Gentiloni
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Re: Gentiloni
2 mag 2017 09:56
MATTE’, CHE VUOI FARE? “ER MOVIOLA” ALL’OSCURO DELLE MOSSE DEL DUCETTO. PALAZZO CHIGI GLI PIACE, COSI’ GENTILONI AVVERTE RENZI: “IRRESPONSABILE” INTERROMPERE L’AZIONE DI GOVERNO, E PARTE PER IL KUWAIT
– PADOAN PREOCCUPATO PER LE “SPARATE” DI RENZI CONTRO L’EUROPA – DOMANDA DALLE CENTO PISTOLE: CHI VOTA LA MANOVRA?
Fabio Martini per la Stampa
Quando Matteo Renzi era presidente del Consiglio e si ritrovava a dover commentare a caldo vicende sulle quali preferiva glissare, per due volte preferì partìre in missione all' estero. Difficile interpretare se anche questo intento ci sia nella trasferta in Kuwait di Paolo Gentiloni, partito ieri sera per una visita all' emiro Sabah al-Ahmad e al principe ereditario Nawaf Al-Ahmad.
Ieri sera il premier si è complimentato pubblicamente con Renzi per la vittoria («Una bella giornata») ma prima di partire, il presidente del Consiglio ha depositato un messaggio ai naviganti, passato sotto silenzio, eppur significativo.
Venerdì sera, intervenendo alla manifestazione di chiusura del Comitato Renzi, le parole di Paolo Gentiloni sono state queste: «Dobbiamo proseguire nel cammino delle riforme avviate e non perdere l' occasione di una ripresa che c' è. Sarebbe irresponsabile da parte nostra disperdere queste potenzialità, questo lavoro che è stato fatto». Gentiloni è un professionista del lessico politico e l' aggettivo da lui usato (irresponsabile) va inteso come un caldo invito - rivolto a tutti - ad assumere un atteggiamento responsabile. Ai partiti, ai ministri di punta del suo governo, anche a due ministri col quale intrattiene un rapporto di forte stima personale, Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda.
Ma in qualche modo è un messaggio diretto anche a Matteo Renzi. Perché dopo le Primarie, a palazzo Chigi si attendono una parola chiara e definitiva - quale che sia - sulle due questioni essenziali per il futuro politico del Paese: la legislatura si chiude in anticipo o a scadenza naturale? E se si va avanti, quale legge di Stabilità nel prossimo autunno?
Certo, il presidente del Consiglio ha sempre riconosciuto al Pd e a Renzi non soltanto il ruolo di azionista di maggioranza, ma anche il diritto di tracciare le scelte fondamentali della legislatura. Paolo Gentiloni, anche di recente, ha ribadito a tu per tu con Renzi che per nessuna ragione cambierà atteggiamento. E il presidente del Consiglio sa pure, proprio perchè parla spesso con Renzi, che il leader del Pd non ha ancora deciso cosa sia meglio fare. Conosce le ragioni di Renzi e sa che a lui non dispiace la "finestra" del 27 settembre, lo stesso giorno delle elezioni in Germania. Ma una decisione non è presa. E per prenderla Renzi dovrà convincere i "notabili" del Pd - Dario Franceschini, Graziano Delrio in primis - ma anche le principali forze di opposizione.
Ma a questo punto, a palazzo Chigi sperano che nel giro di qualche settimana si decidano le sorti della legge elettorale e della legislatura. Perché Paolo Gentiloni - ma pure al Quirinale - conoscono le preoccupazioni sulla "tenuta" del sistema economico-finanziario in particolare da parte di Pier Carlo Padoan. In tre anni e mezzo il ministro dell' Economia non hai lasciato affiorare in pubblico dissensi o incertezze, interpretando il proprio ruolo con una riservatezza e uno spirito di squadra che un tempo era proprio dei professionisti della politica.
Nelle ultime settimane Padoan continua a coltivare, nel più assoluto riserbo, preoccupazioni per la manovra d' autunno. E al tempo stesso osserva con qualche perplessità le punture di spillo che gli dedica Matteo Renzi. L' altro giorno il leader in pectore del Pd, aveva detto a "Porta a Porta": «Ho sempre nutrito una stima profonda per Pier Carlo Padoan. Ma i manuali di economia ignorano quello che è l' Italia di oggi». Come dire: il ministro è un teorico, ogni tanto privo di senso pratico e politico.
Una "carezza" che Padoan ha puntualmente lasciato cadere, convinto, come sempre, che quel che conta è il dialogo a tu per tu. Con Gentiloni e con Renzi, al quale il ministro riconosce il ruolo di decisore primo della maggioranza. Su due cose Gentiloni e Padoan sono d' accordo: le decisioni strategiche le prende il Pd, ora con un leader rilegittimato, ma al tempo stesso sarebbe un errore interrompere il cammino dei due ultimi governi.
Il presidente del Consiglio, l' altro giorno, è stato molto esplicito, più del solito: «Vorremmo tutti una crescita più forte. E tuttavia finalmente il Paese è tornato a crescere, la disoccupazione è tornata a calare e abbiamo una spinta nei consumi e in generale nel sentimento delle famiglie e delle imprese. I dati di oggi confermano questo percorso positivo»,
MATTE’, CHE VUOI FARE? “ER MOVIOLA” ALL’OSCURO DELLE MOSSE DEL DUCETTO. PALAZZO CHIGI GLI PIACE, COSI’ GENTILONI AVVERTE RENZI: “IRRESPONSABILE” INTERROMPERE L’AZIONE DI GOVERNO, E PARTE PER IL KUWAIT
– PADOAN PREOCCUPATO PER LE “SPARATE” DI RENZI CONTRO L’EUROPA – DOMANDA DALLE CENTO PISTOLE: CHI VOTA LA MANOVRA?
Fabio Martini per la Stampa
Quando Matteo Renzi era presidente del Consiglio e si ritrovava a dover commentare a caldo vicende sulle quali preferiva glissare, per due volte preferì partìre in missione all' estero. Difficile interpretare se anche questo intento ci sia nella trasferta in Kuwait di Paolo Gentiloni, partito ieri sera per una visita all' emiro Sabah al-Ahmad e al principe ereditario Nawaf Al-Ahmad.
Ieri sera il premier si è complimentato pubblicamente con Renzi per la vittoria («Una bella giornata») ma prima di partire, il presidente del Consiglio ha depositato un messaggio ai naviganti, passato sotto silenzio, eppur significativo.
Venerdì sera, intervenendo alla manifestazione di chiusura del Comitato Renzi, le parole di Paolo Gentiloni sono state queste: «Dobbiamo proseguire nel cammino delle riforme avviate e non perdere l' occasione di una ripresa che c' è. Sarebbe irresponsabile da parte nostra disperdere queste potenzialità, questo lavoro che è stato fatto». Gentiloni è un professionista del lessico politico e l' aggettivo da lui usato (irresponsabile) va inteso come un caldo invito - rivolto a tutti - ad assumere un atteggiamento responsabile. Ai partiti, ai ministri di punta del suo governo, anche a due ministri col quale intrattiene un rapporto di forte stima personale, Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda.
Ma in qualche modo è un messaggio diretto anche a Matteo Renzi. Perché dopo le Primarie, a palazzo Chigi si attendono una parola chiara e definitiva - quale che sia - sulle due questioni essenziali per il futuro politico del Paese: la legislatura si chiude in anticipo o a scadenza naturale? E se si va avanti, quale legge di Stabilità nel prossimo autunno?
Certo, il presidente del Consiglio ha sempre riconosciuto al Pd e a Renzi non soltanto il ruolo di azionista di maggioranza, ma anche il diritto di tracciare le scelte fondamentali della legislatura. Paolo Gentiloni, anche di recente, ha ribadito a tu per tu con Renzi che per nessuna ragione cambierà atteggiamento. E il presidente del Consiglio sa pure, proprio perchè parla spesso con Renzi, che il leader del Pd non ha ancora deciso cosa sia meglio fare. Conosce le ragioni di Renzi e sa che a lui non dispiace la "finestra" del 27 settembre, lo stesso giorno delle elezioni in Germania. Ma una decisione non è presa. E per prenderla Renzi dovrà convincere i "notabili" del Pd - Dario Franceschini, Graziano Delrio in primis - ma anche le principali forze di opposizione.
Ma a questo punto, a palazzo Chigi sperano che nel giro di qualche settimana si decidano le sorti della legge elettorale e della legislatura. Perché Paolo Gentiloni - ma pure al Quirinale - conoscono le preoccupazioni sulla "tenuta" del sistema economico-finanziario in particolare da parte di Pier Carlo Padoan. In tre anni e mezzo il ministro dell' Economia non hai lasciato affiorare in pubblico dissensi o incertezze, interpretando il proprio ruolo con una riservatezza e uno spirito di squadra che un tempo era proprio dei professionisti della politica.
Nelle ultime settimane Padoan continua a coltivare, nel più assoluto riserbo, preoccupazioni per la manovra d' autunno. E al tempo stesso osserva con qualche perplessità le punture di spillo che gli dedica Matteo Renzi. L' altro giorno il leader in pectore del Pd, aveva detto a "Porta a Porta": «Ho sempre nutrito una stima profonda per Pier Carlo Padoan. Ma i manuali di economia ignorano quello che è l' Italia di oggi». Come dire: il ministro è un teorico, ogni tanto privo di senso pratico e politico.
Una "carezza" che Padoan ha puntualmente lasciato cadere, convinto, come sempre, che quel che conta è il dialogo a tu per tu. Con Gentiloni e con Renzi, al quale il ministro riconosce il ruolo di decisore primo della maggioranza. Su due cose Gentiloni e Padoan sono d' accordo: le decisioni strategiche le prende il Pd, ora con un leader rilegittimato, ma al tempo stesso sarebbe un errore interrompere il cammino dei due ultimi governi.
Il presidente del Consiglio, l' altro giorno, è stato molto esplicito, più del solito: «Vorremmo tutti una crescita più forte. E tuttavia finalmente il Paese è tornato a crescere, la disoccupazione è tornata a calare e abbiamo una spinta nei consumi e in generale nel sentimento delle famiglie e delle imprese. I dati di oggi confermano questo percorso positivo»,
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Re: Gentiloni
SE SI DIGITA SU GOOGLE:
“GRANDI NAVIGATORI ITALIANI”
IL PRIMO DATO CHE VIENE FORNITO E’:
Categoria:Navigatori italiani - Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria ... i_italiani
1.
2.
... avviene in automatico; in caso contrario, per ordinare per cognome, occorre categorizzare la voce inserendo: [[Categoria:Navigatori italiani|Cognome, Nome]].
MANCA PERO’ UNO, IL PIU’ GRANDE DI TUTTI, NELLA SUA SPECIALITA’.
IN FONDO AL POZZO NERO, …A DESTRA, SI INTRAVVEDE LO ZATTERONE (DI SUGHERO) DER SOR CONTE PAOLO, DETTO ER MOVIOLA, CHE IMPERTURBABILE SALE E SCENDE SULLE ONDE GIGANTESCHE CHE LO CIRCONDANO, DI QUESTO, “STRANO MARE” IN TEMPESTA.
Paolo Conte - Onda su onda
https://www.youtube.com/watch?v=6iO6aisDzb8
“GRANDI NAVIGATORI ITALIANI”
IL PRIMO DATO CHE VIENE FORNITO E’:
Categoria:Navigatori italiani - Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria ... i_italiani
1.
2.
... avviene in automatico; in caso contrario, per ordinare per cognome, occorre categorizzare la voce inserendo: [[Categoria:Navigatori italiani|Cognome, Nome]].
MANCA PERO’ UNO, IL PIU’ GRANDE DI TUTTI, NELLA SUA SPECIALITA’.
IN FONDO AL POZZO NERO, …A DESTRA, SI INTRAVVEDE LO ZATTERONE (DI SUGHERO) DER SOR CONTE PAOLO, DETTO ER MOVIOLA, CHE IMPERTURBABILE SALE E SCENDE SULLE ONDE GIGANTESCHE CHE LO CIRCONDANO, DI QUESTO, “STRANO MARE” IN TEMPESTA.
Paolo Conte - Onda su onda
https://www.youtube.com/watch?v=6iO6aisDzb8
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Re: Gentiloni
Cadaveri eccellenti (film 1976)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cadaveri eccellenti è un film del 1976 diretto da Francesco Rosi, tratto dal romanzo Il contesto di Leonardo Sciascia (1971), presentato fuori concorso al 29º Festival di Cannes[1].
Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[2].
Trama[modifica | modifica wikitesto]
In una regione dell'Italia del sud vengono uccisi alcuni magistrati. Incaricato delle indagini è l'ispettore di polizia Amerigo Rogas, il quale inizialmente indirizza le sue indagini negli ambienti mafiosi e successivamente verso tre persone, tutte giudicate e condannate a un pena detentiva dai magistrati assassinati e poi risultate innocenti, considerando come possibile movente la vendetta.
I delitti iniziano a avvenire anche nella capitale ed il capo della polizia impone a Rogas di indirizzare le indagini verso i "gruppuscoli" di estrema sinistra, non più da solo ma agli ordini di un commissario della squadra politica. Tuttavia, l'ispettore progressivamente si convince che i delitti possano essere parte di un piano eversivo ordito da organi dello stato, incluso lo stesso capo della polizia. Una volta avutane la certezza, e scoprendo di essere sorvegliato, tenta di informare il segretario del PCI, al quale dà appuntamento in un museo; un killer, appostato sul luogo, uccide entrambi.
In un messaggio al telegiornale, il capo della polizia attribuisce l'uccisione del segretario del partito allo stesso Rogas, che avrebbe dato da tempo segni di squilibrio mentale. I dirigenti del PCI, pur conoscendo la verità, non ne approfittano, poiché giudicano prematura la conquista del potere. Piuttosto, preferiscono accettare la versione ufficiale per evitare scontri di piazza che avrebbero dato il pretesto per un colpo di Stato militare.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cadaveri eccellenti è un film del 1976 diretto da Francesco Rosi, tratto dal romanzo Il contesto di Leonardo Sciascia (1971), presentato fuori concorso al 29º Festival di Cannes[1].
Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[2].
Trama[modifica | modifica wikitesto]
In una regione dell'Italia del sud vengono uccisi alcuni magistrati. Incaricato delle indagini è l'ispettore di polizia Amerigo Rogas, il quale inizialmente indirizza le sue indagini negli ambienti mafiosi e successivamente verso tre persone, tutte giudicate e condannate a un pena detentiva dai magistrati assassinati e poi risultate innocenti, considerando come possibile movente la vendetta.
I delitti iniziano a avvenire anche nella capitale ed il capo della polizia impone a Rogas di indirizzare le indagini verso i "gruppuscoli" di estrema sinistra, non più da solo ma agli ordini di un commissario della squadra politica. Tuttavia, l'ispettore progressivamente si convince che i delitti possano essere parte di un piano eversivo ordito da organi dello stato, incluso lo stesso capo della polizia. Una volta avutane la certezza, e scoprendo di essere sorvegliato, tenta di informare il segretario del PCI, al quale dà appuntamento in un museo; un killer, appostato sul luogo, uccide entrambi.
In un messaggio al telegiornale, il capo della polizia attribuisce l'uccisione del segretario del partito allo stesso Rogas, che avrebbe dato da tempo segni di squilibrio mentale. I dirigenti del PCI, pur conoscendo la verità, non ne approfittano, poiché giudicano prematura la conquista del potere. Piuttosto, preferiscono accettare la versione ufficiale per evitare scontri di piazza che avrebbero dato il pretesto per un colpo di Stato militare.
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Re: Gentiloni
41 anni dopo va in onda il film:
CADAVERI ( poco ) ECCELLENTI
Politica | Di F. Q.
Banca Etruria, Gentiloni: “Mi pare che
Boschi abbia ampiamente chiarito.
Non ci saranno implicazioni per il governo”
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Boschi abbia ampiamente chiarito.
Non ci saranno implicazioni per il governo”
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Re: Gentiloni
Bobby Solo
https://www.youtube.com/watch?v=ObvSnEYx_68
Non c'è più niente da fare
è stato bello sognare
la vita ci ha regalato
dei lunghi giorni felici
qualcosa che il tempo non cambierà mai.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/testi-canz ... te-da-fare>
https://www.youtube.com/watch?v=ObvSnEYx_68
Non c'è più niente da fare
è stato bello sognare
la vita ci ha regalato
dei lunghi giorni felici
qualcosa che il tempo non cambierà mai.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/testi-canz ... te-da-fare>
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Re: Gentiloni
Banca Etruria, Gentiloni: “Mi pare che Boschi abbia ampiamente chiarito. Non ci saranno implicazioni per il governo”
Politica
Il premier dalla Cina commenta per la prima volta il nuovo caso scoppiato dopo le rivelazioni del libro di Ferruccio de Bortoli. "Non mi pare ci siano novità", sostiene. Dimenticando che, oltre alla richiesta a Ghizzoni, ci sono la notizia del vertice del marzo 2014 nella villa dei Boschi a Laterina e la chiamata di Delrio ai vertici della Popolare dell'Emilia Romagna
di F. Q. | 16 maggio 2017
commenti (510)
1,3 mila
Più informazioni su: Banca Etruria, Maria Elena Boschi, Paolo Gentiloni, Unicredit
“Mi pare che lei abbia ampiamente chiarito. Non mi pare ci siano novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo”. Dalla Cina il premier Paolo Gentiloni rompe per la prima volta il silenzio sul nuovo caso Etruria, quello deflagrato dopo le rilevazioni riportate nel libro di Ferruccio de Bortoli secondo cui la sottosegretaria Maria Elena Boschi, da ministro delle Riforme, chiese all’allora numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni di comprare l’istituto di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente. Nel corso della conferenza stampa al termine della sua missione istituzionale, il presidente del Consiglio ha detto che “la vicenda della sottosegretaria Boschi è nota” e, appunto, non ci sono “novità” né “implicazioni per il governo”. Che nelle scorse settimane non ha preso posizione in modo deciso sulla vicenda.
A dire il vero però le novità ci sono, e non riguardano solo la richiesta indirizzata a Ghizzoni. Infatti, come rivelato da Il Fatto Quotidiano, nel marzo 2014 Boschi convocò addirittura un summit tra il padre, l’allora presidente dell’istituto Lorenzo Rosi e i vertici di Veneto Banca nella sua casa di Laterina perché discutessero su come affrontare le richieste di Bankitalia. E la sottosegretaria, che in passato aveva negato qualsiasi ipotesi di conflitto di interessi nella gestione della vicenda Etruria, mercoledì scorso si è limitata a dire che “la misura è colma” e ad annunciare querele. Non è chiaro però se anche nei confronti dell’ex direttore del Corriere della Sera, il quale ha detto di essere ansioso di dimostrare in tribunale la bontà delle proprie fonti. Inoltre il ministro Graziano Delrio, sottosegretario all’epoca dei fatti, ha ammesso di aver chiamato il presidente della Popolare dell’Emilia Romagna per chiedere informazioni sulla possibile acquisizione di Etruria.
Lunedì Ghizzoni ha fatto sapere di essere pronto a raccontare tutto se verrà convocato dalla commissione d’inchiesta sul sistema bancario prossima ventura (la Camera dovrebbe dare il via libera la prossima settimana al ddl che la istituisce). Commissione che l’ex premier Matteo Renzi ha detto di attendere con ansia anche se secondo il M5S “la maggioranza la sta facendo slittare sempre di più per arrivare a fine legislatura e quindi non farla lavorare, ma semplicemente dire che l’hanno fatta”. Peraltro Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera che è stato coordinatore nazionale della mozione di Michele Emiliano opposta a quella di Renzi, ha spiegato che il caso Etruria non sarà comunque in cima all’agenda del nuovo organismo e audire Ghizzoni “non è una priorità“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... o/3588687/
Politica
Il premier dalla Cina commenta per la prima volta il nuovo caso scoppiato dopo le rivelazioni del libro di Ferruccio de Bortoli. "Non mi pare ci siano novità", sostiene. Dimenticando che, oltre alla richiesta a Ghizzoni, ci sono la notizia del vertice del marzo 2014 nella villa dei Boschi a Laterina e la chiamata di Delrio ai vertici della Popolare dell'Emilia Romagna
di F. Q. | 16 maggio 2017
commenti (510)
1,3 mila
Più informazioni su: Banca Etruria, Maria Elena Boschi, Paolo Gentiloni, Unicredit
“Mi pare che lei abbia ampiamente chiarito. Non mi pare ci siano novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo”. Dalla Cina il premier Paolo Gentiloni rompe per la prima volta il silenzio sul nuovo caso Etruria, quello deflagrato dopo le rilevazioni riportate nel libro di Ferruccio de Bortoli secondo cui la sottosegretaria Maria Elena Boschi, da ministro delle Riforme, chiese all’allora numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni di comprare l’istituto di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente. Nel corso della conferenza stampa al termine della sua missione istituzionale, il presidente del Consiglio ha detto che “la vicenda della sottosegretaria Boschi è nota” e, appunto, non ci sono “novità” né “implicazioni per il governo”. Che nelle scorse settimane non ha preso posizione in modo deciso sulla vicenda.
A dire il vero però le novità ci sono, e non riguardano solo la richiesta indirizzata a Ghizzoni. Infatti, come rivelato da Il Fatto Quotidiano, nel marzo 2014 Boschi convocò addirittura un summit tra il padre, l’allora presidente dell’istituto Lorenzo Rosi e i vertici di Veneto Banca nella sua casa di Laterina perché discutessero su come affrontare le richieste di Bankitalia. E la sottosegretaria, che in passato aveva negato qualsiasi ipotesi di conflitto di interessi nella gestione della vicenda Etruria, mercoledì scorso si è limitata a dire che “la misura è colma” e ad annunciare querele. Non è chiaro però se anche nei confronti dell’ex direttore del Corriere della Sera, il quale ha detto di essere ansioso di dimostrare in tribunale la bontà delle proprie fonti. Inoltre il ministro Graziano Delrio, sottosegretario all’epoca dei fatti, ha ammesso di aver chiamato il presidente della Popolare dell’Emilia Romagna per chiedere informazioni sulla possibile acquisizione di Etruria.
Lunedì Ghizzoni ha fatto sapere di essere pronto a raccontare tutto se verrà convocato dalla commissione d’inchiesta sul sistema bancario prossima ventura (la Camera dovrebbe dare il via libera la prossima settimana al ddl che la istituisce). Commissione che l’ex premier Matteo Renzi ha detto di attendere con ansia anche se secondo il M5S “la maggioranza la sta facendo slittare sempre di più per arrivare a fine legislatura e quindi non farla lavorare, ma semplicemente dire che l’hanno fatta”. Peraltro Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera che è stato coordinatore nazionale della mozione di Michele Emiliano opposta a quella di Renzi, ha spiegato che il caso Etruria non sarà comunque in cima all’agenda del nuovo organismo e audire Ghizzoni “non è una priorità“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... o/3588687/
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Re: Gentiloni
Rino Formica - L'ex ministro socialista: “È eticamente deplorevole, ma ormai la gente s'è abituata ...
SI E' ABITUATA AI CADAVERI POCO ECCELLENTI
Gentiloni: "La Boschi ha chiarito, nessuna implicazione per il governo"
Da Pechino il presidente del Consiglio Gentiloni dice sottolinea che "la vicenda del sottosegretario Boschi è nota. Mi pare che lei l’abbia ampiamente chiarita"
Raffaello Binelli - Mar, 16/05/2017 - 14:09
commenta
Dalla Cina il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ostenta tranquillità: "La vicenda della sottosegretaria Boschi è nota, mi pare che lei l'abbia ampiamente chiarita.
Non mi pare che ci siano novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo". Nessun problema o imbarazzo per Palazzo Chigi, dunque. Questa almeno è la linea espressa dal premier, che getta acqua sul fuoco.
Ieri sul blog di Beppe Grillo si leggeva questa domanda: "Che fine ha fatto l'annunciata querela del sottosegretario Maria Elena Boschi nei confronti dell'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli? Era stata annunciata subito dopo le anticipazioni del libro di De Bortoli, in cui l'ex direttore racconta che l'allora ministro Boschi chiese a Federico Ghizzoni, all'epoca amministratore delegato di Unicredit, di valutare l'acquisto di Banca Etruria, la banca del babbo. Eppure ad oggi questa querela nessuno l'ha vista. Di cosa ha paura la Boschi?".
In effetti la querela non è ancora partita. Potrebbe essere, questa, una precisa strategia, consigliata dfai legali della Boschi: se la querela fosse partita, infatti, Ghizzoni sarebbe stato convocato dal giudice come testimone. Con il necessario chiarimento su tutta la vicenda. Ghizzoni, tuttavia, potrebbe sempre essere convocato dalla Commissione Finanze del Senato. Anche se, ovviamente, la commissione parlamentare non ha gli stessi poteri della magistratura. "Se mi convocheranno parlerò alla Commissione di inchiesta: in parlamento, non sui giornali, risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno", ha fatto sapere l'ex ad di Unicredit.
SI E' ABITUATA AI CADAVERI POCO ECCELLENTI
Gentiloni: "La Boschi ha chiarito, nessuna implicazione per il governo"
Da Pechino il presidente del Consiglio Gentiloni dice sottolinea che "la vicenda del sottosegretario Boschi è nota. Mi pare che lei l’abbia ampiamente chiarita"
Raffaello Binelli - Mar, 16/05/2017 - 14:09
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Dalla Cina il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ostenta tranquillità: "La vicenda della sottosegretaria Boschi è nota, mi pare che lei l'abbia ampiamente chiarita.
Non mi pare che ci siano novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo". Nessun problema o imbarazzo per Palazzo Chigi, dunque. Questa almeno è la linea espressa dal premier, che getta acqua sul fuoco.
Ieri sul blog di Beppe Grillo si leggeva questa domanda: "Che fine ha fatto l'annunciata querela del sottosegretario Maria Elena Boschi nei confronti dell'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli? Era stata annunciata subito dopo le anticipazioni del libro di De Bortoli, in cui l'ex direttore racconta che l'allora ministro Boschi chiese a Federico Ghizzoni, all'epoca amministratore delegato di Unicredit, di valutare l'acquisto di Banca Etruria, la banca del babbo. Eppure ad oggi questa querela nessuno l'ha vista. Di cosa ha paura la Boschi?".
In effetti la querela non è ancora partita. Potrebbe essere, questa, una precisa strategia, consigliata dfai legali della Boschi: se la querela fosse partita, infatti, Ghizzoni sarebbe stato convocato dal giudice come testimone. Con il necessario chiarimento su tutta la vicenda. Ghizzoni, tuttavia, potrebbe sempre essere convocato dalla Commissione Finanze del Senato. Anche se, ovviamente, la commissione parlamentare non ha gli stessi poteri della magistratura. "Se mi convocheranno parlerò alla Commissione di inchiesta: in parlamento, non sui giornali, risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno", ha fatto sapere l'ex ad di Unicredit.
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Re: Gentiloni
Il bisavolo Vincenzo, ha consentito alla famiglia Gentiloni di passare alla storia per il patto.
Patto Gentiloni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_Gentiloni
il conte Paolo, passerà alla storia per essere di gomma.
Si allunga e si allarga e si restringe a secondo delle circostanze.
L’importante è non lasciare mai la poltrona.
Guida un governo d’inquisiti, ma non fa una piega.
Va bene così madama la marchesa.
Trapani, indagata la sottosegretaria Vicari: “Favori a Morace in cambio di un Rolex”. Si dimette dal governo Gentiloni
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... i/3596884/
Patto Gentiloni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_Gentiloni
il conte Paolo, passerà alla storia per essere di gomma.
Si allunga e si allarga e si restringe a secondo delle circostanze.
L’importante è non lasciare mai la poltrona.
Guida un governo d’inquisiti, ma non fa una piega.
Va bene così madama la marchesa.
Trapani, indagata la sottosegretaria Vicari: “Favori a Morace in cambio di un Rolex”. Si dimette dal governo Gentiloni
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... i/3596884/
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Re: Gentiloni
Il Fatto Quotidiano vuole continuare ad esercitare il ruolo di Quarto Potere riservato alla stampa libera nelle democrazie (ma ne esistono ancora?) anche sotto l’attuale democratura.
Nel titolo di prima pagina che potrete vedere tra qualche ora in edicola, spicca:
I M P R E S E N TA B I L I Ecco chi dovrebbe lasciare il governo dopo l’indagata Vicari
Ora cacciate anche questi
Castiglione è imputato per l’appalto truccato del Cara di Mineo. Lotti è indagato per Consip. La Boschi è in conflitto d’interessi su Etruria. La Madia ha copiato la tesi di dottorato. La Pinotti deve spiegare altri Rolex. De Vincenti è citato d a l l’armatore arrestato nel caso Vicari per un “aiuti - n o”. De Filippo è inquisito a Potenza. E poi Alfano... Ecco l’elenco completo
ROSELLI
A PAG. 2
Suvvia, Travaglio & Soci, come potete pensare che il conte Paolo, che è fatto col pongo per adattarsi a tutte le pieghe del potere, possa prendere una simile decisione da uomo tutto d’un pezzo????
Vorrebbe dire chiudere qui la legislatura ed andare a votare senza la nuova legge elettorale.
E Mattarella che diche?????????
Nel titolo di prima pagina che potrete vedere tra qualche ora in edicola, spicca:
I M P R E S E N TA B I L I Ecco chi dovrebbe lasciare il governo dopo l’indagata Vicari
Ora cacciate anche questi
Castiglione è imputato per l’appalto truccato del Cara di Mineo. Lotti è indagato per Consip. La Boschi è in conflitto d’interessi su Etruria. La Madia ha copiato la tesi di dottorato. La Pinotti deve spiegare altri Rolex. De Vincenti è citato d a l l’armatore arrestato nel caso Vicari per un “aiuti - n o”. De Filippo è inquisito a Potenza. E poi Alfano... Ecco l’elenco completo
ROSELLI
A PAG. 2
Suvvia, Travaglio & Soci, come potete pensare che il conte Paolo, che è fatto col pongo per adattarsi a tutte le pieghe del potere, possa prendere una simile decisione da uomo tutto d’un pezzo????
Vorrebbe dire chiudere qui la legislatura ed andare a votare senza la nuova legge elettorale.
E Mattarella che diche?????????
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Re: Gentiloni
.... ER GOVERNO DER MOVIOLA........
.......... Renzi: "No a Repubblica fondata su cavilli e ricorsi"..........
SOLO UNA PSEUDO REPUBBLICA FONDATA SUL BUNGA-BUNGA
Musei, Tar annulla le nomine di 6 direttori. Franceschini: “Figuraccia dell’Italia, facciamo ricorso”
Politica
I giudici contestano i criteri di valutazione dei candidati dopo la selezione dei titoli, i colloqui a porte chiuse e la partecipazione di aspiranti direttori stranieri. Il ministro: "Tutto a norma di legge. Andiamo al Consiglio di Stato". Schmidt (direttore degli Uffizi di Firenze): "Disastro se giudici bloccano la riforma". Renzi: "No a Repubblica fondata su cavilli e ricorsi". Saltano così i responsabili del Parco Archeologico di Paestum, dei musei archeologici di Taranto, Reggio Calabria a Napoli, oltre a quelli del Palazzo Ducale di Mantova e della Galleria Estense di Modena
di F. Q. | 25 maggio 2017
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Più informazioni su: Dario Franceschini, Musei
“Faremo subito appello al Consiglio di Stato. Sono preoccupato per la figura che l’Italia fa nel resto del mondo, e per le conseguenze pratiche perché da oggi alcuni musei sono senza direttore“. Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini annuncia ricorso dopo la decisione del Tar del Lazio che, in due sentenze depositate il 24 maggio, ha annullato le nomine di 6 dei venti direttori dei super-musei. Quelli coinvolti sono il Parco Archeologico di Paestum (Gabriel Zuchtriegel), le Gallerie Estensi di Modena (direttore: Martina Bagnoli), il Museo archeologico nazionale di Taranto (Eva Degl’Innocenti), il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (Carmelo Malacrino), Museo archeologico nazionale di Napoli (Paolo Giulierini), Palazzo Ducale di Mantova (Peter Assmann).
La notizia è stata riportata dal Sole 24 Ore e rappresenta “un duro colpo” alla riforma voluta dal ministro, visto che ne fa vacillare l’impianto. Tre gli elementi contestati dai giudici: i criteri di valutazione dei candidati dopo la selezione dei titoli, i colloqui a porte chiuse e la partecipazione di aspiranti direttori stranieri. Perché “nessuna norma derogatoria consente al ministero di reclutare dirigenti pubblici Oltralpe“. Un punto sul quale replica nello specifico da Franceschini: “La selezione internazionale pubblicata sull’Economist per i direttori dei musei è stata originata da una norma di legge dell’Art bonus che ha individuato appositamente una procedura particolare”. Secondo i ricorrenti, la partecipazione al concorso di candidati stranieri contraddice la norma del 2001 secondo al quale “cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.
Tuttavia Eike Schmidt resta Direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze così come Cecile Holberg alla Galleria dell’Accademia di Firenze, perché il Tar del Lazio ha respinto il ricorso che riguardava la loro posizione perché la ricorrente “non ha potuto dimostrare l’illegittimità della sua estromissione“. E per Franceschini “è assurdo fare distinzioni sulla nazionalità dei candidati. Il direttore della National Gallery – precisa – è italiano mentre quello del British Museum è tedesco. Davvero un grande danno di immagine”.
I ricorsi e la decisione del tribunale – Il Tar, continua il Sole, ha “ritenuto che non ci fossero le condizioni per aprire le selezioni a candidati internazionali e sette dei direttori sono stranieri, tra i quali quelli del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova ” che “sono interessati direttamente dal verdetto del Tar“. Nel caso in cui il Consiglio di Stato confermasse le ragioni dei giudici di primo grado, allora bisognerà rimettere mano a tutte le nomine. E “riportare le lancette indietro”. “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 6 direttori. Non ho parole, ed è meglio…”, aveva commentato in mattinata il ministro su Twitter. E più tardi, annunciando il ricorso in Tribunale, ha aggiunto: “Sono un avvocato e un uomo politico con una certa esperienza. So bene che le sentenze vanno contrastate nelle sedi proprie e vanno rispettate. Detto questo, mi chiedo che figura fa il nostro Paese rispetto al resto del mondo”.
A fare ricorso erano stati una “candidata alla direzione di Palazzo Ducale e della Galleria Estense di Modena” e “un candidato al ruolo di direttore di Paestum e dei Musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria“. Come ricorda il Sole, infatti, era possibile candidarsi per più posizioni. Il primo punto contestato dal Tar era la selezione dei candidati per il colloquio dopo avere passato la prima fase basate sulla valutazione dei titoli. Secondo i giudici i criteri stabiliti, “magmatici“, non consentono “di comprendere il reale punteggio attribuito a ciascun candidato”. Oltre a questo, gli orali avvenuti a porte chiuse, senza testimoni. Su questo punto vengono citali i colloqui di alcuni candidati che sono stati sentiti “senza la presenza di uditori estranei, via Skype perché in Australia o negli Stati Uniti“. Il Sole ricorda che la riforma Franceschini ha assegnato prima a 20 musei – dove è già in vigore dal 2015 – e poi ad altri 12 “la piena autonomia organizzativa, scientifica, finanziaria e contabile e ha indetto una selezione internazionale per scegliere i direttori”.
“Mi lascia stupefatto che la sentenza del Tar parli di procedura ‘poco chiara e magmatica’ – ha aggiunto Franceschini -. La selezione internazionale dei direttori è stata fatta da una commissione assolutamente imparziale composta dal direttore della National Gallery di Londra, che è un inglese, dal direttore della più importante istituzione culturale di Berlino, che è un archeologo tedesco, dal presidente della Biennale di Venezia, e da una persona che è stata appena nominata consigliere dal presidente Macron. Mi pare che più garanzia di neutralità e trasparenza non ci potesse essere”. E ha specificato: “Ovviamente le sentenze intervengono solo di fronte a impugnazioni. E quindi il Tar si è pronunciato sui casi che sono stati oggetto di impugnativa, non sugli altri che restano in carica”.
I due direttori stranieri al centro dei ricorsi rigettati – “Non ho letto la sentenza del Tar“, tuttavia se il pronunciamento dei giudici “dovesse bloccare la riforma Franceschini rischieremmo la paralisi”, ha detto il direttore degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt. Uno stop ora “sarebbe tragico per la cultura italiana e, in generale, per l’economia visto che la cultura è uno dei principali traini. Sarebbe disastroso se tutto ricadesse negli interessi microscopici e particolari”. “Io quindi spero assolutamente di no – aggiunge-, anche perché i musei erano già pronti alla riforma”. E sul caso interviene anche Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, che come Schmidt era al centro di un ricorso rigettato dai giudici. “La sentenza del Tar? Non posso entrare nel merito della vicenda, è il ministero dei Beni culturali che farà tutte le valutazioni necessarie per affrontare la situazione. Posso senz’altro affermare, per quanto mi riguarda, di aver fatto tutto secondo le regole e di aver partecipato alla gara in modo corretto”. I cinque direttori la cui nomina è stata bloccata “saranno sostituiti ad interim”, ha spiegato Franceschini, aggiungendo che la “sentenza è stata già pubblicata e quindi i musei sono già di fatto senza direttori”. “Queste persone avevano lasciato tutto per ricoprire questi ruoli e la riforma stava già attuando un grande cambiamento, ma da oggi è bloccata”.
Renzi: “No a Repubblica fondata su cavilli e ricorsi” – “Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma, una volta di più, che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso”. Matteo Renzi commenta la decisione del Tar su Facebook. “Una delle scelte di cui sono e resterò più orgoglioso è aver dato ai più bravi la possibilità di concorrere per la direzione dei musei italiani, patrimonio mondiale dell’umanità. E i risultati già si vedono, a tutti i livelli. Perché abbiamo smesso di tagliare sulla cultura e abbiamo investito in questo settore come nessuno aveva mai fatto prima”.
Dario Franceschini
✔ @dariofrance
Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio..
09:37 - 25 May 2017
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UN VISIONARIO VENDITORE DI TAPPETI VOLANTI TAROCCATI
Matteo Renzi
2 ore fa.
Nei mille giorni abbiamo fatto molte cose belle, qualche sbaglio di troppo, tante scelte innovative e coraggiose.
Abbiamo governato cercando di dare all'Italia un futuro, non solo di custodire il meraviglioso passato che conosciamo.
Una delle scelte di cui sono e resterò più orgoglioso è aver dato ai più bravi la possibilità di concorrere per la direzione dei musei italiani, patrimonio mondiale dell'umanità. E i risultati già si vedono, a tutti i livelli. Perché abbiamo sme...
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.......... Renzi: "No a Repubblica fondata su cavilli e ricorsi"..........
SOLO UNA PSEUDO REPUBBLICA FONDATA SUL BUNGA-BUNGA
Musei, Tar annulla le nomine di 6 direttori. Franceschini: “Figuraccia dell’Italia, facciamo ricorso”
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I giudici contestano i criteri di valutazione dei candidati dopo la selezione dei titoli, i colloqui a porte chiuse e la partecipazione di aspiranti direttori stranieri. Il ministro: "Tutto a norma di legge. Andiamo al Consiglio di Stato". Schmidt (direttore degli Uffizi di Firenze): "Disastro se giudici bloccano la riforma". Renzi: "No a Repubblica fondata su cavilli e ricorsi". Saltano così i responsabili del Parco Archeologico di Paestum, dei musei archeologici di Taranto, Reggio Calabria a Napoli, oltre a quelli del Palazzo Ducale di Mantova e della Galleria Estense di Modena
di F. Q. | 25 maggio 2017
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Più informazioni su: Dario Franceschini, Musei
“Faremo subito appello al Consiglio di Stato. Sono preoccupato per la figura che l’Italia fa nel resto del mondo, e per le conseguenze pratiche perché da oggi alcuni musei sono senza direttore“. Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini annuncia ricorso dopo la decisione del Tar del Lazio che, in due sentenze depositate il 24 maggio, ha annullato le nomine di 6 dei venti direttori dei super-musei. Quelli coinvolti sono il Parco Archeologico di Paestum (Gabriel Zuchtriegel), le Gallerie Estensi di Modena (direttore: Martina Bagnoli), il Museo archeologico nazionale di Taranto (Eva Degl’Innocenti), il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (Carmelo Malacrino), Museo archeologico nazionale di Napoli (Paolo Giulierini), Palazzo Ducale di Mantova (Peter Assmann).
La notizia è stata riportata dal Sole 24 Ore e rappresenta “un duro colpo” alla riforma voluta dal ministro, visto che ne fa vacillare l’impianto. Tre gli elementi contestati dai giudici: i criteri di valutazione dei candidati dopo la selezione dei titoli, i colloqui a porte chiuse e la partecipazione di aspiranti direttori stranieri. Perché “nessuna norma derogatoria consente al ministero di reclutare dirigenti pubblici Oltralpe“. Un punto sul quale replica nello specifico da Franceschini: “La selezione internazionale pubblicata sull’Economist per i direttori dei musei è stata originata da una norma di legge dell’Art bonus che ha individuato appositamente una procedura particolare”. Secondo i ricorrenti, la partecipazione al concorso di candidati stranieri contraddice la norma del 2001 secondo al quale “cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.
Tuttavia Eike Schmidt resta Direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze così come Cecile Holberg alla Galleria dell’Accademia di Firenze, perché il Tar del Lazio ha respinto il ricorso che riguardava la loro posizione perché la ricorrente “non ha potuto dimostrare l’illegittimità della sua estromissione“. E per Franceschini “è assurdo fare distinzioni sulla nazionalità dei candidati. Il direttore della National Gallery – precisa – è italiano mentre quello del British Museum è tedesco. Davvero un grande danno di immagine”.
I ricorsi e la decisione del tribunale – Il Tar, continua il Sole, ha “ritenuto che non ci fossero le condizioni per aprire le selezioni a candidati internazionali e sette dei direttori sono stranieri, tra i quali quelli del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova ” che “sono interessati direttamente dal verdetto del Tar“. Nel caso in cui il Consiglio di Stato confermasse le ragioni dei giudici di primo grado, allora bisognerà rimettere mano a tutte le nomine. E “riportare le lancette indietro”. “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 6 direttori. Non ho parole, ed è meglio…”, aveva commentato in mattinata il ministro su Twitter. E più tardi, annunciando il ricorso in Tribunale, ha aggiunto: “Sono un avvocato e un uomo politico con una certa esperienza. So bene che le sentenze vanno contrastate nelle sedi proprie e vanno rispettate. Detto questo, mi chiedo che figura fa il nostro Paese rispetto al resto del mondo”.
A fare ricorso erano stati una “candidata alla direzione di Palazzo Ducale e della Galleria Estense di Modena” e “un candidato al ruolo di direttore di Paestum e dei Musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria“. Come ricorda il Sole, infatti, era possibile candidarsi per più posizioni. Il primo punto contestato dal Tar era la selezione dei candidati per il colloquio dopo avere passato la prima fase basate sulla valutazione dei titoli. Secondo i giudici i criteri stabiliti, “magmatici“, non consentono “di comprendere il reale punteggio attribuito a ciascun candidato”. Oltre a questo, gli orali avvenuti a porte chiuse, senza testimoni. Su questo punto vengono citali i colloqui di alcuni candidati che sono stati sentiti “senza la presenza di uditori estranei, via Skype perché in Australia o negli Stati Uniti“. Il Sole ricorda che la riforma Franceschini ha assegnato prima a 20 musei – dove è già in vigore dal 2015 – e poi ad altri 12 “la piena autonomia organizzativa, scientifica, finanziaria e contabile e ha indetto una selezione internazionale per scegliere i direttori”.
“Mi lascia stupefatto che la sentenza del Tar parli di procedura ‘poco chiara e magmatica’ – ha aggiunto Franceschini -. La selezione internazionale dei direttori è stata fatta da una commissione assolutamente imparziale composta dal direttore della National Gallery di Londra, che è un inglese, dal direttore della più importante istituzione culturale di Berlino, che è un archeologo tedesco, dal presidente della Biennale di Venezia, e da una persona che è stata appena nominata consigliere dal presidente Macron. Mi pare che più garanzia di neutralità e trasparenza non ci potesse essere”. E ha specificato: “Ovviamente le sentenze intervengono solo di fronte a impugnazioni. E quindi il Tar si è pronunciato sui casi che sono stati oggetto di impugnativa, non sugli altri che restano in carica”.
I due direttori stranieri al centro dei ricorsi rigettati – “Non ho letto la sentenza del Tar“, tuttavia se il pronunciamento dei giudici “dovesse bloccare la riforma Franceschini rischieremmo la paralisi”, ha detto il direttore degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt. Uno stop ora “sarebbe tragico per la cultura italiana e, in generale, per l’economia visto che la cultura è uno dei principali traini. Sarebbe disastroso se tutto ricadesse negli interessi microscopici e particolari”. “Io quindi spero assolutamente di no – aggiunge-, anche perché i musei erano già pronti alla riforma”. E sul caso interviene anche Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, che come Schmidt era al centro di un ricorso rigettato dai giudici. “La sentenza del Tar? Non posso entrare nel merito della vicenda, è il ministero dei Beni culturali che farà tutte le valutazioni necessarie per affrontare la situazione. Posso senz’altro affermare, per quanto mi riguarda, di aver fatto tutto secondo le regole e di aver partecipato alla gara in modo corretto”. I cinque direttori la cui nomina è stata bloccata “saranno sostituiti ad interim”, ha spiegato Franceschini, aggiungendo che la “sentenza è stata già pubblicata e quindi i musei sono già di fatto senza direttori”. “Queste persone avevano lasciato tutto per ricoprire questi ruoli e la riforma stava già attuando un grande cambiamento, ma da oggi è bloccata”.
Renzi: “No a Repubblica fondata su cavilli e ricorsi” – “Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma, una volta di più, che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso”. Matteo Renzi commenta la decisione del Tar su Facebook. “Una delle scelte di cui sono e resterò più orgoglioso è aver dato ai più bravi la possibilità di concorrere per la direzione dei musei italiani, patrimonio mondiale dell’umanità. E i risultati già si vedono, a tutti i livelli. Perché abbiamo smesso di tagliare sulla cultura e abbiamo investito in questo settore come nessuno aveva mai fatto prima”.
Dario Franceschini
✔ @dariofrance
Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio..
09:37 - 25 May 2017
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UN VISIONARIO VENDITORE DI TAPPETI VOLANTI TAROCCATI
Matteo Renzi
2 ore fa.
Nei mille giorni abbiamo fatto molte cose belle, qualche sbaglio di troppo, tante scelte innovative e coraggiose.
Abbiamo governato cercando di dare all'Italia un futuro, non solo di custodire il meraviglioso passato che conosciamo.
Una delle scelte di cui sono e resterò più orgoglioso è aver dato ai più bravi la possibilità di concorrere per la direzione dei musei italiani, patrimonio mondiale dell'umanità. E i risultati già si vedono, a tutti i livelli. Perché abbiamo sme...
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