La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Forse hanno bisogno di smaltire un pò di arsenale nucleare.La corea del sud che dice?Le radiazioni anche se colpiscono la corea del nord vanno a finire anche alla corea del sud, e altrove dove tira il vento.Questo personaggio USA dove l'hanno trovato nel Dash come sorpresa! Altri parlano di cambiamento climatico e lui vuole inquinare di più sia con carbone ecc.....Ma tutte queste piccole guerre in giro per il mondo non inquinano il pianeta!
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Sarà il Karma di Razzi ad influenzare la zona?
da www.repubblica.it
Usa-Corea tra giallo e farsa: Trump si è "perso" l'Invincibile Armada
La flotta ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva intimidire
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
19 aprile 2017
NEW YORK - Dov'è finita l'Invincibile Armada che Donald Trump stava mandando al largo della Corea del Nord? Ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva minacciare, intimidire, indurre alla ragione. Si tinge di giallo, o di farsa, il gesto imperioso con cui il presidente voleva mandare un messaggio a Kim Jong-un per costringerlo a rinunciare a nuovi test nucleari. Lo stesso Trump aveva dato l'annuncio l'8 aprile, usando proprio quel termine, "armada", evocando gloriose gesta navali. Era passato poco tempo dal lancio di 89 missili Tomahawk su una base militare siriana. La decisione di reagire all'escalation nucleare nordcoreana con l'invio di una poderosa flotta militare - inclusa la mega-portaerei Uss Carl Vinson - era stata recepita nel mondo intero come una conferma del "nuovo corso" trumpiano, da isolazionista a interventista in politica estera.
Gli unici a non avere ricevuto quel messaggio, a quanto pare, sono stati proprio gli ammiragli della U.S. Navy e tutti gli equipaggi della flotta in questione. Che ha continuato per una settimana a navigare nella direzione opposta. Dirigendosi, imperterrita, verso la sua destinazione "normale", puntando cioè verso quei mari dell'Australia dov'era attesa per un'esercitazione.
I primi ad accorgersi della sconcertante situazione sono stati i cronisti dello Huffington Post. Poi la vicenda è stata confermata ai massimi livelli, al punto che il New York Times ne ha fatto il titolo di apertura del suo sito. Tardivamente, la flotta ha finito per seguire gli ordini del presidente. Ma con un tale ritardo, da mettere a dura prova la credibilità della Casa Bianca. Il gesto che doveva intimorire Pyongyang non c'era stato, o non era stato trasmesso "per li rami" ai vari livelli della gerarchia militare? O qualcuno non aveva preso sul serio quell'annuncio, all'interno del Pentagono?
Secondo le ricostruzioni dei media americani è stata la stessa U.S. Navy a sbugiardare involontariamente il proprio presidente, avendo messo sul proprio sito ufficiale le foto della portaerei Ccarl Vinson mentre attraversava lo stretto che separa le isole indonesiane di Giava e Sumatra, ben quattro giorni dopo l'annuncio della spedizione al largo della Corea del Nord. Rivelando così che in quei quattro giorni la flotta si era allontanata, non avvicinata alla penisola coreana.
Forse ha portato sfortuna l'uso della metafora storica. Come sanno gli appassionati di storia navale, l'Invincibile Armada spagnola nonostante il nome altisonante fece una brutta fine. Salpata nel 1588, doveva partecipare all'invasione spagnola dell'Inghilterra, scortando un esercito dalle Fiandre. Dopo una serie di disavventure e soprattutto un terribile uragano nel Mare del Nord, la flotta dovette battere in ritirata con un terzo delle navi colate a picco.
da www.repubblica.it
Usa-Corea tra giallo e farsa: Trump si è "perso" l'Invincibile Armada
La flotta ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva intimidire
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
19 aprile 2017
NEW YORK - Dov'è finita l'Invincibile Armada che Donald Trump stava mandando al largo della Corea del Nord? Ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva minacciare, intimidire, indurre alla ragione. Si tinge di giallo, o di farsa, il gesto imperioso con cui il presidente voleva mandare un messaggio a Kim Jong-un per costringerlo a rinunciare a nuovi test nucleari. Lo stesso Trump aveva dato l'annuncio l'8 aprile, usando proprio quel termine, "armada", evocando gloriose gesta navali. Era passato poco tempo dal lancio di 89 missili Tomahawk su una base militare siriana. La decisione di reagire all'escalation nucleare nordcoreana con l'invio di una poderosa flotta militare - inclusa la mega-portaerei Uss Carl Vinson - era stata recepita nel mondo intero come una conferma del "nuovo corso" trumpiano, da isolazionista a interventista in politica estera.
Gli unici a non avere ricevuto quel messaggio, a quanto pare, sono stati proprio gli ammiragli della U.S. Navy e tutti gli equipaggi della flotta in questione. Che ha continuato per una settimana a navigare nella direzione opposta. Dirigendosi, imperterrita, verso la sua destinazione "normale", puntando cioè verso quei mari dell'Australia dov'era attesa per un'esercitazione.
I primi ad accorgersi della sconcertante situazione sono stati i cronisti dello Huffington Post. Poi la vicenda è stata confermata ai massimi livelli, al punto che il New York Times ne ha fatto il titolo di apertura del suo sito. Tardivamente, la flotta ha finito per seguire gli ordini del presidente. Ma con un tale ritardo, da mettere a dura prova la credibilità della Casa Bianca. Il gesto che doveva intimorire Pyongyang non c'era stato, o non era stato trasmesso "per li rami" ai vari livelli della gerarchia militare? O qualcuno non aveva preso sul serio quell'annuncio, all'interno del Pentagono?
Secondo le ricostruzioni dei media americani è stata la stessa U.S. Navy a sbugiardare involontariamente il proprio presidente, avendo messo sul proprio sito ufficiale le foto della portaerei Ccarl Vinson mentre attraversava lo stretto che separa le isole indonesiane di Giava e Sumatra, ben quattro giorni dopo l'annuncio della spedizione al largo della Corea del Nord. Rivelando così che in quei quattro giorni la flotta si era allontanata, non avvicinata alla penisola coreana.
Forse ha portato sfortuna l'uso della metafora storica. Come sanno gli appassionati di storia navale, l'Invincibile Armada spagnola nonostante il nome altisonante fece una brutta fine. Salpata nel 1588, doveva partecipare all'invasione spagnola dell'Inghilterra, scortando un esercito dalle Fiandre. Dopo una serie di disavventure e soprattutto un terribile uragano nel Mare del Nord, la flotta dovette battere in ritirata con un terzo delle navi colate a picco.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
lucfig ha scritto:Sarà il Karma di Razzi ad influenzare la zona?
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NEW YORK - Dov'è finita l'Invincibile Armada che Donald Trump stava mandando al largo della Corea del Nord? Ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva minacciare, intimidire, indurre alla ragione. Si tinge di giallo, o di farsa, il gesto imperioso con cui il presidente voleva mandare un messaggio a Kim Jong-un per costringerlo a rinunciare a nuovi test nucleari. Lo stesso Trump aveva dato l'annuncio l'8 aprile, usando proprio quel termine, "armada", evocando gloriose gesta navali. Era passato poco tempo dal lancio di 89 missili Tomahawk su una base militare siriana. La decisione di reagire all'escalation nucleare nordcoreana con l'invio di una poderosa flotta militare - inclusa la mega-portaerei Uss Carl Vinson - era stata recepita nel mondo intero come una conferma del "nuovo corso" trumpiano, da isolazionista a interventista in politica estera.
Gli unici a non avere ricevuto quel messaggio, a quanto pare, sono stati proprio gli ammiragli della U.S. Navy e tutti gli equipaggi della flotta in questione. Che ha continuato per una settimana a navigare nella direzione opposta. Dirigendosi, imperterrita, verso la sua destinazione "normale", puntando cioè verso quei mari dell'Australia dov'era attesa per un'esercitazione.
I primi ad accorgersi della sconcertante situazione sono stati i cronisti dello Huffington Post. Poi la vicenda è stata confermata ai massimi livelli, al punto che il New York Times ne ha fatto il titolo di apertura del suo sito. Tardivamente, la flotta ha finito per seguire gli ordini del presidente. Ma con un tale ritardo, da mettere a dura prova la credibilità della Casa Bianca. Il gesto che doveva intimorire Pyongyang non c'era stato, o non era stato trasmesso "per li rami" ai vari livelli della gerarchia militare? O qualcuno non aveva preso sul serio quell'annuncio, all'interno del Pentagono?
Secondo le ricostruzioni dei media americani è stata la stessa U.S. Navy a sbugiardare involontariamente il proprio presidente, avendo messo sul proprio sito ufficiale le foto della portaerei Ccarl Vinson mentre attraversava lo stretto che separa le isole indonesiane di Giava e Sumatra, ben quattro giorni dopo l'annuncio della spedizione al largo della Corea del Nord. Rivelando così che in quei quattro giorni la flotta si era allontanata, non avvicinata alla penisola coreana.
Forse ha portato sfortuna l'uso della metafora storica. Come sanno gli appassionati di storia navale, l'Invincibile Armada spagnola nonostante il nome altisonante fece una brutta fine. Salpata nel 1588, doveva partecipare all'invasione spagnola dell'Inghilterra, scortando un esercito dalle Fiandre. Dopo una serie di disavventure e soprattutto un terribile uragano nel Mare del Nord, la flotta dovette battere in ritirata con un terzo delle navi colate a picco.
SE TANTO MI DA TANTO.......
Alle 15,00, ho fatto vedere in Biblioteca il post di lucfig.
Il fatto dell'invio della invincibile armada era noto. Ma non le ultime vicende segnalate da Rampini e riportate da lucfig.
Ha suscitato grande ilarità in chi lo ha letto.
SE TANTO MI DA TANTO,... L'INTERO PIANETA AD ECCEZZIONE DI CHI HA VOTATO TRUMP, ORA STA ANCORA RIDENDO.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:SE, CERCANDO INFORMAZIONI SU GOOGLE, CIRCA GIOVANNI XXIII, PAPA RONCALLI, VI IMBATTETE SU QUESTO, QUALE DEDUZIONE TRARRESTE, VISTO CHE SI STANNO IMPEGNANDO TUTTI AL MASSIMO LIVELLO PER FINIRE A SCHIFIO????????
Il mondo finirà nel 2017: arriva l'eclissi dell'Apocalisse | superEva
http://www.supereva.it/il-mondo-finira- ... isse-17183
Il 21 agosto del 2017 è prevista una grande eclissi di Sole che, secondo alcuni ... per prendere in mano l'ultimo libro della Bibbia, l'Apocallise di Giovanni, ...
l
QUESTO MODO DI VEDERE LE COSE, OGGI E' STATO RIPRESO DA:
http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... spartandhp
CHE RIPRENDE IL GIORNALE.
Il mistico: L' Apocalisse nucleare? Inizierà tra qualche settimana
1/28
Il Giornale
Franco Grande
2 ore fa
CONDIVIDI
Bomba Atomica© il giornale Bomba Atomica
L'Apocalisse nucleare? Solo questione di settimane. Horacio Villegas, mistico e veggente autoproclamatosi il messaggero di Dio, ne è sicuro: "la Terza guerra mondiale arriverà 100 anni dopo l'apparizione della Madonna a Fatima. La gente deve sapere che si deve preparare alla guerra mondiale tra il 13 maggio e il 13 ottobre 2017" - ha detto il mistico al Daily Star -, "porterà devastazione, sconvolgimenti e morte e nuove schermaglie di questo tipo arriveranno già nei prossimi giorni."
Villegas ha alle spalle una serie di previsioni azzeccate con largo anticipo. Come ricorda il tabloid Mirror, nel 2015 predisse che Donald Trump avrebbe vinto le Presidenziali e lo aveva definito il re illuminato che porterà il mondo alla guerra. Il veggente aveva anche predetto il bombardamento americano in Siria quale preludio di una guerra che coinvolgerà anche Cina e Nord Corea. Non resta che augurarsi che stavolta il mistico si sbagli.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Se aggiungiamo al caos della Corea del Nord anche l'eterna disputa tra Sciiti e Sunniti, comprendiamo che la disputa è al livello mondiale
da www.huffingtonpost.it
C'è l'Iran dietro l'atomica nordcoreana?
Secondo i servizi segreti (italiani compresi), il rapporto tra Teheran e Pyongyang è più stretto che mai. Soprattutto sui progetti nucleari
20/04/2017 09:50 CEST | Aggiornato 4 ore fa
Andrea Purgatori
AP-REUTERS
Dopo i Tomahawk sulla Siria e gli avvertimenti alla Corea del Nord, adesso tocca all'Iran. È di ieri infatti la notizia che il presidente americano ha chiesto entro novanta giorni una verifica del rispetto dell'accordo sul nucleare, faticosamente raggiunto tra l'amministrazione Obama e il governo di Teheran. Un repentino cambio di attenzione e scenario da parte della Casa Bianca ridimensionato dal portavoce Sean Spicer alla stregua di un passo "prudenziale", che sembrerebbe però confermare il tratto di imprevedibilità o improvvisazione di Donald Trump in politica estera. Ma in apparenza. Perché secondo le ultime analisi dei servizi occidentali d'intelligence, e non solo dal punto di vista di Washington, l'agenda nordcoreana e iraniana sarebbero una cosa sola, con un denominatore comune: il travaso di tecnologia necessaria allo sviluppo dei rispettivi progetti nucleari.
Il rapporto che lega Pyongyang a Teheran, ma anche a Damasco e viceversa, data almeno 35 anni: stabilito ai tempi dell'invasione dell'Iran da parte dell'Iraq di Saddam Hussein, quando la Corea del Nord diventò un fornitore cruciale di armi per l'esercito ancora sbandato della teocrazia sciita, in pieno embargo e isolata nel mondo. Ebbene, dicono i servizi segreti (italiani compresi), non solo quel rapporto non si è mai interrotto, ma in questi anni e in questi mesi si sarebbe consolidato grazie ad una collaborazione intensa e segreta a favore dei rispettivi progetti nucleari, con l'Iran ufficialmente impegnato a utilizzare l'atomo per scopi civili e la Corea del Nord lanciata invece in un'escalation militare che l'ha vista sviluppare bombe di tipo A e (forse) più devastanti di tipo H (all'idrogeno).
Ma chi avrebbe aiutato chi, fino a che punto e con quali strumenti o know-how? È questa la preoccupazione delle intelligence occidentali che stanno analizzando il rapporto Corea del Nord-Iran alla luce della crisi in corso e le opzioni messe sul tavolo da Donald Trump che vengono considerate tutt'altro che verbali ma assolutamente concrete. Il presidente americano ha ormai sostituito la "pazienza strategica" delle precedenti amministrazioni con la minaccia concreta (anche questo dicono le analisi) di un'azione preventiva o di una ritorsione nel caso di una mossa avventata di Pyongyang, come il lancio di un missile contro la Corea del Sud o la preparazione per un ennesimo test nucleare. E questo per quanto riguarda il regime di Kim Jong-un. Ma la domanda sottintesa nella richiesta di revisione dell'accordo sul nucleare con Teheran fatta ieri da Trump è un'altra e si baserebbe proprio sugli elementi recenti raccolti dall'intelligence: e cioè, gli iraniani continuano davvero ad arricchire l'uranio per le centrali civili, oppure stanno cercando di sviluppare parallelamente e segretamente anche l'atomica?
Un passo indietro sull'intesa per il nucleare tra Teheran e Washington farebbe felici Israele e Arabia Saudita, che non hanno mai digerito il riposizionamento minaccioso della teocrazia sciita al centro dei giochi in Medio Oriente. Ma le conseguenze sarebbero davvero imprevedibili nel teatro di guerra iracheno dove, ad esempio, i reparti speciali della forza Quds iraniana hanno costituito un muro di contenimento irrinunciabile per salvare il Kurdistan dalle mire del Califfato. E dove in cambio di questo supporto, fino all'intervento russo che ha saldato sul campo l'alleanza Mosca-Teheran-Damasco a sostegno di Assad, gli americani si erano persino adattati a chiudere un occhio pur di consentire all'aviazione della Repubblica islamica di entrare nello spazio aereo iracheno e siriano per bombardare le roccaforti dei jihadisti dell'Isis e dei ribelli anti Assad.
Dunque, non due ma tre partite contemporaneamente aperte per il presidente degli Stati Uniti e i suoi strateghi politici e militari, che in due settimane sono passati dal concetto di "America first" a quello di "America first in the world", rispolverando in fretta il sogno di una nazione superpotenza e arbitro dei destini del mondo, che la campagna elettorale di Trump sembrava aver cancellato.
da www.huffingtonpost.it
C'è l'Iran dietro l'atomica nordcoreana?
Secondo i servizi segreti (italiani compresi), il rapporto tra Teheran e Pyongyang è più stretto che mai. Soprattutto sui progetti nucleari
20/04/2017 09:50 CEST | Aggiornato 4 ore fa
Andrea Purgatori
AP-REUTERS
Dopo i Tomahawk sulla Siria e gli avvertimenti alla Corea del Nord, adesso tocca all'Iran. È di ieri infatti la notizia che il presidente americano ha chiesto entro novanta giorni una verifica del rispetto dell'accordo sul nucleare, faticosamente raggiunto tra l'amministrazione Obama e il governo di Teheran. Un repentino cambio di attenzione e scenario da parte della Casa Bianca ridimensionato dal portavoce Sean Spicer alla stregua di un passo "prudenziale", che sembrerebbe però confermare il tratto di imprevedibilità o improvvisazione di Donald Trump in politica estera. Ma in apparenza. Perché secondo le ultime analisi dei servizi occidentali d'intelligence, e non solo dal punto di vista di Washington, l'agenda nordcoreana e iraniana sarebbero una cosa sola, con un denominatore comune: il travaso di tecnologia necessaria allo sviluppo dei rispettivi progetti nucleari.
Il rapporto che lega Pyongyang a Teheran, ma anche a Damasco e viceversa, data almeno 35 anni: stabilito ai tempi dell'invasione dell'Iran da parte dell'Iraq di Saddam Hussein, quando la Corea del Nord diventò un fornitore cruciale di armi per l'esercito ancora sbandato della teocrazia sciita, in pieno embargo e isolata nel mondo. Ebbene, dicono i servizi segreti (italiani compresi), non solo quel rapporto non si è mai interrotto, ma in questi anni e in questi mesi si sarebbe consolidato grazie ad una collaborazione intensa e segreta a favore dei rispettivi progetti nucleari, con l'Iran ufficialmente impegnato a utilizzare l'atomo per scopi civili e la Corea del Nord lanciata invece in un'escalation militare che l'ha vista sviluppare bombe di tipo A e (forse) più devastanti di tipo H (all'idrogeno).
Ma chi avrebbe aiutato chi, fino a che punto e con quali strumenti o know-how? È questa la preoccupazione delle intelligence occidentali che stanno analizzando il rapporto Corea del Nord-Iran alla luce della crisi in corso e le opzioni messe sul tavolo da Donald Trump che vengono considerate tutt'altro che verbali ma assolutamente concrete. Il presidente americano ha ormai sostituito la "pazienza strategica" delle precedenti amministrazioni con la minaccia concreta (anche questo dicono le analisi) di un'azione preventiva o di una ritorsione nel caso di una mossa avventata di Pyongyang, come il lancio di un missile contro la Corea del Sud o la preparazione per un ennesimo test nucleare. E questo per quanto riguarda il regime di Kim Jong-un. Ma la domanda sottintesa nella richiesta di revisione dell'accordo sul nucleare con Teheran fatta ieri da Trump è un'altra e si baserebbe proprio sugli elementi recenti raccolti dall'intelligence: e cioè, gli iraniani continuano davvero ad arricchire l'uranio per le centrali civili, oppure stanno cercando di sviluppare parallelamente e segretamente anche l'atomica?
Un passo indietro sull'intesa per il nucleare tra Teheran e Washington farebbe felici Israele e Arabia Saudita, che non hanno mai digerito il riposizionamento minaccioso della teocrazia sciita al centro dei giochi in Medio Oriente. Ma le conseguenze sarebbero davvero imprevedibili nel teatro di guerra iracheno dove, ad esempio, i reparti speciali della forza Quds iraniana hanno costituito un muro di contenimento irrinunciabile per salvare il Kurdistan dalle mire del Califfato. E dove in cambio di questo supporto, fino all'intervento russo che ha saldato sul campo l'alleanza Mosca-Teheran-Damasco a sostegno di Assad, gli americani si erano persino adattati a chiudere un occhio pur di consentire all'aviazione della Repubblica islamica di entrare nello spazio aereo iracheno e siriano per bombardare le roccaforti dei jihadisti dell'Isis e dei ribelli anti Assad.
Dunque, non due ma tre partite contemporaneamente aperte per il presidente degli Stati Uniti e i suoi strateghi politici e militari, che in due settimane sono passati dal concetto di "America first" a quello di "America first in the world", rispolverando in fretta il sogno di una nazione superpotenza e arbitro dei destini del mondo, che la campagna elettorale di Trump sembrava aver cancellato.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
lucfig ha scritto:Sarà il Karma di Razzi ad influenzare la zona?
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La flotta ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva intimidire
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
19 aprile 2017
NEW YORK - Dov'è finita l'Invincibile Armada che Donald Trump stava mandando al largo della Corea del Nord? Ha continuato a navigare, per una settimana, nella direzione opposta. Allontanandosi sempre di più dal paese che doveva minacciare, intimidire, indurre alla ragione. Si tinge di giallo, o di farsa, il gesto imperioso con cui il presidente voleva mandare un messaggio a Kim Jong-un per costringerlo a rinunciare a nuovi test nucleari. Lo stesso Trump aveva dato l'annuncio l'8 aprile, usando proprio quel termine, "armada", evocando gloriose gesta navali. Era passato poco tempo dal lancio di 89 missili Tomahawk su una base militare siriana. La decisione di reagire all'escalation nucleare nordcoreana con l'invio di una poderosa flotta militare - inclusa la mega-portaerei Uss Carl Vinson - era stata recepita nel mondo intero come una conferma del "nuovo corso" trumpiano, da isolazionista a interventista in politica estera.
Gli unici a non avere ricevuto quel messaggio, a quanto pare, sono stati proprio gli ammiragli della U.S. Navy e tutti gli equipaggi della flotta in questione. Che ha continuato per una settimana a navigare nella direzione opposta. Dirigendosi, imperterrita, verso la sua destinazione "normale", puntando cioè verso quei mari dell'Australia dov'era attesa per un'esercitazione.
I primi ad accorgersi della sconcertante situazione sono stati i cronisti dello Huffington Post. Poi la vicenda è stata confermata ai massimi livelli, al punto che il New York Times ne ha fatto il titolo di apertura del suo sito. Tardivamente, la flotta ha finito per seguire gli ordini del presidente. Ma con un tale ritardo, da mettere a dura prova la credibilità della Casa Bianca. Il gesto che doveva intimorire Pyongyang non c'era stato, o non era stato trasmesso "per li rami" ai vari livelli della gerarchia militare? O qualcuno non aveva preso sul serio quell'annuncio, all'interno del Pentagono?
Secondo le ricostruzioni dei media americani è stata la stessa U.S. Navy a sbugiardare involontariamente il proprio presidente, avendo messo sul proprio sito ufficiale le foto della portaerei Ccarl Vinson mentre attraversava lo stretto che separa le isole indonesiane di Giava e Sumatra, ben quattro giorni dopo l'annuncio della spedizione al largo della Corea del Nord. Rivelando così che in quei quattro giorni la flotta si era allontanata, non avvicinata alla penisola coreana.
Forse ha portato sfortuna l'uso della metafora storica. Come sanno gli appassionati di storia navale, l'Invincibile Armada spagnola nonostante il nome altisonante fece una brutta fine. Salpata nel 1588, doveva partecipare all'invasione spagnola dell'Inghilterra, scortando un esercito dalle Fiandre. Dopo una serie di disavventure e soprattutto un terribile uragano nel Mare del Nord, la flotta dovette battere in ritirata con un terzo delle navi colate a picco.
AMBARABA', CICI', COCO',...TRE CIVETTE SUL COMO'.......
PERCHE' QUESTO ARTICOLO ANTICIPATO DA LUCFIG, NON E' PRESENTE SU LA REPUBBLICA OGGI IN EDICOLA E SU NESSUN ALTRO QUOTIDIANO ITALIANO, ....COMPRESO IL FATTO QUOTIDIANO??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
SIAMO SOLO RANE BOLLITE ALL'ALL'ULTIMO STADIO?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
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Re: La Terza Guerra Mondiale
ATTACCO ALLA FRANCIA PRIMA DELLE ELEZIONI
Mondo
Parigi, spari sugli Champs-Elysées: un poliziotto ucciso e uno ferito. Morto anche l’aggressore ma un altro è in fuga
< 1/3 >
Evacuazione in una delle zone più frequentate della capitale francese. Un secondo agente sarebbe rimasto ferito in modo grave. La sparatoria è avvenuta mentre è in corso l’ultimo dibattito televisivo fra i candidati alle presidenziali di domenica
di F. Q. | 20 aprile 2017
0
• 934
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Più informazioni su: Francia, Parigi
Una sparatoria a colpi di kalashnikov, due cadaveri a terra, un poliziotto morto e un aggressore ancora in fuga. La Francia va al voto domenica e a Parigi tornano a manifestarsi gli spettri del terrorismo. Due poliziotti, infatti, sono stati coinvolti in una sparatoria avvenuta sugli Champs-Elysées: uno è stato ucciso mentre l’altro è ferito in modo grave. Colpito anche l’uomo che ha aperto il fuoco, morto a sua volta. L’uomo era noto alle forze dell’ordine. Ci sarebbe però un altro aggressore rimasto vivo: sarebbe fuggito in un garage vicino. Ignota al momento la matrice dell’attacco, se sia da ricollegare o meno al terrorismo islamico. “Sono in corso accertamenti per stabilire la natura criminale o terroristica dell’azione di questa sera”, ha detto un investigatore. “L’obiettivo dell’attacco era la polizia”, ha confermato invece, il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre Henry-Brandet.
Préfecture de police
✔ @prefpolice
Intervention de police en cours sur le secteur des #ChampsElysees Evitez le secteur et respectez les consignes des forces de police
21:20 - 20 Apr 2017
•
•
11.264 11.264 Retweet
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2.790 2.790 Mi piace
L’attacco – che i primi testimoni descrivono come “una sparatoria violenta” – è avvenuto davanti a un negozio di “Marks&Spencer”, grande magazzino britannico. L’operazione di polizia è ancora in corso. Nel frattempo gli Champs-Elysées sono stati evacuati. Elicotteri volteggiano sulla zona, visibili cecchini sui tetti, mentre decine di auto della polizia sono ferme ai piedi dell’Arco di trionfo. “Posso confermare il decesso di un nostro collega, che si occupava del traffico. I nostri pensieri vanno a lui e alla sua famiglia”, ha detto Yvan Assioma, segretario regionale Paris D’alliance a una tv francese ripresa in diretta da RaiNews24. La sparatoria è avvenuta mentre è in corso l’ultimo dibattito televisivo fra i candidati alle presidenziali di domenica.
“Condoglianze” alla Francia per quanto accaduto a Parigi: “sembra terrorismo. Non finisce mai, dobbiamo essere forti e vigili”, ha detto il presidente americano Donald Trump nella conferenza stampa congiunta con Paolo Gentiloni alla Casa Bianca. “Mi associo alle parole del presidente Trump per quello che è successo a Parigi: condoglianze e vicinanza al popolo e al governo francese, in un momento molto delicato a tre giorni dalle elezioni”, ha detto invece il premier italiano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04 ... o/3533472/
Mondo
Parigi, spari sugli Champs-Elysées: un poliziotto ucciso e uno ferito. Morto anche l’aggressore ma un altro è in fuga
< 1/3 >
Evacuazione in una delle zone più frequentate della capitale francese. Un secondo agente sarebbe rimasto ferito in modo grave. La sparatoria è avvenuta mentre è in corso l’ultimo dibattito televisivo fra i candidati alle presidenziali di domenica
di F. Q. | 20 aprile 2017
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Una sparatoria a colpi di kalashnikov, due cadaveri a terra, un poliziotto morto e un aggressore ancora in fuga. La Francia va al voto domenica e a Parigi tornano a manifestarsi gli spettri del terrorismo. Due poliziotti, infatti, sono stati coinvolti in una sparatoria avvenuta sugli Champs-Elysées: uno è stato ucciso mentre l’altro è ferito in modo grave. Colpito anche l’uomo che ha aperto il fuoco, morto a sua volta. L’uomo era noto alle forze dell’ordine. Ci sarebbe però un altro aggressore rimasto vivo: sarebbe fuggito in un garage vicino. Ignota al momento la matrice dell’attacco, se sia da ricollegare o meno al terrorismo islamico. “Sono in corso accertamenti per stabilire la natura criminale o terroristica dell’azione di questa sera”, ha detto un investigatore. “L’obiettivo dell’attacco era la polizia”, ha confermato invece, il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre Henry-Brandet.
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21:20 - 20 Apr 2017
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L’attacco – che i primi testimoni descrivono come “una sparatoria violenta” – è avvenuto davanti a un negozio di “Marks&Spencer”, grande magazzino britannico. L’operazione di polizia è ancora in corso. Nel frattempo gli Champs-Elysées sono stati evacuati. Elicotteri volteggiano sulla zona, visibili cecchini sui tetti, mentre decine di auto della polizia sono ferme ai piedi dell’Arco di trionfo. “Posso confermare il decesso di un nostro collega, che si occupava del traffico. I nostri pensieri vanno a lui e alla sua famiglia”, ha detto Yvan Assioma, segretario regionale Paris D’alliance a una tv francese ripresa in diretta da RaiNews24. La sparatoria è avvenuta mentre è in corso l’ultimo dibattito televisivo fra i candidati alle presidenziali di domenica.
“Condoglianze” alla Francia per quanto accaduto a Parigi: “sembra terrorismo. Non finisce mai, dobbiamo essere forti e vigili”, ha detto il presidente americano Donald Trump nella conferenza stampa congiunta con Paolo Gentiloni alla Casa Bianca. “Mi associo alle parole del presidente Trump per quello che è successo a Parigi: condoglianze e vicinanza al popolo e al governo francese, in un momento molto delicato a tre giorni dalle elezioni”, ha detto invece il premier italiano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04 ... o/3533472/
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Re: La Terza Guerra Mondiale
RIEPILOGO
ISIS - ATTENTATI
MESE : APRILE 2017
SAN PIETROBURGO – 4 APRILE – METROPOLITANA – 11 MORTI – 40 FERITI
STOCCOLMA – 7 APRILE –CAMION SULLA FOLLA – 4 MORTI – 15 FERITI
TANTA (CAIRO ) – 9 APRILE – 27 MORTI – 78 FERITI
DORTMUND - 11 APRILE - 1 FERITO
ALESSANDRIA (D’EGITTO) – 9 APRILE – 18 MORTI -40 FERITI
DORTUMUNT - 11 APRILE - 1 FERITO
PARIGI - CHAMPS ELYSE'ES- 20 APRILE 1 MORTO -2 FERITI
ISIS - ATTENTATI
MESE : APRILE 2017
SAN PIETROBURGO – 4 APRILE – METROPOLITANA – 11 MORTI – 40 FERITI
STOCCOLMA – 7 APRILE –CAMION SULLA FOLLA – 4 MORTI – 15 FERITI
TANTA (CAIRO ) – 9 APRILE – 27 MORTI – 78 FERITI
DORTMUND - 11 APRILE - 1 FERITO
ALESSANDRIA (D’EGITTO) – 9 APRILE – 18 MORTI -40 FERITI
DORTUMUNT - 11 APRILE - 1 FERITO
PARIGI - CHAMPS ELYSE'ES- 20 APRILE 1 MORTO -2 FERITI
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni.
Chomsky: ho paura, questa élite vuole ricorrere all’atomica
Scritto il 21/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Donald Trump sa di non avere nessuna speranza di premiare i milioni di elettori che avevano creduto in lui.
Per questo gioca l’ultima carta e indossa i panni dello sceriffo: per distrarre il pubblico, bombardando il mondo.
Ma il gioco è pericoloso: tra una provocazione e l’altra, con il solito corredo di notizie false come le responsabilità di Assad sull’uso dei gas contro la popolazione siriana, la Russia stavolta potrebbe reagire.
Mosca potrebbe sparare per prima i suoi missili a testata atomica contro l’America, prima che sia troppo tardi.
Mai, nella sua storia, l’umanità ha corso un pericolo così grande.
Lo afferma Noam Chomsky in un’intervista concessa al “Manifesto”, nella quale esprime la massima preoccupazione per i giorni che stiamo vivendo.
La sua tesi: l’élite è semplicemente “impazzita”.
E il terrore di perdere il potere può spingerla verso la catastrofe nucleare.
Gli oligarchi sanno di non avere più alcuna possibilità di recuperare il consenso perduto, come dimostra il fallimento della loro ultima creazione illusionistica, Donald Trump.
E allora premono sulla guerra: la vogliono davvero, come unica soluzione per mantenere il controllo totale sull’umanità.
Ad aggravare il quadro, aggiunge Chomsky, intervistato da Patricia Lombroso, sarebbe la rottura dello storico equilibrio missilistico tra Usa e Russia, provocata dal colossale programma di riarmo nucleare varato anni fa da Barack Obama.
Secondo il grande intellettuale americano, oggi la dotazione balistica degli Stati Uniti sarebbe superiore rispetto a quella di Mosca.
E i russi, che sanno di essere minacciati, potrebbero decidere di sferrare per primi un attacco nucleare preventivo, prima che la loro deterrenza venga definitivamente cancellata dall’ipotetica supremazia atomica statunitense.
Uno scenario da apocalisse, confermato da un altro acuto analista indipendente come Paul Craig Roberts, secondo cui i russi – che a suo parere non dispongono affatto di un arsenale inferiore a quello americano – potrebbero comunque scegliere di colpire per primi, dato che gli Usa e la Nato li stanno letteralmente assediando, in modo sempre più subdolo, ormai anche alle frontiere della Federazione Russa, sul Baltico e nell’Europa orientale.
Altri osservatori, come il francese Thierry Meyssan, sono meno pessimisti: tendono a pensare che Trump stia essenzialmente “facendo teatro”.
Per Gianfranco Carpeoro, autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, l’eventuale bluff muscolare di Trump avrebbe lo scopo di illudere (e tacitare, a suon di commesse miliardarie) l’apparato militare-industriale che fa capo al potentissimo clan dei Bush.
Lo stesso Carpeoro, tuttavia, non si nasconde la pericolosità del potere oligarchico mondiale ormai pronto a tutto, come dimostra l’auto-terrorismo targato Isis.
Sullo sfondo, la situazione allarmante del pianeta: «Gli oligarchi sanno che le risorse terrestri si stanno esaurendo, a cominciare dalle fonti energetiche, e ciascun gruppo sgomita per prepararsi a imporre il suo Piano-B».
Lo stesso Giulietto Chiesa teme gli effetti della doppia crisi in atto: la pericolosità di un’America in declino, arginata da Russia e Cina, in un mondo che non sa come affrontare né l’esplosione demografica, né l’incombente catastrofe climatica, che secondo l’Onu sta già innescando esodi mai visti prima, nella storia.
Tante angolazioni diverse, molte analisi e una sinistra caratteristica comune: l’assenza di soluzioni, in vista.
Nella sua visione, Chomsky si concentra sulla politica estera Usa: «Le aggressioni unilaterali da parte degli Stati Uniti in Siria e in Afghanistan – afferma – sono state preparate a tavolino da questa nuova amministrazione, incurante del crimine commesso, che viola tutte le norme del diritto internazionale».
Obiettivo: nient’altro che «uno show rivolto all’opinione pubblica in attesa della promessa “America First”».
Dietro la propaganda di Trump, Noam Chomsky vede un «progetto selvaggio di smantellamento, passo dopo passo, dell’intera legislazione federale istituita 70 anni fa per proteggere l’intera popolazione americana dalla logica dei profitti immediati e dalla massima concentrazione del potere».
Operazione abilmente nascosta dallo “sceriffo” Trump, che prova a rassicurare gli americani «con questo messaggio diretto: i brillanti risultati conseguiti dai nostri uomini del Pentagono nelle ultime otto settimane sono superiori a quanto conseguito durante gli ultimi otto anni dalla presidenza Obama».
E ancora: «Siamo in grado di effettuare operazioni coraggiose. Insomma, ecco il nuovo sceriffo che dimostra di essere l’uomo forte che voi volete.
E che ha dato mano libera a chi voleva intraprendere le cosiddette azioni coraggiose.
Come quella di sganciare la superbomba in Afghanistan senza aver neppure idea quale territorio abbiamo distrutto, né di quanti civili abbiamo ucciso».
Paradossalmente – ma non è una novità – negli Stati Uniti «l’applauso è stato univoco e totale anche da parte dei democratici, visto che in Siria il nuovo sceriffo Trump ha inviato un messaggio alla comunità internazionale per dimostrare che l’America è ancora una superpotenza che sa reagire con la nuova forza dell’“America First”».
Passo dopo passo, continua Chomsky, «dietro le quinte viene approvata una legislazione che toglie ogni speranza alla popolazione americana nel rivendicare i benefici di protezione sociale ed economica istituiti 70 anni fa».
Per l’insigne linguista, «è questa l’organizzazione di potere più pericolosa nella storia del mondo».
Una “cupola” che, «per continuare ad avere più profitti e sempre più potere, è capace anche di usare l’arma nucleare.
Sino alla distruzione dell’umanità».
Secondo Chomsky, grazie al riarmo nucleare finanziato in silenzio da Obama, oggi «l’arsenale atomico statunitense ha raggiunto un livello da strategia atomica avanzata e radicale, tale da poter annientare la deterrenza dell’arsenale atomico russo».
E dato che Mosca non ne è certo all’oscuro, «con l’intensificarsi della tensione diretta, specialmente nei paesi baltici ai confini della Russia», tutto questo «determina il rischio di un confronto nucleare diretto con la Russia».
Se così stanno le cose, secondo Chomsky, si sono «assottigliati i margini per la sicurezza mondiale» e ci stiamo pericolosamente avvicinando a una catastrofe nucleare provocata dalla “mutual destruction”, la distruzione reciproca.
Si è infatti «messa in moto una situazione in base alla quale la Russia, con l’intensificarsi delle provocazioni degli Stati Uniti, possa decidere di sferrare un “preemptive strike”», un colpo preventivo nucleare, «nella speranza di sopravvivere, dal momento in cui non ha più la capacità di un arsenale deterrente».
Per Chomsky, «ci troviamo in una situazione gravissima e pericolosa», dove «il rischio è dato dalle reazioni imprevedibili di Trump», sempre più debole sul piano della politica interna, e quindi preoccupatissimo.
«Un Trump che, se non sarà in grado di mantenere le promesse di cambio fatte alla “working class” a cui si è riferito in campagna elettorale (e che sarà la prima vittima della sua presidenza), prima o poi seguirà un dilagare di accuse di terrorismo islamico verso gli immigrati per giustificare misure repressive eccezionali e nuovi bandi.
Prefabbricando prove di un attacco all’America, tanto da giustificare il ricorso all’arma nucleare».
I missili in Siria e la superbomba Moab sganciata in Afghanistan?
«Sono l’esemplificazione dell’America di Trump pronta a ritorsioni militari che superano ogni più perversa immaginazione.
Un disegno politico che è prassi storica, per questo paese, sin dai tempi della Guerra Fredda».
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Chomsky: ho paura, questa élite vuole ricorrere all’atomica
Scritto il 21/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Donald Trump sa di non avere nessuna speranza di premiare i milioni di elettori che avevano creduto in lui.
Per questo gioca l’ultima carta e indossa i panni dello sceriffo: per distrarre il pubblico, bombardando il mondo.
Ma il gioco è pericoloso: tra una provocazione e l’altra, con il solito corredo di notizie false come le responsabilità di Assad sull’uso dei gas contro la popolazione siriana, la Russia stavolta potrebbe reagire.
Mosca potrebbe sparare per prima i suoi missili a testata atomica contro l’America, prima che sia troppo tardi.
Mai, nella sua storia, l’umanità ha corso un pericolo così grande.
Lo afferma Noam Chomsky in un’intervista concessa al “Manifesto”, nella quale esprime la massima preoccupazione per i giorni che stiamo vivendo.
La sua tesi: l’élite è semplicemente “impazzita”.
E il terrore di perdere il potere può spingerla verso la catastrofe nucleare.
Gli oligarchi sanno di non avere più alcuna possibilità di recuperare il consenso perduto, come dimostra il fallimento della loro ultima creazione illusionistica, Donald Trump.
E allora premono sulla guerra: la vogliono davvero, come unica soluzione per mantenere il controllo totale sull’umanità.
Ad aggravare il quadro, aggiunge Chomsky, intervistato da Patricia Lombroso, sarebbe la rottura dello storico equilibrio missilistico tra Usa e Russia, provocata dal colossale programma di riarmo nucleare varato anni fa da Barack Obama.
Secondo il grande intellettuale americano, oggi la dotazione balistica degli Stati Uniti sarebbe superiore rispetto a quella di Mosca.
E i russi, che sanno di essere minacciati, potrebbero decidere di sferrare per primi un attacco nucleare preventivo, prima che la loro deterrenza venga definitivamente cancellata dall’ipotetica supremazia atomica statunitense.
Uno scenario da apocalisse, confermato da un altro acuto analista indipendente come Paul Craig Roberts, secondo cui i russi – che a suo parere non dispongono affatto di un arsenale inferiore a quello americano – potrebbero comunque scegliere di colpire per primi, dato che gli Usa e la Nato li stanno letteralmente assediando, in modo sempre più subdolo, ormai anche alle frontiere della Federazione Russa, sul Baltico e nell’Europa orientale.
Altri osservatori, come il francese Thierry Meyssan, sono meno pessimisti: tendono a pensare che Trump stia essenzialmente “facendo teatro”.
Per Gianfranco Carpeoro, autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, l’eventuale bluff muscolare di Trump avrebbe lo scopo di illudere (e tacitare, a suon di commesse miliardarie) l’apparato militare-industriale che fa capo al potentissimo clan dei Bush.
Lo stesso Carpeoro, tuttavia, non si nasconde la pericolosità del potere oligarchico mondiale ormai pronto a tutto, come dimostra l’auto-terrorismo targato Isis.
Sullo sfondo, la situazione allarmante del pianeta: «Gli oligarchi sanno che le risorse terrestri si stanno esaurendo, a cominciare dalle fonti energetiche, e ciascun gruppo sgomita per prepararsi a imporre il suo Piano-B».
Lo stesso Giulietto Chiesa teme gli effetti della doppia crisi in atto: la pericolosità di un’America in declino, arginata da Russia e Cina, in un mondo che non sa come affrontare né l’esplosione demografica, né l’incombente catastrofe climatica, che secondo l’Onu sta già innescando esodi mai visti prima, nella storia.
Tante angolazioni diverse, molte analisi e una sinistra caratteristica comune: l’assenza di soluzioni, in vista.
Nella sua visione, Chomsky si concentra sulla politica estera Usa: «Le aggressioni unilaterali da parte degli Stati Uniti in Siria e in Afghanistan – afferma – sono state preparate a tavolino da questa nuova amministrazione, incurante del crimine commesso, che viola tutte le norme del diritto internazionale».
Obiettivo: nient’altro che «uno show rivolto all’opinione pubblica in attesa della promessa “America First”».
Dietro la propaganda di Trump, Noam Chomsky vede un «progetto selvaggio di smantellamento, passo dopo passo, dell’intera legislazione federale istituita 70 anni fa per proteggere l’intera popolazione americana dalla logica dei profitti immediati e dalla massima concentrazione del potere».
Operazione abilmente nascosta dallo “sceriffo” Trump, che prova a rassicurare gli americani «con questo messaggio diretto: i brillanti risultati conseguiti dai nostri uomini del Pentagono nelle ultime otto settimane sono superiori a quanto conseguito durante gli ultimi otto anni dalla presidenza Obama».
E ancora: «Siamo in grado di effettuare operazioni coraggiose. Insomma, ecco il nuovo sceriffo che dimostra di essere l’uomo forte che voi volete.
E che ha dato mano libera a chi voleva intraprendere le cosiddette azioni coraggiose.
Come quella di sganciare la superbomba in Afghanistan senza aver neppure idea quale territorio abbiamo distrutto, né di quanti civili abbiamo ucciso».
Paradossalmente – ma non è una novità – negli Stati Uniti «l’applauso è stato univoco e totale anche da parte dei democratici, visto che in Siria il nuovo sceriffo Trump ha inviato un messaggio alla comunità internazionale per dimostrare che l’America è ancora una superpotenza che sa reagire con la nuova forza dell’“America First”».
Passo dopo passo, continua Chomsky, «dietro le quinte viene approvata una legislazione che toglie ogni speranza alla popolazione americana nel rivendicare i benefici di protezione sociale ed economica istituiti 70 anni fa».
Per l’insigne linguista, «è questa l’organizzazione di potere più pericolosa nella storia del mondo».
Una “cupola” che, «per continuare ad avere più profitti e sempre più potere, è capace anche di usare l’arma nucleare.
Sino alla distruzione dell’umanità».
Secondo Chomsky, grazie al riarmo nucleare finanziato in silenzio da Obama, oggi «l’arsenale atomico statunitense ha raggiunto un livello da strategia atomica avanzata e radicale, tale da poter annientare la deterrenza dell’arsenale atomico russo».
E dato che Mosca non ne è certo all’oscuro, «con l’intensificarsi della tensione diretta, specialmente nei paesi baltici ai confini della Russia», tutto questo «determina il rischio di un confronto nucleare diretto con la Russia».
Se così stanno le cose, secondo Chomsky, si sono «assottigliati i margini per la sicurezza mondiale» e ci stiamo pericolosamente avvicinando a una catastrofe nucleare provocata dalla “mutual destruction”, la distruzione reciproca.
Si è infatti «messa in moto una situazione in base alla quale la Russia, con l’intensificarsi delle provocazioni degli Stati Uniti, possa decidere di sferrare un “preemptive strike”», un colpo preventivo nucleare, «nella speranza di sopravvivere, dal momento in cui non ha più la capacità di un arsenale deterrente».
Per Chomsky, «ci troviamo in una situazione gravissima e pericolosa», dove «il rischio è dato dalle reazioni imprevedibili di Trump», sempre più debole sul piano della politica interna, e quindi preoccupatissimo.
«Un Trump che, se non sarà in grado di mantenere le promesse di cambio fatte alla “working class” a cui si è riferito in campagna elettorale (e che sarà la prima vittima della sua presidenza), prima o poi seguirà un dilagare di accuse di terrorismo islamico verso gli immigrati per giustificare misure repressive eccezionali e nuovi bandi.
Prefabbricando prove di un attacco all’America, tanto da giustificare il ricorso all’arma nucleare».
I missili in Siria e la superbomba Moab sganciata in Afghanistan?
«Sono l’esemplificazione dell’America di Trump pronta a ritorsioni militari che superano ogni più perversa immaginazione.
Un disegno politico che è prassi storica, per questo paese, sin dai tempi della Guerra Fredda».
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Re: La Terza Guerra Mondiale
CONSIDERAZIONI SULL’INTERVISTA DI CHOMSKY AL MANIFESTO.
1) Noam Chomsky, è del 1928. Oggi ha 89 anni. Ha una visione socialista della vita. A differenza di alcuni vecchietti con qualche anno di meno, di queste parti, che sostengono di essere stati comunisti in passato quando il PCI guardava a Mosca, e oggi, tranquillamente affermano, che di tutto questo non gliene frega niente, la loro vita l’hanno compiuta ed adesso tocca ai giovani.
Già, quei giovani a cui non hanno insegnato a vivere e che oggi se ne sbattono di tutto e di tutti.
Ma non è colpa loro.
Chomsky invece che ha una visione socialista della vita non pensa solo a se stesso, anche se ha l’età dei giorni contati, ma si sente “preoccupato”. Preoccupato anche per gli altri, a cui tocca un destino crudele.
1) Noam Chomsky, è del 1928. Oggi ha 89 anni. Ha una visione socialista della vita. A differenza di alcuni vecchietti con qualche anno di meno, di queste parti, che sostengono di essere stati comunisti in passato quando il PCI guardava a Mosca, e oggi, tranquillamente affermano, che di tutto questo non gliene frega niente, la loro vita l’hanno compiuta ed adesso tocca ai giovani.
Già, quei giovani a cui non hanno insegnato a vivere e che oggi se ne sbattono di tutto e di tutti.
Ma non è colpa loro.
Chomsky invece che ha una visione socialista della vita non pensa solo a se stesso, anche se ha l’età dei giorni contati, ma si sente “preoccupato”. Preoccupato anche per gli altri, a cui tocca un destino crudele.
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