MOVIMENTO 5 STELLE
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
M5S, dopo il ritorno con Farage ci vuole un sussulto di dignità politica
di Fabio Marcelli | 13 gennaio 2017
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32
Più informazioni su: Beppe Grillo, Movimento 5 Stelle, Nigel Farage, Parlamento Europeo, Ukip
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Fabio Marcelli
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Quando la realtà supera l’immaginazione. Respinti, e meno male, dal gruppo liberale del Parlamento europeo, i Cinquestelle tornano con la coda fra le gambe a Canossa da Farage.
Cari pentastellati, non ci siamo proprio. Così vi giocate il patrimonio di credibilità che avete acquisito da parte del popolo italiano, giustamente stanco dei partiti tradizionali e intenzionato a provare nuove strade originali e inedite per lo sviluppo della democrazia e l’attuazione dei propri sacrosanti diritti.
Il problema è grave perché in gioco non c’è solo la credibilità di Grillo e di tutto il M5S, ma la possibilità stessa di promuovere un’alternativa praticabile ed effettiva al governo dei burattini del capitale finanziario, comunque essi si chiamino.
Vi sono vari aspetti da prendere in considerazione. Il primo è di merito. Tornare con Farage significa mettersi in mano, e stavolta in modo davvero sottomesso, a un personaggio che è il massimo fiduciario in Europa di Donald Trump. Cioè di un signore che, sebbene sia riuscito a convincere decine di milioni di statunitensi dal canto loro stanchi e disgustati della Clinton e di ciò che rappresenta, ha infarcito il suo governo di megamilionari ed esponenti del capitale finanziario. Dal Japan Times leggo che nel governo di Trump ci sono due miliardari e altri quattro che valgono almeno cento milioni di dollari ciascuno. Fra di essi Wilbur Ross, segretario al Commercio, che gestisce una società di investimenti con interessi in 178 altre società, il partner di Goldman Sachs Steven Mnuchin, candidato al Tesoro e quello al Lavoro Andrew Puzder, gestore di 3.300 fast food che sfruttano i propri dipendenti. Per non parlare del nuovo Segretario di Stato Tillerson, che com’è noto viene dalla Exxon.
E con gente del genere che Grillo vorrebbe costruire un’alternativa internazionale valida? Non hanno nulla da dire gli attivisti del Movimento Cinque Stelle al riguardo?
Il secondo aspetto in effetti è di metodo. Va risolto una volta per tutte il problema di chi prende le decisioni all’interno del Movimento. Nel post del 2014 per il quale venni messo alla gogna da Grillo e che avevo rievocato pochi giorni fa proprio a proposito del divorzio da Farage, avevo scritto: “La scelta di collocazione strategica all’interno del Parlamento europeo è rivelatrice. E non ci si venga a raccontare la favoletta dell’accordo tecnico. Se di questo si trattava perché non raggiungerlo con i Verdi o, meglio ancora, con il gruppo Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (GUE)? La verità è che la scelta di Grillo e Casaleggio, purtroppo avvallata dagli iscritti in rete segna l’inizio dell’inevitabile tramonto di un’esperienza politica non priva, nonostante tutto, di aspetti positivi. A meno che, come da tempo vado affermando, il Movimento si distacchi definitivamente dai suoi indegni leader“.
Il linguaggio forse è esagerato per eccesso di foga polemica, ma nel merito mi sembra più che mai un discorso valido. O il Movimento mette a punto dei processi decisionali propri e si emancipa dalla soffocante tutela di Grillo (cui peraltro va riconosciuto un ruolo storicamente importante al di là degli eccessi polemici che in effetti andrebbero evitati), oppure è destinato, nonostante la sua carica positiva e innovativa, a deludere sempre più molti che vi guardano con simpatia. Del resto proprio questa contorta e sconcertante vicenda evidenzia un’insufficienza dei meccanismi di democrazia interna che rischiano di emulare quelli poco trasparenti dei partiti tradizionali.
Ma il problema è anche e soprattutto di identità politica. Giustamente si sostiene, da parte del Movimento, che non ha senso dichiararsi di sinistra nei termini classici e tradizionali del termine. Questo anche e soprattutto perché, aggiungo io, la sinistra in questo Paese deve riqualificarsi e superare il discredito in cui è caduta per troppi errori e troppi cedimenti al sistema. Non dichiararsi di sinistra, però, non può certo significare oscillare grottescamente fra Farage e l’Alde come è successo in questi ultimi giorni, con grande godimento dei nemici del M5S e dell’alternativa.
Riuscirà il Movimento Cinque Stelle a recuperare la propria dignità politica, che è indissolubile dall’instaurazione di un’effettiva procedura democratica interna e dell’affermazione di contenuti progressisti, al di là delle etichette? Occorre sperarlo, nell’interesse dell’alternativa. Nella consapevolezza comunque che, fuori e dentro il Movimento esistono oggi enormi energie pronte a scendere in campo e che occorre organizzare senza attendere le bizze di questo o di quello.
di Fabio Marcelli | 13 gennaio 2017
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Quando la realtà supera l’immaginazione. Respinti, e meno male, dal gruppo liberale del Parlamento europeo, i Cinquestelle tornano con la coda fra le gambe a Canossa da Farage.
Cari pentastellati, non ci siamo proprio. Così vi giocate il patrimonio di credibilità che avete acquisito da parte del popolo italiano, giustamente stanco dei partiti tradizionali e intenzionato a provare nuove strade originali e inedite per lo sviluppo della democrazia e l’attuazione dei propri sacrosanti diritti.
Il problema è grave perché in gioco non c’è solo la credibilità di Grillo e di tutto il M5S, ma la possibilità stessa di promuovere un’alternativa praticabile ed effettiva al governo dei burattini del capitale finanziario, comunque essi si chiamino.
Vi sono vari aspetti da prendere in considerazione. Il primo è di merito. Tornare con Farage significa mettersi in mano, e stavolta in modo davvero sottomesso, a un personaggio che è il massimo fiduciario in Europa di Donald Trump. Cioè di un signore che, sebbene sia riuscito a convincere decine di milioni di statunitensi dal canto loro stanchi e disgustati della Clinton e di ciò che rappresenta, ha infarcito il suo governo di megamilionari ed esponenti del capitale finanziario. Dal Japan Times leggo che nel governo di Trump ci sono due miliardari e altri quattro che valgono almeno cento milioni di dollari ciascuno. Fra di essi Wilbur Ross, segretario al Commercio, che gestisce una società di investimenti con interessi in 178 altre società, il partner di Goldman Sachs Steven Mnuchin, candidato al Tesoro e quello al Lavoro Andrew Puzder, gestore di 3.300 fast food che sfruttano i propri dipendenti. Per non parlare del nuovo Segretario di Stato Tillerson, che com’è noto viene dalla Exxon.
E con gente del genere che Grillo vorrebbe costruire un’alternativa internazionale valida? Non hanno nulla da dire gli attivisti del Movimento Cinque Stelle al riguardo?
Il secondo aspetto in effetti è di metodo. Va risolto una volta per tutte il problema di chi prende le decisioni all’interno del Movimento. Nel post del 2014 per il quale venni messo alla gogna da Grillo e che avevo rievocato pochi giorni fa proprio a proposito del divorzio da Farage, avevo scritto: “La scelta di collocazione strategica all’interno del Parlamento europeo è rivelatrice. E non ci si venga a raccontare la favoletta dell’accordo tecnico. Se di questo si trattava perché non raggiungerlo con i Verdi o, meglio ancora, con il gruppo Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (GUE)? La verità è che la scelta di Grillo e Casaleggio, purtroppo avvallata dagli iscritti in rete segna l’inizio dell’inevitabile tramonto di un’esperienza politica non priva, nonostante tutto, di aspetti positivi. A meno che, come da tempo vado affermando, il Movimento si distacchi definitivamente dai suoi indegni leader“.
Il linguaggio forse è esagerato per eccesso di foga polemica, ma nel merito mi sembra più che mai un discorso valido. O il Movimento mette a punto dei processi decisionali propri e si emancipa dalla soffocante tutela di Grillo (cui peraltro va riconosciuto un ruolo storicamente importante al di là degli eccessi polemici che in effetti andrebbero evitati), oppure è destinato, nonostante la sua carica positiva e innovativa, a deludere sempre più molti che vi guardano con simpatia. Del resto proprio questa contorta e sconcertante vicenda evidenzia un’insufficienza dei meccanismi di democrazia interna che rischiano di emulare quelli poco trasparenti dei partiti tradizionali.
Ma il problema è anche e soprattutto di identità politica. Giustamente si sostiene, da parte del Movimento, che non ha senso dichiararsi di sinistra nei termini classici e tradizionali del termine. Questo anche e soprattutto perché, aggiungo io, la sinistra in questo Paese deve riqualificarsi e superare il discredito in cui è caduta per troppi errori e troppi cedimenti al sistema. Non dichiararsi di sinistra, però, non può certo significare oscillare grottescamente fra Farage e l’Alde come è successo in questi ultimi giorni, con grande godimento dei nemici del M5S e dell’alternativa.
Riuscirà il Movimento Cinque Stelle a recuperare la propria dignità politica, che è indissolubile dall’instaurazione di un’effettiva procedura democratica interna e dell’affermazione di contenuti progressisti, al di là delle etichette? Occorre sperarlo, nell’interesse dell’alternativa. Nella consapevolezza comunque che, fuori e dentro il Movimento esistono oggi enormi energie pronte a scendere in campo e che occorre organizzare senza attendere le bizze di questo o di quello.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
MARCELLI, COME PELLIZZETTI, NON GODONO DI BUONA STAMPA PRESSO I GRILLINI.
LA VOX POPULI
Giggetto • 15 ore fa
Il Movimento 5 Stelle non è di sinistra, anche se molti che vi partecipano vengono dalla sinistra. Innanzi tutto perché se vogliamo dare un colore al suo Capo indiscusso e dittatoriale questo non può essere che di destra. Inoltre le idee di sinistra semplicemente o non vengono espresse o non ci sono (vedi ad esempio il lavoro). Esiste la ciancia sul reddito di cittadinanza, ma non si capisce bene se sia un sussidio di disoccupazione generalizzato (e allora bisognerebbe dire cosa fare con coloro in cassa integrazione, che prendono un sussidio proporzionale allo stipendio, non unificato, spesso superiore alle proposte grilline) oppure è veramente un reddito di cittadinanza, dato a tutti (e allora è una balla impossibile). Altro non vedo. In compenso molte posizioni sono chiaramente di destra, pure estrema. Ad essere generosi, parliamo di confusione destrorsa.
△ ▽
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Elpolloloco • 15 ore fa
1- Farage non sarà di certo uno "stinco di santo"come non lo è Trump, come non lo è Putin ma se smettiamo per un attimo di ragionar per partito preso bisogna convenire nel fatto che Farage è stato l'unico uomo europeo che ha accolto il M5S in Europa senza imporgli pre-condizioni politiche e nemmeno il suo gruppo (l'UKIP) al Parlamento Europeo ha mai mosso un' accusa nei confronti del M5S sebbene il più delle volte abbiano votato (quasi l'80% del totale delle votazioni) in maniera diversa rispetto alla loro posizione politica
2- Si mettano il cuore in pace tutti coloro che pensano e sperano ancora di poter inserire il M5S nella coalizione dei Verdi a Bruxelles d'altronde se un gruppo politico rimane ancora ancorato al vecchio pensiero che il problema del M5S sia Grillo" o che abbia ancora dubbi su chi gestisce il Blog del M5S come ha candidamente ammesso la stessa Co-presidente del gruppo dei Verdi vien da se che questo matrimonio non si farà mai
3- Chi aveva intenzione di allearsi con l'Alde sperava di continuare questa esperienza di alleanza tecnica ben sapendo che da qui a pochi mesi i deputati dello Ukip se ne andranno da Bruxelles lasciando con il cerino in mano il Cinquestelle e che mai si sarebbero condivise (come per altro è successo per lo UKIP) tutte le ideologie fondanti del gruppo guidato da Verhofstadt ma ha ingenuamente pensato che il fautore dei negoziati per la Brexit mantenesse la parola data ciò che non è accaduto
△ ▽
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onyxo • 18 ore fa
Da Mineo a Crotone, dalla Sicilia al Veneto
Il business dell’accoglienza nelle mani di Ncd
I centri principali che gestiscono i migranti sono spesso gestiti da uomini legati al partito di Alfano
Tra inchieste giudiziarie, Parentopoli ingombranti e pacchetti di voti: da Nord a Sud ecco chi sono. (F.Q.)
Domanda:tutti i lettori che hanno condannato il M5S non arrossiscono per la vergogna?
Altra bella domanda:se non arrossiscono cosa significa?
△ ▽
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freeman • 19 ore fa
I 5S hanno dato eccellenti esempi di moralità pubblica, a differenza di altri partiti.
Però è assolutamente necessario che esso siano chiari e realisti sui problemi
principali, basta con gli zig-zag.
L'uscita di Grillo la scorsa domenica su Alde è stato un errore devastante.
Il principale problema italiano è l'economia : I 5S debbono dire cosa
propongono su euro, debito pubblico, tasse.
In modo chiaro e non equivoco.
Ad esempio, dire che sull'euro loro sono per un referendum è scarsa chiarezza,
date le difficoltà tecniche esistenti in un referendum.
Quindi : euro si o euro no?
Idem per gli altri principali problemi.
△ ▽
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LA VOX POPULI
Giggetto • 15 ore fa
Il Movimento 5 Stelle non è di sinistra, anche se molti che vi partecipano vengono dalla sinistra. Innanzi tutto perché se vogliamo dare un colore al suo Capo indiscusso e dittatoriale questo non può essere che di destra. Inoltre le idee di sinistra semplicemente o non vengono espresse o non ci sono (vedi ad esempio il lavoro). Esiste la ciancia sul reddito di cittadinanza, ma non si capisce bene se sia un sussidio di disoccupazione generalizzato (e allora bisognerebbe dire cosa fare con coloro in cassa integrazione, che prendono un sussidio proporzionale allo stipendio, non unificato, spesso superiore alle proposte grilline) oppure è veramente un reddito di cittadinanza, dato a tutti (e allora è una balla impossibile). Altro non vedo. In compenso molte posizioni sono chiaramente di destra, pure estrema. Ad essere generosi, parliamo di confusione destrorsa.
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Elpolloloco • 15 ore fa
1- Farage non sarà di certo uno "stinco di santo"come non lo è Trump, come non lo è Putin ma se smettiamo per un attimo di ragionar per partito preso bisogna convenire nel fatto che Farage è stato l'unico uomo europeo che ha accolto il M5S in Europa senza imporgli pre-condizioni politiche e nemmeno il suo gruppo (l'UKIP) al Parlamento Europeo ha mai mosso un' accusa nei confronti del M5S sebbene il più delle volte abbiano votato (quasi l'80% del totale delle votazioni) in maniera diversa rispetto alla loro posizione politica
2- Si mettano il cuore in pace tutti coloro che pensano e sperano ancora di poter inserire il M5S nella coalizione dei Verdi a Bruxelles d'altronde se un gruppo politico rimane ancora ancorato al vecchio pensiero che il problema del M5S sia Grillo" o che abbia ancora dubbi su chi gestisce il Blog del M5S come ha candidamente ammesso la stessa Co-presidente del gruppo dei Verdi vien da se che questo matrimonio non si farà mai
3- Chi aveva intenzione di allearsi con l'Alde sperava di continuare questa esperienza di alleanza tecnica ben sapendo che da qui a pochi mesi i deputati dello Ukip se ne andranno da Bruxelles lasciando con il cerino in mano il Cinquestelle e che mai si sarebbero condivise (come per altro è successo per lo UKIP) tutte le ideologie fondanti del gruppo guidato da Verhofstadt ma ha ingenuamente pensato che il fautore dei negoziati per la Brexit mantenesse la parola data ciò che non è accaduto
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onyxo • 18 ore fa
Da Mineo a Crotone, dalla Sicilia al Veneto
Il business dell’accoglienza nelle mani di Ncd
I centri principali che gestiscono i migranti sono spesso gestiti da uomini legati al partito di Alfano
Tra inchieste giudiziarie, Parentopoli ingombranti e pacchetti di voti: da Nord a Sud ecco chi sono. (F.Q.)
Domanda:tutti i lettori che hanno condannato il M5S non arrossiscono per la vergogna?
Altra bella domanda:se non arrossiscono cosa significa?
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freeman • 19 ore fa
I 5S hanno dato eccellenti esempi di moralità pubblica, a differenza di altri partiti.
Però è assolutamente necessario che esso siano chiari e realisti sui problemi
principali, basta con gli zig-zag.
L'uscita di Grillo la scorsa domenica su Alde è stato un errore devastante.
Il principale problema italiano è l'economia : I 5S debbono dire cosa
propongono su euro, debito pubblico, tasse.
In modo chiaro e non equivoco.
Ad esempio, dire che sull'euro loro sono per un referendum è scarsa chiarezza,
date le difficoltà tecniche esistenti in un referendum.
Quindi : euro si o euro no?
Idem per gli altri principali problemi.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Politica
I 5 Stelle non scendono nei consensi? Ecco perché
di Andrea Scanzi | 15 gennaio 2017
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Più informazioni su: Governo Gentiloni, Luigi di Maio, Matteo Renzi, Movimento 5 Stelle, PD, Sondaggi Elettorali
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Andrea Scanzi
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Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9 davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.
1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.
2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.
3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.
4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.
6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.
7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.
8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.
9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.
10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.
11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano. Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.
12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.
13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.
14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.
Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)
I 5 Stelle non scendono nei consensi? Ecco perché
di Andrea Scanzi | 15 gennaio 2017
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Andrea Scanzi
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Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9 davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.
1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.
2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.
3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.
4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.
6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.
7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.
8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.
9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.
10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.
11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano. Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.
12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.
13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.
14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.
Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Non ci voleva Scanzi per capire questo. Chi potrebbe far peggio di quello che han creato questi maitre a penser della politica fino ad oggi?UncleTom ha scritto:Politica
I 5 Stelle non scendono nei consensi? Ecco perché
di Andrea Scanzi | 15 gennaio 2017
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Andrea Scanzi
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Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9 davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.
1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.
2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.
3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.
4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.
6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.
7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.
8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.
9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.
10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.
11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano. Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.
12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.
13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.
14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.
Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
pancho ha scritto:Non ci voleva Scanzi per capire questo. Chi potrebbe far peggio di quello che han creato questi maitre a penser della politica fino ad oggi?UncleTom ha scritto:Politica
I 5 Stelle non scendono nei consensi? Ecco perché
di Andrea Scanzi | 15 gennaio 2017
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Andrea Scanzi
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Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9 davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.
1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.
2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.
3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.
4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.
6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.
7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.
8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.
9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.
10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.
11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano. Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.
12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.
13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.
14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.
Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)
un salutone
Noi siamo in una fase di transizione. E più precisamente nella fase finale della fase decadente.
Una corrente di pensiero di queste parti, anche se non è la prevalente, rispecchia il parere di Enzo Bianchi, priore di Bose.
Enzo Bianchi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Enzo Bianchi (Castel Boglione, 3 marzo 1943) è un religioso e saggista italiano, monaco laico, fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, a Magnano (Biella).
Da:
Enzo Bianchi, il priore di Bose si racconta: “Tutti i governi sono inginocchiati al mercato”
Il futuro?
Per ora manca un’insurrezione delle coscienze. Ma non c’è più nessuna Enzo Bianchi, il priore di Bose si racconta: “Tutti i governi sono inginocchiati al mercato”mobilitazione: dopo il G8 non c’è stato più nulla. Neanche tra i giovani c’è interesse a mobilitarsi per la pace, la giustizia sociale, il lavoro che non c’è. Questo è grave, si passerà subito all’insurrezione violenta. Prima o poi i poveri si ribelleranno.
Da il Fatto Quotidiano del 24 dicembre 2015
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 535#p48535
Al tempo dell’intervista, anche se il tema dell’immigrazione era presente eccome, non era stato inserito nell’elenco dei disagi elencati da Enzo Bianchi che possono provocare un’insurrezione violenta.
L’innesco di questa insurrezione può avvenire da entrambe le parti in causa.
Gli immigrati oppure gli indigeni.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Se falliscono i modelli metereologici a poche ore da un evento a maggior ragione l'economia, scienza umana anche se usa la matematica diversamente dalle altre.aaaa42 ha scritto: La econometria scienza economica e una scienza applicata per la pianificazione economica.
Non è il mercato che costruisce il modello economico ma il computer. L unione sovietica e il comunismo sono stati sconfitti ma non dal capitalismo, dalla grave malattia di lenin e dalle avvelenato di lenin ad opera di Stalin.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Sarà pure vero che non tutti i grillisti sono settari, per il no a tutto e inefficienti. Ma allora anche nel Partito democratico non sono tutti ladri o di centrodestra. Quindi le persone di buona volontà dei 5 stelle si impegnino a trovare dei punti comuni con le parti ancora buone della sinistra, che qui il tempo delle elezioni si avvicina. E spero che il congresso dei democratici si farà e cambino i dirigenti.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
A mio avviso il PD ormai è Obsoleto.
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
di Luigi Di Maio
Lo ricordo come se fosse ieri.
Ricordo gli attacchi del Pd: "voi siete pazzi, manderete il comune in default", i titoli dei giornaloni: "il Movimento 5 Stelle non è in grado di governare", ricordo la Cgil: "mandare in concordato un'azienda partecipata è una follia, i lavoratori perderanno il posto di lavoro", ricordo i titoli diffamatori dei Tg nazionali: "5 stelle incompetenti". La campagna di odio nazionale contro il Sindaco fu allucinante: minacce e intimidazioni a lui - portato dalla digos fuori città - e ai consiglieri comunali.
Media e partiti fecero passare quella scelta coraggiosa, per uno dei più grandi fallimenti della storia del Movimento 5 Stelle, fu una campagna di un'aggressività inaudita, per farci tornare sui nostri passi e quindi indurci a continuare a foraggiare le spartizioni clientelari del Pd.
Alcuni mi dissero anche: "Scaricate il Sindaco finché siete in tempo, altrimenti perderete tanti voti, non andrete mai al Governo".
Ma il Movimento ha mantenuto la barra dritta, difendendo quella scelta a spada tratta, nelle TV e nelle piazze. E oggi finalmente arriva la notizia che ci dà ragione.
Era l'autunno del 2015, Filippo Nogarin governava da un anno Livorno e doveva prendere una decisione sull'Aamps: l'azienda dei rifiuti cittadina prossima al default per un buco di bilancio da 40 milioni di euro. Un'azienda partecipata usata dal Pd come bancomat e poltronifico per decenni.
Il Sindaco e la sua maggioranza dovevano scegliere: tagliare fondi ai servizi sociali per rifinanziare il buco nero dell'Aamps o avviare un risanamento dell'azienda di fronte al tribunale, tagliando poltrone e sprechi?
Filippo scelse coraggiosamente di avviare il concordato preventivo dell'azienda.
Il "gruppo di supporto enti locali" del Movimento 5 Stelle seguì passo passo tutto l'iter, affiancandogli i migliori professionisti.
Pochi giorni fa abbiamo appreso che il concordato è stato accettato da oltre il 70% dei creditori. A distanza di un anno e mezzo, l'amministrazione 5 stelle di Livorno ha di fatto salvato la sua azienda dei rifiuti, senza più tagliare fondi al welfare e addirittura stabilizzando i lavoratori precari.
Dopo poco tempo, l'amministrazione Nogarin, con i fondi che non aveva dovuto tagliare, ha anche avviato il reddito di cittadinanza comunale.
Ovviamente nessuno ne parla, nessuno ce ne darà mai atto, perché dovrebbero negare le loro stesse menzogne, dovrebbero smentire quella campagna diffamatoria contro il Movimento 5 Stelle che è stata strumentalizzata fino alle elezioni di Roma e Torino.
Ma la vicenda dell'Aamps di Livorno dobbiamo tenerla sempre a mente. È un vero e proprio manuale per il Movimento 5 Stelle al Governo.
Quando i nostri Sindaci fanno delle scelte, gli effetti positivi di quelle decisioni saranno percepiti a distanza anche di un anno o due, quando i riflettori si saranno già spenti e le ignobili campagne contro di loro già consumate.
Ogni scelta che tende a sovvertire lo status quo, viene attaccata immediatamente: i nostri detrattori sanno che per dimostrare le nostre ragioni con i fatti, abbiamo bisogno di mesi o anni. Loro in pochi giorni schierano sedicenti professionisti, opinionisti, commentatori in tutti i Tg per darci addosso, consapevoli che la verità si affermerà solo quando i riflettori si saranno già spenti.
Di fronte a questo schifo, c'è chi è tentato dall'arretrare per fermare il battage mediatico, lasciandosi intimidire e chi invece mantiene la barra dritta andando fino in fondo.
A me queste esperienze hanno insegnato a non mollare mai. Se siamo nel giusto, il tempo ci darà ragione e i cittadini ci seguiranno.
Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.
http://www.beppegrillo.it/2017/01/prima ... vinci.html
Ciao
Paolo11
Lo ricordo come se fosse ieri.
Ricordo gli attacchi del Pd: "voi siete pazzi, manderete il comune in default", i titoli dei giornaloni: "il Movimento 5 Stelle non è in grado di governare", ricordo la Cgil: "mandare in concordato un'azienda partecipata è una follia, i lavoratori perderanno il posto di lavoro", ricordo i titoli diffamatori dei Tg nazionali: "5 stelle incompetenti". La campagna di odio nazionale contro il Sindaco fu allucinante: minacce e intimidazioni a lui - portato dalla digos fuori città - e ai consiglieri comunali.
Media e partiti fecero passare quella scelta coraggiosa, per uno dei più grandi fallimenti della storia del Movimento 5 Stelle, fu una campagna di un'aggressività inaudita, per farci tornare sui nostri passi e quindi indurci a continuare a foraggiare le spartizioni clientelari del Pd.
Alcuni mi dissero anche: "Scaricate il Sindaco finché siete in tempo, altrimenti perderete tanti voti, non andrete mai al Governo".
Ma il Movimento ha mantenuto la barra dritta, difendendo quella scelta a spada tratta, nelle TV e nelle piazze. E oggi finalmente arriva la notizia che ci dà ragione.
Era l'autunno del 2015, Filippo Nogarin governava da un anno Livorno e doveva prendere una decisione sull'Aamps: l'azienda dei rifiuti cittadina prossima al default per un buco di bilancio da 40 milioni di euro. Un'azienda partecipata usata dal Pd come bancomat e poltronifico per decenni.
Il Sindaco e la sua maggioranza dovevano scegliere: tagliare fondi ai servizi sociali per rifinanziare il buco nero dell'Aamps o avviare un risanamento dell'azienda di fronte al tribunale, tagliando poltrone e sprechi?
Filippo scelse coraggiosamente di avviare il concordato preventivo dell'azienda.
Il "gruppo di supporto enti locali" del Movimento 5 Stelle seguì passo passo tutto l'iter, affiancandogli i migliori professionisti.
Pochi giorni fa abbiamo appreso che il concordato è stato accettato da oltre il 70% dei creditori. A distanza di un anno e mezzo, l'amministrazione 5 stelle di Livorno ha di fatto salvato la sua azienda dei rifiuti, senza più tagliare fondi al welfare e addirittura stabilizzando i lavoratori precari.
Dopo poco tempo, l'amministrazione Nogarin, con i fondi che non aveva dovuto tagliare, ha anche avviato il reddito di cittadinanza comunale.
Ovviamente nessuno ne parla, nessuno ce ne darà mai atto, perché dovrebbero negare le loro stesse menzogne, dovrebbero smentire quella campagna diffamatoria contro il Movimento 5 Stelle che è stata strumentalizzata fino alle elezioni di Roma e Torino.
Ma la vicenda dell'Aamps di Livorno dobbiamo tenerla sempre a mente. È un vero e proprio manuale per il Movimento 5 Stelle al Governo.
Quando i nostri Sindaci fanno delle scelte, gli effetti positivi di quelle decisioni saranno percepiti a distanza anche di un anno o due, quando i riflettori si saranno già spenti e le ignobili campagne contro di loro già consumate.
Ogni scelta che tende a sovvertire lo status quo, viene attaccata immediatamente: i nostri detrattori sanno che per dimostrare le nostre ragioni con i fatti, abbiamo bisogno di mesi o anni. Loro in pochi giorni schierano sedicenti professionisti, opinionisti, commentatori in tutti i Tg per darci addosso, consapevoli che la verità si affermerà solo quando i riflettori si saranno già spenti.
Di fronte a questo schifo, c'è chi è tentato dall'arretrare per fermare il battage mediatico, lasciandosi intimidire e chi invece mantiene la barra dritta andando fino in fondo.
A me queste esperienze hanno insegnato a non mollare mai. Se siamo nel giusto, il tempo ci darà ragione e i cittadini ci seguiranno.
Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.
http://www.beppegrillo.it/2017/01/prima ... vinci.html
Ciao
Paolo11
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE
Inquisita la Raggi, come san Pietro avrebbe mentito almeno 3 volte...
E' grande la delusione nel vedere il M5S romano nelle mani della peggiore destra romana, dei peggiori Alemanno's Boys.
Si sta probabilmente gettando alle ortiche un'occasione unica per aver puntato sulla persona sbagliata: Virginia Raggi, e le conseguenze a livello nazionale saranno notevoli per il futuro del M5S.
Sicuramente il Movimento romano non è come dice Grillo ne di destra ne di sinistra: è molto più di destra che di sinistra!
Tale fatto farà si che alle prossime (e non molto lontane elezioni) i voti degli scontenti di sinistra lasceranno il lidi pentastellati...
Infine mi dispiace molto per la mia città che invece di essere una grande Capitale europea è sempre più un a piccola città disorganizzata e in mano a delinquenti della peggior risma...
E' grande la delusione nel vedere il M5S romano nelle mani della peggiore destra romana, dei peggiori Alemanno's Boys.
Si sta probabilmente gettando alle ortiche un'occasione unica per aver puntato sulla persona sbagliata: Virginia Raggi, e le conseguenze a livello nazionale saranno notevoli per il futuro del M5S.
Sicuramente il Movimento romano non è come dice Grillo ne di destra ne di sinistra: è molto più di destra che di sinistra!
Tale fatto farà si che alle prossime (e non molto lontane elezioni) i voti degli scontenti di sinistra lasceranno il lidi pentastellati...
Infine mi dispiace molto per la mia città che invece di essere una grande Capitale europea è sempre più un a piccola città disorganizzata e in mano a delinquenti della peggior risma...
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