Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
....................................LA LUNGA AGONIA
............................CADAVERI POCO ECCELLENTI
9 Novembre 2017
Il Fatto Quotidiano
Striscia di testa
Il governo aveva “salvato” l’Ilva con la vendita di Arcelor Mittal. Ora a Genova
al’azienda è occupata contro 600 tagli e l’Antitrust Ue indaga. Un altro successo
OSTIA Inviato Rai in ospedale per una testata del fratello di un condannato del clan
Cronista ferito dal giovane Spada
Raggi :” Una marcia contro i clan”
Frattura al naso bastonate e calci alla troupe della trasmissione ”Nemo” tutto ri-
preso in un video.
NAPOLI Blitz sul clan Mallardo
Indagano per camorra
E s’imbattono nel conto
aretino di papà Boschi
IURILLO E MASSARI A PAGINA 6
Fi è al crac: i creditori
Vogliono pignorarle
conti correnti e fondi
DI FOGGIA E PACELLI A PAG. 8
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9 Novembre 2017
Il Fatto Quotidiano
Striscia di testa
Il governo aveva “salvato” l’Ilva con la vendita di Arcelor Mittal. Ora a Genova
al’azienda è occupata contro 600 tagli e l’Antitrust Ue indaga. Un altro successo
OSTIA Inviato Rai in ospedale per una testata del fratello di un condannato del clan
Cronista ferito dal giovane Spada
Raggi :” Una marcia contro i clan”
Frattura al naso bastonate e calci alla troupe della trasmissione ”Nemo” tutto ri-
preso in un video.
NAPOLI Blitz sul clan Mallardo
Indagano per camorra
E s’imbattono nel conto
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Re: Diario della caduta di un regime.
Libero
Polverone per il titolo di Libero
Pure Grasso e Boldrini sparano:
STUPIDAGGINI
Incredibili reazioni della sinistra, che ci accusa di <<incitare
all'odio>>. Ma anche un decelebrato capirebbe che noi
non vogliamo uccidere Matteo, che invece è il sogno dei Dem
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STUPIDAGGINI
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Re: Diario della caduta di un regime.
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MEGLIO TARDI CHE MAI, RECITA UN VECCHIO PROVERBIO.
SALVATORE SETTIS INDICA PER LA PRIMA VOLTA QUANTO BISOGNAVA FARE UN QUARTO DI SECOLO FA, ALLA CADUTA DELLA PRIMA REPUBBLICA SE SI VOLEVA SALVARE LA PARVENZA DI DEMOCRAZIA USA IN ITALIA.
MA GLI INTERESSI ERANO ALTRI.
Approntare, dichiarare, sbandierare programmi di governo fondati sui diritti costituzionali dei cittadini: dimostrarne la fattibilità giuridica, politica, economica.
RENZI HA RAPITO IL CORPO DEL MALATO
» SALVATORE SETTIS
Il suicidio assistito del Pd ha fatto tappa in Sicilia.
Ispirandosi al Dottor Morte (Jack Kevorkian), il primario Matteo Renzi ha sequestrato il corpo del malato e lo dissangua senza pietà.
Lo circondano premurosi assistenti-complici pronti a tutto, ma anche parenti in gramaglie che oggi biasimano l’assassino e domani gli votano la fiducia.
A star dietro a tali balletti si rischia di non cogliere la radicale metamorfosi del Pd: da gioiosa macchina da guerra del 40% dopo le elezioni europee del 2014 a ipotetico ago della bilancia nel 2018, vaso di coccio fra i vasi di ferro dei due partiti maggiori, M5S e le destre.
E quanto al Dottor Morte nostrano: da premier a candidato premier, e infine a ipotetico ministro di Qualcosa in un governo con le destre.
NON SI RIPETERÀ mai abbastanza che l’errore di prospettiva di quel 40,81% alle Europee, che valeva la metà perché solo il 50,58 % dell’elettorato aveva votato, non fu solo di Renzi, ma di chiunque chiuse allora gli occhi per non vedere e la bocca per non parlare.
Ma tutta la strategia del Pd da allora al referendum del 4 dicembre 2016 fu ispirata da quell’equivoco: il miraggio di un inesistente 40% e la verità taciuta di un elettorato ridotto alla metà, e dunque più facile da manipolare.
Questa fu la ratio dei volgari trucchi della legge elettorale detta Italicum, bocciata dalla Consulta senza aver funzionato nemmeno un giorno; questa, con travestimenti furbeschi e traguardando su possibili coalizioni, la ratio della nuova legge elettorale, che puzza di incostituzionalità prima di esser messa alla prova delle urne.
L’enorme massa degli italiani che non votano è di fatto il cuore nascosto della politica e di ogni scommessa sulla democrazia di questo Paese.
In Sicilia non ha votato il 53% degli elettori: lo stesso astensionismo delle regionali in Basilicata nel 2013.
Per non dire dell’Emilia-Romagna, dove alle regionali 2014 non andò alle urne il 63% degli elettori.
Cifre come queste tolgono credibilità agli eletti e segnalano una radicale sfiducia nella politica, virus temibile che delegittima le istituzioni.
Eppure si parla poco di astensionismo, e intanto quasi tutti aspirano confusamente a farne un instrumentum regni.
In due modi diversi, anzi opposti: secondo la ricetta Renzi (favorire l’astensionismo, concentrando gli sforzi propagandistici su chi si ostina a votare); o secondo la formula magica “del 4 dicembre” (recuperare al voto chi votò al referendum).
Questo sortilegio, che accomuna il M5S e pezzi importanti di sinistra alternativa, in Sicilia è fallito: la percentualedegli astenuti è infatti identica a quella del 2012.
Chiamare alle urne chi vi andò il 4 dicembreè un bello slogan, ma da solo non funziona.
Non solo perché, come sanno tutti, vi fu sul referendum un’impropria alleanza tra forze politiche e idee assai disomogenee (da Brunetta a Zagrebelsky), ma per un motivo molto più importante.
Se il 4 dicembre l’astensionismo si fermò al 34%, è perché milioni di cittadini capirono che quella riscrittura della Costituzione metteva a rischio i loro diritti, limitava la democrazia, favoriva uno sgangherato autoritarismo. (Pinocchio Mussoloni - ndt)
In vista delle Politiche che ci aspettano dietro l’angolo, se non vogliamo rassegnarci a un’Italia dove meno del 50% dei cittadini è disposto ad andare alle urne, la scelta è una sola.
Approntare, dichiarare, sbandierare programmi di governo fondati sui diritti costituzionali dei cittadini: dimostrarne la fattibilità giuridica, politica, economica.
Ricordare ai cittadini quali sono i diritti che rischiano di essere, anche se non cancellati da una riforma costituzionale, calpestati difatto perché dimenticati o seppelliti sotto valanghe di leggi e leggine.
Proporre un orizzonte, un traguardo: non un astratto storytelling dell’Italia-che-non c’è, ma il profilo dell’Italia che (secondo la Costituzione)deve esserci; e di come arrivarci.
Dalle profondità del coma indotto e governato dal Dottor Morte all’italiana, è improbabile che il Pd trovi il bandolodi questa matassa, anche perché intento ad auto-intrappolarsi nel gioco delle correnti interne.
Ma le forze alla sua sinistra non saranno afflitte da una simile malattia senile, e non si condanneranno a un analogo, sterile correntismo?
E saprà mai indicare credibili progetti di governo il M5S, se non ha saputo affrontare adeguatamente il tema della democrazia interna?
PENSIAMO all’Italia che generò quella Costituzione che abbiamo saputo difendere col voto.
Quella Carta non nacque da accordi di vertice fra i partiti ma da un vasto consenso nel Paese.
Fuori dell’Assemblea Costituente vi furono, allora, i “Costituenti-ombra”: cittadini che contribuirono a delineare un orizzonte di diritti e un traguardo di assetti di governo, dettando di fatto gli indirizzi che oggi troviamo scolpiti nella Carta.
Contro lo scandalo di un dibattito politico che si svolge sulle procedure, sulle modalità, sulle alleanze, sulle liste elettorali, sulla difesa dei privilegi, e non sulla sostanza dei problemi, non sulla vita degli italiani e sul futuro della Repubblica, chi saprà scagliare la prima pietra?
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MEGLIO TARDI CHE MAI, RECITA UN VECCHIO PROVERBIO.
SALVATORE SETTIS INDICA PER LA PRIMA VOLTA QUANTO BISOGNAVA FARE UN QUARTO DI SECOLO FA, ALLA CADUTA DELLA PRIMA REPUBBLICA SE SI VOLEVA SALVARE LA PARVENZA DI DEMOCRAZIA USA IN ITALIA.
MA GLI INTERESSI ERANO ALTRI.
Approntare, dichiarare, sbandierare programmi di governo fondati sui diritti costituzionali dei cittadini: dimostrarne la fattibilità giuridica, politica, economica.
RENZI HA RAPITO IL CORPO DEL MALATO
» SALVATORE SETTIS
Il suicidio assistito del Pd ha fatto tappa in Sicilia.
Ispirandosi al Dottor Morte (Jack Kevorkian), il primario Matteo Renzi ha sequestrato il corpo del malato e lo dissangua senza pietà.
Lo circondano premurosi assistenti-complici pronti a tutto, ma anche parenti in gramaglie che oggi biasimano l’assassino e domani gli votano la fiducia.
A star dietro a tali balletti si rischia di non cogliere la radicale metamorfosi del Pd: da gioiosa macchina da guerra del 40% dopo le elezioni europee del 2014 a ipotetico ago della bilancia nel 2018, vaso di coccio fra i vasi di ferro dei due partiti maggiori, M5S e le destre.
E quanto al Dottor Morte nostrano: da premier a candidato premier, e infine a ipotetico ministro di Qualcosa in un governo con le destre.
NON SI RIPETERÀ mai abbastanza che l’errore di prospettiva di quel 40,81% alle Europee, che valeva la metà perché solo il 50,58 % dell’elettorato aveva votato, non fu solo di Renzi, ma di chiunque chiuse allora gli occhi per non vedere e la bocca per non parlare.
Ma tutta la strategia del Pd da allora al referendum del 4 dicembre 2016 fu ispirata da quell’equivoco: il miraggio di un inesistente 40% e la verità taciuta di un elettorato ridotto alla metà, e dunque più facile da manipolare.
Questa fu la ratio dei volgari trucchi della legge elettorale detta Italicum, bocciata dalla Consulta senza aver funzionato nemmeno un giorno; questa, con travestimenti furbeschi e traguardando su possibili coalizioni, la ratio della nuova legge elettorale, che puzza di incostituzionalità prima di esser messa alla prova delle urne.
L’enorme massa degli italiani che non votano è di fatto il cuore nascosto della politica e di ogni scommessa sulla democrazia di questo Paese.
In Sicilia non ha votato il 53% degli elettori: lo stesso astensionismo delle regionali in Basilicata nel 2013.
Per non dire dell’Emilia-Romagna, dove alle regionali 2014 non andò alle urne il 63% degli elettori.
Cifre come queste tolgono credibilità agli eletti e segnalano una radicale sfiducia nella politica, virus temibile che delegittima le istituzioni.
Eppure si parla poco di astensionismo, e intanto quasi tutti aspirano confusamente a farne un instrumentum regni.
In due modi diversi, anzi opposti: secondo la ricetta Renzi (favorire l’astensionismo, concentrando gli sforzi propagandistici su chi si ostina a votare); o secondo la formula magica “del 4 dicembre” (recuperare al voto chi votò al referendum).
Questo sortilegio, che accomuna il M5S e pezzi importanti di sinistra alternativa, in Sicilia è fallito: la percentualedegli astenuti è infatti identica a quella del 2012.
Chiamare alle urne chi vi andò il 4 dicembreè un bello slogan, ma da solo non funziona.
Non solo perché, come sanno tutti, vi fu sul referendum un’impropria alleanza tra forze politiche e idee assai disomogenee (da Brunetta a Zagrebelsky), ma per un motivo molto più importante.
Se il 4 dicembre l’astensionismo si fermò al 34%, è perché milioni di cittadini capirono che quella riscrittura della Costituzione metteva a rischio i loro diritti, limitava la democrazia, favoriva uno sgangherato autoritarismo. (Pinocchio Mussoloni - ndt)
In vista delle Politiche che ci aspettano dietro l’angolo, se non vogliamo rassegnarci a un’Italia dove meno del 50% dei cittadini è disposto ad andare alle urne, la scelta è una sola.
Approntare, dichiarare, sbandierare programmi di governo fondati sui diritti costituzionali dei cittadini: dimostrarne la fattibilità giuridica, politica, economica.
Ricordare ai cittadini quali sono i diritti che rischiano di essere, anche se non cancellati da una riforma costituzionale, calpestati difatto perché dimenticati o seppelliti sotto valanghe di leggi e leggine.
Proporre un orizzonte, un traguardo: non un astratto storytelling dell’Italia-che-non c’è, ma il profilo dell’Italia che (secondo la Costituzione)deve esserci; e di come arrivarci.
Dalle profondità del coma indotto e governato dal Dottor Morte all’italiana, è improbabile che il Pd trovi il bandolodi questa matassa, anche perché intento ad auto-intrappolarsi nel gioco delle correnti interne.
Ma le forze alla sua sinistra non saranno afflitte da una simile malattia senile, e non si condanneranno a un analogo, sterile correntismo?
E saprà mai indicare credibili progetti di governo il M5S, se non ha saputo affrontare adeguatamente il tema della democrazia interna?
PENSIAMO all’Italia che generò quella Costituzione che abbiamo saputo difendere col voto.
Quella Carta non nacque da accordi di vertice fra i partiti ma da un vasto consenso nel Paese.
Fuori dell’Assemblea Costituente vi furono, allora, i “Costituenti-ombra”: cittadini che contribuirono a delineare un orizzonte di diritti e un traguardo di assetti di governo, dettando di fatto gli indirizzi che oggi troviamo scolpiti nella Carta.
Contro lo scandalo di un dibattito politico che si svolge sulle procedure, sulle modalità, sulle alleanze, sulle liste elettorali, sulla difesa dei privilegi, e non sulla sostanza dei problemi, non sulla vita degli italiani e sul futuro della Repubblica, chi saprà scagliare la prima pietra?
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Re: Diario della caduta di un regime.
AVANTI TUTTA,............VERSO IL SALTO NEL VUOTO..........
IlFattoQuotidiano.it / / BLOG di Andrea Scanzi
Politica
L’astensione
24
Più informazioni su: Alessandro Di Battista, Elezioni Regionali Sicilia
Andrea Scanzi
Giornalista e scrittore
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Qualche giorno fa ho risposto, nello spazio posta del Fatto, a un lettore. Mi faceva notare come i 5 Stelle non fossero riusciti a intercettare gli astenuti in Sicilia. E’ stato uno dei dati più significativi di quella tornata elettorale. Gli astenuti, ormai, sono ormai maggioranza assoluta. Non solo in Sicilia. Quando si parla di astensione va sempre divisa in “attiva” e “passiva”: i secondi non votano perché se ne fregano, i primi non votano perché non appartengono. Nel primo caso è menefreghismo colpevole, nel secondo è dolore autentico. Ed è a questa seconda categoria che mi sto principalmente riferendo adesso.
Il Movimento 5 Stelle non è riuscito, se non in minima parte, a intercettare i delusi e gli scontenti. Nonché gli indifferenti. Proprio sul Fatto, in un’intervista di Luca De Carolis, Alessandro Di Battista ha affermato che d’ora in poi i 5 Stelle non parleranno più ai/contro i partiti, ritenuti a torto o a ragione “morti”, ma si rivolgeranno agli “indifferenti”. Sono loro a dover essere convinti e coinvolti. Per quanto forza antagonista, in Sicilia i 5 Stelle hanno più che altro intercettato (anche col voto disgiunto) l’elettorato del Pd e della sinistra. Non gli astenuti. Dal canto suo, Matteo Renzi non intercetta più nessuno, se non al massimo i Faraone e le figuracce (peraltro spesso sinonimi).
Ho trovato oltremodo calzante la recente sintesi di Gustavo Zagrebelsky, secondo cui siamo passati dall’antipolitica, intesa come “la gente è arrabbiata”, all’impolitica, intesa come “l’elettorato vuole essere lasciato in pace”. Per meglio – o peggio – dire: molti italiani ne hanno piene le palle. E non credono più a niente e nessuno. Confesso di sentirmi sempre più parte del gruppo. Per carità, alle prossime elezioni tutto farò fuorché astenermi, ma solo perché il farlo significherebbe votare quella cancrena putrida e purulenta per brevità chiamata “renzusconismo”. Di sicuro la mia partecipazione politica è ai livelli minimi. E non sta certo capitando solo a me.
Vi ricordate il prodigioso monologo Il voto di Giorgio Gaber e Sandro Luporini? A un certo punto il Signor G diceva: “No, perché non è mica facile non andare a votare. Soprattutto non è bello farlo così, a cuor leggero, o addirittura farsene un vanto. C’è dentro il disagio di non appartenere più a niente, di essere diventati totalmente impotenti”. Appunto. E non è un bel quadro.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/1 ... e/3969744/
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Il Movimento 5 Stelle non è riuscito, se non in minima parte, a intercettare i delusi e gli scontenti. Nonché gli indifferenti. Proprio sul Fatto, in un’intervista di Luca De Carolis, Alessandro Di Battista ha affermato che d’ora in poi i 5 Stelle non parleranno più ai/contro i partiti, ritenuti a torto o a ragione “morti”, ma si rivolgeranno agli “indifferenti”. Sono loro a dover essere convinti e coinvolti. Per quanto forza antagonista, in Sicilia i 5 Stelle hanno più che altro intercettato (anche col voto disgiunto) l’elettorato del Pd e della sinistra. Non gli astenuti. Dal canto suo, Matteo Renzi non intercetta più nessuno, se non al massimo i Faraone e le figuracce (peraltro spesso sinonimi).
Ho trovato oltremodo calzante la recente sintesi di Gustavo Zagrebelsky, secondo cui siamo passati dall’antipolitica, intesa come “la gente è arrabbiata”, all’impolitica, intesa come “l’elettorato vuole essere lasciato in pace”. Per meglio – o peggio – dire: molti italiani ne hanno piene le palle. E non credono più a niente e nessuno. Confesso di sentirmi sempre più parte del gruppo. Per carità, alle prossime elezioni tutto farò fuorché astenermi, ma solo perché il farlo significherebbe votare quella cancrena putrida e purulenta per brevità chiamata “renzusconismo”. Di sicuro la mia partecipazione politica è ai livelli minimi. E non sta certo capitando solo a me.
Vi ricordate il prodigioso monologo Il voto di Giorgio Gaber e Sandro Luporini? A un certo punto il Signor G diceva: “No, perché non è mica facile non andare a votare. Soprattutto non è bello farlo così, a cuor leggero, o addirittura farsene un vanto. C’è dentro il disagio di non appartenere più a niente, di essere diventati totalmente impotenti”. Appunto. E non è un bel quadro.
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Re: Diario della caduta di un regime.
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Vale tutto, anche la mafia, tranne la vera storia del disastro
Scritto il 10/11/17 • nella Categoria: idee
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Il culto del lavoro ben fatto è la stella polare dell’operaio Faussone, il protagonista del romanzo “La chiave a stella”. Ma Fassone è un uomo libero: non ha nulla a che vedere col muratore prigioniero di Auschwitz che Primo Levi vide lavorare con zelo, sfinendosi, agli ordini dei kapò. Fino a che punto è un valore, il lavoro? Lo è fino a quando non è sottoposto a una legalità bestiale, come quella delle SS o quella del deposto regime sudafricano dell’apartheid. Anche il massone progressista Nelson Mandela spaccavava pietre, a Robben Island, ma non ne era certo felice. Legalità: maneggiare con cura, evitando di farne per forza un totem. O magari un mestiere, come Roberto Saviano. O una crociata politica, come Antonio Di Pietro. Beninteso: l’illegalità dilagante – mafia, corruzione – imputridisce l’habitat e trasforma una democrazia in un girone dantesco dove regna la paura, insieme alla menzogna. La Sicilia è un vasto cimitero di eroi antimafia: carabinieri, poliziotti, magistrati. Un politico come Pio La Torre, comunista del Pci, non aveva mai pensato di celebrare un’epica dell’antimafia. Si era limitato, per così dire, a fare la guerra alla mafia: creando una legge che avesse finalmente il potere di confiscare i patrimoni dei boss. Non è finito in televisione: è andato a un funerale, il suo.
Oggi il presidente del Senato, il palermitano Pietro Grasso, già magistrato antimafia, è invocato da Pierluigi Bersani come possibile salvatore della patria – o meglio, della “ditta”, come Bersani è abituato a chiamare il partito in cui milita. Da capo del Pd non esitò a devastare e amputare la Costituzione “più bella del mondo” sfigurandola con il pareggio di bilancio imposto dai “mandanti” di Monti, salvo poi dare battaglia a Renzi che voleva semplicemente archiviare il Senato elettivo. Ora, Bersani sogna a occhi aperti una candidatura di Grasso, cioè di un simbolo dell’antimafia, come se la mafia – nel 2017 – fosse la vera emergenza nazionale, come lo era ai tempi di Pio La Torre, assassinato nel 1982. Allora, l’Italia aveva già perso buona parte della sua sovranità finanziaria, dopo il divorzio da Bankitalia. Ma non era ancora caduta nella trappola del Britannia, del Trattato di Maastricht e dell’Eurozona, dell’Unione Europea governata dai banchieri privati che dettano legge alla Bce, trasformando in diligenti kapò i governanti di interi paesi. Lo ha ripetuto fino alla noia lo spigoloso Paolo Barnard: prima dell’euro-regime il Pil italiano volava, nonostante la mafia, la corruzione della politica e un’evasione fiscale da record.
Dimostrò coraggio, l’allora giovanissimo Saviano, nel denunciare il fenomeno criminale della nuova camorra imprenditrice, la sua insospettabile pervasività, ma poi – esplosa la grande crisi – lo stesso Saviano non ha usato la sua enorme visibilità per aggiornare l’analisi sulle cause del disastro italiano. Si infuria, Di Pietro, se qualcuno gli fa notare che il pool Mani Pulite ha azzerato una casta corrotta ma non così prona ai grandi poteri anti-italiani come quella che ne ha preso il posto, offrendo il collo dell’Italia a una sorta di sacrificio rituale da milioni di vittime e decine di migliaia di aziende chiuse. Analisi estranee alla narrativa politica di Di Pietro ma anche a quella di Grasso e della sua collega della Camera, Laura Boldrini, sempre severissima con i teppisti del web ma insensibile alla catastrofe socio-economica di un paese che ha smesso di andare a votare, nauseato dallo spettacolo elettorale. La scelta è solo apparente, ancora e sempre teatrale: la recita giovanilista di Renzi, il copione dei grillini duri e puri (ma senza un programma per l’Italia) e l’ennesima reincarnazione di nonno Silvio, altro grande attore, lieto di constatare quanto sia ancora valida, numeri alla mano, la sua sceneggiatura di cartapesta. Era già decrepita nel 1994 la rivoluzione para-neoliberista del Cavaliere: se oggi tiene ancora banco, significa che i suoi ipotetici antagonisti sono ancora peggio di nonno Silvio, perlomeno come attori.
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Vale tutto, anche la mafia, tranne la vera storia del disastro
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Il culto del lavoro ben fatto è la stella polare dell’operaio Faussone, il protagonista del romanzo “La chiave a stella”. Ma Fassone è un uomo libero: non ha nulla a che vedere col muratore prigioniero di Auschwitz che Primo Levi vide lavorare con zelo, sfinendosi, agli ordini dei kapò. Fino a che punto è un valore, il lavoro? Lo è fino a quando non è sottoposto a una legalità bestiale, come quella delle SS o quella del deposto regime sudafricano dell’apartheid. Anche il massone progressista Nelson Mandela spaccavava pietre, a Robben Island, ma non ne era certo felice. Legalità: maneggiare con cura, evitando di farne per forza un totem. O magari un mestiere, come Roberto Saviano. O una crociata politica, come Antonio Di Pietro. Beninteso: l’illegalità dilagante – mafia, corruzione – imputridisce l’habitat e trasforma una democrazia in un girone dantesco dove regna la paura, insieme alla menzogna. La Sicilia è un vasto cimitero di eroi antimafia: carabinieri, poliziotti, magistrati. Un politico come Pio La Torre, comunista del Pci, non aveva mai pensato di celebrare un’epica dell’antimafia. Si era limitato, per così dire, a fare la guerra alla mafia: creando una legge che avesse finalmente il potere di confiscare i patrimoni dei boss. Non è finito in televisione: è andato a un funerale, il suo.
Oggi il presidente del Senato, il palermitano Pietro Grasso, già magistrato antimafia, è invocato da Pierluigi Bersani come possibile salvatore della patria – o meglio, della “ditta”, come Bersani è abituato a chiamare il partito in cui milita. Da capo del Pd non esitò a devastare e amputare la Costituzione “più bella del mondo” sfigurandola con il pareggio di bilancio imposto dai “mandanti” di Monti, salvo poi dare battaglia a Renzi che voleva semplicemente archiviare il Senato elettivo. Ora, Bersani sogna a occhi aperti una candidatura di Grasso, cioè di un simbolo dell’antimafia, come se la mafia – nel 2017 – fosse la vera emergenza nazionale, come lo era ai tempi di Pio La Torre, assassinato nel 1982. Allora, l’Italia aveva già perso buona parte della sua sovranità finanziaria, dopo il divorzio da Bankitalia. Ma non era ancora caduta nella trappola del Britannia, del Trattato di Maastricht e dell’Eurozona, dell’Unione Europea governata dai banchieri privati che dettano legge alla Bce, trasformando in diligenti kapò i governanti di interi paesi. Lo ha ripetuto fino alla noia lo spigoloso Paolo Barnard: prima dell’euro-regime il Pil italiano volava, nonostante la mafia, la corruzione della politica e un’evasione fiscale da record.
Dimostrò coraggio, l’allora giovanissimo Saviano, nel denunciare il fenomeno criminale della nuova camorra imprenditrice, la sua insospettabile pervasività, ma poi – esplosa la grande crisi – lo stesso Saviano non ha usato la sua enorme visibilità per aggiornare l’analisi sulle cause del disastro italiano. Si infuria, Di Pietro, se qualcuno gli fa notare che il pool Mani Pulite ha azzerato una casta corrotta ma non così prona ai grandi poteri anti-italiani come quella che ne ha preso il posto, offrendo il collo dell’Italia a una sorta di sacrificio rituale da milioni di vittime e decine di migliaia di aziende chiuse. Analisi estranee alla narrativa politica di Di Pietro ma anche a quella di Grasso e della sua collega della Camera, Laura Boldrini, sempre severissima con i teppisti del web ma insensibile alla catastrofe socio-economica di un paese che ha smesso di andare a votare, nauseato dallo spettacolo elettorale. La scelta è solo apparente, ancora e sempre teatrale: la recita giovanilista di Renzi, il copione dei grillini duri e puri (ma senza un programma per l’Italia) e l’ennesima reincarnazione di nonno Silvio, altro grande attore, lieto di constatare quanto sia ancora valida, numeri alla mano, la sua sceneggiatura di cartapesta. Era già decrepita nel 1994 la rivoluzione para-neoliberista del Cavaliere: se oggi tiene ancora banco, significa che i suoi ipotetici antagonisti sono ancora peggio di nonno Silvio, perlomeno come attori.
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Re: Diario della caduta di un regime.
.............NEL PAESE DI MERLONIA, ASSISTENDO ALLA LUNGA AGONIA
Nella prima pagina del quotidiano della propaganda degli STRUMPTRUPPEN, oggi in edicola, al centro, campeggia la foto dell'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini e signora, sotto il titolo:
HANNO CHIESTO DI ESSERE ASCOLTATI
Fini e signora dai pm
per evitare il carcere
Massimo Malpica
_____________________
a pagina 7
La nota sotto la foto:
GUAI Fini e la compagna hanno chiesto di essere sentiti
Ovvio quindi il naturale accertamento della correttezza e completezza dell'informazione.
Ma nel quotidiano che sotto il titolo si fregia del motto:
DAL 1974 CONTRO IL CORO,
di quanto ha pubblicato giovedì sul sito dell'Espresso, ieri da La Repubblica, e domani sarà pubblicato sul nuovo numero dell'Espresso, sull'intervista di Emiliano Fittipaldi a Lavitola,
non esiste nessuna traccia.
Nemmeno per smentire.
A chi è stato portato a spasso per un quarto di secolo con la costruzione di bufale da mercato rionale, la realtà non deve essere raccontata.
Non bisogna rompere l'incantesimo.
Ai merloni più svegli, non si devono creare dubbi.
Nella prima pagina del quotidiano della propaganda degli STRUMPTRUPPEN, oggi in edicola, al centro, campeggia la foto dell'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini e signora, sotto il titolo:
HANNO CHIESTO DI ESSERE ASCOLTATI
Fini e signora dai pm
per evitare il carcere
Massimo Malpica
_____________________
a pagina 7
La nota sotto la foto:
GUAI Fini e la compagna hanno chiesto di essere sentiti
Ovvio quindi il naturale accertamento della correttezza e completezza dell'informazione.
Ma nel quotidiano che sotto il titolo si fregia del motto:
DAL 1974 CONTRO IL CORO,
di quanto ha pubblicato giovedì sul sito dell'Espresso, ieri da La Repubblica, e domani sarà pubblicato sul nuovo numero dell'Espresso, sull'intervista di Emiliano Fittipaldi a Lavitola,
non esiste nessuna traccia.
Nemmeno per smentire.
A chi è stato portato a spasso per un quarto di secolo con la costruzione di bufale da mercato rionale, la realtà non deve essere raccontata.
Non bisogna rompere l'incantesimo.
Ai merloni più svegli, non si devono creare dubbi.
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Re: Diario della caduta di un regime.
UncleTom ha scritto:.............NEL PAESE DI MERLONIA, ASSISTENDO ALLA LUNGA AGONIA
Nella prima pagina del quotidiano della propaganda degli STRUMPTRUPPEN, oggi in edicola, al centro, campeggia la foto dell'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini e signora, sotto il titolo:
HANNO CHIESTO DI ESSERE ASCOLTATI
Fini e signora dai pm
per evitare il carcere
Massimo Malpica
_____________________
a pagina 7
La nota sotto la foto:
GUAI Fini e la compagna hanno chiesto di essere sentiti
Ovvio quindi il naturale accertamento della correttezza e completezza dell'informazione.
Ma nel quotidiano che sotto il titolo si fregia del motto:
DAL 1974 CONTRO IL CORO,
di quanto ha pubblicato giovedì sul sito dell'Espresso, ieri da La Repubblica, e domani sarà pubblicato sul nuovo numero dell'Espresso, sull'intervista di Emiliano Fittipaldi a Lavitola,
non esiste nessuna traccia.
Nemmeno per smentire.
A chi è stato portato a spasso per un quarto di secolo con la costruzione di bufale da mercato rionale, la realtà non deve essere raccontata.
Non bisogna rompere l'incantesimo.
Ai merloni più svegli, non si devono creare dubbi.
Sabato 11 novembre 2017 | Il Giornale......................................................INTERNI | 7
LA CASA DI MONTECARLO
L'INCHIESTA
di Massimo Malpica
Roma
Per non finire alla sbarra
Fini e la Tulliani
vogliono parlare ai pm
Riciclaggio, a luglio la donna in Procura
era rimasta zitta. Ora il cambio di strategia
Ultima chiamata, Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani provano a scongiurare la richiesta di rinvio a giudizio e, dopo l'avviso di chiusura delle indagini, decidono entrambi di chiedere un ulteriore interrogatorio per convincere i magistrati romani della loro estraneità.
L'articolo continua
VISTI DA LONTANO
Lavitola, sentitosi tradito, dal sommo profeta di Hardcore ha deciso di vuotare il sacco.
A finanziare l'incastro di Fini è stato Berlusconi.
Quello che c'è da capire è perché il gran capo degli italoforzuti ha voluto incastrare un suo ex fedele alleato.
Quale sgarro ha commesso Gianfrà??????????????????????????
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Re: Diario della caduta di un regime.
Tap promette soldi e il fronte del No si spacca
Emiliano: “De Vincenti sembra un lobbista”
La società che realizzerà il gasdotto propone 55 milioni per il Salento. Via libera da un terzo dei sindaci
Il governatore al Fatto.it: “Il ministro la smetta con questi patetici tentativi di comprare il consenso”
AMBIENTE & VELENI I 55 milioni messi da Tap e Snam sul tavolo delle compensazioni per la realizzazione del gasdotto che arriverà sulla spiaggia di San Foca dividono i 94 sindaci salentini. Una cifra, quella proposta, lievitata a stretto giro: fino a due settimane fa erano appena 15 milioni. E non c’entrano solo quei soldi. Negli ultimi giorni, il governo si è dimostrato disponibile, accettando di avviare un “tavolo Salento” per ragionare sui grandi temi ambientali ed energetici che interessano il territorio di Tiziana Colluto
Emiliano: “De Vincenti sembra un lobbista”
La società che realizzerà il gasdotto propone 55 milioni per il Salento. Via libera da un terzo dei sindaci
Il governatore al Fatto.it: “Il ministro la smetta con questi patetici tentativi di comprare il consenso”
AMBIENTE & VELENI I 55 milioni messi da Tap e Snam sul tavolo delle compensazioni per la realizzazione del gasdotto che arriverà sulla spiaggia di San Foca dividono i 94 sindaci salentini. Una cifra, quella proposta, lievitata a stretto giro: fino a due settimane fa erano appena 15 milioni. E non c’entrano solo quei soldi. Negli ultimi giorni, il governo si è dimostrato disponibile, accettando di avviare un “tavolo Salento” per ragionare sui grandi temi ambientali ed energetici che interessano il territorio di Tiziana Colluto
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA SCELTA
DA PIU' DI DUE ORE, L'HACKER FASCISTA DELL'OVRA 2.0, STA BLOCCANDO L'ACCESSO AL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO.IT.
APRENDO IN CONTINUAZIONE ANCHE PIU' SCHEDE ALLA VOLTA DEL SITO DEL FATTO, COMPARE LA SCRITTA:
Non è possibile raggiungere questa pagina.
Prova
⦁ Verifica di avere l'indirizzo Web corretto: https://www.ilfattoquotidiano.it
Aggiorna la pagina
Cerca quello che vuoi
L'ACCESSO AGLI ALTRI SITI FUNZIONA.
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 5761.shtml
SCIA DI SANGUE A ROMA
Roma, il killer che uccide
con una coltellata al cuore
Fermato un giovane evaso
di Rinaldo Frignani
L’autore dei due omicidi — uno in un palazzo occupato, uno all’Eur — sarebbe un giovane evaso dagli arresti domiciliari: ha strappato il braccialetto elettronico
http://www.corriere.it/index.shtml?refresh_ce
^^^^^^
Esercitazioni al confine russo:
"Estonia pronta all'invasione"
Esercito e civili si addestrano a Est per affermare la propria identità europea. Malumori nel Cremlino. Video
di Antonio Faccilongo
1 ora fa
47
http://www.ilgiornale.it/?refresh_cens
^^^^^^
Paradise Papers
Da Bob Marley ai Tramps
i profitti della musica
vanno nei paradisi offshore
In esclusiva sull'Espresso in edicola da domenica i nomi italiani coinvolti nei Paradise Papers di Paolo Biondani, Gloria Riva, Leo Sisti
Leggi Olio di palma: foreste bruciate e soldi offshore
Il dossier Paradise Papers, tutti gli articoli sullo scandalo Commenta
http://espresso.repubblica.it/
^^^^^^
Dagostino sta ancora dormendo:
11 nov 2017 19:33
"SEI NERA E FINIRAI SULLA STRADA" - UNA 15ENNE DI TORINO, PROMESSA DEL BASKET, DENUNCIA: “CALCI E INSULTI SUL BUS DA UN 60ENNE. MI HA DETTO: ‘TOGLITI DALLA MIA VISTA E TORNA AL TUO PAESE, NEGRA DI…” - “NON RIESCO A CAPIRE I MOTIVI DI QUESTA AGGRESSIONE. MI FACEVO I FATTI MIEI…”
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 160594.htm
QUANDO SI COMPORTA IN QUESTO MODO SEGNALA CHE SUL FATTO QUOTIDIANO E' PRESENTE UNA NOTIZIA CHE NUOCE ALLA CAUSA FASCISTA.
GIA' VISTO ALL'OPERA IN PASSATO.
E' PIU' CHE NOTO, SU QUESTO FORUM COME LA PENSO.
L'ITALIA NON HA PIU' CLASSE DIRIGENTE ALL'ALTEZZA DI GOVERNARE.
MA QUESTO COMPORTAMENTO MARCATAMENTE FASCISTA MI IMPONE DI FARE UNA SCELTA.
SO CHE IL M5S NON HA GLI UOMINI ADATTI PER GOVERNARE, MA PROSSIMAMENTE OCCORRE SCEGLIERE TRA I POCO DOTATI E I FASCISTI.
BERLUSCONI &CO, CHE HA NECESSITA' DI TORNARE AL GOVERNO COME NEL 1994, PER LE SUE AZIENDE, SE DOVESSE MANCARE L'OBIETTO SA CHI RINGRAZIARE.
GLI ZELANTI HACKER FASCISTI CHE ALL'OLIO DI RICINO, NEL SECONDO MILLENNIO, HANNO SCELTO IL WEB.
VOTATE E FATE VOTARE PER IL M5S, PER EVITARE IL RITORNO DEL FASCISMO.
CI ASPETTA UN MOMENTO DIFFICILE, MA IL MINORE DEI MALI E' SEMPRE MEGLIO AVERE A CHE FARE CON DEGLI INCOMPETENTI CHE CON I FASCISTI DI RITORNO.
DA PIU' DI DUE ORE, L'HACKER FASCISTA DELL'OVRA 2.0, STA BLOCCANDO L'ACCESSO AL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO.IT.
APRENDO IN CONTINUAZIONE ANCHE PIU' SCHEDE ALLA VOLTA DEL SITO DEL FATTO, COMPARE LA SCRITTA:
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di Rinaldo Frignani
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http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 160594.htm
QUANDO SI COMPORTA IN QUESTO MODO SEGNALA CHE SUL FATTO QUOTIDIANO E' PRESENTE UNA NOTIZIA CHE NUOCE ALLA CAUSA FASCISTA.
GIA' VISTO ALL'OPERA IN PASSATO.
E' PIU' CHE NOTO, SU QUESTO FORUM COME LA PENSO.
L'ITALIA NON HA PIU' CLASSE DIRIGENTE ALL'ALTEZZA DI GOVERNARE.
MA QUESTO COMPORTAMENTO MARCATAMENTE FASCISTA MI IMPONE DI FARE UNA SCELTA.
SO CHE IL M5S NON HA GLI UOMINI ADATTI PER GOVERNARE, MA PROSSIMAMENTE OCCORRE SCEGLIERE TRA I POCO DOTATI E I FASCISTI.
BERLUSCONI &CO, CHE HA NECESSITA' DI TORNARE AL GOVERNO COME NEL 1994, PER LE SUE AZIENDE, SE DOVESSE MANCARE L'OBIETTO SA CHI RINGRAZIARE.
GLI ZELANTI HACKER FASCISTI CHE ALL'OLIO DI RICINO, NEL SECONDO MILLENNIO, HANNO SCELTO IL WEB.
VOTATE E FATE VOTARE PER IL M5S, PER EVITARE IL RITORNO DEL FASCISMO.
CI ASPETTA UN MOMENTO DIFFICILE, MA IL MINORE DEI MALI E' SEMPRE MEGLIO AVERE A CHE FARE CON DEGLI INCOMPETENTI CHE CON I FASCISTI DI RITORNO.
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Re: Diario della caduta di un regime.
UncleTom ha scritto:LA SCELTA
DA PIU' DI DUE ORE, L'HACKER FASCISTA DELL'OVRA 2.0, STA BLOCCANDO L'ACCESSO AL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO.IT.
APRENDO IN CONTINUAZIONE ANCHE PIU' SCHEDE ALLA VOLTA DEL SITO DEL FATTO, COMPARE LA SCRITTA:
Non è possibile raggiungere questa pagina.
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⦁ Verifica di avere l'indirizzo Web corretto: https://www.ilfattoquotidiano.it
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http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 5761.shtml
SCIA DI SANGUE A ROMA
Roma, il killer che uccide
con una coltellata al cuore
Fermato un giovane evaso
di Rinaldo Frignani
L’autore dei due omicidi — uno in un palazzo occupato, uno all’Eur — sarebbe un giovane evaso dagli arresti domiciliari: ha strappato il braccialetto elettronico
http://www.corriere.it/index.shtml?refresh_ce
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Esercitazioni al confine russo:
"Estonia pronta all'invasione"
Esercito e civili si addestrano a Est per affermare la propria identità europea. Malumori nel Cremlino. Video
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47
http://www.ilgiornale.it/?refresh_cens
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Paradise Papers
Da Bob Marley ai Tramps
i profitti della musica
vanno nei paradisi offshore
In esclusiva sull'Espresso in edicola da domenica i nomi italiani coinvolti nei Paradise Papers di Paolo Biondani, Gloria Riva, Leo Sisti
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Il dossier Paradise Papers, tutti gli articoli sullo scandalo Commenta
http://espresso.repubblica.it/
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Dagostino sta ancora dormendo:
11 nov 2017 19:33
"SEI NERA E FINIRAI SULLA STRADA" - UNA 15ENNE DI TORINO, PROMESSA DEL BASKET, DENUNCIA: “CALCI E INSULTI SUL BUS DA UN 60ENNE. MI HA DETTO: ‘TOGLITI DALLA MIA VISTA E TORNA AL TUO PAESE, NEGRA DI…” - “NON RIESCO A CAPIRE I MOTIVI DI QUESTA AGGRESSIONE. MI FACEVO I FATTI MIEI…”
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 160594.htm
QUANDO SI COMPORTA IN QUESTO MODO SEGNALA CHE SUL FATTO QUOTIDIANO E' PRESENTE UNA NOTIZIA CHE NUOCE ALLA CAUSA FASCISTA.
GIA' VISTO ALL'OPERA IN PASSATO.
E' PIU' CHE NOTO, SU QUESTO FORUM COME LA PENSO.
L'ITALIA NON HA PIU' CLASSE DIRIGENTE ALL'ALTEZZA DI GOVERNARE.
MA QUESTO COMPORTAMENTO MARCATAMENTE FASCISTA MI IMPONE DI FARE UNA SCELTA.
SO CHE IL M5S NON HA GLI UOMINI ADATTI PER GOVERNARE, MA PROSSIMAMENTE OCCORRE SCEGLIERE TRA I POCO DOTATI E I FASCISTI.
BERLUSCONI &CO, CHE HA NECESSITA' DI TORNARE AL GOVERNO COME NEL 1994, PER LE SUE AZIENDE, SE DOVESSE MANCARE L'OBIETTO SA CHI RINGRAZIARE.
GLI ZELANTI HACKER FASCISTI CHE ALL'OLIO DI RICINO, NEL SECONDO MILLENNIO, HANNO SCELTO IL WEB.
VOTATE E FATE VOTARE PER IL M5S, PER EVITARE IL RITORNO DEL FASCISMO.
CI ASPETTA UN MOMENTO DIFFICILE, MA IL MINORE DEI MALI E' SEMPRE MEGLIO AVERE A CHE FARE CON DEGLI INCOMPETENTI CHE CON I FASCISTI DI RITORNO.
RICORDATEVI DELL'OVRA................
Impossibile raggiungere il sito
it.wikipedia.org ha impiegato troppo tempo a rispondere.
Prova a:
Verificare la connessione
Controllare il proxy e firewall
Eseguire lo strumento Diagnostica di rete Windows
ERR_TIMED_OUT
^^^^^^^^^
Impossibile raggiungere il sito
La connessione è stata reimpostata.
Prova a:
Verificare la connessione
Controllare il proxy e firewall
Eseguire lo strumento Diagnostica di rete Windows
ERR_CONNECTION_RESET
^^^^^^^
ANCHE DOPO AVER SPENTO E RIAVVIATO IL COMPUTER, L'OVRA HA BLOCCATO SU GOOGLE
LA RICHIESTA DI INFORMAZIONI SU : "CRISTO E LA MADDALENA"
Impossibile raggiungere il sito
giuseppemerlino.wordpress.com ha chiuso in modo imprevisto la connessione.
Prova a:
Verificare la connessione
Controllare il proxy e firewall
Eseguire lo strumento Diagnostica di rete Windows
ERR_CONNECTION_CLOSED
RicaricaNASCONDI DETTAGLI
Controlla la connessione a Internet
Controlla eventuali cavi e riavvia eventuali router, modem o altri dispositivi di rete in uso.
Consenti a Chrome di accedere alla rete nelle impostazioni del firewall o del software antivirus.
Se è già elencato come programma autorizzato ad accedere alla rete, prova a rimuoverlo dall'elenco e ad aggiungerlo di nuovo.
Se utilizzi un server proxy…
Controlla le impostazioni del proxy o contatta il tuo amministratore di rete per verificare che il server proxy funzioni. Se non ritieni di dover utilizzare un server proxy: Seleziona il menu Chrome > Impostazioni > Mostra impostazioni avanzate… > Modifica impostazioni proxy… > Impostazioni LAN e deseleziona la casella di controllo "Utilizza un server proxy per le connessioni LAN".
QUESTO PERCHE' L'HA MESSO IN RELAZIONE ALL'ARTICOLO DEI CAMERATI:
Grazie al prete che dice la verità ai nostri figli
Alessandro Sallusti - Ven, 10/11/2017 - 15:42
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