MOVIMENTO 5 STELLE

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erding
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da erding »

cielo 70 ha scritto:
UncleTom ha scritto:RIPETO LA DOMANDA POSTA IL : Inviato: 25/02/2017, 15:01


MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?

QUAL'E' IL VOSTRO PARERE??????????????????????





RIMASTA A TUTTORA COMPLETAMENTE INEVASA
Purtroppo non so rispondere.
Non so rispondere neanche io
e non riesco neanche a fare delle supposizioni.

Però... è una domanda che vale per ciascun politico.
lucfig
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da lucfig »

UncleTom ha scritto:RIPETO LA DOMANDA POSTA IL : Inviato: 25/02/2017, 15:01


MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?

QUAL'E' IL VOSTRO PARERE??????????????????????





RIMASTA A TUTTORA COMPLETAMENTE INEVASA
Cerco di dare il mio parere.

Un Giorno un certo Casaleggio spiega a Grillo come fare soldi a palate in maniera facile facile, senza tournée e giri nei teatri.
Fai un sito web, spara un po' di discussioni calde, fai un opposizione politica e si guadagnano click e con i click arrivano soldi. Ma per fare questo hai bisogno di una struttura "politica", delle persone che ti seguono, un movimento di opinione che trascinano gli altri. Bastano un milione e vedrai non avrai più bisogno di lavorare ...

Detto fatto. Il movimento parte con l'obiettivo di fare opinione ma ... ma ha un successo che nessuno se l'aspettava e qui iniziano i guai. Beppe e Casaleggio cercano di essere opposizione, negando a Bersani il governo M5S-PD, non vogliono governare, vogliono solo fare click col sito web e il ruolo di opposizione è fondamentale. Ma il M5S cresce e crescono chi inizia a credere che forse forse si può entrare nella stanza dei bottoni e migliorare le cose. Ma il gatto e la volpe non ci stanno, bloccano tutte le iniziative di dialogo (vedi con Civati) e mandano a casa le teste pensanti (Pizzarotti).
Poi Casaleggio muore ed arriva il figlio che a mio parere inizia a pensare di entrare nella stanza dei bottoni, per questo blinda la Raggi e inizia a far crescere uno come Di Maio ed inizia una guerra con il principale competitor: Renzi.

... continua ...
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da lucfig »

UncleTom ha scritto:RIPETO LA DOMANDA POSTA IL : Inviato: 25/02/2017, 15:01


MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?

QUAL'E' IL VOSTRO PARERE??????????????????????





RIMASTA A TUTTORA COMPLETAMENTE INEVASA
... continua ...

Riassumendo:
1) Grillo apre un blog tra il politico e satirico zeppo di pubblicità su consiglio di Casaleggio che fino a quei tempi nessuno sapeva chi fosse se per non altro un video su youtube dove farneticava un futuro di un miscuglio tra George Orwell e Isaac Asimov

2) Il movimento che segue il blog diventa la prima forza politica del paese con uno stupore collettivo

3) Il movimento rifiuta di governare, vuole l'opposizione. Inoltre rifiuta ogni dialogo con qualsiasi persona e/o forza politica.

4) Chi è dentro e vuole fare politica ovvero alleanze e proposte di leggi viene messo alla porta. Infatti Grillo dice chiaramente che a lui interessa solo il Blog.

5) Il Guru Casaleggio va a Cernobbio. Il movimento cambia. Nasce dopo un anno il direttorio che lo gestisce e si trasforma in partito.

6) Si punta a Roma sulla Raggi, personaggio che ha delle ombre (Previti, Marra, Romeo) e il movimento, al contrario di Pizzarotti, la protegge in una maniera imbarazzante.

7) La Gruber (membro del Bilderberg) diventa sponsor di Casaleggio Jr.

Ripeto credo che la cosa sia partita come "un modo come farsi i soldi senza lavorare" e ad un certo punto è sfuggita di mano e alcuni gruppi di potere ci stanno facendo il pensierino e si stanno trasformando in una nuova forza politica che strizza l'occhio ai poteri forti e vuole controllare la massa utilizzando sistemi che George Orwell aveva intuito.

Il potere non alle ideologie ma alle multinazionali che controllano l'opinione pubblica grazie ad internet.

Domanda: Perché tutto 'sto casino per Marika Cassimatis a Genova?
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da erding »

lucfig ha scritto:
UncleTom ha scritto:RIPETO LA DOMANDA POSTA IL : Inviato: 25/02/2017, 15:01


MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?

QUAL'E' IL VOSTRO PARERE??????????????????????





RIMASTA A TUTTORA COMPLETAMENTE INEVASA
... continua ...

Riassumendo:
1) Grillo apre un blog tra il politico e satirico zeppo di pubblicità su consiglio di Casaleggio che fino a quei tempi nessuno sapeva chi fosse se per non altro un video su youtube dove farneticava un futuro di un miscuglio tra George Orwell e Isaac Asimov

2) Il movimento che segue il blog diventa la prima forza politica del paese con uno stupore collettivo

3) Il movimento rifiuta di governare, vuole l'opposizione. Inoltre rifiuta ogni dialogo con qualsiasi persona e/o forza politica.

4) Chi è dentro e vuole fare politica ovvero alleanze e proposte di leggi viene messo alla porta. Infatti Grillo dice chiaramente che a lui interessa solo il Blog.

5) Il Guru Casaleggio va a Cernobbio. Il movimento cambia. Nasce dopo un anno il direttorio che lo gestisce e si trasforma in partito.

6) Si punta a Roma sulla Raggi, personaggio che ha delle ombre (Previti, Marra, Romeo) e il movimento, al contrario di Pizzarotti, la protegge in una maniera imbarazzante.

7) La Gruber (membro del Bilderberg) diventa sponsor di Casaleggio Jr.

Ripeto credo che la cosa sia partita come "un modo come farsi i soldi senza lavorare" e ad un certo punto è sfuggita di mano e alcuni gruppi di potere ci stanno facendo il pensierino e si stanno trasformando in una nuova forza politica che strizza l'occhio ai poteri forti e vuole controllare la massa utilizzando sistemi che George Orwell aveva intuito.

Il potere non alle ideologie ma alle multinazionali che controllano l'opinione pubblica grazie ad internet.

Domanda: Perché tutto 'sto casino per Marika Cassimatis a Genova?

OK. per come raccontato e descritto, la risposta alla domanda
“MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?” è Per fare soldi!
Una tesi, se non vera, molto verosimile. Però, malgrado la inadeguatezza e la malafede continuano a prendere consensi. Il problema, stando così le cose, è ancora più grosso INSOLUBILE!?

A questo punto viene spontaneo, soprattutto doveroso, chiedersi: Anche nelle motivazioni di tutti gli altri politici c'è inadeguatezza e malafede? Certamente anche se non ci fosse malafede, sicuramente ci sarebbe inadeguatezza.
Ultima modifica di erding il 10/04/2017, 20:36, modificato 1 volta in totale.
erding
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da erding »

erding ha scritto:
lucfig ha scritto:
UncleTom ha scritto:RIPETO LA DOMANDA POSTA IL : Inviato: 25/02/2017, 15:01


MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?

QUAL'E' IL VOSTRO PARERE??????????????????????





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Riassumendo:
1) Grillo apre un blog tra il politico e satirico zeppo di pubblicità su consiglio di Casaleggio che fino a quei tempi nessuno sapeva chi fosse se per non altro un video su youtube dove farneticava un futuro di un miscuglio tra George Orwell e Isaac Asimov

2) Il movimento che segue il blog diventa la prima forza politica del paese con uno stupore collettivo

3) Il movimento rifiuta di governare, vuole l'opposizione. Inoltre rifiuta ogni dialogo con qualsiasi persona e/o forza politica.

4) Chi è dentro e vuole fare politica ovvero alleanze e proposte di leggi viene messo alla porta. Infatti Grillo dice chiaramente che a lui interessa solo il Blog.

5) Il Guru Casaleggio va a Cernobbio. Il movimento cambia. Nasce dopo un anno il direttorio che lo gestisce e si trasforma in partito.

6) Si punta a Roma sulla Raggi, personaggio che ha delle ombre (Previti, Marra, Romeo) e il movimento, al contrario di Pizzarotti, la protegge in una maniera imbarazzante.

7) La Gruber (membro del Bilderberg) diventa sponsor di Casaleggio Jr.

Ripeto credo che la cosa sia partita come "un modo come farsi i soldi senza lavorare" e ad un certo punto è sfuggita di mano e alcuni gruppi di potere ci stanno facendo il pensierino e si stanno trasformando in una nuova forza politica che strizza l'occhio ai poteri forti e vuole controllare la massa utilizzando sistemi che George Orwell aveva intuito.

Il potere non alle ideologie ma alle multinazionali che controllano l'opinione pubblica grazie ad internet.

Domanda: Perché tutto 'sto casino per Marika Cassimatis a Genova?

OK. per come raccontato e descritto, la risposta alla domanda
“MA PERCHE' GIUSEPPE GRILLO SI E' DATO ALLA POLITICA?” è Per fare soldi!
Una tesi, se non vera, molto verosimile. Però, malgrado la inadeguatezza e la malafede continuano a prendere consensi.
Il problema, stando così le cose, è ancora più grosso INSOLUBILE!?

A questo punto viene spontaneo, soprattutto doveroso, chiedersi:
Anche nelle motivazioni di tutti gli altri politici c'è inadeguatezza e malafede?

Certamente anche se non ci fosse malafede, sicuramente ci sarebbe inadeguatezza.

Come se ne esce??

un saluto
UncleTom
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

Lucfig chiedeva ieri:

Domanda: Perché tutto 'sto casino per Marika Cassimatis a Genova?


La risposta Grillo l'ha data subito





M5s dopo la sentenza: “Cassimatis è sospesa
Non sarà la candidata del movimento a Genova


Dopo il ricorso della vincitrice delle Comunarie il giudice sospende l’efficacia della votazione. Lei
“Sono io la candidata ufficiale” (video). Sul blog arriva la replica: “Non c’è scritto da nessuna parte”

Politica
Marika Cassimatis non è e non sarà la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle a Genova. Almeno secondo i vertici del M5s stesso. Ci vogliono quasi otto ore prima che il blog di Beppe Grillo si esprima sul caso scoppiato nel capoluogo ligure. Questa mattina il tribunale di Genova aveva accolto il ricorso d’urgenza della Cassimatis stabilendo che Grillo non ha “alcun potere di intervento” nel processo di selezione delle candidature locali (articolo di F. Sansa). “Marika Cassimatis – replica il post – è stata sospesa e la votazione del 14 marzo è stata annullata, pertanto la stessa non è né sarà candidata con il MoVimento 5 Stelle a Genova alle elezioni dell’11 giugno”
di F. Q.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

M5s Genova, Cassimatis vince il ricorso: “Ora sono io la candidata del Movimento. La palla passa allo staff”
di Pietro Barabino | 10 aprile 2017

commenti (255)
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Più informazioni su: Beppe Grillo, Comunarie M5S, Genova, Marika Cassimatis, Movimento 5 Stelle, Ricorso


Accolto su tutta la linea il ricorso presentato da Marika Cassimatis contro Beppe Grillo, che aveva revocato il risultato delle Comunarie di Genova dove la Cassimatis era stata designata candidata sindaca del Movimento. “Grillo non ha potere di intervento sulle candidature locali”, ha stabilito il giudice (leggi l’articolo). Risultano quindi annullate le due delibere con cui la Cassimatis veniva esclusa dal partito e con cui Luca Pirondini è stato scelto per correre alle elezioni con il simbolo del M5s. “È la vittoria di Davide contro Golia”, dichiara la Cassimatis a ilfattoquotidiano.it. “Andremo avanti, abbiamo il sostegno della base. Adesso la palla passa allo staff, noi abbiamo agito correttamente e nel rispetto della legalità. A confermarlo è anche il tribunale”. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice Roberto Braccialini parlato, fra l’altro, di «regole non chiare» e «conduzione dirigista»
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

LIBRE news
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Davide Casaleggio, poco o nulla di fronte a problemi epocali

Scritto il 12/4/17 • nella Categoria: idee Condividi




La recente convention di Ivrea, fatta per ricordare Casaleggio senior e lanciare i lineamenti di visione della società da parte di Casaleggio junior, è sembrata, a molti osservatori non certo pro Pd, piuttosto deludente.


Visto il filo conduttore della giornata di Ivrea, il futuro, non si può dire però che questa dimensione temporale sia stata fatta intravedere agl italiani.


Non è venuta fuori un’idea di società, verso la quale un eventuale governo M5S tenderebbe, quanto una serie di immagini da proporre a differenti segmenti di pubblico.


Niente di male, solo che qui non si cerca di proporre una nuova serie di paste da cucina (gli spaghetti a un tipo di pubblico, le pennette lisce ad un altro e il brand per tutti) ma si è davanti a una crisi economica storica, ad un Pil in declino da un trentennio ad una società con problemi drammatici ed inediti.


Un’idea di futuro invece deve connettere, e mobilitare, un’intera società.


Non per il rispetto dell’etichetta ma perché il M5S vuol governare da solo e che, per farlo secondo la legge elettorale attuale, deve raggiungere il 40% ovvero almeno 1/3 in più in più dei voti attuali. Sempre, s’intende, seguendo le stime delle attuali intenzioni di voto.

Per arrivare a questo risultato la mobilitazione deve essere inedita, almeno per questi anni, e per ora questo non si è visto.


La stessa definizione che Davide Casaleggio dà del Movimento 5 Stelle («siamo Netflix, mentre i partiti sono ancora Blockbuster») non pare adatta a suscitare questa mobilitazione.


Confonde, infatti, l’immaginario dell’impresa della comunicazione con quello dell’impresa tout court e quello dell’impresa tout court con quello della società.


L’idea di futuro di una impresa e quello di una società, per quanto intrisa di aziendalismo come la nostra, vanno separate.


Lo stesso Berlusconi, che scese in campo portandosi dietro un immaginario di ricchezza non comparabile con quello della Casaleggio, per prendere voti di massa a livello di opinione dovette ricorrere alla coltivazione, reiterata, di un immaginario di maschio-alfa che stava molto più nel profondo della società italiana di quello dell’impresa.


Cercare di costruire un futuro con un immaginario da start-up è, infatti, prepararlo allo stesso rischio di fine precoce che corrono questo tipo di aziende.


Davide Casaleggio aveva poi aperto, sul “Corriere della Sera”, all’interrogativo principale della giornata di Ivrea: la rivoluzione robotica e il suo impatto nella società. Roba un po’ schematica, sulla velocità della rivoluzione tecnologica ci sarebbe più da ragionare che fare marketing, ma che sicuramente tocca la struttura della società italiana: dall’organizzazione del lavoro a quella dell’amministrazione dello Stato, della formazione, della ricerca scientifica e del diritto.


Per non parlare del tipo di economia che si vuole, e in che modo produce ricchezza (e che tipo di ricchezza produce), in una società a forte tasso di invecchiamento.



Questioni da far tremare i polsi, sulle quali non si è visto un lineamento di risposta, sempre tenute sullo sfondo grazie alla questione del “come” finanziare il reddito di cittadinanza.


Quella del possibile impatto – sociale, economico, amministrativo – di questa misura rimane invece taciuta. E, essere generico su questi temi, non è solo un difetto di Casaleggio ma anche di tanta sinistra: pensare che il reddito di cittadinanza, misura comunque inevitabile, sia una sorta di derivato della carità (che una volta assolta fa sentire la società uguale a prima solo piu’ solidale) o una misura che riguarda comunque la periferia del corpo sociale.

Non siamo più nel ‘900: il reddito di cittadinanza, se erogato davvero, non è una misura di equilibrio sociale che sta tra welfare e mercato.


Di fronte a una rivoluzione tecnologica, che distrugge strutturalmente più posti di lavoro di quanti ne produce (a differenza, appunto, del ‘900), il reddito di cittadinanza ha un impatto fortissimo sul mercato del lavoro, sulla forma delle istituzioni e dell’amministrazione.


Fa uscire strutturalmente dal lavoro, se è reddito di cittadinanza, non più una nicchia ma una parte consistente di società.


In maniera inedita dalla rivoluzione industriale.


Presupponendo cambiamenti tali da mettere in discussione anche la presa della forma impresa nelle pieghe della società e nella estrazione della ricchezza.


È uno dei motivi, oltre al fatto che la ricchezza in Europa va nei paesi “core” come finiva nel nord ricco dell’Italia postunitaria, per cui questo paese non ha mai trasformato la propria struttura di welfare consociativo, tra le parti sociali come si era configurato nella sua epoca matura, in welfare di cittadinanza.


Sarebbe saltata la struttura del potere reale tanto che gli attori in campo hanno preferito trasformare, di volta in volta, il welfare consociativo in uno strumento, in parte borbonico in parte neoliberista, di allineamento alle esigenze di sviluppo della Ue e dell’Eurozona.


Insomma, problemi epocali ai quali è impossibile rispondere con un immaginario da start-up.


Ma quando ti nutri, in modo totemico, del sapere dell’impresa certi salti in avanti non li puoi fare.


Oltretutto, quando in tv Casaleggio jr. si è trovato davanti alla classica domanda, sul come finanziare il reddito di cittadinanza come antidoto alla disoccupazione tecnologica, ha risposto non cercando di conquistare nuovo pubblico ma parlando a quello già conquistato.


Ha parlato infatti di «partire dal taglio delle pensioni d’oro», eccetera, ovvero la già vincente retorica sugli sprechi che, anche se fosse praticata allo spasimo, non arriverebbe mai a finanziare una posta di spesa così grande.


Segno, perlomeno, di grande confusione, prima di tutto su cosa fare dopo l’evento epocale (e lo è) della rivoluzione tecnologica.


Segno che, nonostante i desideri sul futuro, non si arriva a produrre novità politiche e non resta che parlare il solito linguaggio della “casta che ruba”.


Davide Casaleggio ha anche aggiunto che, sul finanziamento del reddito di cittadinanza, in fondo, è una questione dei tecnici.


Nel migliore dei casi siamo alla visione naif della politica che traccia un’idea e i tecnici la praticano.


Quando invece ogni “dettaglio” tecnico porta, nel momento in cui va risolto, a drammatiche scelte politiche, oltretutto quando il provvedimento è destinato a produrre (complesse) ondate di impatto sulla struttura sociale e amministrativa.

Qui ci vogliono non i tecnici ma idee di indirizzo politico chiare, e robustamente organizzate, per arrivare a praticare una riforma del welfare, dell’amministrazione e degli obiettivi dello Stato, tale è il reddito di cittadinanza altro che misura “tecnica”, che entrerebbero sicuramente in conflitto con Bruxelles e Francoforte (per non dire Berlino).


Insomma, l’evento dell’associazione Gianroberto Casaleggio, che è distinta dal Movimento 5 Stelle, si è impantanato nei difetti della solita convegnistica di impresa che un giorno tocca l’idea di banda ultralarga e l’altro di Industria 4.0: un po’ di spettacolo, un tema di fondo magari azzeccato e tanta genericità a contorno dell’evento.


L’invito al Ceo di Google Italia, al direttore della Trilateral e a quello del Tg7 (nonché a qualche sociologo che questa convegnistica se l’è fatta tutta in area Pd-Bassolino), da parte di Casaleggio, stavano in questa cornice.


Il problema è che questo genere di convegnistica è fatta, soprattutto, per sviluppare il capitalismo di relazione in settori specializzati. Se il format viene riproposto per delineare il futuro di un paese, le crepe si vedono tutte.


La forma start-up non è in grado di rappresentare la profondità di un paese come il nostro.


Ma difficile che su quelle rive si cambi idea.

Certo se dall’associazione Casaleggio c’è questa confusione in campo 5 Stelle, e ci riferiamo alla politica monetaria, le turbolenze non mancano.


Il referendum, previsto come consultivo dal M5S, sulla permanenza nell’euro o meno assumerebbe, in questa cornice, i tratti della più spettacolare manna dal cielo per la speculazione finanziaria (che le borse “banchino” i referendum ormai è prassi consolidata) e quello della paralisi delle politiche di un paese in attesa del risultato.



Sicuramente in tutto questo c’è molta propaganda ma anche occhi molto smaliziati stentano a trovarci coerenza e sostanza. Nessuno si augura un domani di riveder di nuovo pascolare i Gentiloni, i Renzi, gli Alfano, le Camusso.



Ma bisogna anche essere consapevoli di cosa sta accadendo anche da altre parti della politica.


Perché si sta preparando l’ennesima turbolenza per questo paese, comunque vada.


E i convegni del genere “imprese per un paese che cambia” queste turbolenze non le governano, al massimo ne vengono governati.


Oppure vengono spazzati via e avanti il prossimo.

(“Davide Casaleggio, poco o nulla di fronte a problemi epocali”, da “Senza Soste” dell’11 aprile 2017).
UncleTom
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

ANALISI DI UNA LUNGA AGONIA.




IL GIOVANE MAGALDI(CLASSE 1971) ANCHE SE FA UN ANALISI ATTENDIBILE DEI 5S, ALLA FINE NON SI MUOVE NELLA DIREZIONE OPPORTUNA PER PROPORRE COME SI FA A FAR USCIRE DAL COMA IN CUI E' SPROFONDATA LA SOCIETA' ITALIANA.



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Magaldi: riusciranno i 5 Stelle a dirci cosa vogliono fare?


Scritto il 13/4/17 • nella Categoria: idee Condividi




Prima o poi ce la faranno, i 5 Stelle, a farci sapere come governerebbero l’Italia?

Ce l’hanno, qualche idea, su come regolarsi con l’Ue e la Bce?

«Insomma: qual è l’approdo programmatico sostanziale del Movimento 5 Stelle?

Ancora non ce ne siamo accorti.

Se poi si accontentano di ottenere il consenso, prendere tante poltrone e stare lì a fare come stanno facendo a Roma, allora povera Italia».

Parola di Gioele Magaldi, fondatore del Movimento Roosevelt, reduce da un forum a Roma sul futuro della democrazia con Nino Galloni, Giulietto Chiesa, Ferdinando Imposimato.


Una due giorni nella quale si è anche parlato di un ipotetico, futuro partito (il Pdp, Partito Democratico Progressista), da mettere in campo se la politica italiana continuasse a “dormire”, cioè a subire i diktat dell’oligarchia finanziaria che manovra dagli uffici di Bruxelles.


Nell’ultimo collegamento con David Gramiccioli su “Colors Radio” (filo diretto con gli ascoltatori, per discutere dei maggiori temi dell’attualità, anche internazionale) a tenere banco sono le primarie del Pd e le schermaglie tra Renzi e i 5 Stelle: ancora una volta nulla di strategico in vista, per il futuro dell’Italia, alle prese con una crisi ormai cronica, per risolvere la quale nessuno propone vere ricette.


Una su tutte: costringere l’Ue a rimangiarsi i suoi trattati-capestro.



Se le primarie del Pd sembrano annunciare una scontata vittoria di Renzi, Magaldi si permette «un piccolo endorsement» in favore di Michele Emiliano: «Quantomeno, sembra cogliere alcune istanze di denuncia della inefficacia assoluta sul piano del rapporto tra l’Italia e l’Europa, che è il vero tema fondante».



Tralasciando l’incolore Andrea Orlando, già ministro renziano, continua «la pantomima» di Renzi, che «si continua a proporre come uno che risolverà il rapporto con l’austerity».



La verità è tristemente un’altra: «Ha avuto due anni, per farlo: non l’ha fatto.


C’è anzi una continuità sostanziale del governo Renzi rispetto a quelli di Letta e Monti, cioè una subalternità di questo grande paese, l’Italia, rispetto ai trattati europei e a un’egemonia, svolta attraverso alcune cancellerie, da parte di gruppi sovranazionali che rendono sempre più insopportabile la camicia di forza imposta al vecchio continente».



Pensando sempre agli elettori Pd, Magaldi ipotizza che «forse, un voto a Emiliano testimonierebbe meglio l’esistenza di un malessere necessario e giusto, rispetto alle figure di Orlando e Renzi, che rappresentano la continuità».




Ma se il Pd piange, di sicuro i 5 Stelle non ridono: o meglio, non hanno ancora spiegato con quali misure attuerebbero una politica davvero alternativa.



«Mi fa piacere che ci stato un bell’evento, a Ivrea», premette Magaldi, riferendosi alla convention tematica guidata da Davide Casaleggio.


«Ma il Movimento 5 Stelle ha bisogno di evolvere», insiste il presidente del Movimento Roosevelt.



«Lo ripeto, e voglio essere noioso come un moscone socratico: il giorno in cui, giustamente, non votando né il centrodestra né il centrosinistra (legge elettorale permettendo), il Movimento 5 Stelle andasse al governo, non staremmo meglio – dopo qualche mese, o anno, di questo governo – se dovessimo scoprire che le cose vanno esattamente come vanno nel governo della città di Roma».


Quindi, per favore, «si diano una svegliata, i 5 Stelle: qui non si tratta di autocelebrarsi.



E’ passata la fase politica dell’auto-compiacimento per la novità – e del piagnisteo (giusto, perché gli altri ti delegittimano)».



Peraltro, «saranno brutte, le parole di Renzi verso il Movimento 5 Stelle, ma non sono nemmeno tenere quelle dei 5 Stelle verso Renzi».



Ma stiamo parlano di quisiquilie: «Il problema è che c’è un’età per tutto».



Magaldi cita Jean-Paul Sartre e il suo saggio “L’età della ragione” per dire che è venuta “l’età della ragione”, della maturità, anche per il Movimento 5 Stelle.



«Non può continuare così: è come votarsi al fallimento».


«Le linee-guida su cui il Movimento 5 Stelle chiede il consenso sono ormai fragili», osserva Magaldi. «Ha bisogno, il Movimento 5 Stelle, di una iniezione di idee forti».



Per esempio: «Cosa pensa, il Movimento 5 Stelle, e cosa ha detto, a proposito dell’eliminazione del Fiscal Compact, e del pareggio di bilancio dalla Costituzione?».


Per ora, silenzio.


«E’ inutile invocare il referendum sull’euro», se poi non si dice chiaramente che il futuro governo pentastellato – come prima mossa – andrebbe a Strasburgo, a Bruxelles, «a dire: o noi riscriviamo i trattati, oppure in Italia ne sospendiamo la vigenza».


Domande ancora senza risposta: «Che programma c’è?


Esiste un piano per una moneta complementare, per alimentare una ripresa economica anche con questi trattati?


E poi: quale paradigma per la spesa pubblica e per gli investimenti?



Queste – ribadisce Magaldi – sono le cose che possono sostanziare un governo sano e giusto per il paese, non i discorsi sui vitalizi o le fumosità sulla democrazia diretta».


Dai 5 Stelle, finora, nessun segnale in questa direzione: «Se vincessero le prossime elezioni, non sappiamo ancora come si comportebbero, rispetto alle questioni più cruciali per il futuro del paese».
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