Diario della caduta di un regime.
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
REPLAY
..ALLA BANDA CRIMINALE RENZIANA IL FASCISMO DEVE PIACERE MOLTO.
Vietare di accedere alla rete, e quindi a questo Forum, è segno di predisposizione fascista. La nota banda lo ha ripetuto ancora poco fa,
bloccando l'accesso da casa. Questo post è trasmesso dalla Biblioteca.
Citava ieri Fabrizio D'Esposito del Fatto, nell'articolo:
Il "film" dei perdenti:
le trame nazarene
di B. e Matteo (Renzi)
LA NOTA BANDA CRIMINALE NON STA PERMETTENDO IL COPIA INCOLLA DALLA RETE.
SPINGE SOLO A QUESTO
Politica
sabato 10/03/2018
Il “film” dei perdenti: le trame nazarene di B. e Matteo (Renzi)
Lo schema dell’ex Cavaliere: un governo di centrodestra non guidato da Salvini e con il “partito” del giglio magico
di Fabrizio d’Esposito | 10 marzo 2018
|
Silvio Berlusconi “regista”, come ha rivendicato in un video subito dopo le elezioni? Al massimo del “film dei perdenti”, spiega una fonte di rango del centrodestra. Un film cioè che rischia di non essere mai girato, ché posa su basi pasticciate o, se volete, troppo politiciste di fronte alla gigantesca onda del voto di domenica […]
Per continuare a leggere questo articolo entra ne Il Fatto Social Club
Abbonati ora
https://www.ilfattoquotidiano.it/premiu ... teo-renzi/
D'Esposito citava Francesco Paolo Sisto, che sosteneva che tra FI e il Pd esiste un habitat naturale.
Qualcuno se n'è accorto, anche se troppo tardi
..ALLA BANDA CRIMINALE RENZIANA IL FASCISMO DEVE PIACERE MOLTO.
Vietare di accedere alla rete, e quindi a questo Forum, è segno di predisposizione fascista. La nota banda lo ha ripetuto ancora poco fa,
bloccando l'accesso da casa. Questo post è trasmesso dalla Biblioteca.
Citava ieri Fabrizio D'Esposito del Fatto, nell'articolo:
Il "film" dei perdenti:
le trame nazarene
di B. e Matteo (Renzi)
LA NOTA BANDA CRIMINALE NON STA PERMETTENDO IL COPIA INCOLLA DALLA RETE.
SPINGE SOLO A QUESTO
Politica
sabato 10/03/2018
Il “film” dei perdenti: le trame nazarene di B. e Matteo (Renzi)
Lo schema dell’ex Cavaliere: un governo di centrodestra non guidato da Salvini e con il “partito” del giglio magico
di Fabrizio d’Esposito | 10 marzo 2018
|
Silvio Berlusconi “regista”, come ha rivendicato in un video subito dopo le elezioni? Al massimo del “film dei perdenti”, spiega una fonte di rango del centrodestra. Un film cioè che rischia di non essere mai girato, ché posa su basi pasticciate o, se volete, troppo politiciste di fronte alla gigantesca onda del voto di domenica […]
Per continuare a leggere questo articolo entra ne Il Fatto Social Club
Abbonati ora
https://www.ilfattoquotidiano.it/premiu ... teo-renzi/
D'Esposito citava Francesco Paolo Sisto, che sosteneva che tra FI e il Pd esiste un habitat naturale.
Qualcuno se n'è accorto, anche se troppo tardi
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
...AMBARABA', CICI, COCO', E ADESSO CON CHI VO'???????
Dalla prima pagina del Bufaliere di oggi:
............BALLA DA SOLO
STRAPPO DI SALVINI
Il leader leghista snobba Forza Italia e decide di trattare
senza alleati con i Cinque Stelle per la presidenza delle Camere
di Adalberto Signore
per la serie: IL CAPO SONO ME
SCENARI POLITICI I democratici
Scontro totale nel Pd
Oggi la conta dei numeri
E Renzi medita il blitz
Il segretario potrebbe presentarsi in Direzione
Orfini: <<Accordo con il M5s? Non esiste in natura>>
di Roberto Scafuri
^^^^^^
Dal vice Bufaliere:
Il successo dà alla testa a chi non ce l'ha
Sono più grulli che grillini
Dopo aver rubato voti al Pd, M5S ora ci si vorrebbe alleare. Ma per il Movimento sarebbe mortale fare comunella
con la sinistra dell'austerità, degli aiuti alle bache, del sostegno a Monti, della legge Fornero e degli inchini alla Ue.
di FRANCO BECHIS
Francesco Paolo Sisto, aveva ragione solo in parte:
Pd e Fi hanno lo stesso habitat
Il Pd renziano ha lo stesso habitat del centrodestra.
Sempre sulla prima pagina del vice Bufaliere:
O la fuga o la vita
Coraggio Renzi,
scarica i Dem
o ti ammazzano
di FAUSTO CARIOTI
Dalla prima pagina del Bufaliere di oggi:
............BALLA DA SOLO
STRAPPO DI SALVINI
Il leader leghista snobba Forza Italia e decide di trattare
senza alleati con i Cinque Stelle per la presidenza delle Camere
di Adalberto Signore
per la serie: IL CAPO SONO ME
SCENARI POLITICI I democratici
Scontro totale nel Pd
Oggi la conta dei numeri
E Renzi medita il blitz
Il segretario potrebbe presentarsi in Direzione
Orfini: <<Accordo con il M5s? Non esiste in natura>>
di Roberto Scafuri
^^^^^^
Dal vice Bufaliere:
Il successo dà alla testa a chi non ce l'ha
Sono più grulli che grillini
Dopo aver rubato voti al Pd, M5S ora ci si vorrebbe alleare. Ma per il Movimento sarebbe mortale fare comunella
con la sinistra dell'austerità, degli aiuti alle bache, del sostegno a Monti, della legge Fornero e degli inchini alla Ue.
di FRANCO BECHIS
Francesco Paolo Sisto, aveva ragione solo in parte:
Pd e Fi hanno lo stesso habitat
Il Pd renziano ha lo stesso habitat del centrodestra.
Sempre sulla prima pagina del vice Bufaliere:
O la fuga o la vita
Coraggio Renzi,
scarica i Dem
o ti ammazzano
di FAUSTO CARIOTI
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
idee
LIBRE friends
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni
Carpeoro: avremo la solita merda, perché votiamo con odio
Scritto il 12/3/18 • nella Categoria: idee Condividi
Nessuno si faccia illusioni: alla fine delle procedure istituzionali di rito, lente e macchinose, al governo ci sarà il solito schifo, fatto di politici “dimezzati” e proni ai diktat dell’élite finanziaria. Detto in francese: «Avremo la solita merda». Motivo? «Abbiamo votato come sempre: contro qualcuno, anziché per qualcosa. Ha vinto l’odio, ancora una volta. Inevitabile, quindi, che il risultato finale sia il nulla, il vuoto assoluto». Gianfranco Carpeoro non ha dubbi: nascerà comunque un governo, perché la “sovragestione” dei poteri forti teme un unico scenario, quello di nuove elezioni. Quale governo? Dipende dalla formula che alla fine prevarrà, dopo aver in ogni caso rottamato Matteo Renzi: l’ex premier «verrà “garrotato” lentamente, in modo che si tolga di mezzo e cessi di ostacolare l’unica soluzione percorribile, cioè quella di un esecutivo sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dal Pd», opportunamente de-renzizzato. La sortita di Emiliano, che tifa per la convergenza verso i grillini? «Una candidatura personale, nel caso nel Pd prevalga la tentazione di un’alleanza aperta coi pentastellati». La discesa in campo di Calenda? Solo una variazione sul tema: «Sarebbe lo scivolo perfetto per riproporre la candidatura di Gentiloni, come capo di un “governo del presidente”, in ogni caso sempre sostenuto dai 5 Stelle e dal Pd senza più Renzi», ridotto al ruolo di semplice senatore e di fatto isolato, anche se a capo di una nutrita pattuglia di parlamentari a lui fedeli.
Tagliente come sempre, l’analisi di Carpeoro sullo scenario politico italiano: ha vinto in ogni caso la “sovragestione”, cioè il network dei poteri forti euro-atlantici che vuole un’Italia fragile e ingovernabile, affidata a leader deboli e facilmente Carpeorocondizionabili. Missione compiuta, anche stavolta: «E non poteva andare diversamente, date le premesse: non solo la legge elettorale, ma anche e soprattutto gli attori in campo», spiega, nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, su YouTube, con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Colpa dei politici, tenuti al guinzaglio dai “sovragestori” che ci manipolano? «Niente affatto: la colpa è nostra, che ci facciamo manipolare. Siamo pigri, preferiamo non pensare in proprio e scagliarci contro il nemico di turno», salvo poi lamentarci di esser stati imbrogliati. «Mi domando quand’è che gli italiani si stancheranno di farsi prendere in giro: cambiare registro dipende solo da noi, da nessun altro». Retorica, slogan, promesse. Quanto sincere? «Spezzo una lancia a favore di Emma Bonino», aggiunge Carpeoro, che premette: «Della sua politica attuale non approvo niente, nemmeno una virgola». Ma almeno, osserva, la Bonino ha detto la sua: «Le piace questa Europa, che a me fa orrore. E’ stata onesta, chiara: ha dato agli elettori la possibilità di scegliere». Di Maio e Salvini, che al contrario sono così critici con l’Unione Europea, sono altrettanto sinceri? «Siamo sicuri che, una volta al governo, non si metterebbero “a novanta gradi” rispetto a Bruxelles, inguaiando gli italiani? Il mio è un pregiudizio negativo, lo ammetto: diciamo che sarei ben felice di essere smentito».
A pesare, nel “pregiudizio negativo”, è proprio la natura dell’emotività elettorale: «Il grosso degli elettori, anche stavolta, non ha votato per far vincere le proprie idee, ma per abbattere un nemico». Tradotto: «Quanti grillini hanno votato per il programma dei 5 Stelle? E quanti, invece, hanno votato essenzialmente contro Renzi?». Viceversa: «Più che per Renzi, gli elettori del Pd hanno votato innanzitutto contro i grillini». E la musica non cambia se si pensa al centrodestra: ha vinto la volontà di cancellare gli avversari, a cominciare da Renzi, per finire coi 5 Stelle. «Ora assisteremo alle solite manovre, che hanno lunghe tempistiche istituzionali». Ma il risultato, per Carpeoro, è già scritto: i parlamentari Pd e 5 Stelle, alla fine, sosterranno lo stesso governo, presieduto da Di Maio o magari da una personalità intermedia, individuata da Mattarella. «Certo Salvini non si alleerà con Di Maio: non è scemo, non vorrà fare da stampella ai 5 Stelle, che hanno il doppio dei suoi voti. E’ già leader del centrodestra, e sa che – stando all’opposizione – la prossima volta potrà vincere». Purché sia chiaro cosa si intenda per “vincere”, oggi, in Italia: Di Maio e Salviniqualcuno può anche conquistare il governo, ma non sarà lui a decidere la politica economica. Se comanda la “sovragestione”, le elezioni sono irrilevanti. E lo sono, insiste Carpeoro, perché manca un progetto – chiaro e condiviso – da offrire agli elettori: un cambio di paradigma, democratico, che restituisca sovranità ai cittadini. Stando così le cose, invece, chiunque vinca è destinato a prendere ordini: «La solita merda», appunto, quella che non-governa il paese da ormai 25 anni.
(Avvocato e massone, già a capo della più antica obbedienza del Rito Scozzese italiano, Carpeoro è un eminente studioso di esoterismo e simbologia, assai critico con la massoneria italiana e internazionale. Giornalista, autore di romanzi “alchemici” ispirati ai Rosacroce, ha firmato recenti saggi come “Dalla massoneria al terrorismo”, che denuncia la matrice massonica della “sovragestione” atlantica, e “Summa Symbolica”, primo volume di un inedito studio sulla scienza dei simboli. Socialista democratico, è dirigente del Movimento Roosevelt, fondato insieme a Gioele Magaldi con l’intento di risvegliare la politica italiana, liberandola dal dominio internazionale del potere paramassonico).
LIBRE friends
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni
Carpeoro: avremo la solita merda, perché votiamo con odio
Scritto il 12/3/18 • nella Categoria: idee Condividi
Nessuno si faccia illusioni: alla fine delle procedure istituzionali di rito, lente e macchinose, al governo ci sarà il solito schifo, fatto di politici “dimezzati” e proni ai diktat dell’élite finanziaria. Detto in francese: «Avremo la solita merda». Motivo? «Abbiamo votato come sempre: contro qualcuno, anziché per qualcosa. Ha vinto l’odio, ancora una volta. Inevitabile, quindi, che il risultato finale sia il nulla, il vuoto assoluto». Gianfranco Carpeoro non ha dubbi: nascerà comunque un governo, perché la “sovragestione” dei poteri forti teme un unico scenario, quello di nuove elezioni. Quale governo? Dipende dalla formula che alla fine prevarrà, dopo aver in ogni caso rottamato Matteo Renzi: l’ex premier «verrà “garrotato” lentamente, in modo che si tolga di mezzo e cessi di ostacolare l’unica soluzione percorribile, cioè quella di un esecutivo sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dal Pd», opportunamente de-renzizzato. La sortita di Emiliano, che tifa per la convergenza verso i grillini? «Una candidatura personale, nel caso nel Pd prevalga la tentazione di un’alleanza aperta coi pentastellati». La discesa in campo di Calenda? Solo una variazione sul tema: «Sarebbe lo scivolo perfetto per riproporre la candidatura di Gentiloni, come capo di un “governo del presidente”, in ogni caso sempre sostenuto dai 5 Stelle e dal Pd senza più Renzi», ridotto al ruolo di semplice senatore e di fatto isolato, anche se a capo di una nutrita pattuglia di parlamentari a lui fedeli.
Tagliente come sempre, l’analisi di Carpeoro sullo scenario politico italiano: ha vinto in ogni caso la “sovragestione”, cioè il network dei poteri forti euro-atlantici che vuole un’Italia fragile e ingovernabile, affidata a leader deboli e facilmente Carpeorocondizionabili. Missione compiuta, anche stavolta: «E non poteva andare diversamente, date le premesse: non solo la legge elettorale, ma anche e soprattutto gli attori in campo», spiega, nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, su YouTube, con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Colpa dei politici, tenuti al guinzaglio dai “sovragestori” che ci manipolano? «Niente affatto: la colpa è nostra, che ci facciamo manipolare. Siamo pigri, preferiamo non pensare in proprio e scagliarci contro il nemico di turno», salvo poi lamentarci di esser stati imbrogliati. «Mi domando quand’è che gli italiani si stancheranno di farsi prendere in giro: cambiare registro dipende solo da noi, da nessun altro». Retorica, slogan, promesse. Quanto sincere? «Spezzo una lancia a favore di Emma Bonino», aggiunge Carpeoro, che premette: «Della sua politica attuale non approvo niente, nemmeno una virgola». Ma almeno, osserva, la Bonino ha detto la sua: «Le piace questa Europa, che a me fa orrore. E’ stata onesta, chiara: ha dato agli elettori la possibilità di scegliere». Di Maio e Salvini, che al contrario sono così critici con l’Unione Europea, sono altrettanto sinceri? «Siamo sicuri che, una volta al governo, non si metterebbero “a novanta gradi” rispetto a Bruxelles, inguaiando gli italiani? Il mio è un pregiudizio negativo, lo ammetto: diciamo che sarei ben felice di essere smentito».
A pesare, nel “pregiudizio negativo”, è proprio la natura dell’emotività elettorale: «Il grosso degli elettori, anche stavolta, non ha votato per far vincere le proprie idee, ma per abbattere un nemico». Tradotto: «Quanti grillini hanno votato per il programma dei 5 Stelle? E quanti, invece, hanno votato essenzialmente contro Renzi?». Viceversa: «Più che per Renzi, gli elettori del Pd hanno votato innanzitutto contro i grillini». E la musica non cambia se si pensa al centrodestra: ha vinto la volontà di cancellare gli avversari, a cominciare da Renzi, per finire coi 5 Stelle. «Ora assisteremo alle solite manovre, che hanno lunghe tempistiche istituzionali». Ma il risultato, per Carpeoro, è già scritto: i parlamentari Pd e 5 Stelle, alla fine, sosterranno lo stesso governo, presieduto da Di Maio o magari da una personalità intermedia, individuata da Mattarella. «Certo Salvini non si alleerà con Di Maio: non è scemo, non vorrà fare da stampella ai 5 Stelle, che hanno il doppio dei suoi voti. E’ già leader del centrodestra, e sa che – stando all’opposizione – la prossima volta potrà vincere». Purché sia chiaro cosa si intenda per “vincere”, oggi, in Italia: Di Maio e Salviniqualcuno può anche conquistare il governo, ma non sarà lui a decidere la politica economica. Se comanda la “sovragestione”, le elezioni sono irrilevanti. E lo sono, insiste Carpeoro, perché manca un progetto – chiaro e condiviso – da offrire agli elettori: un cambio di paradigma, democratico, che restituisca sovranità ai cittadini. Stando così le cose, invece, chiunque vinca è destinato a prendere ordini: «La solita merda», appunto, quella che non-governa il paese da ormai 25 anni.
(Avvocato e massone, già a capo della più antica obbedienza del Rito Scozzese italiano, Carpeoro è un eminente studioso di esoterismo e simbologia, assai critico con la massoneria italiana e internazionale. Giornalista, autore di romanzi “alchemici” ispirati ai Rosacroce, ha firmato recenti saggi come “Dalla massoneria al terrorismo”, che denuncia la matrice massonica della “sovragestione” atlantica, e “Summa Symbolica”, primo volume di un inedito studio sulla scienza dei simboli. Socialista democratico, è dirigente del Movimento Roosevelt, fondato insieme a Gioele Magaldi con l’intento di risvegliare la politica italiana, liberandola dal dominio internazionale del potere paramassonico).
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
idee
LIBRE friends
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni
L’Italia frana e il Pd le ha offerto solo la mistica del Jobs Act
Scritto il 13/3/18 • nella Categoria: idee Condividi
«Ok, abbiamo perso. Volete i nostri voti, in Parlamento? Benissimo: preparatevi a sostenere alcune nostre proposte, quelle che in caso di vittoria avremmo attuato noi». Questo sarebbe un parlare politico, responsabile, incisivo. E invece il Pd, rottamato dalla catastrofe elettorale, tiene il muso. E si rifugia, per ora, in un Aventino che sarà anche «legittimo e coerente con l’esito delle urne», ma certo non utile a costruire futuro. Anche perché, a monte, manca il tassello fondamentale: «Renzi dovrebbe innanzitutto dire: abbiamo sbagliato», anziché lasciar credere che a “sbagliare” siano stati gli elettori, che non avrebbero compreso la qualità e la mole del lavoro svolto dal governo. “Non ci hanno compreso”, è il refrain. “Non siamo stati capaci di farci capire”. Per Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, «questa vicenda del Pd che non gioca più, che non vuole più giocare, racconta benissimo questa politica che ha abdicato al suo ruolo costruttivo, accontentandosi di un ruolo meramente rappresentativo e oleografico». Una mediocrità imbarazzante, nella quale peraltro affonda l’ex riformismo italiano, quello dei sedicenti “progressisti” che hanno votato il governo Monti e la legge Fornero, senza avere nemmeno il coraggio di rimettere in discussione almeno il pareggio di bilancio in Costituzione, inserendolo nel fatale referendum del dicembre 2016.
La cifra del tenore politico in casa Pd, dice Magaldi ai microfoni di “Colors Radio”, la offrono le meste esternazioni dei renziani Orfini, Lotti, Martina, «non a caso incolori e privi di qualsiasi carisma, come tutti quelli del Giglio Magico», assolutamente anonimi, fatta eccezione per la Boschi (che si fa notare per «la notevole avvenenza e l’astuzia nella cura del suo “particulare”») e per il misterioso Carrai, «personaggio scaltro, che appare e scompare». Sconfitti, i renziani ripetono: «Lasciateci perdere, per il governo vedetevela voi. Noi abbiamo perso, non vogliamo governare: lo faccia chi ha vinto, cioè 5 Stelle e Lega, con o senza Forza Italia al seguito». Peccato, si rammarica Magaldi: «E’ una posizione formalistica», sterile, ma certo non inaspettata. «In tutta questa storia del renzismo prevale sempre il lato formale», rileva Magaldi. «Hanno prevalso gli slogan, le propagande, le affermazioni altisonanti che dovevano sostituire la realtà: la mistica del Jobs Act, la mistica della crescita del paese. Ho ascoltato esterrefatto Alessandra Moretti, l’ex “lady like”, dire che loro pensavano che la ripresa avrebbe premiato il Pd, invece il paese reale ha una percezione diversa».
«Non è questione di percezione», obietta Magaldi: «E’ che sono stronzate quelle che vengono dichiarate a reti unificate sulla ripresa: gli indicatori economici utilizzati sono fasulli (ma finiscono per convincere anche i loro propagatori), mentre il paese continua a essere in ginocchio da troppi anni, la disoccupazione galoppa e l’economia gira poco e male». E anziché aprire gli occhi e ammettere i suoi errori (evidentissimi agli elettori) il Pd «continua la sua triste narrativa renziana, dove quello che conta non è la sostanza». Ben diverso, aggiunge Magaldi, se Renzi dicesse: «Ho capito dove ho sbagliato, quindi offro un supporto al governo 5 Stelle (o a un altro governo) sulla base di alcuni progetti, che sono nostri. Non li vogliono? Pazienza, ma noi facciamo politica perché vogliamo fare delle cose, abbiamo questi progetti che avremmo attuato se avessimo vinto, e quindi se qualcuno li vuole sostenere andiamo avanti insieme». Questo, conclude Magaldi, «sarebbe un ragionamento di sostanzialità politica, e cioè: tu testimoni quello che è il tuo progetto politico – sia che perdi, sia che vinci. E invece siamo al tatticismo. Si dice: abbiamo perso, ci lecchiamo le ferite».
In più, aggiunge, dopo la Caporetto del 4 marzo, «nel Pd prevale ancora un’identificazione fortissima con il sentire personale di Renzi», l’ex rottamatore arrivato al capolinea. In realtà, secondo Magaldi, dovrebbe essere rottamato l’intero centrosinistra italiano: di fatto, ha consegnato l’Italia a poteri oligarchici privati, coronando il sogno antidemocratico dell’ultimo Kalergi, adottato da Jean Monnet e dagli altri padrini storici di quest’Europa “antieuropeista”, che rema contro i propri popoli mettendoli l’uno contro l’altro a colpi di mercantilismo e culto del rigore. Finisce nei guai un paese come l’Italia, che oggi – tra le altre cose – si ritrova senza una politica all’altezza della situazione «e senza uno straccio di ideologia, tranne l’unica rimasta in piedi: quella neoliberista». Tatticismi, appunto: «Compreso il peggiore in assoluto, ipotesi di cui nessuno parla: la possibilità teorica che il centrodestra, in silenzio, possa “pescare” seggi tra i tanti grillini neo-eletti, come auspicato dallo stesso Berlusconi». Niente male, come inizio, per l’ipotetica Terza Repubblica fondata sugli equivoci, mentre il paese continua a crollare.
LIBRE friends
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni
L’Italia frana e il Pd le ha offerto solo la mistica del Jobs Act
Scritto il 13/3/18 • nella Categoria: idee Condividi
«Ok, abbiamo perso. Volete i nostri voti, in Parlamento? Benissimo: preparatevi a sostenere alcune nostre proposte, quelle che in caso di vittoria avremmo attuato noi». Questo sarebbe un parlare politico, responsabile, incisivo. E invece il Pd, rottamato dalla catastrofe elettorale, tiene il muso. E si rifugia, per ora, in un Aventino che sarà anche «legittimo e coerente con l’esito delle urne», ma certo non utile a costruire futuro. Anche perché, a monte, manca il tassello fondamentale: «Renzi dovrebbe innanzitutto dire: abbiamo sbagliato», anziché lasciar credere che a “sbagliare” siano stati gli elettori, che non avrebbero compreso la qualità e la mole del lavoro svolto dal governo. “Non ci hanno compreso”, è il refrain. “Non siamo stati capaci di farci capire”. Per Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, «questa vicenda del Pd che non gioca più, che non vuole più giocare, racconta benissimo questa politica che ha abdicato al suo ruolo costruttivo, accontentandosi di un ruolo meramente rappresentativo e oleografico». Una mediocrità imbarazzante, nella quale peraltro affonda l’ex riformismo italiano, quello dei sedicenti “progressisti” che hanno votato il governo Monti e la legge Fornero, senza avere nemmeno il coraggio di rimettere in discussione almeno il pareggio di bilancio in Costituzione, inserendolo nel fatale referendum del dicembre 2016.
La cifra del tenore politico in casa Pd, dice Magaldi ai microfoni di “Colors Radio”, la offrono le meste esternazioni dei renziani Orfini, Lotti, Martina, «non a caso incolori e privi di qualsiasi carisma, come tutti quelli del Giglio Magico», assolutamente anonimi, fatta eccezione per la Boschi (che si fa notare per «la notevole avvenenza e l’astuzia nella cura del suo “particulare”») e per il misterioso Carrai, «personaggio scaltro, che appare e scompare». Sconfitti, i renziani ripetono: «Lasciateci perdere, per il governo vedetevela voi. Noi abbiamo perso, non vogliamo governare: lo faccia chi ha vinto, cioè 5 Stelle e Lega, con o senza Forza Italia al seguito». Peccato, si rammarica Magaldi: «E’ una posizione formalistica», sterile, ma certo non inaspettata. «In tutta questa storia del renzismo prevale sempre il lato formale», rileva Magaldi. «Hanno prevalso gli slogan, le propagande, le affermazioni altisonanti che dovevano sostituire la realtà: la mistica del Jobs Act, la mistica della crescita del paese. Ho ascoltato esterrefatto Alessandra Moretti, l’ex “lady like”, dire che loro pensavano che la ripresa avrebbe premiato il Pd, invece il paese reale ha una percezione diversa».
«Non è questione di percezione», obietta Magaldi: «E’ che sono stronzate quelle che vengono dichiarate a reti unificate sulla ripresa: gli indicatori economici utilizzati sono fasulli (ma finiscono per convincere anche i loro propagatori), mentre il paese continua a essere in ginocchio da troppi anni, la disoccupazione galoppa e l’economia gira poco e male». E anziché aprire gli occhi e ammettere i suoi errori (evidentissimi agli elettori) il Pd «continua la sua triste narrativa renziana, dove quello che conta non è la sostanza». Ben diverso, aggiunge Magaldi, se Renzi dicesse: «Ho capito dove ho sbagliato, quindi offro un supporto al governo 5 Stelle (o a un altro governo) sulla base di alcuni progetti, che sono nostri. Non li vogliono? Pazienza, ma noi facciamo politica perché vogliamo fare delle cose, abbiamo questi progetti che avremmo attuato se avessimo vinto, e quindi se qualcuno li vuole sostenere andiamo avanti insieme». Questo, conclude Magaldi, «sarebbe un ragionamento di sostanzialità politica, e cioè: tu testimoni quello che è il tuo progetto politico – sia che perdi, sia che vinci. E invece siamo al tatticismo. Si dice: abbiamo perso, ci lecchiamo le ferite».
In più, aggiunge, dopo la Caporetto del 4 marzo, «nel Pd prevale ancora un’identificazione fortissima con il sentire personale di Renzi», l’ex rottamatore arrivato al capolinea. In realtà, secondo Magaldi, dovrebbe essere rottamato l’intero centrosinistra italiano: di fatto, ha consegnato l’Italia a poteri oligarchici privati, coronando il sogno antidemocratico dell’ultimo Kalergi, adottato da Jean Monnet e dagli altri padrini storici di quest’Europa “antieuropeista”, che rema contro i propri popoli mettendoli l’uno contro l’altro a colpi di mercantilismo e culto del rigore. Finisce nei guai un paese come l’Italia, che oggi – tra le altre cose – si ritrova senza una politica all’altezza della situazione «e senza uno straccio di ideologia, tranne l’unica rimasta in piedi: quella neoliberista». Tatticismi, appunto: «Compreso il peggiore in assoluto, ipotesi di cui nessuno parla: la possibilità teorica che il centrodestra, in silenzio, possa “pescare” seggi tra i tanti grillini neo-eletti, come auspicato dallo stesso Berlusconi». Niente male, come inizio, per l’ipotetica Terza Repubblica fondata sugli equivoci, mentre il paese continua a crollare.
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
...DENTRO LA TORRE DI BABELE......
AMBARABA', CICI, COCO', IL GOVERNO COME LO FO'??????
Incontrando gli italiani on the road, o nei luoghi pubblici, ti senti chiedere come si farà il Governo.
Dati alla mano, è evidente che i due vincitori Di Maio e Salvini non hanno i numeri, allora nasce un fiume di ipotesi.
C'è chi sostiene che il Pd è l'ago della biancia, per via del suo 18 per cento.
Ma quando gli chiedi di fare un'ulteriore passo in avanti, ogni discussione si ferma.
Spesso relegata nei rancori del passato e dei giorni appena trascorsi.
Dai dati riportati ieri sulla stampa italiana, il Pd è spaccato in due.
I renziani e gli antirenziani.
Tendelzialmente, i parlamentari o dirigenti Pd vengono valutati intorno al 60 % renziani.
La minoranza renziana quindi viene valutata intorno al 40 %.
Ma questa minoranza a sua volta è spaccata in due.
Quelli che vogliono andare con i 5 Stelle e quelli che si oppongono.
Emiliano e Chiamparino dicono sì ai 5 Stelle.
Gli altri come Calenda, Orlando & C dicono di no.
La guerra dentro il Pd ricorda la guerra delle correnti della Democrazia Cristiana.
Altro che ago della bilancia.
Chi ha avuto in odio l'accordo di Romano Prodi con la sinistra ex comunista, che ha dato vita all'Ulivo prima e al Pd dopo, non vedeva l'ora di riportare gli ex Dc nell'alveo democristiano.
Dopo un lungo lavorio ai fianchi ci sono riusciti.
A completare l'opera hanno incaricato Pinocchio Mussoloni.
Celebrato da Berlusconi come l'allontanatore del comunisti.
Ma una volta acceso il Rottamatore, questo non si è piuù spento e ha rottamato tutti gli ex Dc facendo fuori interamente il Pd.
AMBARABA', CICI, COCO', IL GOVERNO COME LO FO'??????
Incontrando gli italiani on the road, o nei luoghi pubblici, ti senti chiedere come si farà il Governo.
Dati alla mano, è evidente che i due vincitori Di Maio e Salvini non hanno i numeri, allora nasce un fiume di ipotesi.
C'è chi sostiene che il Pd è l'ago della biancia, per via del suo 18 per cento.
Ma quando gli chiedi di fare un'ulteriore passo in avanti, ogni discussione si ferma.
Spesso relegata nei rancori del passato e dei giorni appena trascorsi.
Dai dati riportati ieri sulla stampa italiana, il Pd è spaccato in due.
I renziani e gli antirenziani.
Tendelzialmente, i parlamentari o dirigenti Pd vengono valutati intorno al 60 % renziani.
La minoranza renziana quindi viene valutata intorno al 40 %.
Ma questa minoranza a sua volta è spaccata in due.
Quelli che vogliono andare con i 5 Stelle e quelli che si oppongono.
Emiliano e Chiamparino dicono sì ai 5 Stelle.
Gli altri come Calenda, Orlando & C dicono di no.
La guerra dentro il Pd ricorda la guerra delle correnti della Democrazia Cristiana.
Altro che ago della bilancia.
Chi ha avuto in odio l'accordo di Romano Prodi con la sinistra ex comunista, che ha dato vita all'Ulivo prima e al Pd dopo, non vedeva l'ora di riportare gli ex Dc nell'alveo democristiano.
Dopo un lungo lavorio ai fianchi ci sono riusciti.
A completare l'opera hanno incaricato Pinocchio Mussoloni.
Celebrato da Berlusconi come l'allontanatore del comunisti.
Ma una volta acceso il Rottamatore, questo non si è piuù spento e ha rottamato tutti gli ex Dc facendo fuori interamente il Pd.
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
......LA STORIA D'ITALIA DEL XXI SECOLO...
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
idee
LIBRE friends
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni
Addio Pd, la finta sinistra può solo scegliere come suicidarsi
Scritto il 14/3/18 • nella Categoria: idee Condividi
Il Pd è in un vicolo cieco e come la fa la sbaglia: se appoggia un governo M5S, perde almeno un quarto dei suoi elettori che non glielo perdonano; se appoggia il centrodestra (un inciucio a trazione leghista) perde la metà dei suoi elettori; se resta sull’Aventino, e si va ad elezioni anticipate, perde i due terzi dei suoi elettori. Come dire che ha tre scelte: spararsi nella tempia sinistra, spararsi un quella destra oppure spararsi sotto il mento. Fate voi. Il quadro della situazione è desolante: il Pd si trova più che dimezzato rispetto ai suoi risultati migliori, non ha candidati credibili di ricambio a Renzi, è condannato alla retrocessione fra i partiti di serie B, destinati a fare da “cespuglio”; è destinato a perdere larghe fette del suo potere locale, non ha più un blocco sociale di riferimento e quel che gli rimane è un elettorato in larga parte fatto da ultrasessantenni; qualsiasi cosa dicano non sono più credibili, e forse è avviato a nuove scissioni. Insomma, diciamola tutta: è un partito finito e senza prospettive di ripresa. Questa non è una Caporetto: è una Waterloo. Al solito i dirigenti del Pd non vedono più lontano del loro naso e pensano ad una campagna elettorale infelice, o al massimo a una legge elettorale sbagliata, e che ora si deve lavorare alla ripresa.
Ma queste cose (campagna elettorale sbagliata e legge elettorale demenziale ed autolesionistica), che pure ci sono, sono solo una piccolissima parte delle ragioni del tracollo; quantomeno ci sarebbe da considerare la sconfitta del 4 dicembre 2016 sulla indecente riforma costituzionale, e poi ancora i 4 anni obbrobriosi di governo di Renzi. Ma anche questo non è sufficiente a spiegare il tutto. E’ una sconfitta che viene da lontano, da molto lontano, quantomeno da Occhetto. A volte per capire un quadro bisogna allontanarsi per vederlo nella sua interezza, e spesso le cause di una dinamica risalgono a molto tempo prima, perché i processi a volte sono molto lunghi nel loro svolgimento. In fondo la storia serve a questo (permettetemi di difendere l’utilità della mia disciplina contro lo scemenzaio recentista tipico del tempo del neoliberismo). Il Pci fu un partito popolare a trazione burocratica: la base era robustamente operaia, con fasce di piccolissima borghesia, guidata da un ceto funzionariale autoritario ma che sapeva aver cura del suo seguito. Dopo, a partire dalla metà anni settanta, iniziò una metamorfosi grazie all’espansione della sua base elettorale verso i ceti medi e medio-alti. Ma la svolta decisiva venne negli anni Ottanta e un ruolo decisivo lo ebbe “Repubblica”, la cui cultura politica era quella della destra azionista (La Malfa, Cianca, Tarchiani) ed il cui obiettivo era quello di una sorta di Pri di massa.
L’operazione in gran parte riuscì e il risultato venne conclamato con Occhetto. Il Pds fu un partito sempre a base popolare (per quanto più ridotta) ma a trainarlo non era più l’apparato dei funzionari, quanto una certa borghesia professionale, accademica, giornalistica, manageriale. Fu il tempo della sinistra da salotto e da terrazza romana, che celebrò i suoi fasti al tempo di Veltroni. Si trattava di uno strato sociale di carrieristi, faccendieri, affaristi e, al bisogno, anche di tangentari grandi e piccoli. Gente priva di una sostanziale cultura politica, che non poteva sentir parlare di lotta di classe e che non aveva nessun senso della politica, ma che era in sintonia con lo spirito del tempo neoliberista. Pretendevano di essere loro la sinistra, anzi la nuova sinistra degli anni duemila, i blairiani d’Italia. Innamorati della finanza e allergici al lavoro, spinsero il partito a diventare il principale interlocutore del capitale finanziario in Italia.
E anche questo era nello spirito dei tempi e rifletteva il nuovo compromesso socialdemocratico fra l’internazionale socialista e l’iper-capitalismo finanziario. La cosa ha funzionato per un quindicennio, poi… è venuta la crisi. Il modello si è incarognito e ha tagliato tutti gli spazi di mediazione riformistica, obbligando i partiti socialisti al governo (vale anche per Tsipras) a politiche apertamente antipopolari. E il meccanismo non ha più funzionato, come dimostrano i risultati ad una cifra di quasi tutti i partiti socialisti europei, dalla Spagna all’Austria, dalla Francia alla Grecia, dal Belgio alla Repubblica Ceca. La loro base popolare è risucchiata dall’ondata populista. Quel modello è fallito, in Europa e ora anche in Italia, nella quale la stagione renziana è stata solo una bizzarra anomalia subito normalizzata. E questa è la sorte odierna del Pd, destinato rapidamente a scendere a un risultato ad una cifra e all’assoluta irrilevanza politica: capolinea, signori si scende!
(Aldo Giannuli, “Pd, la fine di un mondo”, dal blog di Giannuli del 9 marzo 2018).
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
idee
LIBRE friends
LIBRE news
Recensioni
segnalazioni
Addio Pd, la finta sinistra può solo scegliere come suicidarsi
Scritto il 14/3/18 • nella Categoria: idee Condividi
Il Pd è in un vicolo cieco e come la fa la sbaglia: se appoggia un governo M5S, perde almeno un quarto dei suoi elettori che non glielo perdonano; se appoggia il centrodestra (un inciucio a trazione leghista) perde la metà dei suoi elettori; se resta sull’Aventino, e si va ad elezioni anticipate, perde i due terzi dei suoi elettori. Come dire che ha tre scelte: spararsi nella tempia sinistra, spararsi un quella destra oppure spararsi sotto il mento. Fate voi. Il quadro della situazione è desolante: il Pd si trova più che dimezzato rispetto ai suoi risultati migliori, non ha candidati credibili di ricambio a Renzi, è condannato alla retrocessione fra i partiti di serie B, destinati a fare da “cespuglio”; è destinato a perdere larghe fette del suo potere locale, non ha più un blocco sociale di riferimento e quel che gli rimane è un elettorato in larga parte fatto da ultrasessantenni; qualsiasi cosa dicano non sono più credibili, e forse è avviato a nuove scissioni. Insomma, diciamola tutta: è un partito finito e senza prospettive di ripresa. Questa non è una Caporetto: è una Waterloo. Al solito i dirigenti del Pd non vedono più lontano del loro naso e pensano ad una campagna elettorale infelice, o al massimo a una legge elettorale sbagliata, e che ora si deve lavorare alla ripresa.
Ma queste cose (campagna elettorale sbagliata e legge elettorale demenziale ed autolesionistica), che pure ci sono, sono solo una piccolissima parte delle ragioni del tracollo; quantomeno ci sarebbe da considerare la sconfitta del 4 dicembre 2016 sulla indecente riforma costituzionale, e poi ancora i 4 anni obbrobriosi di governo di Renzi. Ma anche questo non è sufficiente a spiegare il tutto. E’ una sconfitta che viene da lontano, da molto lontano, quantomeno da Occhetto. A volte per capire un quadro bisogna allontanarsi per vederlo nella sua interezza, e spesso le cause di una dinamica risalgono a molto tempo prima, perché i processi a volte sono molto lunghi nel loro svolgimento. In fondo la storia serve a questo (permettetemi di difendere l’utilità della mia disciplina contro lo scemenzaio recentista tipico del tempo del neoliberismo). Il Pci fu un partito popolare a trazione burocratica: la base era robustamente operaia, con fasce di piccolissima borghesia, guidata da un ceto funzionariale autoritario ma che sapeva aver cura del suo seguito. Dopo, a partire dalla metà anni settanta, iniziò una metamorfosi grazie all’espansione della sua base elettorale verso i ceti medi e medio-alti. Ma la svolta decisiva venne negli anni Ottanta e un ruolo decisivo lo ebbe “Repubblica”, la cui cultura politica era quella della destra azionista (La Malfa, Cianca, Tarchiani) ed il cui obiettivo era quello di una sorta di Pri di massa.
L’operazione in gran parte riuscì e il risultato venne conclamato con Occhetto. Il Pds fu un partito sempre a base popolare (per quanto più ridotta) ma a trainarlo non era più l’apparato dei funzionari, quanto una certa borghesia professionale, accademica, giornalistica, manageriale. Fu il tempo della sinistra da salotto e da terrazza romana, che celebrò i suoi fasti al tempo di Veltroni. Si trattava di uno strato sociale di carrieristi, faccendieri, affaristi e, al bisogno, anche di tangentari grandi e piccoli. Gente priva di una sostanziale cultura politica, che non poteva sentir parlare di lotta di classe e che non aveva nessun senso della politica, ma che era in sintonia con lo spirito del tempo neoliberista. Pretendevano di essere loro la sinistra, anzi la nuova sinistra degli anni duemila, i blairiani d’Italia. Innamorati della finanza e allergici al lavoro, spinsero il partito a diventare il principale interlocutore del capitale finanziario in Italia.
E anche questo era nello spirito dei tempi e rifletteva il nuovo compromesso socialdemocratico fra l’internazionale socialista e l’iper-capitalismo finanziario. La cosa ha funzionato per un quindicennio, poi… è venuta la crisi. Il modello si è incarognito e ha tagliato tutti gli spazi di mediazione riformistica, obbligando i partiti socialisti al governo (vale anche per Tsipras) a politiche apertamente antipopolari. E il meccanismo non ha più funzionato, come dimostrano i risultati ad una cifra di quasi tutti i partiti socialisti europei, dalla Spagna all’Austria, dalla Francia alla Grecia, dal Belgio alla Repubblica Ceca. La loro base popolare è risucchiata dall’ondata populista. Quel modello è fallito, in Europa e ora anche in Italia, nella quale la stagione renziana è stata solo una bizzarra anomalia subito normalizzata. E questa è la sorte odierna del Pd, destinato rapidamente a scendere a un risultato ad una cifra e all’assoluta irrilevanza politica: capolinea, signori si scende!
(Aldo Giannuli, “Pd, la fine di un mondo”, dal blog di Giannuli del 9 marzo 2018).
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
......LA STORIA D'ITALIA DEL XXI SECOLO...
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
il Fatto Quotidiano
MIRACOLO Job ACT Nel 2017 aumentano del 25 % gli interinali, record da i5 anni
L'unico boom è dei lavoratori
presi in affitto per qualche ora
^^^^^^
Botte da orbi fra B. e Salvini
E LeU denuncia brogli pro FI
^^^^^^^
La stampa di destra archivia Berlusconi
^^^^^^^^
Il vice Bufaliere
.....Si specula sull'immigrazione
Chi pesca un nero
trova un tesoro
Le cooperative che accolgono profughi hanno raddoppiato gli utili
in un anno. Affari d'oro anche per chi riporta a casa i clandestini
E FORSE PER QUESTO CHE SALVINI E SILVIO LI VOGLIONO RIMANDARE
INDIETRO????????
di FILIPPO FACCI
^^^^^^^^
Sorrentino avvoltoio
Il film su Berlusconi
è vile accanimento
di RENATO FARINA
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
il Fatto Quotidiano
MIRACOLO Job ACT Nel 2017 aumentano del 25 % gli interinali, record da i5 anni
L'unico boom è dei lavoratori
presi in affitto per qualche ora
^^^^^^
Botte da orbi fra B. e Salvini
E LeU denuncia brogli pro FI
^^^^^^^
La stampa di destra archivia Berlusconi
^^^^^^^^
Il vice Bufaliere
.....Si specula sull'immigrazione
Chi pesca un nero
trova un tesoro
Le cooperative che accolgono profughi hanno raddoppiato gli utili
in un anno. Affari d'oro anche per chi riporta a casa i clandestini
E FORSE PER QUESTO CHE SALVINI E SILVIO LI VOGLIONO RIMANDARE
INDIETRO????????
di FILIPPO FACCI
^^^^^^^^
Sorrentino avvoltoio
Il film su Berlusconi
è vile accanimento
di RENATO FARINA
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
......LA STORIA D'ITALIA DEL XXI SECOLO...
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
Dalla prima pagina dell'Avvenire:
[b]
Politica.[/b] Telefonata si Salvini a Di Maio. Ma Berlusconi guarda ancora al Pd (Renziano - ndt)
Contatti tra Lega e M5s
su presidenze a tasse
Pagina 9:
Presidenze, contatto Salvini-Di Maio
5 Stelle rivendica: a noi la Camera
^^^
Berlusconi, sfida-governo alla Lega
L'ex Cav <<caccia>> M5s e guarda al Pd
Salvini precisa: a Mattarella diremo che sono io il candidato premier
^^^^^^^
Dal Fatto Quotidiano:
A DESTRA Berlusconi teme asse Salvini-Di Maio per un ritorno
al voto. E va a caccia di M5S per infoltire il gruppo di Forza Italia
Il terrore di B. per le urne:
"Portatemi dei grillini"
^^^^^^^
Dal Bufaliere, prima pagina:
..COSA VUOLE FARE MATTEO
I SEGRETI DI SALVINI
Resta leader del centrodestra ma apre a Di Maio e gli telefona:
la Lega non sceglie. E Berlusconi lo stoppa:<<Mai con i 5 Stelle>>
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
Dalla prima pagina dell'Avvenire:
[b]
Politica.[/b] Telefonata si Salvini a Di Maio. Ma Berlusconi guarda ancora al Pd (Renziano - ndt)
Contatti tra Lega e M5s
su presidenze a tasse
Pagina 9:
Presidenze, contatto Salvini-Di Maio
5 Stelle rivendica: a noi la Camera
^^^
Berlusconi, sfida-governo alla Lega
L'ex Cav <<caccia>> M5s e guarda al Pd
Salvini precisa: a Mattarella diremo che sono io il candidato premier
^^^^^^^
Dal Fatto Quotidiano:
A DESTRA Berlusconi teme asse Salvini-Di Maio per un ritorno
al voto. E va a caccia di M5S per infoltire il gruppo di Forza Italia
Il terrore di B. per le urne:
"Portatemi dei grillini"
^^^^^^^
Dal Bufaliere, prima pagina:
..COSA VUOLE FARE MATTEO
I SEGRETI DI SALVINI
Resta leader del centrodestra ma apre a Di Maio e gli telefona:
la Lega non sceglie. E Berlusconi lo stoppa:<<Mai con i 5 Stelle>>
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
UncleTom ha scritto:......LA STORIA D'ITALIA DEL XXI SECOLO...
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
Dalla prima pagina dell'Avvenire:
[b]
Politica.[/b] Telefonata si Salvini a Di Maio. Ma Berlusconi guarda ancora al Pd (Renziano - ndt)
Contatti tra Lega e M5s
su presidenze a tasse
Pagina 9:
Presidenze, contatto Salvini-Di Maio
5 Stelle rivendica: a noi la Camera
^^^
Berlusconi, sfida-governo alla Lega
L'ex Cav <<caccia>> M5s e guarda al Pd
Salvini precisa: a Mattarella diremo che sono io il candidato premier
^^^^^^^
Dal Fatto Quotidiano:
A DESTRA Berlusconi teme asse Salvini-Di Maio per un ritorno
al voto. E va a caccia di M5S per infoltire il gruppo di Forza Italia
Il terrore di B. per le urne:
"Portatemi dei grillini"
^^^^^^^
Dal Bufaliere, prima pagina:
..COSA VUOLE FARE MATTEO
I SEGRETI DI SALVINI
Resta leader del centrodestra ma apre a Di Maio e gli telefona:
la Lega non sceglie. E Berlusconi lo stoppa:<<Mai con i 5 Stelle>>
^^^^^
la Repubblica:
Lega - M5S, prove di governo
Salvini e Di Maio cerecheranno un'intesa sulla nuova legge elettorale, per andare alle urne in autunno
L'ira di Berlusconi: "Voti nostri. Pd, Calenda in campo: correggere Jobs Act e "buona scuola"
A pagina 3:
Ma Berlusconi non ci sta
"I 5Stelle vanno cacciati"
^^^^^
Da IL GIORNO:
IL LEADER 5 STELLE : CI SPETTA LA CAMERA
Salvini chiama Di Maio
<<Un Patto è possibile>>
Gelo con Berlusconi
^^^^^
Dal vice Bufaliere:
...Le giravolte del capo di Forza Italia
Silvio strizza l'occhio a Di Maio
Berlusconi nega davanti ai suoi, ma in privato spera che Salvini trovi un'intesa con Cinquestelle per non
tornare alle urne. Il segretario leghista, deciso a fare un tenttivo, telefona al leader M5S:<<Non ho pregiudizi>>
^^^^^
Ha ragione la Meloni: va cambiata la legge elettorale
Senza premio di maggioranza non si governa
^^^^^^^
A pagina 6
LA SAI L'ULTIMA....
Il fantastico mondo di Grillo:
<<Lavorare non serve più>>
Il comico spiega il futuro a 5 stelle : <<La produzione supera i bisogni, non è necessario
avere un'occupazione, diamo a tutti un reddito di nascita per poter consumare
-
- Messaggi: 5725
- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
[quote="UncleTom"]......LA STORIA D'ITALIA DEL XXI SECOLO...
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
La notizia di testa de "IL GIORNO" di oggi è questa:
GIUSSANO, A 28 ANNI AMMAZZA MADRE NONNA E SI UCCIDE
<<Sono finiti i soldi>>
Fa strage in famiglia
RONCONI e L'ANALISI di PARSI A pagina 13
LA TERZA REPUBBLICA NATA MORTA
Dai quotidiani di oggi:
La notizia di testa de "IL GIORNO" di oggi è questa:
GIUSSANO, A 28 ANNI AMMAZZA MADRE NONNA E SI UCCIDE
<<Sono finiti i soldi>>
Fa strage in famiglia
RONCONI e L'ANALISI di PARSI A pagina 13
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 8 ospiti