Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Il Manifesto del " Campo Progressista " di Pisapia :
Abbiamo bisogno di Buona Politica.
Siamo convinti sia arrivato il tempo di un cambiamento per il nostro Paese. Un cambiamento che sfidi le disuguaglianze, la povertà, la precarietà. Che risponda alla domanda di futuro che emerge dal cuore dell’Italia. Un cambiamento che si prenda cura dell’ambiente, dell’accoglienza, della giustizia sociale. Che valorizzi l’ascolto e l’empatia, che favorisca il confronto e la partecipazione.
C’è bisogno di una nuova speranza.
I muri tornano a innalzarsi, le differenze dividono ed escludono, la disperazione è un sentimento sempre più diffuso. Troppe forze progressiste europee oggi sembrano concentrate solo sulla compatibilità dei conti economici, dimenticando vite e passioni. Anche per questo avanzano i populismi e le destre: per fermarli non basterà costruire un fronte politico “di sistema” che faccia argine. Serve aprire una nuova stagione. Un nuovo centrosinistra che si assuma la responsabilità del governo, per includere e per ridistribuire ricchezza e opportunità. Questa forza – non solo politica, ma sociale e civica – può nascere solo in netta discontinuità con le scelte di questi anni.
CDi scali che tutelino i più deboli. Per affrontare la disoccupazione e la precarietà, le disuguaglianze che producono povertà ed esclusioni sociali soprattutto nel Mezzogiorno, la gestione dei flussi migratori, la questione ambientale e l’uso sostenibile delle risorse, serve un programma di cambiamento condiviso e realizzabile, costruito dal basso e capace di coinvolgere competenze e intelligenze di questo Paese, da Nord a Sud. Serve ricostruire coesione sociale a tutti i livelli. Serve restituire ai corpi intermedi la loro preziosa funzione. Serve innovare le relazioni democratiche.
C’è bisogno di un nuovo modo di fare politica.
Il cambiamento non si impone dall’alto. Serve una politica gentile, capace di aprirsi e favorire la partecipazione di donne e uomini. Che sposti il proprio epicentro dalla televisione al territorio. Che prediliga il dialogo, la forza delle parole e delle idee agli insulti e agli slogan. Servono forze e protagonismi nuovi, a partire delle tantissime esperienze locali e associative che si rendono utili alla collettività disinteressandosi del clamore effimero e delle ambizioni personali. Non è più tempo di leader mediatici, aggressivi e solitari.
C’è bisogno di un campo nuovo, ampio, contemporaneo, utile. Campo Progressista.
Vogliamo costruire una rete su tutto il territorio Italiano. Esperienze politiche, associative, culturali. Progressiste, democratiche, ecologiste, civiche. Unite nell’esigenza di dare vita a una storia radicalmente inedita. Non un partito o un cartello elettorale, ma una leva che valorizzi le risorse positive esistenti e ne liberi di nuove. Avvertiamo l’inadeguatezza e il logoramento degli schieramenti politici attuali che non intercettano quello che pure esiste: un’Italia che ogni giorno si impegna per un Paese diverso, che crea e innova in nome dell’inclusione e della sostenibilità, che combatte i pregiudizi e il rancore sociale. Che è sobria, concreta, salda nei valori ma pragmatica e non settaria. Insieme a quest’Italia lanciamo un processo costituente partecipato e aperto a tutti coloro che sono alla ricerca di una nuova “casa”.
Insieme vogliamo fare la nostra parte per ridare speranza a questo Paese. Una storia nuova che inizia e alla quale vi invitiamo a aderire. Per costruire insieme il nostro programma per l’Italia.
Vi aspetto sabato 11 marzo 2017 a Roma con Campo Progressista.
Giuliano Pisapia
Per aderire all’appello: http://www.campoprogressista.info
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da " Possibile " di Civati
POSSIBILE, QUADERNI COSTITUENTE DELLE IDEE, PROGRAMMA
Si dovrebbe fare (una Costituente delle idee)
Si dovrebbe fare un progetto che parta dalle questioni, dai problemi reali, dalle real issues come Sanders.
Si dovrebbe aprire un pensatoio in cui raccogliere le migliori teste del mondo progressista.
Si dovrebbe parlare di robotica come fa Hamon, di reddito minimo con i conti corretti e i servizi necessari, di lavoro e di reddito, insomma, in una strategia politica equilibrata.
Si dovrebbero affrontare i cambiamenti climatici, che non lo fa nessuno e rischiamo grosso, anche preferiamo fare finta di niente.
Si dovrebbe parlare di evasione fiscale, soprattutto delle multinazionali parecchio elusive e della ricchezza nascosta delle nazioni, nei paradisi esclusivi che insistono anche all’interno della Ue.
Si dovrebbe parlare di voucher, di logistica, di diritti e garanzie minime.
Si dovrebbe aggredire la differenza retributiva tra uomini e donne.
Si dovrebbe assumere un profilo laico, senza eccezioni.
Si dovrebbe spiegare come funziona l’accoglienza, come affrontare l’immigrazione, come modificare norme della destra che la sinistra ha conservato e da ultimo rilanciato.
Si dovrebbero individuare strumenti normativi che riducano l’influenza della mafia.
Si dovrebbe legalizzare la cannabis.
Ecco, ci vediamo dal 24 al 26 febbraio (a partire dalle 16 del 24 febbraio).
Non ipotesi, proposte di legge.
Non comizi, analisi.
Non provocazioni, spiegazioni.
Un lavoro che poi proseguirà, in Parlamento, in un think tank, in un percorso attraverso le nostre comunità: metà elaborazione, metà mobilitazione.
Sulla base di proposte di legge, precise e articolate, messe a disposizione dell’opinione pubblica, prima di diventare un programma elettorale.
Accompagnando infine tutto questo da una più ampia riflessione culturale su ciò che siamo e siamo diventati. E per preparare giorni migliori.
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Da domani a Rimini nasce Sinistra Italiana: 31 delegati dall'Emilia-Romagna. Con Fratoianni, Landini, Boldrini, Emiliano, De Magistris e tanti altri, in un congresso fondativo "dedicato alle giovani generazioni" che si concluderà domenica
"E' un fine settimana importante per la politica", dichiara il comunicato di Sinistra Italiana, "e dal cuore della nostra regione nascerà Sinistra Italiana. Al Palacongressi di Rimini, da domani a domenica, ci incontreremo per stare insieme in maniera non liturgica, con l'ambizione di restituire forza alla democrazia e voce ai tanti esclusi."
"Il nostro congresso fondativo è dedicato alle giovani generazioni: umiliate, sfruttate, derubate di un pezzo di futuro, eppure così vitali, creative, indispensabili per costruire l'alternativa. Daremo vita ad un partito, che per noi significa strumento di riscatto e di emancipazione, per costruire giustizia sociale, redistribuire reddito e ricchezza, liberare il lavoro dallo sfruttamento e dalla precarietà, tutelare i beni comuni e l’ambiente, conquistare diritti."
"Per farlo dobbiamo dialogare con tanti che con noi condividono obiettivi e ideali: con le altre forze politiche, con l'associazionismo, con le reti sociali e i saperi diffusi di questa nostra Italia da troppo tempo ostaggio di una politica senza serietà e senza visione. Tra i 680 delegati nazionali che terranno a battesimo il nuovo partito a Rimini, 31 (metà donne e metà uomini) sono stati eletti dalle 10 assemblee territoriali che si sono svolte in tutte le province della nostra regione. Insieme a rappresentanti locali delle forze che confluiscono in Sinistra Italiana (Sel, Futuro a Sinistra, Sinistra Lavoro, Act!), troviamo esponenti istituzionali quali Giovanni Paglia, Igor Taruffi, Yuri Torri e Federico Martelloni nonché attivisti e militanti di diversi spazi sociali di movimento e laboratori di cittadinanza attiva che hanno dato il loro contributo quotidiano dal basso in questa lunga fase costituente."
"Tanti gli ospiti che avremo il piacere di accogliere: la Presidente della Camera Laura Boldrini, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il segretario della FIOM-CGIL Maurizio Landini, Tomaso Montanari, Pippo Civati, Francesca Fornario, Michele Emiliano, Francesca Chiavacci (presidente nazionale Arci), Roberto Speranza e poi i partiti - Pd, Psi, Verdi, Possibile, Prc, Altra Europa -, i sindacati - Cgil, Cisl, Uil -, le associazioni - Arci, Libertà e Giustizia, Legambiente, Acli, Arci Gay, l’Associazione Famiglie Arcobaleno, Giuristi Democratici, Rete Disarmo, Diem 25, ARS, Rete della Conoscenza e altre organizzazioni studentesche"
"Saranno presenti diverse delegazioni straniere, da Podemos a Syriza alla Linke, Verdi Europei, Parti de Gauche, Hdp, Fronte Polisario, ICV della Catalogna. Si comincia alle 14 di venerdì 17, con la relazione di Fabio Mussi, per una tre giorni che si concluderà domenica alle 13."
Per tutte le info su programma e accoglienza consultare il sito http://www.sinistraitaliana.si/congresso/
Abbiamo bisogno di Buona Politica.
Siamo convinti sia arrivato il tempo di un cambiamento per il nostro Paese. Un cambiamento che sfidi le disuguaglianze, la povertà, la precarietà. Che risponda alla domanda di futuro che emerge dal cuore dell’Italia. Un cambiamento che si prenda cura dell’ambiente, dell’accoglienza, della giustizia sociale. Che valorizzi l’ascolto e l’empatia, che favorisca il confronto e la partecipazione.
C’è bisogno di una nuova speranza.
I muri tornano a innalzarsi, le differenze dividono ed escludono, la disperazione è un sentimento sempre più diffuso. Troppe forze progressiste europee oggi sembrano concentrate solo sulla compatibilità dei conti economici, dimenticando vite e passioni. Anche per questo avanzano i populismi e le destre: per fermarli non basterà costruire un fronte politico “di sistema” che faccia argine. Serve aprire una nuova stagione. Un nuovo centrosinistra che si assuma la responsabilità del governo, per includere e per ridistribuire ricchezza e opportunità. Questa forza – non solo politica, ma sociale e civica – può nascere solo in netta discontinuità con le scelte di questi anni.
CDi scali che tutelino i più deboli. Per affrontare la disoccupazione e la precarietà, le disuguaglianze che producono povertà ed esclusioni sociali soprattutto nel Mezzogiorno, la gestione dei flussi migratori, la questione ambientale e l’uso sostenibile delle risorse, serve un programma di cambiamento condiviso e realizzabile, costruito dal basso e capace di coinvolgere competenze e intelligenze di questo Paese, da Nord a Sud. Serve ricostruire coesione sociale a tutti i livelli. Serve restituire ai corpi intermedi la loro preziosa funzione. Serve innovare le relazioni democratiche.
C’è bisogno di un nuovo modo di fare politica.
Il cambiamento non si impone dall’alto. Serve una politica gentile, capace di aprirsi e favorire la partecipazione di donne e uomini. Che sposti il proprio epicentro dalla televisione al territorio. Che prediliga il dialogo, la forza delle parole e delle idee agli insulti e agli slogan. Servono forze e protagonismi nuovi, a partire delle tantissime esperienze locali e associative che si rendono utili alla collettività disinteressandosi del clamore effimero e delle ambizioni personali. Non è più tempo di leader mediatici, aggressivi e solitari.
C’è bisogno di un campo nuovo, ampio, contemporaneo, utile. Campo Progressista.
Vogliamo costruire una rete su tutto il territorio Italiano. Esperienze politiche, associative, culturali. Progressiste, democratiche, ecologiste, civiche. Unite nell’esigenza di dare vita a una storia radicalmente inedita. Non un partito o un cartello elettorale, ma una leva che valorizzi le risorse positive esistenti e ne liberi di nuove. Avvertiamo l’inadeguatezza e il logoramento degli schieramenti politici attuali che non intercettano quello che pure esiste: un’Italia che ogni giorno si impegna per un Paese diverso, che crea e innova in nome dell’inclusione e della sostenibilità, che combatte i pregiudizi e il rancore sociale. Che è sobria, concreta, salda nei valori ma pragmatica e non settaria. Insieme a quest’Italia lanciamo un processo costituente partecipato e aperto a tutti coloro che sono alla ricerca di una nuova “casa”.
Insieme vogliamo fare la nostra parte per ridare speranza a questo Paese. Una storia nuova che inizia e alla quale vi invitiamo a aderire. Per costruire insieme il nostro programma per l’Italia.
Vi aspetto sabato 11 marzo 2017 a Roma con Campo Progressista.
Giuliano Pisapia
Per aderire all’appello: http://www.campoprogressista.info
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da " Possibile " di Civati
POSSIBILE, QUADERNI COSTITUENTE DELLE IDEE, PROGRAMMA
Si dovrebbe fare (una Costituente delle idee)
Si dovrebbe fare un progetto che parta dalle questioni, dai problemi reali, dalle real issues come Sanders.
Si dovrebbe aprire un pensatoio in cui raccogliere le migliori teste del mondo progressista.
Si dovrebbe parlare di robotica come fa Hamon, di reddito minimo con i conti corretti e i servizi necessari, di lavoro e di reddito, insomma, in una strategia politica equilibrata.
Si dovrebbero affrontare i cambiamenti climatici, che non lo fa nessuno e rischiamo grosso, anche preferiamo fare finta di niente.
Si dovrebbe parlare di evasione fiscale, soprattutto delle multinazionali parecchio elusive e della ricchezza nascosta delle nazioni, nei paradisi esclusivi che insistono anche all’interno della Ue.
Si dovrebbe parlare di voucher, di logistica, di diritti e garanzie minime.
Si dovrebbe aggredire la differenza retributiva tra uomini e donne.
Si dovrebbe assumere un profilo laico, senza eccezioni.
Si dovrebbe spiegare come funziona l’accoglienza, come affrontare l’immigrazione, come modificare norme della destra che la sinistra ha conservato e da ultimo rilanciato.
Si dovrebbero individuare strumenti normativi che riducano l’influenza della mafia.
Si dovrebbe legalizzare la cannabis.
Ecco, ci vediamo dal 24 al 26 febbraio (a partire dalle 16 del 24 febbraio).
Non ipotesi, proposte di legge.
Non comizi, analisi.
Non provocazioni, spiegazioni.
Un lavoro che poi proseguirà, in Parlamento, in un think tank, in un percorso attraverso le nostre comunità: metà elaborazione, metà mobilitazione.
Sulla base di proposte di legge, precise e articolate, messe a disposizione dell’opinione pubblica, prima di diventare un programma elettorale.
Accompagnando infine tutto questo da una più ampia riflessione culturale su ciò che siamo e siamo diventati. E per preparare giorni migliori.
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Da domani a Rimini nasce Sinistra Italiana: 31 delegati dall'Emilia-Romagna. Con Fratoianni, Landini, Boldrini, Emiliano, De Magistris e tanti altri, in un congresso fondativo "dedicato alle giovani generazioni" che si concluderà domenica
"E' un fine settimana importante per la politica", dichiara il comunicato di Sinistra Italiana, "e dal cuore della nostra regione nascerà Sinistra Italiana. Al Palacongressi di Rimini, da domani a domenica, ci incontreremo per stare insieme in maniera non liturgica, con l'ambizione di restituire forza alla democrazia e voce ai tanti esclusi."
"Il nostro congresso fondativo è dedicato alle giovani generazioni: umiliate, sfruttate, derubate di un pezzo di futuro, eppure così vitali, creative, indispensabili per costruire l'alternativa. Daremo vita ad un partito, che per noi significa strumento di riscatto e di emancipazione, per costruire giustizia sociale, redistribuire reddito e ricchezza, liberare il lavoro dallo sfruttamento e dalla precarietà, tutelare i beni comuni e l’ambiente, conquistare diritti."
"Per farlo dobbiamo dialogare con tanti che con noi condividono obiettivi e ideali: con le altre forze politiche, con l'associazionismo, con le reti sociali e i saperi diffusi di questa nostra Italia da troppo tempo ostaggio di una politica senza serietà e senza visione. Tra i 680 delegati nazionali che terranno a battesimo il nuovo partito a Rimini, 31 (metà donne e metà uomini) sono stati eletti dalle 10 assemblee territoriali che si sono svolte in tutte le province della nostra regione. Insieme a rappresentanti locali delle forze che confluiscono in Sinistra Italiana (Sel, Futuro a Sinistra, Sinistra Lavoro, Act!), troviamo esponenti istituzionali quali Giovanni Paglia, Igor Taruffi, Yuri Torri e Federico Martelloni nonché attivisti e militanti di diversi spazi sociali di movimento e laboratori di cittadinanza attiva che hanno dato il loro contributo quotidiano dal basso in questa lunga fase costituente."
"Tanti gli ospiti che avremo il piacere di accogliere: la Presidente della Camera Laura Boldrini, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il segretario della FIOM-CGIL Maurizio Landini, Tomaso Montanari, Pippo Civati, Francesca Fornario, Michele Emiliano, Francesca Chiavacci (presidente nazionale Arci), Roberto Speranza e poi i partiti - Pd, Psi, Verdi, Possibile, Prc, Altra Europa -, i sindacati - Cgil, Cisl, Uil -, le associazioni - Arci, Libertà e Giustizia, Legambiente, Acli, Arci Gay, l’Associazione Famiglie Arcobaleno, Giuristi Democratici, Rete Disarmo, Diem 25, ARS, Rete della Conoscenza e altre organizzazioni studentesche"
"Saranno presenti diverse delegazioni straniere, da Podemos a Syriza alla Linke, Verdi Europei, Parti de Gauche, Hdp, Fronte Polisario, ICV della Catalogna. Si comincia alle 14 di venerdì 17, con la relazione di Fabio Mussi, per una tre giorni che si concluderà domenica alle 13."
Per tutte le info su programma e accoglienza consultare il sito http://www.sinistraitaliana.si/congresso/
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Sinistra Italiana chiude le porte a Renzi. "Alleanza con Pd possibile solo con svolta a sinistra"
A Rimini il congresso fondativo. D'Attorre: "No a intese preventive solo per spartirsi il premio di maggioranza". Vendola: "Noi alternativi alle politiche liberiste che hanno preso un'intera generazione e l'hanno condannata alla precarietà". Fratoianni: "Scotto continui a fare il capogruppo". Landini: "Ripartire dall'unità dei lavoratori"
17 febbraio 2017
Fabio Mussi dal palco del congresso fondativo di Sinistra Italiana (ansa)
ROMA -Sinistra Italiana, nel giorno del suo congresso fondativo, chiude le porte a Renzi per una possibile alleanza ma non al Pd. "Mai con Matteo Renzi, porte chiuse", afferma Fabio Mussi, presidente della commissione Progetto, dal palco dell'assemblea del palacongressi di Rimini. Parole accolte da un applauso scrosciante della platea. "Mai con Renzi non perché sia antipatico... oddio, simpatico non è... ma perché abbiamo sperimentato ciò che pensa e vuole e qual è la sua democrazia del potere. Renzi si muove come un avventuriero con lo spirito di un giocatore d'azzardo: il Pd precipita verso un congresso convulso. Non so prevedere cosa accadrà, se vira a sinistra bene, si apre l'opportunità nuova di una relazione, anche se mi sembra questa un'opzione remota" ma se vince la sinistra dem "porte aperte", sottolinea Mussi.
Porte aperte anche se ci dovesse essere la scissione: "Massima disponibilità a convergenza a alleanze politiche ed elettorali ma non si pensi che qualunque sia l'esito all'interno del Pd l'alleanza è inevitabile. Non ci mettiamo in attesa che qualcuno ci metta in lista, senza svolta a sinistra faremo la nostra autonomia", conclude.
Nichi Vendola ribadisce il ruolo di SI come alternativa alla politica di destra di Renzi. "Qui nasce una sinistra che non vuole più travestirsi da destra. Una sinistra che vuole fare della lotta contro la disuguaglianza il proprio orizzonte, la propria bandiera. Quando la sinistra, troppo spesso, fa campagna elettorale, si comporta da sinistra e poi quando vince e va al governo, come ha fatto Renzi, realizza il programma della destra, Renzi ha realizzato il programma dell'avversario, di Berlusconi", ha detto Vendola arrivando al congresso. "Noi siamo una sinistra alternativa a questa terribile resa, alternativi alle politiche liberiste che hanno preso un'intera generazione e l'hanno condannata alla precarietà".
Alfredo D'Attorre si dice contrario ad "alleanze preventive". L'esito del referendum costituzionale del 4 dicembre ha decretato, di fatto, come legge elettorale "un sistema proporzionale dove ciascuno si presenta con il proprio progetto autonomo e poi le alleanze si fanno dopo le elezioni. No alle alleanze preventive fatte solo per spartirsi il premio di maggioranza. Sinistra italiana deve essere un soggetto che partecipi sin dall'inizio al processo di costituente della sinistra italiana, come proposto da Massimo D'Alema. Possiamo dire di aver visto giusto quando puntavamo sul 4 dicembre per scardinare il Pd e riaprire la partita a sinistra. Ora dobbiamo rilanciare, sulla base di programmi chiari, un lavoro comune con gli altri soggetti per rappresentare una valida alternativa al Pd di Renzi".
Nicola Fratoianni guarda avanti e si rivolge a Giuliano Pisapia, che da pochi giorni ha lanciato il suo nuovo progetto politico "Campo progressista". "A Giuliano Pisapia, che ci dice che dobbiamo essere uniti per vincere, dico che è il momento di porsi il problema di cosa fare dopo aver vinto. Il rischio è quello di vincere e di fare il contrario di quello per cui ci siamo battuti. E' anche per questo che vince la destra", afferma Fratoianni, che aggiunge: "A Scotto dico, come gli ho detto privatamente e pubblicamente in questi giorni: vieni qua, è il tuo congresso, sei il nostro capogruppo; domani in effetti lui sarà qua. Sarebbe bello che continuasse a fare il capogruppo".
Per Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, occorre ripartire dai lavoratori, dalla base, dai precari. "Il mercato e l'impresa hanno la loro rappresentanza, chi lavora non li rappresenta nessuno. Per ricostruire la sinistra c'è una precondizione: tornare a unire quelli che lavorano che oggi sono divisi, frammentati, pensiamo ai precari. Su questo serve una rottura. Dobbiamo ridare speranza e dire che insieme si può lavorare per migliorare la propria condizione. Dobbiamo anche ricordarci - aggiunge - che le peggiori riforme del lavoro le hanno fatte le forze che si rifanno al socialismo. Per me la differenza tra destra e sinistra è chiara, ma purtroppo lo stesso non vale per i giovani precari". Nel suo intervento, Landini sottolinea che negli ultimi anni "la disuguaglianza e la riduzione degli spazi di
democrazia sono stati senza precedenti. Oggi c'è una grandissima domanda di concretezza: se le parole non si traducono in fatti concreti finisce che la gente non capisce. C'è il rischio serio di rottura della solidarietà".
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Tra Pisapia e SI sembra che ci siano molti punti in comune, forse la differenza principale sta nel fatto
che per raggiungere quei punti in comune si prevedono strade diverse. Il problema di fondo è che in un sistema neoliberista il mercato la fa da padrone e allora bisogna cambiare i trattati europei e dare più forza alla politica che alla finanza, mettere prima l'uomo e poi il mercato.
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dal FQ:
“Vogliamo essere un partito autonomo e radicale, cioè che pensa con la testa propria e con una cultura di governo adeguata alle esigenze di oggi” ha detto Mussi dal palco. “Il radicalismo – ha aggiunto – non è il sinonimo di estremismo, ma è vero il contrario”. Mussi ha quindi ribadito che Sinistra Italiana vuole dimostrare che esiste un’alternativa al neoliberismo dominante. “La crisi può andare a destra, penso a Trump, o a sinistra. Quelle di destra e sinistra non sono categorie derelitte del passato. E’ un mantra dire che non esistono più: questa è una bufala, una post-verità. Una bugia, anche se ripetuta all’infinito, resta una bugia. E’ passata l’idea che la sola sinistra che governa è quella che si fa centro. Una tesi che ha provocato una catastrofe culturale”. Una delle parole chiave è il lavoro, Mussi dice che Renzi è “l’Achille Lauro 4.0” e che con il leader Pd le “porte chiuse: non perché sia antipatico… anche se simpatico non è, come dice Farinetti. Ma nichi-vendolaperché abbiamo sperimentato la sua idea di democrazia, è un avventuriero, un giocatore d’azzardo“. ”
A Rimini il congresso fondativo. D'Attorre: "No a intese preventive solo per spartirsi il premio di maggioranza". Vendola: "Noi alternativi alle politiche liberiste che hanno preso un'intera generazione e l'hanno condannata alla precarietà". Fratoianni: "Scotto continui a fare il capogruppo". Landini: "Ripartire dall'unità dei lavoratori"
17 febbraio 2017
Fabio Mussi dal palco del congresso fondativo di Sinistra Italiana (ansa)
ROMA -Sinistra Italiana, nel giorno del suo congresso fondativo, chiude le porte a Renzi per una possibile alleanza ma non al Pd. "Mai con Matteo Renzi, porte chiuse", afferma Fabio Mussi, presidente della commissione Progetto, dal palco dell'assemblea del palacongressi di Rimini. Parole accolte da un applauso scrosciante della platea. "Mai con Renzi non perché sia antipatico... oddio, simpatico non è... ma perché abbiamo sperimentato ciò che pensa e vuole e qual è la sua democrazia del potere. Renzi si muove come un avventuriero con lo spirito di un giocatore d'azzardo: il Pd precipita verso un congresso convulso. Non so prevedere cosa accadrà, se vira a sinistra bene, si apre l'opportunità nuova di una relazione, anche se mi sembra questa un'opzione remota" ma se vince la sinistra dem "porte aperte", sottolinea Mussi.
Porte aperte anche se ci dovesse essere la scissione: "Massima disponibilità a convergenza a alleanze politiche ed elettorali ma non si pensi che qualunque sia l'esito all'interno del Pd l'alleanza è inevitabile. Non ci mettiamo in attesa che qualcuno ci metta in lista, senza svolta a sinistra faremo la nostra autonomia", conclude.
Nichi Vendola ribadisce il ruolo di SI come alternativa alla politica di destra di Renzi. "Qui nasce una sinistra che non vuole più travestirsi da destra. Una sinistra che vuole fare della lotta contro la disuguaglianza il proprio orizzonte, la propria bandiera. Quando la sinistra, troppo spesso, fa campagna elettorale, si comporta da sinistra e poi quando vince e va al governo, come ha fatto Renzi, realizza il programma della destra, Renzi ha realizzato il programma dell'avversario, di Berlusconi", ha detto Vendola arrivando al congresso. "Noi siamo una sinistra alternativa a questa terribile resa, alternativi alle politiche liberiste che hanno preso un'intera generazione e l'hanno condannata alla precarietà".
Alfredo D'Attorre si dice contrario ad "alleanze preventive". L'esito del referendum costituzionale del 4 dicembre ha decretato, di fatto, come legge elettorale "un sistema proporzionale dove ciascuno si presenta con il proprio progetto autonomo e poi le alleanze si fanno dopo le elezioni. No alle alleanze preventive fatte solo per spartirsi il premio di maggioranza. Sinistra italiana deve essere un soggetto che partecipi sin dall'inizio al processo di costituente della sinistra italiana, come proposto da Massimo D'Alema. Possiamo dire di aver visto giusto quando puntavamo sul 4 dicembre per scardinare il Pd e riaprire la partita a sinistra. Ora dobbiamo rilanciare, sulla base di programmi chiari, un lavoro comune con gli altri soggetti per rappresentare una valida alternativa al Pd di Renzi".
Nicola Fratoianni guarda avanti e si rivolge a Giuliano Pisapia, che da pochi giorni ha lanciato il suo nuovo progetto politico "Campo progressista". "A Giuliano Pisapia, che ci dice che dobbiamo essere uniti per vincere, dico che è il momento di porsi il problema di cosa fare dopo aver vinto. Il rischio è quello di vincere e di fare il contrario di quello per cui ci siamo battuti. E' anche per questo che vince la destra", afferma Fratoianni, che aggiunge: "A Scotto dico, come gli ho detto privatamente e pubblicamente in questi giorni: vieni qua, è il tuo congresso, sei il nostro capogruppo; domani in effetti lui sarà qua. Sarebbe bello che continuasse a fare il capogruppo".
Per Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, occorre ripartire dai lavoratori, dalla base, dai precari. "Il mercato e l'impresa hanno la loro rappresentanza, chi lavora non li rappresenta nessuno. Per ricostruire la sinistra c'è una precondizione: tornare a unire quelli che lavorano che oggi sono divisi, frammentati, pensiamo ai precari. Su questo serve una rottura. Dobbiamo ridare speranza e dire che insieme si può lavorare per migliorare la propria condizione. Dobbiamo anche ricordarci - aggiunge - che le peggiori riforme del lavoro le hanno fatte le forze che si rifanno al socialismo. Per me la differenza tra destra e sinistra è chiara, ma purtroppo lo stesso non vale per i giovani precari". Nel suo intervento, Landini sottolinea che negli ultimi anni "la disuguaglianza e la riduzione degli spazi di
democrazia sono stati senza precedenti. Oggi c'è una grandissima domanda di concretezza: se le parole non si traducono in fatti concreti finisce che la gente non capisce. C'è il rischio serio di rottura della solidarietà".
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Tra Pisapia e SI sembra che ci siano molti punti in comune, forse la differenza principale sta nel fatto
che per raggiungere quei punti in comune si prevedono strade diverse. Il problema di fondo è che in un sistema neoliberista il mercato la fa da padrone e allora bisogna cambiare i trattati europei e dare più forza alla politica che alla finanza, mettere prima l'uomo e poi il mercato.
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dal FQ:
“Vogliamo essere un partito autonomo e radicale, cioè che pensa con la testa propria e con una cultura di governo adeguata alle esigenze di oggi” ha detto Mussi dal palco. “Il radicalismo – ha aggiunto – non è il sinonimo di estremismo, ma è vero il contrario”. Mussi ha quindi ribadito che Sinistra Italiana vuole dimostrare che esiste un’alternativa al neoliberismo dominante. “La crisi può andare a destra, penso a Trump, o a sinistra. Quelle di destra e sinistra non sono categorie derelitte del passato. E’ un mantra dire che non esistono più: questa è una bufala, una post-verità. Una bugia, anche se ripetuta all’infinito, resta una bugia. E’ passata l’idea che la sola sinistra che governa è quella che si fa centro. Una tesi che ha provocato una catastrofe culturale”. Una delle parole chiave è il lavoro, Mussi dice che Renzi è “l’Achille Lauro 4.0” e che con il leader Pd le “porte chiuse: non perché sia antipatico… anche se simpatico non è, come dice Farinetti. Ma nichi-vendolaperché abbiamo sperimentato la sua idea di democrazia, è un avventuriero, un giocatore d’azzardo“. ”
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- Iscritto il: 18/03/2012, 10:43
Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Se destra e sinistra non sono superate, restando al ragionamento che credo faccia Mussi, è anche vero che non è che con l'attuale presidente americano ci sia una politica più di destra di quelle che poteva esserci se vinceva un repubblicano qualsiasi, e di come è diventata l'economia in questi ultimi tempi con questo sistema economico. E purtroppo la destra moderata ha da esserci in un gioco bipolare ma comunque, per altri versi, non è molto meno pericolosa di quella autoritaria o populista.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
La socialdemocrazia alla fine si è arresa al mercato e dove la politica non è stata percepita come fondamentale per controllarlo , la finanza/mercato ha avuto la meglio.cielo 70
E purtroppo la destra moderata ha da esserci in un gioco bipolare ma comunque, per altri versi, non è molto meno pericolosa di quella autoritaria o populista.
Oggi il pallino è in mano soprattutto alla politica europea o più precisamente a ciò che succederà in Germania, perché in Francia Le Pen al secondo turno non riuscirà a prevalere, quindi se Schuz avrà la forza e un programma per affermare le regole di un'Europa solidale solo allora ci sarà una prospettiva sul dove andare.
Per avere un'Europa solidale bisogna cancellare i vecchi trattati e unire quegli stati che sono disponibili a condividere gli StatiUniti d'Europa. In Italia come prima cosa necessita mettersi d'accordo sulle nuove regole per stare in Europa e su questo i partiti dovrebbero discutere e trovare una risposta condivisa.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Dal Congresso di SI a Rimini
Il congresso apertissimo per costruire un partito in discontinuità con il renzismo
Interviene anche Stefano Fassina che critica la scelta di Scotto di “aprire a Pisapia”: “È difficile – afferma – comprendere chi dice che il 4 dicembre ha cambiato tutto e poi sceglie come leader di riferimento chi ha votato Sì al referendum costituzionale”. Conferma che “il percorso congressuale rimane apertissimo a tutti coloro che vogliono partecipare alla costruzione di un partito autonomo, in radicale discontinuità programmatica con il renzismo”. Anche Pippo Civati che, come Fassina, ha lasciato il Pd nel 2015, oggi a capo di “Possibile” richiama il progetto di Pisapia “serio ma malposto”. “È un circolo vizioso: la sinistra antirenziana – afferma – pensa ad alleanze con il Pd vuole costruire, ma quel partito è ancora in mano a Renzi, come si è visto ieri in direzione. Io lo dico ai compagni della minoranza: vi toccherà rivotarlo”. Ancora: “Se Pisapia e chi aderisce al suo movimento vogliono fare la stampella di sinistra del Pd renziano, noi non ci siamo. Se invece intendono proporre una lista senza il Pd, allora possono contare sul nostro appoggio”. Non è un caso che il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, ha giudicato “naturale” l’alleanza con l’ex sindaco di Milano. E non è un caso che un’alternativa di sinistra, senza Pd, è il fondamento del progetto di Massimo D’Alema che per la prima volta ha partecipato alla direzione del Pd. Si chiama “ConSenso”, fonda la sua base sui più di trecento Circoli che hanno contribuito alla vittoria del No al referendum costituzionale. L’obiettivo è quello di costruire un listone unico della sinistra alternativa cui sono interessati anche il sindaco di Napoli e numerosi movimenti della società civile.
Il congresso apertissimo per costruire un partito in discontinuità con il renzismo
Interviene anche Stefano Fassina che critica la scelta di Scotto di “aprire a Pisapia”: “È difficile – afferma – comprendere chi dice che il 4 dicembre ha cambiato tutto e poi sceglie come leader di riferimento chi ha votato Sì al referendum costituzionale”. Conferma che “il percorso congressuale rimane apertissimo a tutti coloro che vogliono partecipare alla costruzione di un partito autonomo, in radicale discontinuità programmatica con il renzismo”. Anche Pippo Civati che, come Fassina, ha lasciato il Pd nel 2015, oggi a capo di “Possibile” richiama il progetto di Pisapia “serio ma malposto”. “È un circolo vizioso: la sinistra antirenziana – afferma – pensa ad alleanze con il Pd vuole costruire, ma quel partito è ancora in mano a Renzi, come si è visto ieri in direzione. Io lo dico ai compagni della minoranza: vi toccherà rivotarlo”. Ancora: “Se Pisapia e chi aderisce al suo movimento vogliono fare la stampella di sinistra del Pd renziano, noi non ci siamo. Se invece intendono proporre una lista senza il Pd, allora possono contare sul nostro appoggio”. Non è un caso che il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, ha giudicato “naturale” l’alleanza con l’ex sindaco di Milano. E non è un caso che un’alternativa di sinistra, senza Pd, è il fondamento del progetto di Massimo D’Alema che per la prima volta ha partecipato alla direzione del Pd. Si chiama “ConSenso”, fonda la sua base sui più di trecento Circoli che hanno contribuito alla vittoria del No al referendum costituzionale. L’obiettivo è quello di costruire un listone unico della sinistra alternativa cui sono interessati anche il sindaco di Napoli e numerosi movimenti della società civile.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Scissioni infinite e rifondazioni mai completate
Il Pd contagiato dalla diaspora della sinistra
Galassia centrosinistra: 11 correnti dem, sei partiti comunisti. E poi socialisti, socialdemocratici, Dema…
RENZI: “MINORANZA PUO’ BATTERMI, NON ELIMINARMI”. E DISERTA LA DIREZIONE PER ANDARE IN USA
Politica
Uno in più. Se, come sembra, la scissione del Pd si farà davvero, la “nuova cosa rossa” andrà ad arricchire la galassia della sinistra italiana. Veterocomunisti e post-comunisti di vario genere, socialisti e social-democratici di diverse inclinazioni, appena nati o frutto di rifondazioni mai terminate, moderati o radicali: partiti e movimenti, in quell’area, sono così numerosi che è difficile anche solo stilare un elenco. Alcuni rivendicano la propria vocazione maggioritaria. Altri vengono nominati solo a ridosso delle elezioni, quando le tribune elettorali sono obbligate a dargli spazio
di Valerio Valentini
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
UncleTom ha scritto:Scissioni infinite e rifondazioni mai completate
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Galassia centrosinistra: 11 correnti dem, sei partiti comunisti. E poi socialisti, socialdemocratici, Dema…
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Uno in più. Se, come sembra, la scissione del Pd si farà davvero, la “nuova cosa rossa” andrà ad arricchire la galassia della sinistra italiana. Veterocomunisti e post-comunisti di vario genere, socialisti e social-democratici di diverse inclinazioni, appena nati o frutto di rifondazioni mai terminate, moderati o radicali: partiti e movimenti, in quell’area, sono così numerosi che è difficile anche solo stilare un elenco. Alcuni rivendicano la propria vocazione maggioritaria. Altri vengono nominati solo a ridosso delle elezioni, quando le tribune elettorali sono obbligate a dargli spazio
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Pd, l’ultimo atto delle scissioni a sinistra. La mappa: da “Campo progressista” alla galassia dei nostalgici comunisti
Politica
Socialisti e social-democratici di diverse inclinazioni, appena nati o frutto di rifondazioni mai terminate, moderati o radicali: difficile anche solo stilare un elenco esaustivo di partiti e movimenti. Alcuni li si sente nominare solo a ridosso delle elezioni politiche, quando le tribune elettorali sono obbligate per legge a dare spazio alle forze minori. Altri si propongono come forze egemoni del progressismo
di Valerio Valentini | 21 febbraio 2017
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Più informazioni su: PD, Sinistra Italiana
Uno in più. Se, come sembra, la scissione del Pd si farà davvero, la “nuova cosa rossa” andrà ad arricchire la già variegata galassia della sinistra italiana. Veterocomunisti e post-comunisti di vario genere, socialisti e social-democratici di diverse inclinazioni, appena nati o frutto di rifondazioni mai terminate, moderati o radicali: partiti e movimenti, in quell’area, sono così numerosi che risulta difficile anche solo stilarne un elenco esaustivo. Alcuni (pochi, in realtà) rivendicano la propria vocazione maggioritaria, e si propongono come forze egemoni del progressismo. Altri, invece, li si sente nominare di rado, magari solo a ridosso delle elezioni politiche, quando le tribune elettorali, in tv, sono obbligate per legge a dare spazio anche alle forze minori. Ci sono quelli che aspirano a costituire vaste alleanze e quelli che invece rivendicano con orgoglio la propria autonomia. Il quadro che ne viene fuori, comunque, è quello di un gruppo affollato, tendenzialmente litigioso, e soprattutto piuttosto confuso. Anche perché, come la vicenda del Pd di queste ore insegna, la nascita di nuove forze che complichino ancora più la situazione è sempre incombente.
Partito Democratico. Del Pd si sa quasi tutto. Della sua storia ufficiale, almeno. Fondato nel 2007 da Walter Veltroni che aspirava a creare una forza autonoma che potesse “correre da sola” alle elezioni, nacque sostanzialmente dall’unione dei Ds e della Margherita. “Il Partito democratico? Un partito a vocazione maggioritaria”, ripeteva entusiasta Veltroni nell’estate del 2007. “Una fusione a freddo tra apparati”, lo definirà, qualche anno dopo, Achille Occhetto. Un matrimonio mai realizzatosi, insomma. E infatti quello che si sa meno, del Pd, è ciò che riguarda le sue varie componenti che tra loro convivono assai a fatica, talvolta sopportandosi a stento, talvolta – come in queste ore –arrivando allo scontro vero e proprio. Si chiamano “correnti”, e capire quante siano è arduo. Gli ultimi conteggi si fermano a 11: si va daAreaDem di Franceschini ai Renziani (divisi tra loro tra ortodossi e critici); dalla minoranza bersaniana a Sinistra è Cambiamento di Maurizio Martina, fino ai Giovani Turchi, che in queste settimane si sono spaccati tra i seguaci di Andrea Orlando e quelli di Matteo Orfini. E gli smottamenti che seguiranno alla scissione sembrano già preannunciare nuovi raggruppamenti: il più importante è quello guidato da Gianni Cuperlo e Cesare Damiano.
Sinistra Italiana. È appena nato, ma ancora prima di essere creato ha dovuto affrontare una divisione. In pieno stile “di sinistra”, ha detto qualcuno. Per tenere il proprio battesimo, il partito che raccoglie l’eredità di Sel (creata e guidata da Nichi Vendola) ha scelto il fine settimana sbagliato, quello in cui i riflettori di tutti i media erano puntati sugli scontri interni al Pd. Il congresso fondativo di Sinistra italiana si è svolto a Rimini, e ha incoronato Nicola Fratoianni come nuovo segretario. Era l’unico candidato, in realtà. Dovrà affrontare subito una bega interna, che nei giorni scorsi ha causato, tra l’altro, l’addio di Arturo Scotto, il quale ha abbandonato il cantiere del nuovo partito di cui era considerato un possibile leader. Il problema di fondo? Stabilire se Si dovrà essere un soggetto autonomo, in grado semmai di stringere alleanze in occasione delle elezioni, o non piuttosto trasformarsi “da subito”, come ha proposto Alfredo D’Attorre, in “un movimento largo che vada da D’Alema alla sinistra del Pd fino al Campo progressista di Giuliano Pisapia”. Oltre a Fratoianni e D’Attorre, le figure di maggior prestigio che hanno partecipato al congresso sono legate al mondo sindacale: Sergio Cofferati e Maurizio Landini.
Campo progressista. Si tratta del nuovo movimento creato da Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano e protagonista della “Rivoluzione arancione” della primavera del 2011. Dopo annunci affrettati e parziali retromarce, è stato presentato ufficialmente il 14 febbraio scorso nel capoluogo lombardo. Insieme a Pisapia, a presentarlo c’erano anche Gad Lerner (che poi ha partecipato all’Assemblea nazionale del Pd domenica scorsa), la presidente della Camera Laura Boldrini (applauditissima anche al congresso fondativo di Si a Rimini) e Massimiliano Smeriglio (che è salito, sabato 18, anche sul palco del teatro Vittoria a Roma, dove si riuniva la minoranza scissionista del Pd). È il segno di un’instabilità forte nell’area in cui Campo progressista si situa, cioè quello alla sinistra del Pd (ma non troppo “a sinistra”: anche Bruno Tabacci, per dire, ha espresso grandi apprezzamenti per Pisapia). Ancora poco chiara la natura effettiva del movimento: farà da sponda al nuovo Pd di Renzi o cercherà asilo in una coalizione con altre forze, compresa la nuova creatura di Bersani e D’Alema? Per ora, Campo progressista ha attratto un buon numero (18, in tutto) di parlamentari vicini ad Arturo Scotto, che parevano destinati ad accasarsi in Si. Forse qualcosa in più lo si capirà l’11 marzo: il giorno in cui, a Roma, Pisapia lancerà a tutti gli effetti il suo movimento. Prima, però, potrebbe esserci la creazione di nuovi gruppi parlamentari, forse proprio insieme ai fedeli di Scotto e agli scissionisti del Pd più vicini a D’Alema.
Possibile. Frutto di una scissione dal Pd, pure questo. Ma non si tratta della “cosa nuova” dei “tre tenori” Rossi-Speranza-Emiliano. In principio fu infatti Pippo Civati a rompere con Renzi (allora in auge) e a fondare una nuova forza. Era il giugno del 2015. Il primo banco di prova di Possibile fu la campagna per gli 8 referendum (si andava dalla legge elettorale alla tutela dei lavoratori, passando per l’ecologia), e non fu un successo, visto che il numero minimo di firme non venne raggiunto. Civati in questi due anni ha proseguito su un percorso autonomo (con coraggio o con testardaggine, a seconda dei punti di vista), ha sostenuto con convinzione il No al referendum e ora pregusta la possibilità di far parte di una alleanza con le altre forze a sinistra del Pd. Tra le figure più in vista ci sono Luca Pastorino (candidato ribelle alle ultime elezioni regionali in Liguria) e l’europarlamentare Elly Schlein.
Rifondazione comunista. Non è più il punto di riferimento dei nostalgici che non accettarono di mandare in soffitta la bandiera rossa, ma un partito quasi scomparso dai radar della politica. Il suo leader, Paolo Ferrero, è stato molto attivo nella campagna per il No al referendum costituzionale, ma le ultime sue immagini rimaste nella memoria degli appassionati (di quelli molto attenti, almeno) riguardano forse un’altra battaglia, combattuta su suolo straniero: quella che ha portato Alexis Tsipras a vincere le elezioni in Grecia nel gennaio 2015. Il futuro di Rifondazione è quantomeno incerto: a definirlo servirà forse il decimo congresso del partito, che si svolgerà a Spoleto a fine marzo.
ConSenso. È ancora difficile capire di cosa si tratti, con esattezza. Ma una cosa è certa: a guidarlo è, di fatto, Massimo D’Alema, e dunque c’è da scommettere che non sarà ininfluente nel determinare gli equilibri futuri del centrosinistra. Nato inizialmente come un comitato elettorale in sostegno del No al referendum, dopo il 4 novembre non ha affatto smesso di esistere, come l’ex premier aveva più volte garantito. E il 28 gennaio scorso, al Centro Congressi Frentani, a Roma, c’è stato il battesimo ufficiale del nuovo movimento politico: ConSenso. È stato quello il luogo in cui, per la prima volta con toni inequivocabili, è stata prefigurata la scissione nel Pd.
Italia dei Valori. Il suo leader è stato affondato da un’inchiesta di Report nell’ottobre del 2012, il suo consenso perlopiù prosciugato dall’ascesa del Movimento Cinque Stelle. È così che il partito creato nel 1998 da Antonio Di Pietro è stato condannato all’irrilevanza. Conserva 3 seggi al Senato, ma le sue percentuali sono da prefisso telefonico. Dal giugno 2013 è guidata da Ignazio Messina, 52enne palermitano ex sindaco di Sciacca. Prospettive di rilancio? Ben poche.
Dema. La creatura di Luigi De Magistris. Era una un’associazione culturale, è diventata un movimento politico. Annunciata subito dopo la rielezione dell’ex magistrato a sindaco di Napoli, la trasformazione è stata ufficializzata nel dicembre scorso. S’ispira al cosiddetto “neo-municipalismo” e all’esperienza di alcune giunte movimentiste come quella guidata da Ada Colau a Barcellona, ma è costituita perlopiù da assessori e uomini di fiducia di de Magistris. Nell’ottica della nuova battaglia tra Pd e scissionisti per la conquista delle regioni del Sud, Dema potrebbe allearsi con una ipotetica forza guidata da Michele Emiliano. All’opposto di quanto farebbe Campania Libera, l’altro movimento politico partenopeo fondato da Vincenzo De Luca. Il quale, nel gioco delle alleanze post-scissione, resterebbe invece fedele a Renzi.
Comunisti imperterriti: in sei formazioni diverse. C’è poi chi alla falce e al martello continua a non rinunciare. Sono vari, tutti piccolissimi e tra loro divisi, ma esistono. C’è il Partito Comunista, di Marco Rizzo, ma anche il Partito Comunista Italiano, e poi c’è, ovviamente, il Partito di Alternativa Comunista. Non manca neppure il Partito Comunista dei Lavoratori, che si distingue dagli altri per la sua vocazione trotskista, guidato da Marco Ferrando. Sopravvive anche il Partito Comunista Italiano Marxista, e accanto resta il Partito Marxista-Leninista Italiano. Formazioni ormai marginali, che difficilmente accettano di entrare a far parte di coalizioni più o meno ampie e che comunque risultano perlopiù ininfluenti ai fini dei giochi elettorali.
Partito Socialista Italiano. Il nome vanta una storia gloriosa, il partito attuale gode di pessima salute. Finiti i tempi d’oro di Nenni e di Craxi, il Partito Socialista Italiano ha cambiato più volte nome e alleanze (coi Verdi prima, coi Radicali poi), per tornare infine ad una sua presunta autonomia. L’ultima volta che si presentò da solo alle elezioni nazionali (era il 2008) raggranellò in verità lo 0,9% dei voti, ma l’anno scorso è riuscito comunque a dividersi al suo interno: tra chi, come Bobo Craxi, proponeva di rompere con Renzi, e chi invece affermava la necessità di restargli fedele, come predicava Riccardo Nencini. Il quale, sin dal 2008, guida il partito, e a partire dal 2013 ha scelto come strategia quella di portare in dote alla coalizione di centrosinistra un misero numero di voti che comunque gli permetta di ottenere una poltrona. Attualmente occupa quella di viceministro dei Trasporti: lo fa dal febbraio 2014. E cioè da quando – dopo esser stato assessore al Bilancio nella giunta toscana di Enrico Rossi dal 2010 al 2013, e aver poi sostenuto Bersani nelle primarie del 2013 – si è convertito al renzismo nel momento in cui il Rottamatore è arrivato a Palazzo Chigi
di Valerio Valentini | 21 febbraio 2017
di Valerio Valentini
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Michele Emiliano: "Mi candido alla segreteria"
Alle primarie potrebbe vincere Emiliano ,che si presenterebbe come il salvatore di un PD che non vuole la scissione e d 'altronde anche i sondaggi danno un'alta percentuale del popolo del centrosinistra contraria alla scissione
Alle primarie potrebbe vincere Emiliano ,che si presenterebbe come il salvatore di un PD che non vuole la scissione e d 'altronde anche i sondaggi danno un'alta percentuale del popolo del centrosinistra contraria alla scissione
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
iospero ha scritto:Michele Emiliano: "Mi candido alla segreteria"
Alle primarie potrebbe vincere Emiliano ,che si presenterebbe come il salvatore di un PD che non vuole la scissione e d 'altronde anche i sondaggi danno un'alta percentuale del popolo del centrosinistra contraria alla scissione
CIOE' GLI ETERNI DEMOCRISTIANI
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
SCRIVE CIVATI : " penso che si debba provare uno schema inedito, che riassumerei così: si parta da un progetto elettorale, scritto e sottoscritto, nitido, impegnativo, ambizioso.
Si scelgano le persone migliori per rappresentarlo, senza ricorrere a metodi tassonomici di correnti e aree, ma cercando i ‘migliori’ nella società, costruendo con loro una nuova politica, prima ancora di una nuova sinistra. Non uno, ma cento leader, capaci di dare voce all’Italia spaesata dalla propria politica."
Ci potranno essere tante sigle dei vari movimenti, ma alla fine ci sarà una sola piattaforma a cui aderire,
un solo simbolo da votare.
Si scelgano le persone migliori per rappresentarlo, senza ricorrere a metodi tassonomici di correnti e aree, ma cercando i ‘migliori’ nella società, costruendo con loro una nuova politica, prima ancora di una nuova sinistra. Non uno, ma cento leader, capaci di dare voce all’Italia spaesata dalla propria politica."
Ci potranno essere tante sigle dei vari movimenti, ma alla fine ci sarà una sola piattaforma a cui aderire,
un solo simbolo da votare.
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