PRIMARIE DEL PD
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PRIMARIE DEL PD
Qualcuno andrà a votare ?
ci sto pensando, forse voterei Emiliano, che dovrebbe accorgersene che quello non è più il suo partito.
ci sto pensando, forse voterei Emiliano, che dovrebbe accorgersene che quello non è più il suo partito.
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Re: PRIMARIE DEL PD
Il problema e' proprio questo: Pensare di spostare a sx il PD.iospero ha scritto:Qualcuno andrà a votare ?
ci sto pensando, forse voterei Emiliano, che dovrebbe accorgersene che quello non è più il suo partito.
Ha ragione Speranza quando ha fatto questa affermazione che qui metto in sintesi:
<< Renzi alle primarie sbaraglierà tutti e di questo bisogna rendersene conto.
L'elettorato del PD non ha più alcuna connotazione con l'elettorato di sinistra. Non e' il suo e di questo bisogna renderci conto.>>
La sinistra oramai e' in una profonda crisi di identità. Ha perso tutti i suoi valori iniziali e perdipiu non sa che dire sia difronte al problema dell'immigrazione che a tutti quei problemi che questa globalizzazione ha posta davanti. Crisi assoluta.
Nel momento in cui un popolo aveva bisogno di indirizzi politici chiari e condivisi si e' trovato davanti ad una dirigenza politica incapace di dare risposte ed e' per questo che si e' dovuta integrare con gli ex DC molto più preparati di loro accettando sena pensarci troppo alle loro offerte allietanti di integrazione.
Ora questo popolo confuso e non poco lo troviamo un po dappertutto e molto spesso sposato con teorie che prendono la pancia piuttosto che la testa.
Che avrebbe potuto fare questo popolo lasciato a se stesso se non quello di difendersi a modo suo magari anche sbagliando obiettivi?
IO stesso qualche volta mi trovo d'accordo con alcune proposte della Lega(veneta) o dello stesso M5S e in disaccordo con i soliti maitre a penser della sinistra che non riescono a vedere più in la del loro naso continuando a vedere il lor dito e non la bella luna che sta loro davanti.
E cosa ci si potrebbe aspettare di più da costoro se sono stati loro i prima ad adattarsi a questi andazzi e poi a parole dire il contrario. Esempi ne potrei elencare a josa ma non ne vale la pena.
Quindi, a questo punto come dice lo Zione, cosa fare? Non ho la risposta ma di certo so che siamo stati sodomizzati un'altra volta sia dagli uni che dagli altri.
Che voterò la prossima volta? Non me la sento di rimanere a casa poiche la mia cultura politica non me lo permette. Ci pensero più avanti e non e' escluso che possa fare quello che finora non ho mai fatti. Mi confronterò coi fatti tralasciando i soliti pre-giudizi.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: PRIMARIE DEL PD
L'intervista
Monica Cirinnà: "Matteo Renzi? E' stato un pessimo segretario, da lasciare alle spalle"
«Il Pd? Un partito immobile e isolato». «La candidatura di Orlando? Una svolta a sinistra». Delusioni e speranze della senatrice, prima firmataria della legge sulle unioni civili
di Simone Alliva
03 aprile 2017
<<Renzi è stato un pessimo segretario che va lasciato alle spalle». Monica Cirinnà, il cui nome è legato alla legge sul riconoscimento delle unioni civili, si è sentita ignorata dai vertici dopo la stagione dei diritti arcobaleno. Oggi parla all'Espresso del PD come di un partito isolato e immobile: «Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità».
Senatrice qual è lo stato dei diritti lgbt in Italia? Dopo le unioni civili siamo a un punto fermo?
Oltre 1600 coppie hanno celebrato la loro unione civile. Un numero importante che ci racconta qualcosa: c’era molto bisogno di dare, non solo sicurezza giuridica, anche visibilità a questi amori: l’omofobia si combatte con la normalità quotidiana.
A proposito di omofobia: che fine ha fatto la legge nazionale (ddl Scalafarotto ndr), per il contrasto all’omo-transfobia?
La legge nazionale è ferma. Il lavoro fatto alla Camera non è stato un buon lavoro. L’accettazione di un emendamento all’ultimo momento ha svuotato di senso quella legge che così com’è non serve a combattere l’omofobia. Una legge del genere non la vuole la parte più avanzata e progressista del PD a cui mi ascrivo, e non la vuole il movimento LGBT.
Lei fa riferimento all’emendamento Gitti che esclude dall'applicazione del reato di omofobia le "opinioni espresse all'interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa". Ma Senatrice l’emendamento è stato presentato da un deputato ex Scelta Civica che oggi fa parte del Partito Democratico
Il nostro è l’unico partito in Italia nel quale nessuno mette il silenziatore a nulla. Da noi non funziona come il m5s dove le linee dissonanti vengono censurate. Essendo un partito veramente democratico, abbiamo all’interno tante diversità che vanno valorizzate ma anche ricondotte ad un’unità. È evidente che una legge contro l’omofobia, se si vuol fare, deve avere un senso e deve essere efficace. Non serve svilirla con emendamenti del genere.
Il Comitato Onu per i diritti umani ha pubblicato il suo ultimo report sulle Osservazioni sull’Italia, c’è una sollecitazione a completare la legge sulle unioni civili legiferando sulla genitorialità delle coppie gay e lesbiche.
È un lungo percorso che dobbiamo affrontare per arrivare al matrimonio egualitario. Le ultime sentenze hanno dimostrato che la strada dell’adozione co-parentale è ormai superata. Serve una responsabilità genitoriale piena. I bambini sono tutti uguali e devono avere tutti gli stessi diritti.
Lei ha discusso con la senatrice cattodem Emma Fattorini su genitorialità omosessuale di recente. In passato un’altra senatrice cattodem Rosa Maria Di Giorgi, ha espresso critiche forti contro la stepchild e oggi propone qualcosa che va addirittura oltre?
I nomi che ha fatto sono il passato. Stiamo andando verso il congresso del Partito Democratico e a breve andremo ad elezioni. Sarà il nuovo parlamento, che io auspico sia fatto di persone laiche, libere, democratiche a dare l’ultima risposta in tema di uguaglianza cioè a dire tutte le coppie sono uguali tutte le famiglie sono uguali nel rispetto della costituzione. Le colleghe di cui lei ha fatto i nomi devono sapere che la costituzione vengono prima delle loro appartenenze religiose.
Lei è sempre stata considerata una donna fuori dalle correnti e dalle appartenenze, anche se negli ultimi anni è stata molto vicino a Renzi per via del suo disegno di legge, ora sostiene Andrea Orlando
Sostengo Orlando per due motivi molto chiari. Il primo è che subito dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili io mi aspettavo che il grande fiume dei diritti avesse rotto la riga e potesse riversare le sue acque di libertà verso tante persone che stanno aspettando. Ciò non è accaduto, guardi lo ius soli. Il secondo motivo è che sto lavorando per avere un segretario del Partito Democratico che trasformi il partito dell’io in quello del noi. Vengo da un’esperienza politica molto particolare: dai Verdi, mi sono sempre occupata di diritti. Non voglio sentirmi ospite gradita in una casa nella quale ci si colloca per le proprie provenienze. Quella delle correnti è una visione che mi fa venire il mal di stomaco.
Sono 67 i parlamentari, tra Parlamento ed Europarlamento, ad aver sottoscritto il documento LGBTI a sostegno di Andrea Orlando. Tra le firme anche quella del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti
Il Partito Democratico è diventato il “Partito di Renzi”, secondo l'espressione coniata da Ilvo Diamanti?
Negli ultimi anni il PD è stato motore del cambiamento e senza questa forza propulsiva non ci saremmo riusciti. Io ricordo cos’era quello di Bersani: prese il 25 per cento nel 2013 e non riuscì neanche a eleggere il presidente della Repubblica. Va bene lasciarsi alle spalle il PD di Bersani e va bene lasciarsi anche quello di Renzi. Ma non voglio mischiare il piano del governo con il piano del partito. Renzi è stato un bravo Presidente del Consiglio ma un pessimo Segretario del PD. Il partito è un luogo di dialogo, inclusione, discussione ma soprattutto ascolto. Non puoi avere nemici tutti i sindacati, tutto il mondo della scuola ed etichettarli come gufi senza ascoltarli. Renzi non può fare il segretario del PD, forse potrà fare il premier ma questo si vedrà.
Non si è sentita ascoltata da Renzi dopo l’approvazione delle unioni civili?
Assolutamente no. Dopo l’ottenimento del primo parziale risultato sui diritti civili, personalmente non sono stata più ascoltata né coinvolta in nulla. Tutto ciò che ho chiesto di poter fare non è stato fatto. Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità. Anche sul sostegno di quei bravi e coraggiosi governatori penso a Zingaretti, ad esempio nell’attuazione piena della 194 abbiamo il freno amano tirato perché stiamo al governo con i fratelli coltelli del nuovo centro destra che alzano il prezzo sui diritti e sulla libertà delle persone.
Cosa può offrire Andrea Orlando al PD?
La capacità di ascoltare e di ripartire dal basso. Ogni singolo circolo del Partito Democratico deve diventare una casa comune per tutti coloro che vogliono trovare un interlocutore per i loro bisogni e per le loro necessità ma soprattutto per i loro valori. L’Italia è diventato un luogo grigio, dove nessuno sorride più. L’incertezza per il proprio futuro lavorativo, politico e sociale scatena due reazioni: una è la rabbia che si concretizza con il voto al m5s, a chi vuole distrugger tutto. L’altra è la paura: dei nuovi italiani che possono arrivare e rubarti il futuro, dei valori culturali e religiosi diversi dai tuoi.
Senatrice lei sta descrivendo un partito di sinistra
Non sono la sola. Quello che immaginiamo tutti è un partito che parli di temi di sinistra, che parli ai lavoratori, ai ragazzi che cercano un futuro, ai pensionati ma che prima di parlare ascolti. Perché se noi abbiamo fatto una riforma della scuola sicuramente buona per certe cose abbiamo assunto 100mila precari però ci tirano le pietre per strade è perché non abbiamo dialogato con gli studenti, con professori. Bisogna riprendere da qui, dal dialogo.
C’è stata una sordità da parte dei vertici del partito?
Io direi un arroccamento molto forte su alcune posizioni ritenute dominanti, senza ascoltare il mondo intorno. Per scrivere la legge sulle unioni civili ho viaggiato materialmente per due anni facendo assemblee dalla Valle d’Aosta a Catania. Consumare le suole delle scarpe serve. Uscire dal palazzo, incontrare le persone e ascoltare. La politica deve dialogare, solo così le persone si innamorano. Serve coraggio. Basta con questi “io”. Le cose e dobbiamo cambiarle insieme.
espresso.repubblica.it/palazzo/2017/03/31/news/monica-cirinna-matteo-renzi-e-stato-un-pessimo-segretario-da-lasciare-alle-spalle-1.298564?ref=HEF_RULLO
Monica Cirinnà: "Matteo Renzi? E' stato un pessimo segretario, da lasciare alle spalle"
«Il Pd? Un partito immobile e isolato». «La candidatura di Orlando? Una svolta a sinistra». Delusioni e speranze della senatrice, prima firmataria della legge sulle unioni civili
di Simone Alliva
03 aprile 2017
<<Renzi è stato un pessimo segretario che va lasciato alle spalle». Monica Cirinnà, il cui nome è legato alla legge sul riconoscimento delle unioni civili, si è sentita ignorata dai vertici dopo la stagione dei diritti arcobaleno. Oggi parla all'Espresso del PD come di un partito isolato e immobile: «Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità».
Senatrice qual è lo stato dei diritti lgbt in Italia? Dopo le unioni civili siamo a un punto fermo?
Oltre 1600 coppie hanno celebrato la loro unione civile. Un numero importante che ci racconta qualcosa: c’era molto bisogno di dare, non solo sicurezza giuridica, anche visibilità a questi amori: l’omofobia si combatte con la normalità quotidiana.
A proposito di omofobia: che fine ha fatto la legge nazionale (ddl Scalafarotto ndr), per il contrasto all’omo-transfobia?
La legge nazionale è ferma. Il lavoro fatto alla Camera non è stato un buon lavoro. L’accettazione di un emendamento all’ultimo momento ha svuotato di senso quella legge che così com’è non serve a combattere l’omofobia. Una legge del genere non la vuole la parte più avanzata e progressista del PD a cui mi ascrivo, e non la vuole il movimento LGBT.
Lei fa riferimento all’emendamento Gitti che esclude dall'applicazione del reato di omofobia le "opinioni espresse all'interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa". Ma Senatrice l’emendamento è stato presentato da un deputato ex Scelta Civica che oggi fa parte del Partito Democratico
Il nostro è l’unico partito in Italia nel quale nessuno mette il silenziatore a nulla. Da noi non funziona come il m5s dove le linee dissonanti vengono censurate. Essendo un partito veramente democratico, abbiamo all’interno tante diversità che vanno valorizzate ma anche ricondotte ad un’unità. È evidente che una legge contro l’omofobia, se si vuol fare, deve avere un senso e deve essere efficace. Non serve svilirla con emendamenti del genere.
Il Comitato Onu per i diritti umani ha pubblicato il suo ultimo report sulle Osservazioni sull’Italia, c’è una sollecitazione a completare la legge sulle unioni civili legiferando sulla genitorialità delle coppie gay e lesbiche.
È un lungo percorso che dobbiamo affrontare per arrivare al matrimonio egualitario. Le ultime sentenze hanno dimostrato che la strada dell’adozione co-parentale è ormai superata. Serve una responsabilità genitoriale piena. I bambini sono tutti uguali e devono avere tutti gli stessi diritti.
Lei ha discusso con la senatrice cattodem Emma Fattorini su genitorialità omosessuale di recente. In passato un’altra senatrice cattodem Rosa Maria Di Giorgi, ha espresso critiche forti contro la stepchild e oggi propone qualcosa che va addirittura oltre?
I nomi che ha fatto sono il passato. Stiamo andando verso il congresso del Partito Democratico e a breve andremo ad elezioni. Sarà il nuovo parlamento, che io auspico sia fatto di persone laiche, libere, democratiche a dare l’ultima risposta in tema di uguaglianza cioè a dire tutte le coppie sono uguali tutte le famiglie sono uguali nel rispetto della costituzione. Le colleghe di cui lei ha fatto i nomi devono sapere che la costituzione vengono prima delle loro appartenenze religiose.
Lei è sempre stata considerata una donna fuori dalle correnti e dalle appartenenze, anche se negli ultimi anni è stata molto vicino a Renzi per via del suo disegno di legge, ora sostiene Andrea Orlando
Sostengo Orlando per due motivi molto chiari. Il primo è che subito dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili io mi aspettavo che il grande fiume dei diritti avesse rotto la riga e potesse riversare le sue acque di libertà verso tante persone che stanno aspettando. Ciò non è accaduto, guardi lo ius soli. Il secondo motivo è che sto lavorando per avere un segretario del Partito Democratico che trasformi il partito dell’io in quello del noi. Vengo da un’esperienza politica molto particolare: dai Verdi, mi sono sempre occupata di diritti. Non voglio sentirmi ospite gradita in una casa nella quale ci si colloca per le proprie provenienze. Quella delle correnti è una visione che mi fa venire il mal di stomaco.
Sono 67 i parlamentari, tra Parlamento ed Europarlamento, ad aver sottoscritto il documento LGBTI a sostegno di Andrea Orlando. Tra le firme anche quella del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti
Il Partito Democratico è diventato il “Partito di Renzi”, secondo l'espressione coniata da Ilvo Diamanti?
Negli ultimi anni il PD è stato motore del cambiamento e senza questa forza propulsiva non ci saremmo riusciti. Io ricordo cos’era quello di Bersani: prese il 25 per cento nel 2013 e non riuscì neanche a eleggere il presidente della Repubblica. Va bene lasciarsi alle spalle il PD di Bersani e va bene lasciarsi anche quello di Renzi. Ma non voglio mischiare il piano del governo con il piano del partito. Renzi è stato un bravo Presidente del Consiglio ma un pessimo Segretario del PD. Il partito è un luogo di dialogo, inclusione, discussione ma soprattutto ascolto. Non puoi avere nemici tutti i sindacati, tutto il mondo della scuola ed etichettarli come gufi senza ascoltarli. Renzi non può fare il segretario del PD, forse potrà fare il premier ma questo si vedrà.
Non si è sentita ascoltata da Renzi dopo l’approvazione delle unioni civili?
Assolutamente no. Dopo l’ottenimento del primo parziale risultato sui diritti civili, personalmente non sono stata più ascoltata né coinvolta in nulla. Tutto ciò che ho chiesto di poter fare non è stato fatto. Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità. Anche sul sostegno di quei bravi e coraggiosi governatori penso a Zingaretti, ad esempio nell’attuazione piena della 194 abbiamo il freno amano tirato perché stiamo al governo con i fratelli coltelli del nuovo centro destra che alzano il prezzo sui diritti e sulla libertà delle persone.
Cosa può offrire Andrea Orlando al PD?
La capacità di ascoltare e di ripartire dal basso. Ogni singolo circolo del Partito Democratico deve diventare una casa comune per tutti coloro che vogliono trovare un interlocutore per i loro bisogni e per le loro necessità ma soprattutto per i loro valori. L’Italia è diventato un luogo grigio, dove nessuno sorride più. L’incertezza per il proprio futuro lavorativo, politico e sociale scatena due reazioni: una è la rabbia che si concretizza con il voto al m5s, a chi vuole distrugger tutto. L’altra è la paura: dei nuovi italiani che possono arrivare e rubarti il futuro, dei valori culturali e religiosi diversi dai tuoi.
Senatrice lei sta descrivendo un partito di sinistra
Non sono la sola. Quello che immaginiamo tutti è un partito che parli di temi di sinistra, che parli ai lavoratori, ai ragazzi che cercano un futuro, ai pensionati ma che prima di parlare ascolti. Perché se noi abbiamo fatto una riforma della scuola sicuramente buona per certe cose abbiamo assunto 100mila precari però ci tirano le pietre per strade è perché non abbiamo dialogato con gli studenti, con professori. Bisogna riprendere da qui, dal dialogo.
C’è stata una sordità da parte dei vertici del partito?
Io direi un arroccamento molto forte su alcune posizioni ritenute dominanti, senza ascoltare il mondo intorno. Per scrivere la legge sulle unioni civili ho viaggiato materialmente per due anni facendo assemblee dalla Valle d’Aosta a Catania. Consumare le suole delle scarpe serve. Uscire dal palazzo, incontrare le persone e ascoltare. La politica deve dialogare, solo così le persone si innamorano. Serve coraggio. Basta con questi “io”. Le cose e dobbiamo cambiarle insieme.
espresso.repubblica.it/palazzo/2017/03/31/news/monica-cirinna-matteo-renzi-e-stato-un-pessimo-segretario-da-lasciare-alle-spalle-1.298564?ref=HEF_RULLO
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Re: PRIMARIE DEL PD
Politica
Primarie Pd: Matteo Renzi e altri cavalieri alla nuova disfida di Barletta, a Saint-Nazaire
di Pierfranco Pellizzetti | 2 aprile 2017
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Più informazioni su: Matteo Renzi, Michele Emiliano, Primarie PD
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Pierfranco Pellizzetti
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Oltre mezzo millennio dopo l’incontro d’andata a Barletta, les italiens affrontano il secondo tempo della loro eterna disfida con l’albagia franciosa andando a giocare fuori casa, sul difficile campo bretone di Saint-Nazaire.
Per chi ancora non lo sapesse, i fatti sono questi: i campioni italici di Fincantieri avevano vinto l’asta per il 66% azionario del cantiere Stx France, controllato dalla omonima ditta coreana Stx di Seul in stato fallimentare. Il progetto era quella di dare vita a un grande operatore nelle costruzioni navali, in grado di realizzare l’airbus del mare, con cui occupare la pole position mondiale di settore.
Operazione in un primo momento benedetta in un summit franco-italiano, con la presenza del flebile Gentiloni, ma ora messa in discussione dal nuovo Guy la Motte, il petulante e ondivago presidente transalpino François Hollande; intenzionato a difendere la Grandeur attraverso la statalizzazione del presunto campione nazionale, nonostante fosse già finito in passato nelle mani asiatiche. E comunque, alla faccia dello sfrenato e mai contrastato shopping di imprese e marchi di prestigio praticato a casa nostra dai finanzieri transalpini: da Telecom a Parmalat, a Gucci.
La stampa specializzata ha subito precisato trattarsi di una mossa puramente politica, viste le prossime elezioni nazionali nell’Esagono. Ma è anche un guanto di sfida per il governo italiano, anch’esso prossimo ad appuntamenti elettorali. Chi raccoglierà tale guanto, candidandosi a Ettore Fieramosca del Terzo Millennio?
Taluno ritiene che il cavaliere per guidare l’onore del Bel Paese alla riscossa scaturirà dalle primarie in corso del Partito Democratico; “tuttora perno di ogni possibile formula governativa”, stante la certificazione del quotidiano la Repubblica a guida di Mario Calabresi.
Se così fosse, anche in questo caso le speranze dovrebbero essere riposte in una selezione tra “personaggetti” (per dirla alla Crozza) che non lasciano ben sperare. Con effetti preoccupanti per l’esito delle mille disfide che ci attendono; tipo quella di Saint-Nazaire, banco di prova per una ritrovata fierezza italiana. Ma che potrebbe tradursi nell’ennesima, vergognosa, commedia all’italiana; che ci costringerà ad andare a nasconderci per l’ennesima volta.
Dei tre contendenti allo scettro Pd quello che meno esibisce un profilo battagliero è il guardasigilli Andrea Orlando: un piccolo funzionario della politica, dal colorito terreo effetto di pluridecennali deambulazioni nei corridoi del fu Partito comunista nella natia La Spezia. Probabilmente più adatto al ruolo del cerusico, per curare con il linimento degli stereotipi e dei luoghi comuni gli sbreghi e gli sgarri subiti da una nazione incapace di farsi rispettare nel concerto europeo, che non a quello del vigoroso lanciere, in armi per un combattimento sconsigliabile ai pesi minimi.
Michele Emiliano parrebbe più indicato per stazza. Purtroppo si rivela l’ennesima maschera della commedia dell’arte, come induce a sospettarlo la somiglianza con l’Adolfo Celi, re burletta di Brancaleone alle Crociate. E la performance da prefisso telefonico che sta ottenendo alle primarie; imminente gratifica del titolo di “pasticcione velleitario dell’anno”. Insomma, non era meglio andarsene con gli altri scissionisti – i Rossi e gli Speranza – invece di incappare in questa figuraccia?
Così ci dovremo sorbire per l’ennesima volta il Renzi in campo. Quello che andava a far la voce grossa a Bruxelles e nessuno se ne accorgeva. Il rifondatore della politica, pronto a selezionare i tredici cavalieri valenti per le nuove disfide pescando tra i talenti ascesi ai vertici nazionali sotto le sue insegna. Per dire: l’infido Luca Lotti, il Maramaldo da Televacca Giuliano Poletti, la regina del copia-incolla Marianna Madia, la zarina in disarmo Maria Elena Boschi.
Francamente: se questi capitan Fracassa sono i nostri campioni, sembra proprio che neppure stavolta l’onore nazionale potrà essere salvato.
Primarie Pd: Matteo Renzi e altri cavalieri alla nuova disfida di Barletta, a Saint-Nazaire
di Pierfranco Pellizzetti | 2 aprile 2017
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Pierfranco Pellizzetti
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Oltre mezzo millennio dopo l’incontro d’andata a Barletta, les italiens affrontano il secondo tempo della loro eterna disfida con l’albagia franciosa andando a giocare fuori casa, sul difficile campo bretone di Saint-Nazaire.
Per chi ancora non lo sapesse, i fatti sono questi: i campioni italici di Fincantieri avevano vinto l’asta per il 66% azionario del cantiere Stx France, controllato dalla omonima ditta coreana Stx di Seul in stato fallimentare. Il progetto era quella di dare vita a un grande operatore nelle costruzioni navali, in grado di realizzare l’airbus del mare, con cui occupare la pole position mondiale di settore.
Operazione in un primo momento benedetta in un summit franco-italiano, con la presenza del flebile Gentiloni, ma ora messa in discussione dal nuovo Guy la Motte, il petulante e ondivago presidente transalpino François Hollande; intenzionato a difendere la Grandeur attraverso la statalizzazione del presunto campione nazionale, nonostante fosse già finito in passato nelle mani asiatiche. E comunque, alla faccia dello sfrenato e mai contrastato shopping di imprese e marchi di prestigio praticato a casa nostra dai finanzieri transalpini: da Telecom a Parmalat, a Gucci.
La stampa specializzata ha subito precisato trattarsi di una mossa puramente politica, viste le prossime elezioni nazionali nell’Esagono. Ma è anche un guanto di sfida per il governo italiano, anch’esso prossimo ad appuntamenti elettorali. Chi raccoglierà tale guanto, candidandosi a Ettore Fieramosca del Terzo Millennio?
Taluno ritiene che il cavaliere per guidare l’onore del Bel Paese alla riscossa scaturirà dalle primarie in corso del Partito Democratico; “tuttora perno di ogni possibile formula governativa”, stante la certificazione del quotidiano la Repubblica a guida di Mario Calabresi.
Se così fosse, anche in questo caso le speranze dovrebbero essere riposte in una selezione tra “personaggetti” (per dirla alla Crozza) che non lasciano ben sperare. Con effetti preoccupanti per l’esito delle mille disfide che ci attendono; tipo quella di Saint-Nazaire, banco di prova per una ritrovata fierezza italiana. Ma che potrebbe tradursi nell’ennesima, vergognosa, commedia all’italiana; che ci costringerà ad andare a nasconderci per l’ennesima volta.
Dei tre contendenti allo scettro Pd quello che meno esibisce un profilo battagliero è il guardasigilli Andrea Orlando: un piccolo funzionario della politica, dal colorito terreo effetto di pluridecennali deambulazioni nei corridoi del fu Partito comunista nella natia La Spezia. Probabilmente più adatto al ruolo del cerusico, per curare con il linimento degli stereotipi e dei luoghi comuni gli sbreghi e gli sgarri subiti da una nazione incapace di farsi rispettare nel concerto europeo, che non a quello del vigoroso lanciere, in armi per un combattimento sconsigliabile ai pesi minimi.
Michele Emiliano parrebbe più indicato per stazza. Purtroppo si rivela l’ennesima maschera della commedia dell’arte, come induce a sospettarlo la somiglianza con l’Adolfo Celi, re burletta di Brancaleone alle Crociate. E la performance da prefisso telefonico che sta ottenendo alle primarie; imminente gratifica del titolo di “pasticcione velleitario dell’anno”. Insomma, non era meglio andarsene con gli altri scissionisti – i Rossi e gli Speranza – invece di incappare in questa figuraccia?
Così ci dovremo sorbire per l’ennesima volta il Renzi in campo. Quello che andava a far la voce grossa a Bruxelles e nessuno se ne accorgeva. Il rifondatore della politica, pronto a selezionare i tredici cavalieri valenti per le nuove disfide pescando tra i talenti ascesi ai vertici nazionali sotto le sue insegna. Per dire: l’infido Luca Lotti, il Maramaldo da Televacca Giuliano Poletti, la regina del copia-incolla Marianna Madia, la zarina in disarmo Maria Elena Boschi.
Francamente: se questi capitan Fracassa sono i nostri campioni, sembra proprio che neppure stavolta l’onore nazionale potrà essere salvato.
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Re: PRIMARIE DEL PD
I risultati, appunto, parlano di 266.726 votanti ai congressi dei circoli del Pd, su un totale di 449.852 iscritti. Secondo il Nazareno, dunque, l’affluenza si è fermata a quota 59,29%. Ne è sorpreso?
Macaluso risponde:
No. È da tempo che nel Pd non c’è militanza né partecipazione vera. Non è che puoi chiamare la gente a votare quando non la hai mai chiamata per discutere e confrontarsi. I circoli non hanno alcuna vita politica reale, non si può pretendere che si rianimino d’incanto in occasione delle primarie.
“Quando il 41 per cento degli iscritti non va a votare in occasione del Congresso, è evidente che c’è un problema”. E per Macaluso, 93 anni e una lunga amicizia con Giorgio Napolitano, il problema ha un nome e un cognome. “Matteo Renzi .
Candidati Voti %
Matteo Renzi 176.743 66,73
Andrea Orlando 66.917 25,26
Michele Emiliano 21.219 8,01
Totale 268.879 100,00
Schede bianche e nulle
Totale votanti
Macaluso risponde:
No. È da tempo che nel Pd non c’è militanza né partecipazione vera. Non è che puoi chiamare la gente a votare quando non la hai mai chiamata per discutere e confrontarsi. I circoli non hanno alcuna vita politica reale, non si può pretendere che si rianimino d’incanto in occasione delle primarie.
“Quando il 41 per cento degli iscritti non va a votare in occasione del Congresso, è evidente che c’è un problema”. E per Macaluso, 93 anni e una lunga amicizia con Giorgio Napolitano, il problema ha un nome e un cognome. “Matteo Renzi .
Candidati Voti %
Matteo Renzi 176.743 66,73
Andrea Orlando 66.917 25,26
Michele Emiliano 21.219 8,01
Totale 268.879 100,00
Schede bianche e nulle
Totale votanti
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Re: PRIMARIE DEL PD
Io, anche se non è molto corretto (ma Renzi le precedenti come le ha vinte?) sono indeciso se andare a darlo il voto a Orlando, se non altro per impedire che poi vinca Renzi un'altra volta. Anche se poi in questo momento sono per votare l'Mdp.
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Re: PRIMARIE DEL PD
...LA REPUBBLICA DELLE BANANE SEMBRA VOLER ELEGGERE NUOVAMENTE A CAPO DELLA DC.3.0 SUPERPINOCCHIO MUSSOLONI.
IN ATTESA DEL CLASSICO : "STAI SERENOPAOLO" ????????????????????
MA I TRICOLORI SONO COSI' CUCU'???????????????????????????????????????????
IN ATTESA DEL CLASSICO : "STAI SERENOPAOLO" ????????????????????
MA I TRICOLORI SONO COSI' CUCU'???????????????????????????????????????????
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Re: PRIMARIE DEL PD
Si manifesta a livello locale, «con sindaci che, da garanti dei diritti di una comunità, ne diventano gli sceriffi addetti al controllo sociale delle fasce di popolazione “indecorose”», ma anche sul piano nazionale, «con l’accentramento dei poteri sui governi, invece che sulle assemblee elettive: era questo il disegno “costituzionale” di Renzi, seppellito da una valanga di “No”».
AL SERVIZIO DELLO STESSO PADRONE
VERSO LE PRIMARIE
Renzi esulta per Macron: "Si vince al centro, dopo le primarie farò attività privata"
25 Aprile 2017
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Renzi esulta per Macron: "Si vince al centro, dopo le primarie farò attività privata"
Matteo Renzi non nasconde tutta la sua soddisfazione per la vittoria di Emmanuel Macron al primo turno delle presidenziali francesi. L'ex premier rivendica di aver puntato sul cavallo vincente a differenza degli ex compagni di partito, gli "scissionisti, ancora legati all'idea di partito socialista del secolo scorso" come ha detto in un'intervista al Giorno. Quella vittoria, secondo Renzi, porta con sé una sola lezione: "Vince chi è in grado di rinnovarsi e soprattutto si vince al centro".
Finora si sono sprecati i paragoni tra i due leader politici, Renzi che ha davanti il voto delle primarie il prossimo 30 aprile gioca con la scaramanzia: "In comune abbiamo l'età, anch'io andai al governo a 39 anni. Per il resto, lui è più giovane e più bello di me, e soprattutto lui in queste ore è in corsa per la presidenza francese, mentre io sto puntando alla guida del Pd italiano". Le analogie tra i due però ci sarebbero, assicura Renzi, soprattutto sul rapporto con Bruxelles e la Germania: "Lo conosco, ci siamo parlati diverse volte, non è affatto supino all'Europa tecnocratica. Macron è il primo a dire che le cose vanno cambiate".
Nell'ultima settimana di campagna elettorale per le primarie, lo spettro che più spaventa i dirigenti Dem è quello dell'astensione. I tre milioni di elettori di qualche anno fa rischiano di restare un vago ricordo: "Quello dell'affluenza è un falso problema - taglia corto l'ex segretario Pd - In democrazia decide chi vota. Punto. Se andrà a votare un milione di persone, va bene lo stesso".
Il sistema elettorale francese sembra lontano anni luce dall'Italia. Tra i partiti di casa nostra si discute da mesi su quale scegliere, lasciando tutto inalterato. Il proporzionale sembra la via inevitabile per le prossime elezioni Politiche e in caso di vittoria del Pd, l'alleanza con Forza Italia sarà un'altra strada obbligata: "E la colpa sa di chi è? - rimbrotta Renzi - Di quelle forze e di quei leader politici che fingevano di non sapere che la sconfitta del referendum avrebbe prodotto il caos. Li ricordo bene quelli che dicevano che in sei mesi avremmo potuto riformare il Senato e fare anche la legge elettorale: era una bugia, adesso sta venendo fuori finalmente!".
Da circa quattro mesi, Renzi è fuori da ogni ruolo di governo, non è parlamentare, né capo del suo partito, insomma è senza stipendio. A farlo campare ci ha pensato: "l'anticipo ottenuto per la pubblicazione del libro che uscirà a maggio - ha detto - e nei prossimi mesi farò un po' di attività privata". Che cosa intenda davvero però resta un mistero: "Glielo dirò quando sarà ufficiale" ha rispoto al Giorno.
AL SERVIZIO DELLO STESSO PADRONE
VERSO LE PRIMARIE
Renzi esulta per Macron: "Si vince al centro, dopo le primarie farò attività privata"
25 Aprile 2017
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Renzi esulta per Macron: "Si vince al centro, dopo le primarie farò attività privata"
Matteo Renzi non nasconde tutta la sua soddisfazione per la vittoria di Emmanuel Macron al primo turno delle presidenziali francesi. L'ex premier rivendica di aver puntato sul cavallo vincente a differenza degli ex compagni di partito, gli "scissionisti, ancora legati all'idea di partito socialista del secolo scorso" come ha detto in un'intervista al Giorno. Quella vittoria, secondo Renzi, porta con sé una sola lezione: "Vince chi è in grado di rinnovarsi e soprattutto si vince al centro".
Finora si sono sprecati i paragoni tra i due leader politici, Renzi che ha davanti il voto delle primarie il prossimo 30 aprile gioca con la scaramanzia: "In comune abbiamo l'età, anch'io andai al governo a 39 anni. Per il resto, lui è più giovane e più bello di me, e soprattutto lui in queste ore è in corsa per la presidenza francese, mentre io sto puntando alla guida del Pd italiano". Le analogie tra i due però ci sarebbero, assicura Renzi, soprattutto sul rapporto con Bruxelles e la Germania: "Lo conosco, ci siamo parlati diverse volte, non è affatto supino all'Europa tecnocratica. Macron è il primo a dire che le cose vanno cambiate".
Nell'ultima settimana di campagna elettorale per le primarie, lo spettro che più spaventa i dirigenti Dem è quello dell'astensione. I tre milioni di elettori di qualche anno fa rischiano di restare un vago ricordo: "Quello dell'affluenza è un falso problema - taglia corto l'ex segretario Pd - In democrazia decide chi vota. Punto. Se andrà a votare un milione di persone, va bene lo stesso".
Il sistema elettorale francese sembra lontano anni luce dall'Italia. Tra i partiti di casa nostra si discute da mesi su quale scegliere, lasciando tutto inalterato. Il proporzionale sembra la via inevitabile per le prossime elezioni Politiche e in caso di vittoria del Pd, l'alleanza con Forza Italia sarà un'altra strada obbligata: "E la colpa sa di chi è? - rimbrotta Renzi - Di quelle forze e di quei leader politici che fingevano di non sapere che la sconfitta del referendum avrebbe prodotto il caos. Li ricordo bene quelli che dicevano che in sei mesi avremmo potuto riformare il Senato e fare anche la legge elettorale: era una bugia, adesso sta venendo fuori finalmente!".
Da circa quattro mesi, Renzi è fuori da ogni ruolo di governo, non è parlamentare, né capo del suo partito, insomma è senza stipendio. A farlo campare ci ha pensato: "l'anticipo ottenuto per la pubblicazione del libro che uscirà a maggio - ha detto - e nei prossimi mesi farò un po' di attività privata". Che cosa intenda davvero però resta un mistero: "Glielo dirò quando sarà ufficiale" ha rispoto al Giorno.
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- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: PRIMARIE DEL PD
MA CHE LE FANNO A FA' LE PRIMARIE SE SO' FALLITI??????
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Re: PRIMARIE DEL PD
Matteo Richetti a In mezz'ora: "Se alle primarie Pd affluenza sotto il milione il dato è preoccupante"
Effettivamente se l'affluenza è sotto il milione credo che il PD imploda ... Renzi ne uscirà sconfitto ... per non parlare delle amministrative di giugno ....
Effettivamente se l'affluenza è sotto il milione credo che il PD imploda ... Renzi ne uscirà sconfitto ... per non parlare delle amministrative di giugno ....
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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