La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
2 ore fa
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In Inghilterra massima allerta:
"Un altro attacco nel weekend"
Luigi Guelpa
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Luigi Guelpa
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Mondo | Di F. Q.
Egitto, commando sale su bus di copti
e spara: almeno 26 morti, 27 i feriti
“Assalitori hanno filmato le uccisioni”
Egitto, commando sale su bus di copti
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Re: La Terza Guerra Mondiale
QUELLA SFRENATA VOGLIA DI GUERRA. IN QUESTO CASO RELIGIOSA.
Dalla prima pagina di Libero, oggi 27 maggio 2017
E c’è chi dice: «Non è una guerra di religione»
Islam macella 35 cristiani
Gli assassini assaltano in Egitto un pullman di pellegrini carico anche di bambini e filmano l’eccidio
I capi musulmani si dicono scandalizzati,ma il 99% dei fedeli ad Allah tifa Isis. Sognano di eliminarci
Dalla prima pagina di Libero, oggi 27 maggio 2017
E c’è chi dice: «Non è una guerra di religione»
Islam macella 35 cristiani
Gli assassini assaltano in Egitto un pullman di pellegrini carico anche di bambini e filmano l’eccidio
I capi musulmani si dicono scandalizzati,ma il 99% dei fedeli ad Allah tifa Isis. Sognano di eliminarci
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:QUELLA SFRENATA VOGLIA DI GUERRA. IN QUESTO CASO RELIGIOSA.
Dalla prima pagina di Libero, oggi 27 maggio 2017
E c’è chi dice: «Non è una guerra di religione»
Islam macella 35 cristiani
Gli assassini assaltano in Egitto un pullman di pellegrini carico anche di bambini e filmano l’eccidio
I capi musulmani si dicono scandalizzati,ma il 99% dei fedeli ad Allah tifa Isis. Sognano di eliminarci
di RENATO FARINA
Normale in Egitto. Militanti islamici hanno ammazzato, crivellandoli di colpi, 35 cristiani disarmati. Sono martiri. Siamo stanchi di tutti questi martiri. L’attentato è stato preparato con cura, con viltà meticolosa: sai che fatica fulminare pellegrini, una parrocchia di preti, suore, chierichetti, bambinetti coi loro genitori e nonni. Che grande cosa servire Allah, è una pacchia questa guerra unilaterale, perché dall’altra parte si è miti, inermi,
(...) segue a pagina 3
::: segue dalla prima
RENATO FARINA
(...) esposti ai colpi, neppure protetti dall’esercito o dalla polizia, e neppure dai cristiani d’Italia la cui prima preoccupazione è spiegare che gli assassini sono stati indotti a ciò dal commercio delle armi e l’islam non c’entra. Ah sì? Chi scrive ha avuto la ventura di incontrare al Cairo, dopo la primavera araba, vescovi e preti copti impauriti non per sé ma peril proprio popolo. 42 chiese incendiate e distrutte dal 2013. Centinaia di assassinati. Rapimenti e conversioni forzate di ragazze. Si sbudellano i nostri fratelli,e noi zitti, pronti a tutelare la religione da cui sgorga tanto odio?
CONQUISTATORI
È accaduto nella provincia di Minya, duecento chilometri a sud ovest del Cairo. Due corriere e un camioncino. Questo era il corteo dei cristiani copti (copti vuol dire egiziani: erano loro gli egiziani di antico ceppo, non i musulmani conquistatori). Era una processione motorizzata nel venerdì che nei Paesi musulmani è festivo. Si andava svelti, evitando le buche, soprattutto cercando di scansare, stando insieme, i pericoli quotidiani che corrono i cristiani quando escono dai loro quartieri. Li ha fermati una squadra di soldati, saltati giù da un camion. Dovevano essere forse lì a proteggerli, c’è lo stato di emergenza. Sui pullman dei pellegrini si cantava la bella melodia delle Chiese orientali. Si prepara vano al silenzio, ma non a quello della morte. La meta era il monastero nel deserto le cui mura hanno il colore del deserto, secondo gli insegnamenti dei primi monaci ed eremiti, come per immergersi nel silenzio di Dio spegnendo i propri colori per gustare la vicinanza dell’Eterno. È dedicato a San Samuele il Confessore (Anba Samuel) quel monastero. Hanno cominciato a uccidere e filmavano, filmavano, sparavano e filmavano. Lo divulgheranno presto, un bel regalo ai confratelli per il Ramadan: l’assassinio di cristiani rafforza la convinzione di essere forti, di avere la benedizione di Allah. È una promessa di trionfo anche in Occidente. Il presidente Fattah al Sisi ha avuto un bel dichiarare lo stato d’urgenza, utile a tutelare proprio i copti. Non è servito a nulla. Morti su morti. È un musulmano praticante, e vuole davvero la riforma dell’islam, cancellando le pagine del Corano che incitano a uccidere gli infedeli. Figuriamoci. Da noi lo trattano come un sanguinario dittatore. Ma non è da lui che viene la minaccia. La grandissima parte della sua gente obbediente al richiamo dei muezzin, a parte le dichiarazioni ufficiali dei capi imam quando arriva il Papa, vorrebbe i cristiani o morti o sradicati e sbattuti all’estero. Non sono opinioni o sondaggi tendenziosi. I Fratelli musulmani più i salafiti, ancora più estremisti dei primi, hanno preso quasi il 70 per cento dei voti alle elezioni dopo la primavera araba. I musulmani moderati il 15 per cento. I partiti cristiani il resto. Al Sisi ha fermato con un golpe dell’esercito lo strangolamento della presenza cristiana in nome della democrazia. Almeno ci ha provato, ci prova.
GENOCIDIO
Il fatto è che i quadri dell’esercito, della polizia e dei servizi segreti sono al 99 per cento musulmani. E tra essi molti concordano con la strategia dell’Isis che vuole eliminare i cristiani da tutto il Medio Oriente. I copti ortodossi e cattolici in Egitto ufficialmente sarebbero il 10 per cento. Bugia. Sono il 15 per cento secondo studiosi seri (dodici milioni). È una tecnica di minimizzazione che prepara la realtà. In Egitto c’è l’unico grande serbatoio di presenza cristiana in Medio Oriente dopo che in Iraq e in Siria,con l’ottusa accondiscendenza dell’Occidente, si è permessa la loro eliminazione fisica o espulsione o nascondimento catacombale. Fonti ufficiose dell’apparato islamico sostengono siano il 3 per cento,mostrando così quale sia l’obiettivo. Intanto nell’amministrazione pubblicai cristiani sono solo l’1,5 per cento. Lo sceicco Ahmed Al Tayyeb, il grande imam di Al Azhar, l’università musulmana sunnita del Cairo, dove studiano migliaia di futuri imam ha definito «inaccettabile» l’attentato. Non proprio parole terrificanti di condanna. Ha continuato: «Ogni musulmano e ogni cristiano lo condanna». Ogni musulmano? Non scherziamo. Di che religione sono i terroristi? E perché poi possono tranquillamente rientrare nella pancia solidale dei fratelli? Al Tayyeb ha poi falsificato l’essenza della strage, che si è ben guardato dal chiamare così. Secondo lui «Tale atto mira a danneggiare la stabilità dell’Egitto». Più che altro mira ad ammazzare cristiani inermi, a toglierne il più possibile dalla faccia della terra.
REAGIRE
Sono già partite le proteste pubbliche dei cristiani nelle grandi città d’Egitto. Egitto, non Italia, ci mancherebbe. Dopo gli attentati della domenica delle Palme, il 12 aprile, con 45 morti e centinaia di feriti nelle cattedrali di Tanta e Alessandria d’Egitto, in cortei coraggiosi, tanti giovani agitando piccole croci di appartenenza dicevano: la polizia non ci difende, siamo cittadini anche noi. Le madri e le sorelle perdonavano in nome di Cristo gli assassini, e non c’è contraddizione. Il popolo ha il dovere di difenderei propri figli. Cercare il martirio è un atto di superbia. Lasciarli martirizzare, come facciamo noi, è complicità.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
ANCORA SU MANCHESTER
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Manchester Satanic e terroristi Nato, nessuno è innocente
Scritto il 26/5/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Ora viene fuori che il papà dell’attentatore di Manchester, il signor Ramadan Abidi, era un uomo reclutato dai servizi britannici, coinvolto in un vasto piano dell’esercito libico per assassinare Gheddafi, salvato – dopo che la sua copertura era stata svelata – dai servizi che l’avevano fatto esfiltrare con la famiglia. Il “Lybia Herald” lo indica come «un federalista della Cirenaica, che lottava per l’autonomia della regione, ma non noto per affiliazione religiosa». E’ stato nella Libia orientale che fu innescata la insurrezione tribale che portò alla caduta ed uccisione di Gheddafi, nel marzo 2011. Arrivarono carichi di armi dal Qatar. Truppe speciali britanniche erano sul terreno ad aiutare i rivoltosi: la “Bbc” riportò allora che sei elementi Sas erano stati catturati dalle truppe fedeli a Gheddafi; negli stessi giorni, sei “corpi speciali olandesi” (sic) furono catturati nella Libia occidentale mentre, dissero, aiutavano l’esfiltrazione di loro connazionali. Dunque, membri della Nato stavano assistendo (comandando, guidando) il Gruppo Islamico Libico Combattente, il cui capo sul fronte orientale era Abdelhakim Belhadj, noto esponente di Al-Qaeda.
Ora, secondo l’“Independent”, Salman Abedi, il figlio stragista di Manchester, si trovava nella Libia Orientale nel 2011, quando gli aerei britannici bombardavano le truppe del governo libico per portare al potere i Takfiri. Era giovanissimo. Secondo i suoi compagni di scuola, cambiò allora: «Prima era un ragazzo di compagnia, beveva, fumava erba – ma quando tornò dalla Libia nel 2011 era un’altra persona. Diventò religioso. Per qualche tempo è stata innalzata una bandiera nera con scritte in arabo sul tetto della casa degli Abedi a Elsmore Road». Spero che i lettori non abbiano dimenticato come, sotto gli auspici di Hillary Clinton allora segretaria di Stato, carichi e carichi di armamenti saccheggiati dai forniti arsenali di Gheddafi furono spediti in Siria, per armare i Takfiri mercenari arruolati per abbattere il legittimo governo. Una sporchissima faccenda in cui trovò la morte l’ambasciatore Usa Chris Stevens, sacrificato con la sua scorta di Marines per non far saltare fuori la storia. Potevano essere salvati, un commando era pronto a decollare dalla Sicilia, fu dato l’ordine di “stand-down”. Insomma la strage “islamica” di Manchester è un effetto collaterale delle sovversioni britanniche in Libia e in Oriente in obbedienza ai neocon americani. A meno che non sia un’operazione voluta dagli stessi servizi britannici – l’attentatore era ben noto agli agenti – per distrarre l’opinione pubblica da qualcos’altro (Brexit? Elezioni?).
Personalmente penso che valga più la prima ipotesi. Ma, come si dice: mai sprecare un disturbato mentale utilizzabile come islamista kamikaze. Quanto alla pop-star Ariana Grande, idolo delle giovanissime: nel 2014, in una intervista a “Billboard”, ha rivelato di essere divenuta “kabbalista” (complimenti) secondo «gli insegnamenti del rabbino Philip Berg», un agente d’assicurazione di New York, fondatore di una organizzazione magica chiamata Centro della Kabbala. Ariana Grande non è la sola celebrità ad aderirivi: Naomi Campbell, Madonna, Leonardo Di Caprio, Britney Spears, Demi Moore e (poteva mancare?) Paris Hilton si dice ne facciano parte. La giovanissima Ariana Grande ne deve essere particolarmente addentro, perché in una intervista ha parlato di come talora venga “abitata” da presenze inequivocabili: «Appena ho chiuso gli occhi ho sentito questa vampata davvero forte vicino alla mia testa… quando ho chiuso gli occhi ho iniziato di nuovo con i sussurri per molto tempo… ho iniziato a vedere questa immagine veramente inquietante, come con forme rosse».
Sul web naturalmente si sono affollati complottisti che hanno intuito “messaggi” kabbalisti, per esempio, nell’età dell’attentatore e nella data della strage (22 è il numero delle lettere ebraiche su cui si basa la magia della Kabbala); altri hanno indicato simboli kabbalistici nei videoclip della piccola. La cosa ci stupirebbe poco e poco ci interessa. Oltretutto un produttore cinematografico che ha passato la vita ad Hollywood, Jon Robberson, ha appena accusato l’industria cinematografica hollywoodiana di essere «un nido di pedo-criminalità di natura luciferina». Il che, naturalmente, ci stupirà ancor meno. Stupirebbe di più il fatto che nessun giudice in Usa voglia riprendere in mano la faccenda della strana morte di Seth Rich, un addetto del comitato elettorale democratico che aveva rivelato a Wikileaks migliaia di mail compromettenti sul funzionamento interno del partito: fra cui i trucchi e i giochi sporchi con cui quel partito favoriva la Clinton e sabotava l’altro candidato, Bernie Sanders. «Seth Conrad Rich, 27 anni, fu assassinato per strada l’8 luglio in Washington Dc, da una o diverse persone che non gli rubarono nulla di quello che indossava, lasciando anche la sua ventiquattrore, il suo orologio o il cellulare». Julian Assange accusò Hillary come mandante dell’omicidio (Hillary: «Ma non c’è un drone, qualcosa, per ammazzarlo?»). Il fatto è che si stanno accumulando prove, indizi e testimonianze che puntano ai colpevoli nel Partito Democratico. Ma i giudici e i politici Usa sono tutti concentrati a cercare prove sul delitto originale di Trump, quello di essere un agente di Putin.
(Maurizio Blondet, “Manchester Satanic, nessuno è innocente”, dal blog di Blondet del 25 maggio 2017).
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Manchester Satanic e terroristi Nato, nessuno è innocente
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Ora viene fuori che il papà dell’attentatore di Manchester, il signor Ramadan Abidi, era un uomo reclutato dai servizi britannici, coinvolto in un vasto piano dell’esercito libico per assassinare Gheddafi, salvato – dopo che la sua copertura era stata svelata – dai servizi che l’avevano fatto esfiltrare con la famiglia. Il “Lybia Herald” lo indica come «un federalista della Cirenaica, che lottava per l’autonomia della regione, ma non noto per affiliazione religiosa». E’ stato nella Libia orientale che fu innescata la insurrezione tribale che portò alla caduta ed uccisione di Gheddafi, nel marzo 2011. Arrivarono carichi di armi dal Qatar. Truppe speciali britanniche erano sul terreno ad aiutare i rivoltosi: la “Bbc” riportò allora che sei elementi Sas erano stati catturati dalle truppe fedeli a Gheddafi; negli stessi giorni, sei “corpi speciali olandesi” (sic) furono catturati nella Libia occidentale mentre, dissero, aiutavano l’esfiltrazione di loro connazionali. Dunque, membri della Nato stavano assistendo (comandando, guidando) il Gruppo Islamico Libico Combattente, il cui capo sul fronte orientale era Abdelhakim Belhadj, noto esponente di Al-Qaeda.
Ora, secondo l’“Independent”, Salman Abedi, il figlio stragista di Manchester, si trovava nella Libia Orientale nel 2011, quando gli aerei britannici bombardavano le truppe del governo libico per portare al potere i Takfiri. Era giovanissimo. Secondo i suoi compagni di scuola, cambiò allora: «Prima era un ragazzo di compagnia, beveva, fumava erba – ma quando tornò dalla Libia nel 2011 era un’altra persona. Diventò religioso. Per qualche tempo è stata innalzata una bandiera nera con scritte in arabo sul tetto della casa degli Abedi a Elsmore Road». Spero che i lettori non abbiano dimenticato come, sotto gli auspici di Hillary Clinton allora segretaria di Stato, carichi e carichi di armamenti saccheggiati dai forniti arsenali di Gheddafi furono spediti in Siria, per armare i Takfiri mercenari arruolati per abbattere il legittimo governo. Una sporchissima faccenda in cui trovò la morte l’ambasciatore Usa Chris Stevens, sacrificato con la sua scorta di Marines per non far saltare fuori la storia. Potevano essere salvati, un commando era pronto a decollare dalla Sicilia, fu dato l’ordine di “stand-down”. Insomma la strage “islamica” di Manchester è un effetto collaterale delle sovversioni britanniche in Libia e in Oriente in obbedienza ai neocon americani. A meno che non sia un’operazione voluta dagli stessi servizi britannici – l’attentatore era ben noto agli agenti – per distrarre l’opinione pubblica da qualcos’altro (Brexit? Elezioni?).
Personalmente penso che valga più la prima ipotesi. Ma, come si dice: mai sprecare un disturbato mentale utilizzabile come islamista kamikaze. Quanto alla pop-star Ariana Grande, idolo delle giovanissime: nel 2014, in una intervista a “Billboard”, ha rivelato di essere divenuta “kabbalista” (complimenti) secondo «gli insegnamenti del rabbino Philip Berg», un agente d’assicurazione di New York, fondatore di una organizzazione magica chiamata Centro della Kabbala. Ariana Grande non è la sola celebrità ad aderirivi: Naomi Campbell, Madonna, Leonardo Di Caprio, Britney Spears, Demi Moore e (poteva mancare?) Paris Hilton si dice ne facciano parte. La giovanissima Ariana Grande ne deve essere particolarmente addentro, perché in una intervista ha parlato di come talora venga “abitata” da presenze inequivocabili: «Appena ho chiuso gli occhi ho sentito questa vampata davvero forte vicino alla mia testa… quando ho chiuso gli occhi ho iniziato di nuovo con i sussurri per molto tempo… ho iniziato a vedere questa immagine veramente inquietante, come con forme rosse».
Sul web naturalmente si sono affollati complottisti che hanno intuito “messaggi” kabbalisti, per esempio, nell’età dell’attentatore e nella data della strage (22 è il numero delle lettere ebraiche su cui si basa la magia della Kabbala); altri hanno indicato simboli kabbalistici nei videoclip della piccola. La cosa ci stupirebbe poco e poco ci interessa. Oltretutto un produttore cinematografico che ha passato la vita ad Hollywood, Jon Robberson, ha appena accusato l’industria cinematografica hollywoodiana di essere «un nido di pedo-criminalità di natura luciferina». Il che, naturalmente, ci stupirà ancor meno. Stupirebbe di più il fatto che nessun giudice in Usa voglia riprendere in mano la faccenda della strana morte di Seth Rich, un addetto del comitato elettorale democratico che aveva rivelato a Wikileaks migliaia di mail compromettenti sul funzionamento interno del partito: fra cui i trucchi e i giochi sporchi con cui quel partito favoriva la Clinton e sabotava l’altro candidato, Bernie Sanders. «Seth Conrad Rich, 27 anni, fu assassinato per strada l’8 luglio in Washington Dc, da una o diverse persone che non gli rubarono nulla di quello che indossava, lasciando anche la sua ventiquattrore, il suo orologio o il cellulare». Julian Assange accusò Hillary come mandante dell’omicidio (Hillary: «Ma non c’è un drone, qualcosa, per ammazzarlo?»). Il fatto è che si stanno accumulando prove, indizi e testimonianze che puntano ai colpevoli nel Partito Democratico. Ma i giudici e i politici Usa sono tutti concentrati a cercare prove sul delitto originale di Trump, quello di essere un agente di Putin.
(Maurizio Blondet, “Manchester Satanic, nessuno è innocente”, dal blog di Blondet del 25 maggio 2017).
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Re: La Terza Guerra Mondiale
27 mag 2017 14:54
“L’UMANITA’ DEVE ESTINGUERSI”
- ANDREA SCANZI CALA L’ACCETTA SU SOCIAL NETWORK E “POPOLO DELLA RETE”: “BASTA GUARDARE COSA E’ SUCCESSO NEI CASI DI NICKY HAYDEN, FLAVIO INSINNA E CLAUDIO MARCHISIO. TUTTI A GIUDICARE IN SERVIZIO PERMANENTE COME LE BEGHINE FACEVANO CON BOCCA DI ROSA…”
VEDI FOTO E SERVIZIO SU:
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media ... 148658.htm
“L’UMANITA’ DEVE ESTINGUERSI”
- ANDREA SCANZI CALA L’ACCETTA SU SOCIAL NETWORK E “POPOLO DELLA RETE”: “BASTA GUARDARE COSA E’ SUCCESSO NEI CASI DI NICKY HAYDEN, FLAVIO INSINNA E CLAUDIO MARCHISIO. TUTTI A GIUDICARE IN SERVIZIO PERMANENTE COME LE BEGHINE FACEVANO CON BOCCA DI ROSA…”
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Re: La Terza Guerra Mondiale
27 mag 2017 14:22
NAZI IN THE USA
- ECCO LE TRUPPE DELLE SVASTICHELLE A STELLE E STRISCE RINGALLUZZITE DALLA PRESIDENZA TRUMP - E’ LA GALASSIA DELLA “WHITE SUPREMACY” CONVINTA CHE LA RAZZA BIANCA STIA PER ESTINGUERSI PERCHÉ MINACCIATA DALLA “CRESCENTE MAREA DEI COLORATI”
- DAL KKK AI CRISTIANI ARIANI, DAGLI SKINHEADS AI NEGAZIONISTI: ECCO CHI SONO
VEDI FOTO E SERVIZIO SU:
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 148601.htm
NAZI IN THE USA
- ECCO LE TRUPPE DELLE SVASTICHELLE A STELLE E STRISCE RINGALLUZZITE DALLA PRESIDENZA TRUMP - E’ LA GALASSIA DELLA “WHITE SUPREMACY” CONVINTA CHE LA RAZZA BIANCA STIA PER ESTINGUERSI PERCHÉ MINACCIATA DALLA “CRESCENTE MAREA DEI COLORATI”
- DAL KKK AI CRISTIANI ARIANI, DAGLI SKINHEADS AI NEGAZIONISTI: ECCO CHI SONO
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Re: La Terza Guerra Mondiale
IL PUNTO DI VISTA DI CARPEORO SUI FATTI DI MANCHESTER
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“Londra colpita perché vuole smarcarsi dal peggior potere”
Scritto il 28/5/17 • nella Categoria: idee Condividi
Inghilterra nel mirino, e non a caso: dopo lo strappo della Brexit, Londra ha scelto di non stare più dalla parte dell’élite maggiormente reazionaria, neoliberista sul piano economico e neo-feudale a livello politico, ben rappresentata da creazioni-mostro come l’attuale Unione Europea. “Logico”, sotto questo profilo, che la Gran Bretagna sia finita sotto attacco: prima l’attentato-kamikaze di Londra e ora quello di Manchester, la cui “firma” (non certo islamica ma esoterico-massonica) sta proprio nella sua data, 22 maggio. Lo sostiene Gianfranco Carpeoro, scrittore e simbologo, autore del libro “Dalla massoneria al terrorismo”, uscito nel 2016. «I mandanti di questo neoterrorismo artificiale sono sempre gli stessi, con modalità operative che ormai si ripetono in modo regolare»: una manovalanza di matrice jihadista in realtà “coltivata” da settori dei servizi segreti, per eseguire attentati puntualmente “firmati”, in codice, come per dire: sì, siamo stati noi. «Io la chiamo sovragestione», precisa Carpeoro, alludendo a un vertice mondiale occulto, composto da superlogge reazionarie e poteri finanziari. «Stanno cercando di fabbricare una nuova classe dirigente planetaria, ma evidentemente l’Inghilterra non si è ancora allineata: per questo viene colpita».
Secondo Carpeoro, in diretta streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, c’è da aspettarsi clamorose sorprese, dal Regno Unito che si è sganciato da Bruxelles: «L’Inghilterra, che è la patria storica della massoneria (che vi ha piena cittadinanza istituzionale), sta vivendo uno scontro sempre più acceso nell’establishment, dove – anche a livello massonico – emergono spinte di carattere progressista e addirittura socialista». In più, aggiunge Carpeoro, si accumulano le tensioni in vista delle elezioni per rafforzare il divorzio da Bruxelles, senza contare le pulsioni separatiste come quella della Scozia. In altre parole, l’Inghilterra è in pieno fermento e non è ancora chiaro come si ridislocherà sul piano geopolitico: è questo, insiste Carpeoro, a inquietare gli strateghi occulti della “sovragestione”, gli stessi che hanno “fabbricato” l’Isis e vorrebbero puntare tutto sul business della guerra, dopo aver trasformato il Medio Oriente in un inferno senza vie d’uscita. Londra vorrebbe smarcarsi? Gli attentati-kamikaze sono un avvertimento, «rivolto nel caso di Manchester soprattutto ai giovani, cioè al futuro della nazione: un monito esplicito ai suoi governanti».
Il problema, aggiunge Carpeoro, è che non ci sono vere soluzioni in vista: «Lo scontro in Europa è tra chi vorrebbe mantenere l’impresentabile l’Ue così com’è, in perenne crisi, e chi invece vorrebbe smantellare l’Unione per tornare agli Stati nazionali. Non è ancora in campo un credibile progetto di riforma politica, sociale ed economica dell’Europa». Forse qualcosa si sta muovendo, in questo senso, proprio in Inghilterra: rimarrà nella storia lo choc per la separazione dall’oligarchia di Bruxelles. Nebbia fitta invece in Italia, paese che infatti è stato finora risparmiato dal terrorismo finto-islamico. E questo per varie ragioni, spiega sempre Carpeoro: «I nostri servizi segreti hanno disposto una rete di protezione efficiente, tale da rendere complicata l’attuazione di attentati in Italia, paese che – peraltro – grazie alla leadership politica del passato, ha sviluppato rapporti non conflittuali con il mondo arabo». Ma vale anche la geopolitica recente: «L’Italia non si è ancora impegnata, in modo diretto, militare, nelle aree dell’Isis». Forse però l’ultima ragione è la più importante: «A livello internazionale, l’Italia conta zero», sottolinea Carpeoro, che aggiunge: «Al posto di Gentiloni, ripetutamente umiliato al G7 di Taormina, io avrei sciolto il vertice e rimandato a casa Trump, la Merkel e Theresa May».
Quanto alla “cabala” del numero 22, nessun mistero: lo stesso giorno (marzo 2016) i soliti “terroristi islamici” colpirono Bruxelles sia nella metropolitana che all’aeroporto, «secondo un preciso schema simbolico, “come in cielo, così in terra”, ben noto al mondo esoterico». Il cosiddetto “codice segreto” legato al numero 22, aggiunge Carpeoro, discende dall’archeologia dei Sumeri e dalla successione dei loro re. «Un sistema numerico da cui poi il mondo iniziatico ha tratto un codice per costruire, scrivere, dipingere, fare musica». Anche quella di Manchester – 22 maggio, ore 22 – è dunque una “firma” estremamente precisa, rivolta a chi può “leggerla” nel modo corretto. A partire dalla stessa Theresa May, che infatti avverte: «Ci aspettiamo altri attentati». Come dire: gli attentatori – i loro mandanti occulti – non credano di averci intimidito. «Dall’Inghilterra mi aspetto di tutto», conferma Carpeoro: «Quel paese sta cambiando i suoi assetti e non ha ancora deciso con chi schierarsi, nel grande gioco mondiale del potere, di cui questo neoterrorismo non è che uno degli strumenti, il più feroce».
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“Londra colpita perché vuole smarcarsi dal peggior potere”
Scritto il 28/5/17 • nella Categoria: idee Condividi
Inghilterra nel mirino, e non a caso: dopo lo strappo della Brexit, Londra ha scelto di non stare più dalla parte dell’élite maggiormente reazionaria, neoliberista sul piano economico e neo-feudale a livello politico, ben rappresentata da creazioni-mostro come l’attuale Unione Europea. “Logico”, sotto questo profilo, che la Gran Bretagna sia finita sotto attacco: prima l’attentato-kamikaze di Londra e ora quello di Manchester, la cui “firma” (non certo islamica ma esoterico-massonica) sta proprio nella sua data, 22 maggio. Lo sostiene Gianfranco Carpeoro, scrittore e simbologo, autore del libro “Dalla massoneria al terrorismo”, uscito nel 2016. «I mandanti di questo neoterrorismo artificiale sono sempre gli stessi, con modalità operative che ormai si ripetono in modo regolare»: una manovalanza di matrice jihadista in realtà “coltivata” da settori dei servizi segreti, per eseguire attentati puntualmente “firmati”, in codice, come per dire: sì, siamo stati noi. «Io la chiamo sovragestione», precisa Carpeoro, alludendo a un vertice mondiale occulto, composto da superlogge reazionarie e poteri finanziari. «Stanno cercando di fabbricare una nuova classe dirigente planetaria, ma evidentemente l’Inghilterra non si è ancora allineata: per questo viene colpita».
Secondo Carpeoro, in diretta streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, c’è da aspettarsi clamorose sorprese, dal Regno Unito che si è sganciato da Bruxelles: «L’Inghilterra, che è la patria storica della massoneria (che vi ha piena cittadinanza istituzionale), sta vivendo uno scontro sempre più acceso nell’establishment, dove – anche a livello massonico – emergono spinte di carattere progressista e addirittura socialista». In più, aggiunge Carpeoro, si accumulano le tensioni in vista delle elezioni per rafforzare il divorzio da Bruxelles, senza contare le pulsioni separatiste come quella della Scozia. In altre parole, l’Inghilterra è in pieno fermento e non è ancora chiaro come si ridislocherà sul piano geopolitico: è questo, insiste Carpeoro, a inquietare gli strateghi occulti della “sovragestione”, gli stessi che hanno “fabbricato” l’Isis e vorrebbero puntare tutto sul business della guerra, dopo aver trasformato il Medio Oriente in un inferno senza vie d’uscita. Londra vorrebbe smarcarsi? Gli attentati-kamikaze sono un avvertimento, «rivolto nel caso di Manchester soprattutto ai giovani, cioè al futuro della nazione: un monito esplicito ai suoi governanti».
Il problema, aggiunge Carpeoro, è che non ci sono vere soluzioni in vista: «Lo scontro in Europa è tra chi vorrebbe mantenere l’impresentabile l’Ue così com’è, in perenne crisi, e chi invece vorrebbe smantellare l’Unione per tornare agli Stati nazionali. Non è ancora in campo un credibile progetto di riforma politica, sociale ed economica dell’Europa». Forse qualcosa si sta muovendo, in questo senso, proprio in Inghilterra: rimarrà nella storia lo choc per la separazione dall’oligarchia di Bruxelles. Nebbia fitta invece in Italia, paese che infatti è stato finora risparmiato dal terrorismo finto-islamico. E questo per varie ragioni, spiega sempre Carpeoro: «I nostri servizi segreti hanno disposto una rete di protezione efficiente, tale da rendere complicata l’attuazione di attentati in Italia, paese che – peraltro – grazie alla leadership politica del passato, ha sviluppato rapporti non conflittuali con il mondo arabo». Ma vale anche la geopolitica recente: «L’Italia non si è ancora impegnata, in modo diretto, militare, nelle aree dell’Isis». Forse però l’ultima ragione è la più importante: «A livello internazionale, l’Italia conta zero», sottolinea Carpeoro, che aggiunge: «Al posto di Gentiloni, ripetutamente umiliato al G7 di Taormina, io avrei sciolto il vertice e rimandato a casa Trump, la Merkel e Theresa May».
Quanto alla “cabala” del numero 22, nessun mistero: lo stesso giorno (marzo 2016) i soliti “terroristi islamici” colpirono Bruxelles sia nella metropolitana che all’aeroporto, «secondo un preciso schema simbolico, “come in cielo, così in terra”, ben noto al mondo esoterico». Il cosiddetto “codice segreto” legato al numero 22, aggiunge Carpeoro, discende dall’archeologia dei Sumeri e dalla successione dei loro re. «Un sistema numerico da cui poi il mondo iniziatico ha tratto un codice per costruire, scrivere, dipingere, fare musica». Anche quella di Manchester – 22 maggio, ore 22 – è dunque una “firma” estremamente precisa, rivolta a chi può “leggerla” nel modo corretto. A partire dalla stessa Theresa May, che infatti avverte: «Ci aspettiamo altri attentati». Come dire: gli attentatori – i loro mandanti occulti – non credano di averci intimidito. «Dall’Inghilterra mi aspetto di tutto», conferma Carpeoro: «Quel paese sta cambiando i suoi assetti e non ha ancora deciso con chi schierarsi, nel grande gioco mondiale del potere, di cui questo neoterrorismo non è che uno degli strumenti, il più feroce».
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Re: La Terza Guerra Mondiale
L'informativa della Nato su Isis "Recluta migranti con 1000 euro"
MA PERCHE' QUESTI INCANTA MERLI DI STRUMPTRUPPEN NON SPIEGANO DA DOVE ARRIVA TUTTO QUEL DENARO??????
L'informativa della Nato su Isis "Recluta migranti con 1000 euro"
Il documento redatto dall'assemblea della Nato in queste ore in corso in Georgia: "L'isis recluta i migranti offrendo loro mille euro"
Claudio Cartaldo - Dom, 28/05/2017 - 16:00
commenta
L'Isis recluta i migranti. Che poi prendono i barconi e arrivano in Italia.
Basta poco per convincere un disperato ad entrare nelle fila delle bandiere nere: bastano mille euro, come scritto nell'informativa redatta dall'assemblea della Nato.
Si tratta di una conferma di quanto già emerso da diverse fonti, a partire dalle intelligence internazionali fino ad arrivare all'inchiesta realizzata da Giuseppe De Lorenzo su ilGiornale, dove veniva raccolta la confessione di un migrante pakistano cui erano stati offerti molti soldi per farsi esplodere in Italia. "Daesh – si legge nel documento – sta operando tra i migranti per un ampliamento del numero dei propri combattenti, seppur con un livello di addestramento limitato". Non solo dunque con l'obiettivo di attaccare l'Europa con "lupi solitarie", ma anche per ampliare le milizie attive in territorio libico.
Ormai l'Isis infatti non controlla più Sirte, la città del Nord della Libia che è rimasta sotto il gioco dello Stato Islamico per quasi un anno tra il 2015 e il 2016. Ma i miliziani sono ancora molto attivi e hanno rivolto la loro attenzione, e i loro fondi, al reclutamento di possibili jihadisti da utilizzare come soldati nella guerriglia libica. Secondo quanti riportato dal Mattino, infatti, i droni Usa avrebbero più volte registrato i movimenti di piccole colonne di jeep, guidate da terroristi legati ad Al Baghdadi, che sono appunto quello che rimane dell'esercito nero che un anno fa perse il controllo di Sirte.
MA PERCHE' QUESTI INCANTA MERLI DI STRUMPTRUPPEN NON SPIEGANO DA DOVE ARRIVA TUTTO QUEL DENARO??????
L'informativa della Nato su Isis "Recluta migranti con 1000 euro"
Il documento redatto dall'assemblea della Nato in queste ore in corso in Georgia: "L'isis recluta i migranti offrendo loro mille euro"
Claudio Cartaldo - Dom, 28/05/2017 - 16:00
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L'Isis recluta i migranti. Che poi prendono i barconi e arrivano in Italia.
Basta poco per convincere un disperato ad entrare nelle fila delle bandiere nere: bastano mille euro, come scritto nell'informativa redatta dall'assemblea della Nato.
Si tratta di una conferma di quanto già emerso da diverse fonti, a partire dalle intelligence internazionali fino ad arrivare all'inchiesta realizzata da Giuseppe De Lorenzo su ilGiornale, dove veniva raccolta la confessione di un migrante pakistano cui erano stati offerti molti soldi per farsi esplodere in Italia. "Daesh – si legge nel documento – sta operando tra i migranti per un ampliamento del numero dei propri combattenti, seppur con un livello di addestramento limitato". Non solo dunque con l'obiettivo di attaccare l'Europa con "lupi solitarie", ma anche per ampliare le milizie attive in territorio libico.
Ormai l'Isis infatti non controlla più Sirte, la città del Nord della Libia che è rimasta sotto il gioco dello Stato Islamico per quasi un anno tra il 2015 e il 2016. Ma i miliziani sono ancora molto attivi e hanno rivolto la loro attenzione, e i loro fondi, al reclutamento di possibili jihadisti da utilizzare come soldati nella guerriglia libica. Secondo quanti riportato dal Mattino, infatti, i droni Usa avrebbero più volte registrato i movimenti di piccole colonne di jeep, guidate da terroristi legati ad Al Baghdadi, che sono appunto quello che rimane dell'esercito nero che un anno fa perse il controllo di Sirte.
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I servizi segreti inglesi
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