La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Puli puli puli pu fa il tacchino
qua qua qua quà l'ochetta
ci ci ci ci fa il pulcino
e di noi che cosa sarà.
Se gan de dì i viulinista
che sonen semper in fond a l'orchestra
a la matina quand leven su
ciapen l'archet e sel pichen in del...
COCHI E RENATO
INVECE, CICCIO KIM
a la matina quand el se leva su
Corea del Nord, nuovo test missilistico verso il Giappone. Seul: “E’ fallito”
Mondo
di F. Q. | 22 marzo 2017
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2
Più informazioni su: Corea del Nord
La Corea del Nord ha effettuato questa mattina un nuovo test missilistico che i militari di Seul ritengono sia fallito. Lo riferisce l’agenzia Yonhap. Il test di questa mattina ha coinvolto un vettore partito dalla costa orientale e si sarebbe risolto in un fallimento, secondo i militari di Seul. “La Corea del Nord ha lanciato un missile da un’area vicina alla base aerea di Wonsan, ma si ritiene che non sia riuscito”, ha reso noto il ministero della Difesa in una nota. Al momento, sono ancora in corso le verifiche per accertare la tipologia del vettore usato, mentre non è esclusa la possibilità che il Nord proceda ad altre provocazioni con un secondo missile. “I nostri militari sono preparati” ad affrontare uno scenario del genere.
Pyongyang, dopo che il leader Kim Jong-un ha parlato di fasi finali in vista di un test di missile intercontinentale nel discorso alla nazione di inizio anno, ha mostrato dinamismo sul fronte balistico. Il 12 febbraio, infatti, è stata la volta di un missile di medio raggio, presentato con il nome di Pukguksong-2, finito nelle acque del mar del Giappone. Il 6 marzo, invece, è stata la volta di 4 vettori partiti dalla base di Dongchang-ri, nel nordovest del Paese, tre dei quali finiti a 250-300 km dalle coste del Giappone dopo una gittata di circa 1.000 km.
“Il mondo intero testimonierà presto l’importante significato della grande vittoria”, ha commentato Kim, nel resoconto fatto domenica dall’agenzia ufficiale Kcna, sulla prova di un nuovo motore per missili/razzi, quando a Pechino il segretario di Stato americano Rex Tillerson e il presidente cinese Xi Jinping stavano per incontrasi nella Grande Sala del Popolo. Lo sviluppo e il completamento del motore “aiuteranno a consolidare le fondamenta scientifiche e tecnologiche per raggiungere i massimi livelli di messa in orbita satellitare nello sviluppo dell’aerospazio”.
di F. Q. | 22 marzo 2017
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Corea del Nord, nuovo test missilistico verso il Giappone. Seul: “E’ fallito”
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di F. Q. | 22 marzo 2017
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La Corea del Nord ha effettuato questa mattina un nuovo test missilistico che i militari di Seul ritengono sia fallito. Lo riferisce l’agenzia Yonhap. Il test di questa mattina ha coinvolto un vettore partito dalla costa orientale e si sarebbe risolto in un fallimento, secondo i militari di Seul. “La Corea del Nord ha lanciato un missile da un’area vicina alla base aerea di Wonsan, ma si ritiene che non sia riuscito”, ha reso noto il ministero della Difesa in una nota. Al momento, sono ancora in corso le verifiche per accertare la tipologia del vettore usato, mentre non è esclusa la possibilità che il Nord proceda ad altre provocazioni con un secondo missile. “I nostri militari sono preparati” ad affrontare uno scenario del genere.
Pyongyang, dopo che il leader Kim Jong-un ha parlato di fasi finali in vista di un test di missile intercontinentale nel discorso alla nazione di inizio anno, ha mostrato dinamismo sul fronte balistico. Il 12 febbraio, infatti, è stata la volta di un missile di medio raggio, presentato con il nome di Pukguksong-2, finito nelle acque del mar del Giappone. Il 6 marzo, invece, è stata la volta di 4 vettori partiti dalla base di Dongchang-ri, nel nordovest del Paese, tre dei quali finiti a 250-300 km dalle coste del Giappone dopo una gittata di circa 1.000 km.
“Il mondo intero testimonierà presto l’importante significato della grande vittoria”, ha commentato Kim, nel resoconto fatto domenica dall’agenzia ufficiale Kcna, sulla prova di un nuovo motore per missili/razzi, quando a Pechino il segretario di Stato americano Rex Tillerson e il presidente cinese Xi Jinping stavano per incontrasi nella Grande Sala del Popolo. Lo sviluppo e il completamento del motore “aiuteranno a consolidare le fondamenta scientifiche e tecnologiche per raggiungere i massimi livelli di messa in orbita satellitare nello sviluppo dell’aerospazio”.
di F. Q. | 22 marzo 2017
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Londra, attacco al Parlamento
"Due morti, molti feriti gravi"
Numerosi passanti travolti sul ponte di Westminster e un poliziotto accoltellato. "Feriti in condizioni catastrofiche"
di Lucio Di Marzo
34 minuti fa
488
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Londra sotto attacco: terrore e morte a Westminster
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Colpi di fuoco all'esterno della Camera dei Comuni di Londra qualche minuto prima delle ore 16 italiane di mercoledì 22 marzo, per un attacco che dopo le prime incertezze è stato definito terroristico. Panico al Parlamento britannico, che è stato immediatamente sigillato interrompendo la seduta in corso al momento dell'attacco. All'esterno, su Westminster Bridge, sono state ferite almeno una decina di persone. L'attuale bilancio parla di 12 feriti e due morti.
Uno dei presunti assalitori è stato colpito dagli agenti, mentre due persone ferite sono state trattate oltre i cancelli che immettono nella sede istutuzionale.
Secondo le prime ricostruzioni l'uomo ha dapprima investito i passanti sul ponte per poi pugnalare con un coltello due persone e un agente di guardia. Le forze dell'ordine hanno quindi aperto il fuoco abbattendolo. Secondo le testimonianze si tratterebbe di un uomo asiatico, con un'età di circa 40 anni.
© Rex Images
Scotland Yard ha fatto sapere che l'attacco è trattato "come un evento terroristico, fino a prova contraria". Verso le 17:30 italiane la conferma che si tratta di terrorismo. Quasi subito un portavoce ha riferito che la premier Theresa May "è in salvo".
Immediatamente sono scattate le misure di sicurezza anche a Palazzo Chigi e al Senato italiano. Al lavoro l'Unità di crisi della Farnesina, che con la collaborazione del consolato italiano a Londra e l'ambasciata italiana in Gran Bretagna sta verificando l'eventualità che tra le persone coinvolte nell'attacco ci fossero anche cittadini italiani.
Intorno alle 17:15 italiane è arrivata la notizia della morte di una donna, rimasta uccisa nell'attacco al ponte di Westminster come riferito da fonti del Saint Thomas Hospital. Pochi minuti più tardi la conferma del secondo decesso. "Ho sentito quattro colpi d'arma da fuoco, la polizia ci ha chiesto di buttarci a terra per ripararci", ha raccontato la parlamentare conservatrice Helen Grant.
Panico anche sulla London Eye, la ruota panoramica distante pochi metri da Westminster: l'attrazione è stata fermata dopo l'attacco al Parlamento, con diverse persone bloccate al suo interno. Una donna invece è precipitata nel Tamigi dopo che la vettura aveva investito i passanti sul ponte: tratta in salvo, le autorità portuali hanno riferito che è stata sottoposta a trattamento medico d'urgenza.
All'esterno del Parlamento è stato in seguito rinvenuto un pacco sospetto, attaccato ad un veicolo. Gli agenti, prima di procedere all'evacuazione di Westminster, hanno preso in esame il pacco per verificarne il contenuto.
http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... spartanntp
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Colpi di fuoco all'esterno della Camera dei Comuni di Londra qualche minuto prima delle ore 16 italiane di mercoledì 22 marzo, per un attacco che dopo le prime incertezze è stato definito terroristico. Panico al Parlamento britannico, che è stato immediatamente sigillato interrompendo la seduta in corso al momento dell'attacco. All'esterno, su Westminster Bridge, sono state ferite almeno una decina di persone. L'attuale bilancio parla di 12 feriti e due morti.
Uno dei presunti assalitori è stato colpito dagli agenti, mentre due persone ferite sono state trattate oltre i cancelli che immettono nella sede istutuzionale.
Secondo le prime ricostruzioni l'uomo ha dapprima investito i passanti sul ponte per poi pugnalare con un coltello due persone e un agente di guardia. Le forze dell'ordine hanno quindi aperto il fuoco abbattendolo. Secondo le testimonianze si tratterebbe di un uomo asiatico, con un'età di circa 40 anni.
© Rex Images
Scotland Yard ha fatto sapere che l'attacco è trattato "come un evento terroristico, fino a prova contraria". Verso le 17:30 italiane la conferma che si tratta di terrorismo. Quasi subito un portavoce ha riferito che la premier Theresa May "è in salvo".
Immediatamente sono scattate le misure di sicurezza anche a Palazzo Chigi e al Senato italiano. Al lavoro l'Unità di crisi della Farnesina, che con la collaborazione del consolato italiano a Londra e l'ambasciata italiana in Gran Bretagna sta verificando l'eventualità che tra le persone coinvolte nell'attacco ci fossero anche cittadini italiani.
Intorno alle 17:15 italiane è arrivata la notizia della morte di una donna, rimasta uccisa nell'attacco al ponte di Westminster come riferito da fonti del Saint Thomas Hospital. Pochi minuti più tardi la conferma del secondo decesso. "Ho sentito quattro colpi d'arma da fuoco, la polizia ci ha chiesto di buttarci a terra per ripararci", ha raccontato la parlamentare conservatrice Helen Grant.
Panico anche sulla London Eye, la ruota panoramica distante pochi metri da Westminster: l'attrazione è stata fermata dopo l'attacco al Parlamento, con diverse persone bloccate al suo interno. Una donna invece è precipitata nel Tamigi dopo che la vettura aveva investito i passanti sul ponte: tratta in salvo, le autorità portuali hanno riferito che è stata sottoposta a trattamento medico d'urgenza.
All'esterno del Parlamento è stato in seguito rinvenuto un pacco sospetto, attaccato ad un veicolo. Gli agenti, prima di procedere all'evacuazione di Westminster, hanno preso in esame il pacco per verificarne il contenuto.
http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... spartanntp
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Terrore a Londra, “varie vittime, anche agenti”
Suv sulla folla e spari nel cortile del Parlamento
ORA PER ORA – Scotland Yard: “È terrorismo”. 12 feriti. “Un 40enne dai tratti asiatici ha accoltellato
un poliziotto”. Testimoni: “Prima ha falciato i passanti”. Lavori sospesi, May scortata fuori dal palazzo
Mondo
Colpi d’arma da fuoco. Un suv che piomba sulla folla, una decina di persone a terra, tra le quali il presunto assalitore. Il Parlamento chiuso. E’ cominciato poco prima delle 16 il pomeriggio di terrore di Londra. Il leader della Camera dei comuni, il deputato conservatore David Lidington, ha dichiarato che un poliziotto è stato accoltellato nel cortile del palazzo di Westminster e l’assalitore “è stato colpito dagli spari” delle forze dell’ordine
di F. Q.
^^^^^^^
Attentato Londra, suv su folla davanti al Parlamento. “Ucciso assalitore armato di coltello”. Scotland Yard: “Terrorismo. Varie vittime” – FOTO E VIDEO
Mondo
Poco dopo le 15.30 un suv è piombato sulla folla a Westminster Bridge. Secondo testimoni, l'uomo che era alla guida sarebbe sceso dall'auto "armato di coltello". e sarebbe riuscito a entrare nel cortile del Parlamento, dove è stato ucciso dalle forze di sicurezza. Si tratterebbe di "un 40enne dai tratti asiatici"
di F. Q. | 22 marzo 2017
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Più informazioni su: Londra, Regno Unito, Terrorismo, Theresa May
Un suv piomba sulla folla, lasciando una decina di persone a terra. Si odono spari nel cortile del Parlamento. Il presunto assalitore “viene “colpito“. E’ cominciato poco dopo le 15.30 italiane il pomeriggio di terrore di Londra. Il leader della Camera dei comuni, il deputato conservatore David Lidington, ha dichiarato che un poliziotto è stato accoltellato nel cortile del palazzo di Westminster e l’assalitore “è stato colpito dagli spari” delle forze dell’ordine. Secondo Sky News, l’uomo è stato ucciso. L’edificio è stato posto in lockdown e i lavori della Camera dei Comuni sono stati sospesi. Il primo ministro Theresa May è stata evacuata. Scotland Yard afferma che l’attacco a Londra viene trattato “come un evento terroristico fino a prova contraria”.
La dinamica dell’attacco non è ancora chiara ma secondo una prima ricostruzione il suv di colore nero sarebbe piombato sulla folla su Westminster Bridge. L’uomo al volante sarebbe sceso armato di coltello”, sarebbe riuscito a entrare nel cortile del Parlamento, dove avrebbe avto una colluttazione con due agenti. Ne avrebbe ferito uno, mentre l’altro sarebbe riuscito ad allontanarsi per chiamare i rinforzi. Due agenti in borghese avrebbero quindi freddato l’assalitore, “un 40enne dai tratti asiatici” secondo testimoni. Le forze di sicurezza hanno comunicato che “ci sono diverse vittime, anche funzionari di polizia“. Morte, secondo i media, anche due delle persone investite sul Westminster Bridge.
00:43
Secondo il Daily Mail, la polizia ha sparato ad “un uomo che impugnava un coltello” all’interno dell’area dell’edificio, dopo che un’auto aveva falciato diverse persone sul vicino Westminster Bridge, prima di andare ad urtare contro le balaustre. Il tabloid riporta che l’autista del mezzo è poi sceso armato di coltello tentando di fare irruzione nel compound. Diversi i colpi di arma da fuoco uditi intorno alle 14.35 (ora locale), dopo che è stato udito un forte rumore all’interno dell’area del Parlamento.
01:24
“L’uomo aveva qualcosa in mano, come una sorta di bastone – ha raccontato alla Bbc Quentin Letts, giornalista del Daily Mail che si trovava a Westminster al momento dell’attacco – è stato affrontato da una coppia di poliziotti con le giacche gialle e uno di loro è caduto a terra“, “abbiamo visto l’uomo vestito di nero muovere il braccio in un modo che faceva pensare stesse accoltellando o colpendo l’agente, poi un poliziotto è accorso in aiuto e l’assalitore ha corso verso l’ingresso usato dai deputati alla Camera dei Comuni”. “Mentre correva via (…) due uomini in borghese con pistole gli hanno urlato qualcosa come un avvertimento, lui li ha ignorati e loro hanno sparato due o tre volte, poi lui è caduto”.
Un fotografo di Reuters ha visto almeno una decina di persone ferite sul ponte di Westminster. Secondo altre fonti, le persone falciate dall’auto sarebbero almeno 12, mentre sarebbero 2 le persone colpite dalla polizia. Altre fonti ancora riferiscono di un poliziotto ferito. Il vice speaker Lindsay Hoyle ha sospeso la seduta che era in corso e ha ordinato ai deputati presenti di rimanere all’interno dell’Aula parlamentare. La vicina stazione della metropolitana è stata immediatamente chiusa.
(Foto da Twitter)
ORA PER ORA
Ore 18.35 – Finti governo: “Polizia cerca sospetto in Parlamento” – Fonti di alto rango del governo di Londra hanno riferito che la polizia sta ancora cercando un sospettato nell’edificio del Parlamento. Lo ha riferito il Daily Telegraph, mentre l’area del palazzo di Westminster è isolata.
Ore 18.35 – Bbc: “Attentatori potrebbero essere due” – I terroristi coinvolti potrebbero essere due. Lo ipotizza il giornalista della Bbc Daniel Sandford, citando testimoni, che parlano di “un uomo bianco calvo” e di “un uomo scuro di pelle con la barbetta sul mento”. I due sarebbero stati a bordo dell’auto che ha attraversato a tutta velocità il ponte di Westminster.
Ore 18.12 – Site: “Profili jihadisti esultano sui social” – Secondo Rita Katz, direttore di Site, i supporter del gruppo Stato islamico avrebbero scritto che l’attacco di Londra rappresenta una “vendetta per l’attacco britannico a Mosul”, dove le forze del Califfo Al-Baghdadi sono alle corde. “Sangue con sangue”, avrebbero scritto inoltre sui loro canali social. Rita Katz tuttavia non è in grado di determinare se i responsabili dell’attentato siano collegati al Daesh.
Ore 18.02 – Pacco sospetto vicino a Westminster – Un pacco sospetto “attaccato a un veicolo” è stato trovato fuori dal Parlamento di Londra. Lo ha riferito Lord Brian Paddick, un poliziotto in pensione, alla Bbc. Gli agenti “si stanno occupando del pacco prima di dare inizio all’evacuazione di Westminster”, ha aggiunto precisando che all’interno del Parlamento ci sono ancora le forze speciali.
Ore 18.00 – May convoca comitato d’emergenza Cobra
Ore 17.59 – Gentiloni “in contatto per sviluppi” – Il premier Paolo Gentiloni è in costante contatto, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, con la Farnesina e con l’ambasciata italiana a Londra sugli sviluppi dell’attacco a Westminster.
Ore 17.58 – Parlamentare soccorre agente ferito – Tobias Ellwood, deputato Tory, ha tentato di salvare la vita dell’agente ferito al Parlamento di Westminster praticandogli la respirazione bocca a bocca e fermando il flusso di sangue. Il parlamentare, scrive il Telegraph, è rimasto poi accanto all’agente fino all’arrivo dei soccorsi.
Ore 17.55 – Tra i feriti tre studenti francesi – Al momento dei fatti, scrive Ouest-France, una decina di studenti del liceo bretone si trovava sul ponte di Westminster. I tre sono stati ricoverati in ospedale.
Ore 17.46 – Salvata donna sbalzata nel Tamigi – Una donna è finita nelle acque del Tamigi dopo che un’auto è piombata sui passanti sul ponte di Westminster: lo annunciano le autorità portuali, precisando che la donna è stata tratta in salvo, ma è attualmente sottoposta a un trattamento medico d’urgenza.
+++ Ore 17.46 – Polizia: “Varie vittime, anche funzionari di polizia” +++ Il comandante della polizia della capitale britannica, BJ Harrington, in conferenza stampa: “Ci sono diverse vittime, tra cui ufficiali di polizia, ma non possiamo confermarne il numero”.
+++ Ore 17.41 – Sky News: “Due vittime” +++ La seconda vittima tra le persone investite dal suv.
Ore 17.25 – Fermato il London Eye – Il London Eye, la ruota panoramica della capitale britannica, ha sospeso il suo servizio. Lo riferisce il Guardian precisando che è stato chiesto ai turisti che si trovano sul posto di non allontanarsi.
+++ Ore 17.16 – Morta una donna +++ – Il St. Thomas Hospital ha fatto sapere che una donna è morta e altre persone sono state ferite, alcune in modo molto grave.
Ore 17.11 – Scozia, Parlamento di Edimburgo sospende la seduta – Il Parlamento di Edimburgo ha sospeso la sua seduta in segno di solidarietà. A Edimburgo era in corso il dibattito sulla mozione per chiedere a Londra un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito in risposta alla Brexit.
Ore 17.05 – Daily mail: “Morto il poliziotto assalito” – Secondo un testimone al Parlamento di Londra, un poliziotto ferito da un assalitore è morto. Lo ha scritto su Twitter John Stevens, giornalista del Daily Mail. “Una coperta rossa è stata messa sulla persona a terra che crediamo fosse un poliziotto, il personale medico ha smesso di prestargli soccorso”, ha scritto.
Ore 17.03 – Chiusi i cancelli di Buckingham Palace – Cancelli chiusi e misure di sicurezza rafforzate a Buckingham Palace. La regina sarebbe dentro la residenza stando al suo vessillo, Royal Standard, che svetta in cima all’edificio.
Ore 16.59 – Anche Downing Street in lockdown – Anche Downing Street, residenza ufficiale dei premier britannici, è in stato di ‘lockdown’. L’area attorno alla residenza è presidiata in forza dalla polizia che ha fatto allontanare i passanti e i turisti che solitamente frequentano la zona, invitandoli ad indietreggiare verso Trafalgar Square. Un elicottero della polizia volteggia sulla zona, dove sono presenti anche alcuni dei principali ministeri.
Ore – 1652 – Testimone: “Assalitore colpito da uomini in borghese”
Ore 16.51 – La polizia chiede foto e video – In un tweet Scotland Yard esorta i cittadini a consegnare prima di tutto alle forze dell’ordine qualsiasi foto o video dell’attentato
Ore 16.48 – Assalitore asiatico 40enne – Un uomo “dai tratti asiatici, un quarantenne”: così lo descrivono testimoni ai microfoni di Sky News.
Ore 16.36 – Scotland Yard: “E’ terrorismo” – Scotland Yard afferma che l’attacco a Londra viene trattato “come un evento terroristico fino a prova contraria”. Lo riferisce la Press Association.
Ore 16.24 – Sky News: “Assalitore ucciso dalla polizia” – L’uomo che ha sferrato un attacco al Parlamento di Londra è stato ucciso dalla polizia. Lo riferisce Sky News.
Ore 16.13 – Evacuata la premier Theresa May – E’ stata evacuata dal Parlamento la premier britannica Theresa May che si trovava al suo interno quando è avvenuto l’attacco.
Ore 16.02 – Almeno 12 feriti a terra – Diverse persone, secondo alcuni media internazionali almeno 12, sono rimaste ferite in un attacco al Parlamento di Londra. Lo riporta Sky News.
+++ Ore 15.53 – Londra, spari davanti al Parlamento +++
di F. Q. | 22 marzo 2017
Suv sulla folla e spari nel cortile del Parlamento
ORA PER ORA – Scotland Yard: “È terrorismo”. 12 feriti. “Un 40enne dai tratti asiatici ha accoltellato
un poliziotto”. Testimoni: “Prima ha falciato i passanti”. Lavori sospesi, May scortata fuori dal palazzo
Mondo
Colpi d’arma da fuoco. Un suv che piomba sulla folla, una decina di persone a terra, tra le quali il presunto assalitore. Il Parlamento chiuso. E’ cominciato poco prima delle 16 il pomeriggio di terrore di Londra. Il leader della Camera dei comuni, il deputato conservatore David Lidington, ha dichiarato che un poliziotto è stato accoltellato nel cortile del palazzo di Westminster e l’assalitore “è stato colpito dagli spari” delle forze dell’ordine
di F. Q.
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Attentato Londra, suv su folla davanti al Parlamento. “Ucciso assalitore armato di coltello”. Scotland Yard: “Terrorismo. Varie vittime” – FOTO E VIDEO
Mondo
Poco dopo le 15.30 un suv è piombato sulla folla a Westminster Bridge. Secondo testimoni, l'uomo che era alla guida sarebbe sceso dall'auto "armato di coltello". e sarebbe riuscito a entrare nel cortile del Parlamento, dove è stato ucciso dalle forze di sicurezza. Si tratterebbe di "un 40enne dai tratti asiatici"
di F. Q. | 22 marzo 2017
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Un suv piomba sulla folla, lasciando una decina di persone a terra. Si odono spari nel cortile del Parlamento. Il presunto assalitore “viene “colpito“. E’ cominciato poco dopo le 15.30 italiane il pomeriggio di terrore di Londra. Il leader della Camera dei comuni, il deputato conservatore David Lidington, ha dichiarato che un poliziotto è stato accoltellato nel cortile del palazzo di Westminster e l’assalitore “è stato colpito dagli spari” delle forze dell’ordine. Secondo Sky News, l’uomo è stato ucciso. L’edificio è stato posto in lockdown e i lavori della Camera dei Comuni sono stati sospesi. Il primo ministro Theresa May è stata evacuata. Scotland Yard afferma che l’attacco a Londra viene trattato “come un evento terroristico fino a prova contraria”.
La dinamica dell’attacco non è ancora chiara ma secondo una prima ricostruzione il suv di colore nero sarebbe piombato sulla folla su Westminster Bridge. L’uomo al volante sarebbe sceso armato di coltello”, sarebbe riuscito a entrare nel cortile del Parlamento, dove avrebbe avto una colluttazione con due agenti. Ne avrebbe ferito uno, mentre l’altro sarebbe riuscito ad allontanarsi per chiamare i rinforzi. Due agenti in borghese avrebbero quindi freddato l’assalitore, “un 40enne dai tratti asiatici” secondo testimoni. Le forze di sicurezza hanno comunicato che “ci sono diverse vittime, anche funzionari di polizia“. Morte, secondo i media, anche due delle persone investite sul Westminster Bridge.
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Secondo il Daily Mail, la polizia ha sparato ad “un uomo che impugnava un coltello” all’interno dell’area dell’edificio, dopo che un’auto aveva falciato diverse persone sul vicino Westminster Bridge, prima di andare ad urtare contro le balaustre. Il tabloid riporta che l’autista del mezzo è poi sceso armato di coltello tentando di fare irruzione nel compound. Diversi i colpi di arma da fuoco uditi intorno alle 14.35 (ora locale), dopo che è stato udito un forte rumore all’interno dell’area del Parlamento.
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“L’uomo aveva qualcosa in mano, come una sorta di bastone – ha raccontato alla Bbc Quentin Letts, giornalista del Daily Mail che si trovava a Westminster al momento dell’attacco – è stato affrontato da una coppia di poliziotti con le giacche gialle e uno di loro è caduto a terra“, “abbiamo visto l’uomo vestito di nero muovere il braccio in un modo che faceva pensare stesse accoltellando o colpendo l’agente, poi un poliziotto è accorso in aiuto e l’assalitore ha corso verso l’ingresso usato dai deputati alla Camera dei Comuni”. “Mentre correva via (…) due uomini in borghese con pistole gli hanno urlato qualcosa come un avvertimento, lui li ha ignorati e loro hanno sparato due o tre volte, poi lui è caduto”.
Un fotografo di Reuters ha visto almeno una decina di persone ferite sul ponte di Westminster. Secondo altre fonti, le persone falciate dall’auto sarebbero almeno 12, mentre sarebbero 2 le persone colpite dalla polizia. Altre fonti ancora riferiscono di un poliziotto ferito. Il vice speaker Lindsay Hoyle ha sospeso la seduta che era in corso e ha ordinato ai deputati presenti di rimanere all’interno dell’Aula parlamentare. La vicina stazione della metropolitana è stata immediatamente chiusa.
(Foto da Twitter)
ORA PER ORA
Ore 18.35 – Finti governo: “Polizia cerca sospetto in Parlamento” – Fonti di alto rango del governo di Londra hanno riferito che la polizia sta ancora cercando un sospettato nell’edificio del Parlamento. Lo ha riferito il Daily Telegraph, mentre l’area del palazzo di Westminster è isolata.
Ore 18.35 – Bbc: “Attentatori potrebbero essere due” – I terroristi coinvolti potrebbero essere due. Lo ipotizza il giornalista della Bbc Daniel Sandford, citando testimoni, che parlano di “un uomo bianco calvo” e di “un uomo scuro di pelle con la barbetta sul mento”. I due sarebbero stati a bordo dell’auto che ha attraversato a tutta velocità il ponte di Westminster.
Ore 18.12 – Site: “Profili jihadisti esultano sui social” – Secondo Rita Katz, direttore di Site, i supporter del gruppo Stato islamico avrebbero scritto che l’attacco di Londra rappresenta una “vendetta per l’attacco britannico a Mosul”, dove le forze del Califfo Al-Baghdadi sono alle corde. “Sangue con sangue”, avrebbero scritto inoltre sui loro canali social. Rita Katz tuttavia non è in grado di determinare se i responsabili dell’attentato siano collegati al Daesh.
Ore 18.02 – Pacco sospetto vicino a Westminster – Un pacco sospetto “attaccato a un veicolo” è stato trovato fuori dal Parlamento di Londra. Lo ha riferito Lord Brian Paddick, un poliziotto in pensione, alla Bbc. Gli agenti “si stanno occupando del pacco prima di dare inizio all’evacuazione di Westminster”, ha aggiunto precisando che all’interno del Parlamento ci sono ancora le forze speciali.
Ore 18.00 – May convoca comitato d’emergenza Cobra
Ore 17.59 – Gentiloni “in contatto per sviluppi” – Il premier Paolo Gentiloni è in costante contatto, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, con la Farnesina e con l’ambasciata italiana a Londra sugli sviluppi dell’attacco a Westminster.
Ore 17.58 – Parlamentare soccorre agente ferito – Tobias Ellwood, deputato Tory, ha tentato di salvare la vita dell’agente ferito al Parlamento di Westminster praticandogli la respirazione bocca a bocca e fermando il flusso di sangue. Il parlamentare, scrive il Telegraph, è rimasto poi accanto all’agente fino all’arrivo dei soccorsi.
Ore 17.55 – Tra i feriti tre studenti francesi – Al momento dei fatti, scrive Ouest-France, una decina di studenti del liceo bretone si trovava sul ponte di Westminster. I tre sono stati ricoverati in ospedale.
Ore 17.46 – Salvata donna sbalzata nel Tamigi – Una donna è finita nelle acque del Tamigi dopo che un’auto è piombata sui passanti sul ponte di Westminster: lo annunciano le autorità portuali, precisando che la donna è stata tratta in salvo, ma è attualmente sottoposta a un trattamento medico d’urgenza.
+++ Ore 17.46 – Polizia: “Varie vittime, anche funzionari di polizia” +++ Il comandante della polizia della capitale britannica, BJ Harrington, in conferenza stampa: “Ci sono diverse vittime, tra cui ufficiali di polizia, ma non possiamo confermarne il numero”.
+++ Ore 17.41 – Sky News: “Due vittime” +++ La seconda vittima tra le persone investite dal suv.
Ore 17.25 – Fermato il London Eye – Il London Eye, la ruota panoramica della capitale britannica, ha sospeso il suo servizio. Lo riferisce il Guardian precisando che è stato chiesto ai turisti che si trovano sul posto di non allontanarsi.
+++ Ore 17.16 – Morta una donna +++ – Il St. Thomas Hospital ha fatto sapere che una donna è morta e altre persone sono state ferite, alcune in modo molto grave.
Ore 17.11 – Scozia, Parlamento di Edimburgo sospende la seduta – Il Parlamento di Edimburgo ha sospeso la sua seduta in segno di solidarietà. A Edimburgo era in corso il dibattito sulla mozione per chiedere a Londra un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito in risposta alla Brexit.
Ore 17.05 – Daily mail: “Morto il poliziotto assalito” – Secondo un testimone al Parlamento di Londra, un poliziotto ferito da un assalitore è morto. Lo ha scritto su Twitter John Stevens, giornalista del Daily Mail. “Una coperta rossa è stata messa sulla persona a terra che crediamo fosse un poliziotto, il personale medico ha smesso di prestargli soccorso”, ha scritto.
Ore 17.03 – Chiusi i cancelli di Buckingham Palace – Cancelli chiusi e misure di sicurezza rafforzate a Buckingham Palace. La regina sarebbe dentro la residenza stando al suo vessillo, Royal Standard, che svetta in cima all’edificio.
Ore 16.59 – Anche Downing Street in lockdown – Anche Downing Street, residenza ufficiale dei premier britannici, è in stato di ‘lockdown’. L’area attorno alla residenza è presidiata in forza dalla polizia che ha fatto allontanare i passanti e i turisti che solitamente frequentano la zona, invitandoli ad indietreggiare verso Trafalgar Square. Un elicottero della polizia volteggia sulla zona, dove sono presenti anche alcuni dei principali ministeri.
Ore – 1652 – Testimone: “Assalitore colpito da uomini in borghese”
Ore 16.51 – La polizia chiede foto e video – In un tweet Scotland Yard esorta i cittadini a consegnare prima di tutto alle forze dell’ordine qualsiasi foto o video dell’attentato
Ore 16.48 – Assalitore asiatico 40enne – Un uomo “dai tratti asiatici, un quarantenne”: così lo descrivono testimoni ai microfoni di Sky News.
Ore 16.36 – Scotland Yard: “E’ terrorismo” – Scotland Yard afferma che l’attacco a Londra viene trattato “come un evento terroristico fino a prova contraria”. Lo riferisce la Press Association.
Ore 16.24 – Sky News: “Assalitore ucciso dalla polizia” – L’uomo che ha sferrato un attacco al Parlamento di Londra è stato ucciso dalla polizia. Lo riferisce Sky News.
Ore 16.13 – Evacuata la premier Theresa May – E’ stata evacuata dal Parlamento la premier britannica Theresa May che si trovava al suo interno quando è avvenuto l’attacco.
Ore 16.02 – Almeno 12 feriti a terra – Diverse persone, secondo alcuni media internazionali almeno 12, sono rimaste ferite in un attacco al Parlamento di Londra. Lo riporta Sky News.
+++ Ore 15.53 – Londra, spari davanti al Parlamento +++
di F. Q. | 22 marzo 2017
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Re: La Terza Guerra Mondiale
22 mar 2017 18:29
LONDRA SOTTO ATTACCO - DUE FERITI SONO MORTI DOPO L’AGGUATO DELL’UOMO ‘ASIATICO, FORSE PACHISTANO, DI MEZZA ETÀ’ CHE HA TRAVOLTO PASSANTI E ACCOLTELLATO UN POLIZIOTTO A WESTMINSTER. ALMENO UNA DOZZINA DI FERITI - LE FOTO DEL ‘DAILY MAIL’ (PER STOMACI FORTI)
Da ansa.it, articolo con foto
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 144174.htm
LONDRA SOTTO ATTACCO - DUE FERITI SONO MORTI DOPO L’AGGUATO DELL’UOMO ‘ASIATICO, FORSE PACHISTANO, DI MEZZA ETÀ’ CHE HA TRAVOLTO PASSANTI E ACCOLTELLATO UN POLIZIOTTO A WESTMINSTER. ALMENO UNA DOZZINA DI FERITI - LE FOTO DEL ‘DAILY MAIL’ (PER STOMACI FORTI)
Da ansa.it, articolo con foto
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 144174.htm
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Re: La Terza Guerra Mondiale
PROPRIO IERI POMERIGGIO HO CHIESTO ALL’AMICO CHE ERA IN SERVIZIO AL CONTROLLO DELL’INGRESSO DELLA COOP DEL CENTROSARCA, DI OSSERVARE IL VIA VAI DELLA GENTE IN UN GIORNO APPARENTEMENTE NORMALE. TUTTO SI SVOLGEVA COME SE NON FOSSE ACCADUTO NIENTE AL MATTINO NEL NORD COREA.
EVIDENTEMENTE, LUCA CARACCIOLO E’ DELLO STESSO AVVISO.
Reportage
Così Kim Jong-un prepara la guerra atomica
Il dittatore della Corea del Nord lancia missili, uccide i rivali, minaccia i vicini. E adesso un attacco Usa non è più fantapolitica
di Lucio Caracciolo
22 marzo 2017
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Kim Jong-un (al centro) Abbiamo un grosso problema... Così Barack Obama, ricevendo il 10 novembre scorso Donald Trump, appena eletto alla presidenza degli Stati Uniti, comunicava al suo successore l’imminenza del pericolo nordcoreano. L’intelligence americana era infatti giunta alla conclusione che il regime di Pyongyang avesse compiuto un salto di qualità nella sua pianificazione strategica.
Dopo anni di interminabile braccio di ferro con gli Usa e con le altre potenze mondiali, nel quale la Corea del Nord si esibiva in test atomici destinati soprattutto a ottenere aiuti economici ventilando la minaccia dello sviluppo di un proprio arsenale nucleare, il nuovo leader Kim Jong-un ha infatti cambiato strategia. L’obiettivo adesso non è esibire capacità nucleari per sovvenzionare un Paese che altrimenti rischia la fine. Si tratta invece di prepararsi alla guerra atomica. Pronti a colpire per primi la Corea del Sud, il Giappone, le basi americane in Asia e, in una prospettiva di quattro-otto anni, perfino la costa occidentale degli Stati Uniti. Secondo le previsioni del Pentagono, infatti, la Corea del Nord potrebbe dotarsi di missili balistici intercontinentali (Icbm) teoricamente in grado di vetrificare San Francisco e Los Angeles entro la fine di questo mandato di Trump
Il 6 marzo scorso il regime di Pyongyang ha lanciato quattro missili capaci di portare una testata nucleare miniaturizzata verso il Mar del Giappone, a un migliaio di chilometri di distanza. Si tratta di vettori Scud perfezionati, ammarati non lontano dalla base giapponese di Iwakuni, che ospita gli F-35 americani pronti a colpire la Corea del Nord. Il lancio è avvenuto mentre erano in corso le manovre congiunte sudcoreano-statunitensi denominate Foal Eagle, con cui i due alleati simulavano un attacco alle infrastrutture missilistiche e nucleari nordcoreane. Il messaggio non poteva essere più chiaro.
Nella strategia nordcoreana la bomba atomica potrebbe in futuro essere impiegata in funzione preventiva e/o provocatoria contro Seul e/o Tokyo, tenendo di riserva la possibilità di un secondo colpo contro la California con missili balistici intercontinentali, nella speranza che Washington non vorrà mettere a rischio le sue metropoli per distruggere Pyongyang con una testata nucleare. Potrà apparire una follia. Ma per Kim Jong-un la vera pazzia sarebbe rinunciare all’arsenale atomico, già oggi di discreta consistenza, per fare la fine di Saddam o di Gheddafi.
Idealmente, Kim Jong-un vorrebbe farsi riconoscere come potenza nucleare dagli Stati Uniti. Così garantendo la sopravvivenza del suo peculiarissimo regime. Per questo non ha mancato di far sapere ai visitatori americani di essere più che disponibile a trattare direttamente con il presidente americano. Trump stesso si era lasciato scappare in campagna elettorale che se utile sarebbe stato disposto a condividere un hamburger con il suo omologo di Pyongyang. Banchetto oggi difficilmente concepibile.
L’amministrazione di Washington prende ormai molto sul serio lo scenario della guerra atomica intorno alle due Coree. La pianificazione è avanzata e viene continuamente aggiornata. Washington potrebbe decidere di scatenare un attacco preventivo contro le basi nordcoreane prima che Pyongyang si doti dei vettori Icbm, per decapitare il regime e negargli la possibilità di un secondo colpo.
Quando tutti gli attori di una crisi ragionano in termini di prevenzione atomica, il rischio di guerra aumenta esponenzialmente. Né dobbiamo dimenticare che il Giappone è potenza nucleare di fatto, disponendo della tecnologia e del materiale fissile per costruirsi la bomba nel giro di settimane (alcuni pensano che l’abbia già), e che la Corea del Sud sta seriamente riflettendo sulla necessità di produrre un arsenale autonomo, non fidandosi troppo dell’ombrello Usa.
Sono passati oltre sessant’anni da quando il conflitto coreano (1950-53) è stato congelato lungo la cosiddetta “zona smilitarizzata” – in realtà l’area di massima densità militare al mondo – che corre attorno al 38° parallelo, linea divisoria fra le Coree. Lo status quo finora regge perché sembra convenire a tutte le potenze interessate. Alla Cina, che in caso di riunificazione della Corea si troverebbe le truppe Usa schierate a ridosso della propria frontiera, e dovrebbe gestire un flusso di milioni di rifugiati nordcoreani. Agli Stati Uniti, che non guardano con leggerezza alla prospettiva di trovarsi coinvolti in un conflitto atomico che ne rimetterebbe in gioco la funzione nello scacchiere asiatico-pacifico. Alla Russia, anch’essa esposta ai contraccolpi di uno scambio di bombe atomiche presso la sua frontiera estremo-orientale. Alla Corea del Sud e al Giappone, primi bersagli dell’offensiva nordcoreana. Per Seul, poi, gestire dopo una vittoria le macerie della Corea del Nord, oltre ai danni che questa può infliggerle, equivale quasi a una sconfitta.
Oltretutto, calcolare l’effettivo grado di minaccia proveniente da Pyongyang è molto arduo, data l’impermeabilità del regime e quindi la esiguità dei dati affidabili di cui dispongono le migliori intelligence mondiali, americana compresa. Quando le informazioni scarseggiano è facile inclinare al pessimismo, ragionando per prudenza sul peggiore scenario possibile. E operando di conseguenza.
Trump sembra convinto che la Cina possa fare molto di più per tenere a bada i suoi “alleati” nordcoreani. Probabilmente non è così. Già in passato Pechino ha mosso le sue leve – a cominciare da quelle economiche – per indurre alla ragione la cricca di Pyongyang. Con risultati molto modesti. Xi Jinping non intende comunque affamare i nordcoreani, perché se il regime collassasse sotto la pressione di una rivolta popolare la Cina si troverebbe con una Corea unita e filoamericana alla frontiera, non proprio un obiettivo appetibile.
Ad aggravare il clima di questa crisi in gestazione, il caos politico sudcoreano coronato dalle dimissioni della presidente Park Geun-hye, accusata di corruzione. Nel prossimo inverno si voterà per il successore, che probabilmente sarà un esponente della sinistra più o meno disponibile al negoziato con Pyongyang. E soprattutto assai critico circa l’urgenza di dotarsi di uno scudo antimissile (sistema Thaad) che gli americani, d’intesa con l’esecutivo interinale di Seul, stanno cercando di allestire in fretta e furia nel paese. Per proteggere la Corea del Sud dai missili nordcoreani, secondo Washington. Per difendere le locali basi americane, secondo molti sudcoreani. Come deterrente contro la Cina, aggiungono i cinesi.
Spesso le guerre scoppiano inattese. Nel caso coreano, mai conflitto sarebbe stato più preparato. Tutti sono consapevoli degli enormi rischi per la penisola coreana e per il mondo intero, considerando che l’eventualità del coinvolgimento cinese o anche russo non può escludersi. Se poi Trump dovesse davvero convincersi che occorre anticipare Kim Jong-un con un pre-emptive strike all’arma atomica – magari anche per rafforzare la sua incerta leadership domestica – o se il dittatore nordcoreano, sentendosi alle strette, scegliesse di giocare il tutto per tutto, quello che ancora oggi appare uno scenario catastrofico ma ipotetico potrebbe diventare tragica realtà. E non si dica che non ne sapevamo nulla.
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Kim Jong-un (al centro) Abbiamo un grosso problema... Così Barack Obama, ricevendo il 10 novembre scorso Donald Trump, appena eletto alla presidenza degli Stati Uniti, comunicava al suo successore l’imminenza del pericolo nordcoreano. L’intelligence americana era infatti giunta alla conclusione che il regime di Pyongyang avesse compiuto un salto di qualità nella sua pianificazione strategica.
Dopo anni di interminabile braccio di ferro con gli Usa e con le altre potenze mondiali, nel quale la Corea del Nord si esibiva in test atomici destinati soprattutto a ottenere aiuti economici ventilando la minaccia dello sviluppo di un proprio arsenale nucleare, il nuovo leader Kim Jong-un ha infatti cambiato strategia. L’obiettivo adesso non è esibire capacità nucleari per sovvenzionare un Paese che altrimenti rischia la fine. Si tratta invece di prepararsi alla guerra atomica. Pronti a colpire per primi la Corea del Sud, il Giappone, le basi americane in Asia e, in una prospettiva di quattro-otto anni, perfino la costa occidentale degli Stati Uniti. Secondo le previsioni del Pentagono, infatti, la Corea del Nord potrebbe dotarsi di missili balistici intercontinentali (Icbm) teoricamente in grado di vetrificare San Francisco e Los Angeles entro la fine di questo mandato di Trump
Il 6 marzo scorso il regime di Pyongyang ha lanciato quattro missili capaci di portare una testata nucleare miniaturizzata verso il Mar del Giappone, a un migliaio di chilometri di distanza. Si tratta di vettori Scud perfezionati, ammarati non lontano dalla base giapponese di Iwakuni, che ospita gli F-35 americani pronti a colpire la Corea del Nord. Il lancio è avvenuto mentre erano in corso le manovre congiunte sudcoreano-statunitensi denominate Foal Eagle, con cui i due alleati simulavano un attacco alle infrastrutture missilistiche e nucleari nordcoreane. Il messaggio non poteva essere più chiaro.
Nella strategia nordcoreana la bomba atomica potrebbe in futuro essere impiegata in funzione preventiva e/o provocatoria contro Seul e/o Tokyo, tenendo di riserva la possibilità di un secondo colpo contro la California con missili balistici intercontinentali, nella speranza che Washington non vorrà mettere a rischio le sue metropoli per distruggere Pyongyang con una testata nucleare. Potrà apparire una follia. Ma per Kim Jong-un la vera pazzia sarebbe rinunciare all’arsenale atomico, già oggi di discreta consistenza, per fare la fine di Saddam o di Gheddafi.
Idealmente, Kim Jong-un vorrebbe farsi riconoscere come potenza nucleare dagli Stati Uniti. Così garantendo la sopravvivenza del suo peculiarissimo regime. Per questo non ha mancato di far sapere ai visitatori americani di essere più che disponibile a trattare direttamente con il presidente americano. Trump stesso si era lasciato scappare in campagna elettorale che se utile sarebbe stato disposto a condividere un hamburger con il suo omologo di Pyongyang. Banchetto oggi difficilmente concepibile.
L’amministrazione di Washington prende ormai molto sul serio lo scenario della guerra atomica intorno alle due Coree. La pianificazione è avanzata e viene continuamente aggiornata. Washington potrebbe decidere di scatenare un attacco preventivo contro le basi nordcoreane prima che Pyongyang si doti dei vettori Icbm, per decapitare il regime e negargli la possibilità di un secondo colpo.
Quando tutti gli attori di una crisi ragionano in termini di prevenzione atomica, il rischio di guerra aumenta esponenzialmente. Né dobbiamo dimenticare che il Giappone è potenza nucleare di fatto, disponendo della tecnologia e del materiale fissile per costruirsi la bomba nel giro di settimane (alcuni pensano che l’abbia già), e che la Corea del Sud sta seriamente riflettendo sulla necessità di produrre un arsenale autonomo, non fidandosi troppo dell’ombrello Usa.
Sono passati oltre sessant’anni da quando il conflitto coreano (1950-53) è stato congelato lungo la cosiddetta “zona smilitarizzata” – in realtà l’area di massima densità militare al mondo – che corre attorno al 38° parallelo, linea divisoria fra le Coree. Lo status quo finora regge perché sembra convenire a tutte le potenze interessate. Alla Cina, che in caso di riunificazione della Corea si troverebbe le truppe Usa schierate a ridosso della propria frontiera, e dovrebbe gestire un flusso di milioni di rifugiati nordcoreani. Agli Stati Uniti, che non guardano con leggerezza alla prospettiva di trovarsi coinvolti in un conflitto atomico che ne rimetterebbe in gioco la funzione nello scacchiere asiatico-pacifico. Alla Russia, anch’essa esposta ai contraccolpi di uno scambio di bombe atomiche presso la sua frontiera estremo-orientale. Alla Corea del Sud e al Giappone, primi bersagli dell’offensiva nordcoreana. Per Seul, poi, gestire dopo una vittoria le macerie della Corea del Nord, oltre ai danni che questa può infliggerle, equivale quasi a una sconfitta.
Oltretutto, calcolare l’effettivo grado di minaccia proveniente da Pyongyang è molto arduo, data l’impermeabilità del regime e quindi la esiguità dei dati affidabili di cui dispongono le migliori intelligence mondiali, americana compresa. Quando le informazioni scarseggiano è facile inclinare al pessimismo, ragionando per prudenza sul peggiore scenario possibile. E operando di conseguenza.
Trump sembra convinto che la Cina possa fare molto di più per tenere a bada i suoi “alleati” nordcoreani. Probabilmente non è così. Già in passato Pechino ha mosso le sue leve – a cominciare da quelle economiche – per indurre alla ragione la cricca di Pyongyang. Con risultati molto modesti. Xi Jinping non intende comunque affamare i nordcoreani, perché se il regime collassasse sotto la pressione di una rivolta popolare la Cina si troverebbe con una Corea unita e filoamericana alla frontiera, non proprio un obiettivo appetibile.
Ad aggravare il clima di questa crisi in gestazione, il caos politico sudcoreano coronato dalle dimissioni della presidente Park Geun-hye, accusata di corruzione. Nel prossimo inverno si voterà per il successore, che probabilmente sarà un esponente della sinistra più o meno disponibile al negoziato con Pyongyang. E soprattutto assai critico circa l’urgenza di dotarsi di uno scudo antimissile (sistema Thaad) che gli americani, d’intesa con l’esecutivo interinale di Seul, stanno cercando di allestire in fretta e furia nel paese. Per proteggere la Corea del Sud dai missili nordcoreani, secondo Washington. Per difendere le locali basi americane, secondo molti sudcoreani. Come deterrente contro la Cina, aggiungono i cinesi.
Spesso le guerre scoppiano inattese. Nel caso coreano, mai conflitto sarebbe stato più preparato. Tutti sono consapevoli degli enormi rischi per la penisola coreana e per il mondo intero, considerando che l’eventualità del coinvolgimento cinese o anche russo non può escludersi. Se poi Trump dovesse davvero convincersi che occorre anticipare Kim Jong-un con un pre-emptive strike all’arma atomica – magari anche per rafforzare la sua incerta leadership domestica – o se il dittatore nordcoreano, sentendosi alle strette, scegliesse di giocare il tutto per tutto, quello che ancora oggi appare uno scenario catastrofico ma ipotetico potrebbe diventare tragica realtà. E non si dica che non ne sapevamo nulla.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Attacco a Londra preannunciato sul web: bufera su servizi segreti Gb
3/33
Tgcom24
Redazione Tgcom24 2 ore fa
E' bufera sugli 007 del Regno Unito. Sul forum 4Chan, un utente anonimo, il giorno prima dell'attacco a Westminster, aveva pubblicato un messaggio cifrato con le coordinate del luogo da colpire e una foto raffigurante due pistole. Se la sicurezza sul posto, al momento dell'attentato, ha dimostrato di avere i riflessi pronti, i servizi segreti no. Inoltre da un paio di giorni sulle chat jihadiste c'erano segnali di attività più intense.
L'Isis festeggia ma non rivendica l'attacco - Lo Stato islamico ha festeggiato in Rete l'assalto a Westminster, finora, però non è stata fatta alcuna rivendicazione, anche se il modus operandi rimanda agli attentati avvenuti in Francia e a Bruxelles. Quest'ultimo attacco al cuore di Londra cade proprio a un anno da quello di Bruxelles, dove 32 persone hanno perso la vita. Sull'autore restano ancora forti dubbi. Se in un primo momento era circolata la voce di Abu Izzadeen, portavoce di un gruppo jihadista, la famiglia ha fatto sapere che si trova in carcere. Per risalire all'identità dell'assalitore si seguono le pista del telefonino e del Suv.
3/33
Tgcom24
Redazione Tgcom24 2 ore fa
E' bufera sugli 007 del Regno Unito. Sul forum 4Chan, un utente anonimo, il giorno prima dell'attacco a Westminster, aveva pubblicato un messaggio cifrato con le coordinate del luogo da colpire e una foto raffigurante due pistole. Se la sicurezza sul posto, al momento dell'attentato, ha dimostrato di avere i riflessi pronti, i servizi segreti no. Inoltre da un paio di giorni sulle chat jihadiste c'erano segnali di attività più intense.
L'Isis festeggia ma non rivendica l'attacco - Lo Stato islamico ha festeggiato in Rete l'assalto a Westminster, finora, però non è stata fatta alcuna rivendicazione, anche se il modus operandi rimanda agli attentati avvenuti in Francia e a Bruxelles. Quest'ultimo attacco al cuore di Londra cade proprio a un anno da quello di Bruxelles, dove 32 persone hanno perso la vita. Sull'autore restano ancora forti dubbi. Se in un primo momento era circolata la voce di Abu Izzadeen, portavoce di un gruppo jihadista, la famiglia ha fatto sapere che si trova in carcere. Per risalire all'identità dell'assalitore si seguono le pista del telefonino e del Suv.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
ARMIAMOCI E PARTITE
L'orrore nel cuore dell'Europa
Combattere lo Stato islamico a Raqqa o Mosul sta servendo a poco. Grazie al nostro buonismo i nemici sono già qui
di Gian Micalessin
5 ore fa
95
^^^^^^^^
Commenti:
1
A un anno da Bruxelles l'orrore del Califfato è nel cuore dell'Europa
Combattere l'Isis a Raqqa o Mosul serve a poco: grazie al nostro buonismo i nemici sono già qui
Gian Micalessin - Gio, 23/03/2017 - 22:59
commenta
Ora è tutto chiaro. Riprendere Mosul sloggiare l'Isis da Raqqa, eliminare Abu Bakr Al Baghdadi servirà a poco perché il Califfato è già dentro di noi, dentro l'Europa, dentro le nostre città.
La nostra debolezza e la nostra indecisione gli hanno consentito di ritagliarsi lo stesso spazio che un tempo occupava in Afghanistan e Medio Oriente. E ricordare che le stragi del luglio 2005 non piegarono né sconfissero Londra non deve consolarci. La genesi, la natura e la dinamica dell'assalto messo a segno ieri dimostra che in Gran Bretagna, come già in Francia e in Germania, e a Bruxelles giusto un anno fa, lo Stato Islamico, Al Qaida e le altre organizzazioni dell'Islam terrorista non hanno più bisogno di tenere in vita costose e complesse strutture operative. Per colpire i luoghi simbolo delle nostre istituzioni, per seminare morte nel cuore delle nostre capitali è ormai sufficiente la folle determinazione dei lupi solitari, di quegli zombie dello jihadismo reperibili a costo zero tra gli emarginati e i piccoli delinquenti di qualsiasi comunità islamica. È successo a Nizza e Orly, è accaduto a Berlino ed è puntualmente avvenuto di nuovo sul ponte del Tamigi. E di questo passo veder lo stesso orrore ripetersi anche nel nostro Paese sarà solo questione di tempo.
Per capire quel che è successo e comprendere le nostre responsabilità basta guardare quanto avviene in Europa. I Paesi europei dove gli zombie del terrore mettono a segno i colpi più devastanti sono, per ora, quelli dove la comunità musulmana, e la parte più estrema di essa, ha una presenza significativa e ben radicata non solo in termini di fedeli, ma anche di luoghi di culto e di quartieri trasformati in esplosive enclave dell'islamismo. E dove tanti giovani musulmani di seconda e terza generazione transitano inesorabilmente dall'emarginazione alla delinquenza, dalle carceri all'estremismo. Fino a qualche anno fa per trasformare questi piccoli delinquenti radicalizzati in veri e propri terroristi serviva il catalizzatore di un'organizzazione armata capace di reclutarli nelle moschee, trasferirli per qualche mese nei campi in Afghanistan e poi riparcheggiarli a Londra Parigi o Milano. Fino al momento di colpire gli apprendisti terroristi restavano però dei fuggitivi, consapevoli d'appartenere a una minoranza braccata che l'Occidente poteva facilmente individuare e schiacciare.
La debolezza al limite della connivenza dimostrata dall'Europa e dall'America di Obama davanti all'emergere e all'allargarsi del Califfato ha cambiato questi parametri. Dal 2013 in poi 5mila jihadisti hanno scoperto di potersi muovere tra l'Europa e le prime linee siriane senza che nessuno si premurasse di fermarli alle frontiere, senza che nessuno li interrogasse al rientro in patria. E a consacrare l'idea di un'Europa prona e impotente, priva ormai di regole e confini, s'è aggiunta la lezione di Angela Merkel. Trasformando il mantra dell'accoglienza nel passaporto garantito a chiunque bussasse alle porte del Vecchio Continente ha suggellato l'idea di un Europa senza più né frontiere né Sovranità nazionali. Un'Europa in cui chiunque è libero di transitare liberamente da Parigi, Londra e Berlino ai territori di quel Califfato che a parole sosteniamo di combattere.
Tutto questo ha regalato ai sostenitori del fanatismo la convinzione di essersi trasformati da minoranza isolata e braccata ad avanguardia onnipotente e invincibile. E la loro sostanziale impunità ha spinto tanti altri islamisti europei ad assumerli come esempio di eroi spietati e implacabili di cui emulare le gesta. In breve il terrore islamista s'è convinto di non aver più bisogno né dei campi afghani né dell'aleatorio Califfato creato a loro uso e consumo dallo Stato Islamico di Abu Bakr Al Baghdadi. Grazie all'impunità garantita a chi trasforma le moschee in centrali dell'odio, grazie alla tolleranza nei confronti dei quartieri europei dove la sharia s'impone su quella dello stato, grazie al permissivo buonista con cui chiudiamo gli occhi su moglie e figlie condannate alla prigionia dei niqab abbiamo dati vita ai piccoli Califfati europei. E così ora i nostri assassini sono in mezzo a noi.
L'orrore nel cuore dell'Europa
Combattere lo Stato islamico a Raqqa o Mosul sta servendo a poco. Grazie al nostro buonismo i nemici sono già qui
di Gian Micalessin
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A un anno da Bruxelles l'orrore del Califfato è nel cuore dell'Europa
Combattere l'Isis a Raqqa o Mosul serve a poco: grazie al nostro buonismo i nemici sono già qui
Gian Micalessin - Gio, 23/03/2017 - 22:59
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Ora è tutto chiaro. Riprendere Mosul sloggiare l'Isis da Raqqa, eliminare Abu Bakr Al Baghdadi servirà a poco perché il Califfato è già dentro di noi, dentro l'Europa, dentro le nostre città.
La nostra debolezza e la nostra indecisione gli hanno consentito di ritagliarsi lo stesso spazio che un tempo occupava in Afghanistan e Medio Oriente. E ricordare che le stragi del luglio 2005 non piegarono né sconfissero Londra non deve consolarci. La genesi, la natura e la dinamica dell'assalto messo a segno ieri dimostra che in Gran Bretagna, come già in Francia e in Germania, e a Bruxelles giusto un anno fa, lo Stato Islamico, Al Qaida e le altre organizzazioni dell'Islam terrorista non hanno più bisogno di tenere in vita costose e complesse strutture operative. Per colpire i luoghi simbolo delle nostre istituzioni, per seminare morte nel cuore delle nostre capitali è ormai sufficiente la folle determinazione dei lupi solitari, di quegli zombie dello jihadismo reperibili a costo zero tra gli emarginati e i piccoli delinquenti di qualsiasi comunità islamica. È successo a Nizza e Orly, è accaduto a Berlino ed è puntualmente avvenuto di nuovo sul ponte del Tamigi. E di questo passo veder lo stesso orrore ripetersi anche nel nostro Paese sarà solo questione di tempo.
Per capire quel che è successo e comprendere le nostre responsabilità basta guardare quanto avviene in Europa. I Paesi europei dove gli zombie del terrore mettono a segno i colpi più devastanti sono, per ora, quelli dove la comunità musulmana, e la parte più estrema di essa, ha una presenza significativa e ben radicata non solo in termini di fedeli, ma anche di luoghi di culto e di quartieri trasformati in esplosive enclave dell'islamismo. E dove tanti giovani musulmani di seconda e terza generazione transitano inesorabilmente dall'emarginazione alla delinquenza, dalle carceri all'estremismo. Fino a qualche anno fa per trasformare questi piccoli delinquenti radicalizzati in veri e propri terroristi serviva il catalizzatore di un'organizzazione armata capace di reclutarli nelle moschee, trasferirli per qualche mese nei campi in Afghanistan e poi riparcheggiarli a Londra Parigi o Milano. Fino al momento di colpire gli apprendisti terroristi restavano però dei fuggitivi, consapevoli d'appartenere a una minoranza braccata che l'Occidente poteva facilmente individuare e schiacciare.
La debolezza al limite della connivenza dimostrata dall'Europa e dall'America di Obama davanti all'emergere e all'allargarsi del Califfato ha cambiato questi parametri. Dal 2013 in poi 5mila jihadisti hanno scoperto di potersi muovere tra l'Europa e le prime linee siriane senza che nessuno si premurasse di fermarli alle frontiere, senza che nessuno li interrogasse al rientro in patria. E a consacrare l'idea di un'Europa prona e impotente, priva ormai di regole e confini, s'è aggiunta la lezione di Angela Merkel. Trasformando il mantra dell'accoglienza nel passaporto garantito a chiunque bussasse alle porte del Vecchio Continente ha suggellato l'idea di un Europa senza più né frontiere né Sovranità nazionali. Un'Europa in cui chiunque è libero di transitare liberamente da Parigi, Londra e Berlino ai territori di quel Califfato che a parole sosteniamo di combattere.
Tutto questo ha regalato ai sostenitori del fanatismo la convinzione di essersi trasformati da minoranza isolata e braccata ad avanguardia onnipotente e invincibile. E la loro sostanziale impunità ha spinto tanti altri islamisti europei ad assumerli come esempio di eroi spietati e implacabili di cui emulare le gesta. In breve il terrore islamista s'è convinto di non aver più bisogno né dei campi afghani né dell'aleatorio Califfato creato a loro uso e consumo dallo Stato Islamico di Abu Bakr Al Baghdadi. Grazie all'impunità garantita a chi trasforma le moschee in centrali dell'odio, grazie alla tolleranza nei confronti dei quartieri europei dove la sharia s'impone su quella dello stato, grazie al permissivo buonista con cui chiudiamo gli occhi su moglie e figlie condannate alla prigionia dei niqab abbiamo dati vita ai piccoli Califfati europei. E così ora i nostri assassini sono in mezzo a noi.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
A MITRAGLIA ARMATA
Il redattore del Giornale ci ha messo del suo nel scegliere la foto.
"Inutile schedare i terroristi
se poi si lasciano in libertà"
Luttwak, esperto di strategia militare: "Vanno seguiti come la loro ombra, arrestati, deportati. Siamo in guerra"
di Annalisa Chirico
2 ore fa
422
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78446.html
Il redattore del Giornale ci ha messo del suo nel scegliere la foto.
"Inutile schedare i terroristi
se poi si lasciano in libertà"
Luttwak, esperto di strategia militare: "Vanno seguiti come la loro ombra, arrestati, deportati. Siamo in guerra"
di Annalisa Chirico
2 ore fa
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http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78446.html
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