Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
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Sondaggio su primarie Pd
In testa Bersani (per ora)
SONDAGGIO DIGIS | Alle primarie del Pd il segretario Pierluigi Bersani otterrebbe il maggior numero di consensi. Vendola al secondo posto, Renzi terzo.
11 giugno 2012
Secondo un sondaggio Digis, pubblicato da ilRetroscena.it, alle primarie del Pd il segretario Pierluigi Bersani ottiene il maggior numero di consensi tra il campione generale di elettori di centrosinistra, totalizzando il 31% dei voti. Vendola raggiunge il secondo posto, ottenendo il 23%, mentre Renzi arriva terzo, al 19%. Ultimo si posiziona Antonio Di Pietro, che ottiene il 16%.
Esiste poi un 11% di elettori che ha dichiarato che «andrebbe a votare alle primarie», ma che sceglierebbe «altri candidati» non ritenendo idonei quelli proposti.
Analizzando le scelte di voto degli elettori dei singoli partiti di centrosinistra, si ottengono dei risvolti interessanti. Bersani è primo anche nel voto degli elettori democratici con il 42%, ma Renzi ottiene un risultato importante con il 28%, ossia quasi un elettore su tre del Pd lo voterebbe contro il proprio segretario. Vendola ottiene il 16% mentre Di Pietro soltanto l'8%.
Un altro dato rilevante è rappresentato dal fatto che solamente l'8% degli elettori del Pd indica la necessità di «altri candidati». Nel campo dell'Idv, gli elettori voterebbero Di Pietro per il 62% mentre Bersani otterrebbe il 16% delle preferenze. Tra gli elettori di Sel si riscontra invece, in maniera abbastanza prevedibile, la maggiore «fidelizzazione» con il proprio leader, visto che Vendola verrebbe votato addirittura dal 71% del campione.
Un'ultima annotazione, infine, riguarda quegli elettori di centrosinistra che, in questa fase, non si identificano né con il Partito democratico né con l'Idv o con Sel, ma che si riconoscono in altre formazioni minori (come ad esempio il Pdci) o in nessuna in particolare. Rispetto a questo campione, tendenzialmente più spostato a sinistra, risulterebbe vincente Nichi Vendola con il 24% dei consensi, mentre Bersani, staccato di poco, otterebbe il 21%, infine Renzi il 13%
In testa Bersani (per ora)
SONDAGGIO DIGIS | Alle primarie del Pd il segretario Pierluigi Bersani otterrebbe il maggior numero di consensi. Vendola al secondo posto, Renzi terzo.
11 giugno 2012
Secondo un sondaggio Digis, pubblicato da ilRetroscena.it, alle primarie del Pd il segretario Pierluigi Bersani ottiene il maggior numero di consensi tra il campione generale di elettori di centrosinistra, totalizzando il 31% dei voti. Vendola raggiunge il secondo posto, ottenendo il 23%, mentre Renzi arriva terzo, al 19%. Ultimo si posiziona Antonio Di Pietro, che ottiene il 16%.
Esiste poi un 11% di elettori che ha dichiarato che «andrebbe a votare alle primarie», ma che sceglierebbe «altri candidati» non ritenendo idonei quelli proposti.
Analizzando le scelte di voto degli elettori dei singoli partiti di centrosinistra, si ottengono dei risvolti interessanti. Bersani è primo anche nel voto degli elettori democratici con il 42%, ma Renzi ottiene un risultato importante con il 28%, ossia quasi un elettore su tre del Pd lo voterebbe contro il proprio segretario. Vendola ottiene il 16% mentre Di Pietro soltanto l'8%.
Un altro dato rilevante è rappresentato dal fatto che solamente l'8% degli elettori del Pd indica la necessità di «altri candidati». Nel campo dell'Idv, gli elettori voterebbero Di Pietro per il 62% mentre Bersani otterrebbe il 16% delle preferenze. Tra gli elettori di Sel si riscontra invece, in maniera abbastanza prevedibile, la maggiore «fidelizzazione» con il proprio leader, visto che Vendola verrebbe votato addirittura dal 71% del campione.
Un'ultima annotazione, infine, riguarda quegli elettori di centrosinistra che, in questa fase, non si identificano né con il Partito democratico né con l'Idv o con Sel, ma che si riconoscono in altre formazioni minori (come ad esempio il Pdci) o in nessuna in particolare. Rispetto a questo campione, tendenzialmente più spostato a sinistra, risulterebbe vincente Nichi Vendola con il 24% dei consensi, mentre Bersani, staccato di poco, otterebbe il 21%, infine Renzi il 13%
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Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
Otto e mezzo del 8 giugno 2012, dove Giovanni Valentini, editorialista di Repubblica, sostiene che a suo parere Bersani non è adatto per l'incarico di segretario-premier. Inoltre fa presente che neppure De Benedetti, l'editore del Gruppo Espresso La Repubblica, ritiene l'attuale segretario del Pd idonee a questo incarico.
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50269471
Dal punto:
00.23.46 in avanti
dove :
00 sta per ore,
23 sta per minuti, e
46 sta per secondi
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50269471
Dal punto:
00.23.46 in avanti
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Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
Goffredo De Marchis per La Repubblica del 12 giugno 2012- Pagina 9
Pressing del Pd su Pier Luigi
…….Noi non indichiamo nomi, non lottizziamo, insiste il segretario.
Una posizione isolata ormai, tutto il Pd gli chiede una marcia indietro.
<<Non lo capite che io sono già in corsa per le primarie, che ci metto la faccia?
Non lo sapete che Renzi e Vendola mi aspettano al varco?>>, è la reazione stizzita di Bersani al pressing.
***
Cosa dobbiamo pensare???
Che se non ci fossero in ballo le primarie, l’intero partito di Poltrone & Forchette avrebbe partecipato alla lottizzazione senza battere ciglio?
Non è un problema di riforma della Rai con fuori i partiti,……visto che anche ieri sera nella riunione con Monti si sono riempiti la bocca di “riforme”, ma un problema di momentanea necessità individuale del segretario.
Pressing del Pd su Pier Luigi
…….Noi non indichiamo nomi, non lottizziamo, insiste il segretario.
Una posizione isolata ormai, tutto il Pd gli chiede una marcia indietro.
<<Non lo capite che io sono già in corsa per le primarie, che ci metto la faccia?
Non lo sapete che Renzi e Vendola mi aspettano al varco?>>, è la reazione stizzita di Bersani al pressing.
***
Cosa dobbiamo pensare???
Che se non ci fossero in ballo le primarie, l’intero partito di Poltrone & Forchette avrebbe partecipato alla lottizzazione senza battere ciglio?
Non è un problema di riforma della Rai con fuori i partiti,……visto che anche ieri sera nella riunione con Monti si sono riempiti la bocca di “riforme”, ma un problema di momentanea necessità individuale del segretario.
Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
ARTICOLO
"Voteremo candidati della società civile"
Il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani scrive a Se non ora quando, Libera, Libertà e Giustizia, Comitato per la libertà e il diritto all’informazione
pubblicato il 13 giugno 2012 , 129 letture
"Qualora le Vostre Associazioni ritenessero di indicare due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell’Azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile”. Con queste parole il Segretario nazionale del Partito democratico, Pier Luigi Bersani si rivolge in una lettera inviata questo pomeriggio a quattro associazioni: Se non ora quando, Libertà e Giustizia, Libera e Comitato per la libertà e il diritto all'informazione che comprende diverse organizzazioni del settore.
“La Rai – continua Bersani nella lettera - vive il momento più drammatico della sua storia: umiliata da chi l'ha asservita ai capricci della destra, incapace di competere, priva di un chiaro indirizzo industriale. Non è solo un problema di autonomia dell'informazione o di scarso pluralismo, oggi il male è ben più profondo.
Le decisioni che dovrebbero essere guidate da valutazioni esclusivamente aziendali vengono prese sempre più fuori dall'Azienda. Anni di lottizzazione hanno cambiato la RAI, finendo per inaridire la capacità innovativa della più grande industria culturale del Paese. Il tutto mentre migliaia di lavoratori e lavoratrici ogni giorno con professionalità e passione si impegnano per un'azienda che amano, come la amano gli italiani. Gli ascolti calano, la raccolta pubblicitaria fatica, l'innovazione tecnologica è bloccata, le prospettive industriali sono nel buio: questa oggi è la RAI. Davvero dobbiamo rassegnarci a un triste declino? Io credo di no; d'altra parte, se qualcosa di buono è venuto da questi mesi terribili, è la conferma che sono in tantissimi a non volerlo fare.
Le manifestazioni che hanno denunciato e contrastato i momenti più drammatici dell'occupazione politica, l'impegno di intellettuali e uomini di cultura, la voglia di non arrendersi di chi dall'Azienda è stato emarginato o peggio allontanato sono la dimostrazione che si può invertire la rotta. E che si può immaginare una RAI diversa, che torni a essere un asset per il Paese.
Per questo abbiamo voluto esprimere una posizione forte, rompendo unilateralmente il rito della lottizzazione.
Altro che Aventino! A isolarsi - sottolinea il leader del Pd - sono quelli che ancora oggi pensano di continuare come se niente fosse a distruggere il servizio pubblico. Abbiamo proposto una riforma minima, in attesa di affrontarne una più complessiva nella prossima legislatura. Abbiamo chiesto di ritoccare la legge Gasparri modificando la governance dell'Azienda, dandole un amministratore delegato con i poteri di dirigerla veramente, di cambiarla, di impostare una strategia industriale degna di questo nome.
Con tutte le sue peculiarità, la Rai è un'azienda e come un'azienda può e deve funzionare. La destra con i suoi irresponsabili veti ha impedito ogni intervento, per questo abbiamo deciso di non nominare alcun nostro rappresentante nel CdA. Il meccanismo con cui funziona l'Azienda impedirebbe anche ai più liberi e qualificati di amministrarla sul serio. Se vi scrivo è perché questa battaglia l'abbiamo fatta anche per dare una risposta concreta alla richiesta che in tante occasioni ci avete ripetuto: "i partiti fuori dalla Rai". Noi oggi lo facciamo davvero. Nella prossima legislatura metteremo mano a una riforma che farà rinascere l'Azienda, aprendola anche al contributo di chi, come Voi, ha dimostrato di amarla molto più di parecchi di quelli che l'hanno amministrata in questi anni. Lunedì scade il tempo per la presentazione delle candidature per il CdA. Noi non ne presenteremo. A fronte di questa nostra posizione – più volte ribadita - la destra rifiuta ogni discussione, ogni riflessione e intende procedere. Qualora le Vostre Associazioni ritenessero di indicare due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell’Azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile.”
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... iet-civile
"Voteremo candidati della società civile"
Il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani scrive a Se non ora quando, Libera, Libertà e Giustizia, Comitato per la libertà e il diritto all’informazione
pubblicato il 13 giugno 2012 , 129 letture
"Qualora le Vostre Associazioni ritenessero di indicare due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell’Azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile”. Con queste parole il Segretario nazionale del Partito democratico, Pier Luigi Bersani si rivolge in una lettera inviata questo pomeriggio a quattro associazioni: Se non ora quando, Libertà e Giustizia, Libera e Comitato per la libertà e il diritto all'informazione che comprende diverse organizzazioni del settore.
“La Rai – continua Bersani nella lettera - vive il momento più drammatico della sua storia: umiliata da chi l'ha asservita ai capricci della destra, incapace di competere, priva di un chiaro indirizzo industriale. Non è solo un problema di autonomia dell'informazione o di scarso pluralismo, oggi il male è ben più profondo.
Le decisioni che dovrebbero essere guidate da valutazioni esclusivamente aziendali vengono prese sempre più fuori dall'Azienda. Anni di lottizzazione hanno cambiato la RAI, finendo per inaridire la capacità innovativa della più grande industria culturale del Paese. Il tutto mentre migliaia di lavoratori e lavoratrici ogni giorno con professionalità e passione si impegnano per un'azienda che amano, come la amano gli italiani. Gli ascolti calano, la raccolta pubblicitaria fatica, l'innovazione tecnologica è bloccata, le prospettive industriali sono nel buio: questa oggi è la RAI. Davvero dobbiamo rassegnarci a un triste declino? Io credo di no; d'altra parte, se qualcosa di buono è venuto da questi mesi terribili, è la conferma che sono in tantissimi a non volerlo fare.
Le manifestazioni che hanno denunciato e contrastato i momenti più drammatici dell'occupazione politica, l'impegno di intellettuali e uomini di cultura, la voglia di non arrendersi di chi dall'Azienda è stato emarginato o peggio allontanato sono la dimostrazione che si può invertire la rotta. E che si può immaginare una RAI diversa, che torni a essere un asset per il Paese.
Per questo abbiamo voluto esprimere una posizione forte, rompendo unilateralmente il rito della lottizzazione.
Altro che Aventino! A isolarsi - sottolinea il leader del Pd - sono quelli che ancora oggi pensano di continuare come se niente fosse a distruggere il servizio pubblico. Abbiamo proposto una riforma minima, in attesa di affrontarne una più complessiva nella prossima legislatura. Abbiamo chiesto di ritoccare la legge Gasparri modificando la governance dell'Azienda, dandole un amministratore delegato con i poteri di dirigerla veramente, di cambiarla, di impostare una strategia industriale degna di questo nome.
Con tutte le sue peculiarità, la Rai è un'azienda e come un'azienda può e deve funzionare. La destra con i suoi irresponsabili veti ha impedito ogni intervento, per questo abbiamo deciso di non nominare alcun nostro rappresentante nel CdA. Il meccanismo con cui funziona l'Azienda impedirebbe anche ai più liberi e qualificati di amministrarla sul serio. Se vi scrivo è perché questa battaglia l'abbiamo fatta anche per dare una risposta concreta alla richiesta che in tante occasioni ci avete ripetuto: "i partiti fuori dalla Rai". Noi oggi lo facciamo davvero. Nella prossima legislatura metteremo mano a una riforma che farà rinascere l'Azienda, aprendola anche al contributo di chi, come Voi, ha dimostrato di amarla molto più di parecchi di quelli che l'hanno amministrata in questi anni. Lunedì scade il tempo per la presentazione delle candidature per il CdA. Noi non ne presenteremo. A fronte di questa nostra posizione – più volte ribadita - la destra rifiuta ogni discussione, ogni riflessione e intende procedere. Qualora le Vostre Associazioni ritenessero di indicare due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell’Azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile.”
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... iet-civile
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Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
Beh, il problema intanto è: quale coalizione fanno?
Al momento, la corsa non è fra quelli elencati sopra, a quanto ci dicono dal Pd.
Allora, Vasto o non Vasto?
Decidetevi, così decidiamo anche noi cosa fare.
Al momento, la corsa non è fra quelli elencati sopra, a quanto ci dicono dal Pd.
Allora, Vasto o non Vasto?
Decidetevi, così decidiamo anche noi cosa fare.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
Renzi attacca Bersani:
«Aprire il Pd? Una furbata»
Ancora non ha deciso se candidarsi, «potrei essere io o un’altra persona, magari una ragazza», ma intanto Matteo Renzi, ospite di «In 1/2h» di Lucia Annunziata parla come fosse già in campagna elettorale. «Un leader deve scegliere, deve assumersi la responsabilità di farlo. Non dico “adesso apriamo una campagna di ascolto con le associazioni amiche che mi danno dei nomi e poi rifletto se appoggiarle o no”», dice in aperta polemica con il segretario Pierluigi Bersani che si è rivolto alle associazioni per le nomine Rai. Polemico anche su alcuni passaggi dell’intervista rilasciata dal segretario ieri a l’Unità, il sindaco di Firenze marca le distanze: «Quando scelgo una persona cerca di metterla competente, svincolata dalle tessere del partito, capace di fare le cose che deve fare».
Tranchant il commento sull’apertura alla società civile: «È peggio che una furbata o una captatio benevolentiae, io lo considero una persona seria e lo rispetto ma ha un’idea vecchia del partito, fatto di addetti ai lavori. Io la penso diversamente, non mi sento società incivile perché faccio il sindaco». L’aspirante premier individua una terza via, che vada al di là di «Berlusconi con il sorriso di plastica e la sinistra che ha sempre risposto con l’ombra cupa dalemiana della politica come una setta di addetti ai lavori che fa grandi inciuci». La terza via dunque eccola: un partito leggero con gente che fa politica «per un periodo limitato di tempo». Di Bersani apprezza la scelta di sostenere «il Governo ed è stato molto serio nel voler arrivare al 2013 e sono convinto che lo farà». Ma anche Monti, che pure era partito bene, «in questo momento è molto arenato».
Per sciogliere la riserva sulla sua candidatura il sindaco di Firenze spiega che vuole una gara vera, senza albo di partito e dice che se dovesse perdere non se ne andrà dal partito, «do una mano a chi ha vinto».
L'UMORE PD
«Vedo che c’è un certo protagonismo da parte di Renzi - commenta Marina Sereni -. La scelta di chi deve guidare il campo progressista, vorrei sottolineare, non può prescindere da un’impegnativa riflessione su come si risolleva l’Italia e l’Europa». Per Sereni, invece, la linea tracciata dal segretario «è positiva, sollecita il nostro partito ad aprirsi e costruire la piattaforma per il futuro tenendo presente che c’è un grande bisogno tra la nostra gente, ma tra gli elettori in generale, di un confronto vero sui contenuti delle riforme e le soluzioni alla crisi di cui il prossimo governo dovrà farsi carico». «Fa una certa impressione - commenta Michele Ventura - sentire Renzi affermare che potrebbe candidarsi lui, un’altra persona o una ragazza. Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di chi si candida a governare il Paese in una situazione che fra un anno non sarà molto diversa da quella attuale. Si tratterà di rilanciare l’economia puntando su nuovi modelli e ci sarà bisogno di un nuovo protagonismo in Europa insieme alle altre forze progressiste. In momenti come questi c’è bisogno di statisti, anche se può sembrare un termine superato, e deve essere chiaro che non è un gioco la questione della leadership».
Walter Verini, che non commenta le parole di Renzi, dice di aver apprezzato molto quelle due parole attorno a cui ruota l’intervista del segretario. «Coraggio e apertura sono le parole chiave senza delle quali non esiste un Pd che si candida a governare il paese. I partiti sono decisi - ragiona il deputato Pd - ma devono sapersi nutrire della energie che ci sono all’esterno». Quello che si aspetta adesso, aggiunge, «sono gesti coraggiosi nel rinnovamento della politica che non passa soltanto attraverso le nuove classi dirigenti. Bisogna rompere con il correntismo, un male che divora quotidianamente il partito». E se è vero, come è vero che nella Conferenza di Napoli il lavoro è al centro del programma di governo del Pd, «è altrettanto vero che lavoro non è soltanto quello dipendente, c’è quello dei precari, delle partite iva, degli autonomi. Noi dobbiamo parlare a tutte queste categorie con la stessa incisività», conclude Verini.
Nel frattempo gli amministratori locali del Pd sono già con i motori caldi in vista delle primarie. Matteo Renzi ha chiamato a raccolta a Firenze, alla Leopolda, un gruppo di sindaci per dare un peso specifico agli amministratori dalle primarie invitandoli a dire per primi «che non basta più. Che c’è bisogno di altro. È tempo di cambiare». Ma la sua iniziativa è stata subito stoppata da quasi un centinaio tra sindaci, presidenti di Provincia e di Regione che invece scendono in campo proprio per sostenere il segretario.
http://www.unita.it/italia/renzi-attacc ... a-1.421662
«Aprire il Pd? Una furbata»
Ancora non ha deciso se candidarsi, «potrei essere io o un’altra persona, magari una ragazza», ma intanto Matteo Renzi, ospite di «In 1/2h» di Lucia Annunziata parla come fosse già in campagna elettorale. «Un leader deve scegliere, deve assumersi la responsabilità di farlo. Non dico “adesso apriamo una campagna di ascolto con le associazioni amiche che mi danno dei nomi e poi rifletto se appoggiarle o no”», dice in aperta polemica con il segretario Pierluigi Bersani che si è rivolto alle associazioni per le nomine Rai. Polemico anche su alcuni passaggi dell’intervista rilasciata dal segretario ieri a l’Unità, il sindaco di Firenze marca le distanze: «Quando scelgo una persona cerca di metterla competente, svincolata dalle tessere del partito, capace di fare le cose che deve fare».
Tranchant il commento sull’apertura alla società civile: «È peggio che una furbata o una captatio benevolentiae, io lo considero una persona seria e lo rispetto ma ha un’idea vecchia del partito, fatto di addetti ai lavori. Io la penso diversamente, non mi sento società incivile perché faccio il sindaco». L’aspirante premier individua una terza via, che vada al di là di «Berlusconi con il sorriso di plastica e la sinistra che ha sempre risposto con l’ombra cupa dalemiana della politica come una setta di addetti ai lavori che fa grandi inciuci». La terza via dunque eccola: un partito leggero con gente che fa politica «per un periodo limitato di tempo». Di Bersani apprezza la scelta di sostenere «il Governo ed è stato molto serio nel voler arrivare al 2013 e sono convinto che lo farà». Ma anche Monti, che pure era partito bene, «in questo momento è molto arenato».
Per sciogliere la riserva sulla sua candidatura il sindaco di Firenze spiega che vuole una gara vera, senza albo di partito e dice che se dovesse perdere non se ne andrà dal partito, «do una mano a chi ha vinto».
L'UMORE PD
«Vedo che c’è un certo protagonismo da parte di Renzi - commenta Marina Sereni -. La scelta di chi deve guidare il campo progressista, vorrei sottolineare, non può prescindere da un’impegnativa riflessione su come si risolleva l’Italia e l’Europa». Per Sereni, invece, la linea tracciata dal segretario «è positiva, sollecita il nostro partito ad aprirsi e costruire la piattaforma per il futuro tenendo presente che c’è un grande bisogno tra la nostra gente, ma tra gli elettori in generale, di un confronto vero sui contenuti delle riforme e le soluzioni alla crisi di cui il prossimo governo dovrà farsi carico». «Fa una certa impressione - commenta Michele Ventura - sentire Renzi affermare che potrebbe candidarsi lui, un’altra persona o una ragazza. Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di chi si candida a governare il Paese in una situazione che fra un anno non sarà molto diversa da quella attuale. Si tratterà di rilanciare l’economia puntando su nuovi modelli e ci sarà bisogno di un nuovo protagonismo in Europa insieme alle altre forze progressiste. In momenti come questi c’è bisogno di statisti, anche se può sembrare un termine superato, e deve essere chiaro che non è un gioco la questione della leadership».
Walter Verini, che non commenta le parole di Renzi, dice di aver apprezzato molto quelle due parole attorno a cui ruota l’intervista del segretario. «Coraggio e apertura sono le parole chiave senza delle quali non esiste un Pd che si candida a governare il paese. I partiti sono decisi - ragiona il deputato Pd - ma devono sapersi nutrire della energie che ci sono all’esterno». Quello che si aspetta adesso, aggiunge, «sono gesti coraggiosi nel rinnovamento della politica che non passa soltanto attraverso le nuove classi dirigenti. Bisogna rompere con il correntismo, un male che divora quotidianamente il partito». E se è vero, come è vero che nella Conferenza di Napoli il lavoro è al centro del programma di governo del Pd, «è altrettanto vero che lavoro non è soltanto quello dipendente, c’è quello dei precari, delle partite iva, degli autonomi. Noi dobbiamo parlare a tutte queste categorie con la stessa incisività», conclude Verini.
Nel frattempo gli amministratori locali del Pd sono già con i motori caldi in vista delle primarie. Matteo Renzi ha chiamato a raccolta a Firenze, alla Leopolda, un gruppo di sindaci per dare un peso specifico agli amministratori dalle primarie invitandoli a dire per primi «che non basta più. Che c’è bisogno di altro. È tempo di cambiare». Ma la sua iniziativa è stata subito stoppata da quasi un centinaio tra sindaci, presidenti di Provincia e di Regione che invece scendono in campo proprio per sostenere il segretario.
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Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
renzi, che ci facevi dal caimano tempo fa?
Bersani e il pd lo critichiamo noi, tu è meglio che chiudi il becco.
Bersani e il pd lo critichiamo noi, tu è meglio che chiudi il becco.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Primarie di.... colazione,..famole strane,..famole open
Renzi e` un altro geniaccio che vuole insegnare al centrosinistra cosa e` essere progressisti e democratici.
I problemi nostri ce li risolviamo da noi.
Senza bisogno di consigli non richiesti di infiltrati ciellini che vincono le primarie con le truppe cammellate (e perche` i nostri si dividono sulla fuffa o sulle clientele).
soloo42000
I problemi nostri ce li risolviamo da noi.
Senza bisogno di consigli non richiesti di infiltrati ciellini che vincono le primarie con le truppe cammellate (e perche` i nostri si dividono sulla fuffa o sulle clientele).
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