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Re: Renzi

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Fake news, Scanzi: “Mi fa sorridere che a lanciare l’allarme sia proprio Renzi, che è il re delle bufale


di Gisella Ruccia | 7 dicembre 2017
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Più informazioni su: Andrea Romano, Andrea Scanzi, Fake news, Forza Italia, La7, Matteo Renzi, Nunzia De Girolamo, PD
“Fake news? A mio avviso, à un’arma di distrazione di massa che ha lanciato Renzi durante la Leopolda“. Così a L’Aria che Tira (La7) il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, commenta la guerra lanciata dal Pd e dal suo leader contro le bufale in rete. Scanzi presenta il suo nuovo libro, Renzusconi (ed. Paper First) e spiega: “Intanto, il grande scoop sulle fake news era stato scritto da uno più renziano di Renzi, vicino a lui e a Carrai. Quello che mi fa sorridere è che a lanciare il pericolo delle fake news sia Matteo Renzi, che è il re delle fake news. In Renzusconi” – continua – “mi sono divertito a elencarle e non ce l’ho fatta a raccontarle tutte. Il libro, che è arrivato alla seconda edizione, è volutamente divertente e ironico. Se Renzi fosse autoironico, si divertirebbe anche lui a leggerlo”. E aggiunge: “Magari il problema delle fake news riguardasse una sola forza politica. Ci sono sicuramente siti e personaggi legati al M5S che sparano fanfaronate allucinanti, ma ci sono anche nella Lega, nel centrodestra e nel Pd. La De Girolamo ha ragione quando esige un maggiore controllo sul web, ma le fake news purtroppo non sono solo un problema della rete”. Il giornalista menziona alcune bufale celebri circolate sui social, ma puntualizza: “L’informazione, però, ha fatto danni più grandi della grandine. Il Tg1 sostenne che Berlusconi era stato assolto sul caso Mills e in realtà era prescrizione. Ci sono ancora giornalisti che dicono che Andreotti non è mai stato per mafia e invece non è vero. Non è stato condannato per mafia dal 1980 in poi, prima aveva avuto una condanna, ma il reato era stato prescritto”. E aggiunge: “L’Unità, almeno finché esisteva, perché non mi risulta che abbia avuto un grande successo, sostenne che Virginia Raggi fosse una di quelle che avevano cantato Meno male che Silvio c’è. Non è un reato, però non era vero niente. Purtroppo, quindi, le fake news sono trasversali”. “Scanzi si dimentica del Fatto Quotidiano”, replica la deputata di Forza Italia, Nunzia De Girolamo. “Però mi deve elencare le fake news del Fatto”, osserva Scanzi. Ma la parlamentare non risponde



VIDEO:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/1 ... e/4025833/
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PINOCCHIO MUSSOLONI, DETTO RENZUSCONI, ERA ALLA MARCIA DI COMO, IERI?????





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Como, marcia Pd dopo blitz skinheads. Boldrini: “Fronte comune”. Ma Salvini: “Vogliono immigrazione fuori controllo”
di F. Q. | 9 dicembre 2017
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Re: Renzi

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Lorenzo, è un cattolico di sinistra, over ’60, che sta tentando di andare in pensione. E’ una persona decisamente corretta.

Ieri, analizzando il mondo che sta andando rapidamente a scatafascio, si è detto convinto che Pinocchio Mussoloni, in arte RENZUSCONI, fosse in partenza di sinistra.

Non so dove abbia tratto queste convinzioni.

Certamente è una questione di dover prestare attenzione a quello che accade.

Quando Mussoloni, si presenta alle elezioni comunali di Firenze, per diventare sindaco, Denis Verdini, suo mentore non disinteressato, si reca ad Hardcore per convincere il Profeta, o come chiamano Berlusconi da queste parti, “il fascista dal volto buono”, a contrapporre a Mussoloni una figura secondaria.

Uno scartino, insomma.

In modo che Mussoloni possa vincere sicuro.

In seguito Berlusconi avrà modo di non pentirsi, sostenne Verdini.

E così fù.

Berlusconi come candidato sindaco di Firenze scelse Galli, l’ex portiere di Milan e Fiorentina.

Tutto andò secondo i piani di Denis.

Il resto è noto.

Ma poteva Denis Verdini, appartenente alla massoneria deviata Toscana, della P2 di Licio Gelli, favorire uno di sinistra?????????????????

E Silvio Berlusconi, tessera 1816 della P2, poteva accettare di far vincere un candidato di sinistra, penalizzando uno dei suoi, che per giunta era stato anche portiere del suo Milan??????????????????

Ma quando mai?????????????????

Quanti sono in Italia oggi gli italiani che si dichiarano di sinistra, e credono in Mussoloni?????????????

Quanti Lorenzo, in buona fede, ci sono ancora?????????????????
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Re: Renzi

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SPETTATORI DI UN CROLLO DI UNA REPUBBLICA

Ai vostri nipoti potrete dire : “Io c’ero”






COMMENTI
mercoledì 13/12/2017
Da Cicchitto a Casini, il Pd acchiappa tutti. Cosa non si fa per un punticino in più
di Alessandro Robecchi | 13 dicembre 2017


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Fare una legge elettorale (e imporla con il voto di fiducia) che premia le coalizioni senza avere una coalizione, ci pone di fronte a un magnifico esempio di situazionismo autolesionista estremo. Un po’ come ordinare un cappuccino ma senza tazza, e poi dire: che problema c’è?, si può sempre leccarlo dal bancone del bar.
A leggere i retroscena, anche quelli più amici, anche quelli dei giornalisti embedded che sanno sempre (e ci spiegano) cosa dice “Renzi ai suoi”, la preoccupazione nelle file del Pd si sta tramutando in panico e la rincorsa a creare liste parallele, di sostegno, civetta, o a imbarcare chiunque abbia soltanto, anche lontanamente, una parvenza di istinto per l’alleanza è frenetica. Ad oggi, sembrerebbe, il tabellone “arrivi” è piuttosto striminzito, molto diverso dal fitto tabellone “partenze”. Ma muniamoci di microscopio e vediamo il dettaglio.
Ad affiancare la corsa solitaria del Pd per formare una solida coalizione ci sarebbero (a sinistra) i Verdi e Massimo Zedda, sindaco di Cagliari. È una mossa sorprendente che promette grande stupore tra gli elettori e assicura una reazione di speranzosa sorpresa: ah, esistono ancora i Verdi, maddai! Ripresisi dallo stupore, secondo i calcoli dei geni del Nazareno, milioni di italiani si precipiterebbero a votare per la coalizione Pd perché ci sono i Verdi. Qualche appeal in più potrebbero avere Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, altra gente per cui non c’è esattamente la fila fuori dai negozi. Quindi ci sarebbe una lista dal suggestivo nome di Più Europa a sostenere il cristallino europeismo di Matteo Renzi, uno che mette e toglie le bandiere dell’Europa dalle sue scenografie (metti la cera, togli la cera) a seconda delle contingenze del momento e di quello che gli sussurrano gli esperti di comunicazione. So cosa state pensando: con i Verdi e il loro 0,1 per cento a sostegno del partito che salutò con battimani e insulti (“ciaone”) la vittoria delle trivelle, e l’ottima Bonino a caccia di firme, non saranno troppo sbilanciati a sinistra (ahahah)? Bene, ecco in soccorso la pattuglia centrista: si valutano come sicuri nella grande coalizione che puntava al 40 per cento, poi più realisticamente al 30, poi più realisticamente al 25, poi… (coraggio, mancano mesi), figure di spicco istituzionali come Beatrice Lorenzin e Pier Ferdinando Casini. La prima, firma autorevole di tutti i massicci tagli alla sanità degli ultimi anni, il secondo eterno revenant della Repubblica, attualmente impegnato nella Commissione d’inchiesta sulle banche, già passato (vado a memoria non avendo sottomano un pallottoliere) da Dc, Ccd, Udc, Ncd, Polo delle Libertà, Casa delle Libertà, Scelta Civica, Unione di Centro. Gli mancano solo la Triestina Calcio e i sommozzatori moderati e le ha fatte tutte: un’ottima spiegazione di cosa significhi “rottamazione”. A completare il quadro delle truppe a sostegno del renzismo arriva per fortuna anche Fabrizio Cicchitto, cioè si punta tutto su una categoria di elettori finora poco rappresentata, quelli che soffrono di amnesia e hanno la memoria del pesce rosso: Cicchitto? Finalmente un nome nuovo!
Dunque, riassumendo, il Pd renzista che fino a ieri si vantava di consensi al 40 per cento (vero, preso alle Europee nel Mesozoico, e finto, quello di chi ha perso il referendum costituzionale) si troverebbe oggi quotato a un 25 tendente al 20 e aggrappato a volti nuovi come Casini e Cicchitto, il che equivale a usare come salvagente un’incudine in ghisa. Ai volenterosi coalizzanti, poi, bisognerà promettere posti, seggi più o meno sicuri (sempre meno, tra l’altro), togliendoli alle componenti interne che già mugugnano e si agitano per la fifa di restare fuori dal gioco, ad assistere dal divano, la notte degli scrutini, a un altro grande successo di Matteo Renzi.
di Alessandro Robecchi | 13 dicembre 2017
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Re: Renzi

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LA PREMIATA DITTA “IL CACAO MERAVIGLIAO”

Il 4 marzo prossimo, gli italiani sono chiamati alle urne per scegliere l’amministratore delegato della premiata ditta “IL CACAO MERAVIGLIAO”


Rai, ex ministro Landolfi:? Non va abolito, ma messo all’asta. Da Renzi battuta disperata”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... a/4077434/
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Re: Renzi

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11 gen 2018 11:04

IN BILICO GLI UOMINI DEL DUCETTO. E GENTILONI METTE IN SALVO LE FS


– RENZI BLINDA IL SOCIO DI BONIFAZI A TRENITALIA


– CON LE LARGHE INTESE RISCHIANO LA POLTRONA GLI ALTRI “NOMINATI” DA MATTEO ALL’ENI, LEONARDO (EX FINMECCANICA) E CASSA DEPOSITI


– BERLUSCONI HA FAME DI POSTI NELLE PARTECIPATE
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Re: Renzi

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UncleTom ha scritto:11 gen 2018 11:04

IN BILICO GLI UOMINI DEL DUCETTO. E GENTILONI METTE IN SALVO LE FS


– RENZI BLINDA IL SOCIO DI BONIFAZI A TRENITALIA


– CON LE LARGHE INTESE RISCHIANO LA POLTRONA GLI ALTRI “NOMINATI” DA MATTEO ALL’ENI, LEONARDO (EX FINMECCANICA) E CASSA DEPOSITI


– BERLUSCONI HA FAME DI POSTI NELLE PARTECIPATE




Alessandro Da Rold per www.lettera43.it




Infratrutture e trasporti sono da sempre il pallino di Matteo Renzi, il segretario del Partito democratico alle prese con la campagna elettorale per le Politiche 2018, ma anche impegnato a salvaguardare i posti di potere occupati in anni di governo che potrebbero essere spazzati via da un nuovo esecutivo di centrodestra.


Al netto delle polemiche elettorali, infatti, la vera partita è sempre la stessa, ossia quella per le nomine nelle partecipate, che proprio Renzi inaugurò nel 2014 appena insediato al posto di Enrico Letta. Non è un caso il blitz di Natale da parte del governo di Paolo Gentiloni con la riconferma del consiglio di amministrazione di Trenitalia Ferrovie dello Stato, tre mesi prima della naturale scadenza: una decisione giustificata dalla fusione con Anas, la società controllata dal ministero dell'Economia che gestisce la rete autostradale.


Si tratta di un giro di conferme che premia soprattutto il leader piddino che nominò come amministratore delegato Renato Mazzoncini, ex Ataf di Firenze, ma anche due consiglieri di amministrazione di stretta area renziana, come Simonetta Giordani e l'avvocato Federico Lovadina.


La prima, già fan della Leopolda, lavora anche per il gruppo Atlantia della famiglia Benetton che controlla Autostrade per l'Italia, aspetto quest'ultimo che ha fatto storcere il naso a molti addetti ai lavori, dal momento che potrebbe configurarsi un conflitto di interessi. Il secondo è invece socio dello studio legale di Francesco Bonifazi, il tesoriere del Pd, dove è socio anche Emanuele Boschi, fratello dell'attutale sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi.



Del resto la stessa fusione con Anas porta la targa di Renzi. Fu l'allora presidente del consiglio a nominare Gianni Vittorio Armani come presidente e amministratore delegato della prima stazione appaltante in Italia, per cancellare la stagione del faraone Pietro Ciucci, icona della Prima Repubblica.



Non appena insediato a Palazzo Chigi Renzi ha deciso subito di mettere mano al settore infrastrutturale. A Luca Lotti, ora ministro per lo Sport, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, furono affidate le deleghe del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica che sblocca i miliardi destinati alle opere pubbliche.



Non solo. Nel 2015 Marco Carrai, Richelieu dell'ex presidente del Consiglio, è diventato presidente di Toscana aeroporti. La tecnica di rottamazione renziana di allora si sta trasformando adesso in quella di mantenimento dello status quo. E il settore trasporti-infastrutture è tra i più imporanti.



Per chi se lo fosse dimenticato Renzi fu anche ministro dei Trasporti dopo le dimissioni dell'ex Forza Italia poi Nuovo centrodestra Maurizio Lupi nel 2015, conseguenza dell'inchiesta grandi opere che travolse il gran boiardo di Stato Ercole Incalza, poi assolto dalle accuse. Quindi affidò a Graziano Delrio, uno dei suoi uomini più fidati, le deleghe.



Ma Renzi è stato in questi anni anche uno dei più attivi sostenitori delle grandi opere pubbliche, a cominciare dall'Expo 2015 di Milano. Prima del referendum istituzionale del 4 dicembre 2016 rilanciò anche il Ponte sullo Stretto di Messina, facendo sognare il gruppo Salini-Impregilo. Poi non se ne fece nulla.



Il settore dei trasporti è tra i più importanti, ma allo stesso tempo presto potrebbe vacillare l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, da poco rinviato a giudizio nell'inchiesta sulla Nigeria: Renzi scommise su Descalzi, difendendolo dopo gli avvisi di garanzia. In bilico è poi Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica, con vari procedimenti a carico nella procura di Milano.



La possibile vittoria di Silvio Berlusconi e di tutto il centrodestra spaventa non poco le leve del Pd. L'ex Cavaliere è un mago del manuale Cencelli e anche la Lega non vede l'ora di rimettere le mani sulle tante caselle occupate durante i governi berlusconiani. Il Pd rischia di rimanere spiazzato, anche perché al momento i sondaggi danno la coalizione capitanata da Forza Italia in netto vantaggio: di nuovi patti del Nazareno non se ne vedono all'orizzonte. Anzi. Berlusconi e Renzi continuano a smentire ipotesi di questo tipo.


Per questo motivo c'è chi dice che ci potrebbero essere nuovi blitz del governo per salvare il salvabile. In scadenza tra tre mesi ci sono anche i vertici di Cassa depositi e prestiti, altro feudo renziano, su cui il centrodestra non vede l'ora di mettere le mani.
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Re: Renzi

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Verdini e Renzi verso l’alleanza nel proporzionale
La contropartita? Seggi sicuri per gli uomini di Ala


Possibili candidature in Toscana e all’estero. Barani: “Riforme grazie a noi, ho arretrati da incassare”
Silenzio dei dirigenti del Pd, mentre proseguono le trattative. Critiche da Bonelli, Nencini e Santagata



Politica
Lo schema prevede che Ala presenti le liste nel proporzionale con il Pd portando alla coalizione un pacchetto di voti soprattutto in Toscana, Campania e Puglia dove i verdiniani sperano di raccogliere un po’ di preferenze. In cambio arriverebbe la candidatura di Riccardo Mazzoni nell’uninominale a Prato e alcuni uomini nei collegi esteri. Il senatore Baranial Fatto.it: “Ho fatto la radiografia al partito e cambiato il nome. Il medico legga la lastra e decida cosa farne. Matrimonio? Chiedete a Manzoni o Don Abbondio”. Contrari i promotori della Lista Insieme: “No ad apparentamenti innaturali per soli fini elettorali” di Giacomo Salvini





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Re: Renzi

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BANDA HACKER IN AZIONE
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Brunetta-show a Reggio Calabria: “Renzi un cannibale, si è mangiato gli alleati. Nazareno? Atto di responsabilità”



https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... a/4092268/
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Re: Renzi

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UncleTom ha scritto:BANDA HACKER IN AZIONE
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Brunetta-show a Reggio Calabria: “Renzi un cannibale, si è mangiato gli alleati. Nazareno? Atto di responsabilità”



https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... a/4092268/



SODOMA E CAMORRA



BRUNETTA FA FINTA DI SCOPRIRE L'ACQUA CALDA DOPO QUATTRO ANNI
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