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Spaghetti-Trump cercasi: Emiliano, dopo Salvini e Grillo

Scritto il 28/2/17 • nella Categoria: idee Condividi

I più spiazzati dalla vittoria di Donald Trump sono stati quelli che più avrebbero dovuto aspettarsela.

Ma si sa, gli Dei rendono ciechi coloro che vogliono perdere. Da quando il fascistone è diventato presidente degli Stati Uniti, quaggiù s’è aperto il talent per la ricerca del “Trump all’italiana”, lo Spaghetti Trump.

Salvini e Grillo sono in pole position da tempo, ma adesso persino il Pd ha il suo concorrente: Michele Emiliano.


Nonostante il ruolo di populista di grana grossa che interpreta, però, la manovra con la quale il corpulento governatore della Puglia ha accompagnato fuori dal Pd quasi tutti gli altri antirenziani, suoi concorrenti diretti, per poi non seguirli è stata di rara sottigliezza.


Adesso Emiliano è l’unico leader dell’opposizione interna al Pd (Orlando è solo un proxy di Napolitano) e quando Renzi si sarà schiantato definitivamente, potrà ereditare il partito.


Renzi è un perdente che continuerà a perdere, a maggior ragione adesso che ha esaurito le cazzate da spacciare.


Perderà sia le amministrative che l’eventuale referendum sui voucher.

Persino le primarie aperte del Pd sono a rischio, da quando l’astuto Emiliano le ha indicate come nuova ordalia antirenziana, invitando a votare tutti coloro, dentro e fuori dal Pd, che vogliano infliggere al Cazzaro la disfatta definitiva.


Per le elezioni politiche il Pd avrà quindi comunque disperatamente bisogno d’un altro leader spendibile che riesca nel compito fallito da Renzi: catalizzare il voto anti-establishment per convogliarlo nel principale partito dell’establishment.


Di fronte agli elettori del Pd, Emiliano potrà vantare d’essere un oppositore leale che ha cercato di evitare la scissione per il Bene Supremo del partito, e che ora potrebbe ricomporla.


Di fronte agli altri elettori, reciterà la sua solita parte di populista verace, che alle ultime regionali gli ha fruttato un vasto consenso trasversale.


A prescindere dalla sua riuscita, la strategia di Emiliano per scalare il Pd è un notevole esempio della congenita doppiezza del cosiddetto centrosinistra.




Non sono migliori gli scissionisti Dp, che pur continuando a sostenere il governo, progettano di raccogliere voti a sinistra del Pd, per poi rivenderli allo stesso Pd con la Grossolana Coalizione auspicata dal nefasto Scalfari, che va da Brunetta a Vendola in funzione anti-M5S.





In realtà ognuna delle loro tortuose manovre avvicina al governo sia Grillo che Salvini.

Che la parola “Sinistra” sia preda di certi grotteschi parassiti è una delle ovvie cause dell’avanzata delle destre.

La protesta di ambulanti e tassinari inferociti davanti alla sede del Pd dove si celebrava l’ennesimo rituale bizantino è stata la perfetta rappresentazione plastica della situazione.

Le bombe-carta che hanno fatto saltare in una pioggia di cocci tutti i vetri della strada non hanno scosso i piddini dalle loro procedure ossessivo-compulsive, che accelerano la rovina che vorrebbero scongiurare.

Ma si sa, gli Dei rendono sordi coloro che vogliono perdere.

(Alessandra Daniele, “Trump It”, da “Carmilla Online” del 26 febbraio 2017).
UncleTom
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BISOGNA CAMBIARE UNA PARTE DELL’INNO NAZIONALE



Esattamente dove cita:

…….che schiava di Roma Iddio la creò…….


e aggiornarla in:

……che schiava di Washington Iddio la creò…..

La rima va a farsi benedire, ma la realtà, NO.


Mattarella grazia l’ex agente Cia De Sousa, complice del sequestro Abu Omar
Neppure lei andrà in cella: in Italia gli americani hanno licenza di delinquere



| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 1 Marzo 2017
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QUESTA LUNGA AGONIA DELLA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA SI STA CARATTERIZZANDO, RISPETTO ALLA CADUTA DELLA PRIMA, PER LA GUERRA PER BANDE.




"10 euro per la tessera del Pd"
Altro scandalo travolge i dem

A Miano, quartiere popolare nel Napoletano, scoppia il caso delle tessere comprate. "I 10 euro ve li dà Michel all'interno"
di Sergio Rame
37 minuti fa
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"10 euro per la tessera del Pd". Un nuovo scandalo travolge i dem
A Miano, quartiere popolare nel Napoletano, scoppia il caso delle tessere comprate. "I 10 euro ve li darà Michel all'interno"
Sergio Rame - Mer, 01/03/2017 - 12:12
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"10 euro e la tessera del Pd è comprata". Il video di Repubblica, girato con telecamera nascosta a Miano, quartiere popolare dell'area nord di Napoli, è una bomba che deflagra in un partito già fiaccato dagli scandali giudiziari e dalle divisioni interne.

Nell'ultimo giorno utile per il tesseramento al Partito democratico si vedono chiaramente scene di compravendita delle tessere. "Solo la carta d'identità - dice una voce fuoricampo nel video di Repubblica - i dieci euro ve li danno loro".

Una signora dà le indicazioni ai "militanti" del Pd per iscriversi e rinnovare la tessera del Partito democratico in vista del congresso nazionale dove Matteo Renzi, Michele Emiliano e Andrea Orlando si sfideranno per prendere la leadership del partito.

In piazza Regina Elena, in un quartiere popolare ad alta densità di camorra, più di un centinaio di persone fanno la spola all'esterno della sede di un'associazione.

C'è un via vai di persone. E di soldi. 10 euro è la quota che il Pd chiede per rinnovare l'iscrizione. "I dieci euro - spiega la signora nel video di Repubblica - ve li darà Michel all'interno. Se la vede lui". Michel è Michel Di Prisco, l'ex vicepresidente della Municipalità finito al centro dello scandalo delle primarie del 2011 per il Comune. "Entrate - dice ancora la signore - stanno dando 10 euro a persona. Non li cacciamo noi, non ci vanno in tasca. Vanno al partito". Tra gli organizzatori di questo sistema clientelare c'è anche un certo "don Gennaro". A lui spetta il compito di coordinare le operazione di tesseramento per "il partito di Michel, il nostro consigliere di quartiere".

Dopo il caos scoppiato nel capoluogo campano, il Pd è corso ai ripari inviando Emanuele Fiano a Napoli in qualità di "osservatore". Dovrà vigilare sul tesseramento. "Nelle situazioni denunciate e circoscritte - spiegano fonti del Nazareno - si congela il tesseramento o lo si annulla se palesemente non in linea con le regole". Le regole del Pd prevedono che le verifiche siano fatte sul tesseramento, provincia per provincia. E il tesseramento è valido solo quando viene certificato dalle commissioni per il congresso. Graziella Pagano ex senatrice ed europarlamentare, è stata scelta dal segretario regionale campano, Assunta Tartaglione, per monitorare su Miano. "Gli episodi riportati dalla stampa sono di una gravità estrema - ha commentato la Tartaglione - inficiano il regolare svolgimento del tesseramento e ledono pesantemente l'immagine del partito".
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UNA SPINTARELLA PER CONTRIBUIRE AL CROLLO DELLA SECONDA REPUBBLICA






Consip, Alfredo Romeo arrestato per corruzione
Perquisito Carlo Russo, l’amico di Tiziano Renzi

Tangenti al manager Gasparri in cambio di notizie su appalti. Perquisizioni anche per l’ex An Bocchino
L’intercettazione – Romeo a Gasparri: “Sono arrivato molto in alto”. “Ma chi è? Renzi?”. Nessuna risposta

Giustizia & Impunità
L’imprenditore campano Alfredo Romeo è stato arrestato questa mattina dai carabinieri e dalla guardia di Finanza in relazione ad un episodio di corruzione nell’ ambito dell’inchiesta Consip. Nei confronti di Romeo il gip del tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato eseguito dal comando Carabinieri tutela ambiente, dai militari dell’Arma di Napoli e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli
di Marco Lillo e Valeria Pacelli
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IN ATTESA DEL GRAN BOTTO FINALE
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IN ATTESA DEL GRAN BOTTO FINALE


Il caso tessere gonfiate
scatena la guerra nel Pd


Orlando attacca la gestione del partito: "È la prova che non c'è stata la rottamazione". Orfini: "I controlli funzionano"

di Franco Grilli

34 minuti fa
13
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LA GUERRA PER BANDE




Consip, Di Maio su Romeo arrestato per corruzione: “Ha finanziato la fondazione di Renzi, vogliamo i rendiconti”

di Alberto Sofia | 1 marzo 2017

commenti (27)
 1,7 mila

Più informazioni su: Alfredo Romeo, Consip, Luigi di Maio, Matteo Renzi


Dopo l’arresto di Alfredo Romeo, in relazione ad un episodio di corruzione nell’ambito dell’inchiesta Consip, è stato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S) ad attaccare l’ex premier Matteo Renzi: “L’imprenditore arrestato questa mattina finanzia la Fondazione di Renzi con la quale l’ex premier sta girando per la campagna elettorale per le primarie del Pd: Renzi deve rendicontare le entrate della fondazione”, ha accusato l’esponente pentastellato nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio sulle pensioni dei parlamentari. E ancora: “Magari la cosa non avrà risvolti penali ma sicuramente ha risvolti politici visto che sono coinvolti il padre di Renzi (Tiziano, ndr) e il suo braccio destro (Luca Lotti, ndr)”.


video:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03 ... e/3424291/
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LA GUERRA PER BANDE




“Tiziano Renzi incontrò Romeo in una bettola
Una cena riservata per discutere di strategie”

Il racconto del Pd Mazzei. “Con l’imprenditore arrestato per Consip (leggi) presente anche Carlo Russo”
LE CIFRE PER “T” E GLI INCONTRI CON “L”: IL PIZZINO CHE SPAVENTA IL GIGLIO MAGICO (DI M. LILLO)


Giustizia & Impunità
Tiziano Renzi, Alfredo Romeo e Carlo Russo si incontrarono in una “bettola” romana. In cui l’imprenditore di origini campane, arrestato ieri con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta su Consip (leggi) che vede indagato anche il padre dell’ex premier, entrò “da un ingresso riservato”. A raccontarlo in un’intervista a Repubblica è Alfredo Mazzei, commercialista napoletano ed esponente del Pd. A riferirglielo, stando alle sue parole, fu lo stesso Romeo
di F. Q.
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LA GUERRA PER BANDE.

PER CHI SUONA LA POLTRONA.

ULTIMO ATTO??????????????????????







L’ad di Consip accusa Tiziano Renzi e Verdini
“Mi dissero che erano arbitri del mio destino”

E ai pm dice: “Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sugli appalti per conto del padre dell’ex premier”
Il commercialista Pd Mazzei: “Incontro Romeo-Renzi senior in una bettola”. “Falso, mi interroghino”


Giustizia & Impunità

Nella deposizione davanti ai pm di Napoli l’amministratore delegato di Consip Luigi Marroni è stato molto esplicito: “L’imprenditore Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire su un appalto da 2,7 miliardi di euro per conto del babbo di Matteo e di Verdini. Mi dissero che erano gli arbitri del mio destino professionale”. A riportarlo è L’Espresso, che pubblica i contenuti del suo interrogatorio avvenuto lo scorso dicembre
di F. Q.
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LA GUERRA PER BANDE.

PER CHI SUONA LA POLTRONA.

ULTIMO ATTO??????????????????????






La tela di Bocchino "Così gli appalti vanno alle coop per ritorni politici"

L'ex Fli tra gli indagati: spiegava a Romeo i vantaggi del sistema Consip. Il ruolo del dirigente Gasparri. Ombre su De Luca e Caldoro

Massimo Malpica - Gio, 02/03/2017 - 08:20

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Roma Tutto per gli appalti. Dall'ordinanza d'arresto di Alfredo Romeo per lo stralcio romano dell'indagine sulla Consip, emerge un quadro inquietante. Il presunto intreccio tra la fame di business dell'imprenditore partenopeo e la centrale acquisti della Pubblica amministrazione getta ombre oscure anche sulla Consip e sui suoi scopi.


Che il «facilitatore» Italo Bocchino (indagato per traffico di influenze e ieri perquisito) riassume, intercettato con il suo datore di lavoro Romeo, ritagliando uno spazio speciale per le coop.

GLI APPALTI CONSIP? SERVONO ALLE COOP

È il 19 gennaio, e Bocchino racconta all'imprenditore «di esperienze legate al suo recente passato di parlamentare, dal quale emerge chiaramente che gli appalti di Consip devono essere gestiti per favorire prevalentemente le cooperative, in quanto rappresentano sia un bacino di voti dal quale poter attingere (a differenza dei grandi gruppi come Romeo) ed è anche e soprattutto un modo lecito per finanziare la politica e/o il politico di turno». Bocchino sembra anche rivelare una richiesta di soldi da un politico che gli inquirenti hanno oscurato: «Perché un politico - racconta intercettato l'ex parlamentare - può venire da te a chiederti sessantamila euro che ti ha chiesto (omissis), ma i mille pulitori sul territorio, sono mille persone che danno 5mila euro ciascuno, sono mille persone che quando voti si chiamano i loro dipendenti (...) quindi secondo me c'è una scelta politica». Sembra di rileggersi gli atti di Mondo di Mezzo, l'inchiesta su Mafia Capitale che aveva scoperchiato il malaffare nella cooperazione. O anche, come scrive il gip, il sistema, vantaggioso solo per la politica «cattiva», di «copertura capillare dei pubblici appalti mediante finanziamento illecito della politica già emerso 25 anni fa» con Mani Pulite.


I CONTATTI TRA ROMEO E I VERTICI POLITICI


Più volte il grande accusatore di Romeo, il dirigente Consip Marco Gasparri, evoca nei suoi verbali i contatti altolocati di Romeo anche nella sfera politica. Proprio l'uomo Consip racconta che Romeo contava anche su altre fonti interne alla società, e aggiunge che a settembre dello scorso anno «mi disse che aveva fatto un intervento sui vertici della Consip attraverso il massimo livello politico. Non mi disse chi era il politico o i politici presso i quali era intervenuto, ma mi disse che si trattava del livello politico più alto». E per capire se l'intervento era servito, aggiunge Gasparri, Romeo «mi chiese se io avevo registrato un cambiamento di atteggiamento dell'Ad di Consip Marroni nei suoi confronti».

OMAGGI ALBERGHIERI PER AMICI E CONSULENTI


Il gip racconta in che modo Romeo utilizzava gli hotel suoi o dei suoi familiari per «fornire a illustri ospiti vacanze gratuite, probabilmente nel contesto corruttivo qui in corso di esame». Come esempio, subito dopo, il giudice accenna al «soggiorno molto costoso (3.233 euro) presso l'albergo Romeo» offerto a Carlo Russo, l'imprenditore di Scandicci, amico di Tiziano Renzi e che pure il ministro Luca Lotti sponsorizzò con Michele Emiliano affinché il Governatore pugliese accettasse di incontrarlo. Ma i nomi di Russo e della sua compagna non sono gli unici riportati sul «pizzino» riprodotto nell'ordinanza. Dove si legge anche, per due volte, il nome del «presidente De Luca», al quale sarebbe stato offerto il 24 ottobre 2015 qualcosa relativo a «il Comandante» (nome del ristorante dell'hotel Romeo di Napoli) e un non meglio precisato «voucher». Sempre lo stesso foglietto riporta poi i nomi di altri «omaggiati» dal ristorante dell'hotel, il «sig. Lettieri» e il «sig. Caldoro». Il gip non si sbilancia, non dice se Caldoro è l'ex governatore campano (tra l'altro indagato nell'inchiesta Consip), non accenna se Lettieri sia il candidato sindaco del centrodestra a Napoli o un omonimo, né dice nulla sull'eventuale identificazione del «presidente De Luca» con il presidente Dem della Regione Campania Vincenzo De Luca. Non si azzarda a ipotizzare se quella fattura recuperata dalla carta straccia si riferisca a movimenti di soldi, o a dire se «tali vantaggi siano stati resi dal Romeo al fine di ottenere atti contrari ai doveri di ufficio e traffici di influenze». Ma di certo ha offerto «vantaggi gratuiti a terzi soggetti» dai nomi certamente suggestivi.

QUELLA FRUTTUOSA AGITAZIONE DI BOCCHINO


Bocchino ha un ruolo chiave «per favorire i progetti criminali del Romeo», scrive il gip. Che poi riporta stralci di un'intercettazione tra l'imprenditore e il suo ex parlamentare-facilitatore. I due discutono di bandi a loro dire fatti su misura per favorire alcuni e danneggiare altri, tra cui la società Manital che, ricorda Bocchino, «piglia zero, zero... è fuori da tutti i lotti». E l'ex deputato conclude ricordando che «se loro (intesi come gruppo Romeo) non si fossero mossi con mirate entrature» avrebbero potuto puntare solo agli appalti campani: «Se non ci agitavamo come ci siamo agitati nell'ultimo anno - chiosa Bocchino - l'operazione era... chiuditi in Campania».

IL VESTITO DI GASPARRI DOZZINALE PER ROMEO

Tra le tante chiacchiere intercettate c'è anche spazio per schermaglie verbali tra Romeo e il suo uomo in Consip Marco Gasparri, che a botte di 5mila euro a dazione avrebbe preso per la procura circa 100mila euro. Talvolta Romeo è sprezzante con il suo prezioso insider, come quando a settembre «schernisce il suo interlocutore per i suoi abiti: La vuole smettere di comprare sti vestitiell' e 40 euro, 35 euro al mercatino della stazione Garibaldi?».
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