quo vadis PD ????
Re: quo vadis PD ????
Cosa sono le primarie "aperte"? E quali sarebbero quelle "chiuse"? Sinceramente non l'ho capito
Bersani: «Primarie aperte e aut aut a Di Pietro»
8 giugno 2012 A - A CENTROSINISTRA APERTO E PATT0 CON MODERATI
Pier Luigi Bersani ha lanciato oggi una proposta ampia in vista delle elezioni: ai partiti di centrosinistra per un accordo di governabilità e ai moderati per un patto di legislatura. Ma non solo. Ha aperto il campo del centrosinistra a movimenti e liste civiche. «La proposta politica l'abbiamo da tempo e la teniamo ferma», ha detto il segretario del Pd alla direzione, «un centrosinistra di governo aperto a un patto di legislatura con forze democratiche e civiche moderate. Un patto di legislatura tra progressisti e moderati davanti alle esigenze di ricostruzione del Paese».
SERVE RISPETTO RECIPROCO, DI PIETRO DECIDA
Il 'Patto di legislatura' che il Pd propone presuppone un «centrosinistra di governo» e a questo punto Antonio Di Pietro deve «decidere» cosa vuole fare. Lo ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani durante la direzione del partito: «Centrosinistra di governo - ha spiegato - signifca un accordo di governabilità e una parziale cessione di sovranità. In caso di controversie fondamentali si procede a maggioranza nella riunione congiunta dei gruppi». Inoltre, un centrosinistra di governo offre «una proposta comune verso le forze autonome di centro disposte a un patto di legislatura». «C'è un corollario che noi rivolgiamo all'Idv e al collega Di Pietro - ha precisato - Una ovvia condizione di base è il rispetto reciproco e il saldo ancoraggio istituzionale. Decida se vuole mancare di rispetto alle istituzioni della Repubblica o fare l'accordo. Quelle cose assieme non possono stare. O l'una o l'altra».
CHIEDO A MIO PARTITO ATTO DI GENEROSITÀ
«So di chiedere al mio partito un atto di generosità e il coraggio di una sfida. Conosco bene le contraddizioni e i problemi che dovremo affrontare ma io ho sempre pensato di metterci al servizio di un processo più grande di noi». È l'impegno che Pier Luigi Bersani chiede al partito dopo aver proposto primarie aperte e l'apertura del Pd ad un patto dei democratici e dei progressisti.
ANCHE DA RETI PUBBLICHE
COSE ALLUCINANTI SUL VOTO Su tutte le tv, comprese quelle pubbliche, si è data una rappresentazione falsata dei risultati amministrativi, secondo il Pd, e questo è «allucinante» per Pier Luigi Bersani: «Su tutti in canali televisivi nelle ore dopo il voto abbiamo sentito cose allucinanti con i nostri candidati costretti ad dimostrare che due più due fa quattro».
RICONNETTERE POLITICA-SOCIETÀ
«Io mi candiderò alle primarie aperte per la premiership non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per riconnettere politica e società e mettere in movimento la forza dei progressisti senza lasciarla spettatrice di acrobazie altrui spesso senza capo nè coda». Lo annuncia Bersani.
A METÀ LUGLIO ASSEMBLEA NAZIONALE
A metà luglio si terrà l'assemblea nazionale del Pd. Lo ha annunciato il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, aprendo i lavori della direzione.
CI SARÀ RINNOVAMENTO, È MIO COMPITO FARLO
Pier Luigi Bersani annuncia un significativo rinnovamento della classe dirigente democratica. «Abbiamo nuove forze da mettere in campo. Abbiamo forze per un rinnovamento vero. Questo- dice il leader del Pd in direzione- mi fa dire che siamo nelle condizioni di mandare avanti persone nuove e sperimentate, e di mettere sulle loro spalle le responsabilità. Questo avverrà. Lo considero parte del mio compito. Non avverrà senza il presidio di esperienza maturate negli anni, ma detto questo, il rinnovamento avverrà», assicura il leader democratico.
BERSANI: PRIMARIE APERTE, MI CANDIDO
Primarie aperte entro l'anno «per la scelta del candidato premier dei progressisti e dei democratici italiani». È la proposta avanzata da Pier Luigi Bersani che annuncia la sua candidatura e rivolge la proposta di «un patto per la ricostruzione non solo ai partiti di un centrosinistra di governo ma a movimenti, liste civiche e sindaci.
Aprendo i lavori della direzione del Pd, Bersani afferma che in base al patto che intende proporre ai democratici e ai progressisti si deve procedere «entro l'anno a primarie aperte per la scelta del candidato dei progressisti e dei democratici italiani alla guida del paese. Io mi candiderò, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione, ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo nè coda; perchè alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi. O vogliamo forse disperdere un punto di forza, un punto distintivo così grande e così vero?».
A MONTI: BASTA FARE SOLO RAGIONIERI
«Se è vero che i conti devono tornare è anche vero che questo è possibile anche senza approcci ragionieristici che vedo troppo spesso». Lo dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nel corso della Direzione del partito, ringraziando comunque Monti e Napolitano per quanto stanno facendo. Alla citazione del presidente della Repubblica applausi in sala.
BERSANI AD ALFANO: LEGGE ELETTORALE,
DECIDETE IN TRE SETTIMANE
«Tre settimane e si decide se c'è l'accordo o no e lo si decide all'aperto». Così il segretario Pd, Pierluigi Bersani, si rivolge ad Angelino Alfano e rilancia sulla possibilità di un accordo sulle riforme, a partire da quella della legge elettorale. «Considero che i tempi sono ormai molto molto stretti. Alfano ha detto: tre settimane. Gli rispondo: bene, tre settimane e si decide se c'è l'accordo o no».
il leader Pd che indica anche «paletti concettuali chiari» fondamentali per il suo partito: «basta liste bloccate: per noi la strada maestra sono i collegi» e «massima attenzione alla governabilità e quindi alla possibilità dei cittadini di pronunciarsi utilmente sull'indirizzo di governo».
«Ai primi di luglio - inviata Bersani - dobbiamo sapere con ragionevole certezza la soluzione. Chiedo quindi mandato alla direzione per metterci a lavoro da domani con le altre forze politiche».
Il leader Pd chiede agli attuali alleati chiarezza: «non si mostri di voler proseguire l'iter o far finta di proseguirlo con qualche voto a maggioranza. In una situazione come quella in cui stiamo sarebbe ridicolo», e il Pd è pronto a impegnarsi. Chiede che «la legge elettorale sia liberata da ogni condizionamento». Nel merito Bersani indica il doppio turno di collegio che ha «una sua rinnovata attualità» e «non è come è ovvio necessariamente connesso agli assetti costituzionali».
Ma il segretario mette in guardia: «noi non aggiungiamo: o è così o ci teniamo il porcellum», «non possiamo permetterci che ad ogni passo di mediazione parta l'accusa di volerci vendere l'anima. Io ribadisco il no al porcellum che considero una causa principe del distacco dei cittadini e che non ha consentito la governabilità».
EUROPA, BERLINO SI MUOVA
«Non c'è più tempo, bisogna che la Germania si muova e ci siano alcune decisioni. Al Consiglio Europeo di giugno si deve arrivare a qualche decisione». È la richiesta del segretario Pd Pier Luigi Bersani, nel suo intervento alla Direzione del partito. «L'uscita della Grecia dall'euro - sostiene Bersani - non è pensabile, è un pensiero da apprendisti stregoni».
http://www.unita.it/italia/bersani-al-g ... i-1.418873
Bersani: «Primarie aperte e aut aut a Di Pietro»
8 giugno 2012 A - A CENTROSINISTRA APERTO E PATT0 CON MODERATI
Pier Luigi Bersani ha lanciato oggi una proposta ampia in vista delle elezioni: ai partiti di centrosinistra per un accordo di governabilità e ai moderati per un patto di legislatura. Ma non solo. Ha aperto il campo del centrosinistra a movimenti e liste civiche. «La proposta politica l'abbiamo da tempo e la teniamo ferma», ha detto il segretario del Pd alla direzione, «un centrosinistra di governo aperto a un patto di legislatura con forze democratiche e civiche moderate. Un patto di legislatura tra progressisti e moderati davanti alle esigenze di ricostruzione del Paese».
SERVE RISPETTO RECIPROCO, DI PIETRO DECIDA
Il 'Patto di legislatura' che il Pd propone presuppone un «centrosinistra di governo» e a questo punto Antonio Di Pietro deve «decidere» cosa vuole fare. Lo ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani durante la direzione del partito: «Centrosinistra di governo - ha spiegato - signifca un accordo di governabilità e una parziale cessione di sovranità. In caso di controversie fondamentali si procede a maggioranza nella riunione congiunta dei gruppi». Inoltre, un centrosinistra di governo offre «una proposta comune verso le forze autonome di centro disposte a un patto di legislatura». «C'è un corollario che noi rivolgiamo all'Idv e al collega Di Pietro - ha precisato - Una ovvia condizione di base è il rispetto reciproco e il saldo ancoraggio istituzionale. Decida se vuole mancare di rispetto alle istituzioni della Repubblica o fare l'accordo. Quelle cose assieme non possono stare. O l'una o l'altra».
CHIEDO A MIO PARTITO ATTO DI GENEROSITÀ
«So di chiedere al mio partito un atto di generosità e il coraggio di una sfida. Conosco bene le contraddizioni e i problemi che dovremo affrontare ma io ho sempre pensato di metterci al servizio di un processo più grande di noi». È l'impegno che Pier Luigi Bersani chiede al partito dopo aver proposto primarie aperte e l'apertura del Pd ad un patto dei democratici e dei progressisti.
ANCHE DA RETI PUBBLICHE
COSE ALLUCINANTI SUL VOTO Su tutte le tv, comprese quelle pubbliche, si è data una rappresentazione falsata dei risultati amministrativi, secondo il Pd, e questo è «allucinante» per Pier Luigi Bersani: «Su tutti in canali televisivi nelle ore dopo il voto abbiamo sentito cose allucinanti con i nostri candidati costretti ad dimostrare che due più due fa quattro».
RICONNETTERE POLITICA-SOCIETÀ
«Io mi candiderò alle primarie aperte per la premiership non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per riconnettere politica e società e mettere in movimento la forza dei progressisti senza lasciarla spettatrice di acrobazie altrui spesso senza capo nè coda». Lo annuncia Bersani.
A METÀ LUGLIO ASSEMBLEA NAZIONALE
A metà luglio si terrà l'assemblea nazionale del Pd. Lo ha annunciato il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, aprendo i lavori della direzione.
CI SARÀ RINNOVAMENTO, È MIO COMPITO FARLO
Pier Luigi Bersani annuncia un significativo rinnovamento della classe dirigente democratica. «Abbiamo nuove forze da mettere in campo. Abbiamo forze per un rinnovamento vero. Questo- dice il leader del Pd in direzione- mi fa dire che siamo nelle condizioni di mandare avanti persone nuove e sperimentate, e di mettere sulle loro spalle le responsabilità. Questo avverrà. Lo considero parte del mio compito. Non avverrà senza il presidio di esperienza maturate negli anni, ma detto questo, il rinnovamento avverrà», assicura il leader democratico.
BERSANI: PRIMARIE APERTE, MI CANDIDO
Primarie aperte entro l'anno «per la scelta del candidato premier dei progressisti e dei democratici italiani». È la proposta avanzata da Pier Luigi Bersani che annuncia la sua candidatura e rivolge la proposta di «un patto per la ricostruzione non solo ai partiti di un centrosinistra di governo ma a movimenti, liste civiche e sindaci.
Aprendo i lavori della direzione del Pd, Bersani afferma che in base al patto che intende proporre ai democratici e ai progressisti si deve procedere «entro l'anno a primarie aperte per la scelta del candidato dei progressisti e dei democratici italiani alla guida del paese. Io mi candiderò, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione, ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo nè coda; perchè alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi. O vogliamo forse disperdere un punto di forza, un punto distintivo così grande e così vero?».
A MONTI: BASTA FARE SOLO RAGIONIERI
«Se è vero che i conti devono tornare è anche vero che questo è possibile anche senza approcci ragionieristici che vedo troppo spesso». Lo dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nel corso della Direzione del partito, ringraziando comunque Monti e Napolitano per quanto stanno facendo. Alla citazione del presidente della Repubblica applausi in sala.
BERSANI AD ALFANO: LEGGE ELETTORALE,
DECIDETE IN TRE SETTIMANE
«Tre settimane e si decide se c'è l'accordo o no e lo si decide all'aperto». Così il segretario Pd, Pierluigi Bersani, si rivolge ad Angelino Alfano e rilancia sulla possibilità di un accordo sulle riforme, a partire da quella della legge elettorale. «Considero che i tempi sono ormai molto molto stretti. Alfano ha detto: tre settimane. Gli rispondo: bene, tre settimane e si decide se c'è l'accordo o no».
il leader Pd che indica anche «paletti concettuali chiari» fondamentali per il suo partito: «basta liste bloccate: per noi la strada maestra sono i collegi» e «massima attenzione alla governabilità e quindi alla possibilità dei cittadini di pronunciarsi utilmente sull'indirizzo di governo».
«Ai primi di luglio - inviata Bersani - dobbiamo sapere con ragionevole certezza la soluzione. Chiedo quindi mandato alla direzione per metterci a lavoro da domani con le altre forze politiche».
Il leader Pd chiede agli attuali alleati chiarezza: «non si mostri di voler proseguire l'iter o far finta di proseguirlo con qualche voto a maggioranza. In una situazione come quella in cui stiamo sarebbe ridicolo», e il Pd è pronto a impegnarsi. Chiede che «la legge elettorale sia liberata da ogni condizionamento». Nel merito Bersani indica il doppio turno di collegio che ha «una sua rinnovata attualità» e «non è come è ovvio necessariamente connesso agli assetti costituzionali».
Ma il segretario mette in guardia: «noi non aggiungiamo: o è così o ci teniamo il porcellum», «non possiamo permetterci che ad ogni passo di mediazione parta l'accusa di volerci vendere l'anima. Io ribadisco il no al porcellum che considero una causa principe del distacco dei cittadini e che non ha consentito la governabilità».
EUROPA, BERLINO SI MUOVA
«Non c'è più tempo, bisogna che la Germania si muova e ci siano alcune decisioni. Al Consiglio Europeo di giugno si deve arrivare a qualche decisione». È la richiesta del segretario Pd Pier Luigi Bersani, nel suo intervento alla Direzione del partito. «L'uscita della Grecia dall'euro - sostiene Bersani - non è pensabile, è un pensiero da apprendisti stregoni».
http://www.unita.it/italia/bersani-al-g ... i-1.418873
Re: quo vadis PD ????
Primarie entro l’anno, Bersani riceve il plauso dei rottamatori
Pubblicato il 8 giugno 2012 da Redazione
“Tocca a noi”. La campagna elettorale di Pierluigi Bersani comincia da qui. Dalla direzione nazionale. E nel corso dell’apertura dei lavori conferma l’indiscrezione dei giorni scorsi, ovvero l’intenzione di portare il Pd a convocare in autunno delle primarie aperte.
“Io mi candiderò – è il passaggio più impegnativo immediatamente riportato dalle agenzie di stampa e dalle pagine ufficiali dei democrat –, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo né coda; perché alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi”.Perché il riferimento alle coalizioni-carovanserraglio? Si intuisce dalla seconda novità. Bersani lancia un patto rivolto a progressisti e liste civiche di moderati. “Siamo un partito centrale anche se non nella geometria politica, ma nel rapporto col paese” che decodificato rende ancora di più il messaggio del leader democrat di voler giocare un ruolo da trait d’union fra l’ala sinistra e l’ala centrista di una prossima alleanza di governo.
Intanto, a fare le spese dell’inizio della sfida per la premiership è il Pdl che vede tramontare definitivamente il suo disegno semipresidenzialista. “Non è la nostra opzione – taglia corto –. Noi siamo per un sistema parlamentare riformato, semplificato e rafforzato, per un ruolo forte del Governo e per una preziosa funzione di equilibrio del Presidente della Repubblica. Naturalmente il semipresidenzialismo è una posizione legittima, ma non è comunque percorribile in questo scorcio di legislatura”. Gettata la componente più osteggiata dell’architettura istituzionale alla francese il segretario vorrebbe adottare il sistema elettorale parigino, con la formula del doppio turno di collegio e la fine pertanto delle liste plurinominali bloccate proporzionali.La prima reazione è arrivata dai principali sponsor delle primarie aperte, i rottamatori. Le parole di Renzi raccolte durante un colloquio col Foglio hanno anticipato di qualche ora l’ufficializzazione delle primarie aperte da parte del segretario nazionale: “E’ la scelta giusta – ha dichiarato davanti al taccuino di Claudio Cerasa – ed è una nostra vittoria dato che noi le primarie le chiedevamo da tempo. Bersani è stato coraggioso: ha mostrato di avere fegato e intelligenza politica, e finalmente ha capito che sarebbe stato un suicidio per un partito come il nostro, che ha un bisogno disperato di innovazione, rinunciare proprio oggi, proprio in questo momento, al più grande strumento di innovazione di cui dispone il Pd”.
http://www.termometropolitico.it/16970_ ... atori.html
Pubblicato il 8 giugno 2012 da Redazione
“Tocca a noi”. La campagna elettorale di Pierluigi Bersani comincia da qui. Dalla direzione nazionale. E nel corso dell’apertura dei lavori conferma l’indiscrezione dei giorni scorsi, ovvero l’intenzione di portare il Pd a convocare in autunno delle primarie aperte.
“Io mi candiderò – è il passaggio più impegnativo immediatamente riportato dalle agenzie di stampa e dalle pagine ufficiali dei democrat –, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo né coda; perché alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi”.Perché il riferimento alle coalizioni-carovanserraglio? Si intuisce dalla seconda novità. Bersani lancia un patto rivolto a progressisti e liste civiche di moderati. “Siamo un partito centrale anche se non nella geometria politica, ma nel rapporto col paese” che decodificato rende ancora di più il messaggio del leader democrat di voler giocare un ruolo da trait d’union fra l’ala sinistra e l’ala centrista di una prossima alleanza di governo.
Intanto, a fare le spese dell’inizio della sfida per la premiership è il Pdl che vede tramontare definitivamente il suo disegno semipresidenzialista. “Non è la nostra opzione – taglia corto –. Noi siamo per un sistema parlamentare riformato, semplificato e rafforzato, per un ruolo forte del Governo e per una preziosa funzione di equilibrio del Presidente della Repubblica. Naturalmente il semipresidenzialismo è una posizione legittima, ma non è comunque percorribile in questo scorcio di legislatura”. Gettata la componente più osteggiata dell’architettura istituzionale alla francese il segretario vorrebbe adottare il sistema elettorale parigino, con la formula del doppio turno di collegio e la fine pertanto delle liste plurinominali bloccate proporzionali.La prima reazione è arrivata dai principali sponsor delle primarie aperte, i rottamatori. Le parole di Renzi raccolte durante un colloquio col Foglio hanno anticipato di qualche ora l’ufficializzazione delle primarie aperte da parte del segretario nazionale: “E’ la scelta giusta – ha dichiarato davanti al taccuino di Claudio Cerasa – ed è una nostra vittoria dato che noi le primarie le chiedevamo da tempo. Bersani è stato coraggioso: ha mostrato di avere fegato e intelligenza politica, e finalmente ha capito che sarebbe stato un suicidio per un partito come il nostro, che ha un bisogno disperato di innovazione, rinunciare proprio oggi, proprio in questo momento, al più grande strumento di innovazione di cui dispone il Pd”.
http://www.termometropolitico.it/16970_ ... atori.html
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Re: quo vadis PD ????
E Vendola a ruota:"Parole del leader Pd sono ossigeno per la societa' civile..."
maronna mia.....che tristezza!
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Re: quo vadis PD ????
Pd vuoto a perdere
Goffredo De Marchis per La Repubblica
<<Il Partito democratico - afferma Antonio Di Pietro – ha lo stesso programma del Pdl. Se continua così le alleanze se le fa da solo.
E la fa con Berlusconi>>. (Uéh!! Ma che bella prospettiva!!! – ndt)
L’Idv contesta il Pd su tutti i fronti:
- nomine delle authority
- voto su De Gregorio
- ddl anticorruzione
<<Invece di uscire a Vasto, - dice ancora l’ex pm – mi sembra che Bersani abbia sbagliato imbocco e stia andando in un’altra direzione>>.
Di Pietro e Vendola : "Tra noi e Pd distanze incolmabili"
PS. Il problema è lo stesso di sempre.
I rossi ex Pci, compresi quelli che erano favorevoli alla grande Armata rossa durante l'invasione dell'Ungheria nel 1956, trasformatisi poi in miglioristi, secondo la migliore tradizione dei "rossi" trasformisti, non avevano il coraggio di ammettere che la loro massima aspirazione era quella di diventare democristiani a tutti gli effetti. Il "Sol dell'avvenire" era diventato una gran bella Balena Rosa.
L'Ulivo per loro non andava bene, dovevano dare prova di fedeltà, ed ecco che dal cilindro spunta la solita trovata all'italiana.
Ci chiameremo "Democratici", facendo credere che stavano scimmiottando i "Democrat" d'oltre Atlantico.
In realtà, neppure Massimo Gramellini se ne era accorto a suo tempo, i "rossi" non avevano il coraggio di dire la verità.
Quella che assieme ai vecchi Dc avevano fondato il Partito democratico ""cristiano"".
Era il primo atto della Rifondazione della vecchia balena bianco rosa.
Tanto i merli non lo avevano capito.
Pier Luigi Bersani da Bettola (Pc) (che non è l'acronimo di Partito comunista, ma bensì della città di Piacenza) negli ultimi nove mesi ha messo la barra per ritornare al partito mamma, l'U dc, di Pierazzurro Casini in Caltagirone.
Noi dobbiamo allearci con i moderati.
Nota.
In Italia se non ti chiami Pier sei un signor nessuno e non fai carriera.
Pier Luigi Bersani
Pier Ferdinando Casini in Caltagirone (In arte Pierazzurro)
Pier Silvio Berlusconi
Pier Camillo Davigo
Pierluigi Castagnetti
maro'....qua si devono fare ribattezzare
Pier Debora Serracchiani
Pier Stefano Fassina
Pier Matteo Renzi (è completamente inutile che si presenti alle primarie se non si ribattezza)
Pier Alessandra Moretti
Pier Pippo Civati
Anche la lista dei possibili esodati presentata oggi da La repubblica ha già inoltrato i documenti per la ribattezzazione.
Pier Massimo D’Alema
Pier Valter Veltroni
Pier Anna Finocchiaro
Pier Livia Turco
Pier Arturo Parisi
Pier Giovanna Melandri
Pier Franco Marini
Goffredo De Marchis per La Repubblica
<<Il Partito democratico - afferma Antonio Di Pietro – ha lo stesso programma del Pdl. Se continua così le alleanze se le fa da solo.
E la fa con Berlusconi>>. (Uéh!! Ma che bella prospettiva!!! – ndt)
L’Idv contesta il Pd su tutti i fronti:
- nomine delle authority
- voto su De Gregorio
- ddl anticorruzione
<<Invece di uscire a Vasto, - dice ancora l’ex pm – mi sembra che Bersani abbia sbagliato imbocco e stia andando in un’altra direzione>>.
Di Pietro e Vendola : "Tra noi e Pd distanze incolmabili"
PS. Il problema è lo stesso di sempre.
I rossi ex Pci, compresi quelli che erano favorevoli alla grande Armata rossa durante l'invasione dell'Ungheria nel 1956, trasformatisi poi in miglioristi, secondo la migliore tradizione dei "rossi" trasformisti, non avevano il coraggio di ammettere che la loro massima aspirazione era quella di diventare democristiani a tutti gli effetti. Il "Sol dell'avvenire" era diventato una gran bella Balena Rosa.
L'Ulivo per loro non andava bene, dovevano dare prova di fedeltà, ed ecco che dal cilindro spunta la solita trovata all'italiana.
Ci chiameremo "Democratici", facendo credere che stavano scimmiottando i "Democrat" d'oltre Atlantico.
In realtà, neppure Massimo Gramellini se ne era accorto a suo tempo, i "rossi" non avevano il coraggio di dire la verità.
Quella che assieme ai vecchi Dc avevano fondato il Partito democratico ""cristiano"".
Era il primo atto della Rifondazione della vecchia balena bianco rosa.
Tanto i merli non lo avevano capito.
Pier Luigi Bersani da Bettola (Pc) (che non è l'acronimo di Partito comunista, ma bensì della città di Piacenza) negli ultimi nove mesi ha messo la barra per ritornare al partito mamma, l'U dc, di Pierazzurro Casini in Caltagirone.
Noi dobbiamo allearci con i moderati.
Nota.
In Italia se non ti chiami Pier sei un signor nessuno e non fai carriera.
Pier Luigi Bersani
Pier Ferdinando Casini in Caltagirone (In arte Pierazzurro)
Pier Silvio Berlusconi
Pier Camillo Davigo
Pierluigi Castagnetti
maro'....qua si devono fare ribattezzare
Pier Debora Serracchiani
Pier Stefano Fassina
Pier Matteo Renzi (è completamente inutile che si presenti alle primarie se non si ribattezza)
Pier Alessandra Moretti
Pier Pippo Civati
Anche la lista dei possibili esodati presentata oggi da La repubblica ha già inoltrato i documenti per la ribattezzazione.
Pier Massimo D’Alema
Pier Valter Veltroni
Pier Anna Finocchiaro
Pier Livia Turco
Pier Arturo Parisi
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Re: quo vadis PD ????
Ultima fermata per il tram che si chiama Desiderio.
Il manovratore arresta la vettura, si alza dal suo sedile, fa una mezza torsione all’indietro e si rivolge agli ultimi viaggiatori annunciando: << Signori,….il tram chiamato Desiderio ha terminato la sua corsa, prossima destinazione il deposito…. I signori passeggeri sono pregati cortesemente di scendere…..>>
Se anche il mio amico Giovanni, anni 76, comunista ante litteram da quando vestiva alla marinara, ultimo giapponese del Pd in quel della vecchia Stalingrado ha dichiarato: <<Basta,…io questi qui con la porcata dell’inciucione dell’authority non li voto più>>, significa che il Partito democratico ((cristiano)) qui di voti nazionali non ne becca più.
Si regolino di conseguenza i signori di Via san’Andrea delle Fratte 16, in Roma, quelli di Poltrone & Forchette, che il regime e gli oppositori del regime del ventennio chiamavano “forchettoni”.
Di trippa per gatti non ce n’è più per nessuno.
Il manovratore arresta la vettura, si alza dal suo sedile, fa una mezza torsione all’indietro e si rivolge agli ultimi viaggiatori annunciando: << Signori,….il tram chiamato Desiderio ha terminato la sua corsa, prossima destinazione il deposito…. I signori passeggeri sono pregati cortesemente di scendere…..>>
Se anche il mio amico Giovanni, anni 76, comunista ante litteram da quando vestiva alla marinara, ultimo giapponese del Pd in quel della vecchia Stalingrado ha dichiarato: <<Basta,…io questi qui con la porcata dell’inciucione dell’authority non li voto più>>, significa che il Partito democratico ((cristiano)) qui di voti nazionali non ne becca più.
Si regolino di conseguenza i signori di Via san’Andrea delle Fratte 16, in Roma, quelli di Poltrone & Forchette, che il regime e gli oppositori del regime del ventennio chiamavano “forchettoni”.
Di trippa per gatti non ce n’è più per nessuno.
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Re: quo vadis PD ????
Due settimane e anche nei sondaggi il PD non sarà più il primo partito...
Il loro comportamneto degli ultimi giorni è veramente disgustoso...
Il loro comportamneto degli ultimi giorni è veramente disgustoso...
Re: quo vadis PD ????
Authority, scontro nel Pd. Prodi: “Da suicidio”. Bersani: “Nessuno è innocente”
Duro confronto alla direzione dei democratici: dichiarazioni di fuoco di Fassino, Orfini, Fassina, Sarubbi. Il segretario replica: "Sottovalutare il meccanismo delle regole è un errore. Critiche legittime, ma devono avere un tono accettabile"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 giugno 2012
Il via alle danze lo ha dato l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi parlando al Corriere della Sera. “La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti” ha detto sconsolato, ma senza mezzi termini. Il commento, precisa, è riferito “a chi ha avallato queste decisioni”. Il tema è la nomina dei candidati all’Autorità garante per la privacy e all’Agcom, quella per le Telecomunicazioni, al centro di una vera e propria bufera nel confronto tra i democratici. Non solo infatti è spuntata l’accusa di “primarie farsa” per indicare i nomi da proporre al Parlamento (personalità poi puntualmente approvati come commissari), ma in generale sul metodo da spartizione al quale anche i democratici alla fine hanno partecipato, in tempi molto difficili per la politica.
I malumori dei giorni scorsi sono esplosi oggi alla direzione del Pd. Dopo di lui hanno messo in mora la scelta dei candidati anche Piero Fassino, Paolo Gentiloni, Arturo Parisi e la prodiana Sandra Zampa. Alla fine ha tirato le somme Pier Luigi Bersani; prima ha chiarito che pochi siano gli “innocenti” poi ha messo l’accento sul tema delle regole. Tra i primi interventi critici quello del sindaco di Torino Piero Fassino: “Non sono un ingenuo ma non possiamo permetterci scatti come quelli degli ultimi giorni – dichiara – La vicenda dell’Authority non può ripetersi perchè la società non lo accetta più. Dobbiamo voltare pagina e oltre a intervenire sui meccanismi di nomina dobbiamo partire dalla competenza e dalla professionalità dei curriculum”. Segue il responsabile Cultura del partito, Matteo Orfini, uno dei “giovani”, che usa parole ancora più dure: “Abbiamo fatto una figuraccia per assecondare un capriccio di corrente, ma se un bambino fa i capricci lo si mette in castigo. Noi gli abbiamo comprato il gelato. Quello che abbiamo fatto allontata il Paese da noi, avere accettato quel meccanismo è stata una solenne sciocchezza. Più che cambiare i meccanismi di nomina bisogna cambiare i meccanismi con cui funzioniamo noi. Non basta dire, come ha fatto Bersani, che quando devi fare una nomina è meglio avere la febbre. Perchè quando sarai a palazzo Chigi, Pierluigi, dovresti farti ricoverare e non sarebbe un bene per il Paese”.
Segue poi l’intervento di Andrea Sarubbi, tra i più critici già nei giorni scorsi: “Peccato – dice – se Piero Fassino avesse manifestato prima i suoi dubbi, le nomine Agcom e Privacy sarebbero andate diversamente. Come notano oggi anche autorevoli membri della segreteria le nomine sono state frutto, cito testualmente, di un capriccio di corrente. Mi rincuora tuttavia il fatto che un tema portato avanti da alcuni di noi, pochi a dire il vero, nel gruppo parlamentare abbia acquisito centralità nel dibattito all’interno del principale luogo di elaborazione politica del partito. Peccato solo che questa consapevolezza arrivi a frittata ormai fatta”.
Infine Stefano Fassina, responsabile Economia, già noto per i suoi tentativi di dare discontinuità alla linea del partito, anche in relazione al rapporto con il governo Monti: “Mi chiedo, ma i parlamentari che hanno criticato la scelta dei candidati alle Authority, perché le hanno votate?”. A Fassina replica Rosy Bindi: “Bastava la maggioranza semplice, sia nel gruppo che in aula, questo forse non ti è chiaro”.
A tutti risponde direttamente il segretario Pierluigi Bersani: “Bisogna trovare dei meccanismi che riducano al minimo” ogni tipo di problema sulle nomine alle autorità indipendenti, ha detto. “Ho sentito molte critiche oggi sulla nomine, tutte legittime ma raccomanderei che avessero un tono accettabile. Abbiamo una storia alle spalle su tutti questi temi e non c’è nessun innocente. Ma questa cosa di sottovalutare il meccanismo delle regole è un errore. Perchè dovete spiegarmi per quali motivo per l’Autorità dell’energia davanti a scelte opinabili non vengono fuori giornalate. Perchè?”.
In serata per “eliminare ogni dubbio o insinuazione” i capigruppo Anna Finocchiaro e Dario Franceschini hanno inviato una lettera ai parlamentari Pd con la quale hanno reso noti “tutti i risultati” in modo da rispondere alle “critiche, anche di parlamentari, al meccanismo giudicato a posteriori poco trasparente”. E così emerge che per quanto riguarda l’Autorità sulla privacy, la maggioranza delle preferenze le incassa Licia Califano con 121 voti, mentre Antonello Soro, che ha attirato i malumori di alcuni esponenti del partito, ottiene 117 voti risultando al secondo posto.
Ma il fuoco amico non si placa. Dopo le ripetute dichiarazioni di fedeltà al governo di Bersani, Fassina nel suo intervento di oggi ha messo di nuovo nel mirino Monti: “L’esecutivo – spiega – Ha dimostrato una inadeguatezza non di qualche ministro, ma di una cultura economica non in grado di fare fronte alle questioni che abbiamo di fronte. Serve un allentamento dell’austerità auto-distruttiva. Possiamo cancellare l’aumento dell’Iva, allentare il patto di stabilità, risolvere il problema degli esodati? C’è uno spread democratico da non sottovalutare, perché è difficile riformare il Paese con istituzioni che perdono credibilità. Di questo bisogna parlarne dopo l’estate”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... te/257272/
Duro confronto alla direzione dei democratici: dichiarazioni di fuoco di Fassino, Orfini, Fassina, Sarubbi. Il segretario replica: "Sottovalutare il meccanismo delle regole è un errore. Critiche legittime, ma devono avere un tono accettabile"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 giugno 2012
Il via alle danze lo ha dato l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi parlando al Corriere della Sera. “La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti” ha detto sconsolato, ma senza mezzi termini. Il commento, precisa, è riferito “a chi ha avallato queste decisioni”. Il tema è la nomina dei candidati all’Autorità garante per la privacy e all’Agcom, quella per le Telecomunicazioni, al centro di una vera e propria bufera nel confronto tra i democratici. Non solo infatti è spuntata l’accusa di “primarie farsa” per indicare i nomi da proporre al Parlamento (personalità poi puntualmente approvati come commissari), ma in generale sul metodo da spartizione al quale anche i democratici alla fine hanno partecipato, in tempi molto difficili per la politica.
I malumori dei giorni scorsi sono esplosi oggi alla direzione del Pd. Dopo di lui hanno messo in mora la scelta dei candidati anche Piero Fassino, Paolo Gentiloni, Arturo Parisi e la prodiana Sandra Zampa. Alla fine ha tirato le somme Pier Luigi Bersani; prima ha chiarito che pochi siano gli “innocenti” poi ha messo l’accento sul tema delle regole. Tra i primi interventi critici quello del sindaco di Torino Piero Fassino: “Non sono un ingenuo ma non possiamo permetterci scatti come quelli degli ultimi giorni – dichiara – La vicenda dell’Authority non può ripetersi perchè la società non lo accetta più. Dobbiamo voltare pagina e oltre a intervenire sui meccanismi di nomina dobbiamo partire dalla competenza e dalla professionalità dei curriculum”. Segue il responsabile Cultura del partito, Matteo Orfini, uno dei “giovani”, che usa parole ancora più dure: “Abbiamo fatto una figuraccia per assecondare un capriccio di corrente, ma se un bambino fa i capricci lo si mette in castigo. Noi gli abbiamo comprato il gelato. Quello che abbiamo fatto allontata il Paese da noi, avere accettato quel meccanismo è stata una solenne sciocchezza. Più che cambiare i meccanismi di nomina bisogna cambiare i meccanismi con cui funzioniamo noi. Non basta dire, come ha fatto Bersani, che quando devi fare una nomina è meglio avere la febbre. Perchè quando sarai a palazzo Chigi, Pierluigi, dovresti farti ricoverare e non sarebbe un bene per il Paese”.
Segue poi l’intervento di Andrea Sarubbi, tra i più critici già nei giorni scorsi: “Peccato – dice – se Piero Fassino avesse manifestato prima i suoi dubbi, le nomine Agcom e Privacy sarebbero andate diversamente. Come notano oggi anche autorevoli membri della segreteria le nomine sono state frutto, cito testualmente, di un capriccio di corrente. Mi rincuora tuttavia il fatto che un tema portato avanti da alcuni di noi, pochi a dire il vero, nel gruppo parlamentare abbia acquisito centralità nel dibattito all’interno del principale luogo di elaborazione politica del partito. Peccato solo che questa consapevolezza arrivi a frittata ormai fatta”.
Infine Stefano Fassina, responsabile Economia, già noto per i suoi tentativi di dare discontinuità alla linea del partito, anche in relazione al rapporto con il governo Monti: “Mi chiedo, ma i parlamentari che hanno criticato la scelta dei candidati alle Authority, perché le hanno votate?”. A Fassina replica Rosy Bindi: “Bastava la maggioranza semplice, sia nel gruppo che in aula, questo forse non ti è chiaro”.
A tutti risponde direttamente il segretario Pierluigi Bersani: “Bisogna trovare dei meccanismi che riducano al minimo” ogni tipo di problema sulle nomine alle autorità indipendenti, ha detto. “Ho sentito molte critiche oggi sulla nomine, tutte legittime ma raccomanderei che avessero un tono accettabile. Abbiamo una storia alle spalle su tutti questi temi e non c’è nessun innocente. Ma questa cosa di sottovalutare il meccanismo delle regole è un errore. Perchè dovete spiegarmi per quali motivo per l’Autorità dell’energia davanti a scelte opinabili non vengono fuori giornalate. Perchè?”.
In serata per “eliminare ogni dubbio o insinuazione” i capigruppo Anna Finocchiaro e Dario Franceschini hanno inviato una lettera ai parlamentari Pd con la quale hanno reso noti “tutti i risultati” in modo da rispondere alle “critiche, anche di parlamentari, al meccanismo giudicato a posteriori poco trasparente”. E così emerge che per quanto riguarda l’Autorità sulla privacy, la maggioranza delle preferenze le incassa Licia Califano con 121 voti, mentre Antonello Soro, che ha attirato i malumori di alcuni esponenti del partito, ottiene 117 voti risultando al secondo posto.
Ma il fuoco amico non si placa. Dopo le ripetute dichiarazioni di fedeltà al governo di Bersani, Fassina nel suo intervento di oggi ha messo di nuovo nel mirino Monti: “L’esecutivo – spiega – Ha dimostrato una inadeguatezza non di qualche ministro, ma di una cultura economica non in grado di fare fronte alle questioni che abbiamo di fronte. Serve un allentamento dell’austerità auto-distruttiva. Possiamo cancellare l’aumento dell’Iva, allentare il patto di stabilità, risolvere il problema degli esodati? C’è uno spread democratico da non sottovalutare, perché è difficile riformare il Paese con istituzioni che perdono credibilità. Di questo bisogna parlarne dopo l’estate”.
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Re: quo vadis PD ????
GIÀ I SUOI FEDELISSIMI IN PARLAMENTO AVEVANO AVANZATO CRITICHE AL VERTICE DEL PARTITO
Prodi: «Senza limiti la spinta al suicidio del Pd»
Affondo del professore dopo le nomine per le Authority contro «chi ha avallato queste decisioni»
MILANO - «La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti». Romano Prodi è all'estero ma ha seguito passo dopo passo la polemica per le nomine alle Authority. E il suo è un commento sferzante, riferito ai vertici del Pd, o comunque «a chi ha avallato queste decisioni».
IL CASO - Parole pesanti che giungono proprio mentre è in corso una delicata direzione del partito democratico in cui tutti i temi del momento sono sul tavolo, dalla Rai alle primarie. La scelta di mercoledì in Parlamento sulle Authority era stata avallata da gran parte del partito. Poche le voci di dissenso come quelle, per citarne alcune di parlamentari vicini allo stesso Prodi, di Arturo Parisi («irresponsabile aver scelto il principio di spartizione») e Sandra Zampa («una delle peggiori pagine della vita del gruppo Pd»).
Non è la prima volta in pochi mesi che Prodi interviene duramente su decisioni del Pd. L'ultima occasione è stata quella della legge elettorale.
Marco Ascione
8 giugno 2012 | 12:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Prodi: «Senza limiti la spinta al suicidio del Pd»
Affondo del professore dopo le nomine per le Authority contro «chi ha avallato queste decisioni»
MILANO - «La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti». Romano Prodi è all'estero ma ha seguito passo dopo passo la polemica per le nomine alle Authority. E il suo è un commento sferzante, riferito ai vertici del Pd, o comunque «a chi ha avallato queste decisioni».
IL CASO - Parole pesanti che giungono proprio mentre è in corso una delicata direzione del partito democratico in cui tutti i temi del momento sono sul tavolo, dalla Rai alle primarie. La scelta di mercoledì in Parlamento sulle Authority era stata avallata da gran parte del partito. Poche le voci di dissenso come quelle, per citarne alcune di parlamentari vicini allo stesso Prodi, di Arturo Parisi («irresponsabile aver scelto il principio di spartizione») e Sandra Zampa («una delle peggiori pagine della vita del gruppo Pd»).
Non è la prima volta in pochi mesi che Prodi interviene duramente su decisioni del Pd. L'ultima occasione è stata quella della legge elettorale.
Marco Ascione
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Re: quo vadis PD ????
Swg ha comunicato oggi i nuovi dati con il Pd al 23,2 %. Forse in minima parte hanno influito su quel 23 %.
La prossima settimana potrebbe raggiungere quota 22%, che equivale al dato che corrisponde a quando Veltroni ha dato le dimissioni.
Quella di Bersani è una parabola (per il momento) arriva al punto da cui è partito.
La prossima settimana potrebbe raggiungere quota 22%, che equivale al dato che corrisponde a quando Veltroni ha dato le dimissioni.
Quella di Bersani è una parabola (per il momento) arriva al punto da cui è partito.
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Re: quo vadis PD ????
Prodi: «Senza limiti la spinta al suicidio del Pd»
Affondo del professore dopo le nomine per le Authority contro «chi ha avallato queste decisioni»
MILANO - «La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti». Romano Prodi è all'estero ma ha seguito passo dopo passo la polemica per le nomine alle Authority. E il suo è un commento sferzante, riferito ai vertici del Pd, o comunque «a chi ha avallato queste decisioni».....
diritti di riproduzione riservati: http://www.corriere.it
Articolo apparso oggi 9/6/12 sul corriere.it, al seguente link:
http://www.corriere.it/politica/12_giug ... ddf8.shtml
Fassina in TV, a Rainews "il punto", a Rai3 "Linea notte"
Interviste rilasciate con evidente imbarazzo (da youtube o dal sito Rai.it).
...........
Il PD ormai è andato ..... è fuori di testa.
Un giorno dopo aver nominato suoi rappresentanti nelle autorities, agcom, e privacy, senza alcuna valutazione delle competenze ma solo con spirito spartitorio, oggi il PD punta i piedi sulla Rai, dove Monti nel bene e nel male (+ nel male) ha nominato 3 figure indipendenti ai vertici della Rai.
Cosa fa il PD: NO, non mi va bene! Aspetto, voglio la modifica della "governance" (parola oscura, volutamente oscura), che ambisce alla modifica della legge Gasparri sulla Rai.
Con il parlamento che ci ritroviamo (figure becere) e con il PDL quasi maggioranza assoluta al senato, l'impresa è impossibile e loro lo sanno bene, come lo sanno bene ... i vecchi azzeccagarbugli della politica PDdiana. Come sanno bene anche che avendo salvato De Gregorio ci sia spetta poi che venga salvato Lusi o Penati che sia (PDdini ignobili).
Qui voglio smascherare un pericolo di "furto di democrazia" che il PD avrebbe intenzione di fare, udite udite:
- pensare che "conviene" andare alle elezioni con il porcellum;
- vincendo come primo partito di "maggioranza relativa" avere il diritto di prendersi il "malloppo" del 55% di deputati, al senato non sarà così ... ma chi se ne frega, si baratterà qualche "nomina";
La mia è sicuramente Dietrologia, ma "chi pensa al male è vicino alla verità".
Il fatto non è casuale che il Bersani (perchè la Fornero SI, ed il Bersani NO?), si proprio lui, ormai "furbetto del quartierino", abbia mandato allo sbaraglio il soldato Fassina (solo che questi non ha le p...e) a dire che "è meglio andare alle elezioni in autunno" viste le difficoltà di Monti, ma poi subito smentirlo (vecchio metodo usato e abusato dai politicanti professionisti).
Il Bersani poi ha costretto Fassina a rimangiarsi la parola nelle interviste (di cui sopra) rilasciate alla rai, tanto che Fassina ha proditoriamente detto che in caso di vittoria del PD (nelle alleanze indicate da Bersani alla direzione PD, quali?) si "deve" continuare con la politica di Monti .... però fatta meglio (cacchio in senso + liberista?).
Io di sx non voglio e non vorrei che a un partito perdente (il PD neoliberista) che prendesse alle politiche il 25% dei voti, gli venissero assegnati poi il 55% dei seggi alla camera.
Questo "furto di democrazia" non lo consentiremo.
Sono super schifato di tutti i partiti da destra a tutta la sinistra .... voglio lavorare solo nei movimenti.
Toro Seduto ...ma inca....to.
Affondo del professore dopo le nomine per le Authority contro «chi ha avallato queste decisioni»
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Articolo apparso oggi 9/6/12 sul corriere.it, al seguente link:
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Fassina in TV, a Rainews "il punto", a Rai3 "Linea notte"
Interviste rilasciate con evidente imbarazzo (da youtube o dal sito Rai.it).
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Il PD ormai è andato ..... è fuori di testa.
Un giorno dopo aver nominato suoi rappresentanti nelle autorities, agcom, e privacy, senza alcuna valutazione delle competenze ma solo con spirito spartitorio, oggi il PD punta i piedi sulla Rai, dove Monti nel bene e nel male (+ nel male) ha nominato 3 figure indipendenti ai vertici della Rai.
Cosa fa il PD: NO, non mi va bene! Aspetto, voglio la modifica della "governance" (parola oscura, volutamente oscura), che ambisce alla modifica della legge Gasparri sulla Rai.
Con il parlamento che ci ritroviamo (figure becere) e con il PDL quasi maggioranza assoluta al senato, l'impresa è impossibile e loro lo sanno bene, come lo sanno bene ... i vecchi azzeccagarbugli della politica PDdiana. Come sanno bene anche che avendo salvato De Gregorio ci sia spetta poi che venga salvato Lusi o Penati che sia (PDdini ignobili).
Qui voglio smascherare un pericolo di "furto di democrazia" che il PD avrebbe intenzione di fare, udite udite:
- pensare che "conviene" andare alle elezioni con il porcellum;
- vincendo come primo partito di "maggioranza relativa" avere il diritto di prendersi il "malloppo" del 55% di deputati, al senato non sarà così ... ma chi se ne frega, si baratterà qualche "nomina";
La mia è sicuramente Dietrologia, ma "chi pensa al male è vicino alla verità".
Il fatto non è casuale che il Bersani (perchè la Fornero SI, ed il Bersani NO?), si proprio lui, ormai "furbetto del quartierino", abbia mandato allo sbaraglio il soldato Fassina (solo che questi non ha le p...e) a dire che "è meglio andare alle elezioni in autunno" viste le difficoltà di Monti, ma poi subito smentirlo (vecchio metodo usato e abusato dai politicanti professionisti).
Il Bersani poi ha costretto Fassina a rimangiarsi la parola nelle interviste (di cui sopra) rilasciate alla rai, tanto che Fassina ha proditoriamente detto che in caso di vittoria del PD (nelle alleanze indicate da Bersani alla direzione PD, quali?) si "deve" continuare con la politica di Monti .... però fatta meglio (cacchio in senso + liberista?).
Io di sx non voglio e non vorrei che a un partito perdente (il PD neoliberista) che prendesse alle politiche il 25% dei voti, gli venissero assegnati poi il 55% dei seggi alla camera.
Questo "furto di democrazia" non lo consentiremo.
Sono super schifato di tutti i partiti da destra a tutta la sinistra .... voglio lavorare solo nei movimenti.
Toro Seduto ...ma inca....to.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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