Renzi

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UncleTom
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Re: Renzi

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L'IMPERATORE UNIVERSALE DEL BUNGA-BUNGA



LIBRE news


Jobs Act, misero imbroglio fallito: peggior legge di sempre
Scritto il 29/11/16 • nella Categoria: idee Condividi



Il Jobs Act?

E’ la peggior legge varata nel dopoguerra, tale da provocare un salto indietro di cinquant’anni.

Consiste in una sistematica distruzione dei diritti che assicuravano dignità ai lavoratori italiani.

Con la pratica abolizione dell’articolo 18 dello Statuto, i lavoratori sono ormai privi di difesa contro ogni tipo di sopraffazione.

Si tratta di un’operazione reazionaria molto articolata.

Un attacco scientifico della finanza speculativa.

Per ottenere quale risultato? E’ evidente: l’abbassamento del costo del lavoro e la spoliazione dei diritti finalizzati all’umiliazione dei lavoratori.

Meno diritti, e anche meno lavoro – e di minor qualità.

Il risultato è un fallimento.

Il governo Renzi ha pensato di ricorrere a un costosissimo trucco che gli avrebbe consentito poi di propagandare dei risultati: dotare i nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato, privi però della garanzia dell’articolo 18, di un incentivo economico davvero poderoso, drogando in questo modo le assunzioni nel periodo subito successivo al Jobs Act, nell’anno 2015. Contratti instabili, senza tutele, che possono essere sciolti con un avviso e un risarcimento. Da qui i licenziamenti cresciuti.


Operazione direi criminale, per avere un risultato drogato e limitato nel tempo, con contratti privi di articolo 18.

Operazione costosissima: 8.000 euro l’anno per tre anni vuol dire 24.000 euro di decontribuzione a contratto.

Si chiama furto di denaro pubblico.

Solo che, prima, gli ispettorati Inps vigilavano e controllavano.

Ora hanno smesso di farlo.

Praticamente abbiamo regalato 10 miliardi agli evasori.

Ecco perché sono cresciuti i contratti senza articolo 18.

L’unica condizione era che il lavoratore da assumere non avesse già avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato negli ultimi sei mesi precedenti, perché altrimenti tutti sarebbero ricorsi a licenziamenti, immediatamente seguiti dalle assunzioni con l’incentivo.

La decontribuzione veniva invece concessa se il lavoratore avesse prima lavorato con contratto precario, perché queste trasformazioni sarebbero state utilizzate dalla propaganda e diventate il fiore all’occhiello del governo Renzi come grande protagonista della lotta al precariato.


E i contratti infatti ora diminuiscono.

Nel corso del 2015 si sono registrati 1,4 milioni di nuovi rapporti a tempo indeterminato incentivati, ma con quasi 500.000 trasformazioni di contratti a termine e quasi 100.00 di contratti di apprendistato, oltre alle trasformazioni di centinaia di migliaia di “co.co.pro.”, figura giuridica abrogata dal gennaio di quest’anno.


Ma c’è dell’altro.

Nel 2016, la decontribuzione è stata ridotta per i contratti di quest’ultimo anno da 8.060 a 3.250 e la sua durata decurtata da 36 a 24 mesi.

Allora l’imbroglio è stato svelato.

L’Inps, infatti, nei primi quattro mesi del 2016 ha accertato una diminuzione del 78% dei contratti a tempo indeterminato, sostituiti da contratti precari e a termine e addirittura voucher, forma di mercificazione inaudita del lavoro umano.





Possiamo parlare di bluff, e anche di reato.





Le diverse centinaia di migliaia di trasformazioni dei contratti precari nascondevano una circostanza: erano quasi sempre irregolari.

Mancava una causale precisa o l’insegnamento, come nell’apprendistato o il progetto, con la conseguenza che, per legge, quei rapporti dovevano essere considerati già tutti a tempo indeterminato fin dal loro inizio.

E dunque l’Inps non poteva concedere la decontribuzione legata alla apparente trasformazione nei nuovi contratti a tutele crescenti.

La stessa legge 190/2014 vietava di concedere la decontribuzione ai lavoratori che già fossero in realtà a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti.

Il Jobs Act ha aperto anche la strada ai licenziamenti.

E’ diventato un’arma di intimidazione individuale e collettiva.


In una fabbrica, i lavoratori dopo aver timbrato l’ingresso volevano indossare i vestiti da lavoro necessari alle condizioni di sicurezza per quella fabbrica e poi cominciare.

Il padrone invece pretendeva che la vestizione fosse fatta fuori orario.

I lavoratori hanno protestato e il padrone ha licenziato subito il primo di loro che si era rifiutato.

Gli altri sono stati così intimiditi.

Il licenziato al massimo potrà avere 4 mensilità, e che resti a casa.

Queste sono le propagandate tutele crescenti.

L’articolo 18 era dunque l’ostacolo da rimuovere, l’architrave da spezzare.

Una straordinaria norma anti-ricatto, che consentiva il godimento di altri diritti.

Era un diritto-architrave, appunto.


Oggi abbiamo lavoratori sotto il regime Fornero e altri con il contratto a tutele crescenti.


Un balzo enorme indietro, un peggioramento enorme della disciplina del lavoro.


Certamente i lavoratori hanno subìto un insulto, ma si possono riprendere tutele e diritti.


Con i referendum della Cgil.

Che, se passassero, cancellerebbero le tutele crescenti e abolirebbero i voucher, reintroducendo i limiti di responsabilità nella catena degli appalti.


Dobbiamo sfruttrare questa occasione e farne un uso positivo per eliminare l’inferno che si è creato in Italia: via articolo 18, contratti a termine senza causale, licenziamenti e voucher. Peggio di così…

Il sistema dei nuovi ammortizzatori?

Sono un netto peggioramento.

Abolita l’indennità di mobilità, abolite molte causali della cassa integrazione e ridotte le altre.

Ora c’è il modello americano, della fabbrica a fisarmonica: licenzio e assumo, lavoratori come stracci.

La tanto decantata Naspi è esattamente il contrario di ciò che deve essere la sicurezza sociale, basata com’è sul presupposto assicurativo.

Perché penalizza chi ha lavorato poco.

La Naspi è ridicola.


Questo chiude il cerchio: abbiamo la sottrazione di tutele nel posto di lavoro, non c’è cassa integrazione e mobilità, la Naspi penalizza.

Vogliono i lavoratori come cagnolini fedeli ai datori di lavoro.

(Piergiovanni Alleva, dichiarazioni rilasciate a Vindice Lecis per l’intervista “Ecco perché il colossale e costoso flop del Jobs Act”, pubblicata su “Fuoripagina” il 21 novembre 2016. Il professor Alleva è uno dei più importanti giuslavoristi italiani: ha insegnato diritto del lavoro nelle università di Bologna e Ancona).
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Re: Renzi

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SPEZZEREMO LE RENI ALLA GRECIA.........

SE AVANZO SEGUITEMI, SE INDIETREGGIO """"UCCIDETELI""", SE MUOIO VENDICATEMI



GOVERNARE L'ITALIA NON E' IMPOSSIBILE, E' INUTILE

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI CHE CENTO DA PECORA

La disciplina deve cominciare dall'alto, se si vuole che sia rispettata in basso.


È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori.


Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.






Renzi: "Il veto al bilancio europeo? Solo con il Sì al referendum"

Indietro nei sondaggi, Renzi gioca l'ultima carta. Ma conferma che le minacce a Bruxelles sono soltanto un bluff"


Chiara Sarra - Mar, 29/11/2016 - 13:49
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Vi ricordate il veto sul bilancio Ue sbandierato dal premier nei giorni in cui Bruxelles doveva valutare la manovra del governo italiano? Bene, a quanto pare, Matteo Renzi ha deciso di usarlo di nuovo come arma.


Ma stavolta puntata contro gli italiani.

Almeno stando a quello che il presidente del Consiglio ha detto oggi al Tg2 dove ha minacciato gli elettori in modo neanche tanto velato. "Il giorno dopo il referendum, se le cose andranno bene, chiederò al Parlamento di essere autorizzato a mettere il veto sul bilancio europeo, se l’Europa non inizia ad occuparsi seriamente dei migranti. Sull'immigrazione bisogna voltare pagina".

Insomma, Renzi la voce grossa in Europa la farà, ma solo se e quando i cittadini gli approveranno la riforma costituzionale che ha messo a punto insieme a Maria Elena Boschi. Una conferma che lo spauracchio del veto all'Unione europea non è altro che un (inutile) bluff. Al punto che gli attacchi al premier non mancano: "La proposta di veto al bilancio Ue preannunciata in queste ore dal presidente del consiglio Renzi sa di ultima spiaggia", ha detto Arturo Scotto (SI), "Anche perché scelte di questo tipo prima si fanno, poi si annunciano. Ed è soprattutto un annuncio quantomeno sospetto di strumentalità a 6 giorni dal referendum"
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Re: Renzi

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Nuovo assist per Renzi. Schaeuble: "Spero nel suo successo"
Il ministro delle Finanze tedesco gli tira la volata: "Fossi italiano, lo voterei"


Lucio Di Marzo - Mar, 29/11/2016 - 15:06
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Arriva da Berlino un nuovo assist al governo. Sulla flessibilità economica ma di fatto a chi, sulle posizioni del governo, sceglierà per il "sì" al prossimo referendum costituzionale.


A pronunciare le parole di sostegno al premier Renzi è il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che fa eco a quanto già detto negli scorsi giorni da Juncker.

E se il presidente della Commissione europea parlava soprattutto della crisi relativa ai migranti, sostenendo che "tutti devono accogliere un minimo di rifugiati, nessuno può fuggire dal proprio dovere", oggi Schaeuble spera invece in un successo di Renzi e assicura che, se fosse italiano, voterebbe per lui.

L'endorsement tedesco arriva insieme alla posizione decisamente meno di apertura di Jeroen Dijsselboem, presidente dell'Eurogruppo, che invece non è affatto convinto dalla "svolta" che vorrebbe un maggiore attivismo di bilancio, un percorso che vorrebbe solo per quei Paesi "che hanno uno spazio di bilancio per poterlo fare".

La battaglia per la flessibilità economica di Renzi si trova davanti l'opinione negativa dell'Eurogruppo. Ma Renzi è convinto che Dijesselboem non abbia "consapevolezza di cosa accade in Italia".
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Re: Renzi

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UNA DELLE PASSIONI DI BENITO, PINOCCHIO, SONO LE GRANDI OPERE.

PER PRENDERE I VOTI DELLE MAFIE DELLO STRETTO, HA PROMESSO IL PONTE.



NTERATTIVO
Grandi opere, la mappa della corruzione
Dall'Expo al Mose, dalla Pedemontana al tunnel del Brennero: viaggio tra le infrastrutture che dovrebbero modernizzare il Paese. E che invece sono diventate la mangiatoia di politici e tangentisti
29 novembre 2016
(Cliccando sulla mappa o sulle frecce laterali, è possibile scorrere tra le diverse opere)

http://espresso.repubblica.it/inchieste ... e-1.288682
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Re: Renzi

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IO CONTINUO A FARE UNA FATICA BOIA, PER COMPRENDERE COME FANNO I RENZIANI E NON, AD ACCETTARE QUESTI MISFATTI




il manifesto 29.11.16
50 milioni Ilva, Renzi contro Emiliano
Tra manovra e referendum. Il governatore pugliese annuncia un sit-in sotto Palazzo Chigi alla vigilia del voto, il premier attacca: "Mistificazione assurda e strumentale". I soldi per la sanità tarantina erano saltati all'ultimo momento dalla legge di Bilancio. Polemica anche con di Francesco Boccia


È scontro tra il presidente del consiglio Matteo Renzi e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dopo che quest’ultimo ha annunciato che il 3 dicembre, alla vigilia del referendum, sarà in piazza sotto Palazzo Chigi per un sit-in con le famiglie tarantine.
Al centro della polemica i 50 milioni destinati alla sanità tarantina saltati all’ultimo momento dalla legge di Bilancio. Ieri Renzi ha attaccato Emiliano: su Taranto – ha detto, senza nominare direttamente il governatore – c’è stata «un’assoluta mistificazione della realtà. Siamo pronti a discuterne al Senato. Tutto ciò che serve per Taranto lo faremo, ma trovo la polemica stravagante e strumentale e il sit-in organizzato nel giorno di silenzio elettorale mi sembra lo confermi».
Renzi ha ribadito più volte che l’emendamento sui 50 milioni è stato dichiarato «inammissibile» dal «presidente della commissione Bilancio»: cioè Francesco Boccia, un altro rappresentante del Pd con cui i rapporti non sono idilliaci. E Boccia, in risposta, non l’ha mandata a dire: «Quella sui soldi per Taranto – ha spiegato – era una decisione politica e Palazzo Chigi ha scelto di non stanziarli. Ora cerca di mettere una pezza peggiore del buco».
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Re: Renzi

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COSTRETTO A MENDICARE FINO ALL'ULTIMO.

IL DEGRADO DEI CERVELLI E' SCESO TROPPO IN BASSO


SE FOSSE STATA UNA RIFORMA AUTOREVOLE AVREBBE AVUTO BISOGNO DI QUESTA MIRIADE DI CAZZATE????????????






il manifesto 29.11.16
L’ultima cartuccia di Renzi: 50 euro ai pensionati poveri
La campagna per il referendum. Il premier presenta la manovra insieme al ministro Padoan. Dal presidente della Commissione Ue Juncker fino all’Ocse, le grandi istituzioni internazionali con il Sì: «Assicura la governabilità»


Tutti ricordiamo la famosa uscita di Berlusconi – «cancellerò l’Ici sulla prima casa» – nel 2006 a pochi giorni delle elezioni, asso tirato fuori dalla manica in un confronto tv con l’avversario Romano Prodi: mutatis mutandis, dopo dieci anni, ci ritroviamo con il premier Matteo Renzi di fronte alla sfida più grossa della sua carriera politica, quella del referendum costituzionale. Chiaro che ci scappino anche in questo caso prebende e promesse: nella legge di Bilancio «ci saranno 30-50 euro al mese per le pensioni più basse», ha spiegato Renzi, aggiungendo poi che «non siamo riusciti ad arrivare a 80 euro».
Si tratta del capitolo pensioni che introduce anche l’Ape, e che vedrà anche «la ricongiunzione gratuita» dei versamenti fatti e i fondi per la non autosufficienza «che aumentano di 50 milioni, arrivando in tutto a 450 milioni».
Un modo per conquistare la base più popolare dell’elettorato? Può darsi, visto tra l’altro che le grosse istituzioni internazionali si sono tutte espresse per il Sì: dopo i prestigiosi endorsement di Barack Obama e Angela Merkel, passando per l’interessamento delle grandi banche d’affari, delle agenzie di rating, di bibbie della finanza come il Wall Street Journal e il Financial Times (con l’eccezione dell’Economist che è per il No), siamo arrivati ieri al presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e all’Ocse.
Secondo l’Ocse il Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre sarebbe «un passo avanti» per le riforme in Italia perché «semplifica il processo legislativo e chiarisce le responsabilità tra governo centrale e locale che impediscono gli investimenti pubblici e privati». Parola dell’outlook di novembre dell’organizzazione con sede a Parigi. «Proseguire e approfondire le riforme strutturali per migliorare il livello di vita di tutti gli italiani è fondamentale», conclude l’Ocse.
Altrettanto esplicito era stato, domenica in una intervista a La Stampa, il presidente della Commissione europea Juncker. Parlando del referendum del 4 dicembre, Juncker rileva che è un passaggio essenziale per definire l’architettura istituzionale dell’Italia nei prossimi anni. «Non voglio interferire in questo dibattito – ha precisato – Ma che l’Italia debba continuare un processo di riforme è una cosa ovvia. E che Renzi aggredisca i problemi dell’architettura istituzionale mi sembra una cosa buona». «Non so se sarei utile a Renzi dicendo che vorrei che vincesse il Sì, quindi mi limito a dire che non vorrei vincesse il No», ha concluso il presidente .
Ieri tra l’altro il Financial Times aveva rinnovato i suoi timori in caso di vittoria del No, ipotizzando addirittura il rischio di fallimento per otto banche, tra cui Monte dei Paschi di Siena, Banca Etruria, Carige e Popolare di Vicenza. Insomma la finanza internazionale guarda con attenzione al referendum, e lo testimoniano le tensioni dell’apertura di settimana ieri a Piazzaffari.
La manovra intanto ieri ha incassato il primo via libera del Parlamento: 290 i sì, 118 i no a Montecitorio, adesso passa all’esame di Palazzo Madama. Nessuno stravolgimento, ha sottolineato ieri Renzi in conferenza stampa con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. In Senato i margini per ulteriori modifiche dipenderanno in gran parte anche dall’esito del referendum.
Oltre ad annunciare i 30-50 euro per i pensionati con assegno inferiore a mille euro, il presidente del consiglio rivendica di aver tagliato le tasse: alle aziende come ai pensionati più poveri. Renzi e Padoan, a una settimana dal fatidico 4 dicembre, hanno lanciato messaggi rassicuranti: nessun rischio di esercizio provvisorio, il Senato va avanti e avrà anche il tempo per nuove modifiche al ddl Bilancio.
La direzione intrapresa dal governo – ha notato il ministro dell’Economia – «è quella giusta»: a confermarlo anche l’Ocse che «dà il debito in calo nel 2016». «La solidità finanziaria del Paese – ha concluso dunque Padoan – continua a essere perseguita».
Una volta che il ddl bilancio passerà all’esame del Senato, dove l’iter entrerà nel vivo solo dopo il ponte dell’8 dicembre, sulla carta saranno diversi i capitoli che potranno essere ulteriormente migliorati: banche, enti locali e giochi sono i nodi in attesa di essere sciolti.
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Re: Renzi

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Le banche possono fallire anche se vince il Sì
Problemi antichi, il governo non li ha risolti
Domenica il Financial Times ha evocato uno scenario apocalittico per 8 istituti di credito se passa il No
Ma questa analisi non spiega che cosa può succedere in caso di esito opposto. Il premier non commenta


Il REFERENDUM COSTITUZIONALE

La febbre referendaria provoca capogiri. Rachel Sanderson, corrispondente da Milano del Financial Times, spiega dalle colonne dell’autorevole quotidiano britannico che, se vincesse il No, otto banche italiane rischierebbero il fallimento. Nessuna reazione dalle otto banche destinatarie della nomination: Monte dei Paschi, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carige, Etruria, Banca Marche, Cassa Ferrara e Cassa Chieti. Strano. Se uno scrive che sono a rischio di fallimento riceve minacce di azioni legali, basta scrivere che potrebbero fallire se vince il No e la rabbia si placa di Giorgio Meletti
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Re: Renzi

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VISTI DA LONTANO

PERDENDO TEMPO AD INFORMARMI, IO SO PERCHE' IL BANDITO DI RIGNANO HA VOLUTO METTERE MANO COSTITUZIONE.

MA LA MASNADA DI BANDITI CHE LO SEGUE SEMPRE NELLE SUE BALLE STRATOSFERICHE, PERCHE NON SI CHIEDE IN TUTTA SEMPLICITA', E NON CHIEDE A PINOCCHIO MUSSOLONI PERCHE' SI E' SENTITO IN DOVERE DI METTERE MANO ALLA COSTITUZIONE, SECONDO LUI UNA PIAGA, E NON METTERE MANO A LEGGI PER CAMBIARE(ELIMINARE), MAFIA CAMORRA E 'NDRANGHETA, VERE PIAGHE PER LO SVILUPPO DI QUESTO PAESE.

PERCHE' I VARI GIORNALISTI CONDUTTORI TV, AUTENTICI SCENDILETTO, NON GLI HANNO MAI CHIESTO IN QUESTA LUNGA CAMPAGNA REFERENDARIA, PERCHE' NON SI E' IMPEGNATO SUBITO AD ELIMINARE LA VERA PIAGA ITALIANA???????????????????????????????
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Re: Renzi

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...QUI FINISCE L'AVVENTURA DEL SIG. BONAVENTURA....



Ilva, Renzi: “Oltre un miliardo di risarcimento dalla famiglia Riva sarà usato per risanare Taranto”

Il presidente del Consiglio in diretta su Facebook per #Matteorisponde ha annunciato l'arrivo dei fondi dopo l'accordo di negoziazione per i risarcimenti. E ha accusato, di nuovo, il presidente della Commissione Bilancio di essere responsabile della scomparsa dalla finanziaria dei 50 milioni per la salute dei bambini
di F. Q. | 30 novembre 2016
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Più informazioni su: Ilva, Matteo Renzi, Taranto
Ha liquidato le polemiche degli ultimi giorni sul caso Ilva definendole “assurde”, incolpando di nuovo il presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia, e ha annunciato che arriverà oltre 1 miliardo di euro dalla famiglia Riva che sarà usato per risanare Taranto e l’Ilva. “In queste ore”, ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la diretta su Facebook #Matteorisponde, “si è conclusa la negoziazione tra la famiglia Riva e Ilva e oltre 1 miliardo arriverà come compensazione grazie al lavoro di tutte le autorità. Questi soldi, alla fine quasi 1,3 miliardi, andranno a risanare Taranto e l’Ilva”.

Nei giorni scorsi ha fatto discutere la scomparsa dalla legge di Bilancio dei 50 milioni per curare i bambini di Taranto per cui è stato accusato il governo che a sua volta ha scaricato le colpe sul presidente Boccia. “Ci sono state”, ha aggiunto Renzi, “polemiche assurde sull’impegno del governo su Taranto che è in una situazione davvero difficile per colpa del passato. Noi siamo intervenuti in modo molto significativo, abbiamo messo 1,6 miliardi, di cui 1,3 risorse nazionali, 322 dalla giunta Vendola e 7 milioni dalla giunta Emiliano. Si dice che noi avremmo tolto l’emendamento con 50 milioni in più: il presidente della Bilancio che è pugliese ha ritenuto inammissibile l’emendamento. Che cosa c’entra il governo?”.


Alle accuse ha risposto direttamente sulla pagina Facebook di Renzi lo stesso Boccia: “Caro Matteo, ma è così difficile per una volta provare a dire ‘ho sbagliato’? Oppure semplicemente ‘vi assicuro che per la sanità tarantina troverò le risorse in un altro momento’? Sono costretto a scriverti anche qui perché da giorni sostieni una tesi infondata“. Nel merito ha aggiunto: “Il governo ha deciso di recuperare tutte le altre misure dichiarate inammissibili e riscritto gli emendamenti, ma non ha fatto lo stesso con i soldi per la salute dei bimbi di Taranto. Che senso ha continuare a far riferimento alle inammissibilità tecniche del 15 novembre? Erano tali anche gli altri, ma l’esito è stato diverso”.

Renzi, poi, a distanza di qualche ora è tornato sull’argomento. Ospite a Unomattina, il premier ha ribadito che “non è vero che nella Legge di Stabilità mancano le risorse per Taranto a cui, in totale, in questi anni, abbiamo dato 1,6 mld, anzi poco di più. Di fronte a queste cifre è stato presentato un emendamento, per destinare altri 50 milioni del fondo nazionale della sanità alla città, a quel punto le altre Regioni hanno detto: ‘se dobbiamo spendere questi soldi, lo decidiamo insieme, non è che questi soldi si possono spendere tutti in un’unica città'”. “Quindi – ha aggiunto – non capisco la polemica, perché i bambini di Taranto non meritano polemiche. Lasciamo perdere. Poi c’è la negoziazione con la famiglia Riva che porterà a restituire più di un miliardo alla città, credo che sarà un accordo molto importante che sigleremo nelle prossime ore. E’ il segno che Taranto può ripartire”, ha concluso Renzi.
UncleTom
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Re: Renzi

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TESTO ORIGINALE:
Soldi, Soldi, Soldi, tanti soldi
Beati siano soldi
I beneamati soldi perche
Chi ha tanti soldi vive come un pascia
E a piedi caldi se ne sta

https://www.youtube.com/watch?v=G3GaBAQTGlM


ADATTAMENTO DI FINE NOVEMBRE 2016
Balle, Balle, Balle, tante balle
Beate sian le balle
Le beneamate balle perche
Chi racconta tante balle vive come un pascia
E a piedi caldi se ne sta



Taranto, Emiliano vs Lavia (Unità): “1600 milioni? E’ una barzelletta, Renzi non ha stanziato nulla”


di Gisella Ruccia | 29 novembre 2016
92
6,4 mila
Più informazioni su: Ilva, Inquinamento, La7, Matteo Renzi, Michele Emiliano, Taranto
Durissimo attacco del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sul caso Taranto. Ospite de L’Aria che Tira (La7), l’ex sindaco di Bari spiega con dovizia di dettagli la vicenda, smentendo la versione del governo: “Lo dico con dolore più che con rabbia: per il governo era un rigore a porta vuota. Bastava calciare la palla e buttarla dentro”. Emiliano risponde anche all’accusa di strumentalizzazione lanciata dal premier: “E’ ridicolo. Non ho mai usato la mia posizione sul referendum in questa vicenda, né ho mai fatto campagna referendaria. E se Renzi pensa questo, lo dica. Ho addirittura rifiutato decine di inviti in questa trasmissione per rispetto del mio partito”. E denuncia: “Finora di questo caso, dell’Ilva e di tanti problemi ancora non sono riuscito ancora a parlare con nessuno del governo, forse perché vengo considerato un irregolare. E sono presidente da oltre un anno”. Il governatore pugliese ha un battibecco concitato con l’editorialista dell’Unità, Mario Lavia, che, nel tentativo di difendere il governo, viene smentito sui soldi destinati da Renzi a Taranto: “I 200 milioni? Lei vuole proprio che le risponda? Ne è sicuro? Non è informato, come purtroppo le capita spesso. Non c’è stato nessun stanziamento, Renzi riferisce le cose che gli raccontano in modo affrettato e le percepisce in maniera non precisa. I 1600 milioni sparati ieri sono una barzelletta e glielo dissi anche personalmente quando venne a Taranto, che fui costretto a blindare con 1500 poliziotti, perché la città è sull’orlo di una insurrezione per questo atteggiamento del governo”. E chiosa: “Io andrò coi cittadini tarantini il 3 dicembre a Roma per parlare con Renzi. Se lui non vuole, possiamo scegliere un altro giorno. Noi pugliesi siamo garbati, educati, responsabili, non siamo dei matti”
Video:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11 ... e=category
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