Diario della caduta di un regime.

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ULTIMA FERMATA, IL BEL PAESE HA FINITO LA CORSA


Da queste parti, quando uno diceva delle grandi stravaccate(cazzate, nel linguaggio odierno), i vecchi milanesi erano usi dire:

TE ME FE BURLA’ GIO’ I CALSET

Che tradotto significa:

MI FAI CADERE LE CALZE(per le stupidate che stai dicendo)


A me questa sera, mi hanno fatto cadere letteralmente le calze.

Prima Paolo Mieli dalla Gruber, e adesso Massimo Cacciari sul Fatto Quotidiano.it.

Ai tempi, quando
La vispa Teresa
avea tra l’erbetta
A volo sorpresa
gentil farfalletta
E tutta giuliva
stringendola viva
gridava a distesa:
“L’ho presa! L’ho presa!”

Mieli e Cacciari sembravano degni di ascolto.

Entrambi da giovani avevano militato in Potere operaio.

Adesso ti viene da dire che Potere operaio ha prodotto dei bei pirla.

Sostiene l’anziano filosofo Cacciari:

Poi, prosegue Cacciari: Dopo la vittoria del No ci potrebbe essere una crisi di sistema perchè si sfalda il PD, senza che dall’altra parte ci sia una strategia, quindi la situazione potrebbe diventare catastrofica

Possibile che Cacciari non si renda conto che la situazione è già catastrofica perché da tre anni il Belpaese è privo di una classe dirigente, che almeno possa galleggiare e non sprofondare in continuazione verso il fondo in modo irreparabile ed irreversibile?

Possibile che non si renda conto che sessanta milioni di italiani non possano vivere di palle continue e hanno bisogno di fatti concreti?

Possibile che non capisca che le élite oltre Atlantico per mezzo di Napolitano, con l’assenso delle élite nazionali, hanno piazzato un incantatore di serpenti capace raccontare una montagna di balle ad un popolo di creduloni, con la speranza sempre in saccoccia?

Possibile che Cacciari non conosca la massima di Abramo Lincoln:

Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo

E quindi il tempo del menestrello fiorentino è stato superato da tempo?

Lasciando il Paese in un disastro immane?

Erano mesi che bisognava rendersi conto che bisognava guardarci in faccia per affrontare il disastro.

E invece no. Sempre all’italiana si spera che passi un signor GHE PENSI MI qualsiasi, che ci risolva i nostri problemi, così potremmo tornare ad occuparci di Milan – Inter, giocare a tennis, giocare a scopa o a tresette.

Tanto c’è qualcuno che risolve i problemi per noi.

Speriamo che risolva così. Speriamo che risolva colà, e così siamo arrivati al punto di non ritorno e tutti i nodi stanno venendo al pettine.
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VOTA NO…………………VOTA NO…………………VOTA NO

Come ha scritto don Ciotti, chi ha voluto questa “nuova” Costituzione vede «la democrazia come un ostacolo», e il bene comune come «una faccenda in cui il popolo non deve immischiarsi».
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CI SIAMO. IL GIORNO DEL GIUDIZIO E’ ARRIVATO. DOMANI SI VOTA .


La stragrande maggioranza delle persone che ho interpellato in questi ultimi giorni di campagna elettorale, chiedendo loro cosa succede il 5 dicembre, ha risposto decisa che “non succede niente”.

Non sono d’accordo.

Se malauguratamente dovesse vincere il SI, Mussoloni potrà finalmente fare il DUCE come suo “nonno” alle elezioni politiche del 1924 con la legge Acerbo 1.0.

Non lo darà da vedere subito, perché di questo gli italiani non se ne devono accorgere.

Ma eserciterà in progressione il potere di DUCE, in tutte le occasioni che avrà a disposizione facendo strapesare la vittoria del SI.

Un’investitura popolare che il popolo ha inteso dare alla sua convincente, brillante, intelligente e capace persona.

E’ il sogno della sua vita.

Tra l’altro risolve il problema della sua occupazione lavorativa in una fase di penuria di lavoro, per il prossimo ventennio.

Ai merli boccaloni aveva raccontato che se perdeva, si ritirava dalla politica e gli sarebbe piaciuto fare l’insegnante.

Bersani dovrà tornare a Bettola da dove era partito.

Cuperlo si dovrà addestrare con il libro e il moschetto.


Ci sarà la corsa per coprire il ruolo di gerarca e gerarchetto. Come con “suo nonno”.


Se vincerà il NO, dovrà abbandonare i sogni di gloria.

Le élite difficilmente lo appoggeranno ancora, in quanto la sua arroganza ha pregiudicato l’esito del Referendum, da loro coltivato tenacemente negli ultimi 30 anni.

Questo Referendum per le élite, rappresenta l’atto finale di un preciso disegno strategico nei confronti del Belpaese.

Buttar via la meticolosa strategia trentennale, gliele fa girare anche o loro.

Come si svolgerà l’uscita di scena di Mussoloni sconfitto, è tutto nel ventre di Giove.
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SACRO E PROFANO



LIBRE news


Maggiani: mi manca Pertini, la sua fede onesta nel futuro

Scritto il 04/12/16 • nella Categoria: idee Condividi




Sono passati trent’anni e più e Pertini è ancora lì che mi manca. Ho amato quell’uomo come lo hanno amato milioni di suoi concittadini, l’ho amato per le loro stesse ragioni, per le ragioni del suo antipodo Indro Montanelli, “Non è necessario essere socialisti per amare Sandro Pertini. Tutto ciò che egli dice e fa odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”. Ma non è questo che me lo fa mancare in modo così struggente, colmo di nostalgia. Mi manca di Sandro Pertini la sua giovinezza. Certo che era vecchio di anni, ma quello anagrafico è stato un particolare di nessuna importanza, ha “preso” il Quirinale che era ancora un ragazzo, a quel tempo lo ero anch’io. Aveva addirittura il portamento della giovinezza, e dietro quei suoi occhialacci aveva il suo sguardo. Aveva della giovinezza la sfacciata sincerità, la sincerità come una sfida, come un gesto di baldanza anche contro l’evidenza, e il candore della malizia proprio come un ragazzo.

E la forza, la prestanza, delle idee, mai troppo complicate o ombreggiate, mai troppo prudenti; naturalmente era irascibile, scontroso e affettuoso in modo grandioso, nel modo gradasso dei ragazzi che fa così innamorare le ragazze. Naturalmente fumava come una ciminiera, fumava come se non ci fosse domani, perché per un ragazzo in effetti non c’è domani se il domani è quello dei vecchi, di decadenza e malattia e estinzione, il domani della gioventù è l’avvenire. L’ottuagenario Sandro Pertini era madido di avvenire, aveva tanto di quell’avvenire per le mani che gliene avanzava abbastanza anche per me e per la Repubblica intera. Ecco quello che mi manca di più di quell’uomo, e di me, che la sua, e la mia, gioventù avesse un tale potere da essere la gioventù della Nazione, che la Repubblica potesse ancora essere la giovane repubblica colma di avvenire.

Disse Sandro Pertini nel suo ultimo discorso da presidente ai giovani cittadini d’Italia: …E se non volete che le vostre giornate scorrano grigie e monotone, date una nobile ragione alla vostra esistenza. Scegliete voi liberamente, come liberamente scegliemmo noi nella nostra adolescenza. Fate la vostra scelta purché essa presupponga il principio di libertà, se non volete incamminarvi su una strada che vi porterebbe a rovina sicura.

(Maurizio Maggiani, “Pertini”, da “Il Secolo XIX” del 25 settembre 2016, articolo ripreso dal sito ufficiale di Maggiani).
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COMUNQUE VADA,
NON ACCETTEREMO
PIÙ QUESTI ORRORI



»ANTONIO PADELLARO

“HO LA SENSAZIONE che ce la giochiamo sul filo dei vo t i ”.
MATTEO RENZI ALLA CHIUSURA DELLA CAMPAGNA REFERENDARIA

COSÌ QUELLACHE DOVEVA ESSERE la cavalcata plebiscitaria del premier rottamatore nelle verdi pianure del Sì si riduce a un “filo di voti”che noi naturalmente ci auguriamo disegni un gigantesco No nel cielo italiano.

In ogni caso il 5 dicembre, per dirla con Barack Obama, il sole sorgerà ancora e, in ogni caso, ci ritroveremo con isoliti problemi da affrontare.

Qualcuno in più lo avrà Renzi, ma su questo ci sarà tempo di riflettere.

Chi oggi voterà contro lo smembramento della Costituzione avrà condiviso con altri milioni di persone tanti No a tante cose che qualunque sia il risultato referendario non saremo più disposti a tollerare.

Non sopporteremmo più un presidente del Consiglio che sulla crescita economica che non c’è, sulla disoccupazione giovanile più alta d’Europa, sulle tante banche sull’orlo del fallimento, mescoli disinvoltamente la finzione del prestigiatore alla drammatica realtà delle cose.

Non opporteremmo più unpresidente del Consiglio(equalche suo degno ministro)che pur dilucrare qualche voto siano disposti a dire, e l’hanno detto, che con la vittoria del Sì vi saranno progressi nella cura del cancro o dell’epatite C , facendo mercato elettorale perfino, che vergogna, sui bambini affetti da diabete.

Non sopporteremmo più un presidente del Consiglio che con i suoi cortigiani passa il tempo a insultare l’opposizione in Parlamento e nel Paese chiamando chi osa non essere d’accordo con lui: accozzaglia, gufi e rosiconi. Non sopporteremmo più un presidente del Consiglio che pur di imporre una pessima riforma che devasta la Costituzione della Repubblica non esiti a provocare nella Nazione una spaccatura verticale.

Uno che come un piccolo autocrate caucasico ripete:o con me o contro di me.

No,basta.Non sopporteremmo più che tante personalità stimabili si sentano costrette a dichiarare il proprio Sì in merito a una riforma che definiscono una“puttanata”(Massimo Cacciari) o “un osso dasucchiare”che però, si aggiunge, “è sempre meglio di un bastone”(Romano Prodi).

Dimenticando che in caso di successo renziano il bastone è lì pronto a calare sulla nostra e sulla loro testa.

Mi fermo qui ricordando a chi cilegge che,comunque vada, lunedì mattina dovremo essere grati a Matteo Renzi che senza volerlo ha restituito identità e forza a questo No civile, costituzionale e repubblicano.

E allora potremo anche ripetere per tenere questi fatti bene a mente la frase resa celebre da un film degli anni 70, “Quinto Potere”, e che rappresenta un incisivo manifesto di ribellione umana.

Ricordate cosa dice il protagonista Howard Bale interpretatoda uno strepitoso Peter Finch? “Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie, voglio che vi alziateproprio adesso, che andiate allafinestra evi affacciatetutti eurliate: ‘Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più’”.

Proprio così.

Come ha scritto Maurizio Viroli su queste colonne, chiunque vinca domenica, se sapremo organizzare e rafforzare questa Italia del No formata da persone che non si sottraggono alla responsabilità del vivere da cittadini, faremo rinascere la nostra Repubblica
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4 dic 2016 15:23

1. “LA MATITA USATA PER VOTARE ERA CANCELLABILE”, DA NORD A SUD SEGNALATE PRESUNTE IRREGOLARITÀ AI SEGGI DURANTE IL VOTO PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

2. A SOLLEVARE IL CASO SU FACEBOOK CI HA PENSATO PIERO PELÙ: "DOPO AVER PROVATO SU UN FOGLIO E AVERLO CONSTATATO HO DENUNCIATO LA COSA AL PRESIDENTE DEL MIO SEGGIO"

3. SALVINI FA AMMUINA: “COMINCIANO AD ARRIVARE SEGNALAZIONI, LE PRIME DA ROMA E MANTOVA, DI MATITE ELETTORALI CHE SI POSSONO CANCELLARE CON UNA SEMPLICE GOMMA!”

4. MAZZATE, MAZZATE! A SALERNO DUE LITI AL SEGGIO PER LE MATITE E I VOTI CANCELLABILI




Da www.ilfattoquotidiano.it



“La matita usata per votare era cancellabile“. Da nord a sud arrivano denunce di presunte irregolarità ai seggi durante il voto per il referendum costituzionale. Il primo a sollevare il caso è stato Piero Pelù, che dopo aver votato nel suo seggio di Firenze ha scritto un post sulla sua pagina Facebook: “La matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio”.



Il cantante dei Litfiba ha anche postato la foto della sua denuncia e quella delle matite usate nel seggio. Proprio su Facebook comincia a circolare con sempre più insistenza l’allarme sulle presunte matite non indelebili. Anche se Su Facebook comincia a circolare con sempre più insistenza l’allarme sulle matite non indelebili.



Ma in molti sostengono che è normale che il tratto si cancelli sulla carta comune, mentre sulla scheda resta comunque evidente l’intenzione di voto. Proprio perché di fatto è possibile cancellare una matita indelebile con una semplice gomma, anche le schede elettorali sono stampate con un inchiostro cancellabile solo per abrasione. Per questo, il tentativo di cancellare tratto danneggerebbe la scheda che così verrebbe annullata.


Le presunte irregolarità sul voto, però, vengono segnalate in molte città. “Questa mattina sono andato a votare nel seggio n. 1831 della scuola Garrone di Ostia. Ci hanno dato una matita non copiativa, che si poteva cancellare con una classica gomma“, ha dichiarato all’Adnkronos Francesco Paola, un elettore che questa mattina si è recato al seggio a votare.



“Siccome ci erano arrivati messaggi su whatsapp che mettevano in guardia dal pericolo di matite cancellabili, ho portato con me un pezzetto di carta per fare una prova: ho utilizzato la matita che mi è stata consegnata al seggio e ho verificato che effettivamente si poteva cancellare con la gomma – ha aggiunto Paola – Ho segnalato il fatto al presidente del seggio, mi è stato risposto che le matite sono quelle consegnate dal Viminale e anche se sono cancellabili la carta della scheda elettorale è indelebile. Ho quindi fatto la stessa prova sulla scheda ma anche in quel caso si poteva cancellare”.



“Ora ci troviamo con le rappresentanti del sindaco, che stanno chiamando l’ufficio centrale elettorale”, ha aggiunto l’elettore. “Io sono un insegnate e fino a ieri ho spiegato la Costituzione ai ragazzi, questa cosa non va bene. So che problemi simili si sono verificati anche in altri seggi. Abbiamo già fatto mettere tutto a verbale, faremo anche un esposto“.



“In molti seggi si sta votando con semplici matite. Mi chiedo il perché. Abbiamo già registrato due episodi in seggi in cui i presidenti avevano accantonato le matite indelebili distribuendo semplici matite. Chiediamo a tutti i ‘difensori del voto’ di controllare quanto sta avvenendo”, ha dichiarato l’europarlamentare Fulvio Martusciello (FI), responsabile nazionale dei ‘difensori del voto’.


Anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini mette in guardia: “Cominciano ad arrivare segnalazioni (le prime da Roma e Mantova) di matite elettorali che si possono cancellare con una semplice gomma! Irregolarità che sono state verbalizzate, e in vari casi denunciate a polizia e carabinieri. Se anche nel vostro seggio verificaste irregolarità (potete chiedere una prova al presidente di seggio prima di entrare in cabina), segnalatecelo! Occhi aperti e massima vigilanza! Non facciamoci fregare!” Lo scrive in un post su Facebook il leader della Lega nord, Matteo Salvini. “Non usate matite portate da casa – precisa – biro, pennarelli o altri materiali, ovviamente (invalidereste la scheda!), ma semplicemente verificate la regolarità delle matite del seggio (che dovrebbero, in teoria, essere copiative e dunque non cancellabili)”.



A Salerno una sessantenne è entrata nella cabina elettorale con una gomma per accertarsi se il voto sulla scheda potesse essere eliminato. Dopo aver espresso il voto, si è rivolta al presidente del seggio sostenendo che il tratto lasciato dalla matita poteva essere cancellato. Ne è nata una piccola discussione che si è conclusa solo quando la signora è andata via. Secondo quanto si è appreso non è stata presentata denuncia. Un episodio simile è accaduto nella zona orientale del capoluogo campano dove al seggio 124 una signora aveva chiesto di votare con la propria matita temendo che quelle fornite dal ministero potessero essere facilmente cancellate. Ma la presidente del seggio glielo ha vietato.
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"La mia matita era cancellabile". ​Caos e denunce in molti seggi
Denuncia choc al seggio: il segno della matita usato per esprimere la propria preferenza è stato cancellato con una semplice gomma

Sergio Rame - Dom, 04/12/2016 - 13:40

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"La matita che ho usato per votare era cancellabile". La denuncia di Piero Pelù fa rumore al seggio e rimbalza su tutti i social netowork.

Salvini contro i bogli: "Non facciamoci fregare"

Catania, la Digos al seggio


Perché oltre alla denuncia presentata agli scrutatori e messa a verbale questa mattina, ci sono tre foto che lo provano (guarda qui). "Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato - racconta il cantante dei Litfiba - ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio".

Dalle foto di Piero Pelù è evidente che qualcosa non torna. Il segno della matita usato per esprimere la propria preferenza è stato cancellato con una semplice gomma. Su Facebook il cantante posta anche la foto del reclamo registrato dal presidente del seggio fiorentino in cui ha votato. Il caso, poi, non è isolato. A Roma, come riporta il Messaggero, diversi cittadini hanno denunciato che i segni lasciati dalle matite consegnate agli elettori per votare al referendum sulla riforma costItuzionale non sono indelebili. "La croce si cancella con una normale gomma", è la denuncia messa a verbale da molti cittadini. I casi sono stati riscontrati ad Acilia, nel seggio di via Telemaco Signorini. in via dei Torriani, nel quartiere La Pisana e in via Giuseppe Salvioli, zona Don Bosco.


Alessandro Giglio, vigile di Roma, ha raccontato al Messaggero quanto accaduto questa mattina: "Sono andato a votare al seggio di via Signorini, nella sezione 2185, e mi sono accorto che le matite erano strane. Così ho provato a cancellare il segno che avevo fatto sulla scheda. Sorpresa - continua - il segno se n'è andato senza lasciare traccia. Sono uscito e ho segnalato il caso. Ho provato 7 matite diverse davanti al presidente di seggio, sul tavolo c'era persino una matita con la gomma dietro". Quando ha provato a lamentarsi al seggio, gli scrutatori gli hanno risposta: "Se non si fida, può venire a fare lo spoglio con noi".

Da Roma a Mantova, la storia è la stessa. Qui è il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, a far sapere delle "irregolarità che sono state verbalizzate, e in vari casi denunciate a polizia e carabinieri". Quindi, invita tutti i cittadini a "chiedere una prova al presidente di seggio prima di entrare in cabina" e, nel caso di irregolarità, di sporgere immediatamente denuncia. "Occhi aperti e massima vigilanza - conclude Salvini - non facciamoci fregare".
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Referendum, M5S e matite copiative: «No gomme, invalidate il voto»
Pelù: «La mia non era indelebile»


Piero Pelù, al seggio, fa mettere a verbale: «La mia matita non era indelebile»Su Facebook il post del senatore Giarrusso. Ma arrivano segnalazioni da diverse città italiane

di Laura De Feudis

Catania, Vibo Valentia, Firenze: scoppia il caso delle matite copiative (che sarebbero cancellabili) nei seggi elettorali nel giorno del voto per il Referendum costituzionale.




Piero Pelù su Facebook: «La mia matita era cancellabile»

Sui social diverse denunce sulle matite fornite ai seggi. Piero Pelù, che vota a Firenze, ha postato su Facebook le foto che mostrano come la matita fornita dal seggio lasci un tratto cancellabile su un foglio bianco. Per questo il cantante ha fatto mettere a verbale la sua segnalazione.

Giarrusso (M5s): «Non portate le gomme, rischiate di invalidare il voto»

Il Senatore del M5S Michele Giarrusso scrive su Facebook: «attenzione, gira un messaggio che invita a portarsi una gomma e a provare a cancellare il voto sulla scheda elettorale per provare che le matite non sarebbero indelebili, e così fare la segnalazione alle autorità competenti. NON LO FATE! È un furbo tentativo di farvi invalidare il voto sporcando la scheda elettorale. Fate girare!». L’invito di Giarrusso arriva quando il caso delle matite copiative o cancellabili è già scoppiato.

Referendum, M5S e matite copiative: «No gomme, invalidate il voto»
Pelù: «La mia non era indelebile»

Piero Pelù, al seggio, fa mettere a verbale: «La mia matita non era indelebile»Su Facebook il post del senatore Giarrusso. Ma arrivano segnalazioni da diverse città italiane


di Laura De Feudis

Catania, Vibo Valentia, Firenze: scoppia il caso delle matite copiative (che sarebbero cancellabili) nei seggi elettorali nel giorno del voto per il Referendum costituzionale.

Piero Pelù su Facebook: «La mia matita era cancellabile»

Sui social diverse denunce sulle matite fornite ai seggi. Piero Pelù, che vota a Firenze, ha postato su Facebook le foto che mostrano come la matita fornita dal seggio lasci un tratto cancellabile su un foglio bianco. Per questo il cantante ha fatto mettere a verbale la sua segnalazione.



Giarrusso (M5s): «Non portate le gomme, rischiate di invalidare il voto»

Il Senatore del M5S Michele Giarrusso scrive su Facebook: «attenzione, gira un messaggio che invita a portarsi una gomma e a provare a cancellare il voto sulla scheda elettorale per provare che le matite non sarebbero indelebili, e così fare la segnalazione alle autorità competenti. NON LO FATE! È un furbo tentativo di farvi invalidare il voto sporcando la scheda elettorale. Fate girare!». L’invito di Giarrusso arriva quando il caso delle matite copiative o cancellabili è già scoppiato.


VEDI DOCUMENTAZIONE E VIDEO:

http://www.corriere.it/referendum-costi ... 3c9e.shtml
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Re: Diario della caduta di un regime.

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LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE....


4 dic 2016 12:41
CEFFONI A SANTORO

- L’EX SANTORINA COSTAMAGNA PRENDE A PESCI IN FACCIA IL SUO MENTORE: “E’ PASSATO DA SERVIRE IL POPOLO A SERVIRE RENZI”

- LO ATTACCA ANCHE DI BATTISTA: “E’ UN RADICAL CHIC A OSTRICHE E CAVIALE” - LA REPLICA DEL GIORNALISTA: “DIBBA E’ FIGLIO DI UN IMPIEGATO FASCISTA, IO SONO FIGLIO DI LAVORATORE NUTRITO COL BIBERON DELL’ONESTÀ”



1 - SANTORO ALL’ATTACCO DI DI BATTISTA «È FIGLIO DI UN IMPIEGATO FASCISTA...»

Da “il Giornale”




«Alessandro Di Battista? Lui è figlio di un impiegato fascista, io sono figlio di un lavoratore, sono stato nutrito con il biberon dell’onestà». Così Michele Santoro, al TgZero di Radio Capital, ha replicato alle parole del grillino, che di lui aveva detto «radical chic a ostriche e caviale». «Sono stato per strada - ha aggiunto Santoro - purtroppo conosco la realtà dei

giovani napoletani. Consiglierei a Di Battista di farsi un giro per l’Italia invece di dire queste fesserie»



2 - SANTORO, DA SERVIRE IL POPOLO A SERVIRE RENZI

Luisella Costamagna per “la Verità”




Premio Hasta siempre a Castro, Hofer, Renzi. Oggi è una giornata storica: il funerale di Fidel e il voto in Austria e Italia. Diremo addio a un solo leader? Premio Se io do una cosa a te... al governo Renzi. Oltre 1 miliardo di euro per l' Ilva, 85 euro agli statali: ultimi premi e cotillon per far votare Sì. Ma almeno gli 80 euro per vincere le europee erano già in busta paga, questi riceveranno il premio Chi l' ha visto?


Premio Ultim' ora a Prodi, Pisa pia, Santoro... Non possono fare a meno di schierarsi per il Sì a ridosso del voto, sia pure con grande (mi perdonino la parola) travaglio. C' era bisogno di loro o sono loro ad aver bisogno di Lui? Premio S-piazza a Santoro. Il «teletribuno» merita un premio ad hoc per il suo passaggio da Servire il popolo a... Renzi. In fondo, come recita una delle sue biografie, è Su piazza dal 1951.

Premio Highlander a Berlusconi. Torna da protagonista, col cuore per il No e il portafoglio (Mediaset) per il Sì. Comunque vada, per lui sarà un successo. Premio #giravoltabuona a Renzi. È passato da «Se perdo vado a casa» a «Se perdo non mi dimetto» a «anche se vinco mi dimetto» (indiscrezioni). Più che all' Isola dei Famosi, come ha detto Berlusconi, lo vedremmo bene come testimonial di Mediolanum a ruotare sulla sabbia: «Il mondo costruito intorno a me».

Premio Guardate che io vado a Hollande. Chi invece ha le idee chiarissime sul suo futuro è il presidente francese: «Non mi ricandiderò all' Eliseo». Perché, qualcuno gliel' aveva chiesto? Premio Mena -grano al Financial Times. Il giornale britannico torna a terrorizzare gli italiani: «Se vince il No a rischio 8 banche». Pensare che con papà Boschi stavano una meraviglia.



Premio E io pago ai risparmiatori. Assolti gli ex vertici di Banca Etruria: non c' è stato ostacolo alla sorveglianza. E c' è da giurare che anche Bankitalia la sfangherà. Il fatto non sussiste, il fato sì. Premio Start down a Lapo El kann. Altro che Start up, il rampollo si è fatto beccare di nuovo e ora rischia fino a 10 anni per falso sequestro. Mentre la sua famiglia lo denuncia alla polizia, i commentatori lo difendono (sai quante pagine su «demoni e tormenti» possono vergare?). Titolo migliore, quello della rubrica di Candida Morvillo su Corriere Tv: «Lapo e il 2016 che doveva essere l' anno del riscatto». Ma non è stato pagato.


Premio Affari d' oro agli antennisti. Boom di interventi e guadagni grazie alla campagna elettorale. Centralini intasati: «Non riesco a cambiare canale». In realtà lo cambiavano eccome, solo trovavano sempre Renzi. Premio Pazienza agli italiani. Per aver sopportato questa interminabile e orrenda campagna referendaria. E se il risultato non sarà quello che sperate, pazienza. Votate bene.
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Re: Diario della caduta di un regime.

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SCENARI COSA PUÒ ACCADERE DA DOMANI
Rilancio, dimissioni
elezioni e Italicum
Le tante incognite
di un referendum

Oltre alla Carta è in gioco il governo

di Massimo Franco

È chiaro che oggi si voterà sulla riforma della Costituzione, come è giusto, ma anche sull’operato del governo di Matteo Renzi.

Il premier ha impresso questa direzione alla campagna referendaria, e gli avversari l’hanno fatta propria convinti di esserne avvantaggiati.

Non è una prospettiva incoraggiante.

Utilizzare la Carta fondamentale per legittimare pienamente un esecutivo non eletto, o per abbatterlo, dimostra una sensibilità istituzionale dai contorni controversi.

Comunque, se prevale il Sì la Costituzione subirà un mutamento di fondo, del quale si capiranno solo alla distanza le implicazioni.

Altrimenti rimarrà com’è.

Ma ormai conta il «dopo»: uno scenario che, almeno di qui a fine anno, non prevede le dimissioni di Matteo Renzi.

Dimissioni e legge di Stabilità
Anche se il premier le offrirà al capo dello Stato, Sergio Mattarella, difficilmente saranno accettate prima che sia approvata la legge di Stabilità: un passaggio obbligato.

E comunque, sarà il risultato del referendum a determinarne il significato.

Se il Sì dovesse vincere, anche solo per una manciata di voti, l’offerta di un passo indietro sarebbe solo il piedistallo per un rilancio dell’esecutivo.

Con Renzi saldamente a Palazzo Chigi, nuovi ministri e un programma da spendere alle prossime elezioni politiche: forse prima di quanto non si pensi.

L’unico timore del governo sono i ricorsi e le proteste che scatterebbero se il voto degli italiani all’estero risultasse decisivo.

Ombre sui voti all’estero
L’ombra dei brogli diventerebbe incombente e sarebbe usata e ingigantita dalle opposizioni.

La nuova Costituzione ne uscirebbe approvata, ma politicamente contestata e delegittimata.

Per paradosso, un epilogo del genere evocherebbe una vittoria destabilizzante; e darebbe corpo a una prospettiva di elezioni anticipate, col rischio di un Italicum modificato al minimo e di uno scontro tra il populismo di Beppe Grillo e un governo Renzi tentato di inseguirlo sullo stesso terreno.

Per questo, dietro l’aggressività del Movimento 5 Stelle si indovina il calcolo di una «vittoria comunque»: o perché si indebolisce Renzi con il No, o perché lo si sfida dopo l’affermazione del Sì con qualche possibilità di batterlo, diventando così il polo di attrazione delle opposizioni.

Il «fattore Grillo»
Il governo conta sul «fattore Grillo» come spaventapasseri dell’elettorato.

La scommessa è di additare la possibilità di una presa del potere dei Cinque Stelle per spostare gli indecisi dal No al Sì; e per convincere quanti sono intenzionati a «votare con il portafoglio».

L’operazione, almeno in parte, sembra riuscita.

Il contratto in extremis ai pubblici dipendenti, la bocciatura da parte della Corte costituzionale della riforma dell’Amministrazione firmata dal ministro Marianna Madia: sono tutti tasselli che il governo rivendica come episodi da giocare per la rimonta, insieme col voto all’estero.

Bisogna vedere solo se funzioneranno fino a invertire i pronostici.

L’incognita dell’Italicum
Il fatto che in due anni e mezzo di renzismo il M5S sia diventato più forte, e non più debole, passerebbe in secondo piano; e così i magri risultati delle riforme economiche e i livelli di occupazione di fatto invariati.

Lo scenario di un’affermazione del No, per paradosso, potrebbe rivelarsi più stabilizzante.

Lo status quo costituzionale imporrebbe una revisione radicale del sistema elettorale dell’Italicum, vero convitato di pietra, in senso proporzionale. In quel caso, la prospettiva di un M5S pigliatutto si allontanerebbe: Grillo conterebbe per i suoi voti, senza premi alla minoranza più forte tali da regalarle una maggioranza assoluta.

Tra reincarico e alternative
Ma soprattutto permetterebbe di tentare una riconciliazione nazionale dopo gli strappi di questi mesi.

Si tratta di un’esigenza più sentita di quanto sembri, anche ai vertici delle istituzioni.

L’incognita è se Renzi accetterebbe di guidare quello che suonerebbe come un ridimensionamento sia personale, sia della sua strategia di rottura; oppure se insisterebbe, per dimostrare che è impossibile formare una qualunque maggioranza senza il suo «placet».

Già si parla di governi guidati da Romano Prodi, dopo il suo Sì sorprendente e critico dell’ultim’ora; o da ministri come Piercarlo Padoan, Graziano Delrio, Dario Franceschini.

Le urne sullo sfondo

Sono ipotesi che rispecchiano in modo crescente le proporzioni di un’eventuale sconfitta del Sì, fino a prefigurare un dopo-Renzi.

A oggi è una prospettiva remota, sebbene Palazzo Chigi la analizzi con fastidio.

E per i giorni successivi ci sono troppe variabili: dal numero degli elettori alle percentuali reali, non quelle di sondaggi troppo oscillanti, di un’affermazione del Sì o del No.

Ma si può scommettere fin d’ora che, prima di togliere il disturbo, Renzi lavorerà per intestarsi ogni singolo voto; e per farlo pesare in caso di voto anticipato o di reincarico.

Il suo orizzonte rimangono le urne.

Deve solo capire se e quando riterrà di poterle ottenere, per centrare meglio i suoi obiettivi.
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