La vendetta di Marx
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La vendetta di Marx
La vendetta di Marx.
Il Time lo rivaluta:
“E’ stato un profeta,
le sue previsioni si sono avverate”
Il settimanale statunitense dedica una lunga analisi alla rivalutazione
delle teorie di Marx, da sempre osteggiate dagli Usa.
"Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti,
i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta".
Karl Marx doveva essere morto e sepolto. Il crollo dell'Unione Sovietica e lo sviluppo capitalistico dell'economia cinese
sembravano aver messo in soffitta le idee del grande filoso ed economista tedesco, autore de Il Capitale, vera e propria
"bibbia" dei comunisti di tutto il mondo. Eppure, nel pieno della più feroce crisi economica della storia, le idee del grande
pensatore stanno tornando in auge. La lettura delle sue opere ha visto un forte balzo, e sempre più spesso economisti
anticapitalisti riescono a sviluppare interessanti ragionamenti anche sui media generalisti: cosa che fino a qualche anno fa,
quando l'ideologia del libero mercato era al suo apice, sarebbe stato quasi impensabile
Un esempio? Ieri lo "storico" settimanale statunitense Time ha pubblicato un lungo articolo a firma del corrispondente
da Pechino Michael Shuman. Di fatto, il settimanale riconosce a Marx un ruolo profetico: "Marx ha teorizzato che il
sistema capitalista impoverisce le masse e concentra la ricchezza nelle mani di pochi, causando come conseguenza
crisi economiche e conflitti sociali tra le classi sociali. Aveva ragione. E' fin troppo facile trovare statistiche che
dimostrano che i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri". A sostegno delle tesi di Marx
in effetti c'è uno studio dell'Economic Policy Institute di Washington che rivalea come nel 2011 il reddito medio
di lavoratore maschio statunitense a tempo pieno era più basso rispetto al 1973. Tra il 183 e il 2010 il 74% dei
guadagni in termini di ricchezza è andatato in mano al 5% della popolazione.
Secondo il Time, tuttavia, "questo non vuol dire che le teorie di Marx erano del tutto corrette.
La sua ‘dittatura del proletariato' non ha funzionato come previsto. Ma le conseguenze delle disegualianze
sono esattamente quelle che aveva predetto: il ritorno della lotta di classe. La rabbia dei lavoratori di tutto
il mondo è in crescita: dagli Stati Uniti alla Grecia, passando anche per la Cina". E ancora:
"Marx aveva previsto un tale esito. I comunisti affermano apertamente che i loro fini possono essere
perseguiti solo con l'abbattimento violento dell'ordine sociale esistente. ‘L'unica cosa che i proletari hanno
da perdere sono le loro catene'. Ci sono segnali che i lavoratori di tutto il mondo sono sempre più impazienti.
A decine di migliaia sono scesi nelle strade a Madrid e Atene, protestando contro la disoccupazione e le
misure di austerità che stanno ulteriormente peggiorando le cose".
Tuttavia, la Rivoluzione auspicata da Marx sembra essere lungi dal vedere la luce: le organizzazioni dei
lavoratori sono deboli, e i movimenti sorti negli ultuimi anni (ad esempio Occupy Wall Street) si sono
parzialmente sciolti. Colpa, secondo Jacques Rancière, esperto di marxismo presso l'Università di Parigi,
delle reali intenzioni dei militanti, che non intenderebbero rovesciare il capitalismo, ma soltanto riformarlo.
Tuttavia il Time mette in guardia: "Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità
economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta".
http://www.fanpage.it/la-vendetta-di-ma ... -avverate/
Il Time lo rivaluta:
“E’ stato un profeta,
le sue previsioni si sono avverate”
Il settimanale statunitense dedica una lunga analisi alla rivalutazione
delle teorie di Marx, da sempre osteggiate dagli Usa.
"Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti,
i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta".
Karl Marx doveva essere morto e sepolto. Il crollo dell'Unione Sovietica e lo sviluppo capitalistico dell'economia cinese
sembravano aver messo in soffitta le idee del grande filoso ed economista tedesco, autore de Il Capitale, vera e propria
"bibbia" dei comunisti di tutto il mondo. Eppure, nel pieno della più feroce crisi economica della storia, le idee del grande
pensatore stanno tornando in auge. La lettura delle sue opere ha visto un forte balzo, e sempre più spesso economisti
anticapitalisti riescono a sviluppare interessanti ragionamenti anche sui media generalisti: cosa che fino a qualche anno fa,
quando l'ideologia del libero mercato era al suo apice, sarebbe stato quasi impensabile
Un esempio? Ieri lo "storico" settimanale statunitense Time ha pubblicato un lungo articolo a firma del corrispondente
da Pechino Michael Shuman. Di fatto, il settimanale riconosce a Marx un ruolo profetico: "Marx ha teorizzato che il
sistema capitalista impoverisce le masse e concentra la ricchezza nelle mani di pochi, causando come conseguenza
crisi economiche e conflitti sociali tra le classi sociali. Aveva ragione. E' fin troppo facile trovare statistiche che
dimostrano che i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri". A sostegno delle tesi di Marx
in effetti c'è uno studio dell'Economic Policy Institute di Washington che rivalea come nel 2011 il reddito medio
di lavoratore maschio statunitense a tempo pieno era più basso rispetto al 1973. Tra il 183 e il 2010 il 74% dei
guadagni in termini di ricchezza è andatato in mano al 5% della popolazione.
Secondo il Time, tuttavia, "questo non vuol dire che le teorie di Marx erano del tutto corrette.
La sua ‘dittatura del proletariato' non ha funzionato come previsto. Ma le conseguenze delle disegualianze
sono esattamente quelle che aveva predetto: il ritorno della lotta di classe. La rabbia dei lavoratori di tutto
il mondo è in crescita: dagli Stati Uniti alla Grecia, passando anche per la Cina". E ancora:
"Marx aveva previsto un tale esito. I comunisti affermano apertamente che i loro fini possono essere
perseguiti solo con l'abbattimento violento dell'ordine sociale esistente. ‘L'unica cosa che i proletari hanno
da perdere sono le loro catene'. Ci sono segnali che i lavoratori di tutto il mondo sono sempre più impazienti.
A decine di migliaia sono scesi nelle strade a Madrid e Atene, protestando contro la disoccupazione e le
misure di austerità che stanno ulteriormente peggiorando le cose".
Tuttavia, la Rivoluzione auspicata da Marx sembra essere lungi dal vedere la luce: le organizzazioni dei
lavoratori sono deboli, e i movimenti sorti negli ultuimi anni (ad esempio Occupy Wall Street) si sono
parzialmente sciolti. Colpa, secondo Jacques Rancière, esperto di marxismo presso l'Università di Parigi,
delle reali intenzioni dei militanti, che non intenderebbero rovesciare il capitalismo, ma soltanto riformarlo.
Tuttavia il Time mette in guardia: "Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità
economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta".
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Re: La vendetta di Marx
erding ha scritto:La vendetta di Marx.
Il Time lo rivaluta:
“E’ stato un profeta,
le sue previsioni si sono avverate”
Il settimanale statunitense dedica una lunga analisi alla rivalutazione
delle teorie di Marx, da sempre osteggiate dagli Usa. ----omissisi
http://www.fanpage.it/la-vendetta-di-ma ... -avverate/
Il problema sta tutto qui. Sperare che il sistema possa riformarsi o si possa riformare ho dei grandi dubbi. La storia ne e' testimone.Colpa, secondo Jacques Rancière, esperto di marxismo presso l'Università di Parigi,
delle reali intenzioni dei militanti, che non intenderebbero rovesciare il capitalismo, ma soltanto riformarlo.
Tuttavia il Time mette in guardia: "Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità
economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta
Purtroppo non ti permettono di cercare altre vie perché nel momento di partorirle le fanno abortire.
Il potere economico/finanziario e le lobbies che li sostengono non te lo permetteranno mai.
Anche in Russia inizialmente c'era questo obiettivo ma l'economia mondiale ha fatto si che si chiudessero nel loro guscio senza alcun confronto col mondo esterno e questo ha fatto si che generasse con molto piacere dei poteri forti.
Stesso e' successo con Cuba e molti altri.
Il braccio di ferro con costoro e' una lotta improba che ti mette alla fame.
E questo lo si vede continuamente ogni giorno anche se cercano di farlo apparire di tutt'altra origine.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: La vendetta di Marx
Ad un amico della Biblioteca con cui abbiamo regolari scambi di opinioni il lunedì, martedì, giovedì ed sabato, quando l’argomento è tosto e richiede molto tempo di confronto, visto che di solito non si ferma più di un’ora a conversare, ho l’abitudine di anticipargli: “Torna a casa a prendere la schiscetta e il sacco a pelo perché oggi facciamo notte”.
Ecco, il tema impostato da erding è uno di questi, e questa mattina alle 09,30 non mancherò di imporgli di tornare a casa per munirsi di schiscetta e sacco a pelo.
La “schiscetta” per i non milanesi è, tratto dal Grande Fratello della rete:
SCHISCETTA
Pubblicato il 19 giugno 2015 da admin
“Schiscetta” era un termine comune qui al nord fino a qualche anno fa; ora pare che stia tornando in auge, forse perché i lavoratori hanno capito che al frugale e malsano panino, magari consumato in piedi al bar, è preferibile un gustoso pranzetto portato da casa e preparato con cura dalla madre o dalla compagna.
La parola “schiscetta”, di origine milanese, indica nient’altro che un portavivande, un contenitore in metallo, con coperchio, trasportabile. Si chiamava così perché al suo interno il cibo stava “schisciaa” (schiacciato) cioè un po’ pressato per il poco spazio. Conteneva infatti un pranzo abbondante e completo: pastasciutta, una bistecca, un po’ di verdura.
Nelle vie di Milano, verso mezzogiorno, capitava di vedere, fuori dai cantieri o dalle fabbriche, manovali, muratori, operai che mangiavano seduti per terra dalla schiscetta, proprio come i soldati in caserma mangiavano dalla gavetta.
Anche questa parola mi riporta all’infanzia.
Mio padre lavorava al pronto soccorso di un ospedale. Una volta la settimana era di turno la notte. Era quella la sera in cui la mamma, la sorellina ed io ci recavamo a piedi al suo ufficio con un bel borsone contenente una cenetta calda in due schiscette. Il papà apparecchiava di tutto punto la scrivania dopo aver spostato in un angolo registri e scartoffie e si metteva a cenare mentre io, curioso, sfogliavo il librone dei “rapporti” tutti scritti meticolosamente a mano. Sfogliavo, leggiucchiavo, facevo domande e la mamma mi rimproverava: «Lascialo stare il papà che è stanco e deve fare anche la notte, lascialo mangiare in pace!». Mi piaceva soprattutto mettere a confronto le calligrafie (i rapporti in quel registro erano scritti anche dai suoi cinque colleghi). «Ma come scrive male questo!» ridevo. E il papà divertito:«Nella penna ha le zampe di gallina!» (era il suo capo).
Quando penso alla vita di sacrifici dei miei genitori, ancora mi commuovo.
Tornavamo a casa e la mamma ci metteva a letto. Lei cuciva pullover fino a tardi ascoltando la radio a volume basso. Il papà smontava dal servizio alla mattina alle 8 e, tornato a casa, riprendeva il suo secondo lavoro: il sarto. Tutto questo perché «i soldi non bastano mai» e poi «dobbiamo metterne da parte un po’ perché non si sa mai». Distrazioni poche. E anche poche coccole per noi bambini: non c’era tempo.
(Alfredo Tamisari)
Ecco, il tema impostato da erding è uno di questi, e questa mattina alle 09,30 non mancherò di imporgli di tornare a casa per munirsi di schiscetta e sacco a pelo.
La “schiscetta” per i non milanesi è, tratto dal Grande Fratello della rete:
SCHISCETTA
Pubblicato il 19 giugno 2015 da admin
“Schiscetta” era un termine comune qui al nord fino a qualche anno fa; ora pare che stia tornando in auge, forse perché i lavoratori hanno capito che al frugale e malsano panino, magari consumato in piedi al bar, è preferibile un gustoso pranzetto portato da casa e preparato con cura dalla madre o dalla compagna.
La parola “schiscetta”, di origine milanese, indica nient’altro che un portavivande, un contenitore in metallo, con coperchio, trasportabile. Si chiamava così perché al suo interno il cibo stava “schisciaa” (schiacciato) cioè un po’ pressato per il poco spazio. Conteneva infatti un pranzo abbondante e completo: pastasciutta, una bistecca, un po’ di verdura.
Nelle vie di Milano, verso mezzogiorno, capitava di vedere, fuori dai cantieri o dalle fabbriche, manovali, muratori, operai che mangiavano seduti per terra dalla schiscetta, proprio come i soldati in caserma mangiavano dalla gavetta.
Anche questa parola mi riporta all’infanzia.
Mio padre lavorava al pronto soccorso di un ospedale. Una volta la settimana era di turno la notte. Era quella la sera in cui la mamma, la sorellina ed io ci recavamo a piedi al suo ufficio con un bel borsone contenente una cenetta calda in due schiscette. Il papà apparecchiava di tutto punto la scrivania dopo aver spostato in un angolo registri e scartoffie e si metteva a cenare mentre io, curioso, sfogliavo il librone dei “rapporti” tutti scritti meticolosamente a mano. Sfogliavo, leggiucchiavo, facevo domande e la mamma mi rimproverava: «Lascialo stare il papà che è stanco e deve fare anche la notte, lascialo mangiare in pace!». Mi piaceva soprattutto mettere a confronto le calligrafie (i rapporti in quel registro erano scritti anche dai suoi cinque colleghi). «Ma come scrive male questo!» ridevo. E il papà divertito:«Nella penna ha le zampe di gallina!» (era il suo capo).
Quando penso alla vita di sacrifici dei miei genitori, ancora mi commuovo.
Tornavamo a casa e la mamma ci metteva a letto. Lei cuciva pullover fino a tardi ascoltando la radio a volume basso. Il papà smontava dal servizio alla mattina alle 8 e, tornato a casa, riprendeva il suo secondo lavoro: il sarto. Tutto questo perché «i soldi non bastano mai» e poi «dobbiamo metterne da parte un po’ perché non si sa mai». Distrazioni poche. E anche poche coccole per noi bambini: non c’era tempo.
(Alfredo Tamisari)
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Re: La vendetta di Marx
Anch’io come pancho ho molti dubbi.
Karl Marx (Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883) è figlio del suo tempo, figlio dell’’800.
Non poteva prevedere cosa sarebbe successo nel XX secolo e all’inizio del XXI.
Gli sconquassi tecnologici che hanno trasformato completamente il modo di vivere dell’umanità.
Cosa avrebbe pensato Karletto, nel salire sulla metropolitana alla mattina quando tutti si recano al lavoro, fino all’inizio degli anni 2000 nel vedere la varia umanità racchiusa individualmente in sé stessa, tutta presa dalla lettura di un quotidiano, di un settimanale, o di un libro, tanto per passare il tempo?
Ma quello era ancora niente perché se salisse oggi sulle stesse vetture della metropolitana vedrebbe la stessa moltitudine non più a leggere, ma completamente assorbita dallo smanettamento degli ipad completamente estranei dal mondo che li circonda.
Sarebbe sempre dello stesso avviso di come dovrebbe essere questa varia umanità???
Del marxismo e del comunismo non mi hanno mai convinto la mancanza di analisi sull’essenza dell’uomo.
A mio avviso la possibilità di affermazione del comunismo, ammesso che si possano cancellare i difetti congeniti dell’uomo, può affermarsi solo all’interno di una società culturalmente avanzata.
Vi sembra che questo possa avvenire nella società attuale o in quella futura????
Ecco perché mi vengono i dubbi come a pancho.
Anche perché nelle comunità dove il livello culturale è avanzato, ma non al top, dove hanno avuto un minimo di educazione culturale e religiosa. Comunità che seguono in via teorica la stessa fede cristiana, dovrebbero essere quelle che dovrebbero esprimere al massimo la possibilità delle ragioni di un vivere in comune.
Ma non è così. Gli ambienti cattolici attuali sono lontanissimi dall’esprimere un modello di vita, non dico fedele a quanto propagandato dal Suo fondatore, ma per lo meno prossima ad un modello comunitario.
Tutti i difetti primari dell’uomo sono presenti fortemente in questo tipo di comunità, vanificando le intenzioni e la fede iniziale.
Se non si affermano certi valori in queste società chiuse, come si può pensare che si affermino nelle altre società del pianeta?????
L’homme nà bestia era e nà bestia rimane.
Karl Marx (Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883) è figlio del suo tempo, figlio dell’’800.
Non poteva prevedere cosa sarebbe successo nel XX secolo e all’inizio del XXI.
Gli sconquassi tecnologici che hanno trasformato completamente il modo di vivere dell’umanità.
Cosa avrebbe pensato Karletto, nel salire sulla metropolitana alla mattina quando tutti si recano al lavoro, fino all’inizio degli anni 2000 nel vedere la varia umanità racchiusa individualmente in sé stessa, tutta presa dalla lettura di un quotidiano, di un settimanale, o di un libro, tanto per passare il tempo?
Ma quello era ancora niente perché se salisse oggi sulle stesse vetture della metropolitana vedrebbe la stessa moltitudine non più a leggere, ma completamente assorbita dallo smanettamento degli ipad completamente estranei dal mondo che li circonda.
Sarebbe sempre dello stesso avviso di come dovrebbe essere questa varia umanità???
Del marxismo e del comunismo non mi hanno mai convinto la mancanza di analisi sull’essenza dell’uomo.
A mio avviso la possibilità di affermazione del comunismo, ammesso che si possano cancellare i difetti congeniti dell’uomo, può affermarsi solo all’interno di una società culturalmente avanzata.
Vi sembra che questo possa avvenire nella società attuale o in quella futura????
Ecco perché mi vengono i dubbi come a pancho.
Anche perché nelle comunità dove il livello culturale è avanzato, ma non al top, dove hanno avuto un minimo di educazione culturale e religiosa. Comunità che seguono in via teorica la stessa fede cristiana, dovrebbero essere quelle che dovrebbero esprimere al massimo la possibilità delle ragioni di un vivere in comune.
Ma non è così. Gli ambienti cattolici attuali sono lontanissimi dall’esprimere un modello di vita, non dico fedele a quanto propagandato dal Suo fondatore, ma per lo meno prossima ad un modello comunitario.
Tutti i difetti primari dell’uomo sono presenti fortemente in questo tipo di comunità, vanificando le intenzioni e la fede iniziale.
Se non si affermano certi valori in queste società chiuse, come si può pensare che si affermino nelle altre società del pianeta?????
L’homme nà bestia era e nà bestia rimane.
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Re: La vendetta di Marx
Noi certamente non avevamo nessun bisogno della “rivalutazione” di Marx.
Credo non sia stato mai difficile provare che alcune delle sue analisi erano inconfutabili,
ma questo riconoscimento fatto dagli americani che vorrà dire? Quale significato avrà?
Sentirlo definire “profeta”dal Time (settimanale politico economico finanziario)...
viene qualche sospetto. Mai come oggi nella storia c'è stata tanta disuguaglianza,
se pure con forme diverse e magari solo apparentemente meno drammatiche.
Questo potrà portare ad una riorganizzazione internazionale della ribellione?
Con quali nuove forme? Con quali tempi?
Tutte domande che sono e si faranno sempre più stringenti.
Credo non sia stato mai difficile provare che alcune delle sue analisi erano inconfutabili,
ma questo riconoscimento fatto dagli americani che vorrà dire? Quale significato avrà?
Sentirlo definire “profeta”dal Time (settimanale politico economico finanziario)...
viene qualche sospetto. Mai come oggi nella storia c'è stata tanta disuguaglianza,
se pure con forme diverse e magari solo apparentemente meno drammatiche.
Questo potrà portare ad una riorganizzazione internazionale della ribellione?
Con quali nuove forme? Con quali tempi?
Tutte domande che sono e si faranno sempre più stringenti.
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Re: La vendetta di Marx
E una bella domanda la tua,Erding sulla quale mi è difficile rispondere.erding ha scritto:Noi certamente non avevamo nessun bisogno della “rivalutazione” di Marx.
Credo non sia stato mai difficile provare che alcune delle sue analisi erano inconfutabili,
ma questo riconoscimento fatto dagli americani che vorrà dire? Quale significato avrà?
Sentirlo definire “profeta”dal Time (settimanale politico economico finanziario)...
viene qualche sospetto. Mai come oggi nella storia c'è stata tanta disuguaglianza,
se pure con forme diverse e magari solo apparentemente meno drammatiche.
Questo potrà portare ad una riorganizzazione internazionale della ribellione?
Con quali nuove forme? Con quali tempi?
Tutte domande che sono e si faranno sempre più stringenti.
Ci provo partendo dalla tua ultima frase
Penso che i problemi che Karletto aveva previsto, oggi attraversino tutto il globo e difronte ad una possibile "rivoluzione" mondiale che potrebbe portare ad un eventuale caos siano proprio costoro a cominciare a mettersi al riparo poiché in tutto questo cadrebbero pure loro e quindi, non siano disposti a veder crollare il loro "castello" .
Meglio affrontare il problema è salvare il salvabile magari partendo da alcuni consigli di Marx. Meglio optare per alcuni che piuttosto per tutti o quasi.
E tutto ricomincerà come prima con qualche piccola modifica tanto cara a certi riformisti d'oggi .
un salutone
Ultima modifica di pancho il 02/01/2016, 18:42, modificato 1 volta in totale.
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Re: La vendetta di Marx
erding ha scritto:Noi certamente non avevamo nessun bisogno della “rivalutazione” di Marx.
Credo non sia stato mai difficile provare che alcune delle sue analisi erano inconfutabili,
ma questo riconoscimento fatto dagli americani che vorrà dire? Quale significato avrà?
Sentirlo definire “profeta”dal Time (settimanale politico economico finanziario)...
viene qualche sospetto. Mai come oggi nella storia c'è stata tanta disuguaglianza,
se pure con forme diverse e magari solo apparentemente meno drammatiche.
Questo potrà portare ad una riorganizzazione internazionale della ribellione?
Con quali nuove forme? Con quali tempi?
Tutte domande che sono e si faranno sempre più stringenti.
Conclude così Enzo Bianchi, priore di Bose, nella sua intervista alla vigilia di Natale rilasciata al Fatto Quotidiano:
Il futuro?
Per ora manca un’insurrezione delle coscienze. Ma non c’è più nessuna mobilitazione: dopo il G8 non c’è stato più nulla. Neanche tra i giovani c’è interesse a mobilitarsi per la pace, la giustizia sociale, il lavoro che non c’è. Questo è grave, si passerà subito all’insurrezione violenta. Prima o poi i poveri si ribelleranno.
Da il Fatto Quotidiano del 24 dicembre 2015
Scrive l’autore da te riportato nel post iniziale:
"Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi.
Non credo che padre Bianchi sia stato al corrente di quanto scritto sulla rivista statunitense circa la rivalutazione del pensiero di Marx, e viceversa.
Quindi, deve far riflettere questa visione di quel che potrà succedere, se due uomini al di là e al di qua dell’Atlantico mettono in evidenza che tutto sfocerà in quella direzione se non si corre ai ripari.
Personalmente, queste conclusioni non mi stupiscono affatto, perché i vecchi dinosauri della Biblioteca Centrale di SSG, da più di un anno, sollecitati ad approfondire il “COME SE NE VIENE FUORI?”, analizzando dove và il Bel Paese, l’Europa e il Mondo, arrivano alla stessa conclusione di padre Bianchi e dello sconosciuto autore della rivista statunitense. Oltre al fatto che chi governa il mondo sta spingendo verso la guerra.
Inoltre, dobbiamo tenere conto contemporaneamente anche cosa ha scritto Mauro Magatti nell’articolo apparso sul Corriere della Sera del 29.12.15.
Presente in: http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 297#p43297
il neoliberismo è in crisi di risultati e di idee
Il diffuso senso di abbandono e di insicurezza nella società dei consumi pesa più delle diseguaglianze
In queste cose noi possiamo attingere all’esperienza della prima Repubblica.
La prima Democrazia Cristiana di De Gasperi fino verso la fine agli anni ’60, ha permesso che le classi inferiori si emancipassero, anche nel mondo del lavoro con salari più alti, applicando la nota legge del vivi e lascia vivere, perché serviva anche a loro per mantenere il potere.
Quando i democristiani si sono lasciati andare all’ingordigia del “Prendo tutto io, e gli altri si arrangino” è iniziato il declino della vecchia Dc.
Aldo Moro, intelligenza politica assai rara, anche se dalla comunicazione altamente soporifera, aveva intuito tutto questo e sapeva di non poter più contare sui vecchi amici democristiani per rimettere in carreggiata il Paese.
Tentò, quindi, di rivolgersi all’amico Berlinguer, perché molto, molto, molto meno ingordo delle correnti democristiane, ma ci rimise la pelle.
L’affermazione del neoliberismo corrisponde pertanto all’esperienza della seconda fase democristiana.
Gli ingordi del pianeta hanno dato vita ad un’ideologia piuttosto antica. Accaparrarsi tutto l’accapparabile
e lasciare al loro destino tutti gli altri.
Ma questo modo di procedere può funzionare per un tempo limitato. DC docet.
Ritorniamo ad Abramo Lincoln:
“Puoi ingannare tutti per poco tempo, o qualcuno per tanto tempo, ma non puoi ingannare tutti per tanto tempo.”
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Re: La vendetta di Marx
congresso della linke in Germania ,2 linee politiche a confronto
due visione diverse di Carlo Marx.
____
https://aurorasito.wordpress.com/2016/0 ... a-tedesco/
due visione diverse di Carlo Marx.
____
https://aurorasito.wordpress.com/2016/0 ... a-tedesco/
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Re: La vendetta di Marx
Carlo Marx è il denaro.
Ciò che mediante il denaro e a mia disposizione , ciò che io posso pagare, ciò che il denaro puo comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo.
quanto grande e il potere del denaro, tanto grande e il mio potere.
le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche, cioè le forze essenziali
del suo possessore.
ciò che io sono e posso non è affatto determinato dalla mia individualità.
io sono brutto , ma posso comprarmi la più bella tra le donne,
e quindi io non sono brutto , perché l effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva e annullata dal denaro.
io considerato come l'individuo sono storpio, ma il denaro mi procura 24 gambe, quindi non sono storpio.
io sono disonesto, malvagio...ma il denaro e onorato, e quindi anche il suo possessore.
il denaro e il bene supremo e quindi il suo possessore e buono., il denaro mi toglie la pena di essere disonesto, e quindi sì presume che io sia onesto.
io sono stupido ma il denaro e la vera intelligenza di tutte le cose.
testo letterale Carlo Marx monoscrittieconomico filosofici del 1844.
dedicato ai miliardari che ultimamente scoprono la politica.
Ciò che mediante il denaro e a mia disposizione , ciò che io posso pagare, ciò che il denaro puo comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo.
quanto grande e il potere del denaro, tanto grande e il mio potere.
le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche, cioè le forze essenziali
del suo possessore.
ciò che io sono e posso non è affatto determinato dalla mia individualità.
io sono brutto , ma posso comprarmi la più bella tra le donne,
e quindi io non sono brutto , perché l effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva e annullata dal denaro.
io considerato come l'individuo sono storpio, ma il denaro mi procura 24 gambe, quindi non sono storpio.
io sono disonesto, malvagio...ma il denaro e onorato, e quindi anche il suo possessore.
il denaro e il bene supremo e quindi il suo possessore e buono., il denaro mi toglie la pena di essere disonesto, e quindi sì presume che io sia onesto.
io sono stupido ma il denaro e la vera intelligenza di tutte le cose.
testo letterale Carlo Marx monoscrittieconomico filosofici del 1844.
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Re: La vendetta di Marx
Cose più che prevedibili ed accettate anche da un popolo che spera sempre di sostituirsi a costoro mentre la storia insegna che chi ha il potere non lo distribuira mai o ne dara solo una millesima parte per non incorrere nel tempo a ribellioni tali da mettere in dubbio la loro spropositata ricchezza e il loro potere.aaaa42 ha scritto:Carlo Marx è il denaro.
Ciò che mediante il denaro e a mia disposizione , ciò che io posso pagare, ciò che il denaro puo comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo.
quanto grande e il potere del denaro, tanto grande e il mio potere.
le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche, cioè le forze essenziali
del suo possessore.
ciò che io sono e posso non è affatto determinato dalla mia individualità.
io sono brutto , ma posso comprarmi la più bella tra le donne,
e quindi io non sono brutto , perché l effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva e annullata dal denaro.
io considerato come l'individuo sono storpio, ma il denaro mi procura 24 gambe, quindi non sono storpio.
io sono disonesto, malvagio...ma il denaro e onorato, e quindi anche il suo possessore.
il denaro e il bene supremo e quindi il suo possessore e buono., il denaro mi toglie la pena di essere disonesto, e quindi sì presume che io sia onesto.
io sono stupido ma il denaro e la vera intelligenza di tutte le cose.
testo letterale Carlo Marx monoscrittieconomico filosofici del 1844.
dedicato ai miliardari che ultimamente scoprono la politica.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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