erding ha scritto:Da facebook di Francesco Briganti
"... senza luce ...
Quando si spegne la luce, quando tutto intorno dovesse regnare il buio più tetro e scuro, quando le nebbie dell'incertezza,
attraverso un andare a senso perde anche il senso stesso dell'andare, ecco che l'uomo accoglie un qualsiasi barlume come
punto di riferimento e come meta verso cui convergere.
Quanto più si procedesse a tentoni, tanto più quel barlume assumerà aspetti di importanza. Quanto più il cammino diventasse
impervio ed irto di ostacoli, tanto più ogni possibile appoggio diverrà elemento insostituibile di sostegno ed aiuto.
L'uomo, animale sociale per eccellenza, animale assassino per eccellenza, animale egoista ed egocentrico per eccellenza
è anche, fatte le debite, doverose, eccezioni, anche un animale vigliacco per eccellenza e, dunque, la sua congenita paura,
anche del vivere stesso, lo rende schiavo, a seguire uno slancio di egoistico altruismo, del rapportarsi con il proprio intorno
e bisognoso di punti di riferimento e di fari luminosi cui indirizzare una qualsiasi meta quando non fosse la propria stessa esistenza.
L'egoistico altruismo, ossimoro filosofico esistenziale, ha nel proprio equilibrio il significato stesso delle società civili.
Lì dove questo equilibrio si mantenesse in un rapporto paritario le condizioni di vita del complesso sociale e di ogni singola
componente, troverebbero una propria collocazione, una propria importanza ed una propria funzione e ragione di ruolo,
di retribuzione, di validità di diritti, di obbligo di doveri.
Dove, invece, l'ago della bilancia pendesse verso l'egoismo o verso un altruismo esagerato, si verrebbero a creare,
sia nell'uno che nell'altro caso, condizioni di diseguaglianza, di sottomissione e/o di prevaricazione, discriminazioni
varie e strapoteri o anarchia. Insomma ogni convenzione sociale verrebbe man mano a cadere, i diritti e/o i doveri prenderebbero
il sopravvento gli uni sugli altri e si finirebbe per perdere ogni forma di rispetto innanzitutto verso sé stessi e poi e come
succedanea conseguenza verso tutti gli altri.
La storia, quella vera, quella a ripetersi puntualmente, quella che a pochi uomini insegna ed alla maggioranza appare senza
significato venendone relegata in un comparto privo di conseguenze, dice che succede sempre così ovunque nel mondo,
quali che siano la genesi, l'ambiente, la longitudine e la latitudine considerate.
La storia, infatti, non è genitrice ma è figlia; non è causa, ma è conseguenza. Essa è, perciò, figlia dell'uomo e l'uomo,
purtroppo per lui, è uguale a sé stesso in ogni parte di questo pianeta.
Per tutto ciò è stato questo anche il destino dell'Italia e degli Italiani i quali, a non esser diversi dagli altri ed anzi ad
essere gli interpreti tra i principi dell'ignoranza, delle amnesie storiche e dei peggiori difetti dell'uomo in quanto tale,
ad un certo punto della loro cronaca quotidiana, il cui insieme nel tempo determina poi la STORIA, hanno perso ogni
gradiente di parità tra l'altruismo e l'egoismo ed hanno fatto di una terra solare e grandemente illuminata un stanza buia
dove ogni procedere è frutto del caso ed in cui è grasso che cola riuscire a non sbattere mortalmente il muso contro
questo o quello scoglio improvviso.
Non ci sono se e non ci sono ma!. Chiunque con un minimo di onestà intellettuale non dovrebbe evitare di confrontarsi con
la realtà che lo circonda ed anzi dovrebbe farne analisi razionale e, persino, cinica addivenendo alla conclusione che " l
'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare ! ".
Il prossimo 5 novembre, nel proseguire un cammino in un buio pesto e asfissiante, si potrebbe cominciare ad accendere
qualche barlume di resipiscenza e, dunque, di cambiamento. Si potrebbe anelare a quelle finestre sull'infinito che, da decenni
oramai, sono sprangate o si aprono su tristi muri di contenzione o su squallidi e grigi cortili, per almeno cercare dell'aria
pura e senza prevedibili e scontati inquinanti.
Tutto sta nel decidere se continuare ad essere bestie da soma, asini buoni a trasportare sacchi di sale e pietre sempre più
onerose o finalmente essere destrieri purosangue ...
all'ultima curva prima della dirittura d'arrivo!." (Francesco Briganti)
L'uomo, solo nel bisogno, nell'estremo bisogno, riesce a far scattare quel “egoistico altruismo” che lo rende, purtroppo (a quanto pare)
apparentemente e momentaneamente, saggio. Difatti, basta ricorrere all'insegnamento che ci offre una giusta analisi storica
a partire dal mito biblico ad evidenziare che l'uomo deve sbatterci il muso per capire che ci si salva solo insieme e che,
solo rispettando l'altro e la natura, si trova pace ed armonia. Difatti l'Italia ha dato il meglio di se quando nella seconda guerra
mondiale e nell'immediato dopoguerra, quando tutto sembrava compromesso, il BISOGNO ha portato i migliori italiani a fare
sinergia e a stipulare un nobile patto, a darsi una Carta che guidasse le generazioni future. Nel frattempo a Ventotene
alcuni sognatori elaboravano una nobile, coraggiosa idea per una grande, pacifica, evoluta Europa. Passato il bisogno,
scordati gli orrori della guerra ci si è adagiati e perduto quel rigore etico morale necessario a tenere a bada gli egoismi vari,
individuali e di lobby e ci siamo ritrovati dove ci troviamo per aver disatteso quelle norme di saggezza che ci si era dati.
Un saluto. erding
CONCLUDENDO,…….VISTI DA LONTANO
ERDING
Passato il bisogno, scordati gli orrori della guerra ci si è adagiati e perduto quel rigore etico morale necessario a tenere a bada gli egoismi vari, individuali e di lobby e ci siamo ritrovati dove ci troviamo per aver disatteso quelle norme di saggezza che ci si era dati.
Un saluto. erding
FRANCESCO BRIGANTI
L'uomo, animale sociale per eccellenza, animale assassino per eccellenza, animale egoista ed egocentrico per eccellenza è anche, fatte le debite, doverose, eccezioni, anche un animale vigliacco per eccellenza e, dunque, la sua congenita paura, anche del vivere stesso, lo rende schiavo, a seguire uno slancio di egoistico altruismo, del rapportarsi con il proprio intorno e bisognoso di punti di riferimento e di fari luminosi cui indirizzare una qualsiasi meta quando non fosse la propria stessa esistenza.
Quando muore Alcide De Gasperi il 19 agosto del 1954, i politici democristiani hanno tirato il fiato.
E da allora, in un crescendo rossiniano hanno cominciato a far puttanate una dopo l’altra, fino all’estinzione del partito negli anni ’90.
Dovremmo quindi dedurre che politicamente, ci vuole una guerra mondiale ogni 9 anni per conservare quel rigore etico morale necessario a tenere a bada gli egoismi vari.