La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Mondo | Di F. Q.
Corea, Parigi: “Kim potrebbe colpire Ue”
Pyongyang “sposta missile sulla costa”
E Seul riapre alle testate atomiche Usa
•”Lo scenario di una escalation verso un grande conflitto non può essere scartato”, ha affermato la ministra francese della Difesa, Florence Parly
Corea, Parigi: “Kim potrebbe colpire Ue”
Pyongyang “sposta missile sulla costa”
E Seul riapre alle testate atomiche Usa
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Milano, rubati tre furgoni Dhl. Mezzi di trasporto «a rischio», allarme attentati
1/28
Corriere della Sera
Redazione Milano online
7 ore fa
CONDIVIDI
Una comunicazione riservata firmata dal questore di Milano Marcello Cardona rilancia l’allarme terrorismo. Dopo l’attentato di Barcellona, le grandi città italiane hanno raddoppiato gli sforzi per garantire la sicurezza dei cittadini. E ora la circolare diffusa tra gli uomini della Digos, dei Carabinieri e della Guardia di finanza alza il livello di allerta.
«Tre furgoni, modello Ducato - segnala il questore - sono stati rubati nei giorni tra il 4 e l’6 settembre». Hanno il logo della Dhl, la ditta di spedizioni internazionali, e sono tra i mezzi indicati come a rischio da tutti gli 007 e le forze dell’ordine del nostro paese. Gli ultimi attentati, infatti, sono stati messi a segno da killer che guidavano piccoli camion o van. Per questo - aggiunge Cardona - «essendo dei mezzi inseriti nella black list, vanno allertati gli equipaggi dipendenti, nell’ambito dell’attività di controllo del territorio, e va segnalata l’eventuale presenza, procedendo all’identificazione del conducente e degli eventuali passeggeri, utilizzando tutti i dispositivi di autotutela».
© Fornito da RCS MediaGroup S.p.A.
Trasporti «a rischio»
Nel documento sono anche citati i numeri di targa e le informazioni che l’azienda ha fornito alla polizia, in linea con quanto richiesto dal prefetto Franco Gabrielli, nella circolare in cui sollecitava massima attenzione su furti, affitti e acquisti di mezzi di trasporto considerati «a rischio». L’indicazione non è la prima di questo genere, già in passato si era verificato con alcuni taxi rubati nella Capitale. Ma ora la segnalazione è più importante perché è accompagnata da uno stato di allerta generale e più circostanziato che ci arriva da alcune informazioni dell’intelligence straniera, che sembra aver allertato l’Italia riguardo a un possibile passaggio di individui considerati sospetti.
Riunioni antiterrorismo
La scorsa settimana al Viminale si sono svolte due riunioni operative, una anche alla presenza del ministro Minniti, durante le quali è stato illustrato il piano antiterrorismo che dovrebbe scattare in caso di attentato. Una parola che nessuno vuole sentire tra gli addetti ai lavori, sebbene si abbia coscienza del rischio elevato che sta correndo il nostro paese. E quindi, sono stati ridefiniti, ognuno per le proprie competenze, i ruoli e gli interventi da effettuare nel malaugurato caso che si verificasse qualche attentato. Che ci sia forte preoccupazione rispetto ai foreign fighter di ritorno, o a qualche cellula jihadista che potrebbe entrare in azione è un fatto ormai noto. «Non esiste rischio zero», hanno più volte ripetuto il capo della polizia e il ministro. E l’unica difesa resta un accurato controllo del territorio e la prevenzione massima.
Proprio in linea con queste disposizioni si è svolta all’inizio di settembre l’operazione «Ultimo miglio». Per tre giorni la polizia ha effettuato controlli su camion, bus e furgoni: 27 mila i mezzi registrati. Nello stesso ambito sono state arrestate 24 persone, 114 sono state denunciate e 157 automezzi sono stati sequestrati. Niente che avesse a che fare con il terrorismo, anche se l’obiettivo del pattugliamento erano i controlli sui mezzi per trasporto collettivo di persone e sui mezzi pesanti che chiedono di entrare nei centri storici delle città. L’attività, realizzata d’intesa con la Direzione centrale della Polizia di prevenzione, ha visto coinvolti i Reparti Prevenzione Crimine, le volanti delle Questure e dei Commissariati di Ps: sono stati verificati i dati attraverso le banche dati delle forze di polizia, compresa quella Schengen. I risultati ottenuti, grazie all’impiego di 3.500 poliziotti al giorno, sono stati di 27.043 automezzi sottoposti a verifica, 32.619 persone controllate (di cui 5.634 stranieri e 6.855 con precedenti di polizia). Oltre 9.000 gli automezzi controllati al giorno e circa 10.800 le persone sottoposte a verifiche in ognuna delle giornate.
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Corriere della Sera
Redazione Milano online
7 ore fa
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Una comunicazione riservata firmata dal questore di Milano Marcello Cardona rilancia l’allarme terrorismo. Dopo l’attentato di Barcellona, le grandi città italiane hanno raddoppiato gli sforzi per garantire la sicurezza dei cittadini. E ora la circolare diffusa tra gli uomini della Digos, dei Carabinieri e della Guardia di finanza alza il livello di allerta.
«Tre furgoni, modello Ducato - segnala il questore - sono stati rubati nei giorni tra il 4 e l’6 settembre». Hanno il logo della Dhl, la ditta di spedizioni internazionali, e sono tra i mezzi indicati come a rischio da tutti gli 007 e le forze dell’ordine del nostro paese. Gli ultimi attentati, infatti, sono stati messi a segno da killer che guidavano piccoli camion o van. Per questo - aggiunge Cardona - «essendo dei mezzi inseriti nella black list, vanno allertati gli equipaggi dipendenti, nell’ambito dell’attività di controllo del territorio, e va segnalata l’eventuale presenza, procedendo all’identificazione del conducente e degli eventuali passeggeri, utilizzando tutti i dispositivi di autotutela».
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Trasporti «a rischio»
Nel documento sono anche citati i numeri di targa e le informazioni che l’azienda ha fornito alla polizia, in linea con quanto richiesto dal prefetto Franco Gabrielli, nella circolare in cui sollecitava massima attenzione su furti, affitti e acquisti di mezzi di trasporto considerati «a rischio». L’indicazione non è la prima di questo genere, già in passato si era verificato con alcuni taxi rubati nella Capitale. Ma ora la segnalazione è più importante perché è accompagnata da uno stato di allerta generale e più circostanziato che ci arriva da alcune informazioni dell’intelligence straniera, che sembra aver allertato l’Italia riguardo a un possibile passaggio di individui considerati sospetti.
Riunioni antiterrorismo
La scorsa settimana al Viminale si sono svolte due riunioni operative, una anche alla presenza del ministro Minniti, durante le quali è stato illustrato il piano antiterrorismo che dovrebbe scattare in caso di attentato. Una parola che nessuno vuole sentire tra gli addetti ai lavori, sebbene si abbia coscienza del rischio elevato che sta correndo il nostro paese. E quindi, sono stati ridefiniti, ognuno per le proprie competenze, i ruoli e gli interventi da effettuare nel malaugurato caso che si verificasse qualche attentato. Che ci sia forte preoccupazione rispetto ai foreign fighter di ritorno, o a qualche cellula jihadista che potrebbe entrare in azione è un fatto ormai noto. «Non esiste rischio zero», hanno più volte ripetuto il capo della polizia e il ministro. E l’unica difesa resta un accurato controllo del territorio e la prevenzione massima.
Proprio in linea con queste disposizioni si è svolta all’inizio di settembre l’operazione «Ultimo miglio». Per tre giorni la polizia ha effettuato controlli su camion, bus e furgoni: 27 mila i mezzi registrati. Nello stesso ambito sono state arrestate 24 persone, 114 sono state denunciate e 157 automezzi sono stati sequestrati. Niente che avesse a che fare con il terrorismo, anche se l’obiettivo del pattugliamento erano i controlli sui mezzi per trasporto collettivo di persone e sui mezzi pesanti che chiedono di entrare nei centri storici delle città. L’attività, realizzata d’intesa con la Direzione centrale della Polizia di prevenzione, ha visto coinvolti i Reparti Prevenzione Crimine, le volanti delle Questure e dei Commissariati di Ps: sono stati verificati i dati attraverso le banche dati delle forze di polizia, compresa quella Schengen. I risultati ottenuti, grazie all’impiego di 3.500 poliziotti al giorno, sono stati di 27.043 automezzi sottoposti a verifica, 32.619 persone controllate (di cui 5.634 stranieri e 6.855 con precedenti di polizia). Oltre 9.000 gli automezzi controllati al giorno e circa 10.800 le persone sottoposte a verifiche in ognuna delle giornate.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
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Corea del Nord lancia nuovo missile che sorvola il giappone
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Corea del Nord lancia nuovo missile che sorvola il giappone
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Re: La Terza Guerra Mondiale
LE TENSIONI
Corea del Nord lancia nuovo missile Sorvola isola giapponese di Hokkaido
Lanciato da una base vicina a Pyongyang. Il missile di raggio intermedio, dopo un volo di 3.700 chilometri, è caduto nel Nord Pacifico, a 2.000 chilometri dal Giappone
di Guido Santevecchi
La notizia del lancio su una tv della stazione di Seul (Ap) L notizia del lancio su una tv della stazione di Seul (Ap) shadow
160
Dal nostro corrispondente
PECHINO — La risposta alla domanda se le nuove sanzioni Onu avrebbero fermato Kim Jong-un è arrivata ed è «no». La Nord Corea ha lanciato un altro missile che ha sorvolato il Giappone, ancora l’isola settentrionale di Hokkaido, come era già successo il 29 agosto. Secondo le prime valutazioni tecniche diffuse dalla Difesa di Seul e Tokyo il missile ha raggiunto un’altitudine di 770 chilometri e ha percorso una traiettoria di circa 3.700 chilometri prima di cadere nel Pacifico settentrionale circa 2.000 km a Est di Erimo: significa che anche la base americana di Guam, distante 3.200 km dalla costa nordcoreana, è nel raggio d’azione di questo ordigno.
Le sirene dell’allarme a Hokkaido
Come in tempo di guerra la popolazione di Hokkaido è stata svegliata questa mattina alle 7 (mezzanotte in Italia) dal suono delle sirene di allarme del sistema J-Alert. Centinaia di migliaia di persone hanno seguito le procedure indicate dalle autorità. Il Consiglio di sicurezza ha reagito annunciando una seduta per le 3 del pomeriggio (le 21 di questa sera ora italiana).
Un missile sudcoreano
E come in tempo di guerra l’esercito sudcoreano pochi minuti dopo il test di Pyongyang ha lanciato un missile in un’esercitazione che ha simulato una rappresaglia contro il Nord
Aeroporto di Pyongyang
Il missile balistico nordcoreano è partito da Sunan, da una base contigua all’aeroporto internazionale di Pyongyang. Era da giorni che le intelligence americana e sudcoreana avevano rilevato i preparativi per il lancio, che era stato previsto per il 9 settembre, Festa della Repubblica nordcoreana. La data era trascorsa senza che niente accadesse, con Kim Jong-un ancora impegnato nei festeggiamenti per l’esplosione nucleare sotterranea del 3 settembre.
Le nuove sanzioni Onu
Poi sono arrivate le sanzioni votate l’11 settembre dal Consiglio di sicurezza dell’Onu: l’ottava serie di misure che complessivamente tagliano del 90% il commercio internazionale della Nord Corea.
«Il Giappone affonderà»
All’inasprimento dell’embargo (che però non ha tagliato le forniture di petrolio, unica misura che potrebbe paralizzare l’economia del Nord), Pyongyang aveva risposto ieri minacciando di «affondare con i missili nucleari le isole giapponesi» e di «ridurre in cenere e all’oscurità» gli Stati Uniti. Il missile che ha sorvolato Hokkaido questa mattina appare evidentemente come una nuova prova di quanto sia seria e «tecnicamente realizzabile» la minaccia.
La missione di Trump
Una coincidenza significativa: poche ore prima del lancio la Casa Bianca aveva annunciato che il presidente Trump visiterà Giappone, Sud Corea e Cina in novembre. Ci sono da temere nuove azioni dimostrative da parte nordcoreana a ridosso del viaggio.
L’obiettivo strategico di Kim
Il calendario di questa crisi sta scorrendo sempre più velocemente. Cinque missili e un test nucleare nelle ultime tre settimane. Perché questa accelerazione? Secondo Andrei Lankov, analista-storico russo basato a Seul: «I nordcoreani sono determinati a rendere operativo un missile intercontinentale a testata nucleare capace di colpire gli Stati Uniti. Le sanzioni non fanno alcuna differenza, servono solo ai politici per dimostrare ai loro elettori un approccio duro, ma la Nord Corea proseguirà senza accettare il dialogo. Solo quando avranno raggiunto la capacità di usare operativamente un missile intercontinentale e l’avranno provata al mondo potrebbero sedersi e discutere. Probabilmente, ma solo se siamo fortunati».
15 settembre 2017 (modifica il 15 settembre 2017 | 07:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/17_settem ... 0dde.shtml
Corea del Nord lancia nuovo missile Sorvola isola giapponese di Hokkaido
Lanciato da una base vicina a Pyongyang. Il missile di raggio intermedio, dopo un volo di 3.700 chilometri, è caduto nel Nord Pacifico, a 2.000 chilometri dal Giappone
di Guido Santevecchi
La notizia del lancio su una tv della stazione di Seul (Ap) L notizia del lancio su una tv della stazione di Seul (Ap) shadow
160
Dal nostro corrispondente
PECHINO — La risposta alla domanda se le nuove sanzioni Onu avrebbero fermato Kim Jong-un è arrivata ed è «no». La Nord Corea ha lanciato un altro missile che ha sorvolato il Giappone, ancora l’isola settentrionale di Hokkaido, come era già successo il 29 agosto. Secondo le prime valutazioni tecniche diffuse dalla Difesa di Seul e Tokyo il missile ha raggiunto un’altitudine di 770 chilometri e ha percorso una traiettoria di circa 3.700 chilometri prima di cadere nel Pacifico settentrionale circa 2.000 km a Est di Erimo: significa che anche la base americana di Guam, distante 3.200 km dalla costa nordcoreana, è nel raggio d’azione di questo ordigno.
Le sirene dell’allarme a Hokkaido
Come in tempo di guerra la popolazione di Hokkaido è stata svegliata questa mattina alle 7 (mezzanotte in Italia) dal suono delle sirene di allarme del sistema J-Alert. Centinaia di migliaia di persone hanno seguito le procedure indicate dalle autorità. Il Consiglio di sicurezza ha reagito annunciando una seduta per le 3 del pomeriggio (le 21 di questa sera ora italiana).
Un missile sudcoreano
E come in tempo di guerra l’esercito sudcoreano pochi minuti dopo il test di Pyongyang ha lanciato un missile in un’esercitazione che ha simulato una rappresaglia contro il Nord
Aeroporto di Pyongyang
Il missile balistico nordcoreano è partito da Sunan, da una base contigua all’aeroporto internazionale di Pyongyang. Era da giorni che le intelligence americana e sudcoreana avevano rilevato i preparativi per il lancio, che era stato previsto per il 9 settembre, Festa della Repubblica nordcoreana. La data era trascorsa senza che niente accadesse, con Kim Jong-un ancora impegnato nei festeggiamenti per l’esplosione nucleare sotterranea del 3 settembre.
Le nuove sanzioni Onu
Poi sono arrivate le sanzioni votate l’11 settembre dal Consiglio di sicurezza dell’Onu: l’ottava serie di misure che complessivamente tagliano del 90% il commercio internazionale della Nord Corea.
«Il Giappone affonderà»
All’inasprimento dell’embargo (che però non ha tagliato le forniture di petrolio, unica misura che potrebbe paralizzare l’economia del Nord), Pyongyang aveva risposto ieri minacciando di «affondare con i missili nucleari le isole giapponesi» e di «ridurre in cenere e all’oscurità» gli Stati Uniti. Il missile che ha sorvolato Hokkaido questa mattina appare evidentemente come una nuova prova di quanto sia seria e «tecnicamente realizzabile» la minaccia.
La missione di Trump
Una coincidenza significativa: poche ore prima del lancio la Casa Bianca aveva annunciato che il presidente Trump visiterà Giappone, Sud Corea e Cina in novembre. Ci sono da temere nuove azioni dimostrative da parte nordcoreana a ridosso del viaggio.
L’obiettivo strategico di Kim
Il calendario di questa crisi sta scorrendo sempre più velocemente. Cinque missili e un test nucleare nelle ultime tre settimane. Perché questa accelerazione? Secondo Andrei Lankov, analista-storico russo basato a Seul: «I nordcoreani sono determinati a rendere operativo un missile intercontinentale a testata nucleare capace di colpire gli Stati Uniti. Le sanzioni non fanno alcuna differenza, servono solo ai politici per dimostrare ai loro elettori un approccio duro, ma la Nord Corea proseguirà senza accettare il dialogo. Solo quando avranno raggiunto la capacità di usare operativamente un missile intercontinentale e l’avranno provata al mondo potrebbero sedersi e discutere. Probabilmente, ma solo se siamo fortunati».
15 settembre 2017 (modifica il 15 settembre 2017 | 07:34)
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http://www.corriere.it/esteri/17_settem ... 0dde.shtml
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Re: La Terza Guerra Mondiale
La Corea del Nord lancia un nuovo missile sopra il Giappone
L'ordigno è stato lanciato dall'aeroporto della capitale ed ha sorvolato l'isola di Hokkaido. Ha volato per 3700 chilometri raggiungendo 770 chilometri d'altezza: poteva raggiungere la base americana di Guam
dal nostro corrispondente ANGELO AQUARO
(ap)
PECHINO - L'aveva minacciato, e l'ha fatto: gli americani pagheranno per le sanzioni decise dall’Onu, ridurremo il Giappone in cenere. Propaganda, certo. Ma intanto il missile è partito davvero, come d’altronde accaduto già in passato dopo i pronunciamenti della comunità internazionale a colpi di sanzioni.
Un nuovo missile, un'altra provocazione: e questa volta messa in scena addirittura alle porte della capitale, dall’aeroporto di Pyongyang, mentre un aereo della Koryo Air, la compagnia nazionale, decollava per Pechino. Potenza di Kim: appena lo scorso weekend aveva richiamato gli scienziati-eroi responsabili del mega test nucleare, 14 volte più potente di Hiroshima, per festeggiarli in un gala a suo modo elegantissimo. Finita una festa, eccone un’altra: nel solito segno della Bomba
La minaccia è volata ancora una volta sulla testa del Giappone, 3700 chilometri di tragitto per 770 chilometri d'altezza, andandosi a spegnere, tra gli allarmi lanciati in 14 province, a due chilometri dopo l’isola di Hokkaido, già provata dal test dello scorso mese. “Non tollereremo più”, annuncia il premio giapponese Shinzo Abe: costretto, come tutti, a tollerare. Anche perché il missile è andato lontano quanto basta per raggiungere potenzialmente la base americana di Guam, che la Corea del Nord ha minacciato il mese scorso di "circondare di un cerchio di fuoco".
Il Pentagono, nella notte, ha escluso che il lancio possa aver rappresentato una minaccia per gli Usa. Ma quanto manca perché l’arma non varchi la "linea rossa" tracciata da Seul? Non permetteremo che Kim ottenga una bomba atomica che possa montare su un missile intercontinentale, avevano detto nei giorni scorsi i gemelli diversi del Sud: che proprio ieri, però, hanno dato il via libera a 8 milioni di dollari di aiuti contro il regime che li tiene sotto assedio, prima di sparare dopo il test un paio di razzi pieni di Rabbia, in una inutile prova di forza.
Il test è arrivato al mattino del 15 settembre di qui, le 6.57 per l’esattezza, ennesima prova della puntualità regime, ormai impegnato a seguire un vero e proprio calendario delle provocazioni. Lunedì scorso l'Onu ha approvato le sanzioni più dure di sempre, anche se non hanno toccato il petrolio e i beni del dittatore, e da pochissime ore il presidente Usa Donald Trump – che la Casa Bianca fa sapere di essere stato subito relazionato – ha ufficialmente annunciato il suo viaggio di novembre in questa parte di mondo. Oh yes: il presidente che ha promesso "fuoco e fiamme" visiterà, oltre a Cina e Giappone, anche la Corea del Sud e arriverà prestissimo a Seul – a tre quarti d'ora dal confine demilitarizzato dove sono appostate le artiglierie del Nord.
Il lancio ha fatto subito scattare la riunione del consiglio di sicurezza sudcoreano, ordinata dal presidente Moon Jae-in. Sembra diventato un appuntamento tragicamente fisso, come quello del consiglio di sicurezza dell’Onu, annunciato per venerdì.
E chissà come se la gode nella residenza bunker di Pyongyang Kim-Stranamore. Proprio in queste ora Seul ha rispolverato l'operazione "decapitazione", la squadra speciale incaricata di andare a scovarlo: prova a prendermi, sembra giocare il Giovane Maresciallo lanciando missili proprio dalla capitale, tra il decollo di un aereo (civile) e un altro, ultima prova della sua incredibile impunità.
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09 ... P1-S1.8-T1
L'ordigno è stato lanciato dall'aeroporto della capitale ed ha sorvolato l'isola di Hokkaido. Ha volato per 3700 chilometri raggiungendo 770 chilometri d'altezza: poteva raggiungere la base americana di Guam
dal nostro corrispondente ANGELO AQUARO
(ap)
PECHINO - L'aveva minacciato, e l'ha fatto: gli americani pagheranno per le sanzioni decise dall’Onu, ridurremo il Giappone in cenere. Propaganda, certo. Ma intanto il missile è partito davvero, come d’altronde accaduto già in passato dopo i pronunciamenti della comunità internazionale a colpi di sanzioni.
Un nuovo missile, un'altra provocazione: e questa volta messa in scena addirittura alle porte della capitale, dall’aeroporto di Pyongyang, mentre un aereo della Koryo Air, la compagnia nazionale, decollava per Pechino. Potenza di Kim: appena lo scorso weekend aveva richiamato gli scienziati-eroi responsabili del mega test nucleare, 14 volte più potente di Hiroshima, per festeggiarli in un gala a suo modo elegantissimo. Finita una festa, eccone un’altra: nel solito segno della Bomba
La minaccia è volata ancora una volta sulla testa del Giappone, 3700 chilometri di tragitto per 770 chilometri d'altezza, andandosi a spegnere, tra gli allarmi lanciati in 14 province, a due chilometri dopo l’isola di Hokkaido, già provata dal test dello scorso mese. “Non tollereremo più”, annuncia il premio giapponese Shinzo Abe: costretto, come tutti, a tollerare. Anche perché il missile è andato lontano quanto basta per raggiungere potenzialmente la base americana di Guam, che la Corea del Nord ha minacciato il mese scorso di "circondare di un cerchio di fuoco".
Il Pentagono, nella notte, ha escluso che il lancio possa aver rappresentato una minaccia per gli Usa. Ma quanto manca perché l’arma non varchi la "linea rossa" tracciata da Seul? Non permetteremo che Kim ottenga una bomba atomica che possa montare su un missile intercontinentale, avevano detto nei giorni scorsi i gemelli diversi del Sud: che proprio ieri, però, hanno dato il via libera a 8 milioni di dollari di aiuti contro il regime che li tiene sotto assedio, prima di sparare dopo il test un paio di razzi pieni di Rabbia, in una inutile prova di forza.
Il test è arrivato al mattino del 15 settembre di qui, le 6.57 per l’esattezza, ennesima prova della puntualità regime, ormai impegnato a seguire un vero e proprio calendario delle provocazioni. Lunedì scorso l'Onu ha approvato le sanzioni più dure di sempre, anche se non hanno toccato il petrolio e i beni del dittatore, e da pochissime ore il presidente Usa Donald Trump – che la Casa Bianca fa sapere di essere stato subito relazionato – ha ufficialmente annunciato il suo viaggio di novembre in questa parte di mondo. Oh yes: il presidente che ha promesso "fuoco e fiamme" visiterà, oltre a Cina e Giappone, anche la Corea del Sud e arriverà prestissimo a Seul – a tre quarti d'ora dal confine demilitarizzato dove sono appostate le artiglierie del Nord.
Il lancio ha fatto subito scattare la riunione del consiglio di sicurezza sudcoreano, ordinata dal presidente Moon Jae-in. Sembra diventato un appuntamento tragicamente fisso, come quello del consiglio di sicurezza dell’Onu, annunciato per venerdì.
E chissà come se la gode nella residenza bunker di Pyongyang Kim-Stranamore. Proprio in queste ora Seul ha rispolverato l'operazione "decapitazione", la squadra speciale incaricata di andare a scovarlo: prova a prendermi, sembra giocare il Giovane Maresciallo lanciando missili proprio dalla capitale, tra il decollo di un aereo (civile) e un altro, ultima prova della sua incredibile impunità.
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09 ... P1-S1.8-T1
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Mondo | Di F. Q.
Londra, ordigno rudimentale sulla metro
“Diversi passeggeri con ustioni al volto”
Londra, ordigno rudimentale sulla metro
“Diversi passeggeri con ustioni al volto”
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:Mondo | Di F. Q.
Londra, ordigno rudimentale sulla metro
“Diversi passeggeri con ustioni al volto”
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Londra, esplosione in metro: “Ustionati al volto alcuni passeggeri”. Artificieri in azione per disattivare altro ordigno
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Mondo
La bomba è esplosa all'altezza di Parsons Green, nella zona residenziale di Fulham. Servizio sospeso tra Earls Court e Wimbledon. Diversi testimoni parlano di una "palla di fuoco" che "ha avvolto la carrozza della metropolitana". Indaga Scotland Yard
di F. Q. | 15 settembre 2017
commenti (9)
1
Più informazioni su: Esplosione, Londra
Un’esplosione, probabilmente causata da un ordigno rudimentale, si è verificata nella metropolitana di Londra, sulla linea District. La deflagrazione è avvenuta attorno alle 9.20 all’altezza della stazione di Parsons Green, nella zona residenziale di Fulham. E gli artificieri, riporta la Bbc, sono in azione per disattivare un secondo ordigno inesploso. Secondo quanto riferiscono i media britannici, l’esplosione è stata causata da una secchio di plastica bianca nascosto in una busta di una nota catena di supermercati abbandonata nei vagoni posteriori del treno e ha causato il ferimento di una ventina di persona, alcune con ustioni al volto.
Scotland Yard ha avviato immediatamente le indagini per stabilire le cause dell’esplosione, lo ha detto un portavoce della polizia, e per il momento si trincera dietro un “no comment” riguardo alle cause. Sui social media intanto circolano le immagini di un contenitore ancora in fiamme su un vagone e diversi testimoni parlano di una “palla di fuoco” che “ha avvolto la carrozza della metropolitana”. Al momento il servizio è sospeso tra Earls Court e Wimbledon. A Parsons Green c’è una forte presenza di agenti armati, ambulanze e oltre 50 vigili del fuoco.
di F. Q. | 15 settembre 2017
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Re: La Terza Guerra Mondiale
[size=200][b]Londra, esplosione in metropolitana: 22 feriti
Sindaco Khan: “Caccia all’uomo in corso”[/b][/size]
[size=150]
L’ordigno è detonato all’altezza di Parsons Green, a Fulham. Servizio interrotto sulla linea District
Diversi testimoni parlano di “palla di fuoco” che “ha avvolto la carrozza”. Scotland Yard: “Terrorismo”[/size]
[b]Mondo[/b]
Londra torna a fare i conti con il terrorismo. Questa volta il teatro dell’attacco è stato la linea della metropolitana District. Alle 9.20, all’altezza della stazione Parsons Green, si è verificata un’esplosione all’interno di un vagone che ha provocato 20 feriti, alcuni con ustioni al volto e altri travolti durante la fuga dal treno. A causare la deflagrazione è stato un ordigno rudimentale nascosto in un secchio di plastica abbandonato all’interno della metro
di F. Q.
Sindaco Khan: “Caccia all’uomo in corso”[/b][/size]
[size=150]
L’ordigno è detonato all’altezza di Parsons Green, a Fulham. Servizio interrotto sulla linea District
Diversi testimoni parlano di “palla di fuoco” che “ha avvolto la carrozza”. Scotland Yard: “Terrorismo”[/size]
[b]Mondo[/b]
Londra torna a fare i conti con il terrorismo. Questa volta il teatro dell’attacco è stato la linea della metropolitana District. Alle 9.20, all’altezza della stazione Parsons Green, si è verificata un’esplosione all’interno di un vagone che ha provocato 20 feriti, alcuni con ustioni al volto e altri travolti durante la fuga dal treno. A causare la deflagrazione è stato un ordigno rudimentale nascosto in un secchio di plastica abbandonato all’interno della metro
di F. Q.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:Londra, esplosione in metropolitana: 22 feriti
Sindaco Khan: “Caccia all’uomo in corso”
L’ordigno è detonato all’altezza di Parsons Green, a Fulham. Servizio interrotto sulla linea District
Diversi testimoni parlano di “palla di fuoco” che “ha avvolto la carrozza”. Scotland Yard: “Terrorismo”
Mondo
Londra torna a fare i conti con il terrorismo. Questa volta il teatro dell’attacco è stato la linea della metropolitana District. Alle 9.20, all’altezza della stazione Parsons Green, si è verificata un’esplosione all’interno di un vagone che ha provocato 20 feriti, alcuni con ustioni al volto e altri travolti durante la fuga dal treno. A causare la deflagrazione è stato un ordigno rudimentale nascosto in un secchio di plastica abbandonato all’interno della metro
di F. Q.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
MAI DALLA FINE DEGLI ANNI '30 DEL SECOLO SCORSO, SI SONO AVUTI CAPI DI GOVERNO IRRESPONSABILI COME IN QUESTA FASE, CHE POSSONO, COME ALLORA, AD ESSERE PRONTI A GIOCARE ALLA GUERRA.
Trump alle Nazioni Unite come al Bar Sport
“Corea? Se costretti unica scelta è distruggerla
Il presidente debutta all’Onu: “L’America sempre al primo posto”. Sull’Iran: “Accordo è imbarazzante”
Di sé: “Con me Usa stanno facendo bene”. Segretario Guterres: “Minaccia nucleare mai stata così alta”
Mondo
“Se costretti, non ci sarà alternativa alla sua distruzione“. Nel suo debutto all’Assemblea generale dell’Onu, Donald Trump usa parole non fraintendibili per commentare i rapporti con la Corea del Nord. Il presidente americano è il primo dei leader mondiali a parlare dopo il discorso del segretario generale delle Nazioni Unite. Antonio Guterres aveva inaugurato la sessione con le parole “il mondo è nei guai”, sottolineando i pericoli della minaccia nucleare, mai così alta dalla Guerra Fredda
di F. Q.
•Corea del nord, caccia Usa e sudcoreani simulano un attacco: sganciate bombe inerti vicino al confine con Pyongyang
Trump alle Nazioni Unite come al Bar Sport
“Corea? Se costretti unica scelta è distruggerla
Il presidente debutta all’Onu: “L’America sempre al primo posto”. Sull’Iran: “Accordo è imbarazzante”
Di sé: “Con me Usa stanno facendo bene”. Segretario Guterres: “Minaccia nucleare mai stata così alta”
Mondo
“Se costretti, non ci sarà alternativa alla sua distruzione“. Nel suo debutto all’Assemblea generale dell’Onu, Donald Trump usa parole non fraintendibili per commentare i rapporti con la Corea del Nord. Il presidente americano è il primo dei leader mondiali a parlare dopo il discorso del segretario generale delle Nazioni Unite. Antonio Guterres aveva inaugurato la sessione con le parole “il mondo è nei guai”, sottolineando i pericoli della minaccia nucleare, mai così alta dalla Guerra Fredda
di F. Q.
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