Renzi

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Re: Renzi

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E' TORNATO ALBERTO SORDI

VEDI FOTO DELL'ARTICOLO



E Renzi si prende una pausa: in vacanza in Alto Adige
L'ex premier Renzi immortalato su Instagram durante un momento di vacanza
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 46316.html
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Re: Renzi

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Il silenzioso Natale del Giglio magico: renziani "spariti" dai social network

Dall'ex premier alla Boschi e Madia: neanche un messaggio in rete

Fabrizio Boschi - Mar, 27/12/2016 - 08:25

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Chi per Natale ha resistito dal postare su Facebook, Twitter o Instagram i propri auguri social? Chi più, chi meno, lo hanno fatto tutti, anche i politici.


Più o meno tutti, ad eccezione di quelli del Giglio magico renziano, chiusi in uno strano ed insolito silenzio. Insolito sì, visto che non sono mai stati zitti per tre anni consecutivi.

Eppure, Matteo Renzi, twittatore compulsivo, reso famoso da Filippo Sensi (alias @nomfup) e dai social, schiacciato poi dal loro stesso meccanismo, non fiata dal 23 dicembre. Ben quattro giorni (un record assoluto per lui). L'ultimo post su Facebook è una riflessione sul terrorista di Berlino ucciso a Sesto San Giovanni. Come se fosse stato merito suo.

Anche il ministro dello Sport, Luca Lotti non si sente dalla Vigilia. Scrive di essersi preso un giorno di ferie «per la prima recita di Gherardo, mio figlio», e si difende dalle accuse di essere stato indagato: «Non esiste». In quanto alla ministra Marianna Madia, detta «Venere di Botticelli», il suo ditino non batte sulla tastiera dal giorno dell'Immacolata. Coerente. Infine, il silenzio di Maria Elena Boschi, l'unico scontato, risale al giorno del referendum. Meglio per lei.

Niente a che fare con altri politici, che invece si sono sbizzarriti. Giorgia Meloni ha postato una foto con tanto di cappello da Babbo Natale: «Auguro all'Italia un Natale di tradizioni e un 2017 di rivoluzioni!».

Matteo Salvini in versione bue e asinello, con la faccia dentro a un presepe: «Stasera tortellini di carne, un bicchiere (forse due) di Recioto veronese e castagne. E voi, che fate? Ancora auguri a tutti, ma non alla Fornero...». Poi posta su Facebook un lungo video nel quale rivolge auguri a decine e decine di amici, fan e militanti, inframezzando i saluti con alcune considerazioni politiche: «Respiriamo per qualche giorno - è la conclusione - poi nel 2017 si gioca per vincere e governare questo Paese governato da venduti, incapaci, schiavi: buon Natale a chi spera». Alla finestra del suo appartamento di Milano, il leader leghista confessa che deve ancora recuperare due-tre regali e che «sotto l'albero a Gesù Bambino» ha chiesto di portare «un governo e un Parlamento nuovo».

Beppe Grillo fa gli auguri con una vecchia foto di un comizio e, nel suo blog, usa un testo di Goffredo Parise intitolato «Il rimedio e la povertà»: «È un po' lungo, ma ne vale la pena - scrive - Armatevi di pazienza, leggetelo fino alla fine e fatelo leggere ai vostri cari. Vi abbraccio». Silvio Berlusconi posta gli auguri alla Vigilia con una foto in posa: «Natale è la luce che sconfigge le tenebre del pessimismo, del cinismo, della rassegnazione. Auguri, Italia!».

Infine, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, pubblica il posto più religioso: una foto della celebrazione della Messa dalla Basilica della Natività di Betlemme: «Emozione e preghiera respirando desiderio di pace, sicurezza e libertà. Buon Natale!». Forse prega che il governo Renziloni regga ancora un po'
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Re: Renzi

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L'eredità di Renzi? Soltanto macerie

Italicum, Jobs Act e Buona Scuola i provvedimenti chiave a rischio smantellamento
Gian Maria De Francesco - Dom, 01/01/2017 - 19:50

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Roma Il 2017 che sta per iniziare porterà con sé gli effetti di trascinamento dei provvedimenti varati dal governo Renzi, ma rimasti in mezzo al guado o per effetto dei provvedimenti della magistratura o a causa della loro sostanziale incompiutezza.

L'elenco non è breve e le materie sono le più disparate giacché si spazia in molti settori: dalla riforma delle Popolari e della pubblica amministrazioni al Jobs Act passando per la legge elettorale e la «buona scuola». C'è, però, un dato di fondo che unisce queste legge così diverse fra loro: l'incapacità ormai conclamata di Matteo Renzi di dar corso ai suoi propositi perché abbagliato dalla brama di piacere a tutti e di non scontentare nessuno. È chiaro che con questi presupposti si governa male, anzi malissimo.

La prima urgenza è rappresentata dal dossier delle banche popolari. Nel 2015, tramite decreto, si era imposta la trasformazione delle maggiori (sopra gli 8 miliardi di attivi) in società per azioni in modo da aprirle maggiormente al mercato. Il Consiglio di Stato si esprimerà il 12 gennaio sia sul tema del cambiamento forzoso di ragione sociale che sul recesso (il conquibus da garantire ai soci che vogliono uscire), ma prima il governo, non avendolo fatto né col salvarisparmio né col Milleproroghe, dovrà decretare un rinvio dei termini che scadono oggi e che non sono stati rispettati dalle Popolari di Sondrio e Bari.

L'11 gennaio, invece, la Consulta si esprimerà sull'ammissibilità dei referendum sul Jobs Act con i quali la Cgil chiede la reintroduzione del divieto di licenziamento senza giusta causa e l'abolizione dei voucher. In questo caso, la responsabilità dell'ex premier non è nell'intromissione indebita (come in ambito bancario), ma nell'impreparazione. L'attuazione della riforma del lavoro è stata troppo scaglionata lasciando per ultimo la parte più importante: l'Agenzia nazionale per il lavoro che avrebbe dovuto coordinare domanda e offerta. Così, esauritisi gli incentivi alle assunzioni, la disoccupazione ha smesso di calare e il risentimento della sinistra sindacale ha prevalso. E il governo Gentiloni non può far altro che cercare di salvare il salvabile presentando ricorso contro la consultazione.

Il 24 gennaio, invece, è previsto il pronunciamento della Corte Costituzionale sull'Italicum, la quintessenza della hybris renziana. La legge elettorale, infatti, oltre a essere molto simile al troppo vituperato Porcellum a livello di premio di maggioranza, era stata cervelloticamenteensata solo per la Camera ritenendo Matteo di portare a casa facilmente la riforma costituzionale. La sconfitta del 4 dicembre ha smontato tutto, la Consulta dovrebbe solo dare il colpo di grazia. Ora il problema sarà trovare una quadra in Parlamento fra un proporzionale corretto e il ritorno al Mattarellum che, però, non garantirebbe governabilità a causa della variabile impazzita grillina.

Non sono queste le uniche macerie che Renzi ha lasciato. Ad esempio, la tanto sbandierata «buona scuola» ogni giorno perde un pezzo. Depotenziato il ruolo di supermanager dei presidi, il neoministro Fedeli ha siglato un accordo con i sindacati per facilitare i trasferimenti dei prof assunti in ruolo, possibilità che Renzi aveva bloccato per tre anni per evitare il solito esodo dal Nord verso il Sud. D'altronde, se neanche la tanto decantata riforma della Pa del ministro Madia è rimasta in piedi (anche il taglio delle partecipate è passato in cavalleria) , tranciata dalla Consulta, non ci si poteva aspettare nulla di meglio.GDeF
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Re: Renzi

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....PREVISIONI DEL TEMPO.....


All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?



Politica
2017: che Renzi torni o meno, non sarà mai più l’uomo solo al comando

di Fabrizio d'Esposito | 2 gennaio 2017


Inviato del Fatto Quotidiano
Post | Articoli
L’anno appena arrivato potrebbe rendere il fattore Renzi un unicum nella politica occidentale, un caso da manuale. Cioè: l’astro di un leader che nasce e tramonta senza essere mai stato investito direttamente dagli elettori. Un unicum, appunto. A una condizione, però. Questa, secondo lo scenario più ottimista dello schieramento (trasversale) dei suoi avversari: il dibattito sulla legge elettorale allunga la legislatura fino alla sua scadenza naturale, ossia la fine del 2017 non la primavera del 2018; nel frattempo si tiene il congresso del Pd e una nuova maggioranza interna silura l’ex Rottamatore con un altro segretario che poi farà il candidato premier alle Politiche, magari a capo di un nuovo Ulivo o di una nuova Unione. A quel punto, al quarantenne disoccupato di Pontassieve non resterebbe altro che continuare a dedicarsi alla meditazione zen: Matteo Ren-zen.
Questo scenario da incubo è il propellente che ha spinto Renzi alla guerriglia già all’indomani dell’immane sconfitta referendaria del 4 dicembre: ossia designare un premier grigio senza velleità leaderistiche e puntare al voto anticipato nel febbraio o nella primavera del 2017, con o senza una nuova legge elettorale. Per lui il vero Capodanno sarà il 24 gennaio, quando la Corte costituzionale si esprimerà sull’Italicum, il sistema concepito per la sola Camera dei deputati nella riforma Boschi bocciata dagli elettori. A quel punto, pur di scongiurare il pericolo mortale di un logoramento senza fine, il segretario del Pd potrebbe mostrare le sue vere carte e chiedere le urne con due sistemi diversi: il Consultellum per il Senato (cioè il Porcellum già corretto dalla Consulta) e quel che resta dell’Italicum per la Camera. Da qui origina il ripetuto avvertimento del capo dello Stato a Renzi e ai renziani ortodossi, spiegato pure agli italiani nel messaggio di fine anno: “No a pasticci del genere, al voto solo con una legge omogenea per le due Camere”. Lo scontro maggiore del 2017 sarà questo, tenendo d’occhio ovviamente il dibattito parlamentare che rischia di trasformarsi in un pantano nel duello tra due “ritorni”: quello al Mattarellum (il sistema maggioritario combinato con una quota proporzionale) e quello al proporzionale stile tedesco, con una soglia di sbarramento.
In ogni caso, tramonto oppure no, le manovre tattiche di queste ultime settimane hanno segnato un punto di non ritorno per la narrazione renziana: l’ex premier potrà anche rimanere sulla scena ma non sarà mai più il veloce rottamatore circondato solo dal giglio magico, in un giovanile delirio di onnipotenza. I mille giorni di governo così come li ha vissuti, a colpi di slide e imperativi, non li rivivrà mai più. Per un motivo semplice: che sia Mattarellum o proporzionale, l’eventuale candidato premier Renzi non governerà mai più da solo, consultando solo il fedele portavoce Sensi e il fedele braccio destro Lotti. Quella fase è finita e ha provocato macerie nel Pd e in tutto il Paese. In pratica, se c’è una sciagura che il 4 dicembre ha archiviato, è quella del renzismo nella sua veste più hard e irritante. Se sopravviverà, Renzi sarà perlopiù un capetto democristiano alle prese con le difficili mediazioni di una coalizione di larghe intese. Questo se vincerà. Se poi perderà – soprattutto in caso di voto anticipato qualora si verificasse il miracolo di una legge elettorale nuova approvata nei primi due mesi dell’anno – allora si verificherà il piano bersaniano elaborato subito dopo l’ultima direzione: “A noi interessa il congresso alla fine del 2017 se poi prima si andrà alle elezioni anticipate vorrà dire che Renzi chiuderà il suo ciclo con una sconfitta elettorale”. Non solo. Nell’ipotesi che il partito del rinvio e del vitalizio riesca a vincere e a far durare la legislatura, Renzi da segretario del Pd prenderà una probabile mazzata alle Amministrative di giugno. Sarebbe la terza in tre anni, dopo le Regionali del 2015 e le Amministrative del 2016. Una serie nera ancora più cocente dopo l’illusoria fiammata delle Europee del 2014.
Considerate tutte le variabili fin qui illustrate, ecco perché l’ansia di rivincita di Ren-zen assomiglia più a una disperata e folle corsa verso il suicidio politico anziché a un progetto lucido e vincente. Ed ecco perché persino vari suoi amici gli consigliano di saltare un giro. Le prossime elezioni prevedono due vie d’uscita dal renzismo. Una grillina, l’altra della rediviva coalizione berlusconiana, in significativa ascesa negli ultimi sondaggi. Il Pd più che interrogarsi e misurarsi sui destini personali di Renzi e dei suoi farebbe bene a entrare nella carne viva dei problemi esplosi con l’ondata vittoriosa del cosiddetto “populismo”. Suscita amara ilarità, però, che adesso siano proprio Bersani e D’Alema a dirla di farla finita con “il blairismo rimasticato” e a proporre una seria e solida linea di sinistra per il Pd. Se ci sono stati convinti blairiani nel ventennio della Seconda Repubblica, tra i postcomunisti, questi sono stati proprio loro, prediligendo banche e privatizzazioni alla questione sociale. In fondo, dal punto di vista ideologico, il renzismo non ha fatto altro che completare da destra il percorso della fatidica Terza Via.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01 ... o/3291625/
cielo 70
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Re: Renzi

Messaggio da cielo 70 »

A me va bene anche il sistema tedesco, che comunque per metà prevede l'elezione col sistema uninominale. Spero che abbia i numeri per essere approvato.
UncleTom
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Re: Renzi

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UN TRANSITORIO CHIAMATO "FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA"




Sul web minacce di morte all'ex premier. Pd: basta seminare odio. M5S: noi vittime
2/31

Il Messaggero

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3 ore fa
© Redazione

ROMA «Auguriamo la morte a Matteo Renzi». Su Facebook compare una pagina che inneggia alla morte dell'ex premier. Il Pd, allarmato, si rivolge alla polizia postale. E denuncia il «clima d'odio» che sfocia in episodi del genere. «Chi lo fomenta?», domanda Alessia Rotta. E invita alla responsabilità chi, come Beppe Grillo, evoca i «tribunali del popolo». Ma i Cinque stelle ribaltano l'accusa: il M5s è vittima, affermano, di chi teme una loro vittoria alle elezioni e fabbrica «false notizie» per «demolirli». Prosegue così uno scontro a distanza, sempre più proiettato sul ring del Web.

Dopo la sconfitta al referendum Renzi ha riconosciuto come errore del Pd aver lasciato «il Web a chi diffonde falsità». Ma si è andati oltre le falsità, denuncia ora dal Nazareno Alessia Rotta. Il «clima d'odio» sfocia in episodi come quello di una pagina Facebook che inneggia apertamente alla «morte» di Renzi.

Sulla pagina il gestore, che si nasconde dietro l'anonimato e usa foto profilo di Mussolini, inveisce contro i «comunisti» che lo accusano di aver superato il limite, minaccia a sua volta di rivolgersi alla polizia postale e non accetta di cancellare il suo messaggio: «Non è mica una colpa esprimere un desiderio...».

Un fatto di una «gravità inaudita», afferma da Ncd Valentina Castaldini. «Sono certo che forze dell'ordine e inquirenti agiranno rapidamente per individuarlo e sottoporlo a giudizio», afferma il deputato Pd Emanuele Fiano: «Non bisogna lasciare il minimo spazio di azione a chi professa violenza e morte». Ed è urgente, aggiunge Castaldini, accogliere l'invito del presidente Mattarella ad «abbassare i toni, soprattutto sul web».

I Cinque stelle non intervengono sull'episodio delle minacce a Renzi ma rigettano l'accusa di alimentare il clima d'odio. E da giorni denunciano «falsità» diffuse ai loro danni per indebolirli. La più recente, scrive su Facebook Manlio Di Stefano, è la tesi di un articolo del Guardian su possibili ingerenze russe pro-M5s nelle prossime elezioni italiane. «La verità - scrive il deputato M5s - è che cresce sempre di più la pletora di persone terrorizzate» dalla vittoria Cinque stelle «e cresce la necessità di attaccarci convinti che associarci oggi a Putin, domani ad Assad e dopodomani al concetto di notizie false possa logorarci agli occhi degli italiani. Ma gli italiani non gli credono più. Piantatela con le fake news'».



Video:
http://www.msn.com/it-it/notizie/italia ... spartanntp
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Re: Renzi

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Bravo Mauro Barberis



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Media & Regime

‘Populismi’ e giornali: ecco gli ultimi giapponesi del renzismo

di Mauro Barberis | 7 gennaio 2017

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Molti anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nelle foreste del Borneo, si trovavano ancora dei soldati giapponesi che, fedeli all’Imperatore, continuavano a combattere. Qualcosa del genere sta avvenendo anche da noi, a oltre un mese dal referendum costituzionale. Quando Blob trasmette le immagini della campagna referendaria di Matteo Renzi, paiono ormai cinegiornali Luce. Eppure, nelle giungle dell’informazione continuano ad aggirarsi gli ultimi giapponesi del renzismo.

Prendete l’articolo di Michele Salvati comparso sul Corriere del 3 gennaio, sotto il titolo Una coalizione riformista contro i populismi. Titolo doppiamente infelice. Intanto perché, come ammette lo stesso autore, la coalizione non c’è; ma poi, e soprattutto, perché non ci sono neppure i populismi. Salvati infatti, usa in modo casual la parola “populismo” per indicare tutto ciò che gli dispiace: Trump, Le Pen, il leghismo, il M5S, le epidemie, il terrorismo islamico, il satanismo…

Capita raramente, in effetti, d’incontrare un’incomprensione così completa di quanto sta avvenendo nel nostro paese. Per darvi un’idea, basterà la frase seguente: «Inutile illudersi che [gli italiani] si rendano conto dell’estrema difficoltà del compito riformatore, [e che] portino pazienza e facciano sconti a chi governa, specie quando i media, le procure, i movimenti populisti, li bombardano con continui episodi di incompetenza e corruzione» (corsivi miei).

Scusa Michele, ma qualcuno dovrà pur dirti che gli italiani non sono così scemi. Al contrario, sembrano essersi resi perfettamente conto, loro, che le riforme di Renzi erano una truffa. Intendo le riforme costituzionali, l’Italicum, il Jobs Act, la Buona Scuola, gli stessi Centri d’identificazione ed espulsione, questi lager a cielo aperto gestiti dalle cooperative così care al ministro Poletti. Tutto questo, caro Michele, gli italiani l’hanno capito benissimo. E tu?

di Mauro Barberis | 7 gennaio 2017
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Re: Renzi

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17

La stupida moda di "derenzizzare" i negozi

Vetrine contro l'ex premier a Firenze e in Sardegna. Ma il Paese si "libera" con il voto(al centrodestra di Berlusconi. Naturalmente!!!!)

Pasquale Napolitano - Dom, 08/01/2017 - 08:33


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Una moda più che una protesta. Una moda poco incisiva, buona per ottenere qualche titolo di giornale, al passo con i tempi della politica del web.

In Italia si fa largo un movimento nuovo con l'ambizione di sfidare Beppe Grillo sul terreno del dissenso gridato: i «derenzizzati». È bastato, infatti, un cartello con la scritta «Nein Danke», in italiano «No grazie», sotto la foto dell'ex premier Matteo Renzi, in un negozio di ottica a Ortisei, in Trentino Alto Adige, dove l'ex capo del governo ha trascorso le vacanze di Natale con la famiglia, per aprire le danze. Per innescare l'effetto emulazione. Un cieca e inutile imitazione del gesto del commerciante trentino. Il sindaco di Ortisei, Tobia Moroder, si è subito affrettato a chiedere scusa. Troppo tardi, l'effetto gregge anche sui social si era messo in moto, facendo proseliti.

Dopo Ortisei, un cartello identico - come racconta Affaritaliani è spuntato a Firenze, la città che per ben due volte ha eletto Renzi sindaco. Una gioielleria di Borgo SS Apostoli ha affisso un cartello (più duro del freddo Nein Danke) con la scritta «negozio derenzizzato» e immagine dell'ex premier. Si, anche nella sua città, nella terra in cui a Renzi non mancano certo i consensi, c'è chi tenta di andare controtendenza. Chi sperimenta una forma discutibile di dissenso alle politiche renziane.

Dalla terra ferma alle Isole: l'onda della derenzizzazione commerciale ha toccato anche la Sardegna dove un negoziante ha seguito l'esempio dei colleghi di Firenze e Ortisei, vietando l'ingresso nel suo punto vendita a Renzi e ai renziani. A chi giova questa moda? Naturalmente, non ai commercianti che, eccezion fatta per un istante di popolarità, rischiano di perdere clienti e professionalità. C'è una sola strada, il voto, per manifestare il dissenso nei confronti delle politiche dell'ex capo del governo. È la strada più incisiva per arrivare rapidamente al risultato. La strada, insomma, seguita dagli italiani il 4 dicembre 2016 con la bocciatura della riforma della Costituzione voluta dall'esecutivo di Renzi. Una strada che ha portato il segretario del Pd direttamente alle dimissioni. C'è poi la strada della protesta nelle piazze, all'esterno dei Palazzi del potere, per far avvertire il fiato sul collo ai politici.

Quella della derenzizzazione nei negozi è una forma di protesta debole, radical e soprattutto vecchia. La primogenitura spetta a Beppe Grillo e Luigi de Magistris. Il sindaco di Napoli definì Napoli «un Comune derenzizzato» per rimarcare le differenze della sua amministrazione dall'ex premier. Grillo provò a derenzizzare il suo blog, annunciando che non avrebbe mai più inserito il nome di Matteo Renzi nei lunghissimi post. Ci provano i leader politici. Ci provano i commercianti. Gli unici, però, a poter «derenzizzare» l'Italia resteranno gli elettori.
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Re: Renzi

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guerrinofe
Dom, 08/01/2017 - 08:41



SARA DIFFICILE VISTO CHE L'ITALIA DI "RENI"NE HA BEN POCHI!!







Ritratto di Risorgere

Risorgere
Dom, 08/01/2017 - 08:46



.... omissis .... (commento derenzizzato)







Duka
Dom, 08/01/2017 - 08:51



BEH HA MESSO IN GINOCCHIO COMMERCIO E INDUSTRIA TASSANDO ANCHE L'ARIA CHE SI RESPIRA , PARECCHIE RAGIONI PER NON VOLERLO PIU' VEDERE LE HANNO E SONO LEGITTIME.







nalegior63
Dom, 08/01/2017 - 09:14



beh adesso ....mi pascualdenapolitanizzo ,licenziate in tronco simili fake/giornalisti kalergisti







Ritratto di saròfranco

saròfranco
Dom, 08/01/2017 - 09:20



In quanto a stupidità, se la battono con i cartelli "comune denuclearizzato", che pure campeggiano orgogliosamente all'ingresso di tante cittadine!







paolonardi
Dom, 08/01/2017 - 09:25



La stampa, ma tutti i media senza distinzione di appartenenza anche se i sinistri sono la stragande maggioranza, e' partcolarmente prona a seguire ed alimentare gli errori: da quelli grammaticali della neo-lingua boldrinese, alla sintassi dei verbi, alla cattiva traduzione dall'inglese, per finire col dichiarare fiorentino l'ex, speriamo in aeterno, primo ministro. Ribadisco: e' un contadino di Rignano e sta a Firenze come un ostiense a Roma, un abitante di Cascina Gobba a Milano, uno di Boscotrecase a Napoli.







unosolo
Dom, 08/01/2017 - 09:34



se invece fosse stato fregato o imbonito con promesse mai mantenute , siamo strani e a volte si reagisce in ogni modo ,.







Ritratto di stenos

stenos
Dom, 08/01/2017 - 09:52



I sardi sono forti. Prima votano in massa pd, poi non vogliono il clown di rignano, che non e' altro che un prodotto scadente del pd.







frank173
Dom, 08/01/2017 - 09:52



Nel frattempo "derenzizzare" i negozi è cosa buona e giusta. Mi stupisco che lei lo ritenga 'una stupida moda'. A meno che lei abbia votato per il SI, allora tutto quadra. Ciaone!







rossini
Dom, 08/01/2017 - 10:23



Io dico che tutto fa brodo. Certo la condizione principale è che gli italiani, quando andranno a votare, non abbiano la memoria corta e si ricordino dell'invasione di migranti favorita dalla sinistra, delle tasse insopportabili, della disoccupazione giovanile, del doppiopesismo dei comunisti. In ogni caso lo sberleffo va anche bene. Credo che le imitazioni di Crozza abbiano contribuito alla valanga di NO che hanno fatto perdere al Pinocchio fiorentino il referendum costituzionale







Ritratto di Adriano Romaldi

Adriano Romaldi
Dom, 08/01/2017 - 10:45



Mi viene la parola facile per rispondere a quel Sig.re che si intitola risorgere, quasi che sapesse cosa significhi, effettivamente la parola utilizzata; dimmi come ti chiami e ti dirò che forse sei sulla strada verso lidi sconosciuti. E' la seconda volta che trovo quest'Individuo che più che parlare mugugna come fanno i muli ma se, absit iniura verbis, che letteralmente significa "non vi sia offesa nelle mie parole", fosse consapevole della realtà direbbe più probabilmente: "mi sento migliore dei migliori per cui me ne frego degi altri", sarebbe più opportuno definire, nichilista. Forza Italia e Shalòm a tutti.







Tarantasio.1111
Dom, 08/01/2017 - 11:02



Sig. Pasquale perché dice moda stupida? il male che RENZI HA FATTO AL CETO MEDIO ITALIANO è stato immane, lui, telecomandato da Napolitano ha messo in default il paese e questo, bisogna ricordarlo a chi si sofferma a guardare una vetrina di un negozio dove...non può accedervi perché non trovando lavoro, di soldi non ne ha, personalmente ho incorniciato una foto che rappresenta questi due imbroglioni e tutte le mattine quando mi sveglio sputo loro in faccia per ricordarmi di non votare mai più questa gentaglia del PD. Questo sarebbe un articolo da pubblicare...ricordare...







carpa1
Dom, 08/01/2017 - 11:19



Il commento di saròfranco 9.20, che mi trova perfettamente d'accordo, mi ricorda quanti cartelli inutili ci sono a bordo strade. Ad esempio, in provincia di Lecco, fanno bella mostra della stupidità, di coloro che li hanno proposti ed avallati, cartelli da 50x100 cm recanti la dicitura bianca su fondo blu "LAVORI REALIZZATI DALLA PROVINCIA DI LECCO" in prossimità di modifiche alla viabilità (rotonde, incroci, doppie corsie, tunnnel, ecc.). Non ce ne può fregare di meno di chi chi ha realizzato i lavori; la cosa importante è che siano stati realizzati. Quello che ci frega è dei quattrini sprecati per una cartellonistica invasiva ed inutile; anche perchè i bordi stradali, dove dovrebbe essere consentita SOLO segnaletica stradale, sono già invasi da una sequela inutile e dannosa di cartelloni pubblicitari che creano pericolosa confusione per chi sta alla guida e dovrebbe essere messo invece in gado di focalizzarsi rapidamente sulla segnaletica.







mifra77
Dom, 08/01/2017 - 11:21



Se per derenzizzare l'Italia, ci sono le elezioni, è anche vero che bisogna mettere in piazza le porcate fatte da Renzi e dal suo governo. Non è vero che il PD ha capito la lezione referendaria, come non è vero che il referendum sia stato percepito dalla politica dell'imbroglio crescente. Renzi è solo in quarantena per far dimenticare a noi le sue porcate e sperando che il dimenticatoio ricostruisca la sua verginità.Bene fa chi espone il cartello antiRenzi per tenere viva la memoria.







Ritratto di perSilvio46

perSilvio46
Dom, 08/01/2017 - 11:23



E' una iniziativa divertente, anche mediaticamente azzeccata visto che tutti ne parlano, ma niente più. Non esiste negozio che rifiuti di servire un cliente solo perché ha idee politiche diverse: danneggia gli affari. Questi cartelli sono un modo garbato per dire a Renzi di non farsi vedere mai più sulla scena politica.







bruno monferrà
Dom, 08/01/2017 - 12:18



Ben detto, dott. Napolitano! Sono d'accordo: sta diventando una moda penosa, ci vorrà ben altro prima di toglierci d'attorno lo scaltro fiorentino, altroché cartelli in vetrina! Però attento: Ortisei non è "trentina" ma altoatesina (sta in prov. di Bolzano!).







guardiano
Dom, 08/01/2017 - 12:50



Mi permetto di essere in dissenso con l'articolo, faccio presente che l'unica arma in possesso del cittadino è si la'arma del voto, ma se il potere politico glielo scippa continuamente il cittadino si difende con quello che può, e fa bene.
UncleTom
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Re: Renzi

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9 gen 2017 10:06

AGENZIA RENZI COMUNICA: MATTEO NON FARA’ NESSUN BLITZ PER ANTICIPARE IL VOTO, ASPETTA LA SENTENZA DELLA CONSULTA (ANCHE PERCHE’ TEME CHE MEZZO PARTITO NON LO SEGUA)

– PURE LUI CERCA VOLTI NUOVI PER IL PARTITO E MEDITA DI AFFIDARE A MARTINA L’ORGANIZZAZIONE

– I SUOI GONGOLANO PER L’INCIDENTE DELLA CGIL CHE USA I VOUCHER





Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera

Renzi dovrebbe tornare a Roma domani, ma per il segretario del Pd non sarà il dossier sulla riforma elettorale il primo punto all' ordine del giorno. Al Nazareno il ritornello è un altro, al di là delle dichiarazioni di facciata: tutto è sospeso fino alla sentenza della Corte. Che è prevista intorno ai primi di febbraio. Il che vuol dire che, comunque, le elezioni anticipate ad aprile non rappresentano uno scenario possibile.

Il segretario del Pd, dunque, non tenterà nessun blitz sulla riforma elettorale e non farà di tutto pur di arrivare a un accordo con Forza Italia su questo tema. Preferisce aspettare perché sa che tanto, quando sarà, non si potrà fare nessuna intesa senza il Partito democratico. Insomma, Renzi non si intesterà nessuna battaglia per avere un accordo sulla riforma elettorale prima della Consulta.


Piuttosto, l' ex premier sta lavorando al programma del Pd, con uno sguardo all' iperattivismo di Grillo. Il leader dei 5 stelle, ammaccato a Roma, sta spostando le sue iniziative altrove e il Partito democratico segue le sue mosse: al Nazareno ritengono che quello che sta succedendo adesso sia il frutto dell' esito referendario. Se lo aspettavano, anche se, ovviamente, non se lo auguravano.


Ma se Grillo alza i toni, Renzi non ritiene di dover fare altrettanto. Lavora alla nuova segreteria in cui il ministro Maurizio Martina potrebbe avere la responsabilità di guidare il settore più difficile per il partito, cioè l' Organizzazione. E attende di conoscere i dati finali dell' Istat e dell' Agenzia delle Entrate sui posti di lavoro e sulla lotta all' evasione. Il Pd farà due iniziative proprio sue questi temi.

E al Nazareno si aspetta anche di sapere quale sarà la decisione della Corte costituzionale sul referendum che riguarda il Jobs act. L' attenzione è focalizzata su questo fronte, più che sulla sentenza della Corte sull' Italicum. Anche perché la storia della Cgil che contesta i voucher ma poi li usa e, quindi, una volta scoperta, emana una circolare per dire di minimizzare la cosa, ha avuto un grande impatto nel Pd: ha messo in difficoltà la minoranza bersaniana che lavora a stretto contatto con Susanna Camusso.

Dunque, a breve, il segretario, che vorrebbe riunire la segreteria in settimana, riprenderà il suo lavoro. Nel Pd, con un' attività di scouting tra i giovani, e con alcuni tour nelle principali città italiane. Ma, soprattutto, Renzi investe sul programma del partito che sta elaborando insieme a Tommaso Nannicini. La sua non sarà solo una campagna d' ascolto (che avrà il suo culmine il 21 gennaio con un' assemblea dei segretari provinciali e regionali). Il segretario cercherà un' interlocuzione oltre che con i circoli del Pd anche con le associazioni e i corpi intermedi.


Pur rispettando il ruolo del governo, il Pd presenterà delle sue proposte. Sulla previdenza, per esempio, per dare attuazione alla fase due promessa quando Renzi era ancora a palazzo Chigi. E ancora: tasse, sicurezza, Meridione e giovani. Su questi ultimi, soprattutto, si incentrerà il lavoro prossimo futuro del Pd.

Con lo Student act, per permettere, a chi non ha le risorse necessarie, di andare all' Università e con proposte per evitare che i precari abbiano nel futuro pensioni inesistenti. Meno tasse più diritti, sarà il nuovo leitmotiv . Il tutto con grande calma, perché non può essere il Pd a dare l' impressione di essere l' unico partito che vuole affossare il governo Gentiloni.
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