Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Re: Renzi

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IN ATTESA DI CANCELLARE "DEM" DALLA PAROLA DEMOCRATURA CON LA
ACERBO 2.0 IL 4 DICEMBRE PROSSIMO


IL MANCATO OMAGGIO AL DUCE, PER ADESSO VIENE PUNITO CON IL LICENZIAMENTO,........POI SI VEDRA'..................


SOLA ANDATA La visita degli imprenditori

Manager malato
salta la cena
di Renzi in Cina:
Alitalia lo licenzia


Il capo locale della compagnia cacciato per le proteste di un ambasciatore e aver mancato l’ap puntamento col premier
BALDIERI A PAG. 8
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Re: Renzi

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SPEZZEREMO LE RENI AL NO



C’È SOLO IL SÌ Ordine di partito
Da Roma a Brescia fino a Capalbio: minacce (nemmeno velate) per gli esponenti dem che organizzano confronti sul referendum costituzionale


No, il dibattito No: nel Pd
adesso è vietato discutere


L’sms di Centocelle
Il commissario Mancuso al segretario di circolo: “S c o r re t t o , ne riparliamo dopo il 4
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Re: Renzi

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FIAT DUX
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Re: Renzi

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La parola d'ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'oceano ......VINCERE. ..... E vinceremo!
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Re: Renzi

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Ecco tutti i ricatti di Renzi tra spread, euro e mancette
Mediaset teme ritorsioni e Confindustria tifa per il Sì Il premier adotta la minaccia come strategia politica


Gian Maria De Francesco - Gio, 24/11/2016 - 08:14
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La logica del ricatto e dell'intimidazione come strategia politica. La campagna referendaria del premier Matteo Renzi e dei suoi sodali è tutta basata su un uso sistematico dei persuasori occulti per convincere l'opinione pubblica di tutti i grandissimi svantaggi che si genererebbero da una prevalenza del No.


Una tattica smascherata dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ha apertamente dichiarato come Mediaset (della quale resta il principale azionista) non sia allineata alle sue posizioni politiche del fondatore. «Votano Sì perché temono ritorsioni», ha detto. E, d'altronde, il principale gruppo media privato ha di che guardarsi le spalle essendo esposto alle intemperie che legislazioni punitive possono nascondere.

Non meno intimidatorie paiono le parole di colei che ha firmato il ddl di riforma costituzionale, il ministro Maria Elena Boschi. «Se andranno al governo loro, toglieranno gli 80 euro e le cose buone che abbiamo fatto», ha preconizzato qualche giorno ipotizzando maggioranze alternative ed estemporanee in caso di sconfitta del Sì. Vero? Falso? Non si possono più distinguere perché l'unico obiettivo è confondere la platea, convincendola che senza permanenza di Matteo & C. a Palazzo Chigi verranno meno le mance e le mancette di cui sono state infarcite le leggi di bilancio di questi due anni e mezzo.

Ma l'arma di distrazione di massa dal reale contenuto del quesito referendario è sicuramente quella della congiuntura economica. Ha cominciato Confindustria nello scorso luglio preconizzando una nuova Apocalisse con centinaia di migliaia di posti di lavoro persi e di nuovi poveri se vincesse il No. Poi è tornato in auge il mitico spread. E infine ieri ha concluso l'opera Standard & Poor's. «L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una crisi politica in Italia», ha commentato il capo economista Jean-Michel Six spiegando che «ci sarebbe un governo tecnico che porterebbe a elezioni politiche, anche se non è scontato, potrebbe durare a lungo prima di arrivare a nuove elezioni». Inoltre, ha concluso, i mercati sarebbero preoccupati dal fatto che il No «probabilmente ritarderebbe la soluzione dei problemi relativi alle crisi bancarie in atto (Mps in primis)». Il Financial Times si è addirittura spinto a immaginare la fine dell'euro se il Sì non vincesse. Come se Brexit e Trump non avessero insegnato nulla alle Cassandre improvvisate.

Non può non chiamarsi ricatto anche lo slogan «se perde il Sì, vince la Casta» coniato da Renzi in persona. D'altronde chi vorrebbe legittimare il perpetrarsi di certi malcostumi politici che però la riforma non moralizzerebbe di certo. Il problema è che Renzi ha fatto codeste affermazioni dimenticando che la maggior parte dei parlamentari di lungo corso, dei boiardi di Stato e delle «caste» varie (magistrati esclusi) è dalla sua parte. E dunque chi resta in sella e chi è costretto a scendere se il Senato diventa un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci metropolitani? Nessuno lo spiega, non certo il premier.

Ultimo spettro, ultimo ricatto derivato dai precedenti: l'instabilità. «La fisiologica instabilità italiana produrrà una classe politica aggrappata alla poltrona», ha sottolineato Renzi. Ricominceranno i vecchi giochi di partito, si tornerà alla Prima Repubblica (magari si potesse anche nei fondamentali economici) e nulla sarà più certo. Strano però che il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, abbia rimarcato e poi parzialmente smentito che «possiamo lavorare su una nuova legge elettorale in breve tempo e andare alle elezioni entro l'estate del 2017». Delle due l'una: o l'instabilità non è e non sarà tale oppure siamo già in un gioco di poltrone. L'importante è ricattare.
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Re: Renzi

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A 10 GIORNI DAL VOTO BIBI & BIBO' NON HANNO RISOLTO IL PROBLEMA DEGLI IMMIGRATI.

LORO ALZANO LE CORTINE DI FUMOGENI PER DISTRARRE GLI ITALIANI. TANTO LI CONSIDERANO SEMPRE STUPIDI E IMBECILLI PERCHE' SI BEVONO TUTTO QUELLO CHE GLI PROPINANO, SENZA FIATARE.

MA NELL'URNA GLI ITALIANI DARANNO ANCORA IL CONSENSO A BIBI & BIBO' DI PRENDERLI IN GIRO ALLEGRAMENTE??????????




Torino, tensione all’ex Villaggio olimpico: “Bombe carta contro i migranti”. Che scendono in strada a protestare

Cronaca
Secondo una prima ricostruzione, si sarebbe trattato di un gesto messo in atto da un gruppo di ultras del Torino calcio, che attribuisce ai rifugiati la responsabilità di un atto vandalico compiuto domenica al bar Sweet di via Filadelfia, storico ritrovo della tifoseria granata
di F. Q. | 24 novembre 2016
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Più informazioni su: Immigrati, Polizia, Torino, Villaggio Olimpico
Notte di tensione a Torino, tra le palazzine dell’ex Villaggio olimpico. Almeno due bombe carta sono esplose alle 22 circa di mercoledì 23 ottobre davanti alla sala scommesse Match point in via Giordano Bruno. Questo ha provocato la risposta degli immigrati, che occupano le case dell’ex Moi e del villaggio.


Secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, si sarebbe trattato di un gesto messo in atto da un gruppo di ultras del Torino calcio, che attribuisce ai migranti che abitano abusivamente nel complesso edilizio la responsabilità di un atto vandalico compiuto domenica al bar Sweet di via Filadelfia, storico ritrovo della tifoseria granata.

Il rumore ha richiamato in strada un centinaio di extracomunitari, occupanti delle case dell’ex villaggio, che hanno divelto la segnaletica stradale di via Giordano Bruno e danneggiato alcune auto in sosta. Allertati da alcuni residenti della zona, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia che ha riportato la calma.


In mattinata gli ospiti dell’ex Moi sono tornati in strada per protestare, gettando cassonetti sulla via e lanciando oggetti contro i passanti. Costretti a chiudere alcuni negozi. Stanno intervenendo le forze dell’ordine.

“La situazione all’ex Villaggio Olimpico è sempre più incandescente e serve l’intervento immediato di polizia ed esercito – attacca il capogruppo della Lega Nord al Consiglio comunale, Fabrizio Ricca – i fatti di questa notte dimostrano che la situazione è totalmente degenerata e non si può più attendere nemmeno un giorno, quella zona va liberata e i delinquenti che questa notte hanno distrutto tutto quello che avevano davanti vanno rispediti da dove arrivano”.

“Appendino ha fallito e si deve fare da parte per due motivi – prosegue Ricca – in primis perché non è stata in grado di gestire la situazione, sottovalutandola anche dopo i miei avvertimenti nel Consiglio Comunale di lunedì scorso; secondo perché la sua maggioranza ha deciso chiaramente di stare dalla parte di chi occupa illegalmente l’ex Moi. Chiediamo che venga dichiarato immediatamente lo stato di emergenza e che il governo nomini un commissario straordinario che si occupi dello sgombero e del rimpatrio di chi chiaramente non ha più titolo di stare nel nostro Paese”.

“Si deve prima di tutto mettere fine immediatamente a ogni forma di violenza e intimidazione – ha detto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino – e bisognerà affrontare il problema del trasferimento degli occupanti del Moi in altre aree che possano ospitare queste persone in un contesto di legalità, un po’ come si fece un tempo con gli occupanti della Clinica San Paolo di piazza Sabotino, pur sapendo che qui il problema è molto più grande e complesso di allora”.
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Re: Renzi

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Re: Renzi

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MALATO FRADICIO DI POTERE


Renzi mette le mani avanti: "No ad un governo tecnico"
Il premier Matteo Renzi risponde all'Economist e respinge le ipotesi di un governo tecnico con la vittoria del No al referendum


Luca Romano - Ven, 25/11/2016 - 10:50
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"Il 2017 è un anno cruciale per l’Europa. Sull’immigrazione e sulla politica economica così non si va avanti.




Economist: "Votate No il 4 dicembre"

La retromarcia dei finanzieri
E l’Italia deve avere un governo solido e stabile", non un "governo tecnico che dice ’ce lo chiede l’Europa' perchè a mio giudizio non fa l’interesse dell’Italia".

Matteo Renzi parla nel videoforum de La Stampa e mette le mani avanti.

In caso di vittoria del No, il premier non farà un passo indietro.

Poi punta il dito ancora contro le ipotesi di un premier tecnico: "L’Economist dice che è meglio che vinca il No perchè arriva un governo tecnocratico? L’ultimo governo tecnocratico è quello di Mario Monti che ha alzato le tasse".

Renzi parla anche dei mercati e usa il ricatto della finanza per far propaganda al Sì: "Una vittoria del No avrebbe immediate ripercussioni sulla Costituzione.


Sui mercati ognuno valuterà. Ma ci dispiacerebbe se gli italiani tornassero a pagare più tasse con meno potere di acquisto".

A questo punto si gioca la carta delle tasse: "Bisogna ridurle, è fondamentale.

Dovremmo ascoltare tutte le forze sociali per capire qual è la priorità per una nuova riduzione fiscale.

La priorità, secondo me, è abbassare l’Irpef", ha affermato il premier.

Eppure è lo stesso governo ad indicare nella nota di aggiornamento del Def che nel 2017 la pressione fiscale aumenterà e potrebbe toccare il 42,7 per cento.

Renzi dunque prosegue con i suoi annunci in chiave elettorale...
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Re: Renzi

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C'E' CHI BEVE BARBERA, E CHI BEVE ATTAK


In caso di vittoria del No, il premier non farà un passo indietro.


Cosa bisogna fare per scollarlo dalla poltrona??????

Un'insurrezzione armata a base di miniatomiche?
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Re: Renzi

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C'E' CHI BEVE BARBERA, E CHI BEVE ATTAK

PER LA SERIE: LE DISGRAZIE NON VENGONO MAI SOLE....


"L’Economist dice che è meglio che vinca il No perchè arriva un governo tecnocratico? L’ultimo governo tecnocratico è quello di Mario Monti che ha alzato le tasse".


E LUI, CHE CON IL JOB ACTS, REGISTRA 3,1 MILIONI DI LAVORATORI SENZA CONTRATTO, E

77,2 miliardi di euro di Pil irregolare all'anno?????????????????????????????????
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