Lo spunto satirico del giorno
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Re: Lo spunto satirico del giorno
La cattiveria
Padoan: “Siamo fuori
dal tunnel”. Renzi deve avere
ultimato il San Gottardo
http://WWW.FORUM.SPINOZA.IT
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dal tunnel”. Renzi deve avere
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Re: Lo spunto satirico del giorno
La cattiveria
Formigoni e altri 20
parlamentari stanno
pensando di tornare in FI.
Per chiarire il concetto
di “migranti economici”
http://WWW.SPINOZA.IT
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Re: Lo spunto satirico del giorno
IlFattoQuotidiano.it / La7
Gene Gnocchi e gli auguri al Fatto: “Chi si abbona entro fine serata vince una settimana a Rebibbia con Dell’Utri”
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Più informazioni su: Gene Gnocchi, La7, Marcello Dell’Utri, Marco Travaglio
Gene Gnocchi durante il suo riepilogo della puntata, momento di apertura della copertina settimanale a DiMartedì (La7), non risparmia battute all’indirizzo degli ospiti in sala. Tra gli altri anche il direttore Marco Travaglio: “Festeggeremo gli otto anni del Fatto, per l’occasione Travaglio spegnerò otto candeline: tutte su Renzi. Poi, chi si abbona entro la fine della puntata vince una settimana a Rebibbia in cella con Dell’Utri“
di F. Q. | 27 settembre 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... i/3880219/
Gene Gnocchi e gli auguri al Fatto: “Chi si abbona entro fine serata vince una settimana a Rebibbia con Dell’Utri”
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Gene Gnocchi durante il suo riepilogo della puntata, momento di apertura della copertina settimanale a DiMartedì (La7), non risparmia battute all’indirizzo degli ospiti in sala. Tra gli altri anche il direttore Marco Travaglio: “Festeggeremo gli otto anni del Fatto, per l’occasione Travaglio spegnerò otto candeline: tutte su Renzi. Poi, chi si abbona entro la fine della puntata vince una settimana a Rebibbia in cella con Dell’Utri“
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Re: Lo spunto satirico del giorno
In questa valle di lacrime bisogna pur distrarsi per sopravvivere.
Ci da una mano CROZZA
Crozza Renzi intona 'El Pueblo unido jamas sara' servido'
https://www.youtube.com/watch?v=u3GcGCh49ZM
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Re: Lo spunto satirico del giorno
Commenti
giovedì 12/10/2017
I mitici 11 del Rosatellum Football Club
di Andrea Scanzi | 12 ottobre 2017
| 12
Il Rosatellum Bis ci fa sognare. La sua nascita dipende da un manipolo di valorosi supportati da intellettuali di specchiata moralità. Insieme formano una sorta di Team Rosatellum. Scopriamoli insieme.
Rosato Ettore. Questo bell’omino, dal volto sbarazzino e dal crine saturo di Uni Posca renzino, ha deciso di consegnarsi mani e piedi alla leggenda. Concepire una cosa più orrenda di Porcellum e Italicum pareva impossibile, ma lui ce l’ha fatta. Poster in camera subito.
Migliore Genny. Ex massimalista divenuto col tempo – come quasi tutti i massimalisti – banderuola filogovernativa, è sempre in tivù a dirci che Renzi è Marx, Giachetti Lenin e Crudelia Morani Rosa Luxemburg. Se qualcuno lo contesta, lui replica: “La vedo troppo nervoso”. Se ha davanti un M5S o Mdp, sentenzia: “Ho perso il conto di quante volte Scotto e Di Battista hanno gridato alla deriva antidemocratica”. In questa squadra ha il ruolo di terzinaccio (di destra): bravo non è, però si applica parecchio.
Fiano Emanuele. Aveva detto che porre la fiducia sul Rosatellum Bis non era neanche argomento di discussione nel Pd. Infatti: nessuna discussione, ha deciso tutto il Sire Goffo di Rignano. E i tanti Fiano, almeno in questo bravissimi, hanno obbedito zelanti.
Richetti Matteo. Sempre più erculeo, fino a un anno fa era l’anello di congiunzione tra civatiani e renziani: i suoi fuorionda su Renzi e renziani, ascoltati oggi, sarebbero divertenti. Alludendo alle opposizioni, ha detto che la fiducia si è resa necessaria per “evitare i giochini del M5S”: un sincero democratico. Da quando Renzi gli ha regalato un ossicino in cambio del ruolo di maggiordomo, Richetti scodinzola a comando che è un piacere. Son soddisfazioni.
Meli Maria Teresa. Pascola tivù per difendere il Sacro Verbo Renziano. Se le citano i grillini gesticola tarantolata, se lodano Mdp urla supercazzole livide con Pisapia prematurata a destra. Una volta, a Bongiorno che lo sfotteva perché camminava male, Alberto Sordi replicò: “Vedi, Mike, il tempo che passa attacca in due modi. A volte alle gambe. E altre alla testa”. La Meli, che si sappia, cammina benissimo.
Gentiloni Paolo. Ha il carisma dei Pokemon, il coraggio dei Lego catalettici e la vis polemica degli alkekengi. Leader vero.
Mattarella Sergio. Quello prima era tutto un monito, questo è tutto un dormire. Da Re Giorgio a Ponzio Pilato: quanto ci manchi, Sandro Pertini.
D’Amico Ilaria. Di recente ha fatto sapere che non è più “purista”, per poi sostenere una tesi già mitologica: “Meglio qualche corrotto che uno Stato rotto”. Attendiamo con ansia altre rime di tal fatta. Per esempio: “Meglio un Rosatellum che un ultimatum”. Oppure, e se Ella preferisce: “Meglio qualche nominato che un Nardella adirato”. C’mon Ilaria.
Brunetta Renato. Quando Renzi pose la fiducia anche sull’Italicum, evocò il fascismo. Adesso no: adesso va bene tutto. “Io incoerente? Questa volta è una legge condivisa con parte delle opposizioni, magari non sono quelle che piacciono al Fatto. Noi vinceremo le elezioni con il centrodestra”. Ah, che meraviglia questa bella e salda coerenza dei falchi berlusconiani.
Scalfari Eugenio. Il capitano della squadra. Mai livido, a Di Martedì ha minimizzato sui rischi del Rosatellum per poi dispensarci il consueto Vangelo intriso di sfavillante democrazia: “Nelle democrazie funzionanti ci sono al massimo tre partiti: una sinistra democratica, una destra democratica, un gruppo di centro. Noi ne abbiamo cinque, uno dei quali è formato dai cosiddetti grillini. Non hanno un programma e insultano tutti”. Lui, invece, non insulta mai nessuno: si ispira direttamente a Gandhi.
Salvini Matteo. È la star indiscussa della formazione. Mesi e anni a spararle grosse, tra felpe obbrobriose e ruspe a casaccio, per poi divenire un pretoriano qualsiasi del renzusconismo in cambio di due cadreghe. Il giorno in cui hanno distribuito la coerenza, e forse pure il coraggio, probabilmente era assente perché impegnato in una gara di rutti.
giovedì 12/10/2017
I mitici 11 del Rosatellum Football Club
di Andrea Scanzi | 12 ottobre 2017
| 12
Il Rosatellum Bis ci fa sognare. La sua nascita dipende da un manipolo di valorosi supportati da intellettuali di specchiata moralità. Insieme formano una sorta di Team Rosatellum. Scopriamoli insieme.
Rosato Ettore. Questo bell’omino, dal volto sbarazzino e dal crine saturo di Uni Posca renzino, ha deciso di consegnarsi mani e piedi alla leggenda. Concepire una cosa più orrenda di Porcellum e Italicum pareva impossibile, ma lui ce l’ha fatta. Poster in camera subito.
Migliore Genny. Ex massimalista divenuto col tempo – come quasi tutti i massimalisti – banderuola filogovernativa, è sempre in tivù a dirci che Renzi è Marx, Giachetti Lenin e Crudelia Morani Rosa Luxemburg. Se qualcuno lo contesta, lui replica: “La vedo troppo nervoso”. Se ha davanti un M5S o Mdp, sentenzia: “Ho perso il conto di quante volte Scotto e Di Battista hanno gridato alla deriva antidemocratica”. In questa squadra ha il ruolo di terzinaccio (di destra): bravo non è, però si applica parecchio.
Fiano Emanuele. Aveva detto che porre la fiducia sul Rosatellum Bis non era neanche argomento di discussione nel Pd. Infatti: nessuna discussione, ha deciso tutto il Sire Goffo di Rignano. E i tanti Fiano, almeno in questo bravissimi, hanno obbedito zelanti.
Richetti Matteo. Sempre più erculeo, fino a un anno fa era l’anello di congiunzione tra civatiani e renziani: i suoi fuorionda su Renzi e renziani, ascoltati oggi, sarebbero divertenti. Alludendo alle opposizioni, ha detto che la fiducia si è resa necessaria per “evitare i giochini del M5S”: un sincero democratico. Da quando Renzi gli ha regalato un ossicino in cambio del ruolo di maggiordomo, Richetti scodinzola a comando che è un piacere. Son soddisfazioni.
Meli Maria Teresa. Pascola tivù per difendere il Sacro Verbo Renziano. Se le citano i grillini gesticola tarantolata, se lodano Mdp urla supercazzole livide con Pisapia prematurata a destra. Una volta, a Bongiorno che lo sfotteva perché camminava male, Alberto Sordi replicò: “Vedi, Mike, il tempo che passa attacca in due modi. A volte alle gambe. E altre alla testa”. La Meli, che si sappia, cammina benissimo.
Gentiloni Paolo. Ha il carisma dei Pokemon, il coraggio dei Lego catalettici e la vis polemica degli alkekengi. Leader vero.
Mattarella Sergio. Quello prima era tutto un monito, questo è tutto un dormire. Da Re Giorgio a Ponzio Pilato: quanto ci manchi, Sandro Pertini.
D’Amico Ilaria. Di recente ha fatto sapere che non è più “purista”, per poi sostenere una tesi già mitologica: “Meglio qualche corrotto che uno Stato rotto”. Attendiamo con ansia altre rime di tal fatta. Per esempio: “Meglio un Rosatellum che un ultimatum”. Oppure, e se Ella preferisce: “Meglio qualche nominato che un Nardella adirato”. C’mon Ilaria.
Brunetta Renato. Quando Renzi pose la fiducia anche sull’Italicum, evocò il fascismo. Adesso no: adesso va bene tutto. “Io incoerente? Questa volta è una legge condivisa con parte delle opposizioni, magari non sono quelle che piacciono al Fatto. Noi vinceremo le elezioni con il centrodestra”. Ah, che meraviglia questa bella e salda coerenza dei falchi berlusconiani.
Scalfari Eugenio. Il capitano della squadra. Mai livido, a Di Martedì ha minimizzato sui rischi del Rosatellum per poi dispensarci il consueto Vangelo intriso di sfavillante democrazia: “Nelle democrazie funzionanti ci sono al massimo tre partiti: una sinistra democratica, una destra democratica, un gruppo di centro. Noi ne abbiamo cinque, uno dei quali è formato dai cosiddetti grillini. Non hanno un programma e insultano tutti”. Lui, invece, non insulta mai nessuno: si ispira direttamente a Gandhi.
Salvini Matteo. È la star indiscussa della formazione. Mesi e anni a spararle grosse, tra felpe obbrobriose e ruspe a casaccio, per poi divenire un pretoriano qualsiasi del renzusconismo in cambio di due cadreghe. Il giorno in cui hanno distribuito la coerenza, e forse pure il coraggio, probabilmente era assente perché impegnato in una gara di rutti.
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Re: Lo spunto satirico del giorno
L'OVRA NON PERMETTE IL COPIA INCOLLA
Se non riuscite a vederla, è la vignetta di NATANGELO sul Fatto Quotidiano di oggi.
IL PD COMPIE DIECI ANNI
Pinocchio Mussoloni tiene in mano una testa tagliata ancora gocciolante.
AUGURI PD! QUESTO E’ IL MIO REGALO!
(voce fuori campo) MA…..E’ LA TESTA
DI GENTILONI!!
SI, LO SO! VOLEVO
PRENDERE LE PALLE MA
NON LE HO
TROVATE
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Re: Lo spunto satirico del giorno
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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