THE CATHOLIC QUESTION

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erding
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da erding »

mariok ha scritto: (...)

Come cristiani si può scegliere di essere cattolici, valdesi, evangelisti ecc.

Ci sono quindi numerose possibilità per le proprie scelte.

Ma definirsi cattolici, per poi doversi distinguere da coloro che rappresentano ufficialmente la confessione scelta, precisare che si è con una parte dei cattolici e non con gli altri (che probabilmente sono la maggioranza o comunque la parte ufficiale) sinceramente non lo capisco.

Se non sono d'accordo col papa e con la chiesa cattolica, posso passare con i valdesi o con altri, ma perché mai devo continuare a dare la mia adesione ad un'istituzione di cui non condivido i comportamenti e la storia, riconoscere ad essa l'autorità morale addirittura per amministrare dei sacramenti a me ed ai miei figli per essere poi costretto a prendere le distanze da ogni manifestazione ufficiale di tale autorità?

Se qualcuno potesse spiegarmelo ne sarei felice.

Quanto poi al paragone con un partito come il PD, mi pare che ci sia una grande differenza. I dirigenti di un partito si può tentare di cambiarli, in quanto sono eletti. Non mi risulta che i vertici di una chiesa, in particolare quella cattolica, siano eletti dai fedeli.
@ camillobenso e @ pancho:

Sostanzialmente mi sembra che sostenete le stesse cose.


@ mariok vorrei dire...

Pensi che i valdesi (che ammiro molto, e a cui dono il mio 8 x 1000) o gli evangelisti etc. siano perfetti ed immuni da errori e colpe?
Sono anch'essi uomini, seppur fatti ad immagine e somiglianza di Dio creatore (per chi ci crede)
ed impastati di fango quindi passibili di errori.

I cristiani hanno per capo Gesù di Nazaret e come guida la Sua Parola, il papa non potrà mai avere il primato sulla coscienza di ciascun fedele, che con spirito sincero,
cercano di discernere il bene dal male ed agire di conseguenza.
Non era forse cristiano e cattolico (universale) Don Milani?
E' pensabile che la sua azione profetica sia stata sterile e non abbia prodotto e continui a produrre benefici?
Cito lui ma l'elenco potrebbe essere molto lungo.
Potrei citare i tanti martiri della Verità ammazzati dall'inquisizione e poi riabilitati e additati ad esempio dalla stessa chiesa.
...il già citato Tettamanzi, Martini, don Ciotti, don Tonino Belli,etc etc.

Ce lo ha detto Cristo che è il lievito che conta, il resto, la massa con le sue umane “gerarchie”, potrà apparentemente vincere ma non lascerà traccia, se non segni negativi da cui fuggire.
Potrà condizionare la storia, ma, è il “fallito” Gesù Cristo che la storia l'ha spaccata con un prima ed un dopo.
Un saluto erding
mariok

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da mariok »

erding ha scritto:
@ mariok vorrei dire...

Pensi che i valdesi (che ammiro molto, e a cui dono il mio 8 x 1000) o gli evangelisti etc. siano perfetti ed immuni da errori e colpe?
Sono anch'essi uomini, seppur fatti ad immagine e somiglianza di Dio creatore (per chi ci crede)
ed impastati di fango quindi passibili di errori.

I cristiani hanno per capo Gesù di Nazaret e come guida la Sua Parola, il papa non potrà mai avere il primato sulla coscienza di ciascun fedele, che con spirito sincero, cerca di discernere il bene dal male.
Non era forse cristiano e cattolico (universale) Don Milani?
E' pensabile che la sua azione profetica sia stata sterile e non abbia prodotto e continui a produrre benefici?
Cito lui ma l'elenco potrebbe essere molto lungo.
Potrei citare i tanti martiri della Verità ammazzati dall'inquisizione e poi riabilitati e additati ad esempio dalla stessa chiesa.
...il già citato Tettamanzi, Martini, don Ciotti, don Tonino Belli,etc etc.

Ce lo ha detto Cristo che è il lievito che conta, il resto, la massa con le sue umane “gerarchie”, potrà apparentemente vincere ma non lascerà traccia, se non segni negativi da cui fuggire.
Potrà condizionare la storia, ma, è il “fallito” Gesù Cristo che la storia l'ha spaccata con un prima ed un dopo.
Un saluto erding
I miei erano solo esempi non riconoscimenti a nessuno.

Continuo però a non capire perché chi crede in Gesù debba riconoscere la chiesa cattolica (attraverso il battesimo e gli altri sacramenti) se poi non ne condivide le posizioni che esprime.

Si può essere tranquillamente cristiani, apprezzare don Milani, don Ciotti ed altri, dichiarando nello stesso tempo di non essere cattolici e di non riconoscere nemmeno implicitamente alcuna autorità né morale né religiosa alla chiesa romana.

Sinceramente questa coincidenza di fatto tra credere ed essere cattolici, prendendo però contemporaneamente le distanze dagli atti ufficiali della chiesa, non la capisco.

Ovviamente è solo la mia opinione.
erding
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da erding »

Scusami Mario,
riporto questo scritto non per voler convincere te
ma, forse, per convincere me stesso.
Ti saluto

Carlo Carretto: Perché stare nella Chiesa?

"Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.

Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.

No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?

Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.

L'altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: "Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile". Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.

Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. San Francesco urlava: "Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene".

La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l'aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile.
Forse la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?".
(…)
"Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io".
(…)

"Ma poi c'è ancora un'altra cosa che è forse più bella. Lo Spirito Santo, che è l'Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.
Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice.

È come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell'uomo. E' come se l'Amore avesse impedito di lasciare imputridire l'anima lontana dall'Amore. "Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle", dice Dio a ciascuno di noi, e continua: "Ti ho amato di amore eterno, per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine Israele" (Ger 31,3-4).

Ecco, ci chiama "vergini" anche quando siamo di ritorno dall'ennesima prostituzione nel corpo e nello spirito e nel cuore.

In questo, Dio è veramente Dio, cioè l'unico capace di fare le "cose nuove".
Perché non m'importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, e più necessario che faccia "nuovi" i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è il lavoro divino della Chiesa.

Volete voi impedire questo "far nuovi i cuori", scacciando qualcuno dall'assemblea del popolo di Dio?
O volete voi, cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdervi lo Spirito?".

Fratel Carlo Carretto

http://paroledivita.myblog.it/archive/2 ... hiesa.html
soloo42000
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da soloo42000 »

mariok ha scritto:Si può credere o non credere in un Dio. Nell'ambito della prima scelta si può essere cristiani, musulmani o altro.

Come cristiani si può scegliere di essere cattolici, valdesi, evangelisti ecc.

Ci sono quindi numerose possibilità per le proprie scelte.

Ma definirsi cattolici, per poi doversi distinguere da coloro che rappresentano ufficialmente la confessione scelta, precisare che si è con una parte dei cattolici e non con gli altri (che probabilmente sono la maggioranza o comunque la parte ufficiale) sinceramente non lo capisco.

Se non sono d'accordo col papa e con la chiesa cattolica, posso passare con i valdesi o con altri, ma perché mai devo continuare a dare la mia adesione ad un'istituzione di cui non condivido i comportamenti e la storia, riconoscere ad essa l'autorità morale addirittura per amministrare dei sacramenti a me ed ai miei figli per essere poi costretto a prendere le distanze da ogni manifestazione ufficiale di tale autorità?

Se qualcuno potesse spiegarmelo ne sarei felice.

Quanto poi al paragone con un partito come il PD, mi pare che ci sia una grande differenza. I dirigenti di un partito si può tentare di cambiarli, in quanto sono eletti. Non mi risulta che i vertici di una chiesa, in particolare quella cattolica, siano eletti dai fedeli.


Rimanendo in tema di montagne e baite.
Ma tu davvero pensi che i partigiani in montagna rinnegassero il loro essere italiani?
Lo ricordi si, che uno degli ostacoli alla collaborazione coi partigiani francesi fu il disprezzo che, almeno inizialmente, mostravano verso i partigiani italiani IN QUANTO ITALIANI?

Per i cattolici oggi e` lo stesso.
Faticano a vivere da cristiani, quando riescono ostracizzano una chiesa che non riconoscono all'altezza del compito.
Ma possono arrivare a dirsi non cattolici?
E` davvero cosi` semplice?
Mi cancello dalla bocciofila triante e mi iscrivo al circolo di tresette di san rocco?

Parliamo di appartenenze radicate, non dell'iscrizione al club di topolino.

E del resto.
Quanti exPCI hanno rinnegato la loro fede nel socialismo dopo la disfatta del comunismo reale?
Quanti, pur riconoscendo gli errori e gli orrori (politici e non) del PCI e della politica comunista e dei suoi "lider" piu` in generale, sono nati e morti comunisti, seppure perfettamente consapevoli del fallimento politico?

Suvvia.

Cerchiamo soluzioni WIN-WIN in modo di essere in grado di accogliere i credenti nel CSX.

Ciao.

soloo42000
mariok

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da mariok »

Per quanto mi riguarda sono tutti benvenuti.

E' solo una difficoltà a capire certi ragionamenti.

Per quanto riguarda il PCI, la giustificazione allora era lo "stato di necessità": la necessità di dover far quadrato contro "l'imperialismo" americano.

Il ragionamento era in parte corretto, in parte sbagliato.

Ed infatti, non aver sciolto per tempo e con chiarezza quelle contraddizioni ha prodotto i guai che stiamo ancora pagando.
soloo42000
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da soloo42000 »

mariok ha scritto:Ed infatti, non aver sciolto per tempo e con chiarezza quelle contraddizioni ha prodotto i guai che stiamo ancora pagando.
E infatti la Chiesa paghera` carissimo per "non aver sciolto per tempo e con chiarezza quelle contraddizioni".
Anzi sta pagando dagli anni 50, diventera` come il PD rispetto alle istanze progressiste.

Ma quelli che credono nel messaggio di fondo difficilmente "cambieranno chiesa", cosi` come i comunisti mai e poi mai avrebbero cambiato partito, o i partigiani nazionalita`.

Il fatto e`: cambiare per andare dove?
Io PCI deluso che mi iscrivo al PSI?
Io cattolico incazzato che vado a messa dai protestanti?

Di chiesa ne basta e avanza una, dammi retta.
L'importante e` mandarli a cagare quando lo meritano.

Ciao.


soloo42000
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Cerchiamo soluzioni WIN-WIN in modo di essere in grado di accogliere i credenti nel CSX.

Ciao.


soloo42000

*****

Credere è un fatto strettamente privato, tra l’altro inviolabile.

Lo dimostrano le varie persecuzioni nella storia dell’umanità nei confronti dei credenti di tutti i tipi.

Anche la Chiesa cattolica ha perseguitato con assiduità ed impegno i credenti che non credevano.

Con un ritardo di almeno mezzo secolo potremmo arrivare a rispettare tutti i credenti, anche l’eventuale pellerossa con il suo strano credo.

Come i credenti si riunisco in gruppi per celebrare i riti in cui credono, i partiti politici rappresentano raggruppamenti di persone che intendono gestire le parti comuni del Condominio Italia secondo la loro visione di bene comune.

Purtroppo, quello che assistiamo da dopo il 20 settembre 1870, è la ferma intenzione dello Stato della Città del Vaticano a continuare ad avere le redini della “Amata Italia” come se fosse ancora terra dello Stato Pontificio.

Rinunciare al potere terreno, non riesce proprio ad entrare nella mentalità delle gerarchie vaticane.

E come potrebbe se, un’associazione come Cl, che per i merloni giganti persegue la castità e la povertà, in realtà nasconde una forte propensione ai godimenti della vita e all’accumulo di denaro, avendo il Celeste come icona?
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Corriere della Sera

De Pedis, lo Ior, 250 miliardi
e le meorie del sottosuolo.

http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php
Amadeus

Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da Amadeus »

OT

è un problema solo mio ?
questi link tweb.interno... (etc) il pc non me li apre. :(
camillobenso
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Re: THE CATHOLIC QUESTION

Messaggio da camillobenso »

Vaticano: i silenzi di sempre
di Marco Politi | 20 maggio 2012

Commenti (12)



Il riaprirsi del caso Orlandi, i nuovi documenti in fuga dal Vaticano, la vicenda Boffo, gli eterni interrogativi sulle passate gestioni dello Ior riportano in primo piano il male di fondo, che corrode l’immagine della Chiesa, oscurando anche l’impegno di solidarietà svolto da fedeli e preti, suore e vescovi in tante parti del mondo.

È un male che si chiama opacità dinanzi agli scandali, paura della trasparenza, testardo rifiuto di accettare il fatto che dare risposte all’opinione pubblica è un dovere, non una concessione. Dice l’ex sostituto procuratore generale Giovanni Malerba, che si occupò del rapimento di Emanuela Orlandi: “La Santa Sede non collaborò alle indagini“. È un’affermazione grave e ancora più grave è che si tratta di verità.

In quel groviglio di telefonate misteriose a segreti numeri di telefono del palazzo apostolico, che contrassegnò i tentativi andati a vuoto di allacciare una trattativa con i rapitori, il Vaticano non ha incoraggiato i propri funzionari – chierici o laici che fossero – a rispondere incondizionatamente alle domande degli investigatori italiani. Il guaio è che la stessa reticenza si era già manifestata con l’attentato del 1981 a Giovanni Paolo II. Un anno prima il capo dei servizi segreti francesi Alexandre de Marenches mandò a Roma una delegazione composta da un generale e da un monsignore per avvertire la Santa Sede della preparazione di un attentato contro il pontefice. È storia.

L’incredibile è che a trent’anni di distanza in Vaticano sostengono di non sapere nulla di questa missione. Don Georg, segretario particolare di Benedetto XVI, potrà un giorno raccontare nei suoi diari – se lo vorrà – come è potuto accadere che papa Ratzinger non abbia portato in Curia una fresca ventata di rigore tedesco e si sia lasciato invece irretire nella ragnatela di secolari abitudini vaticane, tendenti a occultare la sporcizia.

Da giovedì, da quando è in libreria il libro di Gianluigi Nuzzi e il Fatto ha pubblicato la lettera inquietante di Dino Boffo al cardinale Bagnasco, è sul tappeto un documento incredibile. Nero su bianco è certificato che un direttore dell’Avvenire accusa direttamente dinanzi al Papa (con fax al suo segretario particolare) il direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian di aver passato a Feltri i documenti calunniosi, che lo dipingevano come omosessuale molestatore. E non succede niente!

Il Vaticano diffonde una nota per dire che la pubblicazione di documenti segreti è un “atto criminale… che viola la privacy e la dignità” del Papa e non va al nocciolo della questione. Vian, direttore dell’organo ufficiale della Santa Sede, e Boffo – ora direttore della Tv dei vescovi – sono tranquillamente al loro posto. Una situazione impensabile in qualsiasi paese. Boffo per di più si dichiara “felice che un po’ di verità sia fatta”. In tutto questo fedeli e opinione pubblica apprendono che Boffo – a domanda di don Georg Gaenswein – risponde di non essere omosessuale (cosa di per sé non vergognosa) e a nessuno nell’appartamento papale e ai vertici della Conferenza episcopale italiana viene in mente che Boffo dovrebbe anzitutto presentarsi all’opinione pubblica e quindi alla stampa italiana per spiegare per quali motivi sia stato riconosciuto colpevole dalla magistratura di Terni e come mai abbia accettato un’ammenda penale per molestie e poi abbia sepolto la querela contro Feltri, che lo accusò in maniera infamante. C’è una frase chiave nella lettera che papa Ratzinger scrisse nel 2010 ai cattolici d’Irlanda a proposito dei silenzi sugli abusi sessuali del clero. Si manifestò, disse il pontefice, una “preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali”.

Quest’ansia di nascondimento, questo muro di opacità eretto immediatamente appena esplode un caso, è un fenomeno che nella Chiesa romana perdura tuttora. Quale altro motivo può spingere, ad esempio, la Segreteria di Stato a perorare la causa di una non-retroattività della trasparenza delle operazioni bancarie dello Ior?

Sulla scrivania di Benedetto XVI la sporcizia si accumula. La domanda è perché non reagisce “alla tedesca”, costringendo alla pulizia. La svolta non arriva mai. Giorni fa l’Avvenire ha chiesto a Formigoni di ammettere che è stato ospite del lobbista Daccò. All’arrogante replica di avere pagato in proprio le vacanze ai Caraibi, il giornale dei vescovi non ha risposto informando i suoi lettori che in mancanza di esibizione dei bonifici, Formigoni è inadatto a guidare la Lombardia e l’Expo.

Il Fatto Quotidiano, 20 Maggio 2012
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