Top News
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Re: Top News
Monti: 'Faremo necessario'. Ma chi ha perso tutto non sarà risarcito.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... to/235752/
*****
Non ci sono banche e banchieri coinvolti......................
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... to/235752/
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Re: Top News
IL CASO
Un esercito di studenti senza borsa di studio
"In 145mila ne hanno diritto, ma non l'avranno"
I tagli dell'ultimo governo Berlusconi hanno portato il fondo per il Diritto alla studio universitario da 246 a 12 milioni di euro. Escludendo di fatto dal sostegno economico un'enorme platea di ragazzi. La denuncia dell'Unione degli universitari
di SALVO INTRAVAIA
DECINE di migliaia di studenti italiani hanno diritto ad una borsa di studio ma non la riceveranno mai. Il mega taglio al fondo per il Diritto allo studio universitario (il Dsu) operato dalla coppia Gelmini/Tremonti, prima di passare la mano al governo tecnico guidato da Mario Monti, ha lasciato al palo 145.000 studenti universitari che, stando alla normativa vigente, per reddito familiare e per merito, dovrebbero ricevere un sostegno. A denunciarlo è l'Unione degli universitari che, il 2 giugno, sarà al fianco dei sindacati in occasione della manifestazione unitaria indetta da Cgil, Cisl e Uil a Roma.
"La situazione è ormai insostenibile, il governo deve intervenire con urgenza", spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu. Tra la crisi che colpisce le famiglie, la riduzione della spesa pubblica, le persone che non studiano né lavorano - i cosiddetti Neet - e la disoccupazione giovanile galoppante, la situazione degli studenti si sta facendo davvero pesante.
"Nell'ultimo anno accademico, più di 145.000 studenti si sono visti riconoscere dallo Stato il diritto ad avere la borsa di studio - continua Orezzi - ma sempre dallo stesso si sono sentiti dire che questa borsa non la riceveranno mai: migliaia di studenti sono riconosciuti idonei alla borsa di studio in base al reddito e al merito accademico, ma vengono poi scaricati dal sistema e abbandonati a loro stessi".
Il taglio inferto dal governo Berlusconi sei mesi fa è stato memorabile: da 246 milioni si è passati a poco meno di 26 milioni nell'anno corrente per raggiungere il minimo storico, appena 12 milioni, nel 2013. A conti fatti, meno 95 per cento, e borse di studio nel 2013 soltanto per 18.000 studenti, "mentre paesi europei come Francia o Germania investono nel diritto allo studio miliardi di euro ogni anno".
"Senza nessun intervento - aggiunge Orezzi - questi studenti non solo non avranno alcun tipo di prospettiva per i prossimi anni, ma avranno anche un futuro sempre più precario e buio".
L'ultimo bollettino di 'guerra' divulgato dall'Istat fa intravedere per i giovani un futuro a tinte fosche: a marzo 2012, 36 ragazzi italiani su 100 in cerca di lavoro, con età compresa fra i 15 e i 24 anni, sono stati costretti a rimanere con le mani in mano. In Europa, la disoccupazione conta ormai 11 milioni di giovani destinati ad un futuro di precarietà e incertezza. Per coprire completamente le borse di studio occorrerebbero 130 milioni. "Proprio in questo momento di grave crisi sociale anche solo la vendita delle frequenze televisive potrebbe garantire risorse sufficienti almeno ad un piano triennale di finanziamento delle borse di studio per tutti gli studenti aventi diritto", dice il coordinatore dell'Udu.
Con mille o duemila euro annui, i fortunati che la borsa di studio riescono ad ottenerla riescono a coprire parte dell'affitto mensile, di pranzi e cene lontano da casa e dell'abbonamento mensile al bus o alla metro. Per acquistare i libri e le dispense, per viaggiare per motivi di studio e per tutte le altre spese da sostenere durante l'intero percorso universitario devono intervenire invece i genitori sempre più alle prese con nuove tasse e disoccupazione. "Non si può pensare - conclude Orezzi - di far uscire l'Italia dalla crisi senza liberare nuove energie per rendere più dignitoso il nostro sistema d'istruzione, non si può pensare di risollevare il Paese senza creare nuovo lavoro, non si può vedere un futuro per l'Italia se non si investirà nei giovani".
(22 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/scuola/2012/05 ... ef=HREC2-8
Un esercito di studenti senza borsa di studio
"In 145mila ne hanno diritto, ma non l'avranno"
I tagli dell'ultimo governo Berlusconi hanno portato il fondo per il Diritto alla studio universitario da 246 a 12 milioni di euro. Escludendo di fatto dal sostegno economico un'enorme platea di ragazzi. La denuncia dell'Unione degli universitari
di SALVO INTRAVAIA
DECINE di migliaia di studenti italiani hanno diritto ad una borsa di studio ma non la riceveranno mai. Il mega taglio al fondo per il Diritto allo studio universitario (il Dsu) operato dalla coppia Gelmini/Tremonti, prima di passare la mano al governo tecnico guidato da Mario Monti, ha lasciato al palo 145.000 studenti universitari che, stando alla normativa vigente, per reddito familiare e per merito, dovrebbero ricevere un sostegno. A denunciarlo è l'Unione degli universitari che, il 2 giugno, sarà al fianco dei sindacati in occasione della manifestazione unitaria indetta da Cgil, Cisl e Uil a Roma.
"La situazione è ormai insostenibile, il governo deve intervenire con urgenza", spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu. Tra la crisi che colpisce le famiglie, la riduzione della spesa pubblica, le persone che non studiano né lavorano - i cosiddetti Neet - e la disoccupazione giovanile galoppante, la situazione degli studenti si sta facendo davvero pesante.
"Nell'ultimo anno accademico, più di 145.000 studenti si sono visti riconoscere dallo Stato il diritto ad avere la borsa di studio - continua Orezzi - ma sempre dallo stesso si sono sentiti dire che questa borsa non la riceveranno mai: migliaia di studenti sono riconosciuti idonei alla borsa di studio in base al reddito e al merito accademico, ma vengono poi scaricati dal sistema e abbandonati a loro stessi".
Il taglio inferto dal governo Berlusconi sei mesi fa è stato memorabile: da 246 milioni si è passati a poco meno di 26 milioni nell'anno corrente per raggiungere il minimo storico, appena 12 milioni, nel 2013. A conti fatti, meno 95 per cento, e borse di studio nel 2013 soltanto per 18.000 studenti, "mentre paesi europei come Francia o Germania investono nel diritto allo studio miliardi di euro ogni anno".
"Senza nessun intervento - aggiunge Orezzi - questi studenti non solo non avranno alcun tipo di prospettiva per i prossimi anni, ma avranno anche un futuro sempre più precario e buio".
L'ultimo bollettino di 'guerra' divulgato dall'Istat fa intravedere per i giovani un futuro a tinte fosche: a marzo 2012, 36 ragazzi italiani su 100 in cerca di lavoro, con età compresa fra i 15 e i 24 anni, sono stati costretti a rimanere con le mani in mano. In Europa, la disoccupazione conta ormai 11 milioni di giovani destinati ad un futuro di precarietà e incertezza. Per coprire completamente le borse di studio occorrerebbero 130 milioni. "Proprio in questo momento di grave crisi sociale anche solo la vendita delle frequenze televisive potrebbe garantire risorse sufficienti almeno ad un piano triennale di finanziamento delle borse di studio per tutti gli studenti aventi diritto", dice il coordinatore dell'Udu.
Con mille o duemila euro annui, i fortunati che la borsa di studio riescono ad ottenerla riescono a coprire parte dell'affitto mensile, di pranzi e cene lontano da casa e dell'abbonamento mensile al bus o alla metro. Per acquistare i libri e le dispense, per viaggiare per motivi di studio e per tutte le altre spese da sostenere durante l'intero percorso universitario devono intervenire invece i genitori sempre più alle prese con nuove tasse e disoccupazione. "Non si può pensare - conclude Orezzi - di far uscire l'Italia dalla crisi senza liberare nuove energie per rendere più dignitoso il nostro sistema d'istruzione, non si può pensare di risollevare il Paese senza creare nuovo lavoro, non si può vedere un futuro per l'Italia se non si investirà nei giovani".
(22 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/scuola/2012/05 ... ef=HREC2-8
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Re: Top News
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/gu ... addio.html
Una volta che uno di "quelli" ha una buona idea, altri di "quelli" si mettono di traverso.
A parte che poi io farei anche meno di un anno...
Una volta che uno di "quelli" ha una buona idea, altri di "quelli" si mettono di traverso.
A parte che poi io farei anche meno di un anno...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: Top News
corriere della sera
Montezemolo: noi al voto nel 2013? Possibile Ma non per fare alleanze gattopardesche
«La situazione in Italia è tale da richiedere un passo avanti di una nuova classe dirigente»
Caro direttore, rispondo solo oggi all’editoriale di sabato scorso con cui Pierluigi Battista ha chiesto di chiarire la posizione di Italiafutura rispetto allo scenario politico, non per mancanza di attenzione, ma perché l’attentato di Brindisi e il terremoto in Emilia sono eventi così terribili da chiudere ogni diverso orizzonte al pensiero e al ragionamento. Il nostro Paese vive davvero un momento drammatico. Una situazione che impone a tutti di lavorare per la chiarezza e di non aggiungere fattori di confusione o destabilizzazione. Per questo voglio rispondere a Battista in maniera netta. Italiafutura non è un partito, bensì un’associazione che interviene nel dibattito politico con analisi e proposte. Dare spazio e diritto di tribuna a idee e persone nuove: questo è dal primo giorno e ancora oggi il nostro obiettivo e il cuore della nostra attività.
Nei tre anni di vita dell’associazione abbiamo presentato proposte concrete e attuabili su mobilità sociale, contratti, fisco, scuola, cultura, finanziamento dei partiti, riforme istituzionali e molti altri temi. Abbiamo speso la nostra voce per criticare il precedente governo quando era forte e (molto) vendicativo e quando la grande maggioranza delle classi dirigenti rinunciava al dovere di critica e applaudiva incondizionatamente anche quei ministri che sostenevano che l’Italia fosse uscita prima e meglio di altri dalla crisi. Così come abbiamo insistito sulle insufficienze della politica, sul fallimento della Seconda Repubblica e sulla totale mancanza di assunzione di responsabilità da parte dei suoi protagonisti. Non abbiamo passato gli ultimi tre anni a fare il «gioco della vecchia politica», per usare le parole di Battista. Né certamente vogliamo iniziare ora, parlando di contenitori invece che di contenuti, di alleanze invece che di idee, di leadership individuali piuttosto che di ricambio complessivo di classe dirigente. Italiafutura potrebbe anche diventare nei prossimi mesi un movimento politico a tutti gli effetti e presentarsi alle elezioni del 2013.
Questa svolta la discuteremo insieme alle tante persone che sono parte attiva dell’associazione e che dovrebbero fare la scelta, non facile, di mettersi in gioco intraprendendo un nuovo percorso di vita. In quella sede discuteremo anche di leadership. Su questo punto voglio essere ancora una volta molto chiaro: non ho mai pensato che un mio eventuale ingresso in politica possa fare alcuna significativa differenza per il Paese. La situazione dell’Italia è tale da richiedere il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione (visto il disastro combinato dalla nostra), non di questo o di quel presunto superuomo. Quel che posso dire con certezza già oggi è che, se Italiafutura deciderà di presentarsi alle elezioni, lo farà rispettando i propri valori e le aspettative di profondo e autentico rinnovamento di chi vi ha preso parte. Non siamo interessati ad alleanze gattopardesche né a fare da paravento a operazioni di finto rinnovamento che siano ispirate alla filosofia del «tutto cambi affinché niente cambi». Anche per questo, nei giorni scorsi, abbiamo tenuto a smentire, in maniera netta e categorica, che vi siano in corso colloqui con questo o quel partito. Ciò non vuol dire mantenere «tutto sul vago». Sappiamo con certezza in quale campo ideale militiamo. Lo abbiamo dichiarato e scritto, non ultimo nel manifesto pubblicato poche settimane fa sul sito dell’associazione, http://www.italiafutura.it.
Ridurre la pressione fiscale tagliando la spesa pubblica è la priorità fondamentale, la prima condizione per qualsiasi credibile progetto per l’Italia. Riteniamo che questo sia il modo per tornare a giocare in attacco, rimettendo in circolo energie e risorse per la crescita. Pensiamo che lo Stato, oggi debole ma pervasivo, debba ridurre radicalmente il perimetro della propria presenza, dismettendo e tagliando tutto ciò che non rientra nelle sue funzioni fondamentali, per consentire all’iniziativa individuale di rimettere in moto il Paese. Abbiamo fatto in questo senso tante proposte concrete. Pensiamo che cultura e impresa siano i grandi volani della rinascita, sistematicamente trascurati dai governi di destra e di sinistra degli ultimi venti anni. Riteniamo che si debba rifondare il rapporto tra politica e cittadini, non avendo paura di dare agli italiani la possibilità di contribuire a determinare la legge elettorale e la forma di governo attraverso referendum confermativi. Dobbiamo rendere conto ai cittadini come a veri e propri «azionisti dello Stato», coinvolgendoli anche nella vigilanza sui tanti conflitti di interesse che rappresentano il vero rischio degenerativo di una società liberale.
Siamo convinti che la risposta alla sempre più drammatica sofferenza di tanti lavoratori e produttori si trovi aumentando le occasioni di mobilità sociale, piuttosto che ingessando ulteriormente il Paese, a scapito in particolare delle donne e dei giovani. Pensiamo che la retorica della ricchezza individuale e dei ristoranti pieni abbia danneggiato la forza persuasiva di un’agenda di crescita e sviluppo, che deve invece mettere al centro il lavoro, il merito e il dinamismo dell’iniziativa produttiva. Abbiamo insomma un’incrollabile fiducia nelle capacità individuali degli italiani, che dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter realizzare le proprie aspirazioni e capacità. Per questo, indipendentemente da un nostro futuro e diretto impegno elettorale, lavoriamo per aprire un cantiere progettuale di tutte le forze sociali, culturali e politiche che si riconoscono nella stessa visione ideale. In assenza di un progetto credibile che sappia unire tutte le forze riformiste, milioni di italiani e una porzione significativa delle migliori energie del Paese rimarranno senza rappresentanza, dando spazio a populismi demagogici e distruttivi.
Luca Cordero di Montezemolo
Presidente di Italiafutura
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se vuoi offendere o provocare qualcuno basta che gli dici " stai fondando un partito"
associazione, movimento, contenitore ....è in onda la fiera del sinonimo.
Montezemolo: noi al voto nel 2013? Possibile Ma non per fare alleanze gattopardesche
«La situazione in Italia è tale da richiedere un passo avanti di una nuova classe dirigente»
Caro direttore, rispondo solo oggi all’editoriale di sabato scorso con cui Pierluigi Battista ha chiesto di chiarire la posizione di Italiafutura rispetto allo scenario politico, non per mancanza di attenzione, ma perché l’attentato di Brindisi e il terremoto in Emilia sono eventi così terribili da chiudere ogni diverso orizzonte al pensiero e al ragionamento. Il nostro Paese vive davvero un momento drammatico. Una situazione che impone a tutti di lavorare per la chiarezza e di non aggiungere fattori di confusione o destabilizzazione. Per questo voglio rispondere a Battista in maniera netta. Italiafutura non è un partito, bensì un’associazione che interviene nel dibattito politico con analisi e proposte. Dare spazio e diritto di tribuna a idee e persone nuove: questo è dal primo giorno e ancora oggi il nostro obiettivo e il cuore della nostra attività.
Nei tre anni di vita dell’associazione abbiamo presentato proposte concrete e attuabili su mobilità sociale, contratti, fisco, scuola, cultura, finanziamento dei partiti, riforme istituzionali e molti altri temi. Abbiamo speso la nostra voce per criticare il precedente governo quando era forte e (molto) vendicativo e quando la grande maggioranza delle classi dirigenti rinunciava al dovere di critica e applaudiva incondizionatamente anche quei ministri che sostenevano che l’Italia fosse uscita prima e meglio di altri dalla crisi. Così come abbiamo insistito sulle insufficienze della politica, sul fallimento della Seconda Repubblica e sulla totale mancanza di assunzione di responsabilità da parte dei suoi protagonisti. Non abbiamo passato gli ultimi tre anni a fare il «gioco della vecchia politica», per usare le parole di Battista. Né certamente vogliamo iniziare ora, parlando di contenitori invece che di contenuti, di alleanze invece che di idee, di leadership individuali piuttosto che di ricambio complessivo di classe dirigente. Italiafutura potrebbe anche diventare nei prossimi mesi un movimento politico a tutti gli effetti e presentarsi alle elezioni del 2013.
Questa svolta la discuteremo insieme alle tante persone che sono parte attiva dell’associazione e che dovrebbero fare la scelta, non facile, di mettersi in gioco intraprendendo un nuovo percorso di vita. In quella sede discuteremo anche di leadership. Su questo punto voglio essere ancora una volta molto chiaro: non ho mai pensato che un mio eventuale ingresso in politica possa fare alcuna significativa differenza per il Paese. La situazione dell’Italia è tale da richiedere il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione (visto il disastro combinato dalla nostra), non di questo o di quel presunto superuomo. Quel che posso dire con certezza già oggi è che, se Italiafutura deciderà di presentarsi alle elezioni, lo farà rispettando i propri valori e le aspettative di profondo e autentico rinnovamento di chi vi ha preso parte. Non siamo interessati ad alleanze gattopardesche né a fare da paravento a operazioni di finto rinnovamento che siano ispirate alla filosofia del «tutto cambi affinché niente cambi». Anche per questo, nei giorni scorsi, abbiamo tenuto a smentire, in maniera netta e categorica, che vi siano in corso colloqui con questo o quel partito. Ciò non vuol dire mantenere «tutto sul vago». Sappiamo con certezza in quale campo ideale militiamo. Lo abbiamo dichiarato e scritto, non ultimo nel manifesto pubblicato poche settimane fa sul sito dell’associazione, http://www.italiafutura.it.
Ridurre la pressione fiscale tagliando la spesa pubblica è la priorità fondamentale, la prima condizione per qualsiasi credibile progetto per l’Italia. Riteniamo che questo sia il modo per tornare a giocare in attacco, rimettendo in circolo energie e risorse per la crescita. Pensiamo che lo Stato, oggi debole ma pervasivo, debba ridurre radicalmente il perimetro della propria presenza, dismettendo e tagliando tutto ciò che non rientra nelle sue funzioni fondamentali, per consentire all’iniziativa individuale di rimettere in moto il Paese. Abbiamo fatto in questo senso tante proposte concrete. Pensiamo che cultura e impresa siano i grandi volani della rinascita, sistematicamente trascurati dai governi di destra e di sinistra degli ultimi venti anni. Riteniamo che si debba rifondare il rapporto tra politica e cittadini, non avendo paura di dare agli italiani la possibilità di contribuire a determinare la legge elettorale e la forma di governo attraverso referendum confermativi. Dobbiamo rendere conto ai cittadini come a veri e propri «azionisti dello Stato», coinvolgendoli anche nella vigilanza sui tanti conflitti di interesse che rappresentano il vero rischio degenerativo di una società liberale.
Siamo convinti che la risposta alla sempre più drammatica sofferenza di tanti lavoratori e produttori si trovi aumentando le occasioni di mobilità sociale, piuttosto che ingessando ulteriormente il Paese, a scapito in particolare delle donne e dei giovani. Pensiamo che la retorica della ricchezza individuale e dei ristoranti pieni abbia danneggiato la forza persuasiva di un’agenda di crescita e sviluppo, che deve invece mettere al centro il lavoro, il merito e il dinamismo dell’iniziativa produttiva. Abbiamo insomma un’incrollabile fiducia nelle capacità individuali degli italiani, che dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter realizzare le proprie aspirazioni e capacità. Per questo, indipendentemente da un nostro futuro e diretto impegno elettorale, lavoriamo per aprire un cantiere progettuale di tutte le forze sociali, culturali e politiche che si riconoscono nella stessa visione ideale. In assenza di un progetto credibile che sappia unire tutte le forze riformiste, milioni di italiani e una porzione significativa delle migliori energie del Paese rimarranno senza rappresentanza, dando spazio a populismi demagogici e distruttivi.
Luca Cordero di Montezemolo
Presidente di Italiafutura
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se vuoi offendere o provocare qualcuno basta che gli dici " stai fondando un partito"
associazione, movimento, contenitore ....è in onda la fiera del sinonimo.
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Re: Top News
Non vedo l'ora di vedere Montezemolo in politica.
Pensate che accozzaglia di interessi dovra` portare avanti.
Con la gente ridotta alla fame.
Prendera` qualche percento.
Ma esporra` la sua area politica a tali e tante critiche "progressiste", dopo 20 anni di appoggio a B&B.
Ci sara` da divertirsi.
soloo42000
Pensate che accozzaglia di interessi dovra` portare avanti.
Con la gente ridotta alla fame.
Prendera` qualche percento.
Ma esporra` la sua area politica a tali e tante critiche "progressiste", dopo 20 anni di appoggio a B&B.
Ci sara` da divertirsi.
soloo42000
Re: Top News
CAMERA, PREVISTO UN TAGLIO DELLE SPESE DEL 5%
Il Presidente Gianfranco Fini: "150 milioni in meno entro il prossimo trienno"
Ebbene sì. Non si tratta di uno scherzo: un taglio del 5% pari a 150 milioni in tre anni. E' questo l'orientamento preso nella riunione tra il presidente della Camera Gianfranco Fini, i vicepresidenti ed i deputati questori sul bilancio interno triennale. L'ufficio di presidenza deciderà in merito il prossimo 5 giugno. Prima Fini terrà una riunione "per valutare gli indirizzi di riduzione della spesa, specie quella dei gruppi".
La decisione di ridurre i costi della Camera giunge dopo tre anni di dotazione invariata. La spesa annua ad ora ammonta a 992,800 milioni di euro. Per far fronte alla diminuzione di entrate, spiega l'ufficio di presidenza, sarà necessario un processo di revisione che comporterà interventi su tutti i capitoli della spesa di Montecitorio. Un'altra presa in giro.
Fonte: Tgcom24
Il Presidente Gianfranco Fini: "150 milioni in meno entro il prossimo trienno"
Ebbene sì. Non si tratta di uno scherzo: un taglio del 5% pari a 150 milioni in tre anni. E' questo l'orientamento preso nella riunione tra il presidente della Camera Gianfranco Fini, i vicepresidenti ed i deputati questori sul bilancio interno triennale. L'ufficio di presidenza deciderà in merito il prossimo 5 giugno. Prima Fini terrà una riunione "per valutare gli indirizzi di riduzione della spesa, specie quella dei gruppi".
La decisione di ridurre i costi della Camera giunge dopo tre anni di dotazione invariata. La spesa annua ad ora ammonta a 992,800 milioni di euro. Per far fronte alla diminuzione di entrate, spiega l'ufficio di presidenza, sarà necessario un processo di revisione che comporterà interventi su tutti i capitoli della spesa di Montecitorio. Un'altra presa in giro.
Fonte: Tgcom24
Re: Top News
la copertina dell'independent sulla strage di civili ( fra cui 32 bambini sgozzati ) in Siria....nel silenzio e nell'indifferenza del mondo
http://www.independent.co.uk/incoming/a ... 120527.png
http://www.independent.co.uk/incoming/a ... 120527.png
Re: Top News
L'indifferenza ed il silenzio del mondo "ufficiale" (quello rappresentato da istituzioni, media, politici) non è una novità.
La novità è che questo silenzio si è esteso ormai anche a pezzi della cosiddetta società civile, a movimenti, associazioni, iniziative spontanee che nel passato rompevano il muro del silenzio.
Forse è il segno di una crisi che ci ha ripiegati su noi stessi e che ci ossessiona con lo spread, la finanza, le banche, l'Ue e la Merkel.
Abbiamo perso la consapevolezza di un tempo che ci faceva vedere il nesso che c'era tra il Vietnam e la crisi delle nostre società.
La novità è che questo silenzio si è esteso ormai anche a pezzi della cosiddetta società civile, a movimenti, associazioni, iniziative spontanee che nel passato rompevano il muro del silenzio.
Forse è il segno di una crisi che ci ha ripiegati su noi stessi e che ci ossessiona con lo spread, la finanza, le banche, l'Ue e la Merkel.
Abbiamo perso la consapevolezza di un tempo che ci faceva vedere il nesso che c'era tra il Vietnam e la crisi delle nostre società.
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Re: Top News
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Top News
Fortissima scossa al Nord.
In diretta la sentono quelli in collegamento con lo studio di Agorà
Questa volta l'ho sentita pure il per una ventina di secondi vibrava tutto quanto.
Torino, Milano, Bologna, Genova...... a largo raggio...
Epicentro a Poggio Rizzo nel mantovano
In diretta la sentono quelli in collegamento con lo studio di Agorà
Questa volta l'ho sentita pure il per una ventina di secondi vibrava tutto quanto.
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Ultima modifica di camillobenso il 29/05/2012, 9:10, modificato 1 volta in totale.
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