fa
Matematicamente c'è il 42,3 di astenuti e, del restante 57,7, il 29,2 è indeciso.
Totale: tra indecisi ed astenuti più del 59 per cento degli aventi diritto non sa o non vuole sapere cosa votare.
Io non vedo alcuna certezza matematica.
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sonagliette Norrin_Radd • 9 ore fa
Ma qualcuno vuole usare il cervello ? Gli stessi sondaggisti ci presentano 2 situazioni in contemporanea....le intenzioni di voto alle politiche e al referendum.... Una delle 2 è farlocca....è evidente..... Oppure improvvisamente gli elettori italiani , che invece alle comunali hanno seguito le indicazioni al voto....dichiarano di non seguire l'indicazione di voto del partito che voterebbe alle politiche. Ma il saldo,tra quelli che cambiano, sarebbe a favore del SI nella misura del 20%....circa 6/7 milioni di voti.....mah!.....per me fantascienza....
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Guido Liverani sonagliette • 7 ore fa
i fanatici non usano il cervello .... e questo è un fatto .... rileggi quello che hai scritto e questo è un altro fatto
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sonagliette Guido Liverani • 7 ore fa
diciamo che sono convinto di quello che scrivo e non ho ancora trovato uno che mi dimostra il contrario....
Poi se tu vuoi far sapere all'umanità che esisti.....
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W.Reich • 13 ore fa
Servi e gonzi, in questo disperante e disperato Paese, sono probabilmente maggioranza, non mi stupirei vincesse, ahimè, il sì.
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Guido Liverani W.Reich • 7 ore fa
patetico presuntuosetto da tastiera
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Guido - MUD IS NOW !!! W.Reich • 12 ore fa
Tranquillo....la maggioranza è quella a cui non interessa nulla di queste amenità. E' piuttosto quella che pensa alla "pratica" del vivere quotidiano e non a questi "sistemi" di perpetuazione del potere. La maggioranza sarà quella che non voterà.......
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bdrim • 13 ore fa
invece di chiedere tutti i giorni se voteranno sì oppure no io chiederei agli italiani se conoscono l'attuale costituzione, se sanno quali e quanti articoli della costituzione saranno cambiati con la riforma, insomma se sanno per che cosa andranno a votare : ne scopriremmo delle belle. Ma l'Italia è una repubblica fondata sulla televisione: essendo l'intero sistema televisivo un oligopolio, le tv, qualunque esse siano, sono per definizione di regime, quindi un sondaggio del genere nessuno avrebbe interesse a farlo.
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dante2 • 14 ore fa
Il NO può farcela a dispetto dei mezzi di informazione schierati contro,. Cominciamo con l'evidenziare che il no ha degli argomenti mentre il si non ha veri argomenti. Il NO sostiene che la riforma accentra il potere è spiega il perché e perché ciò è antidemocratico. Certo come tutti gli argomenti possono essere fallaci ma, il si, non oppone contro argomentazioni ma soltanto promesse di sorti magnifiche e progressive però logicamente scollegate al merito della questione. Il si non si attiene al merito della riforma.
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alexao dante2 • 8 ore fa
Il no non ha reali argomentazioni se non l'avversità verso Renzi, questione legittima ma decisamente scollegata al merito.
Questa riforma migliora notevolmente la governabilità del Paese e lo rende più democratico, nel momento in cui permette al governo eletto di governare (con gli adeguati contrappesi verso gli altri poteri) senza essere rimpiazzato dopo 18 mesi da governi nominati come è con l'attuale Costituzione. Basterebbe questo motivo da solo per votare SI. Si sorprenderebbe di quante buone ragioni ci sono per votare sì, se solo si informasse.
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dante2 alexao • 8 ore fa
La riforma è qualcosa di assolutamente originale (vede voglio essere oggettivo) il si dovrebbe spiegare il perché di tante strane soluzioni adottate. Io che conosco la riforma è conosco sommariamente come funzionano le cose in giro per il mondo non mi fido. Voi del si dovreste sentire l'obbligo di dare spiegazioni, sennò siete in malafede.
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Il figlio del grigio • 14 ore fa
E insistete a farvi prendere in giro con la favola del si è del no, ma come fate a nn capire che è tt cinema per il popolo bue ,i giochi per i prossimi 10 anni sono fatti, al governo del paese rimarrà renzi,il miglior presidente del consiglio degli ultimi 30 anni,del centro destra moderato
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anselmo • 14 ore fa
La legge di stabilità è stata presentata da poche ore, e già influenza i sondaggi?
Ma non è che Cairo deve pagare l'appoggio di Banca Intesa nella conquista del Corriere?
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saro45 • 14 ore fa
Gli indecisi stanno cominciando a guardare la tv e quindi il SI' sta decollando e presto supererà il NO. E così gli italiani continueranno ad avere il governo che si meritano per poi lamentarsi dopo.
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Guido - MUD IS NOW !!! saro45 • 12 ore fa
Tranqui....vinceranno i VAFFA ..... quelli per i quali gli spot in TV sul referendum sono uguali a quelli della Nutella
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Enrico C. saro45 • 13 ore fa
"così gli italiani continueranno ad avere il governo che si meritano per poi lamentarsi dopo"
Guardi che questo è lo scenario in caso di vittoria del No, eh, in cui la situazione attuale, quella di cui tutti si lamentano, quella che per tutti "fa schifo"... continuerà pari pari per i prossimi decenni, con l'ultima speranza di cambiamento accantonata.
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Raphael DeLaghetto Enrico C. • 10 ore fa
lei è illuso.....crede che la costituzione cambi la natura e la mentalità dei politici?
poveri noi
tangentopoli non è servita a nulla!
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MarcoMartini982 • 19 ore fa
Un piccolo balzo in avanti del SI.
Sono gli evasori fiscali che fanno sentire il loro riconoscimento per il nuovo condono fiscale.
Ciao!
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Giulio Franco • 20 ore fa
Interessante, politicamente, il fatto che il PD sia in testa nei sondaggi, mentre il no è in vantaggio. Forse esagera il PD in questa sua ossessione di restare unito. Tanto, a quanto pare il M5s vincerà le prossime elezioni a prescindere. PS: per chi è contrario alla legge elettorale, questi sondaggi sono il motivo primo per cui il PD manterrà la promessa e cambierà la legge elettorale, a prescindere dall'esito del referendum o dalla costituzionalità della legge attuale.
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Anacleto Passeroni Giulio Franco • 19 ore fa
E quando mai i peppaioli potranno vincere le elezioni!
La gente, anche quella che in genere se ne frega, comincia a conoscerli e nota quale catastrofe siano quella genìa di sbandati!
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Roberto Bello • 20 ore fa
"...ma il calo degli indecisi premia il Si..." e ci vuol tanto ad immaginarlo? è logico, cosa volete che votino questi ignavi opportunisti, altrimenti detti "indecisi"?
gli "indecisi", quelli che determinano sempre e da sempre le sorti delle elezioni... quelli che renzie (o chi per lui va a coccolare e a imbonire (grazie RAI))... questi ignavi "indecisi" questi che mi hanno fatto capire che il suffragio universale non va bene per niente.
Gli "indecisi", questi esserini inutili che stanno sulla linea bianca, con un piede di qua e uno di là, sorridendo stupidamente poi giustificheranno la loro scelta. così oplà o di qua o di là... indecisi... ma indecisi de che? vorrei dir anzi urlar loro!
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L.Bird Roberto Bello • 10 ore fa
Scusi ma che c'è di male a essere indecisi? Manca un mese e mezzo al referendum e c'è tutto il tempo per studiarsi bene la riforma e decidere cosa votare.
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Guido - MUD IS NOW !!! Roberto Bello • 12 ore fa
Nell'ambito dei "non votanti" ci sono due famiglie.
Gli "indecisi" ossia in pratica "gli imboniti"
I "decisi" ossia quelli che sono assolutamente decisi a non votare (per fortuna la maggioranza del paese)
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Sambuca • 20 ore fa
Voterei si..però ripensando che se si andasse al ballottaggio tra un anno rischierebbe di vincere il m5s..quasi quasi voto no...ci penso
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Guido - MUD IS NOW !!! Sambuca • 12 ore fa
Tra un anno vincerà la Lega
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lucaolmi • 20 ore fa
Sondaggi o non sondaggi alla fine vincera' il SI. La maggior parte degli italiani, evasori fiscali e/o comunque interessati solo al proprio tornaconto, semplicemente seguira' le indicazioni del loro nuovo paladino renzie. E si fottano gli altri....
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PaolettoV • 21 ore fa
Notizie poco confortanti questo lunedì da parte di telegrillo in tema di sondaggi.
Il sì continua a guadagnare terreno, così come avanza il Pd a danno del M5S.
Suvvia movimentisti, non disperate. Mancano ancora 50 giorni al referendum e
non meno di un anno ad eventuali elezioni anticipate.Tutto può ancora succedere.
Persino che possiate ancor più perdere posizioni.....senza che nessuno si scandaizzi.
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maria PaolettoV • 10 ore fa
Ma persino che il no vinca.Non canti vittoria prima del tempo,anzi...si prepari ad una sconfitta.
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Alberto Magno PaolettoV • 11 ore fa
di disperati in in italia ci sono solo i giovani sempre più poveri e lei.stia sereno
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Re Artù PaolettoV • 13 ore fa
E' l'ultima partita che conta Paoletto, non quelle che stanno in mezzo (come il referendum). Stammi coeso.
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Marco PaolettoV • 15 ore fa
abbiamo ben altri motivi per scandalizzarci altro che perdere 1-2 punti nei sondaggi...
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facciolo83 PaolettoV • 17 ore fa
e se le sue convinzioni fossero smentite?cosa farà ???? le consiglio ginnastica peripatetica che induce al benessere fisico e mentale , cosi da poter ipotizzare e preparare situazioni diverse, contrapposte alle sue sicurezze personali dettate dal tifo sfrenato.
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Ma Li Nois PaolettoV • 18 ore fa
mancano ancora 50 giorni... cavolo...questa è una buona notizia.. con la rincorsa che ha preso in tutto questo tempo matteo ci darà in regalo anche i rolex arabi per votare si... quasi quasi ci penso
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Alessandro PaolettoV • 18 ore fa
Grandissimo. Speriamo che il futuro sia questo... Visto Di Maio quante spese? 100000 per "eventi sul territorio"... Vorrei vedere in quali hotel ha alloggiato... Pare che il M5S sia in rivolta !!!!
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maria Alessandro • 10 ore fa
Sono duemilacinquecento euro al mese,per uno che deve viaggiare ,stare in albergo ecc.Provo simpatia per 5s ,ma si diano una calmata,a meno che non pretendsano che si dorma in macchina o in sacco a pelo.Impieghino meglio le loro energie, per spiegare bene perchè si deve votare No ,per esempio.,
Cavolo se uno andasse in pizzeria ,mezzigiorno e sera,solo pizza e acqua, e prendesse cappuccino e cornetto al mattino,spenderebbe 750 euro al mese.Dov'è finita quella che aveva esposto duemila euro si sole mangiate?"i dissidenti alimentari" pensino a fare bene il loro lavoro.Per un paio di cappuccini Marino ci ha rimesso il posto, credono che a loro andrà meglio?Sveglia!
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Mices7 PaolettoV • 19 ore fa
Ma anche no.
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lunatiko2 PaolettoV • 20 ore fa
Intanto oggi la Raggi ha sbloccato più di 400 assunzioni, ed è solo l'inizio. Stai sereno, tu ed il sì...
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Andrea Persi. lunatiko2 • 10 ore fa
Si li ha sbloccati con i soldi ricevuti dal decreto Madia, grazie al perfido governo Renzi. Mi stia adeguato
http://www.lineapress.it/roma-...
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lunatiko2 Andrea Persi. • 9 ore fa
C'è sempre un decreto o una legge approvati da un governo; sa, siamo in uno stato. Ma è storia di tutti i giorni che venga approvata una legge con un contentino e 100 magagne. O forse vogliamo dire che il governo Renzi sta facendo bene ed i ristoranti sono pieni?
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maria Andrea Persi. • 10 ore fa
La Madiaha non ha fatto il decrto per i 5s, la Raggi ne ha goiustamente usufruito, dov'è il problema?
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GinoPasquino • 21 ore fa
Masochisti o questuanti? Non vorrei spoilerare ma con gli €80 non è finita granché bene...
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sofista • 21 ore fa
Per gli italiani è la terza guerra mondiale, stiamo perdendo i diritti, e il governo ha la volontà di creare instabilità. Niente lavoro, niente frontiere, niente istruzione, niente valori e legami col territorio, niente casa ecc...
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plandecorones • 21 ore fa
Bene, avanti i 5***** . Un bel no e tutti son contenti
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sonagliette • 21 ore fa
Vabbè ..... i sondaggi vengono interpretati , di settimana in settimana, in modo completamente diverso.....settimana scorsa il NO era in ascesa ed aveva 4 punti di vantaggio......
Se il risultato non sara di 70 a 30 per il NO, tanti partiti del fronte del NO dovranno spiegarci come mai tanti propri elettori hanno votato in modo diverso.... In caso contrario si dovrà per forza chiederne conto ai sondaggisti e smetterla per sempre con queste buffonate per cercare di condizionare l'opinione pubblica...
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Raphael DeLaghetto sonagliette • 9 ore fa
i sondaggi sono tenuti artificiosamente appaiati e con un scarto minimo...cosi nessuno andra contro i sondaggisti...
ma sappiamo tutti che i NO sono molto in alto e lo sa anche matteo...
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vincenzo liberti • un giorno fa
vincerà il Si oppure il NO .....tutti si lamenteranno , compresi gli astenuti !
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
Il Sole 18.10.16
Lungo conclave al Tar, i giudici amministrativi valutano tre ipotesi
I ricorsi. Prende quota una scelta sul merito
ROMA Per il momento sul quesito referendario il Tar del Lazio ha solo deciso di prendere tempo. Ieri, dopo una mattinata passata ad ascoltare le parti, i giudici della seconda sezione-bis del tribunale amministrativo della capitale, presieduta da Elena Stanizzi, dalle 12,30 si sono riuniti a porte chiuse in camera di consiglio per arrivare a una decisione. Nonostante alcune ore di “conclave”, il verdetto non è arrivato. «La decisione - ha fatto sapere la presidente - sarà pubblicata oggi o domani».
A questo punto tutte le ipotesi sono possibili. I giudici amministrativi sono stati chiamati in causa a inizio ottobre dai ricorsi presentati da Sinistra Italiana, 5 Stelle e Comitati per il “No” a pronunciarsi sul quesito sulla riforma costituzionale del 4 dicembre. Secondo i ricorrenti, la domanda a cui si dovrà rispondere con un “Sì” o un “No” è incompleta: non tiene, infatti, conto - secondo le indicazioni dell’articolo 16 della legge 352/1970 - del fatto che nella scheda devono essere indicati, nel caso di referendum costituzionali, anche gli articoli che si sottopongono a revisione e la loro materia.
Inoltre, nel quesito - secondo i ricorrenti - viene riportata «impropriamente anche una presunta finalità della legge (il cosiddetto contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria».
La richiesta al Tar era di intervenire intanto in sede cautelare, con un’ordinanza di sospensiva che “congelasse” il quesito referendario. Ancora prima dell’udienza di oggi, i giudici della seconda sezione-bis avevano, però, fatto intendere che - così come consente il codice della giustizia amministrativa - sarebbe stato possibile anche decidere direttamente nel merito.
A questo punto, dopo la lunga camera di consiglio di ieri, la possibilità è che abbia potuto prendere corpo questa seconda ipotesi. Lo scenario, però, è anche più articolato: oltre alla sospensiva e all’eventuale decisione nel merito, ci potrebbe anche essere la strada di una rimessione degli atti alla Corte costituzionale. Così hanno chiesto gli avvocati Giuseppe Bozzi, Enzo Palumbo e Luciano Vasques, autori del ricorso di Sinistra Italiana e dei 5 Stelle, in modo da verificare la legittimità costituzionale della legge del 1970 sulle procedure referendarie e, in particolare, sull’articolo 16.
L’associazione di consumatori Codacons, anch’essa firmataria di un ricorso, ha invece perorato la riunione di tutte le cause, chiedendo ai giudici del Tar che ordinino alla Presidenza del Consiglio di distribuire in tutti i seggi due schede informative, una predisposta dal Comitato del “Sì” e l’altra da quello del “No”, che accompagnino il quesito e spieghino meglio il contenuto di quest’ultimo.
Lungo conclave al Tar, i giudici amministrativi valutano tre ipotesi
I ricorsi. Prende quota una scelta sul merito
ROMA Per il momento sul quesito referendario il Tar del Lazio ha solo deciso di prendere tempo. Ieri, dopo una mattinata passata ad ascoltare le parti, i giudici della seconda sezione-bis del tribunale amministrativo della capitale, presieduta da Elena Stanizzi, dalle 12,30 si sono riuniti a porte chiuse in camera di consiglio per arrivare a una decisione. Nonostante alcune ore di “conclave”, il verdetto non è arrivato. «La decisione - ha fatto sapere la presidente - sarà pubblicata oggi o domani».
A questo punto tutte le ipotesi sono possibili. I giudici amministrativi sono stati chiamati in causa a inizio ottobre dai ricorsi presentati da Sinistra Italiana, 5 Stelle e Comitati per il “No” a pronunciarsi sul quesito sulla riforma costituzionale del 4 dicembre. Secondo i ricorrenti, la domanda a cui si dovrà rispondere con un “Sì” o un “No” è incompleta: non tiene, infatti, conto - secondo le indicazioni dell’articolo 16 della legge 352/1970 - del fatto che nella scheda devono essere indicati, nel caso di referendum costituzionali, anche gli articoli che si sottopongono a revisione e la loro materia.
Inoltre, nel quesito - secondo i ricorrenti - viene riportata «impropriamente anche una presunta finalità della legge (il cosiddetto contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria».
La richiesta al Tar era di intervenire intanto in sede cautelare, con un’ordinanza di sospensiva che “congelasse” il quesito referendario. Ancora prima dell’udienza di oggi, i giudici della seconda sezione-bis avevano, però, fatto intendere che - così come consente il codice della giustizia amministrativa - sarebbe stato possibile anche decidere direttamente nel merito.
A questo punto, dopo la lunga camera di consiglio di ieri, la possibilità è che abbia potuto prendere corpo questa seconda ipotesi. Lo scenario, però, è anche più articolato: oltre alla sospensiva e all’eventuale decisione nel merito, ci potrebbe anche essere la strada di una rimessione degli atti alla Corte costituzionale. Così hanno chiesto gli avvocati Giuseppe Bozzi, Enzo Palumbo e Luciano Vasques, autori del ricorso di Sinistra Italiana e dei 5 Stelle, in modo da verificare la legittimità costituzionale della legge del 1970 sulle procedure referendarie e, in particolare, sull’articolo 16.
L’associazione di consumatori Codacons, anch’essa firmataria di un ricorso, ha invece perorato la riunione di tutte le cause, chiedendo ai giudici del Tar che ordinino alla Presidenza del Consiglio di distribuire in tutti i seggi due schede informative, una predisposta dal Comitato del “Sì” e l’altra da quello del “No”, che accompagnino il quesito e spieghino meglio il contenuto di quest’ultimo.
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
REFERENDUM COSTITUZIONALE
Cronache del referendum, attenzione a quelli del ‘meglio Renzi che niente’
Referendum Costituzionale
di Pierfranco Pellizzetti | 19 ottobre 2016
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Le immagini giunte da Oltreoceano, relative alla gita aziendale della ditta Renzi in quel di Washington, suscitano qualche turbamento al modesto palombaro in esplorazione delle viscere di questa strana Italia, a una quarantina di giorni dalla show-down referendario.
E alquanto fastidio: non solo per l’ennesima, scontata, intromissione dei reggitori dell’ordine mondiale nella nostra scassatissima sovranità nazionale; bensì per l’effetto “cacicco del Bananas” prodotto dal nostro premier (“facciamoci riconoscere”) in visita premio; mentre gli è concesso per una volta di calcare la pelouse della magione padronale.
Con quell’espressione beata, tipo signor Porcone imbucato nel gran ballo della Croce Rossa di Montecarlo; mentre danza inopinatamente con un’esterrefatta Grace Kelly.
Sotto questo aspetto, gusti e disgusti personali di chi ha sempre trovato insopportabile la galleria di personaggi interpretati da Alberto Sordi, che riproponevano all’infinito il tema dell’italiano inadeguato e sopra le righe. Dunque notazioni insignificanti.
Più importanti le apprensioni, determinate dalla sensazione – confermata dalla marchetta Obama – che la potenza di fuoco guittesco-comunicativa messa in campo dal Renzi rischia davvero di ribaltare le previsioni sull’esito referendario.
Ergo, l’impressione che lo svelto giovanotto stia riuscendo ad aggregare quel blocco sociale, costituito da abbienti e impauriti, su cui Berlusconi ha basato la propria ventennale avventura in politica; coronata (ahinoi) da non pochi successi.
Ribadisco lo schema che ho già proposto in questa sede: visto che quasi nessuno è realmente interessato alla materia referendaria, la scelta tra No e Sì diventa quella tra “vaffa” e “horror vacui”; tra chi non vede l’ora di mandare a quel paese l’ingombrante giovanotto che, con la sua petulanza pari solo all’inadeguatezza, ormai ha stufato e –invece – quanti paventano comunque il vuoto che potrebbe determinarsi rottamando il rottamatore, nella logica del “meglio Renzi che niente”. Alternativa ben poco entusiasmante. Che in un Paese sfiduciato e sfinito quale il nostro potrebbe spostare le prevalenze nella pubblica opinione verso il continuista horror vacui del Sì.
Difatti, partita calcando il tasto dell’eccezionalità superomistica renziana, presto la propaganda del premier è virata di 180 gradi, attestandosi sul ricattatorio ma più efficace “dopo di me il diluvio”.
Insomma, quella Casta che il referendum intende blindare, sta giocando a mezzo del suo proconsole venuto da Rignano la carta della paura che l’alternativa sarebbe un salto nel buio.
E in questo si vede la mano degli spin-doctor Usa ingaggiati per vincere il referendum e assicurarsi qualche decennio di inamovibilità.
La straordinaria abilità della propaganda americana di ribaltare a vantaggio del committente i termini della questione; giocando sul mimetismo, l’infantilizzazione e riflessi condizionati americanisti diffusi.
Per cui ci si chiede: siamo in tempo per correre ai ripari?
Certo, la partita ancora non è persa, anche se si continua a sbagliare repertorio argomentativo.
A partire dalla retorica della “Carta più bella del mondo” che all’articolo 7 recepisce l’obbrobrio dei Patti Lateranensi.
E pure ci mette del suo l’adozione di toni terroristici alla Grillo formato europee, che confortano i già convinti mettendo in fuga i dubbiosi.
Che fare?
A parere dello scrivente, una volta aggiustato tiro e toni, magari con un minimo di coordinamento tra le varie voci del No, intraprendere un rush finale evitando l’ennesima tagliola che i renziani hanno piazzato sul terreno (e in cui è incappato il povero Zagrebelsky): quel pretendere che la discussione si riduca a tecnicismi da legulei.
Il referendum è la tappa di un processo articolato, preceduto da momenti in cui si è cancellato il soggetto lavoro abrogandone i diritti e seguito da graduali contrazioni della democrazia elettorale (spostamento della titolarità del voto dal corpo elettorale al ceto politico: dalle assemblee delle città metropolitane all’ipotesi di senato in ballo).
Un disegno che va smascherato evidenziando le vere poste in palio, controbattendo con la realtà le astuzie e gli imbrogli di questi neo-democristiani post-democratici.
di Pierfranco Pellizzetti | 19 ottobre 2016
Cronache del referendum, attenzione a quelli del ‘meglio Renzi che niente’
Referendum Costituzionale
di Pierfranco Pellizzetti | 19 ottobre 2016
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Le immagini giunte da Oltreoceano, relative alla gita aziendale della ditta Renzi in quel di Washington, suscitano qualche turbamento al modesto palombaro in esplorazione delle viscere di questa strana Italia, a una quarantina di giorni dalla show-down referendario.
E alquanto fastidio: non solo per l’ennesima, scontata, intromissione dei reggitori dell’ordine mondiale nella nostra scassatissima sovranità nazionale; bensì per l’effetto “cacicco del Bananas” prodotto dal nostro premier (“facciamoci riconoscere”) in visita premio; mentre gli è concesso per una volta di calcare la pelouse della magione padronale.
Con quell’espressione beata, tipo signor Porcone imbucato nel gran ballo della Croce Rossa di Montecarlo; mentre danza inopinatamente con un’esterrefatta Grace Kelly.
Sotto questo aspetto, gusti e disgusti personali di chi ha sempre trovato insopportabile la galleria di personaggi interpretati da Alberto Sordi, che riproponevano all’infinito il tema dell’italiano inadeguato e sopra le righe. Dunque notazioni insignificanti.
Più importanti le apprensioni, determinate dalla sensazione – confermata dalla marchetta Obama – che la potenza di fuoco guittesco-comunicativa messa in campo dal Renzi rischia davvero di ribaltare le previsioni sull’esito referendario.
Ergo, l’impressione che lo svelto giovanotto stia riuscendo ad aggregare quel blocco sociale, costituito da abbienti e impauriti, su cui Berlusconi ha basato la propria ventennale avventura in politica; coronata (ahinoi) da non pochi successi.
Ribadisco lo schema che ho già proposto in questa sede: visto che quasi nessuno è realmente interessato alla materia referendaria, la scelta tra No e Sì diventa quella tra “vaffa” e “horror vacui”; tra chi non vede l’ora di mandare a quel paese l’ingombrante giovanotto che, con la sua petulanza pari solo all’inadeguatezza, ormai ha stufato e –invece – quanti paventano comunque il vuoto che potrebbe determinarsi rottamando il rottamatore, nella logica del “meglio Renzi che niente”. Alternativa ben poco entusiasmante. Che in un Paese sfiduciato e sfinito quale il nostro potrebbe spostare le prevalenze nella pubblica opinione verso il continuista horror vacui del Sì.
Difatti, partita calcando il tasto dell’eccezionalità superomistica renziana, presto la propaganda del premier è virata di 180 gradi, attestandosi sul ricattatorio ma più efficace “dopo di me il diluvio”.
Insomma, quella Casta che il referendum intende blindare, sta giocando a mezzo del suo proconsole venuto da Rignano la carta della paura che l’alternativa sarebbe un salto nel buio.
E in questo si vede la mano degli spin-doctor Usa ingaggiati per vincere il referendum e assicurarsi qualche decennio di inamovibilità.
La straordinaria abilità della propaganda americana di ribaltare a vantaggio del committente i termini della questione; giocando sul mimetismo, l’infantilizzazione e riflessi condizionati americanisti diffusi.
Per cui ci si chiede: siamo in tempo per correre ai ripari?
Certo, la partita ancora non è persa, anche se si continua a sbagliare repertorio argomentativo.
A partire dalla retorica della “Carta più bella del mondo” che all’articolo 7 recepisce l’obbrobrio dei Patti Lateranensi.
E pure ci mette del suo l’adozione di toni terroristici alla Grillo formato europee, che confortano i già convinti mettendo in fuga i dubbiosi.
Che fare?
A parere dello scrivente, una volta aggiustato tiro e toni, magari con un minimo di coordinamento tra le varie voci del No, intraprendere un rush finale evitando l’ennesima tagliola che i renziani hanno piazzato sul terreno (e in cui è incappato il povero Zagrebelsky): quel pretendere che la discussione si riduca a tecnicismi da legulei.
Il referendum è la tappa di un processo articolato, preceduto da momenti in cui si è cancellato il soggetto lavoro abrogandone i diritti e seguito da graduali contrazioni della democrazia elettorale (spostamento della titolarità del voto dal corpo elettorale al ceto politico: dalle assemblee delle città metropolitane all’ipotesi di senato in ballo).
Un disegno che va smascherato evidenziando le vere poste in palio, controbattendo con la realtà le astuzie e gli imbrogli di questi neo-democristiani post-democratici.
di Pierfranco Pellizzetti | 19 ottobre 2016
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
Usa, quello che l’incontro Renzi-Obama ci ha detto veramente
Politica
di Paolo Ferrero | 19 ottobre 2016
COMMENTI (119)
Paolo Ferrero
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L’incontro tra Obama e Renzi è un grande evento scenografico con due precise valenze politiche.
La prima è l’appoggio di Obama e dell’establishment statunitense alla manomissione della Costituzione. L’armamentario evocativo dello spot è “la speranza contro la paura”, che caratterizza da un po’ di tempo la pubblicità della “multinazionale del centro sinistra” contro la “multinazionale del centro destra”. E così due belle coppiette di simpatici amiconi si incaricano di dare un volto umano a quello che non è altro che una plateale ingerenza statunitense negli affari interni di un altro Stato. Ingerenza ovviamente ricercata e coltivata dal portaordini Renzi. Lo stesso messaggio, un po’ burocratico e “novecentesco” dell’ambasciatore statunitense in Italia viene rafforzato e abbellito con i fiori del giardino della Casa bianca che fa da sfondo alle passeggiate delle due first ladies: non hanno vergogna di recitare per uno spot pubblicitario stile “Mulino bianco”, l’importante è conquistare il consenso degli indecisi per sfasciare una delle migliori costituzioni del pianeta. Su questo tutte le classi dominanti del pianeta sono unite ma certo lo sponsor di Obama è più efficace di quello della Merkel.
L’altro messaggio che arriva da Washington è il No all’austerità che Obama e Renzi pronunciano all’unisono. Questo messaggio, già dato più volte, segna il vero scontro dentro le classi dominanti ed in particolare all’interno dell’Europa tra la Merkel e i paesi che la sostengono e i paesi del Sud Europa, appoggiati dagli Usa. Il punto di conflitto è molte semplice. Dopo la crisi del 2008, le politiche di austerità hanno avuto la funzione di scardinare il welfare europeo e in quella fase tutti concordavano su queste ricette. Dopo questa azione di sfondamento di cui Monti è stato l’esponente massimo, le opinioni relative all’austerità si son andate divaricando all’interno del fronte liberista europeo e mondiale. La Germania ha continuato a pestare sull’austerità sia per ragioni di tornaconto nazionale che per ragioni ideologiche. Infatti il gruppo dirigente tedesco è compattamente ordoliberista – cioè portatore di una visione del mondo classista e reazionaria – e ritiene che la riduzione del ruolo dello stato a soggetto tra gli altri all’interno del mercato debba essere portato alle ultime conseguenze.
Al contrario gli Usa e i presidenti di alcuni Stati europei hanno cominciato a mettere in discussione l’austerità perché una volta ottenuta la sconfitta del movimento operaio sul welfare non ritengono necessario continuare a stringere i cordoni della borsa, determinando stagnazione economica e crescita delle destre populiste.
Vi è quindi una contraddizione vera dentro le classi dominanti. Da un lato Obama, Renzi e Hollande vogliono lasciarsi alle spalle l’austerity utilizzando le risorse liberate per “comprarsi” la manomissione della Costituzione, la distruzione del diritto del lavoro attraverso l’approvazione dei vari Jobs Act, la creazione di un sistema di welfare privatizzato e aziendalizzato che corporativizzi ulteriormente la società. Dall’altra la Merkel che fa gli interessi della borghesia tedesca e ritiene che il bastone dell’austerity debba continuare ad essere usato a pieno regime. Draghi, sicuramente più vicino ai primi che ai tedeschi, rappresenta uno snodo fondamentale della stabilità capitalistica, salvaguarda il sistema finanziario pompando liquidità al fine di determinare un sistema di “socialismo per soli banchieri”, a cui i soldi non devono mancare.
Il punto che a me preme sottolineare è che tutte queste differenze sulla gestione dell’austerità non producono però alcuna differenza sul tema fondamentale del neoliberismo, cioè della distruzione dei diritti del lavoro, del welfare, delle regole costituzionali nate dalla lotta al nazifascismo. La differenza tra Obama e la Merkel non è tra sinistra e destra, ma tra una gestione egemonica fatta in nome della stabilità del sistema capitalistico e una gestione ottusa fatta in nome degli interessi tedeschi e delle ideologie delle sue classi dominanti.
Evitiamo quindi di farci prendere in giro facendoci arruolare nell’armata americana contro l’armata tedesca. Solo la sconfitta delle politiche neoliberiste, cioè della completa sottomissione della sfera pubblica agli interessi delle grandi imprese e delle banche, potrà farci uscire dal disastro in cui è costretta a vivere la nostra gente. Non viviamo nel 1943: Obama e Merkel sono le due facce della stessa medaglia, quella neoliberista che deve essere sconfitta con un sonoro No nel referendum.
Ps. Ovviamente la contropartita pagata da Renzi è il pieno coinvolgimento dell’esercito italiano nella guerra in Iraq e in Libia, ma questo non entra nello spot del mulino bianco…
Politica
di Paolo Ferrero | 19 ottobre 2016
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Paolo Ferrero
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L’incontro tra Obama e Renzi è un grande evento scenografico con due precise valenze politiche.
La prima è l’appoggio di Obama e dell’establishment statunitense alla manomissione della Costituzione. L’armamentario evocativo dello spot è “la speranza contro la paura”, che caratterizza da un po’ di tempo la pubblicità della “multinazionale del centro sinistra” contro la “multinazionale del centro destra”. E così due belle coppiette di simpatici amiconi si incaricano di dare un volto umano a quello che non è altro che una plateale ingerenza statunitense negli affari interni di un altro Stato. Ingerenza ovviamente ricercata e coltivata dal portaordini Renzi. Lo stesso messaggio, un po’ burocratico e “novecentesco” dell’ambasciatore statunitense in Italia viene rafforzato e abbellito con i fiori del giardino della Casa bianca che fa da sfondo alle passeggiate delle due first ladies: non hanno vergogna di recitare per uno spot pubblicitario stile “Mulino bianco”, l’importante è conquistare il consenso degli indecisi per sfasciare una delle migliori costituzioni del pianeta. Su questo tutte le classi dominanti del pianeta sono unite ma certo lo sponsor di Obama è più efficace di quello della Merkel.
L’altro messaggio che arriva da Washington è il No all’austerità che Obama e Renzi pronunciano all’unisono. Questo messaggio, già dato più volte, segna il vero scontro dentro le classi dominanti ed in particolare all’interno dell’Europa tra la Merkel e i paesi che la sostengono e i paesi del Sud Europa, appoggiati dagli Usa. Il punto di conflitto è molte semplice. Dopo la crisi del 2008, le politiche di austerità hanno avuto la funzione di scardinare il welfare europeo e in quella fase tutti concordavano su queste ricette. Dopo questa azione di sfondamento di cui Monti è stato l’esponente massimo, le opinioni relative all’austerità si son andate divaricando all’interno del fronte liberista europeo e mondiale. La Germania ha continuato a pestare sull’austerità sia per ragioni di tornaconto nazionale che per ragioni ideologiche. Infatti il gruppo dirigente tedesco è compattamente ordoliberista – cioè portatore di una visione del mondo classista e reazionaria – e ritiene che la riduzione del ruolo dello stato a soggetto tra gli altri all’interno del mercato debba essere portato alle ultime conseguenze.
Al contrario gli Usa e i presidenti di alcuni Stati europei hanno cominciato a mettere in discussione l’austerità perché una volta ottenuta la sconfitta del movimento operaio sul welfare non ritengono necessario continuare a stringere i cordoni della borsa, determinando stagnazione economica e crescita delle destre populiste.
Vi è quindi una contraddizione vera dentro le classi dominanti. Da un lato Obama, Renzi e Hollande vogliono lasciarsi alle spalle l’austerity utilizzando le risorse liberate per “comprarsi” la manomissione della Costituzione, la distruzione del diritto del lavoro attraverso l’approvazione dei vari Jobs Act, la creazione di un sistema di welfare privatizzato e aziendalizzato che corporativizzi ulteriormente la società. Dall’altra la Merkel che fa gli interessi della borghesia tedesca e ritiene che il bastone dell’austerity debba continuare ad essere usato a pieno regime. Draghi, sicuramente più vicino ai primi che ai tedeschi, rappresenta uno snodo fondamentale della stabilità capitalistica, salvaguarda il sistema finanziario pompando liquidità al fine di determinare un sistema di “socialismo per soli banchieri”, a cui i soldi non devono mancare.
Il punto che a me preme sottolineare è che tutte queste differenze sulla gestione dell’austerità non producono però alcuna differenza sul tema fondamentale del neoliberismo, cioè della distruzione dei diritti del lavoro, del welfare, delle regole costituzionali nate dalla lotta al nazifascismo. La differenza tra Obama e la Merkel non è tra sinistra e destra, ma tra una gestione egemonica fatta in nome della stabilità del sistema capitalistico e una gestione ottusa fatta in nome degli interessi tedeschi e delle ideologie delle sue classi dominanti.
Evitiamo quindi di farci prendere in giro facendoci arruolare nell’armata americana contro l’armata tedesca. Solo la sconfitta delle politiche neoliberiste, cioè della completa sottomissione della sfera pubblica agli interessi delle grandi imprese e delle banche, potrà farci uscire dal disastro in cui è costretta a vivere la nostra gente. Non viviamo nel 1943: Obama e Merkel sono le due facce della stessa medaglia, quella neoliberista che deve essere sconfitta con un sonoro No nel referendum.
Ps. Ovviamente la contropartita pagata da Renzi è il pieno coinvolgimento dell’esercito italiano nella guerra in Iraq e in Libia, ma questo non entra nello spot del mulino bianco…
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
UNA RISPOSTA DEL TAR DEL LAZIO CHE NON SORPRENDE. IL RESPONSO ERA ATTESO DA DUE GIORNI ED ERA EVIDENTE CHE LA LUNGAGGINE ERA DOVUTA ALLA PARTITA CHE E' IN CORSO. BISOGNAVA SALVARE IL GOVERNO E LA VOLONTA' DELLE ELITE MASSONICHE-FINANZIARIE, CHE HANNO PRETESO IL REFERENDUM COSTITUZIONALE.
Riforme, Tar respinge ricorso di M5s e sinistra
“Inammissibile per difetto di giurisdizione”
Cinque stelle e Sinistra italiana avevano chiesto il giudizio sul testo del referendum, ritenuto ingannevole
Un altro ricorso tutt’ora pendente è stato presentato dall’ex presidente della Corte costituzionale Onida
renzi-boschi-quesito-pp
Referendum Costituzionale
Il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso sul quesito del referendum costituzionale presentato da M5s e Sinistra italiana. Spiega il tribunale amministrativo che il quesito è stato promosso dall’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione e poi recepito dal presidente della Repubblica che “sono espressione di ruolo di garanzia” e “caratterizzato da assoluta neutralità che li sottrae al sindacato giurisdizionale”. Se si vuole sollevare una questione di costituzionalità (come ha fatto l’ex giudice Onida), secondo i giudici bisogna rivolgersi di nuovo all’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione che può rinviare alla Consulta
Riforme, Tar respinge ricorso di M5s e sinistra
“Inammissibile per difetto di giurisdizione”
Cinque stelle e Sinistra italiana avevano chiesto il giudizio sul testo del referendum, ritenuto ingannevole
Un altro ricorso tutt’ora pendente è stato presentato dall’ex presidente della Corte costituzionale Onida
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Referendum Costituzionale
Il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso sul quesito del referendum costituzionale presentato da M5s e Sinistra italiana. Spiega il tribunale amministrativo che il quesito è stato promosso dall’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione e poi recepito dal presidente della Repubblica che “sono espressione di ruolo di garanzia” e “caratterizzato da assoluta neutralità che li sottrae al sindacato giurisdizionale”. Se si vuole sollevare una questione di costituzionalità (come ha fatto l’ex giudice Onida), secondo i giudici bisogna rivolgersi di nuovo all’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione che può rinviare alla Consulta
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
UncleTom ha scritto:UNA RISPOSTA DEL TAR DEL LAZIO CHE NON SORPRENDE. IL RESPONSO ERA ATTESO DA DUE GIORNI ED ERA EVIDENTE CHE LA LUNGAGGINE ERA DOVUTA ALLA PARTITA CHE E' IN CORSO. BISOGNAVA SALVARE IL GOVERNO E LA VOLONTA' DELLE ELITE MASSONICHE-FINANZIARIE, CHE HANNO PRETESO IL REFERENDUM COSTITUZIONALE.
Riforme, Tar respinge ricorso di M5s e sinistra
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Cinque stelle e Sinistra italiana avevano chiesto il giudizio sul testo del referendum, ritenuto ingannevole
Un altro ricorso tutt’ora pendente è stato presentato dall’ex presidente della Corte costituzionale Onida
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Il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso sul quesito del referendum costituzionale presentato da M5s e Sinistra italiana. Spiega il tribunale amministrativo che il quesito è stato promosso dall’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione e poi recepito dal presidente della Repubblica che “sono espressione di ruolo di garanzia” e “caratterizzato da assoluta neutralità che li sottrae al sindacato giurisdizionale”. Se si vuole sollevare una questione di costituzionalità (come ha fatto l’ex giudice Onida), secondo i giudici bisogna rivolgersi di nuovo all’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione che può rinviare alla Consulta
Referendum, Tar Lazio respinge il ricorso M5s e Sinistra sul quesito: “Inammissibile per difetto di giurisdizione”
Referendum Costituzionale
Per i giudici amministrativi non sono "sindacabili" le ordinanze della Corte di Cassazione e presidente della Repubblica che "si caratterizzano per la loro assoluta neutralità". Eventuali profili di incostituzionalità, invece, vanno sollevati alla Suprema Corte. Uno dei legali: "Hanno avuto poco coraggio". Cinquestelle e Si: "Aspettiamo le motivazioni". Il giurista Siclari (che è per il No): "Pronuncia prevedibile, è stato un errore"
di F. Q. | 20 ottobre 2016
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Il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso sul quesito del referendum costituzionale presentato da M5s e Sinistra italiana. La decisione è stata assunta dalla sezione 2bis del Tar e, sempre a quanto si apprende, a breve dovrebbero essere rese note le motivazioni. Il ricorso era stato presentato da Loredana De Petris (Si) e Vito Crimi (M5s) insieme agli avvocati Giuseppe Bozzi e Vincenzo Palumbo che contestavano la carente neutralità del quesito. Un altro ricorso, presentato allo stesso Tar e al tribunale civile di Milano, è stato presentato anche dall’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida. Spiega in breve il tribunale amministrativo che il quesito è stato promosso dall’Ufficio centrale per il referendum in Corte di Cassazione e poi recepito dal presidente della Repubblica che “sono espressione di un ruolo di garanzia” e “si caratterizzano per la loro assoluta neutralità che li sottrae al sindacato giurisdizionale”. Le loro ordinanze “non sono impugnabili con gli ordinari mezzi giurisdizionali“. Se invece si vuole sollevare una questione di costituzionalità (come ha fatto proprio l’ex giudice Onida), secondo i giudici amministrativi, bisogna rivolgersi di nuovo all’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione che può rinviare alla Corte costituzionale. Tutto questo, però, accade a 6 settimane dal voto e quindi il tempo diventa sempre più stretto.
Video di Manolo Lanaro
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... e/3110114/
Per Luciano Vasques, uno dei legali che hanno presentato il ricorso, “i giudici amministrativi non hanno avuto il coraggio di affrontare il tema, sostanzialmente hanno chiuso la possibilità di una tutela giurisdizionale, evitando peraltro una legittima remissione alla Corte costituzionale”. “Il rinvio alla Consulta – sottolinea Vasques – avrebbe probabilmente risolto un grave problema di assenza assoluta di tutela verso abusi nella formulazione dei titoli e dei relativi quesiti, nell’ambito di procedimento di referendum costituzionali”.
Ma è una pronuncia “prevedibile” la definisce il costituzionalista Massimo Siclari, che peraltro è sostenitore del No. “Un tribunale amministrativo – aggiunge il giurista all’Ansa – non è il luogo adatto per tentare di aggredire una decisione che proviene da un organo della Cassazione, l’Ufficio centrale per i referendum”. Secondo Siclari “sono sbagliate la strada e la procedura seguite dai ricorrenti. Altra cosa sarebbe stato chiedere alla stessa Cassazione di riesaminare il quesito prospettando dei dubbi di legittimità e dei profili non convincenti. Il Tar, invece, è organo totalmente estraneo a pronunciarsi su una materia di questo tipo già valutata dalla Cassazione. “Ma più in generale – continua Siclari – ritengo che l’errore di fondo che si sta facendo in questa fase, a referendum indetto dal presidente della Repubblica, sia quello di fare una battaglia giudiziaria anziché una battaglia politica sul merito della riforma costituzionale, evidenziandone i difetti. E’ inutile continuare a devolvere alla giurisdizione problemi che vanno risulti sul piano politico. E questo è, tra l’altro, un limite insito nella stessa riforma costituzionale””.
Secondo i Cinquestelle la pronuncia del Tar “non è una bocciatura nel merito. Leggeremo le motivazioni della sentenza e agiremo di conseguenza” dice il deputato M5s Danilo Toninelli. “Siamo convinti di essere nel giusto – aggiunge – e non ci arrenderemo perché il titolo della riforma è una truffa. Dunque, andiamo avanti“. La senatrice di Sinistra Italiana Loredana De Petris dice di aspettare le motivazioni: “Evidentemente non sarà così semplice perché se fosse stato solo un difetto di giurisdizione non ci sarebbero voluti tre giorni”. Tiene il punto il Pd: “Il quesito del referendum è del tutto conforme alla legge – commenta il senatore Andrea Marcucci – I partiti del No si confrontino nel merito della riforma, invece di perdere tempo con inutili ricorsi”.
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
CI MANCAVA SOLO RONDOLINGUA, LA QUINTA ESSENZA DEL NULLA SOTTO VUOTO SPINTO
20 ottobre 2016 | di Mario Ventriglia
Referendum, fuoco incrociato di Rondolino e Morani vs Carlassare: “Strafalcioni sulla Costituzione”
Scontro dai toni alti tra la professoressa e costituzionalista Lorenza Carlassare, il giornalista Fabrizio Rondolino e la deputata Pd Alessia Morani a La Gabbia Open (la7) sulla modifica della costituzione e sulla rappresentatività delle regioni nel nuovo senato. La costituzionalista ha avuto modo di rispondere alla deputata dem Alessia Morani ospite in studio: “E’ un falso clamoroso, perchè il Senato non verrà eletto dal popolo”. “Lei non è ha conoscenza dei dettagli – risponde piccato il giornalista dell’Unità -, lei ha già detto uno strafalcione sulla Costituzione dicendo che assegna il potere al popolo, e adesso dimostra una scarsissima conoscenza della riforma”. Parole che innescano una dura presa di posizione della professoressa continuamente interrottta da Rondolino: ” Prima di interrompere mi faccia finire di parlare. Lei non mi può correggere perchè è falso quel che dice. Mi lascia finire una frase o continua lei? Chi non conosce il sistema costituzionale è meglio che non parli”. Gianluigi Paragone è costretto ad abbassare il microfono di Rondolino. Infine l’intervento della Carlassare sulla Morani che contesta l’affermazione della professoressa sull’antidemocraticità della riforma costituzionale: “Confrontiamoci sul quesito non su problemi che non esistono”. “I senatori verranno eletti senza vincolo di mandato”, replica la costituzionalista che poi conclude “Non saranno legati a portare la voce delle regioni, continuiamo a dire delle bugie”
20 ottobre 2016 | di Mario Ventriglia
Referendum, fuoco incrociato di Rondolino e Morani vs Carlassare: “Strafalcioni sulla Costituzione”
Scontro dai toni alti tra la professoressa e costituzionalista Lorenza Carlassare, il giornalista Fabrizio Rondolino e la deputata Pd Alessia Morani a La Gabbia Open (la7) sulla modifica della costituzione e sulla rappresentatività delle regioni nel nuovo senato. La costituzionalista ha avuto modo di rispondere alla deputata dem Alessia Morani ospite in studio: “E’ un falso clamoroso, perchè il Senato non verrà eletto dal popolo”. “Lei non è ha conoscenza dei dettagli – risponde piccato il giornalista dell’Unità -, lei ha già detto uno strafalcione sulla Costituzione dicendo che assegna il potere al popolo, e adesso dimostra una scarsissima conoscenza della riforma”. Parole che innescano una dura presa di posizione della professoressa continuamente interrottta da Rondolino: ” Prima di interrompere mi faccia finire di parlare. Lei non mi può correggere perchè è falso quel che dice. Mi lascia finire una frase o continua lei? Chi non conosce il sistema costituzionale è meglio che non parli”. Gianluigi Paragone è costretto ad abbassare il microfono di Rondolino. Infine l’intervento della Carlassare sulla Morani che contesta l’affermazione della professoressa sull’antidemocraticità della riforma costituzionale: “Confrontiamoci sul quesito non su problemi che non esistono”. “I senatori verranno eletti senza vincolo di mandato”, replica la costituzionalista che poi conclude “Non saranno legati a portare la voce delle regioni, continuiamo a dire delle bugie”
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
REFERENDUM COSTITUZIONALE
Referendum costituzionale, la scuola dice No
Referendum Costituzionale
di Marina Boscaino | 21 ottobre 2016
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Meno di 48 ore fa è stato inserito sulla piattaforma lascuoladiceno.org l’appello che potrete leggere qui sotto. Si intitola: Ci riguarda! Si tratta di un testo nel quale docenti della scuola italiana – indipendentemente dalla loro appartenenza o meno a forze sindacali, politiche o ad associazioni – spiegano le motivazioni per cui si sentono unitariamente chiamati in causa nella campagna referendaria ed esprimono le ragioni del proprio No il 4 dicembre 2016.
Chiediamo che la scuola – organo costituzionale, organo centrale della democrazia, secondo la definizione di Piero Calamandrei – assuma in prima persona la responsabilità della partecipazione attiva in un percorso impervio, che rischia di minare alla base i principi portanti della nostra civiltà democratica, fondata sui valori della Resistenza, sulla sovranità popolare, sulla dignità del lavoro, sul ripudio della guerra.
Lo facciamo sulla scorta di una stagione di lotte, culminata nel più grande sciopero della storia della scuola italiana il 5 maggio 2015, che non ha ottenuto, però, un ascolto delle nostre ragioni: a colpi di fiducia la “buona” scuola è stata approvata. Ma è stata approvata da un parlamento delegittimato dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale, che decretò l’incostituzionalità della legge (il Porcellum) con cui era stato eletto.
Un parlamento azzoppato e un governo arrogante hanno snaturato le caratteristiche della scuola pubblica, laica, pluralista, garantite dalla Carta, nel silenzio di chi avrebbe potuto intervenire per rallentare la folle corsa decisionista che ha travolto non solo la scuola pubblica, ma il mondo del lavoro e l’intero sistema delle garanzie. Jobs Act, Sblocca Italia, riforma della Pubblica Amministrazione, nomine Rai, ci consegnano un paese indebolito sul piano culturale e democratico, oltre che economico.
Da questo contesto e da quel parlamento deriva la proposta di riforma costituzionale su cui siamo interpellati. La scuola è la sede naturale della costruzione di una cittadinanza consapevole e critica; desideriamo che rimanga tale, ma, al contrario, temiamo che la riforma e la sua combinazione con l’Italicum configurino nei fatti l’attacco definitivo alla sua funzione di strumento dell’interesse generale attraverso la cultura emancipante.
Abbiamo estremo rispetto delle sedi in cui esercitiamo la nostra professione, nonché della funzione alta che la Costituzione ci affida. Manifesteremo fuori dalle scuole – nei comitati per il No e nel Paese – il nostro civile dissenso; nelle scuole svolgeremo il nostro compito di docenti nella ricostruzione rigorosamente filologica della Costituzione vigente e del testo della nuova.
Ci riguarda! è un grido di allarme, un’assunzione di responsabilità, una chiamata alla partecipazione democratica. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini/e, per difendere la Costituzione: un meraviglioso progetto, che non ha mai avuto attuazione completa. La prospettiva è quella di lavorare, tutti insieme, per renderla finalmente realtà.
Ecco il testo dell’appello.
Referendum costituzionale, la scuola dice No
Referendum Costituzionale
di Marina Boscaino | 21 ottobre 2016
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Chiediamo che la scuola – organo costituzionale, organo centrale della democrazia, secondo la definizione di Piero Calamandrei – assuma in prima persona la responsabilità della partecipazione attiva in un percorso impervio, che rischia di minare alla base i principi portanti della nostra civiltà democratica, fondata sui valori della Resistenza, sulla sovranità popolare, sulla dignità del lavoro, sul ripudio della guerra.
Lo facciamo sulla scorta di una stagione di lotte, culminata nel più grande sciopero della storia della scuola italiana il 5 maggio 2015, che non ha ottenuto, però, un ascolto delle nostre ragioni: a colpi di fiducia la “buona” scuola è stata approvata. Ma è stata approvata da un parlamento delegittimato dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale, che decretò l’incostituzionalità della legge (il Porcellum) con cui era stato eletto.
Un parlamento azzoppato e un governo arrogante hanno snaturato le caratteristiche della scuola pubblica, laica, pluralista, garantite dalla Carta, nel silenzio di chi avrebbe potuto intervenire per rallentare la folle corsa decisionista che ha travolto non solo la scuola pubblica, ma il mondo del lavoro e l’intero sistema delle garanzie. Jobs Act, Sblocca Italia, riforma della Pubblica Amministrazione, nomine Rai, ci consegnano un paese indebolito sul piano culturale e democratico, oltre che economico.
Da questo contesto e da quel parlamento deriva la proposta di riforma costituzionale su cui siamo interpellati. La scuola è la sede naturale della costruzione di una cittadinanza consapevole e critica; desideriamo che rimanga tale, ma, al contrario, temiamo che la riforma e la sua combinazione con l’Italicum configurino nei fatti l’attacco definitivo alla sua funzione di strumento dell’interesse generale attraverso la cultura emancipante.
Abbiamo estremo rispetto delle sedi in cui esercitiamo la nostra professione, nonché della funzione alta che la Costituzione ci affida. Manifesteremo fuori dalle scuole – nei comitati per il No e nel Paese – il nostro civile dissenso; nelle scuole svolgeremo il nostro compito di docenti nella ricostruzione rigorosamente filologica della Costituzione vigente e del testo della nuova.
Ci riguarda! è un grido di allarme, un’assunzione di responsabilità, una chiamata alla partecipazione democratica. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini/e, per difendere la Costituzione: un meraviglioso progetto, che non ha mai avuto attuazione completa. La prospettiva è quella di lavorare, tutti insieme, per renderla finalmente realtà.
Ecco il testo dell’appello.
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
IN PRIMA BATTUTA, A FREDDO, VERREBBE DA DIRE:
"MA DI CHE S'IMPICCIANO". MA POI LEGGENDO DIFFUSAMENTE CI SI ACCORGE CHE CERTI SETTORI NORD AMERICANI SONO INTERESSATI A CONDIZIONARE LA COLONIA ITALIANA
Referendum, i no in testa. Fitch ricatta l'Italia: rivisto al ribasso l'outlook
Fitch mantiene invariato il rating. Ma rivede al ribasso l'outlook e manda un avvertimento agli italiani: "La vittoria del 'no' al referendum sarebbe uno choc politico"
Sergio Rame - Ven, 21/10/2016 - 22:49
commenta
Fitch manda un avvertimento agli italiani.
Mentre il governo è alle prese con la manovra in un durissimo braccio di ferro con l'Unione europea, l'agenzia di rating conferma la valutazione del debito italiano "BBB+" ma rivede al ribasso l'outlook "da stabile a negativo". Un avvertimento in vista del referendum del 4 dicembre. "Una vittoria del 'no' - si legge nel report - sarebbe uno choc politico".
A condizionare la revisione al ribasso dell'outlook è la stima di un calo del pil nel 2016 che crescerà solo dello 0,8% rispetto all'1% previsto ad aprile e dello 0,9% nel 2017 rispetto a una prima previsione dall'1,3%. La crescita debole renderà più difficile ridurre il debito pubblico che aumenterà lievemente al 132,8% alla fine del 2016 rispetto al 132,3% registrato a fine 2015 e con un un picco del 133,3% del pil nel 2017 con un rallentamento del proceso di rientro che vedrà il debito pubblico calare al 128% solo nel 2020.
Per l'agenzia di rating a condizionare i conti sarebbe anche "l'incertezza politica" sull'esito dell referendum del 4 dicembre che "ora è del tutto incerto mentre, nella precedente revisione di aprile, il 'sì' era dato in netto vantaggio sul 'no'". E, sottolineano gli analisti di Fitch, "una vittoria del 'no' rappresenterebbe uno choc politico" e fermerebbe "le riforme costituzionali che aiuterebbero a creare un ambiente più stimolante per le riforme economiche".
"MA DI CHE S'IMPICCIANO". MA POI LEGGENDO DIFFUSAMENTE CI SI ACCORGE CHE CERTI SETTORI NORD AMERICANI SONO INTERESSATI A CONDIZIONARE LA COLONIA ITALIANA
Referendum, i no in testa. Fitch ricatta l'Italia: rivisto al ribasso l'outlook
Fitch mantiene invariato il rating. Ma rivede al ribasso l'outlook e manda un avvertimento agli italiani: "La vittoria del 'no' al referendum sarebbe uno choc politico"
Sergio Rame - Ven, 21/10/2016 - 22:49
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Fitch manda un avvertimento agli italiani.
Mentre il governo è alle prese con la manovra in un durissimo braccio di ferro con l'Unione europea, l'agenzia di rating conferma la valutazione del debito italiano "BBB+" ma rivede al ribasso l'outlook "da stabile a negativo". Un avvertimento in vista del referendum del 4 dicembre. "Una vittoria del 'no' - si legge nel report - sarebbe uno choc politico".
A condizionare la revisione al ribasso dell'outlook è la stima di un calo del pil nel 2016 che crescerà solo dello 0,8% rispetto all'1% previsto ad aprile e dello 0,9% nel 2017 rispetto a una prima previsione dall'1,3%. La crescita debole renderà più difficile ridurre il debito pubblico che aumenterà lievemente al 132,8% alla fine del 2016 rispetto al 132,3% registrato a fine 2015 e con un un picco del 133,3% del pil nel 2017 con un rallentamento del proceso di rientro che vedrà il debito pubblico calare al 128% solo nel 2020.
Per l'agenzia di rating a condizionare i conti sarebbe anche "l'incertezza politica" sull'esito dell referendum del 4 dicembre che "ora è del tutto incerto mentre, nella precedente revisione di aprile, il 'sì' era dato in netto vantaggio sul 'no'". E, sottolineano gli analisti di Fitch, "una vittoria del 'no' rappresenterebbe uno choc politico" e fermerebbe "le riforme costituzionali che aiuterebbero a creare un ambiente più stimolante per le riforme economiche".
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
44 GIORNI ALL’ALBA.
SE DOVESSE VINCERE IL SI, VEDREMO LA TRASFORMAZIONE DI MUSSOLONI.
SI SENTIRA’ LEGITTIMATO “DAL POPOLO” A PROSEGUIRE CON LE SUE NEFANDEZZE.
NON ERA MAI STATO VOTATO DA NESSUNO. ADESSO, COME CON LA LEGGE ACERBO 2.0, SI SENTIRA’ AUTORIZZATO A FARE IL DUCE.
DA QUESTE PARTI, UNA CITTA’ ANTIFASCISTA PER ECCELLENZA, SONO IN POCHI A RENDERSENE CONTO.
A QUANTO SEMBRA, COMPLICE UN LEGGERO BENESSERE, CHE LI PORTA A PRESERVERE IL PROPRIO ORTICELLO.
DI QUELLO CHE ACCADE AGLI ALTRI, E SOPRATTUTTO I GIOVANI, SE NE FREGANO.
SINTOMATICA LA POSIZIONE DI UN QUASI OTTANTENNE, ANTIBERLUSCONIANO PER VENT’ANNI, PROFESSANDOSI DI SINISTRA, CHE TESTARDAMENTE RIBADISCE DI NON VOLER ANDARE A VOTARE.
NON GLI PIACCIONO I DITTATORI COME MUSSOLONI, MA NON VA A VOTARE. NEPPURE A FARGLI CAPIRE LA PALESE CONTRADDIZIONE, SI SMUOVE.
QUANTE TESTE BACATE CI SONO IN ITALIA DI QUESTO TIPO????
A SENTIRE I SONDAGGI DI IERI, MOLTE.
E QUESTO E’ PREOCCUPANTE.
MANCANO 44 GIORNI AL 5 DICEMBRE, E DEL FASCISMO DEL TERZO MILLENNIO SE NE SBATTONO.
SE DOVESSE VINCERE IL SI, VEDREMO LA TRASFORMAZIONE DI MUSSOLONI.
SI SENTIRA’ LEGITTIMATO “DAL POPOLO” A PROSEGUIRE CON LE SUE NEFANDEZZE.
NON ERA MAI STATO VOTATO DA NESSUNO. ADESSO, COME CON LA LEGGE ACERBO 2.0, SI SENTIRA’ AUTORIZZATO A FARE IL DUCE.
DA QUESTE PARTI, UNA CITTA’ ANTIFASCISTA PER ECCELLENZA, SONO IN POCHI A RENDERSENE CONTO.
A QUANTO SEMBRA, COMPLICE UN LEGGERO BENESSERE, CHE LI PORTA A PRESERVERE IL PROPRIO ORTICELLO.
DI QUELLO CHE ACCADE AGLI ALTRI, E SOPRATTUTTO I GIOVANI, SE NE FREGANO.
SINTOMATICA LA POSIZIONE DI UN QUASI OTTANTENNE, ANTIBERLUSCONIANO PER VENT’ANNI, PROFESSANDOSI DI SINISTRA, CHE TESTARDAMENTE RIBADISCE DI NON VOLER ANDARE A VOTARE.
NON GLI PIACCIONO I DITTATORI COME MUSSOLONI, MA NON VA A VOTARE. NEPPURE A FARGLI CAPIRE LA PALESE CONTRADDIZIONE, SI SMUOVE.
QUANTE TESTE BACATE CI SONO IN ITALIA DI QUESTO TIPO????
A SENTIRE I SONDAGGI DI IERI, MOLTE.
E QUESTO E’ PREOCCUPANTE.
MANCANO 44 GIORNI AL 5 DICEMBRE, E DEL FASCISMO DEL TERZO MILLENNIO SE NE SBATTONO.
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