MOVIMENTO 5 STELLE

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UncleTom
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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UncleTom ha scritto:[b]PER LUCFIG

IL FORUM NON E' PROTETTO L'OVRA CANCELLA QUELLO CHE SI SCRIVE
[/b]






Il risultato più probabile?
Una crisi di governo
Permanente. Ecco perché


COSTRUISCONO IL FUCILE
CHE LI IMPALLINERA’

MICHELE AINIS
Pagina 30 de L’Espresso del 4 giugno 2017


L’XI legislatura (1992-1994) è stata la più breve della storia repubblicana: 722 giorni, un record negativo.

Ma la prossima legislatura promette di fare meglio, pardon, peggio.

Quale maggioranza, quale governo, quale presidente del Consiglio dovrebbe garantirne la sopravvivenza?

Il partito più robusto è quello del non voto, giacchè l’astensionismo elettorale cresce a ogni elezione.

La truppa coraggiosa dei votanti continua a dividere per tre, assegnando un 30 per cento dei consensi al centrodestra, al Pd, ai 5 Stelle.

Dopo di che rimangono le frattaglie, centristi e centrini, ultradestra e postsinistre.

Dice: tanto verremo fuori con un governo Renzi-Berlusconi, la grande coalizione.

Grande?

I vari istituti di sondaggio attribuiscono a questa formula politica 326 seggi alla Camera, nel migliore dei casi; una decina in più rispetto al minimo sindacale.

Arduo governare quando una manciata di franchi tiratori ti tiene sotto tiro.

Dovrebbero pensarci fin da adesso i nostri beneamati leader ma loro no, sono troppo impegnati a costruire il fucile da cui verranno impallinati.

La legge elettorale, anche se fin qui le leggi sono una girandola come i modelli e stracciati dai partiti : Mattarellum, Provinciellum, Rosatellum, infine il Tedeschellum.

D’altronde l’impresa è da titani, si tratta pur sempre di rimpiazzare quel monumento normativo dell’Italicum, l’unica legge elettorale al mondo gettata nel cestino dei rifiuti prima ancora di essere applicata.

Nei primi anni Novanta c’erano le stragi di mafia al sud, un vento separatista al nord.

Tangentopoli dovunque.

Quella volta fu omicidio: la legislatura s’interruppe perché una nuova classe dirigente aveva preso il posto della vecchia, dopo i suoi fallimenti.

Questa volta si tratta di suicidio.

I leader politici hanno ormai deciso lo scioglimento anticipato, benché lo Stato rischi l’esercizio provvisorio del bilancio, benché il Parlamento prossimo rischi di diventare un Vietnam.

CONTINUA
Già adesso si contendono il sipario 25 gruppi alla parlamentari fra Camera e Senato, figuriamoci domani, con il proporzionale sproporzionato che s’annuncia.





Sicchè il finale di partita è già scritto negli Annali: si voterà presto, si rivoterà prestissimo.






Salvo miracoli ( in Italia non si può sapere ), la XVIII legislatura durerà quanto un battito di ciglia,
e ci lascerà una sola lacrima: la riforma della riforma elettorale.








Nel frattempo sperimenteremo una crisi di governo permanente, con Palazzo Chigi popolato dai fantasmi.








Poco male, osserva tuttavia qualcuno.

Dopotutto è già successo in Belgio, senza governo per 541 giorni, dopo le elezioni del 2010; e l’economia non ne risenti per nulla, idem in Spagna, con due elezioninell’arco di un semestre, fra il 2015 e il 2016.

Risultato: crescita del 3,2 per cento, tre volte l’Italia.



Insomma si profila uno spettacolo inedito, una prima assoluta.

Ma non è detto che andrà in onda una tragedia; forse sarà una commedia all’italiana.






Un paio di vantaggi, d’altronde, sono chiari fin da adesso.





Per gli elettori, specie per i più dubbiosi, quelli che si macerano nel dubbio della scelta: fine del dilemma , con un’elezione al mese potranno alternare i loro voti.






E per le casse dell’erario, perennemente esangui come una fanciulla baciata dal vampiro: legislatura breve, niente vitalizi, Amen.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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Il punto di vista di Fabio Marcelli



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Il centro-sinistra è morto e sepolto. E ora intesa tra Sinistra e Cinque stelle

di Fabio Marcelli | 5 giugno 2017
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Fabio Marcelli
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Un risultato, sia pure involontario, del renzismo è che il centro-sinistra è oramai finito nell’immondezzaio della storia italiana, e risulterà del tutto vano ogni tentativo di riesumarlo. È un fatto positivo perché il centro-sinistra è partecipe da molto tempo delle magagne italiane, corruzione compresa (Davigo docet). La situazione internazionale richiede d’altronde un nuovo inizio e una rottura qualitativa totale rispetto al passato. Il recente vertice del G7 di Taormina ha marcato insanabili divergenze tra gli Stati Uniti e l’Unione europea. Il declino di quella che fino a qualche anno fa era la potenza-guida dell’Occidente e della comunità internazionale nel suo complesso impone la nascita di una nuova classe dirigente che sappia finalmente emanciparsi dalla tradizionale servitù nei confronti di Washington, ovviamente senza convertirla i nuove altrettanto paralizzanti servitù nei confronti di Berlino o di chicchessia. Un’Italia che sia protagonista del rilancio europeo e sappia instaurare relazioni di mutua cooperazione con Russia e Cina, fuori da ogni logica di ricatto atlantico oramai definitivamente obsoleta.
Occorre che emerga, a livello internazionale, europeo e nazionale, una nuova classe dirigente che sia consapevole delle sfide che ci troviamo di fronte: cambiamento climatico e ambiente, risanamento della forbice fra Nord e Sud, migrazioni, guerre, terrorismo. Tutti temi strategici sui quali Gentiloni, come prima di lui Renzi, Letta, Monti, Berlusconi e lo stesso Prodi, che pure è il meno peggio della serie, si sono limitati negli anni e ormai decenni passati a cincischiare e improvvisare sulla scia di altri. Decenni e anni perduti che peseranno inesorabili sul futuro dell’Italia, dell’Europa e del pianeta. Le prospettive non sono del resto rosee e incoraggianti. Quello che gli zombies abbarbicati alle poltrone vogliono proporre è un’alleanza tra Pd e destra per escludere i Cinquestelle dalla possibilità di governare.
Una strategia tutta in negativo per continuare a occupare il potere vivendo alla giornata, in una situazione che precipita da tanti punti di vista e che sempre meno consentirà il piccolo cabotaggio su cui Pd, Forza Italia e compagni hanno vivacchiato in questi anni, mascherando le loro politiche conservatrici con campagne propagandistiche in stile pubblicitario su un rinnovamento delle istituzioni non solo immaginario, ma progettato in modo pessimo (Renzi), sul primato degli Italiani e la cacciata degli “stranieri” (Lega) o sul mito dell’impresa libera da lacci e lacciuoli impersonata carismaticamente dal pluripregiudicato Berlusconi (Forza Italia). Una montagna di falsità propinata in dosi massicce agli Italiani dietro le quali si nasconde la solite triste realtà fatta di super-sfruttamento della forza-lavoro, specie immigrata, sulla propagazione di corruzione e mafie di ogni genere, sull’approfondimento delle diseguaglianze, a cominciare da quelle di genere e territoriali tra Nord e Sud italiani. È questa, per sommi capi, la costituzione materiale dell’Italia odierna che nega da ogni punto di vista quella formale e nobile per cui i nostri padri e i nostri nonni hanno combattuto e sono morti.
In una situazione del genere, che definire stagnante è un eufemismo, dato che ci troviamo, e da molti anni, nel pieno di sabbie mobili di profondità insondabile, i Cinquestelle, con tutti i loro limiti, che non sono pochi, hanno tutto il diritto di proporre la loro alternativa che va valutata con rigore e attenzione da parte di chiunque non si rassegni a crepare in compagnia di Renzi, Berlusconi e compagni. Ci sono però tre condizioni indispensabili affinché questo tentativo possa avere un qualche successo.
La prima, una squadra di governo composta di personalità indiscusse che siano latrici di proposte di riforma nei vari settori. La seconda, il rilancio di una sinistra anch’essa totalmente rinnovata rispetto al passato e che soprattutto ripudi fino in fondo le fallimentari esperienze del centro-sinistra e che converga con i Cinquestelle su taluni qualificanti punti di politica interna e internazionale, come proposto anche da Marco Travaglio. La terza, la strutturazione di un controllo dal basso su tutti i governi sia centrali che locali, da parte di movimenti e strutture partecipative. Tre punti di fondamentale importanza per evitare di ripetere esperienze deludenti come quelle della giunta Raggi a Roma e di spianare il terreno al ritorno degli zombies affamati di potere per il potere. Il terzo punto si coniuga alla necessità di instaurare dentro il Movimento una democrazia effettiva che ne travalichi gli angusti confini e ne rifondi il gruppo dirigente.
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

Davanti all’1-2-X corre l’obbligo di sentire la Vox Populi:




• Forzaecoraggio • 38 minuti fa
Adesso Le va bene il M5S?
Con la sinistra?
Ma quale? Quella di oggi, quella dei soldi?
Per la democrazia? Ma quale? Quella dei soldi? Quella di chi ci ha più soldi vince?
Ma quando mai c`è stata la democrazia vera in Italia?
Quella del popolo della rete limitata e personale del Signor Grillo?
O piuttosto quella del popolo del 4 Dicembre 2016. Contro tutti gli intrallazzi. Che ancora adesso continuano e persistono.
Quella del forte e chiaro: "NO"!
Con cordialità.
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Gatto_Giotto • un'ora fa
Consideriamo MDP dato al 3%, SI al 3.5%: entrambi ben sotto il 5%. Non arriveranno neppure in parlamento... ma di cosa parliamo?

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pillolarossa • un'ora fa
Bello sentirsi dettare le condizioni... non ricorda anche a voi le scene da film, tipo: "rilascerò gli ostaggi, ma prima voglio un milione di dollari e una macchina col serbatoio pieno per la fuga..."
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• scardanelli • 2 ore fa
Che il PD sia stato fondato con l'unico scopo di occupare tutte le poltrone disponibili io lo sostengo dall'atto di nascita. Che non abbia fatto un solo atto degno di un partito progressista (difesa dei salari, dei posti di lavoro, del welfare, del diritto allo studio, della cultura, lotta al clientelismo, al malaffare, al conflitto di interessi, all'impunità, alla disoccupazione giovanile, alla corruzione, alla crescente divaricazione della ricchezza, alla desertificazione delle piccole imprese e potrei continuare all'infinito), mi pare altrettanto evidente. Ma che dire dei fuoriusciti dal PD, tipo D'Alema, Bersani e compagnia bella? Quelli che hanno consentito al senatore Monti di attuare indisturbato nla politica più reazionaria e antisociale che si potesse concepire, che hanno fatto inciuci e intrallazzi di ogni genere, che dell'agenda che ho appena abbozzato se ne sono allegramente strafregati? Forse sarebbero a questi riciclati delle Frattocchie che bisognerebbe affidare la rinascita del Paese? Fatemi il piacere....
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daco749 • 2 ore fa
Sig marcelli non si faccia illusioni!!
Se non si modifica il meccanismo nessuno , ripeto nessuno, potrà mai agire nell'interesse dei cittadini.
Bastano 2 cose semplici ma rivoluzionarie:
1) cancellare tutte le azioni perpetrate in sfregio alla costituzione come ad esempio "ripudiare la guerra".
2) riprendere il controllo della moneta = rimanere nell'euro alle nostre condizioni che non sono quelle della bce in quanto contrarie all'interesse dei cittadini.
Ovviamente una probabilità in più verrebbe offerta ai cittadini se i candidati fossero sulle liste in ordine alfabetico , altrimenti i primi saranno sempre i soliti scelti dai pupari e di cui sono i pupi!!
Solo chi si impegnerà in queste semplici azioni potrà intervenire massicciamente nell'interesse dei cittadini, ogni altra via essendo preclusa dall'evolversi del progetto di globalizzazione che non prevede alcuna diffusione del reddito da lavoro ma, eventulamente solo la "helicopter money" che porterà inevitabilmente al crollo del sistema e alla rovina generalizzata con tutti i beni che finiranno nelle mani dei soliti che già detengono il 40% dei beni e il 60% dei profitti della terra.
Se i debiti non potranno essere pagati, i beni andranno ai creditori!!
Non funziona forse così??
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Il TrinciaPollo • 2 ore fa
discutete sempre di strategie, alleanze, posizionamenti, se vado con tizio prendo tot ma perdo tot altro e allora vediamo se ci conviene....
non avete capito la cosa piu' elementare che invece di pensare ad alleanze per prendere voti, dovreste fare proposte in linea con i vostri principi, e prendere i voti sulla base esclusivamente di quello, se i cittadini vi accreditano di intelligenza allora vi voteranno. perchè inseguire i voti aggirando il normale senso che hanno le elezioni?
il cinquestelle lo ha fatto tempo fa ed ora è primo partito, e non hanno mai chiesto i voti ma solo presentato le loro idee, se poi si è d'accordo li si vota senno' amen.
dovreste imparare questa semplicissima regola di base che vi siete persi per strada durante il berlusconismo.
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Werther Gemmi • 2 ore fa
Un'alleanza sinistra -5s surclasserebbe le performances più eccellenti di ogni governo precedente dove la politica ha superato i maestri della commedia all'italiana , da Scaiola a Fini , dal cappio in parlamento alla mortadella ingoiata sguaiatamente , dalle concessioni per il gioco date ad un ricercato con mandato di cattura internazionale e finanziate da primaria banca controllata dalla maggioranza , dai milioni di italiani che votano per anni un partito il cui cofondatore é in carcere per mafia .
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UncleTom
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

CRONACA DEL BEL PAESE IN FRANTUMI SOTTO LE MACERIE
UN TEMPO LA CHIAMAVANO “LOTTA POLITICA”
ADESSO INVECE E’ LA RICERCA CONTINUA DELLA VINCITA DEL “GRATTA E VINCI”






M5S, il ko riapre la faida interna e scatta il processo a Di Maio
4/35

La Repubblica
di ANNALISA CUZZOCREA 6 ore fa


ROMA - «È il fallimento del sistema Di Maio».

Le chat degli ortodossi del Movimento 5 stelle esplodono allo scorrere dei primi exit poll.

E ricordano che il delegato degli enti locali resta il vicepresidente della Camera, insieme ai fidati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.

«Ci siamo concentrati solo sulle politiche, abbiamo inseguito Renzi che voleva andare subito al voto per fregarci, perché sapeva che alle amministrative ci saremmo sfracellati», si sfoga un senatore. La trattativa fallita sulla legge elettorale è considerata, ormai da molti, l’errore capitale.

«Chi ce lo faceva fare — chiede una deputata — perché non aspettare le regionali siciliane, dove è previsto che andremo fortissimo, prima di andare al voto? La verità è che lo stratega aveva sbagliato tutti i calcoli, come al solito».

Ma ci sono altri indici puntati, seppur nascosti da un ufficiale silenzio: sulla cattiva gestione di Roma, «la prova che non siamo ancora pronti».

Sulle nuove difficoltà di Chiara Appendino a Torino, «alla fine si è rivelata inesperta anche lei».
Umiliati a Parma, vittime delle proprie divisioni a Genova, l’un contro l’altro armati a Palermo, ancora molto bassi nel Nord Est produttivo e a Verona, dove stentano a rubare terreno alla Lega.

Alle nove di sera, un messaggio perentorio della comunicazione invita gli eletti dei 5 stelle a non rilasciare dichiarazioni.

Le attese erano negative, il nervosismo di Beppe Grillo al seggio ne è stata la prova tangibile. Ma su un successo “miracoloso” nella sua città, il fondatore sperava. Non l’avesse fatto, non l’avrebbe scelta per il comizio di chiusura insieme a Luigi Di Maio.

Ma a risultati consolidati, quel che filtra dai vertici è un mesto: «Lo sapevamo. Non abbiamo speso nulla per questa campagna. Non abbiamo fatto tour. Localmente siamo comunque cresciuti, alle amministrative soffriamo perché corriamo soli contro le accozzaglie».

Animano le truppe, Grillo e Casaleggio: «Puntiamo alla Sicilia e all’Italia. È su quelle battaglie che ci spenderemo».
Ad attivisti amici, una deputata di peso come Roberta Lombardi dice: «Dobbiamo curare di più il lavoro sui territori, essere più presenti, pensare che il percorso nazionale si costruisce su ogni singolo comune».

Altri sono più arrabbiati: «I nostri consiglieri, i nostri sindaci, si sentono abbandonati. I gruppi sono stati lasciati allo sbando».

Quel che serve, dicono in molti, è un coordinamento vero.

La piattaforma Rousseau — che ha una parte dedicata allo sharing delle buone pratiche negli enti locali — non è sufficiente.
http://www.msn.com/it-it/notizie/politi ... spartandhp
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Antonello Caporale


Elezioni amministrative 2017, la dura lezione per Grillo: senza credibilità non si vince
di Antonello Caporale | 12 giugno 2017

65
• 800


Più informazioni su: Centrodestra, Genova, Movimento 5 Stelle, PD, Taranto

Antonello Caporale
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Imitando il gambero Beppe Grillo si ritrova un Movimento – malgrado il tempo avanzi e l’esperienza pure – senza testa e senza volti, senza speranze di mettere a frutto ciò che dice di voler fare e di saper fare: il buon governo.

In nessuna città gli hanno creduto.

Non a Genova, la sua Genova, che avrebbe dovuto sperimentare una forma più larga di selezione della classe dirigente e si ritrova nella casella ingiallita dell’ininfluenza, né a Taranto, capitale della crisi sociale ed economica, città martire dei cinquestelle.

Che sono spariti da nord a sud, nei grandi capoluoghi e nei centri più piccini.

Ingoiati come un sol boccone da competitori non di primissimo pelo, anzi: gli stessi di sempre.

La lezione è dura e quasi senza appello: un movimento deve custodire i voti sapendo offrir loro una guida credibile, larga, che appaia e si muova fuori dai binari consueti ma lo faccia con il sale in zucca, con una visione e un obiettivo da offrire.

Grillo paga l’inconcludenza della esperienza romana, così drammaticamente rilevante, e la vacuità della leadership nazionale affidata a Luigi Di Maio.

A parte la cravatta e i modi gentili, molto affettati, un po’ tardo-democristiani, Di Maio cosa esprime?

Quale energia creativa, quale competenza, quale tensione, quale visione?

I cinquestelle hanno gambe forti e un consenso che non si esaurisce certo in questa tornata elettorale, ma vengono recintati nel loro luogo d’origine: popolo senza voce, protesta senza proposta.

E il recinto, ed è ciò che deve impensierirli di più, è costruito dal sempiterno Silvio Berlusconi, immobile nei suoi anni, nel suo sorriso di plastica, nella sua eccentrica condizione di padre della Patria benché le leggi della Repubblica lo considerino indegno e incandidabile.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... e/3653529/
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

LA LOTTA PER LA VINCITA DEL “GRATTA E VINCI”, NON GUARDA IN FACCIA A NESSUNO

DALLA PRIMA PAGINA DE IL GIORNALE.IT



Cinque Stelle alla deriva

I sospetti della Cassimatis:
"Grillo preferiva perdere"




Commenti:
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Genova, il complottismo di Cassimatis: "Grillo preferiva perdere"
La candidata silurata da Beppe Grillo ora assapora la rivincita: "Se fossimo andati uniti avremmo vinto, invece siamo andati divisi e per il M5S è stato un vero e proprio flop"
Ivan Francese - Lun, 12/06/2017 - 09:26
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Marika Cassimatis dice di "non provare gioia" perché "non cercava vendetta".

Ma c'è da credere che, sotto sotto, un sorrisino le sia scappato.
Perché vedere Beppe Grillo, che le aveva sottratto la vittoria ottenuta nelle comunarie di Genova, perdere clamorosamente al primo turno delle elezioni amministrative proprio nella sua città natale, le avrà fatto assaggiare il sapore dolcissimo della rivincita.
In un'intervista pubblicata oggi dalla Stampa, la professoressa di geografia soppiantata da Luca Pirondini non perde occasione per bacchettare l'ex comico: "Se gli exit poll fossero confermati dichiarava ieri sera - per il MoVimento sarebbe una brutta sconfitta. [...] Ma sono stati loro a mettersi d'impegno per perdere Genova e ci sono riusciti. Se Grillo non avesse annullato la scelta presa democraticamente dalla Rete i Cinque Stelle avrebbero continuato la città."
Difficile dire come sarebbero andati i grillini senza la gazzarra inscenata per la scelta del candidato. Quello che è certo è che, come dice Cassimatis, per il M5S si tratta di un "flop bello e buono", considerato che alle regionali del 2015 si era toccato il 27% e alle ultime politiche addirittura il 32%, mentre ora ci si ferma appena al 18%.
Con un giallo. La ex candidata esclusa dalle liste pentastellate accenna quasi ad un complotto: "Venerdì Grillo - spiega - ha urlato n piazza che preferiva perdere. L'ha buttata sullo scherzo, ma non credo fosse una battuta: direi che l'intento era esattamente quello."
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

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IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Stefano Feltri








Politica

Elezioni amministrative 2017, perché le voci sulla fine dei Cinque Stelle sono esagerate
Elezioni amministrative 2017, perché le voci sulla fine dei Cinque Stelle sono esagerate



di Stefano Feltri | 12 giugno 2017

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Ma davvero queste elezioni segnano l’inizio della fine del Movimento Cinque Stelle? Io avrei qualche dubbio. L’entusiasmo di Pd e centrodestra mi sembra prematuro e rischia di essere foriero di grosse delusioni alle Politiche nel 2018 o quando si voterà. Vediamo perché:

1. Ogni sconfitta locale ha la sua storia. A Parma il M5s ha preso il 3,15 con un candidato scelto senza Comunarie (per mancanza di sfidanti, dice lui), perdendo contro il proprio ex sindaco Federico Pizzarotti che ha preso il 34,6. Tradotto: il problema non è aver perso consensi, ma aver cacciato il candidato che li raccoglieva. I voti fuori da Pd e centrodestra che alle politiche potrebbero finire a M5s, nella sola Parma, sono comunque quasi il 40%. A Genova c’erano ben tre candidati M5s, uno cacciato durante il mandato, l’altra scelta da Comunarie on line con poche decine di iscritti e poi sostituita per diktat dall’alto (Marika Cassimatis che ha preso un trascurabile 1,06%). A Taranto il M5s è risultato soltanto una delle tante liste fuori dai partiti con il 10 per cento. A Palermo le già ridotte possibilità di vittoria sono state annichilite da faide interne a colpi di registrazioni nascoste e – prima – accuse di firme false. Sconfitte che indicano soprattutto l’incapacità della leadership nazionale di gestire i conflitti interni (è chiaro che gli elettori reagiscono male se chiedi di votare per un candidato che poi espelli) e di fare un po’ di tattica. Ma è difficile vederci un tracollo della fiducia nel Movimento o un “effetto Raggi”: nessuno ha mai pensato di votare M5s per la maggiore competenza del suo personale politico. I grillini vengono eletti per evitare di lasciare le città – o il Parlamento – agli altri partiti.




2. La partita nazionale è un’altra. Molti proiettano la fragilità locale dei Cinque Stelle a livello nazionale. Eppure tutti i sondaggi nazionali non sembrano aver affatto registrato questa onda lunga di malcontento. L’ultima rilevazione ufficiale di Demopolis per Otto e Mezzo (domande sottoposte al campione il 5 giugno) dava M5s come primo partito italiano al 29 per cento, seguito dal Pd al 28. A seguire il centrodestra (Lega 12,5, Forza Italia 12,4, Fratelli d’Italia 4,5). Il voto nazionale resta un voto di opinione, come ormai è diventato quello per il Pd di Matteo Renzi: si vota per rabbia o per mancanze di alternative, in alcuni casi anche con disperata fiducia, ma non ci sono pezzi di Paese organizzati e compatti dietro il M5s. Uno vale uno, almeno tra gli elettori. E fino a pochi giorni fa non si registrava alcun tracollo di popolarità dei grillini. Difficile pensare che in cinque giorni i supporter pentastellati si siano ricreduti. Più realistico ipotizzare che a livello locale e a livello nazionale gli elettori prendano le proprie decisioni sulla base di parametri diversi.

3. L’unica alternativa all’inciucio. Quello che Pd e Fi trascurano in queste ore di analisi del voto è il quadro politico radicalmente diverso tra Comuni e Parlamento. Nelle città maggiori c’è il ballottaggio, le grandi coalizioni non hanno senso. Uno schieramento e un candidato vincono, gli altri perdono. Questo spinge al bipolarismo, ad aggregare blocchi contrapposti. Il terzo polo pentastellato ha speranze soltanto se c’è una crisi di fiducia tale negli altri partiti da renderli irrilevanti. Oppure se la politica locale era egemonizzata da un solo partito (di solito Pd) che viene respinto dagli elettori a favore di M5s, ma a quel punto si ricrea uno schema bipolare. A livello nazionale la legge elettorale attuale spinge verso la grande coalizione Pd-centrodestra, a meno che qualcuno non coltivi davvero l’idea di arrivare al 40 per cento per avere il premio di maggioranza, scenario oggi incompatibile con i sondaggi. Se Pd e Forza Italia sono destinati a governare insieme, a prescindere da quanto fingano di contrapporsi in campagna elettorale, il Movimento Cinque Stelle avrà sempre una rendita di posizione enorme, come unico rifugio degli elettori ostili all’inciucio istituzionale (c’è anche la sinistra, ancora in formazione, ma che secondo un sondaggio del Fatto potrebbe arrivare al 16 per cento con i candidati giusti e una lista unica).






Tutto bene per Beppe Grillo e soci, quindi? Assolutamente no. I Cinque Stelle devono risolvere almeno tre problemi:


1) La selezione del proprio personale politico, sia a livello locale che nazionale: le Comunarie o Parlamentarie non bastano, nella prossima legislatura dovranno alzare la qualità dei parlamentari oppure sarà il caos anche e soprattutto nell’ipotesi che governino;


2) Devono trovare un candidato premier: più Luigi Di Maio si espone, meno risulta credibile, le sue dichiarazioni in materia di politica economica suscitano ilarità e sconcerto (trovare 19,6 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva con la lotta alla corruzione…) e il fatto che il vicepresidente della Camera abbia la responsabilità formale degli enti locali lo rende il perfetto capro espiatorio del risultato delle Amministrative;


3) Devono imparare a gestire i conflitti interni: i grandi partiti – come ormai è il Movimento Cinque Stelle – hanno inevitabilmente maggioranze e minoranze al proprio interno, non si può pretendere l’unanimità. I diversi punti di vista devono poter convivere senza che la maggioranza abbia come solo modo di imporsi cacciare la minoranza.

Sono problemi grossi da risolvere. Ma è nell’interesse di tutti che i Cinque Stelle ci riescano. Il Movimento di Grillo non è finito con queste elezioni e potrebbe ancora governare il Paese nel 2018. Anche i suoi critici più radicali – soprattutto loro – devono augurarsi che ci arrivi in condizione da fare meno danni possibile.
paolo11
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da paolo11 »

Mi sembra che sbaglino tutti sui giudizi.
Il M5S si è presentato da solo.Quindi non viene ricattato.
Padova Bitonci, va al ballottaggio il mio voto NO, chi lo sostiene sono 8 partiti compreso lui.Può essere ricattato in futuro e far cadere la giunta come è avvenuto nelle precedenti elezioni di Padova.
Questo vale per tutti i comuni che hanno votato in Italia. Sono sogetti ai ricatti degli altri partiti.
Quindi non si saprà mai se il sindaco eletto farà le cose dette in campagna elettorale.
Questo è il mio modo diu vedere le cose.
Ciao
Paolo11
UncleTom
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Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da UncleTom »

paolo11 ha scritto:Mi sembra che sbaglino tutti sui giudizi.
Il M5S si è presentato da solo.Quindi non viene ricattato.
Padova Bitonci, va al ballottaggio il mio voto NO, chi lo sostiene sono 8 partiti compreso lui.Può essere ricattato in futuro e far cadere la giunta come è avvenuto nelle precedenti elezioni di Padova.
Questo vale per tutti i comuni che hanno votato in Italia. Sono sogetti ai ricatti degli altri partiti.
Quindi non si saprà mai se il sindaco eletto farà le cose dette in campagna elettorale.
Questo è il mio modo diu vedere le cose.
Ciao
Paolo11

Io invece, caro Paolo11, la vedo così.

La prendo un po’ alla larga.

1) E’ mia ferma convinzione che il sistema Italia è arrivato alla fine.
- Nella prima fase, dal dopoguerra alla fine della Prima Repubblica (1993-94), la crescita del Paese era un tema sentito da tutti.
- A far deragliare la politica è stato l’eccesso di corruzione che ha investito la classe politica e la classe dirigente del Paese.
- Tutto inizia(l’inizio della fine), il 17 febbraio 1992 con l’arresto dell’ingegner Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, esponente del Partito Socialista Italiano con l’ambizione di diventare sindaco.
- Il tentativo (fallito), di fare un repulisti, è stato messo in scena da un gruppo di magistrati milanesi, che hanno dato vita al pool di Mani Pulite.
- Ma un’operazione del genere non poteva avere successo se non c’era la volontà politica di ripristinare, con leggi adeguate, la vocazione alla corruzione in tutti i settori attivi del Paese.
- La volontà politica non è mai esistita.
- Ed ecco che compare “l’uomo nuovo”, presentato ai merloni giganti doc, tricolori, come
imprenditore puro estraneo alla politica.
Silvio Berlusconi, non ancora mummificato.
Classe 1936, nel 1994 aveva solo 58 anni.

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cielo 70
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Iscritto il: 18/03/2012, 10:43

Re: MOVIMENTO 5 STELLE

Messaggio da cielo 70 »

Hanno perso. Grillo non vuole riconoscerlo e neanche scusarsi per aver chiuso la porta a tutti e buttato fuori M. Cassimatis. Pizzarotti ce l'ha fatta e ha governato decentemente Parma, mica come stanno (non) facendo a Roma, ma è fuori dal partito. Di Maio era uno dei meno settari, e ora rischiano di eleggere uno ancora più integralista.
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