22 aprile, March for Science in tutto il mondo

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iospero
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22 aprile, March for Science in tutto il mondo

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22 aprile, March for Science in tutto il mondo


22 aprile, March for Science in tutto il mondo
(Foto di https://www.facebook.com/resistanceeventsitaly)
La Marcia per la Scienza vuole sostenere l’indipendenza della ricerca dagli interessi esterni e la sua importanza per la società. La Marcia è stata indetta negli Stati Uniti e si svolgerà in contemporanea in più di 500 città in tutto il mondo. Si tratta di un incontro globale senza precedenti di scienziati e appassionati che si uniscono per riconoscere il ruolo vitale che la scienza svolge nella nostra vita e la necessità di rispettare e incoraggiare la ricerca per comprendere il nostro mondo. In Italia sono previste iniziative a Caserta (il 21 aprile), a Roma, Milano, Firenze, Bologna e Potenza (il 22 aprile).

IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Renzo Rosso
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Marcia per la scienza 2017, in tempo di guerra la ricerca resta neutrale?

“È tempo di saltare il fosso e fare la differenza”: con questo motto viene annunciata la Marcia per la scienza del 22 aprile, in concomitanza con la Giornata della terra, quando il mondo si interroga sullo stato di salute del pianeta, consapevole che non c’è una terra 2.0.

Gli scienziati americani più sensibili alle implicazioni sociali e politiche del proprio lavoro marceranno a Washington fino al Lincoln Memorial dove nel 1963 Martin Luther King pronunciò la celebre orazione I have a dream. Era la marcia per il lavoro e la libertà in appoggio alla politica kennediana in tema di diritti civili. Ora potrebbe essere il primo passo di un movimento globale per difendere il ruolo della scienza ai fini della salute, sicurezza, economia e governabilità dell’umanità. In palese contrasto con la politica ambientale e scientifica di Donald Trump.

La marcia è una celebrazione della scienza che sottolinea il contrasto tra politici e scienziati emerso negli ultimi mesi ma latente da tempo. Si indirizza non solo ai decisori, ma anche e soprattutto alla gente comune affinché prenda coscienza del ruolo che la scienza gioca nella vita quotidiana di tutti gli abitanti del pianeta. E del rispetto sociale che la ricerca meriterebbe, un riconoscimento che può scaturire soltanto da un profondo sentire comune.

La Marcia reclama perciò il sostegno finanziario della scienza e la comunicazione al pubblico dei suoi risultati quali pilastri della libertà e della prosperità dell’uomo, raccogliendo gruppi di studiosi che sono uniti soltanto dalla propria diversità e dall’assenza di pregiudizi. Uniti per sollecitare politiche diverse dal primato esclusivo e ossessivo della ricerca bellica. Una tendenza in atto già prima che Trump diventasse il 45° presidente degli Stati Uniti. Il fenomeno però non si limita agli Stati Uniti, se un articolo pubblicato da Nature nel dicembre del 2016 titolava: “La pacifica Europa inizia a finanziare la ricerca militare“. Era riferito al voto del primo dicembre 2016 con cui il Parlamento europeo approvava ulteriori 25 milioni di euro da destinare al fondo per la Difesa europea, che si prevede raggiungerà i 90 milioni entro il 2020, per salire a 500 milioni all’anno a partire dal 2021.

Se, negli Stati Uniti, Carter e Reagan sono stati i soli presidenti di pace dal dopoguerra mondiale a oggi, poiché tutti gli altri hanno affrontato, nolenti o più spesso volenti, guerre regionali in ogni parte del mondo, per l’Europa la svolta è epocale. E si manifesta nel momento in cui le nazioni europee rischiano l’avvento di governi sovranisti, uniti dal motto per nulla originale di Trump, #mycountryfirst, che fu già intonato in passato su una bellissima melodia di Haydin: “Deutschland über alles, über alles in der Welt”.

La marcia pone ad alcuni puristi il quesito se sia giusto o meno per uno studioso interessarsi di politica. Gli organizzatori della marcia si chiedono invece se, di fronte a una tendenza allarmante di discredito del consenso scientifico e di limitazione alla libertà delle scoperte scientifiche, possiamo permetterci di non parlare in difesa della scienza.

Faccio fatica a ricordare iniziative analoghe nel passato e non ignoro la difficoltà degli scienziati nell’individuare un percorso condiviso e coraggioso, soprattutto nell’era della competizione darwiniana che pervade anche il mondo scientifico: gli studiosi non sempre hanno avuto il piglio di un Wegener ma hanno più spesso interpretato il ruolo di Don Abbondio, quando non si sono immedesimati nel dottor Stanamore.

Ha scritto Philip Ball: “il comportamento dei fisici tedeschi sotto il nazismo non fu un’aberrazione dovuta a circostanze estreme ma un esempio tipico di come scienza e politica interagiscono tra loro”. Si riferiva alle diverse vicende di Peter Debye, il quale nel 1940 salpò definitivamente da Genova per l’America dove contribuì allo sforzo bellico che aveva rifuggito in Germania; del potentissimo Max Planck, che firmò l’espulsione di Albert Einstein dall’Accademia delle scienze e fu sempre incapace di sottrarsi all’influenza della politica al potere; e di Werner Heisenberg, successore di Debye alla direzione dell’Istituto Kaiser Wilhelm, che in tempo di guerra si dedicò agli studi sull’arma finale nucleare: la wunderwaffe del Terzo Reich.


Serving the Reich: The Struggle for the Soul of Physics under Hitler


Che questa sia invece la svolta buona?

Anche se la marcia è stata indetta negli Stati Uniti, l’iniziativa ha un seguito planetario, giacché ci saranno in contemporanea più di 500 eventi in città di tutto il mondo. Un incontro globale senza precedenti di scienziati, appassionati e persone consapevoli, uniti per riconoscere il ruolo vitale della scienza e per promuovere il rispetto per la libera ricerca. In Italia, dopo la pigrizia iniziale, sono state organizzate iniziative a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Potenza e Caserta.
UncleTom
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Re: 22 aprile, March for Science in tutto il mondo

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L'ULTIMA MARCIA??????????????
UncleTom
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Re: 22 aprile, March for Science in tutto il mondo

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Giornata mondiale della Terra, da Washington a Roma marciano anche i ricercatori: “Difendiamo la scienza
Diritti


Fulcro dell’iniziativa, nata nel 1970 da un movimento universitario americano sarà la Marcia per la Scienza, organizzata da un gruppo di ricercatori statunitensi preoccupati dalla politica dell'amministrazione Donald Trump, che a pochi mesi dall’insediamento ha ribaltato le politiche del predecessore Barack Obama



di Annalisa Dall'Oca | 22 aprile 2017

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Oltre un miliardo di mani unite a formare un’unica nazione, per combattere contro i muri dell’odio e dell’egoismo e per difendere il pianeta e tutti i suoi abitanti. Il 22 aprile 2017 torna l’Earth Day, la Giornata mondiale della Terra, e quest’anno, oltre a essere un’occasione di formazione e dibattito sui pericoli causati dai cambiamenti climatici e dalle questioni legate all’ambiente, sarà anche una giornata di lotte e proteste.

Fulcro dell’iniziativa, nata nel 1970 da un movimento universitario americano, infatti, sarà la Marcia per la Scienza, organizzata a livello globale dall’Earth Day network di Washington, in concomitanza con l’Earth Day, da un gruppo di ricercatori statunitensi preoccupati dalla politica dell’amministrazione Donald Trump, che a pochi mesi dall’insediamento ha ribaltato le politiche del predecessore Barack Obama contro i cambiamenti climatici e annunciato tagli significativi all’Epa, l’ente di protezione ambiente. La manifestazione, che avrà luogo nella capitale statunitense e in più di 500 città del mondo, da Cape Town, in Sudafrica, a Wangdue in Buthan, Roma compresa, il 22 aprile vedrà ricercatori e ricercatrici di ogni etnia e nazionalità sfilare nelle strade e nelle piazze con il camice bianco indosso. “L’obiettivo è difendere la scienza che oggi è vittima di un attacco senza precedenti, e per ricordare che la scienza è ovunque, interessa tutti, e contribuisce alla tutela del pianeta in cui viviamo e della nostra salute”, spiega in un’intervista al Guardian Kenneth Kimmell, presidente dell’organizzazione non profit americana Union of Concerned Scientists.

Ad approfondire il tema della tutela del pianeta, cuore pulsante dell’Earth Day, quindi, saranno le centinaia di iniziative organizzate in tutto il mondo in occasione della giornata mondiale della Terra – l’obiettivo quest’anno è arrivare a 3 miliardi di azioni green – per piantare nuovi alberi, pulire spiagge e parchi, educare i bambini con lezioni all’aperto offerte da scuole e atenei, laboratori formativi e visite ai musei aperti e, in generale, portare avanti il movimento sociale per la salvaguardia del pianeta nato 47 anni fa e cresciuto fino a coinvolgere tutti e 193 i paesi membri delle Nazioni Unite.

L’Italia, nelle celebrazioni, farà la parte del leone: lungo tutta la penisola, infatti, sono decine le città che contribuiranno al calendario globale con i propri eventi, come la Pedalata “Earth Day” di Monfalcone, l’Earth Day Run 2017 in programma in Puglia, il Festival per le arti della Terra di Napoli, l’Agrinatura – The Rural Expo di Erba, in Lombardia, e l’incontro ‘Caso PetrolCinica– a Roma il processo al petrolio’. A Roma, il 22 aprile, nell’ambito dell’edizione 2017 del Villaggio per la Terra, avrà luogo l’atteso concerto per la Terra, quest’anno dal titolo evocativo “Over the wall” cioè oltre il muro, in un riferimento niente affatto velato alle politiche anti immigrazione promosse dal presidente americano Trump e non solo.






“Oggi più che mai – spiega Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia – abbiamo bisogno di guardare oltre i muri dell’egoismo che si stanno alzando nel mondo. Nel trentesimo anniversario dell’Erasmus non possiamo permettere che il sogno di unità e di fratellanza dei giovani europei si infranga sugli egoismi del nostro sistema economico. Vogliamo piuttosto che questo sogno si realizzi nell’incontro con tanti Mecenati della Bellezza che hanno saputo andare ‘oltre il muro’ e impegnarsi in prima persona per tutelare le bellezze del nostro pianeta e del genio umano, messe gravemente a rischio dall’avidità di pochi”.

Sul palco della Capitale, allestito sulla terrazza del Pincio, saliranno Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Zero Assoluto e Ron con il gruppo La Scelta. Il concerto, gratuito per tutti, sarà presentato da Fabrizio Frizzi, con la partecipazione del comico Antonio Mezzancella, e a concludere la serata sarà lo show multisensoriale concentrato a Piazza del Popolo, condotto da Neri Marcorè, con musica, proiezioni di luci e immagini che restituiranno la storica piazza alla bellezza originaria concepita dall’architetto Giuseppe Valadier.

“A un anno dalla ratifica dello storico accordo sul clima raggiunto a Parigi durante COP21 – spiega la responsabile eventi di Earth Day Italia, Tiziana Tuccillo – politica, economia, ma anche noi cittadini, ognuno per la sua parte, è responsabile della crisi che stiamo vivendo ed è per questo che ognuno ha il dovere di fare la propria parte per evitare che questa crisi da grave diventi irreversibile. Noi cerchiamo di contribuire sensibilizzando quante più persone possibile a certe tematiche con il linguaggio del dialogo, dell’arte, della musica, dello sport, e l’invito è aperto a tutti: unitevi a noi”.
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