La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
4 set 2017 16:36
ALL’ISIS PIACE IL PESTO
- GENOVA SORVEGLIATA SPECIALE ORA CHE LA STRATEGIA JIHADISTA PUNTA A COLPIRE ANCHE I CENTRI PIU’ PICCOLI
- INTENSIFICATI I CONTROLLI AL PORTO E LIVELLO MASSIMO D’ALLERTA IN VISTA DEL “SALONE NAUTICO”
- LA LIGURIA E’ TRA LE REGIONI PIU’ A RISCHIO PER LA PRESENZA DI GRUPPI FONDAMENTALISTI
Marco Menduni per la Stampa
Gli uomini dei reparti speciali dei carabinieri si calano dai tombini e scendono nei cunicoli. Nel sottosuolo di Genova c' è una città parallela e invisibile, che si estende per chilometri tra tunnel e gallerie comunicanti tra di loro. I reparti speciali anti-terrorismo controllano tutto. Poi registrano con le telecamere a raggi infrarossi per realizzare una mappa completa, fondamentale in caso di attacco. Nemmeno ai tempi del G8, quando nel 2001 la città ospitò i Grandi della terra: allora ci si limitò a sigillare i tombini.
Poi c' è la fretta, la corsa contro il tempo per blindare via Venti Settembre, la strada principale della città, e soprattutto la promenade genovese, corso Italia, che per quattro chilometri e mezzo corre lungo il mare di fronte all' elegante quartiere di Albaro. Verrà protetta con barriere di cemento, l' intervento sarà sponsorizzato dai titolari degli stabilimenti balneari. Genova è una sorvegliata speciale.
Lo è dopo l' attentato sulla rambla di Barcellona, dopo le ultime minacce dell' Isis all' Italia, dopo che la segnalazione di un servizio di intelligence straniero ha suggerito all' Italia particolare attenzione ad alcune città, tra cui appunto Genova. Perché, stavolta, il precedente inquieta più del passato: l' attacco a Barcellona è arrivato immediatamente dopo i video, i messaggi, la rivendicazione dei territori di El Andalusia, l' attuale penisola iberica, come musulmana: da riconquistare.
Sembrava la consueta paccottiglia mediatica del Califfato, invece stavolta alla minaccia è seguita subito l' azione. La paura è che la sequenza si possa ripetere tal quale anche nel nostro Paese dopo le minacce delle ultime settimane: i filmati con il Colosseo coperto di sangue davanti al quale è schierato un mujaheddin armato, il Pantheon e piazza della Repubblica. Nel video più recente appaiono il premier Gentiloni che incontra il leader libico Sarraj, i ritratti di Renzi e del ministro degli Esteri Alfano. Quali sono i tasselli di un mosaico complessivo che suggerisce particolare cautela a Genova? La Liguria, in questo momento, è ritenuta una delle regioni a maggior rischio per la presenza di gruppi fondamentalisti. Sono due, divisi tra il capoluogo e il ponente della regione: undici persone in tutto, marocchini e tunisini.
Per il ministero dell' Interno e il pool antiterrorismo della procura sono pericolosi. Potrebbero entrare in azione; ma, soprattutto, far da sponda logistica ad altre cellule in arrivo dalla Francia e dalla Spagna. Oppure dal Nordafrica: è questo il motivo per cui, sempre a Genova, in porto, sono stati intensificati tutti i controlli sulle navi che collegano direttamente lo scalo con quelli della parte opposta del Mediterraneo. Anche qui, sono stati installati dei blocchi di cemento sulla rampa di accesso alla Stazione marittima. In questo periodo di rientro dalle vacanze, ogni nome va controllato con scrupolo, per evitare infiltrazioni di jihadisti.
In città ce ne sono già. Uno è stato scoperto pochi giorni fa per caso: un intervento per maltrattamenti sulla moglie ha permesso di scoprire che il marocchino arrestato era segnalato come fondamentalista da Olanda, Germania e Francia. Quattro frequentatori della sala di preghiera nel quartiere di Sampierdarena sono indagati dalle intercettazioni per i loro contatti con estremisti. Ancora: già nel dicembre 2015 erano stati fermati all' aeroporto Colombo due siriani con i documenti falsi. Vennero espulsi, l' ipotesi dei magistrati è che fossero impegnati in un test sulla sicurezza dello scalo.
A Genova c' è il porto, ma c' è anche il Porto antico, dove sorge l' Acquario: è la grande area recuperata alla città per le Colombiane del 1992, completamente pedonalizzata. Qui, negli ultimi giorni, si è ripetutamente concentrata l' attenzione del sindaco Marco Bucci, preoccupato per la vulnerabilità dell' area ad attacchi con camion e suv. Bucci ha sollecitato l' adozione di misure di sicurezza particolari. È il clima di una città che attende, nella vicina Fiera del mare, l' inaugurazione del Salone nautico, l' appuntamento clou della città dal punto di vista del numero dei visitatori.
Anche per questo appuntamento le misure di sicurezza sono al massimo. Genova sorvegliata speciale, anche perché l' Isis, proprio nelle ultime settimane, ha cambiato piani d' azione, ha iniziato a dare istruzioni diverse ai suoi soldati. Non più solo le grandi città, non solo le capitali: gli attacchi «vanno portati dove le difese sono basse, dove c' è maggior possibilità di colpire e uccidere». Nella consapevolezza che nelle metropoli europee i dispositivi di sicurezza sono al massimo livello e rendono molto difficile realizzare azioni terroristiche senza essere intercettati e neutralizzati.
C' è un altro dettaglio che attira l' attenzione degli analisti delle intelligence, che rappresenta per ora un' inquietante suggestione ma potrebbe celare un significato più allarmante. Quando i commando e i cani sciolti non hanno colpito le capitali, hanno scelto grandi città affacciate sul Mediterraneo. È successo a Nizza, è successo a Barcellona. Una circostanza che, ancora una volta, pone Genova sotto una tutela particolare. È un clima nel quale ha assunto un significato tutto particolare la firma dell' accordo tra la Regione e l' Arma, davanti al ministro della Difesa Roberta Pinotti, dei giorni scorsi. Il governatore Giovanni Toti e il comandante generale Tullio Del Sette hanno sottoscritto un protocollo. Primo obiettivo: più sicurezza per gli abitanti della Liguria. Con il riconoscimento che, in piena emergenza terrorismo jihadista, occhi e orecchie sul territorio sono un' arma indispensabile.
ALL’ISIS PIACE IL PESTO
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Marco Menduni per la Stampa
Gli uomini dei reparti speciali dei carabinieri si calano dai tombini e scendono nei cunicoli. Nel sottosuolo di Genova c' è una città parallela e invisibile, che si estende per chilometri tra tunnel e gallerie comunicanti tra di loro. I reparti speciali anti-terrorismo controllano tutto. Poi registrano con le telecamere a raggi infrarossi per realizzare una mappa completa, fondamentale in caso di attacco. Nemmeno ai tempi del G8, quando nel 2001 la città ospitò i Grandi della terra: allora ci si limitò a sigillare i tombini.
Poi c' è la fretta, la corsa contro il tempo per blindare via Venti Settembre, la strada principale della città, e soprattutto la promenade genovese, corso Italia, che per quattro chilometri e mezzo corre lungo il mare di fronte all' elegante quartiere di Albaro. Verrà protetta con barriere di cemento, l' intervento sarà sponsorizzato dai titolari degli stabilimenti balneari. Genova è una sorvegliata speciale.
Lo è dopo l' attentato sulla rambla di Barcellona, dopo le ultime minacce dell' Isis all' Italia, dopo che la segnalazione di un servizio di intelligence straniero ha suggerito all' Italia particolare attenzione ad alcune città, tra cui appunto Genova. Perché, stavolta, il precedente inquieta più del passato: l' attacco a Barcellona è arrivato immediatamente dopo i video, i messaggi, la rivendicazione dei territori di El Andalusia, l' attuale penisola iberica, come musulmana: da riconquistare.
Sembrava la consueta paccottiglia mediatica del Califfato, invece stavolta alla minaccia è seguita subito l' azione. La paura è che la sequenza si possa ripetere tal quale anche nel nostro Paese dopo le minacce delle ultime settimane: i filmati con il Colosseo coperto di sangue davanti al quale è schierato un mujaheddin armato, il Pantheon e piazza della Repubblica. Nel video più recente appaiono il premier Gentiloni che incontra il leader libico Sarraj, i ritratti di Renzi e del ministro degli Esteri Alfano. Quali sono i tasselli di un mosaico complessivo che suggerisce particolare cautela a Genova? La Liguria, in questo momento, è ritenuta una delle regioni a maggior rischio per la presenza di gruppi fondamentalisti. Sono due, divisi tra il capoluogo e il ponente della regione: undici persone in tutto, marocchini e tunisini.
Per il ministero dell' Interno e il pool antiterrorismo della procura sono pericolosi. Potrebbero entrare in azione; ma, soprattutto, far da sponda logistica ad altre cellule in arrivo dalla Francia e dalla Spagna. Oppure dal Nordafrica: è questo il motivo per cui, sempre a Genova, in porto, sono stati intensificati tutti i controlli sulle navi che collegano direttamente lo scalo con quelli della parte opposta del Mediterraneo. Anche qui, sono stati installati dei blocchi di cemento sulla rampa di accesso alla Stazione marittima. In questo periodo di rientro dalle vacanze, ogni nome va controllato con scrupolo, per evitare infiltrazioni di jihadisti.
In città ce ne sono già. Uno è stato scoperto pochi giorni fa per caso: un intervento per maltrattamenti sulla moglie ha permesso di scoprire che il marocchino arrestato era segnalato come fondamentalista da Olanda, Germania e Francia. Quattro frequentatori della sala di preghiera nel quartiere di Sampierdarena sono indagati dalle intercettazioni per i loro contatti con estremisti. Ancora: già nel dicembre 2015 erano stati fermati all' aeroporto Colombo due siriani con i documenti falsi. Vennero espulsi, l' ipotesi dei magistrati è che fossero impegnati in un test sulla sicurezza dello scalo.
A Genova c' è il porto, ma c' è anche il Porto antico, dove sorge l' Acquario: è la grande area recuperata alla città per le Colombiane del 1992, completamente pedonalizzata. Qui, negli ultimi giorni, si è ripetutamente concentrata l' attenzione del sindaco Marco Bucci, preoccupato per la vulnerabilità dell' area ad attacchi con camion e suv. Bucci ha sollecitato l' adozione di misure di sicurezza particolari. È il clima di una città che attende, nella vicina Fiera del mare, l' inaugurazione del Salone nautico, l' appuntamento clou della città dal punto di vista del numero dei visitatori.
Anche per questo appuntamento le misure di sicurezza sono al massimo. Genova sorvegliata speciale, anche perché l' Isis, proprio nelle ultime settimane, ha cambiato piani d' azione, ha iniziato a dare istruzioni diverse ai suoi soldati. Non più solo le grandi città, non solo le capitali: gli attacchi «vanno portati dove le difese sono basse, dove c' è maggior possibilità di colpire e uccidere». Nella consapevolezza che nelle metropoli europee i dispositivi di sicurezza sono al massimo livello e rendono molto difficile realizzare azioni terroristiche senza essere intercettati e neutralizzati.
C' è un altro dettaglio che attira l' attenzione degli analisti delle intelligence, che rappresenta per ora un' inquietante suggestione ma potrebbe celare un significato più allarmante. Quando i commando e i cani sciolti non hanno colpito le capitali, hanno scelto grandi città affacciate sul Mediterraneo. È successo a Nizza, è successo a Barcellona. Una circostanza che, ancora una volta, pone Genova sotto una tutela particolare. È un clima nel quale ha assunto un significato tutto particolare la firma dell' accordo tra la Regione e l' Arma, davanti al ministro della Difesa Roberta Pinotti, dei giorni scorsi. Il governatore Giovanni Toti e il comandante generale Tullio Del Sette hanno sottoscritto un protocollo. Primo obiettivo: più sicurezza per gli abitanti della Liguria. Con il riconoscimento che, in piena emergenza terrorismo jihadista, occhi e orecchie sul territorio sono un' arma indispensabile.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Onu, Usa: "Ora è troppo, presto risoluzione con nuove sanzioni"
Al Consiglio di sicurezza l'ambasciatrice americana chiede di applicare contro Pyongyang le misure più dure possibili. E la Corea del Sud chiede di bloccare fondi al regime. Ma Russia e Cina insistono sulla via della diplomazia: "Bisogna mantenere sangue freddo"
NEW YORK - Una bozza di risoluzione con nuove sanzioni in arrivo contro la Corea del Nord. Ad annunciarla è stata l'ambasciatrice Usa Nikki Haley, che ha dichiarato, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che gli Stati Uniti puntano a ottenere il voto sulle nuove misure per lunedì prossimo. "Enough is enough", "Quando è
troppo e troppo", la misura è colma e per questo gli Stati Uniti hanno sollecitato il Consiglio di sicurezza a imporre "le più dure misure possibili" contro Pyongyang in risposta al suo sesto test nucleare. Le azioni del regime della Corea del Nord mostrano che "sta implorando la guerra", "la nostra pazienza non è infinita", ha aggiunto l'ambasciatrice.
Diverso il parere di Russia e Cina, che invece insistono sulla via della diplomazia. "Non consentiremo mai il caos e la guerra nella penisola coreana", ha dichiarato l'ambasciatore cinese all'Onu, Liu Jieyi. C'è bisogno di 'sangue freddo' e, soprattutto di proseguire sulla strada dei negoziati per risolvere la crisi sul programma nucleare e missilistico della Corea del Nord ha detto l'ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Vassily Nebenzia, che ha aggiunto: "C'è urgente bisogno di mantenere il sangue freddo e astenersi da azioni che possono provocare ulteriori escalation della tensione". Secondo Nebenzia, non ci può essere una soluzione militare alla crisi in atto e la comunità internazionale "non deve cedere alle emozioni e agire in modo calmo ed equilibrato". La situazione, ha sottolineato, ha preso "uno slancio pericoloso".
La Russia appoggia la proposta della Cina di un 'congelamento' dei test nucleari e missilistici della Corea del Nord in cambio di una sospensione delle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud.
Proposta che però Haley ha bollato come un 'insulto', ricordando che è il momento di incrementare la pressione su Pyongyang. "Penso che la Corea del Nord abbia di fatto dato uno schiaffo in faccia alla comunità internazionale
che le ha chiesto di fermarsi", ha detto Haley, sottolineando anch che "la crisi va ben oltre le Nazioni unite: gli Stati Uniti guarderanno a tutti i Paesi che fanno affari con la Corea del Nord come a Paesi che sostengono il suo programma nucleare".
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09 ... P1-S1.8-T1
Al Consiglio di sicurezza l'ambasciatrice americana chiede di applicare contro Pyongyang le misure più dure possibili. E la Corea del Sud chiede di bloccare fondi al regime. Ma Russia e Cina insistono sulla via della diplomazia: "Bisogna mantenere sangue freddo"
NEW YORK - Una bozza di risoluzione con nuove sanzioni in arrivo contro la Corea del Nord. Ad annunciarla è stata l'ambasciatrice Usa Nikki Haley, che ha dichiarato, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che gli Stati Uniti puntano a ottenere il voto sulle nuove misure per lunedì prossimo. "Enough is enough", "Quando è
troppo e troppo", la misura è colma e per questo gli Stati Uniti hanno sollecitato il Consiglio di sicurezza a imporre "le più dure misure possibili" contro Pyongyang in risposta al suo sesto test nucleare. Le azioni del regime della Corea del Nord mostrano che "sta implorando la guerra", "la nostra pazienza non è infinita", ha aggiunto l'ambasciatrice.
Diverso il parere di Russia e Cina, che invece insistono sulla via della diplomazia. "Non consentiremo mai il caos e la guerra nella penisola coreana", ha dichiarato l'ambasciatore cinese all'Onu, Liu Jieyi. C'è bisogno di 'sangue freddo' e, soprattutto di proseguire sulla strada dei negoziati per risolvere la crisi sul programma nucleare e missilistico della Corea del Nord ha detto l'ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Vassily Nebenzia, che ha aggiunto: "C'è urgente bisogno di mantenere il sangue freddo e astenersi da azioni che possono provocare ulteriori escalation della tensione". Secondo Nebenzia, non ci può essere una soluzione militare alla crisi in atto e la comunità internazionale "non deve cedere alle emozioni e agire in modo calmo ed equilibrato". La situazione, ha sottolineato, ha preso "uno slancio pericoloso".
La Russia appoggia la proposta della Cina di un 'congelamento' dei test nucleari e missilistici della Corea del Nord in cambio di una sospensione delle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud.
Proposta che però Haley ha bollato come un 'insulto', ricordando che è il momento di incrementare la pressione su Pyongyang. "Penso che la Corea del Nord abbia di fatto dato uno schiaffo in faccia alla comunità internazionale
che le ha chiesto di fermarsi", ha detto Haley, sottolineando anch che "la crisi va ben oltre le Nazioni unite: gli Stati Uniti guarderanno a tutti i Paesi che fanno affari con la Corea del Nord come a Paesi che sostengono il suo programma nucleare".
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09 ... P1-S1.8-T1
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Gli STRUMPTRUPPEN sono gli unici a riportare questa notizia.
Trump "Kim implora la guerra, la pazienza non è infinita"
Trump: "La pazienza non è infinita". E la Cina chiede il "freeze for freeze": "Basta prove di forza, si torni al dialogo"
Chiara Sarra - Lun, 04/09/2017 - 17:58
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".
"Quando è troppo, è troppo". Gli Stati Uniti avvertono la Corea del Nord e chiedono al Consiglio di sicurezza Onu un intervento deciso.
"Dobbiamo adottare le più dure misure possibili", ha detto l'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni unite, Nikki Haley, parlando alla riunione d'emergenza dell'Onu dopo il sesto test nucleare di Pyongyang, "Nonostante gli sforzi il programma nucleare nordcoreano è più avanzato e pericoloso che mai. Abbiamo fatto molti colloqui, ma non ha mai funzionato, il tempo per le mezze misure è finito". E avvisa: "La crisi va ben oltre le Nazioni unite, gli Stati Uniti guarderanno a tutti i Paesi che fanno affari con la Corea del Nord come a Paesi che sostengono il suo programma nucleare".
"La Corea del Nord deve smettere di agire in modo sbagliato, deteriorando la situazione, non in linea con i suoi interessi", dice intanto l'inviato della Cina alle Nazioni unite che chiede però un ritorno al dialogo e propone il "freeze for freeze", la sospensione contemporanea dei test nucleari di Pyongyang e delle esercitazioni militari al confine di Usa e Corea del Sud. "Non consentiremo mai il caos e la guerra nella penisola coreano", ha aggiunto il rappresentante di Pechino.
Un ritorno ai "canali diplomatici" è chiesto anche dalla Russia, secondo cui "la pace nella regione è in grave pericolo" e "le soluzioni militari" non possono funzionare, ma bisogna "mantenere il sangue freddo".
Trump "Kim implora la guerra, la pazienza non è infinita"
Trump: "La pazienza non è infinita". E la Cina chiede il "freeze for freeze": "Basta prove di forza, si torni al dialogo"
Chiara Sarra - Lun, 04/09/2017 - 17:58
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"Quando è troppo, è troppo". Gli Stati Uniti avvertono la Corea del Nord e chiedono al Consiglio di sicurezza Onu un intervento deciso.
"Dobbiamo adottare le più dure misure possibili", ha detto l'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni unite, Nikki Haley, parlando alla riunione d'emergenza dell'Onu dopo il sesto test nucleare di Pyongyang, "Nonostante gli sforzi il programma nucleare nordcoreano è più avanzato e pericoloso che mai. Abbiamo fatto molti colloqui, ma non ha mai funzionato, il tempo per le mezze misure è finito". E avvisa: "La crisi va ben oltre le Nazioni unite, gli Stati Uniti guarderanno a tutti i Paesi che fanno affari con la Corea del Nord come a Paesi che sostengono il suo programma nucleare".
"La Corea del Nord deve smettere di agire in modo sbagliato, deteriorando la situazione, non in linea con i suoi interessi", dice intanto l'inviato della Cina alle Nazioni unite che chiede però un ritorno al dialogo e propone il "freeze for freeze", la sospensione contemporanea dei test nucleari di Pyongyang e delle esercitazioni militari al confine di Usa e Corea del Sud. "Non consentiremo mai il caos e la guerra nella penisola coreano", ha aggiunto il rappresentante di Pechino.
Un ritorno ai "canali diplomatici" è chiesto anche dalla Russia, secondo cui "la pace nella regione è in grave pericolo" e "le soluzioni militari" non possono funzionare, ma bisogna "mantenere il sangue freddo".
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:Gli STRUMPTRUPPEN sono gli unici a riportare questa notizia.
Trump "Kim implora la guerra, la pazienza non è infinita"
Trump: "La pazienza non è infinita". E la Cina chiede il "freeze for freeze": "Basta prove di forza, si torni al dialogo"
Chiara Sarra - Lun, 04/09/2017 - 17:58
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"Quando è troppo, è troppo". Gli Stati Uniti avvertono la Corea del Nord e chiedono al Consiglio di sicurezza Onu un intervento deciso.
"Dobbiamo adottare le più dure misure possibili", ha detto l'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni unite, Nikki Haley, parlando alla riunione d'emergenza dell'Onu dopo il sesto test nucleare di Pyongyang, "Nonostante gli sforzi il programma nucleare nordcoreano è più avanzato e pericoloso che mai. Abbiamo fatto molti colloqui, ma non ha mai funzionato, il tempo per le mezze misure è finito". E avvisa: "La crisi va ben oltre le Nazioni unite, gli Stati Uniti guarderanno a tutti i Paesi che fanno affari con la Corea del Nord come a Paesi che sostengono il suo programma nucleare".
"La Corea del Nord deve smettere di agire in modo sbagliato, deteriorando la situazione, non in linea con i suoi interessi", dice intanto l'inviato della Cina alle Nazioni unite che chiede però un ritorno al dialogo e propone il "freeze for freeze", la sospensione contemporanea dei test nucleari di Pyongyang e delle esercitazioni militari al confine di Usa e Corea del Sud. "Non consentiremo mai il caos e la guerra nella penisola coreano", ha aggiunto il rappresentante di Pechino.
Un ritorno ai "canali diplomatici" è chiesto anche dalla Russia, secondo cui "la pace nella regione è in grave pericolo" e "le soluzioni militari" non possono funzionare, ma bisogna "mantenere il sangue freddo".
Leggendo qualche commento dei lo fan con il cervello a scartamento ridotto, ci si chiede se in un momento così difficile intendono fabbricare voti a oltranza:
alox
Lun, 04/09/2017 - 18:19
La Cina/Russia devono finire di proteggere il Porco Comunista...
mortimermouse
Lun, 04/09/2017 - 18:49
visto? i comunisti vogliono la guerra, non la pace! vogliono i morti sulle loro coscienze!
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Re: La Terza Guerra Mondiale
MA COSA DOBBIAMO DEDURRE, CHE CICCIO KIM E TRUMP SCOPANO POCO E MALE??????
Corea del Nord, Usa: “Kim implora la guerra”
Seul: “Pyongyang pronta a nuovi test nucleari”
Nikki Haley, ambasciatrice di Washington all’Onu: “È troppo, la pazienza ha un limite”. Timori per il 9 settembre, anniversario della fondazione del regime. Sud Corea toglie i limiti di carico ai nuovi missili
Mondo
Kim Jong un, con le sue continue provocazioni, “sta implorando la guerra”. Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, nel suo intervento davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riunito per una seduta d’emergenza dopo il test nucleare di Pyongyang. Ribadito che la pazienza degli Stati Uniti sta finendo, Haley ha sottolineato che Kim cerca così di ottenere il riconoscimento di potenza nucleare, ma “le potenze nucleari capiscono le loro responsabilità”
di F. Q.
Corea del Nord, Usa: “Kim implora la guerra”
Seul: “Pyongyang pronta a nuovi test nucleari”
Nikki Haley, ambasciatrice di Washington all’Onu: “È troppo, la pazienza ha un limite”. Timori per il 9 settembre, anniversario della fondazione del regime. Sud Corea toglie i limiti di carico ai nuovi missili
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Kim Jong un, con le sue continue provocazioni, “sta implorando la guerra”. Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, nel suo intervento davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riunito per una seduta d’emergenza dopo il test nucleare di Pyongyang. Ribadito che la pazienza degli Stati Uniti sta finendo, Haley ha sottolineato che Kim cerca così di ottenere il riconoscimento di potenza nucleare, ma “le potenze nucleari capiscono le loro responsabilità”
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:MA COSA DOBBIAMO DEDURRE, CHE CICCIO KIM E TRUMP SCOPANO POCO E MALE??????
Corea del Nord, Usa: “Kim implora la guerra”
Seul: “Pyongyang pronta a nuovi test nucleari”
Nikki Haley, ambasciatrice di Washington all’Onu: “È troppo, la pazienza ha un limite”. Timori per il 9 settembre, anniversario della fondazione del regime. Sud Corea toglie i limiti di carico ai nuovi missili
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Kim Jong un, con le sue continue provocazioni, “sta implorando la guerra”. Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, nel suo intervento davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riunito per una seduta d’emergenza dopo il test nucleare di Pyongyang. Ribadito che la pazienza degli Stati Uniti sta finendo, Haley ha sottolineato che Kim cerca così di ottenere il riconoscimento di potenza nucleare, ma “le potenze nucleari capiscono le loro responsabilità”
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:UncleTom ha scritto:MA COSA DOBBIAMO DEDURRE, CHE CICCIO KIM E TRUMP SCOPANO POCO E MALE??????
Corea del Nord, Usa: “Kim implora la guerra”
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Nikki Haley, ambasciatrice di Washington all’Onu: “È troppo, la pazienza ha un limite”. Timori per il 9 settembre, anniversario della fondazione del regime. Sud Corea toglie i limiti di carico ai nuovi missili
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Kim Jong un, con le sue continue provocazioni, “sta implorando la guerra”. Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, nel suo intervento davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riunito per una seduta d’emergenza dopo il test nucleare di Pyongyang. Ribadito che la pazienza degli Stati Uniti sta finendo, Haley ha sottolineato che Kim cerca così di ottenere il riconoscimento di potenza nucleare, ma “le potenze nucleari capiscono le loro responsabilità”
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Corea del Nord, Usa: “Kim prega per la guerra” e Seul: “Pyongayang pronta a nuovo test nucleare”
Mondo
L’intelligence sudcoreana ha messo in guardia dai rischi di un nuovo test nucleare, possibile in ogni momento, e di lanci di altri missili balistici intercontinentali individuando il 9 settembre, anniversario della fondazione dello Stato, e il 10 ottobre, giorno della nascita del Partito dei Lavoratori, come date sensibili.
di F. Q. | 4 settembre 2017
commenti (151)
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Più informazioni su: Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Donald Trump, ONU, Russia, Vladimir Putin
Il regime nordcoreano “sta pregando per fare la guerra“. L’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, è intervenuta così alla riunione d’emergenza dell’Onu dopo il test nucleare della Corea del Nord. “Enough is enough”, quando è troppo e troppo” ha detto la diplomatica chiedendo “le più forti misure possibili contro il regime di Pyongayang”. Haley ha criticato l’azione spesso “troppo lenta e debole” della comunità internazionale e aggiunto “chiunque continua a fare affari con la Corea del Nord sta solo aiutando il regime. Il programma nucleare della Corea del Nord ha raggiunto una pericolosità senza precedenti e solo le azioni e le sanzioni più forti possono fermare il regime”. Un riferimento non troppo velato alla Cina da cui è arrivato però proprio un appello diretto a Pyongayang a fermare immediatamente le sue azioni, che sono “sbagliate” tramite l’ambasciatore alle Nazioni Unite. La Cina, che un mese fa per la prima volta aveva votato sì a una risoluzione per le sanzioni, ha presentato “una forte protesta formale” all’ambasciata della Corea del nord di Pechino. Comunque è esclusa l’opzione “militare”, che invece gli Usa hanno già minacciato . Un invito al dialogo che nei giorni scorsi è arrivato anche dalla Russia, che ha comunque condannato l’ultima provocazione di Kim Jong-un e ancora oggi dal presidente Putin.
Intanto Seul e Washington hanno concordato di rimuovere il limite di carico alle testate per i missili sudcoreani. Intesa arrivata durante la telefonata tra i presidenti Moon Jae-in e Donald Trump, diffusa dalla Blue House. La mossa, una spinta agli armamenti, vuole aiutare Seul a far crescere le capacità di difesa viste le provocazioni della Corea del Nord. In base all’accordo già rivisto tra i due alleati nel 2012, il Sud poteva sviluppare missili con un raggio fino a 800 km e potenza di carico fino a 500 kg.
L’intelligence sudcoreana ha infatti messo in guardia dai rischi di un nuovo test nucleare, possibile in ogni momento, e di lanci di altri missili balistici intercontinentali individuando il 9 settembre, anniversario della fondazione dello Stato, e il 10 ottobre, giorno della nascita del Partito dei Lavoratori, come date sensibili. In un’audizione parlamentare, il National Intelligence Service (Nis) ha aggiunto che le analisi su 2 dei quattro tunnel del sito atomico di Punggye-ri mostrano “che una detonazione è sempre possibile”. La tensione resta quindi altissima e lo scenario di una guerra devastante che potrebbe poi innescare un conflitto ben più ampio allarma e preoccupa anche lo stesso Trump che il 9 agosto scorso aveva promesso “fuoco e furia” contro il regime. Nessun esperto – dentro e fuori l’amministrazione Trump – nasconde oramai come anche di fronte a un intervento su larga scala delle forze armate Usa (compreso l’intervento di truppe di terra) la rappresaglia di Pyongyang sarebbe inevitabile. Con almeno 25 milioni di sudcoreani che diventerebbero il bersaglio dell’artiglieria e dei razzi di Kim. Senza contare i quasi 30mila americani che vivono nella regione. Mentre il Giappone sa già bene come i missili di Kim possono colpire in qualunque momento.
Nonostante la minaccia di una “massiccia risposta militare” arrivata da Washington dopo l’ultimo test nucleare nordcoreano, tutti i più stretti consiglieri e collaboratori del presidente americano frenano: dal consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster allo stesso capo del Pentagono, l’ex generale James Mattis. Le opzioni militari ci sono, e sono già da tempo sulla scrivania dello Studio Ovale. Ma – non si smette di ripetere al tycoon – non sono di fatto praticabili. Se non come ultima risorsa, in chiave difensiva. “Abbiamo molte opzioni militari” ha dichiarato Mattis assicurando che ci sarà una “massiccia risposta” militare a qualsiasi minaccia agli Stati Uniti, inclusa Guam. La risposta sarà “imponente, una risposta efficace e schiacciante”, afferma Mattis. “Non puntiamo al totale annientamento di un paese, la Corea del Nord, ma abbiamo molte opzioni per farlo” aggiunge. La Corea del Sud intano registra segnali relativi alla preparazione di un lancio di un altro missile balistico.
Per Francia e Regno Unito invece bisogna aumentare la pressione sul regime di Pyongyang e varare nuove sanzioni per penalizzare ulteriori settori dell’economia del Paese. “Ne va della nostra credibilità. La possibilità di un negoziato non è mai stata così lontana”, ha detto l’ambasciatore francese, mentre il rappresentante britannico ha sottolineato come il dialogo sarà impossibile fino a quando il regime di Kim Jong-un “non cambierà drasticamente direzione“. Il presidente russo Vladimir Putin, che ha sentito Moon al telefono e che qualche giorno fa aveva avvertito sulla possibilità di una pericolosa escalation, ha ribadito la posizione russa secondo cui “questa situazione estremamente complicata può essere risolta solo con la ripresa dei negoziati e strumenti politici-diplomatici”. Su una maggiore pressione internazionale sulla Corea del Nord hanno concordato anche Angela Merkel e Donald Trump in una telefonata. La cancelliera ha ribadito che “obiettivo resta una soluzione pacifica”, e ha affermato che la Germania “si impegnerà in Europa perché in Ue vi siano sanzioni contro la Corea del nord”.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
IlFattoQuotidiano.it / Mondo
Corea del Nord, “Kim sposta un missile verso la costa ovest”. Seul comincia le manovre militari in mare
di F. Q. | 5 settembre 2017
Mondo
L’agenzia Asia Business Daily ha riferito che Pyongyang sta spostando verso la sua costa occidentale un missile che sembrerebbe essere di tipo balistico intercontinentale. Lo spostamento avvicinerebbe il vettore al Giappone e alla base americana di Guam. Intanto la Corea del Sud continua le sue esercitazioni: ora quattro giorni nelle acque del mar del Giappone
di F. Q. | 5 settembre 2017
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Più informazioni su: Corea del Nord, Corea del Sud
La Corea del Nord ha spostato verso la sua costa occidentale un missile che sembrerebbe essere di tipo balistico intercontinentale (Icbm). Lo ha riferito l’agenzia Asia Business Daily, citando fonti anonime. Lo spostamento è iniziato lunedì ed è avvenuto soltanto di notte per evitare la sorveglianza, afferma la testata sudcoreana. Il ministero della Difesa di Seul che aveva anticipato come Pyongyang fosse pronta a lanciare un missile Icbm in qualsiasi momento, non ha confermato. Spostare i missili verso la costa ovest significherebbe per Kim Jong-un avvicinarsi al Giappone e anche alla base americana di Guam, indicata dal leader come obiettivo finale dei suoi lanci. La Corea del Sud risponde portando avanti il suo ciclo di manovre militari: sono cominciate ora le attività marittime della Marina con la mobilitazione nelle acque del mar del Giappone della fregata da 2.500 tonnellate Chungbuk, di sottomarini e aerei di sorveglianza P-3C Orion e multiuso Lynx, di una motovedetta da 1.000 tonnellate e altre unità da 400 e 130 tonnellate, alcune delle quali al servizio di incursioni rapide.
E’ soltanto il primo passo di quattro giorni di esercitazioni navali che partiranno da mercoledì. Seul e Washington hanno concordato di rimuovere il limite di carico alle testate per i missili sudcoreani. Intesa arrivata durante la telefonata tra i presidenti Moon Jae-in e Donald Trump. La mossa conferma una spinta agli armamenti di Seul per migliorare le capacità di difesa dalle provocazioni della Corea del Nord. Si prevede infatti queste ultime continueranno anche nei prossimi giorni e settimane: il 9 settembre, l’anniversario della fondazione dello Stato, e il 10 ottobre, giorno della nascita del Partito dei Lavoratori, sono già indicate dall’intelligence sudcoreana come date sensibili.
“Le esercitazioni hanno lo scopo di migliorare la nostra capacità di risposta immediata contro le provocazioni navali da parte di nemici”, ha confermato il capitano Choi Young-chan, comandante del 13esimo Gruppo navale. ”Se il nemico provoca ovunque, sull’acqua o sotto, reagiremo in maniera pronta annientandolo in mare”, ha aggiunto Choi. Le manovre sono maturate a due giorni dal sesto test nucleare nordcoreano, il più potente mai fatto finora e rivendicato come ”perfetto successo” del primo ordigno all’idrogeno. Corea del Sud e Usa, a completamento del piano, avranno poi giovedì e venerdì manovre congiunte nel mar del Giappone che avranno come target i sottomarini nemici.
“Tutte le opzioni per affrontare la minaccia nordcoreana sono sul tavolo”. Questo ciò che il presidente americano Donald Trump ha detto alla cancelliera tedesca Angela Merkel in un colloquio telefonico. Lo riferisce la Casa Bianca. Nel corso della telefonata i due leader hanno concordato sulla necessità di aumentare la pressione su Pyongyang e varare nuove e più severe sanzioni
Corea del Nord, “Kim sposta un missile verso la costa ovest”. Seul comincia le manovre militari in mare
di F. Q. | 5 settembre 2017
Mondo
L’agenzia Asia Business Daily ha riferito che Pyongyang sta spostando verso la sua costa occidentale un missile che sembrerebbe essere di tipo balistico intercontinentale. Lo spostamento avvicinerebbe il vettore al Giappone e alla base americana di Guam. Intanto la Corea del Sud continua le sue esercitazioni: ora quattro giorni nelle acque del mar del Giappone
di F. Q. | 5 settembre 2017
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La Corea del Nord ha spostato verso la sua costa occidentale un missile che sembrerebbe essere di tipo balistico intercontinentale (Icbm). Lo ha riferito l’agenzia Asia Business Daily, citando fonti anonime. Lo spostamento è iniziato lunedì ed è avvenuto soltanto di notte per evitare la sorveglianza, afferma la testata sudcoreana. Il ministero della Difesa di Seul che aveva anticipato come Pyongyang fosse pronta a lanciare un missile Icbm in qualsiasi momento, non ha confermato. Spostare i missili verso la costa ovest significherebbe per Kim Jong-un avvicinarsi al Giappone e anche alla base americana di Guam, indicata dal leader come obiettivo finale dei suoi lanci. La Corea del Sud risponde portando avanti il suo ciclo di manovre militari: sono cominciate ora le attività marittime della Marina con la mobilitazione nelle acque del mar del Giappone della fregata da 2.500 tonnellate Chungbuk, di sottomarini e aerei di sorveglianza P-3C Orion e multiuso Lynx, di una motovedetta da 1.000 tonnellate e altre unità da 400 e 130 tonnellate, alcune delle quali al servizio di incursioni rapide.
E’ soltanto il primo passo di quattro giorni di esercitazioni navali che partiranno da mercoledì. Seul e Washington hanno concordato di rimuovere il limite di carico alle testate per i missili sudcoreani. Intesa arrivata durante la telefonata tra i presidenti Moon Jae-in e Donald Trump. La mossa conferma una spinta agli armamenti di Seul per migliorare le capacità di difesa dalle provocazioni della Corea del Nord. Si prevede infatti queste ultime continueranno anche nei prossimi giorni e settimane: il 9 settembre, l’anniversario della fondazione dello Stato, e il 10 ottobre, giorno della nascita del Partito dei Lavoratori, sono già indicate dall’intelligence sudcoreana come date sensibili.
“Le esercitazioni hanno lo scopo di migliorare la nostra capacità di risposta immediata contro le provocazioni navali da parte di nemici”, ha confermato il capitano Choi Young-chan, comandante del 13esimo Gruppo navale. ”Se il nemico provoca ovunque, sull’acqua o sotto, reagiremo in maniera pronta annientandolo in mare”, ha aggiunto Choi. Le manovre sono maturate a due giorni dal sesto test nucleare nordcoreano, il più potente mai fatto finora e rivendicato come ”perfetto successo” del primo ordigno all’idrogeno. Corea del Sud e Usa, a completamento del piano, avranno poi giovedì e venerdì manovre congiunte nel mar del Giappone che avranno come target i sottomarini nemici.
“Tutte le opzioni per affrontare la minaccia nordcoreana sono sul tavolo”. Questo ciò che il presidente americano Donald Trump ha detto alla cancelliera tedesca Angela Merkel in un colloquio telefonico. Lo riferisce la Casa Bianca. Nel corso della telefonata i due leader hanno concordato sulla necessità di aumentare la pressione su Pyongyang e varare nuove e più severe sanzioni
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Questa notizia è presente da ieri sul sito della Repubblica.
Corea del Nord
Allarme da Seul: "Kim sposta missile verso la costa"
• Usa all'Onu contro Pyongyang: "Ora è troppo"
Fonti di intelligence riferiscono che un nuovo lancio è imminente
• E il senatore Razzi si offre: "Pronto ad andare a trattare"
dal nostro inviato ANGELO AQUARO e di SILVIO BUZZANCA
E Putin si preoccupa dell’imminente disastro!!!
Noi abbiamo l’arma segreta del senatore Razzi. Una vera “putenza” della natura.
A meno che Kim lo faccia sbranare dai cani come lo zio.
Corea del Nord
Allarme da Seul: "Kim sposta missile verso la costa"
• Usa all'Onu contro Pyongyang: "Ora è troppo"
Fonti di intelligence riferiscono che un nuovo lancio è imminente
• E il senatore Razzi si offre: "Pronto ad andare a trattare"
dal nostro inviato ANGELO AQUARO e di SILVIO BUZZANCA
E Putin si preoccupa dell’imminente disastro!!!
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A meno che Kim lo faccia sbranare dai cani come lo zio.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Il punto di vista di Massimo Mazzucco, “Corea, la situazione è grave ma non seria”
• LIBRE news
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• segnalazioni
Corea: situazione grave, ma non seria (e ci guadagna Kim)
Scritto il 05/9/17 • nella Categoria: idee Condividi
Decisamente, Kim Jong-Un non scherza.
Quelle che fino a qualche mese fa sembravano delle semplici sbruffonate da bar, si stanno rivelando minacce reali e concrete.
Prima Kim Jong-Un ha dimostrato di possedere razzi in grado di raggiungere gli Stati Uniti, e poi (ieri) ha fatto vedere al mondo di possedere testate all’idrogeno, che possono essere trasportate da quei razzi.
Da oggi quindi, teoricamente, Kim Jong-Un potrebbe lanciare sugli Stati Uniti una o più bombe decine di volte più potenti e devastanti di quella che colpì Nagasaki nel 1945.
E gli Stati Uniti hanno già ammesso che il loro sistema di difesa ha soltanto un 60% di probabilità di intercettare ed abbattere un tale missile lanciato dalla Corea del Nord.
A sua volta, Donald Trump aveva fatto la voce grossa, qualche mese fa, quando diceva che qualunque atto ostile contro gli Stati Uniti sarebbe stato seguito da un “fuoco e furia mai visto fino ad oggi” contro la Corea del Nord.
Ma Kim Jong-Un ha serenamente ignorato queste minacce, e anzi sembrava quasi divertirsi ogni volta che alzava la posta.
Ovviamente, Kim Jong-Un sa benissimo che gli Stati Uniti non colpiranno mai per primi la Corea del Nord.
Anche gli Stati Uniti dovrebbero sapere che lo stesso Kim Jong-Un non sarebbe mai così folle da colpire per primo la nazione americana.
Quindi, teoricamente, si potrebbe andare avanti ad abbaiare all’infinito, senza che nessuno dei due cani faccia mai veramente il gesto di mordere l’altro.
Ecco perché viene da dire che la situazione in Corea oggi è “grave ma non è seria”: perché in realtà siamo di fronte ad una minaccia atomica concreta ed imminente, che però nessuno dei due contendenti ha realmente intenzione di mettere in atto.
Due cani che abbaiano, come dicevamo, ma solo dopo essersi assicurati di essere legato ciascuno con fermezza alla propria catena. A questo punto però ci si domanda una cosa: a chi conviene tutto questo abbaiare nella notte?
Sicuramente non a Trump, il quale appare sempre più come il leader imbelle di una nazione superpotente che non riesce a far tacere il monellaccio fastidioso.
Mentre sicuramente conviene a Kim Jong-Un, il quale vede crescere ogni giorno la propria credibilità agli occhi del mondo, e alla fine della fiera sarà certamente riuscito a far riconoscere alla Corea del Nord lo status di “nazione atomica”.
Insomma, un piccolo Stato di qualche milione di abitanti si sta prendendo gioco della più potente nazione del mondo, approfittando anche della palese incapacità del suo presidente di gestire la situazione di crisi.
Sarà forse per questo che la Cina, zitta zitta, se la ride sotto i baffi, e non fa assolutamente nulla per fermare il piccolo dittatore coreano?
(Massimo Mazzucco, “Corea, la situazione è grave ma non seria”, dal blog “Luogo Comune” del 3 ottobre 2017).
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Corea: situazione grave, ma non seria (e ci guadagna Kim)
Scritto il 05/9/17 • nella Categoria: idee Condividi
Decisamente, Kim Jong-Un non scherza.
Quelle che fino a qualche mese fa sembravano delle semplici sbruffonate da bar, si stanno rivelando minacce reali e concrete.
Prima Kim Jong-Un ha dimostrato di possedere razzi in grado di raggiungere gli Stati Uniti, e poi (ieri) ha fatto vedere al mondo di possedere testate all’idrogeno, che possono essere trasportate da quei razzi.
Da oggi quindi, teoricamente, Kim Jong-Un potrebbe lanciare sugli Stati Uniti una o più bombe decine di volte più potenti e devastanti di quella che colpì Nagasaki nel 1945.
E gli Stati Uniti hanno già ammesso che il loro sistema di difesa ha soltanto un 60% di probabilità di intercettare ed abbattere un tale missile lanciato dalla Corea del Nord.
A sua volta, Donald Trump aveva fatto la voce grossa, qualche mese fa, quando diceva che qualunque atto ostile contro gli Stati Uniti sarebbe stato seguito da un “fuoco e furia mai visto fino ad oggi” contro la Corea del Nord.
Ma Kim Jong-Un ha serenamente ignorato queste minacce, e anzi sembrava quasi divertirsi ogni volta che alzava la posta.
Ovviamente, Kim Jong-Un sa benissimo che gli Stati Uniti non colpiranno mai per primi la Corea del Nord.
Anche gli Stati Uniti dovrebbero sapere che lo stesso Kim Jong-Un non sarebbe mai così folle da colpire per primo la nazione americana.
Quindi, teoricamente, si potrebbe andare avanti ad abbaiare all’infinito, senza che nessuno dei due cani faccia mai veramente il gesto di mordere l’altro.
Ecco perché viene da dire che la situazione in Corea oggi è “grave ma non è seria”: perché in realtà siamo di fronte ad una minaccia atomica concreta ed imminente, che però nessuno dei due contendenti ha realmente intenzione di mettere in atto.
Due cani che abbaiano, come dicevamo, ma solo dopo essersi assicurati di essere legato ciascuno con fermezza alla propria catena. A questo punto però ci si domanda una cosa: a chi conviene tutto questo abbaiare nella notte?
Sicuramente non a Trump, il quale appare sempre più come il leader imbelle di una nazione superpotente che non riesce a far tacere il monellaccio fastidioso.
Mentre sicuramente conviene a Kim Jong-Un, il quale vede crescere ogni giorno la propria credibilità agli occhi del mondo, e alla fine della fiera sarà certamente riuscito a far riconoscere alla Corea del Nord lo status di “nazione atomica”.
Insomma, un piccolo Stato di qualche milione di abitanti si sta prendendo gioco della più potente nazione del mondo, approfittando anche della palese incapacità del suo presidente di gestire la situazione di crisi.
Sarà forse per questo che la Cina, zitta zitta, se la ride sotto i baffi, e non fa assolutamente nulla per fermare il piccolo dittatore coreano?
(Massimo Mazzucco, “Corea, la situazione è grave ma non seria”, dal blog “Luogo Comune” del 3 ottobre 2017).
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