Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Camere, Pd: “Dialogo? Solo se si riparte da zero”
5 stelle, salta l’assemblea congiunta dei gruppi
L’invito del centrodestra a un “incontro con tutti” non raccoglie consensi. Rosato: “Non ci stiamo se
tutto già deciso”. M5s, sconvocato l’incontro dei parlamentari. Tensioni sul nome di Fico a Montecitorio
Politica
Il Partito Democratico, da un lato, è disposto al confronto “se si riparte da zero“. Il M5s, dall’altro, alle prese con i malumori della base per la trattativa con il centrodestra sulle presidenze delle Camere, rinvia l’assemblea congiunta dei gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama convocata per le 13 sulla questione. L’invito diramato dal centrodestra a un “incontro congiunto” per ora non ha sortito effetti: non si sblocca lo stallo nelle trattative intavolate dai partiti per tentare di trovare un accordo sull’elezione della seconda e la terza carica dello Stato
di F. Q.
•CENTRODESTRA: “A NOI PRESIDENTE SENATO, CAMERA AI 5 STELLE. INCONTRO COI PARTITI”
•M5S INDICHERÀ FICO COME PRESIDENTE DI MONTECITORIO: “MA NO A ROMANI AL SENATO”
•VIDEO – GIULIA GRILLO (M5S): “NO A ROMANI” •VIDEO – SALVINI: “M5S E ROMANI? NOMI E COGNOMI SIANO CONDIVISI” (DI M. LANARO)
5 stelle, salta l’assemblea congiunta dei gruppi
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tutto già deciso”. M5s, sconvocato l’incontro dei parlamentari. Tensioni sul nome di Fico a Montecitorio
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Re: Diario della caduta di un regime.
UncleTom ha scritto:Camere, Pd: “Dialogo? Solo se si riparte da zero”
5 stelle, salta l’assemblea congiunta dei gruppi
L’invito del centrodestra a un “incontro con tutti” non raccoglie consensi. Rosato: “Non ci stiamo se
tutto già deciso”. M5s, sconvocato l’incontro dei parlamentari. Tensioni sul nome di Fico a Montecitorio
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Camere, M5s rinvia assemblea dei gruppi. Rosato: “Confronto se si riparte da zero”
L'invito diramato dal centrodestra a un "incontro congiunto" per ora non ha sortito effetti: non si sblocca lo stallo nelle trattative intavolate dai partiti per tentare di trovare un accordo sull'elezione della seconda e la terza carica dello Stato
di F. Q. | 22 marzo 2018
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Più informazioni su: Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle, PD
Il Partito Democratico, da un lato, è disposto al confronto “se si riparte da zero“. Il M5s, dall’altro, alle prese con i malumori della base per la trattativa con il centrodestra sulle presidenze delle Camere, rinvia l’assemblea congiunta dei gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama convocata per le 13 sulla questione. L’invito diramato dal centrodestra a un “incontro congiunto” per ora non ha sortito effetti: non si sblocca lo stallo nelle trattative intavolate dai partiti per tentare di trovare un accordo sull’elezione della seconda e la terza carica dello Stato.
“Il centrodestra – si leggeva in una nota diramata mercoledì da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – propone ai capigruppi parlamentari un comune percorso istituzionale che consenta alla coalizione vincente (il centrodestra) di esprimere il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare M5s il presidente della Camera. A tal fine anche per concordare i nomi i leader del centrodestra invitano le altre forze politiche ad un incontro congiunto”.
Se in serata il Pd aveva risposto picche, oggi Ettore Rosato ribadisce il no ma sposta il discorso un po’ più in là: “Nel comunicato c’era scritto ‘abbiamo già deciso i presidenti di Camera e Senato, uno a Forza Italia e uno al M5s, ci vediamo e così ve lo diciamo’ – ha detto l’esponente dem a Circo Massimo su Radio Capital – bastava un sms sotto quel profilo. Nella tarda serata Forza Italia ha poi detto facciamo un incontro partendo da zero e a quel punto siamo assolutamente disponibili come sempre al confronto, a ragionare insieme”.
“Non è il momento ancora di dare giudizi sulle persone lo faremo se chiamati a farlo – ha detto ancora Rosato, rispondendo alla domanda se i nomi usciti finora per le presidenze di Camera e Senato di Bernini, Romani, Fraccaro e Fico siano all’altezza – il M5S non ha fatto nessun nome ufficialmente, sono più indiscrezioni giornalistiche, mentre FI li avanzati formalmente. Vediamo se questi nomi resistono alla giornata di oggi”. “Non tutti – prosegue – si tratta sempre della seconda carica dello Stato. E’ chiaro che tutti i giudizi sono di parte, ciascuno ha il proprio punto di vista. Cerchiamo di trovare almeno il metodo“.
A Rosato ha fatto eco Lorenzo Guerini: “Se si riparte da zero ragionando con disponibilità e con il criterio ispiratore che è quello di fare le scelte migliori per affidare le presidenze di Camera e Senato, il Pd c’è”, ha detto a Radio Radicale il coordinatore della segreteria dem.
L’apertura del Pd arriva nel momento in cui in casa M5s si registra una frenata nelle trattative con il centrodestra. Le ricostruzioni di diversi giornali sottolineano come i colloqui con l’avversario di sempre agitino la base e pongano questioni di metodo e di merito: secondo il Corriere della Sera, la trilaterale FI-Lega-FdI avrebbe messo condizione per l’incontro la presenza al tavolo di Luigi Di Maio. Una “condizione capestro”, perché se il candidato premier del M5s sedesse allo stesso tavolo di Silvio Berlusconi finirebbe per legittimare quest’ultimo nel suo ruolo di interlocutore politico.
Il malumore è diffuso. “No a Berlusconi tutta la vita”, ha detto mercoledì la senatrice Paola Taverna – che molti al Senato avrebbero voluto in corsa per la presidenza. E prende piede il timore di ritrovarsi in minoranza nelle due Camere anche sulle altre caselle meno in vista ma ugualmente determinanti, vedi la composizione degli uffici di presidenza. Il tutto per puntare a Palazzo Chigi. “E se non dovessimo spuntarla? – si chiedono in tanti tra le file M5S – rimarremmo davvero col cerino in mano“. “Ovvio che non saremo al tavolo con Berlusconi – osserva un senatore – ma lasciare a Fi la presidenza del Senato vuol dire comunque scendere a patti col Caimano”. Tanto che, riporta l’Adnkronos citando “fonti autorevoli”, Roberto Fico, che oggi l’assemblea avrebbe dovuto incoronare come candidato M5S alla presidenza della Camera, avrebbe confidato ad alcuni fedelissimi di essere pronto a sfilarsi qualora la situazione dovesse prendere una piega troppo compromettente.
La paura è che l’ex vicepresidente della Vigilanza Rai, un duro e puro del Movimento della prima ora e da molti ritenuto il capo degli ortodossi, possa essere impallinato dai voti del centrodestra, lasciando campo libero a una figura più vicina a Luigi Di Maio, in primis quella di Riccardo Fraccaro, indicato dal leader del Movimento come possibile ministro dei Rapporti col Parlamento in un ipotetico governo targato M5S.
Un fatto è certo: il Movimento ha sconvocato l’assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato, che avrebbe avrebbe dovuto indicare il candidato pentastellato per la presidenza dell’assemblea di Montecitorio. Al momento non sono note le motivazioni, ma da fonti M5S non si esclude una nuova convocazione entro la serata o domattina. Non si esclude che la decisione sia dettata dall’esigenza di fare il punto della situazione, magari rivedendo la strategia per la partita delle presidenze. “Ci sono movimenti tellurici – sussurra un eletto di lungo corso – forse le parole di Rosato, che ha aperto al confronto ripartendo da zero, hanno dato da pensare”.
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di F. Q. | 22 marzo 2018
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Re: Diario della caduta di un regime.
Elezioni, ci pensa Cetto Laqualunque: “Sono stato incaricato di formare il Governo, ho preso armi e bagasce e ho accettato”
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... o/4235693/
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Re: Diario della caduta di un regime.
22 mar 2018 13:11
TE LO DO IO IL “CAIMANO” – IL DIRETTORE DI MICROMEGA PAOLO FLORES D’ARCAIS: "PER I GRILLINI È UN SUICIDIO TRATTARE CON BERLUSCONI SU NOMI COME GASPARRI" – IL CONSIGLIO A DI MAIO: “MEGLIO PROPORRE UN PREMIER FUORI DAI PARTITI: NELLA SQUADRA DI GOVERNO VEDO ZAGREBELSKY, MONTANARI E DAVIGO…”
Andrea Carugati per la Stampa
«Vedo che la terna proposta da Berlusconi per la guida del Senato comprende addirittura Gasparri. Io non so se nel M5S si rendono conto dell' enormità della cosa, anche solo discutere un' ipotesi del genere per loro sarebbe un suicidio». Paolo Flores d' Arcais, intellettuale, direttore di MicroMega, un tempo animatore dei girotondi contro il «Caimano», non si dà pace. Lui non ha votato il Movimento di Grillo il 4 marzo, ma lo considera il meno peggio sulla scena politica attuale, «l' unico voto razionale che oggi si possa dare».
Probabilmente il M5S non voterà il candidato di Forza Italia in Senato, non lascerà le impronte digitali visto che il centrodestra al ballottaggio ha i voti necessari.
silvio berlusconi forza italia silvio berlusconi forza italia
«Il nuovo regolamento del Senato consente queste manovrine, ma molti elettori del Movimento avrebbero la netta sensazione di un accordo con la destra. Non lasciare le impronte sarebbe solo una furbizia, di quelle che il M5S ha sempre denunciato negli altri. E poi, una volta raggiunto l' accordo sulle presidenze delle Camere, anche la strada per fare un governo insieme diventerebbe percorribile».
Perché non dovrebbe essere percorsa?
«Dieci giorni fa ho dato un consiglio non richiesto a Di Maio e spero ancora che possa essere ascoltato: devono proporre al Quirinale un premier fuori dai partiti che realizzi i punti fondamentali del loro programma, a partire dal reddito di cittadinanza. Penso a una squadra con Gustavo Zagrebelsky, Tomaso Montanari, Piercamillo Davigo.
Tutte personalità che sono sempre state apprezzate dal M5S. Di fronte a questa proposta il Pd sarebbe indotto a uscire dall' isolamento, da una posizione di comodo che è anche irresponsabile. Il Pd non potrebbe dire no, malgrado Renzi: sarebbe come fare harakiri».
Perché mai dovrebbero governare personalità illustri ma che non sono state votate? Non sarebbe più naturale un accordo tra Lega e grillini?
luigi di maio luigi di maio
«Milioni di cittadini hanno votato il M5S, ora sta a Di Maio e soci decidere come utilizzare questo consenso in una democrazia parlamentare. Io suggerisco un governo che risponda ai valori di fondo del Movimento, uguaglianza e lotta alla corruzione».
Lei ha parlato di un filo rosso tra il popolo dei girotondi e il partito di Grillo. Non crede che oggi il M5S sia una cosa diversa?
«Io credo che larga parte dei consensi sia ancora su quell' onda lunga. In ogni caso non sono Nostradamus e non posso fare profezie».
Al netto di Berlusconi, lei sarebbe contrario anche a un' intesa solo tra Di Maio e Salvini?
FLORES D\'ARCAIS E MORETTI FLORES D\'ARCAIS E MORETTI
«Sono due ipotesi ugualmente immonde. Ma in ogni caso la destra si è ricompattata, e dunque Di Maio si appresta a trattare con questo moloch unico».
Sarebbe comunque una strada per governare. Magari affermare alcuni punti del programma.
«Come si può pensare di mettere insieme il reddito di cittadinanza con la flat tax? Sono due visioni agli antipodi».
TE LO DO IO IL “CAIMANO” – IL DIRETTORE DI MICROMEGA PAOLO FLORES D’ARCAIS: "PER I GRILLINI È UN SUICIDIO TRATTARE CON BERLUSCONI SU NOMI COME GASPARRI" – IL CONSIGLIO A DI MAIO: “MEGLIO PROPORRE UN PREMIER FUORI DAI PARTITI: NELLA SQUADRA DI GOVERNO VEDO ZAGREBELSKY, MONTANARI E DAVIGO…”
Andrea Carugati per la Stampa
«Vedo che la terna proposta da Berlusconi per la guida del Senato comprende addirittura Gasparri. Io non so se nel M5S si rendono conto dell' enormità della cosa, anche solo discutere un' ipotesi del genere per loro sarebbe un suicidio». Paolo Flores d' Arcais, intellettuale, direttore di MicroMega, un tempo animatore dei girotondi contro il «Caimano», non si dà pace. Lui non ha votato il Movimento di Grillo il 4 marzo, ma lo considera il meno peggio sulla scena politica attuale, «l' unico voto razionale che oggi si possa dare».
Probabilmente il M5S non voterà il candidato di Forza Italia in Senato, non lascerà le impronte digitali visto che il centrodestra al ballottaggio ha i voti necessari.
silvio berlusconi forza italia silvio berlusconi forza italia
«Il nuovo regolamento del Senato consente queste manovrine, ma molti elettori del Movimento avrebbero la netta sensazione di un accordo con la destra. Non lasciare le impronte sarebbe solo una furbizia, di quelle che il M5S ha sempre denunciato negli altri. E poi, una volta raggiunto l' accordo sulle presidenze delle Camere, anche la strada per fare un governo insieme diventerebbe percorribile».
Perché non dovrebbe essere percorsa?
«Dieci giorni fa ho dato un consiglio non richiesto a Di Maio e spero ancora che possa essere ascoltato: devono proporre al Quirinale un premier fuori dai partiti che realizzi i punti fondamentali del loro programma, a partire dal reddito di cittadinanza. Penso a una squadra con Gustavo Zagrebelsky, Tomaso Montanari, Piercamillo Davigo.
Tutte personalità che sono sempre state apprezzate dal M5S. Di fronte a questa proposta il Pd sarebbe indotto a uscire dall' isolamento, da una posizione di comodo che è anche irresponsabile. Il Pd non potrebbe dire no, malgrado Renzi: sarebbe come fare harakiri».
Perché mai dovrebbero governare personalità illustri ma che non sono state votate? Non sarebbe più naturale un accordo tra Lega e grillini?
luigi di maio luigi di maio
«Milioni di cittadini hanno votato il M5S, ora sta a Di Maio e soci decidere come utilizzare questo consenso in una democrazia parlamentare. Io suggerisco un governo che risponda ai valori di fondo del Movimento, uguaglianza e lotta alla corruzione».
Lei ha parlato di un filo rosso tra il popolo dei girotondi e il partito di Grillo. Non crede che oggi il M5S sia una cosa diversa?
«Io credo che larga parte dei consensi sia ancora su quell' onda lunga. In ogni caso non sono Nostradamus e non posso fare profezie».
Al netto di Berlusconi, lei sarebbe contrario anche a un' intesa solo tra Di Maio e Salvini?
FLORES D\'ARCAIS E MORETTI FLORES D\'ARCAIS E MORETTI
«Sono due ipotesi ugualmente immonde. Ma in ogni caso la destra si è ricompattata, e dunque Di Maio si appresta a trattare con questo moloch unico».
Sarebbe comunque una strada per governare. Magari affermare alcuni punti del programma.
«Come si può pensare di mettere insieme il reddito di cittadinanza con la flat tax? Sono due visioni agli antipodi».
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Re: Diario della caduta di un regime.
22 mar 2018 10:56
LA PROFEZIA DI VAROUFAKIS: “L'ITALIA AVRÀ UN GOVERNO CHE NON SI OPPORRÀ ALL’UE MA AVRÀ DIFFICOLTÀ AD APPLICARE LE POLITICHE DI BRUXELLES PERCHÉ IL SISTEMA ECONOMICO ITALIANO NON È PIÙ SOSTENIBILE NELLE REGOLE DELL'EUROZONA - SERVE UN GOVERNO CHE DICA LA VERITÀ. ECCO COSA DEVE FARE L'ITALIA PER RIPRENDERSI - RENZI? RE DELL’APPROSSIMAZIONE. IL M5S? SI RIPOSIZIONA AL CENTRO MA GLI ELETTORI…”
Angela Mauro per https://www.huffingtonpost.it
VAROUFAKIS AL MARE VAROUFAKIS AL MARE
"Dovremmo fare come la Cina e dire a Facebook: se vuoi operare in Europa sappi che i cittadini sono proprietari dei loro dati e se vuoi venderli devi chiedere loro il permesso".
Yanis Varoufakis ama le provocazioni. Ma questa sul modello cinese da seguire contro gli abusi di Facebook e Cambridge Analytica proprio non lo è. Dall'alto (o dal basso) della sua storia di censure, il regime di Xi Jinping ha qualcosa da insegnare all'Europa anche in materia di protezione dei dati personali, ci spiega l'ex ministro delle finanze greco in questa intervista con Huffpost. Un colloquio che va dagli abusi di Facebook alle elezioni italiane, la Grecia, le elezioni europee del 2019 che vedranno Varoufakis di nuovo in pista come candidato del movimento transnazionale Diem25.
Modello cinese ha detto?
LUIGI DE MAGISTRIS CON VAROUFAKIS LUIGI DE MAGISTRIS CON VAROUFAKIS
lo non vorrei mai vivere lì: sia chiaro. Ma la Cina dice a Google e Facebook che, per operare nel nostro territorio, dovete rispettare delle regole particolari. Ciò che suggerisco all'Europa è di fare la stessa cosa ma naturalmente con regole diverse e molto liberali che diano il potere non allo Stato, come avviene in Cina, ma ai cittadini.
L'unica soluzione contro l'uso e l'abuso dei dati personali per scopi politici è che l'Europa vari provvedimenti che difendano questi dati come qualcosa che ci appartiene. Punto. L'Ue dovrebbe vietare a Facebook ogni diritto di proprietà sui dati detenuti. Queste aziende fanno un sacco di soldi vendendo dati personali per usi commerciali e politici. Non possiamo fare molto a livello di Stati nazionali, ma a livello europeo sì.
VAROUFAKIS CORTEO ROMA VAROUFAKIS CORTEO ROMA
Europa: Varoufakis punta dritto alle europee del 2019. Lunedì presenta la sua nuova creatura politica in Grecia, Mera25. Perché 'Mera'?
Mera significa 'giorno' in greco, come 'Diem' in latino. Mera è l'affiliato greco del movimento transnazionale europeo 'Diem25'. E' un fronte di disobbedienza europea, incarna l'idea di un nuovo europeismo radicale che dica no alle politiche attuali di Bruxelles e della Troika, che stanno disintegrando l'Europa.
VAROUFAKIS FAZIO VAROUFAKIS FAZIO
Però per questa Europa in crisi, schiacciata tra Putin e Trump, c'è ancora qualcosa da fare, visto che vi presentate alle elezioni.
Certo che c'è un'opportunità. La nostra democrazia può e deve essere rinvigorita. E, per farlo, sta ai nostri cittadini usare le leve del processo democratico. Possiamo biasimare solo noi stessi se non avviene.
In quale paese europeo state avendo più successo?
Da quando abbiamo inaugurato Diem 25 due anni fa a Berlino, tra noi la componente più ampia è tedesca. E questo ci dà molto fiato (ride).
VAROUFAKIS SPOCK VAROUFAKIS SPOCK
Lei dice 'possiamo biasimare solo noi stessi' se la democrazia non si rinvigorisce. Allo stesso tempo, parlando di elezioni italiane, accusa il M5s di essere diventato un movimento centrista. Eppure, nelle urne, quel movimento è stato la speranza di chi voleva cambiare le cose. Hanno barato? E i cittadini da biasimare si sono lasciati abbindolare ancora una volta?
Penso che il M5s si stia posizionando al centro, pur essendo nato come un movimento di protesta anti-establishment e contro quel mix fatto di burocrazia e corruzione in Italia. Ma nel momento in cui si sono visti aumentare il consenso, come nelle scorse elezioni, stanno cercando disperatamente di formare un governo, stanno mandando segnali al centro e soprattutto a Bruxelles. Ma non dimentichiamo che gli elettori hanno votato per il M5s e non per un ennesimo partito di sistema. E' questo il loro dilemma. Se per formare un governo, diventano come il Partito Democratico, alienano la loro stessa base. Oggi c'è un grande gap tra le capacità del sistema politico e i bisogni dell'elettorato.
RENZI VAROUFAKIS RENZI VAROUFAKIS
Se questo è il loro dilemma, perché per Diem25 dovrebbe andare diversamente?
La via d'uscita è stabilire molto chiaramente prima delle elezioni il programma politico che vuoi attuare in caso di vittoria. L'approssimazione, il 'wishful thinking', il linguaggio elaborato o la prosa bella, usati prima delle elezioni, portano ai compromessi dopo le elezioni e questo distrugge tutto.
Ma senza compromesso non si governa. Ad ogni modo mi fa un esempio della vostra concretezza?
yanis varoufakis yanis varoufakis
Due esempi: uno dalla prospettiva europea e uno dalla prospettiva greca. Primo: siamo tutti d'accordo sul fatto che gli investimenti siano importanti in Europa e che non ce ne sono abbastanza, soprattutto sulla 'green economy'. La domanda è sempre la stessa: dove si trovano le risorse?
La nostra risposta è: la Banca Centrale Europea degli investimenti dovrebbe emettere 500miliardi di eurobond ogni anno per 5 anni, il che equivale al 4-5 per cento del pil dell'Eurozona, per investire nelle tecnologie e nell'economia verde. Allo stesso tempo la Banca centrale europea, cioè Mario Draghi, dovrebbe dichiarare la disponibilità della Bce a comprare questi bonds, in modo da alzare il loro tasso di interesse. Il vantaggio di questa proposta è che è europea e poi è assolutamente legale e nel rispetto dei trattati europei. Gli altri leader politici ci dicano perché sarebbe una cattiva idea.
LA CAMICIA DI VAROUFAKIS LA CAMICIA DI VAROUFAKIS
E la proposta per la Grecia?
In Grecia il 50 per cento dei crediti bancari sono 'non performing loans'. E cosa sta facendo la Troika? Li sta svendendo a rapaci fondi stranieri che poi sfrattano le famiglie che non possono più pagare il mutuo e prendono le loro proprietà per 9-10mila euro, pochissimo rispetto al valore originario del mutuo. E' una pratica tossica per la società, un'idiozia per l'economia.
Perché spinge i prezzi ancora più giù e questo diventa un problema per le banche. La nostra proposta è di creare una 'bad bank' pubblica che si prenda tutti questi crediti deteriorati. A quel punto, chi non può pagare il mutuo pagherebbe un canone di affitto alla bad bank pubblica in proporzione al proprio reddito. Quando i prezzi si alzano e raggiungono il livello del prestito, allora si può dire a queste famiglie di scegliere: o vendono la casa e cancellano il debito oppure prendono un altro prestito per riprendersi la proprietà dalla bad bank pubblica.
Tsipras e Yanis Varoufakis Tsipras e Yanis Varoufakis
E questo direte in Grecia in vista delle prossime elezioni a fine anno o l'anno prossimo.
Se hai delle proposte specifiche e le metti sul tavolo prima delle elezioni, riesci a evitare di capitolare dopo il voto, come sta facendo il M5s. Succede perché per esempio loro non hanno una posizione sull'euro: quello che hanno detto negli ultimi anni sull'euro è assolutamente contraddittorio. Non hanno una risposta sui non-performing loans: non prevedono alcun ruolo del pubblico nella loro gestione.
Significa che hanno fatto solo propaganda in campagna elettorale? O sono stati vaghi?
VAROUFAKIS VAROUFAKIS
Sono stati vaghi, ma del resto nella campagna elettorale italiana nessuno è stato preciso. Matteo Renzi è stato il re dell'approssimazione: da un lato si presenta come leale a Bruxelles e dall'altro lato promette di fare opposizione a Bruxelles. Quando era primo ministro chiedeva di violare il fiscal compact invece di proporre un fiscal compact alternativo, per dire.
Cosa pensa succederà in Italia adesso?
Un conto è ciò che penso avverrà, altro è ciò che mi auguro. Penso che l'Italia avrà un governo che non si opporrà a Bruxelles ma dall'altro lato avrà difficoltà ad applicare le politiche di Bruxelles perché il sistema economico italiano non è più sostenibile nelle regole attuali dell'Eurozona.
varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras
Ma ciò che mi piacerebbe vedere è un governo che dica la verità agli italiani. E cioè che l'Italia, per riprendersi, deve chiedere all'Eurogruppo e al Consiglio europeo di ripensare e ridisegnare le regole fiscali europee e monetarie in particolare la politica di investimenti che fa acqua totalmente. Ecco perché la vostra campagna elettorale mi è sembrata lunare: l'Europa non c'è stata oppure era come un elefante in una stanza.
Grecia: ci parla con Tsipras?
Zero.
Cosa prevede per il governo in Grecia?
VAROUFAKIS CHE GUEVARA VAROUFAKIS CHE GUEVARA
Non importa perché la Grecia non ha un governo, non ha un briciolo di autonomia. Il sindaco di Palermo ha più autorità del governo greco: davvero! Non c'è proposta di legge che arrivi in Parlamento senza che sia dettata dalla Troika. Quindi a chi importa chi sia al governo? Se vincesse Mitsotakis (leader del partito conservatore 'Nuova Democrazia', ndr.) il Parlamento si troverebbe ad esaminare le stesse proposte legislative. La Grecia è in bancarotta dal 2010: abbiamo uno Stato in bancarotta, le banche in bancarotta, le aziende e le famiglie in bancarotta.
Tutti devono soldi a qualcuno e nessuno può pagare. E il sistema politico è completamente determinato da Bruxelles. Non avrei nulla da dire, se solo sapessero quello che stanno facendo, se usassero politiche che possano rivitalizzare l'economia e la società. Ma non lo stanno facendo.
TSAKALATOS VAROUFAKIS 4 TSAKALATOS VAROUFAKIS 4
Ultima domanda: cosa pensa dei presunti legami tra l'oligarca russo Ivan Savvidis e Syriza? Savvidis è il presidente del Paok di Salonicco sceso in campo armato di pistola in una partita contro l'Aek di Atene dieci giorni fa...
Dico solo che negli ultimi 30 anni in Grecia, ogni governo eletto 'è andato a letto' con qualche oligarca. L'ha fatto il Pasok, Nuova democrazia ed è chiaro che anche Syriza usi la stessa strategia ora. E' questo è il motivo per cui noi lanciamo un nuovo partito.
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VAROUFAKIS AL MARE VAROUFAKIS AL MARE
"Dovremmo fare come la Cina e dire a Facebook: se vuoi operare in Europa sappi che i cittadini sono proprietari dei loro dati e se vuoi venderli devi chiedere loro il permesso".
Yanis Varoufakis ama le provocazioni. Ma questa sul modello cinese da seguire contro gli abusi di Facebook e Cambridge Analytica proprio non lo è. Dall'alto (o dal basso) della sua storia di censure, il regime di Xi Jinping ha qualcosa da insegnare all'Europa anche in materia di protezione dei dati personali, ci spiega l'ex ministro delle finanze greco in questa intervista con Huffpost. Un colloquio che va dagli abusi di Facebook alle elezioni italiane, la Grecia, le elezioni europee del 2019 che vedranno Varoufakis di nuovo in pista come candidato del movimento transnazionale Diem25.
Modello cinese ha detto?
LUIGI DE MAGISTRIS CON VAROUFAKIS LUIGI DE MAGISTRIS CON VAROUFAKIS
lo non vorrei mai vivere lì: sia chiaro. Ma la Cina dice a Google e Facebook che, per operare nel nostro territorio, dovete rispettare delle regole particolari. Ciò che suggerisco all'Europa è di fare la stessa cosa ma naturalmente con regole diverse e molto liberali che diano il potere non allo Stato, come avviene in Cina, ma ai cittadini.
L'unica soluzione contro l'uso e l'abuso dei dati personali per scopi politici è che l'Europa vari provvedimenti che difendano questi dati come qualcosa che ci appartiene. Punto. L'Ue dovrebbe vietare a Facebook ogni diritto di proprietà sui dati detenuti. Queste aziende fanno un sacco di soldi vendendo dati personali per usi commerciali e politici. Non possiamo fare molto a livello di Stati nazionali, ma a livello europeo sì.
VAROUFAKIS CORTEO ROMA VAROUFAKIS CORTEO ROMA
Europa: Varoufakis punta dritto alle europee del 2019. Lunedì presenta la sua nuova creatura politica in Grecia, Mera25. Perché 'Mera'?
Mera significa 'giorno' in greco, come 'Diem' in latino. Mera è l'affiliato greco del movimento transnazionale europeo 'Diem25'. E' un fronte di disobbedienza europea, incarna l'idea di un nuovo europeismo radicale che dica no alle politiche attuali di Bruxelles e della Troika, che stanno disintegrando l'Europa.
VAROUFAKIS FAZIO VAROUFAKIS FAZIO
Però per questa Europa in crisi, schiacciata tra Putin e Trump, c'è ancora qualcosa da fare, visto che vi presentate alle elezioni.
Certo che c'è un'opportunità. La nostra democrazia può e deve essere rinvigorita. E, per farlo, sta ai nostri cittadini usare le leve del processo democratico. Possiamo biasimare solo noi stessi se non avviene.
In quale paese europeo state avendo più successo?
Da quando abbiamo inaugurato Diem 25 due anni fa a Berlino, tra noi la componente più ampia è tedesca. E questo ci dà molto fiato (ride).
VAROUFAKIS SPOCK VAROUFAKIS SPOCK
Lei dice 'possiamo biasimare solo noi stessi' se la democrazia non si rinvigorisce. Allo stesso tempo, parlando di elezioni italiane, accusa il M5s di essere diventato un movimento centrista. Eppure, nelle urne, quel movimento è stato la speranza di chi voleva cambiare le cose. Hanno barato? E i cittadini da biasimare si sono lasciati abbindolare ancora una volta?
Penso che il M5s si stia posizionando al centro, pur essendo nato come un movimento di protesta anti-establishment e contro quel mix fatto di burocrazia e corruzione in Italia. Ma nel momento in cui si sono visti aumentare il consenso, come nelle scorse elezioni, stanno cercando disperatamente di formare un governo, stanno mandando segnali al centro e soprattutto a Bruxelles. Ma non dimentichiamo che gli elettori hanno votato per il M5s e non per un ennesimo partito di sistema. E' questo il loro dilemma. Se per formare un governo, diventano come il Partito Democratico, alienano la loro stessa base. Oggi c'è un grande gap tra le capacità del sistema politico e i bisogni dell'elettorato.
RENZI VAROUFAKIS RENZI VAROUFAKIS
Se questo è il loro dilemma, perché per Diem25 dovrebbe andare diversamente?
La via d'uscita è stabilire molto chiaramente prima delle elezioni il programma politico che vuoi attuare in caso di vittoria. L'approssimazione, il 'wishful thinking', il linguaggio elaborato o la prosa bella, usati prima delle elezioni, portano ai compromessi dopo le elezioni e questo distrugge tutto.
Ma senza compromesso non si governa. Ad ogni modo mi fa un esempio della vostra concretezza?
yanis varoufakis yanis varoufakis
Due esempi: uno dalla prospettiva europea e uno dalla prospettiva greca. Primo: siamo tutti d'accordo sul fatto che gli investimenti siano importanti in Europa e che non ce ne sono abbastanza, soprattutto sulla 'green economy'. La domanda è sempre la stessa: dove si trovano le risorse?
La nostra risposta è: la Banca Centrale Europea degli investimenti dovrebbe emettere 500miliardi di eurobond ogni anno per 5 anni, il che equivale al 4-5 per cento del pil dell'Eurozona, per investire nelle tecnologie e nell'economia verde. Allo stesso tempo la Banca centrale europea, cioè Mario Draghi, dovrebbe dichiarare la disponibilità della Bce a comprare questi bonds, in modo da alzare il loro tasso di interesse. Il vantaggio di questa proposta è che è europea e poi è assolutamente legale e nel rispetto dei trattati europei. Gli altri leader politici ci dicano perché sarebbe una cattiva idea.
LA CAMICIA DI VAROUFAKIS LA CAMICIA DI VAROUFAKIS
E la proposta per la Grecia?
In Grecia il 50 per cento dei crediti bancari sono 'non performing loans'. E cosa sta facendo la Troika? Li sta svendendo a rapaci fondi stranieri che poi sfrattano le famiglie che non possono più pagare il mutuo e prendono le loro proprietà per 9-10mila euro, pochissimo rispetto al valore originario del mutuo. E' una pratica tossica per la società, un'idiozia per l'economia.
Perché spinge i prezzi ancora più giù e questo diventa un problema per le banche. La nostra proposta è di creare una 'bad bank' pubblica che si prenda tutti questi crediti deteriorati. A quel punto, chi non può pagare il mutuo pagherebbe un canone di affitto alla bad bank pubblica in proporzione al proprio reddito. Quando i prezzi si alzano e raggiungono il livello del prestito, allora si può dire a queste famiglie di scegliere: o vendono la casa e cancellano il debito oppure prendono un altro prestito per riprendersi la proprietà dalla bad bank pubblica.
Tsipras e Yanis Varoufakis Tsipras e Yanis Varoufakis
E questo direte in Grecia in vista delle prossime elezioni a fine anno o l'anno prossimo.
Se hai delle proposte specifiche e le metti sul tavolo prima delle elezioni, riesci a evitare di capitolare dopo il voto, come sta facendo il M5s. Succede perché per esempio loro non hanno una posizione sull'euro: quello che hanno detto negli ultimi anni sull'euro è assolutamente contraddittorio. Non hanno una risposta sui non-performing loans: non prevedono alcun ruolo del pubblico nella loro gestione.
Significa che hanno fatto solo propaganda in campagna elettorale? O sono stati vaghi?
VAROUFAKIS VAROUFAKIS
Sono stati vaghi, ma del resto nella campagna elettorale italiana nessuno è stato preciso. Matteo Renzi è stato il re dell'approssimazione: da un lato si presenta come leale a Bruxelles e dall'altro lato promette di fare opposizione a Bruxelles. Quando era primo ministro chiedeva di violare il fiscal compact invece di proporre un fiscal compact alternativo, per dire.
Cosa pensa succederà in Italia adesso?
Un conto è ciò che penso avverrà, altro è ciò che mi auguro. Penso che l'Italia avrà un governo che non si opporrà a Bruxelles ma dall'altro lato avrà difficoltà ad applicare le politiche di Bruxelles perché il sistema economico italiano non è più sostenibile nelle regole attuali dell'Eurozona.
varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras
Ma ciò che mi piacerebbe vedere è un governo che dica la verità agli italiani. E cioè che l'Italia, per riprendersi, deve chiedere all'Eurogruppo e al Consiglio europeo di ripensare e ridisegnare le regole fiscali europee e monetarie in particolare la politica di investimenti che fa acqua totalmente. Ecco perché la vostra campagna elettorale mi è sembrata lunare: l'Europa non c'è stata oppure era come un elefante in una stanza.
Grecia: ci parla con Tsipras?
Zero.
Cosa prevede per il governo in Grecia?
VAROUFAKIS CHE GUEVARA VAROUFAKIS CHE GUEVARA
Non importa perché la Grecia non ha un governo, non ha un briciolo di autonomia. Il sindaco di Palermo ha più autorità del governo greco: davvero! Non c'è proposta di legge che arrivi in Parlamento senza che sia dettata dalla Troika. Quindi a chi importa chi sia al governo? Se vincesse Mitsotakis (leader del partito conservatore 'Nuova Democrazia', ndr.) il Parlamento si troverebbe ad esaminare le stesse proposte legislative. La Grecia è in bancarotta dal 2010: abbiamo uno Stato in bancarotta, le banche in bancarotta, le aziende e le famiglie in bancarotta.
Tutti devono soldi a qualcuno e nessuno può pagare. E il sistema politico è completamente determinato da Bruxelles. Non avrei nulla da dire, se solo sapessero quello che stanno facendo, se usassero politiche che possano rivitalizzare l'economia e la società. Ma non lo stanno facendo.
TSAKALATOS VAROUFAKIS 4 TSAKALATOS VAROUFAKIS 4
Ultima domanda: cosa pensa dei presunti legami tra l'oligarca russo Ivan Savvidis e Syriza? Savvidis è il presidente del Paok di Salonicco sceso in campo armato di pistola in una partita contro l'Aek di Atene dieci giorni fa...
Dico solo che negli ultimi 30 anni in Grecia, ogni governo eletto 'è andato a letto' con qualche oligarca. L'ha fatto il Pasok, Nuova democrazia ed è chiaro che anche Syriza usi la stessa strategia ora. E' questo è il motivo per cui noi lanciamo un nuovo partito.
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Re: Diario della caduta di un regime.
“Il Caimano Atto II”: editoriale di Marco Travaglio
Pubblicato su 21 Mar 2018 da infosannio 12 commenti
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano del 21 marzo 2018) –
Avete notato che B. non si vede più? Tranquilli, non è morto, e non si è nemmeno ritirato.
È semplicemente in fase di sommersione, come ogni Caimano che si rispetti.
Quando deve fare cose indicibili e indecenti, non si mostra e non parla.
Sta sott’acqua e di lì agisce, lontano da occhi e orecchi indiscreti.
Non a caso tornano a circolare nelle sue residenze gli Uomini dell’Ombra, come Letta e Verdini, nel tradizionale turn over del Partito Azienda che alterna, a seconda delle convenienze, le colombe ai falchi. Niccolò Ghedini, per dire, protagonista delle sfortunate liste forziste, non serve più: meglio che si occupi dei processi che fra poco ripartono.
Tocca agli Inciucio Men, impegnati in una mission quasi impossible: far fruttare il 13% racimolato da Forza Italia, vendendolo al migliore offerente per riportare B., se non al volante, almeno nel ruolo di ruota di scorta. Cioè per renderlo indispensabile per il prossimo governo, ovviamente in cambio di qualcosa.
Il tornaconto lo conosciamo da 25 anni, essendo la ragione sociale di FI fin dalla nascita: leggi e politiche favorevoli o almeno non ostili a Mediaset sui prossimi assetti della Rai (guai se si rafforzasse facendo vera concorrenza), sulla battaglia con Vivendi, sulle nuove tecnologie digitali; e, ça va sans dire, nessuna norma anti-trust, anti-conflitti d’interessi, anti-corruzione, anti-evasione e anti-mafia.
Il primo obiettivo di B., sfumata la possibilità di tornare protagonista in un governo di centrodestra, è di evitare l’irrilevanza che gli deriverebbe da due diverse ipotesi di governo, entrambe per lui esiziali: un’alleanza 5Stelle-Lega, dove probabilmente Salvini scavalcherebbe per antiberlusconismo Di Maio per sgombrare il campo dalla mummia di Arcore una volta per tutte; e un’intesa 5Stelle-Pd, che passerebbe sul cadavere (politico) di Renzi e priverebbe il Caimano della sua ultima sponda nel centrosinistra (il Giglio Magico, con cui il partito Mediaset si è sempre trovato benissimo).
Se entrambe le soluzioni fallissero, B. avrebbe di che gioire, ma anche piangere, perché le elezioni in autunno sarebbero più vicine e il nuovo bipolarismo 5Stelle-Lega ridurrebbe il Pd e soprattutto FI a percentuali da prefisso telefonico. In quel caso però B. punterebbe sull’istinto di conservazione dei neoeletti per varare una bella ammucchiata, che è la sua prima e unica vera opzione: un inciucione con dentro Pd, FI, un pezzo di Lega di obbedienza maroniana e un pattuglione di parlamentari comprati qua e là o venuti via gratis per paura di perdere la poltrona appena agguantata il 4 marzo.
In quel caso, il suo ruolo sarebbe ben più decisivo di una ruota di scorta: quello di compratore-federatore dei voltagabbana che, facendo comodo a lui, i suoi media dipingerebbero come i nuovi “responsabili” e i salvatori dell’Italia dal baratro dell’instabilità.
Con quali mezzi B. pensa di arrivare a questo epilogo da film horror, onde evitare di essere tagliato fuori dai giochi politici per la prima volta in vita sua? I soliti.
Niente di imprevedibile, almeno per chi conosce la sua biografia, prima e dopo la “discesa in campo” del 1994.
Quando comanda lui, direttamente o per interposto Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), nessun problema: le leggi ad personam se le scrive da solo.
Quando invece un alleato gli impedisce di farsi gli affari suoi oppure comandano altri, scatta il piano A: per comprare chi si mette di traverso.
Se la compravendita va a buon fine (come nel caso di Sergio De Gregorio, passato dall’Idv a FI nel 2006 in cambio di 3 milioni, e dei 30 e più “responsabili” guidati da Razzi e Scilipoti, acquisiti nel 2010 per rimpiazzare i finiani in fuga), tutto ok.
Se no, si passa al piano B: i manganelli catodici e cartacei degli appositi canali tv e giornali.
Nel 1993-’94, la guerra preventiva contro Montanelli, che non voleva trasformare il Giornale in house organ, né levare il disturbo.
Poi, caduto a fine ’94 il primo governo per mano di Bossi, tre anni di linciaggio del Senatur a reti ed edicole unificate, seguito da profferte (anche di denaro) ai “lealisti” riuniti già allora intorno a Maroni per dar vita a una “Lega buona”, fino alla resa del leader e al suo ritorno all’ovile.
Intanto da Arcore partivano o passavano dossier contro Di Pietro: prima per farlo dimettere dal pool Mani Pulite (dicembre ’94) dopo l’invito a comparire a B.; poi per farlo indagare a Brescia dopo il suo rifiuto di diventare il numero 2 di FI (aprile ’95). Nel 2010, appena Fini si staccò dal Pdl, gli house organ aziendali scoprirono all’improvviso lo scandalo della casa di Montecarlo: tutto vero, per carità. Resta da capire se l’avessero scoperto all’indomani del divorzio, o se lo sapessero già prima e lo tenessero in caldo.
Un po’ come il dossier su Dino Boffo, che nel 2009, appena criticò su Avvenire il puttanaio arcoriano, si vide rinfacciare dal Giornale una condanna per molestie: vera anche quella, ma di qualche anno prima.
Ora ci risiamo. B. invita ciascuno dei suoi a “farsi amico un grillino e a portarlo dalla nostra parte”, perché i 5Stelle “vanno cacciati” o comprati. Intanto possiamo immaginare quanti dossier circolino nei palazzi del potere, per ricattare i vincitori affinché non si scordino dei vinti e diventino leader a sovranità limitata. Soprattutto di uno.
Il Giornale pubblica strani titoli su “I segreti di Salvini”, sotto i quali non c’è scritto (ancora) nulla. E strani pezzi a firma Luigi Bisignani (ex P2) sulla “lobby gay” che circonderebbe Di Maio.
Si spera che Salvini e Di Maio, diversamente dai precedenti oggetti delle attenzioni della Banda B., non abbiano scheletri nell’armadio né in proprio né attorno. Altrimenti farebbero bene a controllare l’armadio: di solito, insieme agli scheletri, c’è un fotografo di B.
Pubblicato su 21 Mar 2018 da infosannio 12 commenti
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano del 21 marzo 2018) –
Avete notato che B. non si vede più? Tranquilli, non è morto, e non si è nemmeno ritirato.
È semplicemente in fase di sommersione, come ogni Caimano che si rispetti.
Quando deve fare cose indicibili e indecenti, non si mostra e non parla.
Sta sott’acqua e di lì agisce, lontano da occhi e orecchi indiscreti.
Non a caso tornano a circolare nelle sue residenze gli Uomini dell’Ombra, come Letta e Verdini, nel tradizionale turn over del Partito Azienda che alterna, a seconda delle convenienze, le colombe ai falchi. Niccolò Ghedini, per dire, protagonista delle sfortunate liste forziste, non serve più: meglio che si occupi dei processi che fra poco ripartono.
Tocca agli Inciucio Men, impegnati in una mission quasi impossible: far fruttare il 13% racimolato da Forza Italia, vendendolo al migliore offerente per riportare B., se non al volante, almeno nel ruolo di ruota di scorta. Cioè per renderlo indispensabile per il prossimo governo, ovviamente in cambio di qualcosa.
Il tornaconto lo conosciamo da 25 anni, essendo la ragione sociale di FI fin dalla nascita: leggi e politiche favorevoli o almeno non ostili a Mediaset sui prossimi assetti della Rai (guai se si rafforzasse facendo vera concorrenza), sulla battaglia con Vivendi, sulle nuove tecnologie digitali; e, ça va sans dire, nessuna norma anti-trust, anti-conflitti d’interessi, anti-corruzione, anti-evasione e anti-mafia.
Il primo obiettivo di B., sfumata la possibilità di tornare protagonista in un governo di centrodestra, è di evitare l’irrilevanza che gli deriverebbe da due diverse ipotesi di governo, entrambe per lui esiziali: un’alleanza 5Stelle-Lega, dove probabilmente Salvini scavalcherebbe per antiberlusconismo Di Maio per sgombrare il campo dalla mummia di Arcore una volta per tutte; e un’intesa 5Stelle-Pd, che passerebbe sul cadavere (politico) di Renzi e priverebbe il Caimano della sua ultima sponda nel centrosinistra (il Giglio Magico, con cui il partito Mediaset si è sempre trovato benissimo).
Se entrambe le soluzioni fallissero, B. avrebbe di che gioire, ma anche piangere, perché le elezioni in autunno sarebbero più vicine e il nuovo bipolarismo 5Stelle-Lega ridurrebbe il Pd e soprattutto FI a percentuali da prefisso telefonico. In quel caso però B. punterebbe sull’istinto di conservazione dei neoeletti per varare una bella ammucchiata, che è la sua prima e unica vera opzione: un inciucione con dentro Pd, FI, un pezzo di Lega di obbedienza maroniana e un pattuglione di parlamentari comprati qua e là o venuti via gratis per paura di perdere la poltrona appena agguantata il 4 marzo.
In quel caso, il suo ruolo sarebbe ben più decisivo di una ruota di scorta: quello di compratore-federatore dei voltagabbana che, facendo comodo a lui, i suoi media dipingerebbero come i nuovi “responsabili” e i salvatori dell’Italia dal baratro dell’instabilità.
Con quali mezzi B. pensa di arrivare a questo epilogo da film horror, onde evitare di essere tagliato fuori dai giochi politici per la prima volta in vita sua? I soliti.
Niente di imprevedibile, almeno per chi conosce la sua biografia, prima e dopo la “discesa in campo” del 1994.
Quando comanda lui, direttamente o per interposto Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), nessun problema: le leggi ad personam se le scrive da solo.
Quando invece un alleato gli impedisce di farsi gli affari suoi oppure comandano altri, scatta il piano A: per comprare chi si mette di traverso.
Se la compravendita va a buon fine (come nel caso di Sergio De Gregorio, passato dall’Idv a FI nel 2006 in cambio di 3 milioni, e dei 30 e più “responsabili” guidati da Razzi e Scilipoti, acquisiti nel 2010 per rimpiazzare i finiani in fuga), tutto ok.
Se no, si passa al piano B: i manganelli catodici e cartacei degli appositi canali tv e giornali.
Nel 1993-’94, la guerra preventiva contro Montanelli, che non voleva trasformare il Giornale in house organ, né levare il disturbo.
Poi, caduto a fine ’94 il primo governo per mano di Bossi, tre anni di linciaggio del Senatur a reti ed edicole unificate, seguito da profferte (anche di denaro) ai “lealisti” riuniti già allora intorno a Maroni per dar vita a una “Lega buona”, fino alla resa del leader e al suo ritorno all’ovile.
Intanto da Arcore partivano o passavano dossier contro Di Pietro: prima per farlo dimettere dal pool Mani Pulite (dicembre ’94) dopo l’invito a comparire a B.; poi per farlo indagare a Brescia dopo il suo rifiuto di diventare il numero 2 di FI (aprile ’95). Nel 2010, appena Fini si staccò dal Pdl, gli house organ aziendali scoprirono all’improvviso lo scandalo della casa di Montecarlo: tutto vero, per carità. Resta da capire se l’avessero scoperto all’indomani del divorzio, o se lo sapessero già prima e lo tenessero in caldo.
Un po’ come il dossier su Dino Boffo, che nel 2009, appena criticò su Avvenire il puttanaio arcoriano, si vide rinfacciare dal Giornale una condanna per molestie: vera anche quella, ma di qualche anno prima.
Ora ci risiamo. B. invita ciascuno dei suoi a “farsi amico un grillino e a portarlo dalla nostra parte”, perché i 5Stelle “vanno cacciati” o comprati. Intanto possiamo immaginare quanti dossier circolino nei palazzi del potere, per ricattare i vincitori affinché non si scordino dei vinti e diventino leader a sovranità limitata. Soprattutto di uno.
Il Giornale pubblica strani titoli su “I segreti di Salvini”, sotto i quali non c’è scritto (ancora) nulla. E strani pezzi a firma Luigi Bisignani (ex P2) sulla “lobby gay” che circonderebbe Di Maio.
Si spera che Salvini e Di Maio, diversamente dai precedenti oggetti delle attenzioni della Banda B., non abbiano scheletri nell’armadio né in proprio né attorno. Altrimenti farebbero bene a controllare l’armadio: di solito, insieme agli scheletri, c’è un fotografo di B.
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- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: Diario della caduta di un regime.
......GALLEGIANDO NELLA LUNGA AGONIA......
Dal Bufaliere:
PARANOIA A 5 STELLE
il terrore dei grillini:
andare al governo
con il centrodestra
Pd sull'Aventino: fuori dai giochi
di SANZA a pagina 9
^^^^^^^
...la nota
Ma il Cavaliere
tiene aperto
il canale dem
di Adalberto Signore a pagina 5
Dal Bufaliere:
PARANOIA A 5 STELLE
il terrore dei grillini:
andare al governo
con il centrodestra
Pd sull'Aventino: fuori dai giochi
di SANZA a pagina 9
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Ma il Cavaliere
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il canale dem
di Adalberto Signore a pagina 5
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Re: Diario della caduta di un regime.
LA BANDA CRIMINALE RENZIANA E' IN PIENE AZIONE.
HO CERCATO DI APRIRE UN NUOVO LUOGO DI DISCUSSIONE MA CONTINUANO A BLOCCARE L'INVIO
HO APERTO CONTEMPORANEAMENTE TRE COLLEGAMENTI CON IL FORUM MA LI HANNO BLOCCATI TUTTI
VOLEVO INIZIARE IN ALTRO MODO MA HO LETTO IL POST DI PANCHO DI IERI SERA NEL 3D "Dove va l'America", E QUINDI, SE FASCISTAMENTE NON MI PERMETTONO DI INIZIARNE UNO NUOVO LO SCRIVERO' QUI.
HO CERCATO DI APRIRE UN NUOVO LUOGO DI DISCUSSIONE MA CONTINUANO A BLOCCARE L'INVIO
HO APERTO CONTEMPORANEAMENTE TRE COLLEGAMENTI CON IL FORUM MA LI HANNO BLOCCATI TUTTI
VOLEVO INIZIARE IN ALTRO MODO MA HO LETTO IL POST DI PANCHO DI IERI SERA NEL 3D "Dove va l'America", E QUINDI, SE FASCISTAMENTE NON MI PERMETTONO DI INIZIARNE UNO NUOVO LO SCRIVERO' QUI.
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Re: Diario della caduta di un regime.
UncleTom ha scritto:LA BANDA CRIMINALE RENZIANA E' IN PIENE AZIONE.
HO CERCATO DI APRIRE UN NUOVO LUOGO DI DISCUSSIONE MA CONTINUANO A BLOCCARE L'INVIO
HO APERTO CONTEMPORANEAMENTE TRE COLLEGAMENTI CON IL FORUM MA LI HANNO BLOCCATI TUTTI
VOLEVO INIZIARE IN ALTRO MODO MA HO LETTO IL POST DI PANCHO DI IERI SERA NEL 3D "Dove va l'America", E QUINDI, SE FASCISTAMENTE NON MI PERMETTONO DI INIZIARNE UNO NUOVO LO SCRIVERO' QUI.
CERCANDO DI CAPIRE INSIEME
Questo è il titolo del nuovo 3B bloccato dalla banda criminale renziana
Scrive pancho:
Saro il solito bastian contrario, Zione ma tutto questo rientra nel sistema e pensi che dopo tutto questo possa cambiar qualcosa?
Che il sistema o le varie lobbies mondiali possano ravvedersi difronte a questo? Pura illusione questa amico mio.
Come detto nel precedente 3D i cambiamenti avvengono solo se siamo noi i prima a farlo nel ns. piccolo e poi nell'essere convincenti verso l'esterno.
Quindi, che posso dirti? I governi sono l'espressione di un popolo è più ignorante politica,ente e' un popolo tanto più facile e' governalo come vogliono.
Resta sempre la stessa domanda: un popolo difronte alla potere mediatico/lobbies può essere in grado a cambiamenti epocali come richiede questo mondo globalizzato. Globalizzato in questo modo per avere più facile i loro movimenti
un salutone
Saro il solito bastian contrario, Zione ma tutto questo rientra nel sistema e pensi che dopo tutto questo possa cambiar qualcosa?
Che il sistema o le varie lobbies mondiali possano ravvedersi difronte a questo? Pura illusione questa amico mio.
Non si tratta di essere bastian contrario, caro pancho, perchè anch'io la penso allo stesso modo.
Ne approfitto però per farti una domanda e di estenderla agli altri 4 gatti che ancora scrivono.
"QUAL'E' IL SENSO DELLA VITA?"
Ultima modifica di UncleTom il 24/03/2018, 10:53, modificato 1 volta in totale.
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Re: Diario della caduta di un regime.
....RITORNANDO AL TEMA ORIGINALE DEL 3d
......IL SEGNO DEI TEMPI.......
Scrive MASSIMO FINI sul Fatto Quotidiano di oggi:
IL COMMENTO Un consiglio a Grillo & c. Per favore, non cadete nella trappola del solito Berlusconi
CON TUTTI, MA NON COL DELINQUENTENERO SU BIANCO
FINO A QUALCHE ANNO FA SAREBBE STATA IMPOSSIBILE UNA DICHIARAZIONE DI QUESTO GENERE.
IL CAPO DI FORZA ITALIA DEFINITO "UN DELINQUENTE".
MA I TEMPI SONO QUELLI DELLO SFASCIO TOTALE DI UN PAESE, E QUINDI QUESTA E' LA REALTA'.
......IL SEGNO DEI TEMPI.......
Scrive MASSIMO FINI sul Fatto Quotidiano di oggi:
IL COMMENTO Un consiglio a Grillo & c. Per favore, non cadete nella trappola del solito Berlusconi
CON TUTTI, MA NON COL DELINQUENTENERO SU BIANCO
FINO A QUALCHE ANNO FA SAREBBE STATA IMPOSSIBILE UNA DICHIARAZIONE DI QUESTO GENERE.
IL CAPO DI FORZA ITALIA DEFINITO "UN DELINQUENTE".
MA I TEMPI SONO QUELLI DELLO SFASCIO TOTALE DI UN PAESE, E QUINDI QUESTA E' LA REALTA'.
Chi c’è in linea
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