Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Questo è uno dei punti da cui credo che non se ne venga fuori.
Per contro, non avrebbe senso iniziare la Terza Repubblica con questa zavorra che non ti permetterà mai di decollare.
Ma tutti stanno zitti, politici della vecchia politica e quelli che vorrebbero la nuova.
E' il classico "Tengo famiglia" che frena tutto???
****
‘Ndrangheta, gup Milano: “Contatti con la politica. Lombardia colonizzata”
Il giudice cita tra gli esempi quello di Cosimo Barranca: “Ha vuto specifici contatti anche con personaggi che rivestivano particolare importanza nel campo politico nazionale, regionale ed anche locale”. Tra i contatti l'allora sottosegretario del Pirellone Angelo Giammario, indagato in una inchiesta per corruzione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 giugno 2012
La politica, a tutti i livelli, e la ‘Ndrangheta. Un filo rosso che lega colletti bianchi e criminali in Lombardia che ha subito una “colonizzazione” anche la regione del nord ormai è “autonoma” dalla Calabria. Ci sono anche queste riflessioni nelle motivazioni della sentenza del giudice per l’udienza preliminare di Milano Roberto Arnaldi nelle oltre 900 pagine nelle motivazioni della sentenza del maxi processo alla ‘Ndrangheta in Lombardia con cui a novembre sono stati condannati 110 imputati con il rito abbreviato. Il processo, in cui sono state decise anche otto assoluzioni, è scaturito dall’operazione “Infinito” del luglio 2010 che aveva portato agli arresti oltre 170 presunti affiliati alle cosche in Lombardia. La sentenza certificò l’esistenza di una cupola della ‘Ndrangheta nel territorio lombardo infiltrata nel tessuto imprenditoriale e istituzionale. Tra le condanne più alte quella a 16 anni per Alessandro Manno, presunto capo di una delle quindici “locali” sparse tra Milano e l’hinterland.
La politica. Il capo della cosca milanese, Cosimo Barranca, ha “avuto specifici contatti anche con personaggi che rivestivano particolare importanza nel campo politico nazionale, regionale ed anche locale”. Tra i “contatti” il magistrato cita quello con l’ex “sottosegretario alla Regione Lombardia” Angelo Giammario, indagato dalla Procura di Milano per corruzioni per presunte tangenti negli appalti sul verde pubblico. Ci si riferisce, spiega il gup, “in particolare ai contatti avuti con Figliomeni Alessandro, sindaco del Comune di Siderno, con il sottosegretario alla Regione Lombardia Giammario, non direttamente, ma per il tramite di Chiriaco Carlo Antonio (l’ex dirigente della Asl di Pavia sotto processo con rito ordinario per concorso esterno, ndr), con Pilello Pietro per il tramite di Neri Giuseppe Antonio”, il presunto capo dei capi delle cosche lombarde. In particolare, osserva ancora il gup, Pilello, “un commercialista con molti incarichi in società pubbliche, chiedeva a Barranca di partecipare ad una cena elettorale in occasione delle consultazioni amministrative del giugno 2009”.
L’autonomia e colonizzazione. La ‘Ndrangheta in Lombardia è “un’autonoma associazione” che si muove indipendentemente dalla casa madre calabrese ed è “composta da soggetti ormai da almeno due (in alcuni casi tre) generazioni presenti sul territorio lombardo, il che spiega anche la presenza di soggetti non di origine calabrese”. Secondo il gup, ”dalla poderosa attività investigativa”, coordinata dall’aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Alessandra Dolci, in Lombardia si è verificata la “riproduzione” di “una struttura criminale” che ha operato “secondo tradizioni di ‘Ndrangheta (linguaggi, riti, doti, tipologia di reati) che sono state trapiantate in Lombardia”. In questa terra, chiarisce il gup, “la ‘Ndrangheta si è trasferita con il proprio bagaglio di cultura criminale”.
“In buona sostanza, le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano mostrano che la ‘Ndrangheta in Lombardia si è diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali autoctoni si limitano a riprodurre modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di colonizzazione cioè di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso in Lombardia. Qui la ‘Ndrangheta si è radicata, divenendo col tempo un’associazione dotata di un certo grado di indipendenza dalla casa madre, con la quale, però, continua ad intrattenere rapporti molto stretti. Dalle stesse parole degli imputati ascoltate nelle molteplici intercettazioni ambientali – aggiunge il gip – emerge che la struttura ‘ndranghetista si presenta organizzata in una Provincia, tre sub strutture operanti in tre precise aree calabresi Ionica, Tirrenica e Città) e nelle locali, composte a loro volta da una o più famiglie (dette ‘ndrine), mentre in Lombardia risultano operare le locali denominate Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Piotello, Rho, Pavia, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno”. Il gup ricorda anche come “le articolatissime indagini si siano dipanate senza l’ausilio di alcun collaboratore di giustizia”, ma solo grazie alle “tecniche investigative”. Per il giudice inoltre “la ‘Ndrangheta non può più essere vista e analizzata semplicemente con un insieme di ‘ndrine tra di loro scoordinate e scollegato”, ma va vista come un “organizzazione unitaria”.
Durante le indagini gli investigatori scoprirono che alcuni presunti boss si erano riuniti nel circolo Arci di Paderno Dugnano (Milano) intitolato alla memoria dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi 20 anni fa dalla mafia. La chiusura indagini dell’inchiesta era arrivata a sei mesi dagli arresti nel dicembre del 2010.
IFQ
I COMMENTI
Massimo 1 ora ago
Alla faccia di Maroni che si vantava degli arresti fatti contro la mafia....e poi ce l'aveva in casa!!! non si raggiungono certi livelli senza il PIENO E CONSAPEVOLE SUPPORTO di chi governa la regione, ossia LEGA+PDL
Alessandro Nemo 23 minuti ago
Chissà se l'on. pregiudicato maroni lo sa.....!!!! Dovrebbe togliersi il prosciutto dagli occhi
Nonnepossopropriopiu 8 minuti ago in risposta a Alessandro Nemo
E pretese pure che la rai gli concedesse la replica per sconfessare Saviano nella trasmissione campione di ascolto. Se avessero l'onestà intellettuale di ammettere di non aver capito un caxxo, potrebbero apparire sinceri, ma poichè sono collusi vogliono sconfessare la verità!
ansimo 34 minuti ago
Ma quando mai!!! Sono tutte invenzioni di scrittori da quattro soldi, lo ebbe a dire anche il miglior ministro degli interni degli ultimi 150 anni e per paura che non fosse ascoltato da tutti gli italiani "pretese" di partecipare alla trasmissione insieme allo scrittore che con le sue fesserie denigrava il nord. Daltronde se non lo sapeva lui in qualità di ministro vuol dire che tutto era falso.
Giroma 55 minuti ago
Expo con annessi e connessi - Pedemontana -T.E.R. - Bre.Be.Mi - Varie Colate di cemento.
Coop - Ndrangheta - Politica - Mafia - Facciendieri ? L' Italia ! Mi spiace veramente ma non vedo l'ora che arrivi il Big Bang Europeo. Purtroppo l'unica soluzione per riprendere la normalita' .
never8 1 ora ago
Suppongo che tutti i problemi relativi alla criminalità siano risolti qualora si esca dall'euro e si passi alla lira ...
Comunque il problema è che la criminalità sta colonizzando l'Italia intera e intanto noi si fa finta quasi di niente, come fosse una banda di rubagalline. Dichiarare guerra, è emergenza e sarebbe stato uno dei primi obblighi del governo Monti se voleva che l'Italia cambiasse sul serio. Ma lo voleva o vuole sul serio?
Marco Borello 1 ora ago
E suppongo che adesso ci sarà il solito teatrino del "complotto perpetuo ai danni della lega" vero?
E menomale che Roma era ladrona, mi....a.
Per contro, non avrebbe senso iniziare la Terza Repubblica con questa zavorra che non ti permetterà mai di decollare.
Ma tutti stanno zitti, politici della vecchia politica e quelli che vorrebbero la nuova.
E' il classico "Tengo famiglia" che frena tutto???
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‘Ndrangheta, gup Milano: “Contatti con la politica. Lombardia colonizzata”
Il giudice cita tra gli esempi quello di Cosimo Barranca: “Ha vuto specifici contatti anche con personaggi che rivestivano particolare importanza nel campo politico nazionale, regionale ed anche locale”. Tra i contatti l'allora sottosegretario del Pirellone Angelo Giammario, indagato in una inchiesta per corruzione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 giugno 2012
La politica, a tutti i livelli, e la ‘Ndrangheta. Un filo rosso che lega colletti bianchi e criminali in Lombardia che ha subito una “colonizzazione” anche la regione del nord ormai è “autonoma” dalla Calabria. Ci sono anche queste riflessioni nelle motivazioni della sentenza del giudice per l’udienza preliminare di Milano Roberto Arnaldi nelle oltre 900 pagine nelle motivazioni della sentenza del maxi processo alla ‘Ndrangheta in Lombardia con cui a novembre sono stati condannati 110 imputati con il rito abbreviato. Il processo, in cui sono state decise anche otto assoluzioni, è scaturito dall’operazione “Infinito” del luglio 2010 che aveva portato agli arresti oltre 170 presunti affiliati alle cosche in Lombardia. La sentenza certificò l’esistenza di una cupola della ‘Ndrangheta nel territorio lombardo infiltrata nel tessuto imprenditoriale e istituzionale. Tra le condanne più alte quella a 16 anni per Alessandro Manno, presunto capo di una delle quindici “locali” sparse tra Milano e l’hinterland.
La politica. Il capo della cosca milanese, Cosimo Barranca, ha “avuto specifici contatti anche con personaggi che rivestivano particolare importanza nel campo politico nazionale, regionale ed anche locale”. Tra i “contatti” il magistrato cita quello con l’ex “sottosegretario alla Regione Lombardia” Angelo Giammario, indagato dalla Procura di Milano per corruzioni per presunte tangenti negli appalti sul verde pubblico. Ci si riferisce, spiega il gup, “in particolare ai contatti avuti con Figliomeni Alessandro, sindaco del Comune di Siderno, con il sottosegretario alla Regione Lombardia Giammario, non direttamente, ma per il tramite di Chiriaco Carlo Antonio (l’ex dirigente della Asl di Pavia sotto processo con rito ordinario per concorso esterno, ndr), con Pilello Pietro per il tramite di Neri Giuseppe Antonio”, il presunto capo dei capi delle cosche lombarde. In particolare, osserva ancora il gup, Pilello, “un commercialista con molti incarichi in società pubbliche, chiedeva a Barranca di partecipare ad una cena elettorale in occasione delle consultazioni amministrative del giugno 2009”.
L’autonomia e colonizzazione. La ‘Ndrangheta in Lombardia è “un’autonoma associazione” che si muove indipendentemente dalla casa madre calabrese ed è “composta da soggetti ormai da almeno due (in alcuni casi tre) generazioni presenti sul territorio lombardo, il che spiega anche la presenza di soggetti non di origine calabrese”. Secondo il gup, ”dalla poderosa attività investigativa”, coordinata dall’aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Alessandra Dolci, in Lombardia si è verificata la “riproduzione” di “una struttura criminale” che ha operato “secondo tradizioni di ‘Ndrangheta (linguaggi, riti, doti, tipologia di reati) che sono state trapiantate in Lombardia”. In questa terra, chiarisce il gup, “la ‘Ndrangheta si è trasferita con il proprio bagaglio di cultura criminale”.
“In buona sostanza, le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano mostrano che la ‘Ndrangheta in Lombardia si è diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali autoctoni si limitano a riprodurre modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di colonizzazione cioè di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso in Lombardia. Qui la ‘Ndrangheta si è radicata, divenendo col tempo un’associazione dotata di un certo grado di indipendenza dalla casa madre, con la quale, però, continua ad intrattenere rapporti molto stretti. Dalle stesse parole degli imputati ascoltate nelle molteplici intercettazioni ambientali – aggiunge il gip – emerge che la struttura ‘ndranghetista si presenta organizzata in una Provincia, tre sub strutture operanti in tre precise aree calabresi Ionica, Tirrenica e Città) e nelle locali, composte a loro volta da una o più famiglie (dette ‘ndrine), mentre in Lombardia risultano operare le locali denominate Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Piotello, Rho, Pavia, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno”. Il gup ricorda anche come “le articolatissime indagini si siano dipanate senza l’ausilio di alcun collaboratore di giustizia”, ma solo grazie alle “tecniche investigative”. Per il giudice inoltre “la ‘Ndrangheta non può più essere vista e analizzata semplicemente con un insieme di ‘ndrine tra di loro scoordinate e scollegato”, ma va vista come un “organizzazione unitaria”.
Durante le indagini gli investigatori scoprirono che alcuni presunti boss si erano riuniti nel circolo Arci di Paderno Dugnano (Milano) intitolato alla memoria dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi 20 anni fa dalla mafia. La chiusura indagini dell’inchiesta era arrivata a sei mesi dagli arresti nel dicembre del 2010.
IFQ
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Massimo 1 ora ago
Alla faccia di Maroni che si vantava degli arresti fatti contro la mafia....e poi ce l'aveva in casa!!! non si raggiungono certi livelli senza il PIENO E CONSAPEVOLE SUPPORTO di chi governa la regione, ossia LEGA+PDL
Alessandro Nemo 23 minuti ago
Chissà se l'on. pregiudicato maroni lo sa.....!!!! Dovrebbe togliersi il prosciutto dagli occhi
Nonnepossopropriopiu 8 minuti ago in risposta a Alessandro Nemo
E pretese pure che la rai gli concedesse la replica per sconfessare Saviano nella trasmissione campione di ascolto. Se avessero l'onestà intellettuale di ammettere di non aver capito un caxxo, potrebbero apparire sinceri, ma poichè sono collusi vogliono sconfessare la verità!
ansimo 34 minuti ago
Ma quando mai!!! Sono tutte invenzioni di scrittori da quattro soldi, lo ebbe a dire anche il miglior ministro degli interni degli ultimi 150 anni e per paura che non fosse ascoltato da tutti gli italiani "pretese" di partecipare alla trasmissione insieme allo scrittore che con le sue fesserie denigrava il nord. Daltronde se non lo sapeva lui in qualità di ministro vuol dire che tutto era falso.
Giroma 55 minuti ago
Expo con annessi e connessi - Pedemontana -T.E.R. - Bre.Be.Mi - Varie Colate di cemento.
Coop - Ndrangheta - Politica - Mafia - Facciendieri ? L' Italia ! Mi spiace veramente ma non vedo l'ora che arrivi il Big Bang Europeo. Purtroppo l'unica soluzione per riprendere la normalita' .
never8 1 ora ago
Suppongo che tutti i problemi relativi alla criminalità siano risolti qualora si esca dall'euro e si passi alla lira ...
Comunque il problema è che la criminalità sta colonizzando l'Italia intera e intanto noi si fa finta quasi di niente, come fosse una banda di rubagalline. Dichiarare guerra, è emergenza e sarebbe stato uno dei primi obblighi del governo Monti se voleva che l'Italia cambiasse sul serio. Ma lo voleva o vuole sul serio?
Marco Borello 1 ora ago
E suppongo che adesso ci sarà il solito teatrino del "complotto perpetuo ai danni della lega" vero?
E menomale che Roma era ladrona, mi....a.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Tg3 - Ore 19,00
La Marcegaglia attende Montezemolo per decidere se scendere in politica.
Sarà lei la Giulia-Sofia di Luca Cordero?
La Marcegaglia attende Montezemolo per decidere se scendere in politica.
Sarà lei la Giulia-Sofia di Luca Cordero?
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Re: Come se ne viene fuori ?
mariok ha scritto:Io in risposta, metterei in lista Sabina Guzzanti.
idea meravigliosa...e pure Crozza che fa il Carino...
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Re: Come se ne viene fuori ?
Io questi partiti non li ascolto neache piu.Niente di nuovo nel PD!
Fornero licenziamenti anche nel pubblico impiego.SONO daccordo al 100%.Motivo?Devono capire anche loro che non è un lavoro a vita, come detto da Monti, per il privato.
Meno fanulloni eccc.....Ho telefonato oggi alle 11,58 un distaccamento ULS16, per dei chiarimenti.Risposta della segreteria richiamare alle 14,30.Orario era fino alle 12,00.E io da imbecille cominciavo a lavorare alle 8,30 ero gia nel mio posto di lavoro alle 8,10.Almeno in questo i miei figli mi assomigliano.
Ciao
Paolo11
Fornero licenziamenti anche nel pubblico impiego.SONO daccordo al 100%.Motivo?Devono capire anche loro che non è un lavoro a vita, come detto da Monti, per il privato.
Meno fanulloni eccc.....Ho telefonato oggi alle 11,58 un distaccamento ULS16, per dei chiarimenti.Risposta della segreteria richiamare alle 14,30.Orario era fino alle 12,00.E io da imbecille cominciavo a lavorare alle 8,30 ero gia nel mio posto di lavoro alle 8,10.Almeno in questo i miei figli mi assomigliano.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
LA SITUAZIONE
di GIOVANNA CASADIO
Lite sul pubblico
impiego. Fassina
apre un caso nel Pd
"TENENDO conto delle specificità del pubblico impiego, auspico che ci sia il più possibile parità di trattamento tra lavoratori del settore privato e del settore pubblico". Basta questa affermazione del ministro Elsa Fornero per aprire uno scontro nel governo. Il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi dà l’alt: non c’è nessuna norma specifica sui licenziamenti, ci rimetteremo al Parlamento. Il chiarimento non basta. A Fornero tocca precisare: "Mai detto di licenziare nel pubblico, ma parità di trattamento". Patroni Griffi non nega "contrasti, ma non con Fornero". E i sindacati Cgil, Cisl e Uil intervengono a loro volta a gamba tesa, invitando la ministra del Lavoro a "non occuparsi delle cose che non la riguardano". Mentre la riunione tra Patroni Griffi e la maggioranza per parlare del disegno di legge sulla corruzione salta: il ministro deve presentarsi a Palazzo Chigi da Monti.
A portare legna al fuoco della bufera attorno a Fornero c’è anche l’uscita della ministra, davanti a una platea di disoccupati a Torino, in cui si è detta orgogliosa del lavoro svolto: "Non mi vergogno di fare parte di questo governo. Non è vero che il governo sta portando alla fame la gente, sta cercando di risolvere i problemi. Possiamo anche avere sbagliato ma non abbiamo mai mentito".
La maggioranza ABC (Alfano, Bersani, Casini) è in piena fibrillazione. Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, dichiara alla Reuters che è "meglio votare in autunno, dopo avere anticipato la Finanziaria". Bersani fa smentire al suo portavoce Stefano Di Traglia, ma ai full-Monti democratici, veltroniani in testa, non basta. Il Pdl dal canto suo, è in cerca d’autore: Berlusconi pensa a una rifondazione con un listone civico per la regia di Bertolaso.
di GIOVANNA CASADIO
Lite sul pubblico
impiego. Fassina
apre un caso nel Pd
"TENENDO conto delle specificità del pubblico impiego, auspico che ci sia il più possibile parità di trattamento tra lavoratori del settore privato e del settore pubblico". Basta questa affermazione del ministro Elsa Fornero per aprire uno scontro nel governo. Il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi dà l’alt: non c’è nessuna norma specifica sui licenziamenti, ci rimetteremo al Parlamento. Il chiarimento non basta. A Fornero tocca precisare: "Mai detto di licenziare nel pubblico, ma parità di trattamento". Patroni Griffi non nega "contrasti, ma non con Fornero". E i sindacati Cgil, Cisl e Uil intervengono a loro volta a gamba tesa, invitando la ministra del Lavoro a "non occuparsi delle cose che non la riguardano". Mentre la riunione tra Patroni Griffi e la maggioranza per parlare del disegno di legge sulla corruzione salta: il ministro deve presentarsi a Palazzo Chigi da Monti.
A portare legna al fuoco della bufera attorno a Fornero c’è anche l’uscita della ministra, davanti a una platea di disoccupati a Torino, in cui si è detta orgogliosa del lavoro svolto: "Non mi vergogno di fare parte di questo governo. Non è vero che il governo sta portando alla fame la gente, sta cercando di risolvere i problemi. Possiamo anche avere sbagliato ma non abbiamo mai mentito".
La maggioranza ABC (Alfano, Bersani, Casini) è in piena fibrillazione. Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, dichiara alla Reuters che è "meglio votare in autunno, dopo avere anticipato la Finanziaria". Bersani fa smentire al suo portavoce Stefano Di Traglia, ma ai full-Monti democratici, veltroniani in testa, non basta. Il Pdl dal canto suo, è in cerca d’autore: Berlusconi pensa a una rifondazione con un listone civico per la regia di Bertolaso.
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Re: Come se ne viene fuori ?
4 giugno 2012
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG FRANCOFORTE
POLITICA
Nelle mani dei pensionati
In tutta Europa i partiti sono in crisi: al di là degli schieramenti, la loro unica strategia è ormai difendere i privilegi dei gruppi d’interesse. Anche se ciò significa rinunciare alle riforme e sacrificare i giovani.
Dirk Schümer
Un'istanza fondamentale della democrazia moderna sta sempre più scivolando verso baratro, i partiti politici. Il fatto che da due anni a questa parte i governi di tutte le tendenze siano costretti a dimettersi gli uni dopo gli altri, dalla Slovacchia al Portogallo, è solo il primo sintomo di un male sistemico. In realtà il diktat dell'economia ha avuto ragione della competizione democratica fra i partiti.
Il fenomeno è più evidente in Grecia. La culla della democrazia organizza delle elezioni illusorie che non serviranno a nulla. Nessun partito ha avuto il coraggio di inserire nel suo programma l'unica vera decisione che il paese può ancora prendere – uscire dall'euro, se non dall'Unione europea, e lasciare che lo stato dichiari bancarotta. Ormai i partiti sono solo l'ombra delle loro ideologie di ieri – degli zombi usciti da un'epoca in cui c'era ancora qualche ricchezza da distribuire.
A quanto pare i partiti tradizionali, che spesso si sono formati nella povertà degli anni del dopoguerra, non sono più in misura di gestire i periodi di vacanza del potere. In Italia un demagogo miliardario come Berlusconi è stato costretto a farsi da parte a causa del debito pubblico. Ma i partiti di sinistra, in teoria di opposizione, non sono stati capaci di gettarsi nella breccia che si era aperta.
Al contrario, l'intera casta politica è crollata, delegando a un governo tecnico il compito di adottare le misure di austerità necessarie. Oggi il timore più grande degli ambienti economici lontani dalla politica è che la classe politica più dispendiosa del mondo torni al potere approfittando delle prossime elezioni e porti di nuovo il paese alla rovina.
Finora i cittadini europei hanno affrontato la gravità della situazione praticando la politica dello struzzo: la testa nella sabbia in attesa che la tempesta passi e tornino i comfort del passato. Soprattutto in Francia si avvertono gli effetti del dolce veleno dello stato assistenziale. Il nuovo presidente François Hollande deve i suoi voti solo alle promesse di crescita: maggiori spese sociali, più funzionari e riduzione dell'età pensionabile, diventata il simbolo della grande utopia europea.
Ma oggi anche se tutti guardano alla Germania, che sembra essere l'ultima economia ancora solvibile del continente, si dimentica che anche il finanziamento delle pensioni tedesche si basa da molto tempo sul credito.
I partiti fanno prova di un comportamento irresponsabile, ma non del tutto privo di logica. Per vincere le elezioni bisogna continuare a mentire. Nei Paesi Bassi il furbo Geert Wilders ha accantonato i suoi discorsi antimusulmani per criticare le mani bucate di Bruxelles ed elogiare il buon vecchio stato assistenziale di un tempo.
In Europa è ormai da molto tempo che milioni di pensionati, prepensionati, funzionari e altri beneficiari della redistribuzione finanziata attraverso le imposte decidono l'esito delle elezioni. E non vogliono sentir parlare di sacrifici.
In Austria i due principali partiti del paese [l'Övp e l'Spö] non sono riusciti a mettersi d'accordo su come risolvere il problema del finanziamento delle pensioni – a parte l'introduzione delle spese di scolarità semestrali per gli studenti universitari e la riduzione dei sussidi familiari. Delle misure che vanno a colpire proprio le categorie che bisognerebbe aiutare e sulle spalle delle quali si basa il futuro del sistema sociale.
Di fatto non sono i segretari che controllano i partiti, ma i responsabili della politica dei "senior", che a partire dagli ultimi anni di vacche grasse negli anni settanta redistribuiscono le ricchezze e vogliono ormai accompagnare alla pensione tutte quelle persone di una certa età che compongono la loro clientela.
Del resto non è un caso se l'ultima utopia che resiste sia per i giovani che i meno giovani – dopo decenni di socialismo, ecologia ed europeismo – è il posto di lavoro a vita. I giovani elettori francesi non chiedono a Hollande delle riforme strutturali, ma posti da funzionari pubblici. Nel frattempo i pirati tedeschi vogliono introdurre uno stipendio minimo per chi non produce e promuovere la libera utilizzazione dei contenuti web, che i creativi dovrebbero offrire gratuitamente a tutti.
Questi partiti politici europei che approfittano della crisi dicono all'unisono: "Il nostro denaro (leggi, i vostri crediti) deve andare alla nostra gente". È così che la vita politica di un'organizzazione i cui obiettivi erano solidarietà e coesione si è trasformata in una corsa al potere fra avvoltoi e ricattatori populisti: l'Europa è la riserva di caccia dei pensionati, pronti a prendere le armi per difenderla.
Addio partiti
Correnti politiche ieri potenti come la socialdemocrazia sono scomparse spiritualmente e moralmente in Italia e in Grecia, perché oggi servono solo gli interessi dei funzionari e dei sindacati. Al contrario gli interessi degli immigrati, dei giovani, dei disoccupati e della gente non qualificata sono completamente assenti dalle priorità di una sinistra prossima alla saturazione. In Francia o nei Paesi Bassi i cristiano-democratici sono in caduta libera perché il loro elettorato di base, provinciale e invecchiato, si sente oggi più rassicurato dal paradiso per senior che viene proposto loro dalla destra populista.
Finché i cittadini europei rimarranno convinti che la politica si deve limitare, come è stato il caso negli ultimi decenni, a redistribuire i profitti, la situazione nella quale si trovano oggi i partiti non cambierà di una virgola. E dove ci porterà tutto questo?
In Grecia le elezioni non sono più qualcosa che riguarda i partiti. In Italia le élite urbane hanno la paura, legittima, di un ritorno di una casta politica che non è disposta a fare concessioni, soprattutto sui suoi privilegi. In Francia hanno vinto i sostenitori mercantilisti della redistribuzione delle ricchezze. Il Belgio è stato governato a lungo e con successo senza partiti, e oggi il paese – in assenza di crediti e di riforme – si dirige verso un nuovo stallo. Nei Paesi Bassi due o tre grandi partiti rifiuteranno ben presto l'Europa e l'euro nella loro forma attuale. In alcuni paesi rovinati dal sistema finanziario e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 30 per cento – pensiamo alla Spagna, al Portogallo o all'Irlanda – non ha molta importanza chi è al potere.
Un giorno o l'altro gli europei dovranno accettare il fatto che il problema non viene dai programmi di partito ma dall'Europa stessa. E allora sarà interessante vedere che cosa si salverà del sistema partitico attuale.
Traduzione di Andrea De Ritis
http://www.unita.it/mondo/i-partiti-orm ... i-1.417585
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG FRANCOFORTE
POLITICA
Nelle mani dei pensionati
In tutta Europa i partiti sono in crisi: al di là degli schieramenti, la loro unica strategia è ormai difendere i privilegi dei gruppi d’interesse. Anche se ciò significa rinunciare alle riforme e sacrificare i giovani.
Dirk Schümer
Un'istanza fondamentale della democrazia moderna sta sempre più scivolando verso baratro, i partiti politici. Il fatto che da due anni a questa parte i governi di tutte le tendenze siano costretti a dimettersi gli uni dopo gli altri, dalla Slovacchia al Portogallo, è solo il primo sintomo di un male sistemico. In realtà il diktat dell'economia ha avuto ragione della competizione democratica fra i partiti.
Il fenomeno è più evidente in Grecia. La culla della democrazia organizza delle elezioni illusorie che non serviranno a nulla. Nessun partito ha avuto il coraggio di inserire nel suo programma l'unica vera decisione che il paese può ancora prendere – uscire dall'euro, se non dall'Unione europea, e lasciare che lo stato dichiari bancarotta. Ormai i partiti sono solo l'ombra delle loro ideologie di ieri – degli zombi usciti da un'epoca in cui c'era ancora qualche ricchezza da distribuire.
A quanto pare i partiti tradizionali, che spesso si sono formati nella povertà degli anni del dopoguerra, non sono più in misura di gestire i periodi di vacanza del potere. In Italia un demagogo miliardario come Berlusconi è stato costretto a farsi da parte a causa del debito pubblico. Ma i partiti di sinistra, in teoria di opposizione, non sono stati capaci di gettarsi nella breccia che si era aperta.
Al contrario, l'intera casta politica è crollata, delegando a un governo tecnico il compito di adottare le misure di austerità necessarie. Oggi il timore più grande degli ambienti economici lontani dalla politica è che la classe politica più dispendiosa del mondo torni al potere approfittando delle prossime elezioni e porti di nuovo il paese alla rovina.
Finora i cittadini europei hanno affrontato la gravità della situazione praticando la politica dello struzzo: la testa nella sabbia in attesa che la tempesta passi e tornino i comfort del passato. Soprattutto in Francia si avvertono gli effetti del dolce veleno dello stato assistenziale. Il nuovo presidente François Hollande deve i suoi voti solo alle promesse di crescita: maggiori spese sociali, più funzionari e riduzione dell'età pensionabile, diventata il simbolo della grande utopia europea.
Ma oggi anche se tutti guardano alla Germania, che sembra essere l'ultima economia ancora solvibile del continente, si dimentica che anche il finanziamento delle pensioni tedesche si basa da molto tempo sul credito.
I partiti fanno prova di un comportamento irresponsabile, ma non del tutto privo di logica. Per vincere le elezioni bisogna continuare a mentire. Nei Paesi Bassi il furbo Geert Wilders ha accantonato i suoi discorsi antimusulmani per criticare le mani bucate di Bruxelles ed elogiare il buon vecchio stato assistenziale di un tempo.
In Europa è ormai da molto tempo che milioni di pensionati, prepensionati, funzionari e altri beneficiari della redistribuzione finanziata attraverso le imposte decidono l'esito delle elezioni. E non vogliono sentir parlare di sacrifici.
In Austria i due principali partiti del paese [l'Övp e l'Spö] non sono riusciti a mettersi d'accordo su come risolvere il problema del finanziamento delle pensioni – a parte l'introduzione delle spese di scolarità semestrali per gli studenti universitari e la riduzione dei sussidi familiari. Delle misure che vanno a colpire proprio le categorie che bisognerebbe aiutare e sulle spalle delle quali si basa il futuro del sistema sociale.
Di fatto non sono i segretari che controllano i partiti, ma i responsabili della politica dei "senior", che a partire dagli ultimi anni di vacche grasse negli anni settanta redistribuiscono le ricchezze e vogliono ormai accompagnare alla pensione tutte quelle persone di una certa età che compongono la loro clientela.
Del resto non è un caso se l'ultima utopia che resiste sia per i giovani che i meno giovani – dopo decenni di socialismo, ecologia ed europeismo – è il posto di lavoro a vita. I giovani elettori francesi non chiedono a Hollande delle riforme strutturali, ma posti da funzionari pubblici. Nel frattempo i pirati tedeschi vogliono introdurre uno stipendio minimo per chi non produce e promuovere la libera utilizzazione dei contenuti web, che i creativi dovrebbero offrire gratuitamente a tutti.
Questi partiti politici europei che approfittano della crisi dicono all'unisono: "Il nostro denaro (leggi, i vostri crediti) deve andare alla nostra gente". È così che la vita politica di un'organizzazione i cui obiettivi erano solidarietà e coesione si è trasformata in una corsa al potere fra avvoltoi e ricattatori populisti: l'Europa è la riserva di caccia dei pensionati, pronti a prendere le armi per difenderla.
Addio partiti
Correnti politiche ieri potenti come la socialdemocrazia sono scomparse spiritualmente e moralmente in Italia e in Grecia, perché oggi servono solo gli interessi dei funzionari e dei sindacati. Al contrario gli interessi degli immigrati, dei giovani, dei disoccupati e della gente non qualificata sono completamente assenti dalle priorità di una sinistra prossima alla saturazione. In Francia o nei Paesi Bassi i cristiano-democratici sono in caduta libera perché il loro elettorato di base, provinciale e invecchiato, si sente oggi più rassicurato dal paradiso per senior che viene proposto loro dalla destra populista.
Finché i cittadini europei rimarranno convinti che la politica si deve limitare, come è stato il caso negli ultimi decenni, a redistribuire i profitti, la situazione nella quale si trovano oggi i partiti non cambierà di una virgola. E dove ci porterà tutto questo?
In Grecia le elezioni non sono più qualcosa che riguarda i partiti. In Italia le élite urbane hanno la paura, legittima, di un ritorno di una casta politica che non è disposta a fare concessioni, soprattutto sui suoi privilegi. In Francia hanno vinto i sostenitori mercantilisti della redistribuzione delle ricchezze. Il Belgio è stato governato a lungo e con successo senza partiti, e oggi il paese – in assenza di crediti e di riforme – si dirige verso un nuovo stallo. Nei Paesi Bassi due o tre grandi partiti rifiuteranno ben presto l'Europa e l'euro nella loro forma attuale. In alcuni paesi rovinati dal sistema finanziario e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 30 per cento – pensiamo alla Spagna, al Portogallo o all'Irlanda – non ha molta importanza chi è al potere.
Un giorno o l'altro gli europei dovranno accettare il fatto che il problema non viene dai programmi di partito ma dall'Europa stessa. E allora sarà interessante vedere che cosa si salverà del sistema partitico attuale.
Traduzione di Andrea De Ritis
http://www.unita.it/mondo/i-partiti-orm ... i-1.417585
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Re: Come se ne viene fuori ?
Day after day
Un Paese allo sfascio.
S’ode a destra uno squillo di tromba……..
La nuova impresa di pulizie
Provate a tendere bene l’orecchio,…….non sentite che è aumentato il rumore di fondo?...No,..non lo sentite?
Provate di nuovo prestando maggiore attenzione,…..eppure si sente distintamente!!
Sono le risate di quella parte del pianeta che in questo momento è sveglio e che ha aperto i giornali o la televisione.
Dopo mesi finalmente è tornato sulla scena il maggior comico italiano,..ne sentivano la mancanza da quando Napolità lo aveva fatto scendere dal seggiolone di Palazzo Chigi.
Il caro estinto è tornato a spararne una dopo l’altra, un vero spasso per l’intero pianeta che davanti alla crisi ha voglia anche di ridere.
Nella notte di mercoledì 30 giugno, dopo il salutare bunga bunga praticato senza più gli occhi indiscreti di quegli spioni di giornalisti che vanno subito a raccontarlo a destra e a manca, ..dopo essersi addormentato nel sonno del giusto e soddisfatto, il caro estinto si è sognato Antonio Bonocore e il pittore Cardone indaffarati nella tipografia di Giuseppe Lo Turco a stampare la diecimila lire.
Zacchete,……..il giorno dopo, il sogno era così ben stampato nella memoria che il caro estinto ha voluto farlo suo pensando e ripensando come poteva sfruttare il tutto a suo esclusivo vantaggio. Ed è così che il giorno dopo davanti ad un esiguo numero di bucaneros berluscones lancia la sua “pazza idea” di stampare euro con la complicità della zecca italiana
La notizia fa il giro del mondo e i suoi fans planetari ringraziano per quei cinque minuti di ilarità gratuita mette di buonumore per tutta la giornata.
Di nuovo sabato scorso, i sogni diventano preda del sonno del giusto del caro estinto, dopo la solita ginnastica da camera.
Questa volta però sono le immagini del Papa a Milano a colpire la fantasia di Silviolo.
In modo particolare è stata la Papamobile ad essere galeotta.
Il caro estinto il giorno dopo, domenica, tira giù dal letto la nuova badante gli impone di ordinare subito un’automobile uguale a quella del Papa.
La sua sarà la Papimobile, e il suo nuovo sogno erotico è quello di percorrere i giardini della villa di Hardcore a bordo del nuovo mezzo con le olgettine ai lati al posto delle guardie del corpo (che qualche maligno ha già ribattezzato come le guardie del porco), e una folla di pupette festanti lungo i vialetti della villa, ovviamente tutte regolarmente in costume adamitico .con la passera al vento della brianza
La cronaca non ci ha dato a sapere quando è avvenuto il terzo sogno. Quello che però sappiamo è che il vulcanico sognatore di Harcore ha ordinato ai suoi fedelissimi di aprire una nuova azienda di pulizie e depositare il marchio.
Si chiamerà “Italia pulita”.
Ma siete proprio sicuri di non sentire il rumore di fondo???
Eppure io lo sento distintamente, è il pianeta pancia a terra che si sta sganasciando dalle matte risate.
“Italia pulita”………proprio lui………….
Ha chi ha affidato l’incarico, a Marcello Dell’Utri e Guido Bertolaso.
Il mondo rimane in trepida attesa delle prossime puntate,…un po’ come si faceva un tempo con le strisce del signor Bonaventura o di Bibì e Bibò e il capitan Cocoricò……..in questa valle di lacrime la gente ha tanta voglia di ridere,…e il caro estinto non si tira di certo indietro.
Caro Napolità,.. a Te danno tanto fastidio i comici che fanno politica,………ma non Ti sei accorto che il Tuo settennato passerà alla storia per una serie congrua di politici che fanno i comici???
Un Paese allo sfascio.
S’ode a destra uno squillo di tromba……..
La nuova impresa di pulizie
Provate a tendere bene l’orecchio,…….non sentite che è aumentato il rumore di fondo?...No,..non lo sentite?
Provate di nuovo prestando maggiore attenzione,…..eppure si sente distintamente!!
Sono le risate di quella parte del pianeta che in questo momento è sveglio e che ha aperto i giornali o la televisione.
Dopo mesi finalmente è tornato sulla scena il maggior comico italiano,..ne sentivano la mancanza da quando Napolità lo aveva fatto scendere dal seggiolone di Palazzo Chigi.
Il caro estinto è tornato a spararne una dopo l’altra, un vero spasso per l’intero pianeta che davanti alla crisi ha voglia anche di ridere.
Nella notte di mercoledì 30 giugno, dopo il salutare bunga bunga praticato senza più gli occhi indiscreti di quegli spioni di giornalisti che vanno subito a raccontarlo a destra e a manca, ..dopo essersi addormentato nel sonno del giusto e soddisfatto, il caro estinto si è sognato Antonio Bonocore e il pittore Cardone indaffarati nella tipografia di Giuseppe Lo Turco a stampare la diecimila lire.
Zacchete,……..il giorno dopo, il sogno era così ben stampato nella memoria che il caro estinto ha voluto farlo suo pensando e ripensando come poteva sfruttare il tutto a suo esclusivo vantaggio. Ed è così che il giorno dopo davanti ad un esiguo numero di bucaneros berluscones lancia la sua “pazza idea” di stampare euro con la complicità della zecca italiana
La notizia fa il giro del mondo e i suoi fans planetari ringraziano per quei cinque minuti di ilarità gratuita mette di buonumore per tutta la giornata.
Di nuovo sabato scorso, i sogni diventano preda del sonno del giusto del caro estinto, dopo la solita ginnastica da camera.
Questa volta però sono le immagini del Papa a Milano a colpire la fantasia di Silviolo.
In modo particolare è stata la Papamobile ad essere galeotta.
Il caro estinto il giorno dopo, domenica, tira giù dal letto la nuova badante gli impone di ordinare subito un’automobile uguale a quella del Papa.
La sua sarà la Papimobile, e il suo nuovo sogno erotico è quello di percorrere i giardini della villa di Hardcore a bordo del nuovo mezzo con le olgettine ai lati al posto delle guardie del corpo (che qualche maligno ha già ribattezzato come le guardie del porco), e una folla di pupette festanti lungo i vialetti della villa, ovviamente tutte regolarmente in costume adamitico .con la passera al vento della brianza
La cronaca non ci ha dato a sapere quando è avvenuto il terzo sogno. Quello che però sappiamo è che il vulcanico sognatore di Harcore ha ordinato ai suoi fedelissimi di aprire una nuova azienda di pulizie e depositare il marchio.
Si chiamerà “Italia pulita”.
Ma siete proprio sicuri di non sentire il rumore di fondo???
Eppure io lo sento distintamente, è il pianeta pancia a terra che si sta sganasciando dalle matte risate.
“Italia pulita”………proprio lui………….
Ha chi ha affidato l’incarico, a Marcello Dell’Utri e Guido Bertolaso.
Il mondo rimane in trepida attesa delle prossime puntate,…un po’ come si faceva un tempo con le strisce del signor Bonaventura o di Bibì e Bibò e il capitan Cocoricò……..in questa valle di lacrime la gente ha tanta voglia di ridere,…e il caro estinto non si tira di certo indietro.
Caro Napolità,.. a Te danno tanto fastidio i comici che fanno politica,………ma non Ti sei accorto che il Tuo settennato passerà alla storia per una serie congrua di politici che fanno i comici???
Ultima modifica di camillobenso il 05/06/2012, 16:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Fassina esprime la sua opinione dicendo che bisognerebbe andare al voto in ottobre perchè questo governo non riesce più a fare qualcosa di positivo, sempre ostacolato o impossibilitato dal PDL a fare
un passo avanti.
Bersani subito rettifica dicendo che il governo deve arrivare al 2013.
Ma , mentre la nave affonda, ci si preoccupa di rispettare delle scadenze ?
un passo avanti.
Bersani subito rettifica dicendo che il governo deve arrivare al 2013.
Ma , mentre la nave affonda, ci si preoccupa di rispettare delle scadenze ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Si parlava, i giornali parlano che quei co......oni del PD pensano di non avere persone giuste per vincere le elezioni.
Io non direi, forse perchè i migliori sono solo di sinistra.
Esempio di governo di sinistra (con qualche esclusione):
PdR
Gustavo Zagrebelsky
PdC
Barbara Spinelli
Ministro dell'istruzione
Umberto Eco
Ministro dell'economia
Tito Boeri
Ministro delle pari opportunità
Susanna Camusso
Ministro degli Esteri
Emma Bonino
Ministro Giustizia
Giulia Buongiorno
Ministro del lavoro
Cesare Damiano
Ministro sanità
Ignazio Marino
Ministro Ambiente
Edoardo Ronchi
Ministro Trasporti e Lavori pubblici
Arch. Massimiliano Fuksas
Ministro Funzione Pubblica
Stefano Rodotà
Ministro della Difesa
Marco Pannella
Ministro delle arti musicali
Stefano Bollani
Ministro ai Benicomuni
Ugo Mattei
Ministro alle Riforme Costituzionali
Alberto Lucarelli
Ministro Interni
Antonio Ingroia
un saluto a tutti
Io non direi, forse perchè i migliori sono solo di sinistra.
Esempio di governo di sinistra (con qualche esclusione):
PdR
Gustavo Zagrebelsky
PdC
Barbara Spinelli
Ministro dell'istruzione
Umberto Eco
Ministro dell'economia
Tito Boeri
Ministro delle pari opportunità
Susanna Camusso
Ministro degli Esteri
Emma Bonino
Ministro Giustizia
Giulia Buongiorno
Ministro del lavoro
Cesare Damiano
Ministro sanità
Ignazio Marino
Ministro Ambiente
Edoardo Ronchi
Ministro Trasporti e Lavori pubblici
Arch. Massimiliano Fuksas
Ministro Funzione Pubblica
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Ministro della Difesa
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Ministro Interni
Antonio Ingroia
un saluto a tutti
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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