quo vadis PD ????
Re: quo vadis PD ????
L'INCONTRO
Bersani, "ci saranno primarie di coalizione"
Alleanze con i moderati contro i populisti
Il segretario del Pd partecipa a un dibattito con Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, presidenti di Libertà e Giustizia. Tanti i temi: dalle primarie alla trasparenza nei partiti, dalla legge elettorale al rinnovamento generazionale
MILANO - Una riscossa civica. Per rimediare alle deformazioni del rapporto tra politica e società. E per "rispondere ai problemi concreti dei cittadini". Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, incontra a Milano Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, presidenti di Libertà e Giustizia 1. Rinnovamento dei partiti, apertura alle istanze della società civile, la ridefinizione di meccanismi per rendere trasparenti le dinamiche del sistema politico. Un dialogo a tre voci che tocca tanti temi: informazione, formazione, finanziamento pubblico, la crisi del sistema politico e la recessione economica. E sulle primarie, il segretario del Pd replica a Vendola: "Saranno di coalizione".
Prima il programma poi le primarie. Il messaggio è diretto a Nichi Vendola, che aveva annunciato la sua indisponibilità a partecipare a primarie "non di coalizione". Il segretario del Pd dà "per scontato" che le primarie "devono essere di coalizione". Una coalizione che tiene dentro anche i moderati, contro i populisti. E aggiunge: "le primarie sono in fondo ad un percorso e bisogna che parta un manifesto, una carta di intenti, da dieci parole chiave su cui discutere. E sarà il Pd a proporla come partito maggiore". E sull'asse tra Sel e Idv: "Non ho mai escluso nessuno ma credo che il centrosinistra di governo non deve essere esposto a pulsioni populiste o a posizioni che mettono in dubbio alcuni presidi costituzionali come la presidenza della Repubblica".
Le alleanze del Pd. Per Bersani la grande area dei progressisti "deve capire" che in una situazione di ricostruzione del Paese bisogna rivolgersi anche "a forze costituzionali, europee, anche moderate e centrali, ma alternative al populismo e ai ricatti della destra". Una questione che va al di là delle "relazioni politiche". Perchè si tratta di una questione "di rapporto tra politica e società: mi interessano le forze politiche, le associazioni, le liste civiche e i cittadini e non mi pare che Vendola sia ostativo su questo".
Legge sui partiti. Il tema viene introdotto da Sandra Bonsanti. Al centro la disaffezione dalla politica: tutto deriva dalle regole sul "finanziamento pubblico, dalla legge elettorale". Per la Bonsanti "c'è da fare una scrematura delle spese, l'unico modo per un partito snello, pulito, fatto di meriti e non di raccomandazioni". E Bersani replica con una proposta: una "legge sui partiti". Una necessità se si vogliono mettere in moto quei meccanismi per dare "trasparenza" alla vita politica. Poi l'appunto di Zagrebelsky: "Bisogna cambiare direzione: oggi il finanziamento è dall'alto verso il basso. Dovrebbe essere l'opposto: le risorse vanno reperite tra i cittadini, altrimenti viene a mancare l'essenza stessa del partito come associazione di persone".
La legge elettorale. Sulla riforma della legge elettorale Bersani commenta: "mi auguro che si possa discutere, ne vedo le condizioni, ma ho timore di passi indietro del centrodestra dopo quello che è successo sulle riforme costituzionali" ma "il tempo c'è". "Si sta discutendo - ha continuato Bersani - purtroppo il centrodestra non intende accedere alla nostra proposta di un doppio turno, si sta ragionando su altre soluzioni e abbiamo messo due paletti molto semplici: i cittadini devono sapere chi avrà il compito di governare la sera delle elezioni e devono guardare in faccia il loro candidato al Parlamento e il meccanismo del collegio territoriale è il più serio".
(29 giugno 2012)
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... /?ref=fbpr
Bersani, "ci saranno primarie di coalizione"
Alleanze con i moderati contro i populisti
Il segretario del Pd partecipa a un dibattito con Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, presidenti di Libertà e Giustizia. Tanti i temi: dalle primarie alla trasparenza nei partiti, dalla legge elettorale al rinnovamento generazionale
MILANO - Una riscossa civica. Per rimediare alle deformazioni del rapporto tra politica e società. E per "rispondere ai problemi concreti dei cittadini". Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, incontra a Milano Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, presidenti di Libertà e Giustizia 1. Rinnovamento dei partiti, apertura alle istanze della società civile, la ridefinizione di meccanismi per rendere trasparenti le dinamiche del sistema politico. Un dialogo a tre voci che tocca tanti temi: informazione, formazione, finanziamento pubblico, la crisi del sistema politico e la recessione economica. E sulle primarie, il segretario del Pd replica a Vendola: "Saranno di coalizione".
Prima il programma poi le primarie. Il messaggio è diretto a Nichi Vendola, che aveva annunciato la sua indisponibilità a partecipare a primarie "non di coalizione". Il segretario del Pd dà "per scontato" che le primarie "devono essere di coalizione". Una coalizione che tiene dentro anche i moderati, contro i populisti. E aggiunge: "le primarie sono in fondo ad un percorso e bisogna che parta un manifesto, una carta di intenti, da dieci parole chiave su cui discutere. E sarà il Pd a proporla come partito maggiore". E sull'asse tra Sel e Idv: "Non ho mai escluso nessuno ma credo che il centrosinistra di governo non deve essere esposto a pulsioni populiste o a posizioni che mettono in dubbio alcuni presidi costituzionali come la presidenza della Repubblica".
Le alleanze del Pd. Per Bersani la grande area dei progressisti "deve capire" che in una situazione di ricostruzione del Paese bisogna rivolgersi anche "a forze costituzionali, europee, anche moderate e centrali, ma alternative al populismo e ai ricatti della destra". Una questione che va al di là delle "relazioni politiche". Perchè si tratta di una questione "di rapporto tra politica e società: mi interessano le forze politiche, le associazioni, le liste civiche e i cittadini e non mi pare che Vendola sia ostativo su questo".
Legge sui partiti. Il tema viene introdotto da Sandra Bonsanti. Al centro la disaffezione dalla politica: tutto deriva dalle regole sul "finanziamento pubblico, dalla legge elettorale". Per la Bonsanti "c'è da fare una scrematura delle spese, l'unico modo per un partito snello, pulito, fatto di meriti e non di raccomandazioni". E Bersani replica con una proposta: una "legge sui partiti". Una necessità se si vogliono mettere in moto quei meccanismi per dare "trasparenza" alla vita politica. Poi l'appunto di Zagrebelsky: "Bisogna cambiare direzione: oggi il finanziamento è dall'alto verso il basso. Dovrebbe essere l'opposto: le risorse vanno reperite tra i cittadini, altrimenti viene a mancare l'essenza stessa del partito come associazione di persone".
La legge elettorale. Sulla riforma della legge elettorale Bersani commenta: "mi auguro che si possa discutere, ne vedo le condizioni, ma ho timore di passi indietro del centrodestra dopo quello che è successo sulle riforme costituzionali" ma "il tempo c'è". "Si sta discutendo - ha continuato Bersani - purtroppo il centrodestra non intende accedere alla nostra proposta di un doppio turno, si sta ragionando su altre soluzioni e abbiamo messo due paletti molto semplici: i cittadini devono sapere chi avrà il compito di governare la sera delle elezioni e devono guardare in faccia il loro candidato al Parlamento e il meccanismo del collegio territoriale è il più serio".
(29 giugno 2012)
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... /?ref=fbpr
Re: quo vadis PD ????
il centralismo di Casini è figlio dell'opportunismo, del gattopardismo, del " sotto il vestito niente"....in attesa di migliori definizioni vorrei intanto capire in cosa Di pietro ( che non è certo un progressista) è a sinistra come Vendola ... mah... certo è che se diamo spago a quest'urgenza collocativa finiamo in un vortice che non porta a niente. ognuno a modo suo sono tutti impresentabili e quindi possono contare solo nella diluizione, non serve manco più cercare spasmodicamente un membro illustre della società civile ( tipo saviano etc) , cooptano Monti et les jeux sont faites, mi sa che "il ritorno della grande abbuffata" è un film che ci faranno rivedere presto.
la domanda è : Monti è/sarebbe disposto? Terrà testa alle varie teste? con quali paletti? con quali obiettivi?
la domanda è : Monti è/sarebbe disposto? Terrà testa alle varie teste? con quali paletti? con quali obiettivi?
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Re: quo vadis PD ????
Di Pietro non ha bisogno di difensori perchè è bravissimo a farlo da solo,
lui durante questa maggioranza anomalo , avendo le mani e le parole in libertà, ha detto quello che il PD avrebbe detto se non avesse avuto le mani e la bocca legate da un vincolo di sostegno a Monti, circa la presidenza della repubblica non bisogna
aver paura di cercare la verità anche se alle volte può essere poco piacevole.
il PD metta i capisaldi del suo programma, poi vedremo chi potrà aderire, certo se non darà spazio a più democrazia e sarà contro la democrazia diretta non potrà andare lontano.
lui durante questa maggioranza anomalo , avendo le mani e le parole in libertà, ha detto quello che il PD avrebbe detto se non avesse avuto le mani e la bocca legate da un vincolo di sostegno a Monti, circa la presidenza della repubblica non bisogna
aver paura di cercare la verità anche se alle volte può essere poco piacevole.
il PD metta i capisaldi del suo programma, poi vedremo chi potrà aderire, certo se non darà spazio a più democrazia e sarà contro la democrazia diretta non potrà andare lontano.
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Re: quo vadis PD ????
L’affermazione della sinistra anti-liberista in Grecia e del Front de gauche alle presidenziali francesi indicano l’esigenza, in contrasto con il memorandum imposto dalla Troika europea, di riportare al centro del dibattito politico i temi del lavoro e dello Stato sociale. La crescita dei consensi a Syriza è un segnale importante per i governi europei, che hanno sacrificato sull’altare della crisi le garanzie del lavoro e la tutela dello Stato sociale. Come ci indica anche il voto francese, la coesione europea deve ripartire dai territori, dai beni comuni e da una politica inclusiva dei diritti di cittadinanza per il rilancio di un’Europa basata sul lavoro, sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.
Così scrive A. Lucarelli in occasione dell'assemblea di Alba che si tiene a Parma oggi e domani.
Se il PD ritiene che questa sia la linea da seguire lo faccia sapere perchè finora ci sono troppi segnali contrastanti per non dire di segno opposto.
Così scrive A. Lucarelli in occasione dell'assemblea di Alba che si tiene a Parma oggi e domani.
Se il PD ritiene che questa sia la linea da seguire lo faccia sapere perchè finora ci sono troppi segnali contrastanti per non dire di segno opposto.
Re: quo vadis PD ????
Il termine "affermazione" non significa niente. Le elezioni o si vincono o si perdono. L'ottenimento di "un'affermazione" è il tipico concetto proporzionalistico della prima repubblica, secondo il quale il PSI di Craxi con poco più del 10% dei votanti poteva dire di aver ottenuto "un'affermazione" e pretendere di guidare il governo.L’affermazione della sinistra anti-liberista in Grecia e del Front de gauche alle presidenziali francesi indicano l’esigenza, in contrasto con il memorandum imposto dalla Troika europea, di riportare al centro del dibattito politico i temi del lavoro e dello Stato sociale. La crescita dei consensi a Syriza è un segnale importante per i governi europei, che hanno sacrificato sull’altare della crisi le garanzie del lavoro e la tutela dello Stato sociale. Come ci indica anche il voto francese, la coesione europea deve ripartire dai territori, dai beni comuni e da una politica inclusiva dei diritti di cittadinanza per il rilancio di un’Europa basata sul lavoro, sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.
Così scrive A. Lucarelli in occasione dell'assemblea di Alba che si tiene a Parma oggi e domani.
Se il PD ritiene che questa sia la linea da seguire lo faccia sapere perchè finora ci sono troppi segnali contrastanti per non dire di segno opposto.
Che abbiano vinto (non solo numericamente ma soprattutto politicamente) in Grecia Syriza ed in Francia il Front de gauche possono dirlo solo A. Lucarelli e pochi altri.
Re: quo vadis PD ????
( lettera 43)
Pd-Udc, c'è chi dice no
Scalfarotto e Concia contro l'asse progressisti-moderati.
di Gabriella Colarusso
A volte ritornano, verrebbe da dire, se non fosse che non se ne sono mai andati. Pier Ferdinando Casini e Massimo D'Alema, l'ex Dc e l'ex Pci, riuniti, nel ricordo di Enrico Berlinguer, per rinnovare il compromesso che fu.
IL RICORDO DI BERLINGUER. Il 25 giugno, il leader dell'Udc e l'ex presidente del Consiglio si sono ritrovati a Sassari per commemorare l'illustre segretario comunista. E proprio dalla città che diede i natali all'uomo del compromesso storico, Casini ha fatto sapere che il futuro dell'Italia post-Monti è nell'alleanza tra moderati e progressisti, Pd-Udc.
Squilli di tromba, bandiere in festa. In poche ore, mezza dirigenza democratica si è precipitata a dare il benvenuto al leader democristiano.
L'ABBRACCIO TRA BERSANI E CASINI. Un'alleanza con l'Udc «è nella logica delle cose», ha risposto il segretario Pier Luigi Bersani, cui hanno fatto immediatamente eco Dario Franceschini ed Enrico Letta che, con due interviste a La Repubblica e a Il Mattino, hanno ribadito la necessità, per la prossima legislatura, di dare al governo un'ampia maggioranza, che vada da Nichi Vendola a Casini.
In serata poi, lo stesso leader dell'Udc ha prima proposto un «governo politico dopo quello tecnico», per poi specificare: «Sì, ma nel 2013. Le elezioni in autunno sarebbero una follia. Le temo».
Scalfarotto: «Bersani applica al Partito la logica dei numeri»
Eppure la prospettiva ha creato non pochi malumori all'interno del Pd, soprattutto tra le nuove leve. Matteo Orfini, responsabile Cultura del Partito, si è subito affrettato a precisare che, senza Vendola, di Udc non si parla.
LA VOCAZIONE MAGGIORITARIA. Per il vicepresidente Ivan Scalfarotto, invece, l'errore è di metodo prima ancora che di merito. «Io ero rimasto alla vocazione maggioritaria del Pd», dice a Lettera43.it. «La distinzione tra moderati e progressisti mi fa sorridere: il Pd è nato proprio per tenerli insieme, altrimenti a cosa serve? Mi rifiuto di pensare, come fa Fassina, a un partito del lavoro subordinato».
«IL PRIMATO DELLA MATEMATICA ELETTORALE». L'ambizione di creare una forza politica simile al Partito democratico americano, spiega Scalfarotto, «capace di accogliere al suo interno le esperienze più diverse e risolvere le controversie attraverso lo strumento delle primarie», sembra però soccombere alla matematica elettorale: «Bersani applica al partito e al futuro la logica dei numeri, più siamo meglio è».
I CONTENUTI PRIMA DELLE ALLEANZE. «Il Pd deve convincere sulla base delle proprie idee, del progetto e della visione che ha del Paese, e su quella base aggregare consensi. Non parlare prima di alleanze e poi di contenuti».
Il rischio, altrimenti, è di allontanarsi ancora di più dal sentire e dai bisogni dei cittadini. «Parlare di alleanze significa non avere idea del dibattito in corso nel Paese che non è interessato a queste questioni. Così si che si alimenta il grillismo», continua Scalfarotto.
L'INSIDIA DELL'ANTI-POLITICA. «Bersani dice di non voler vincere sulle macerie», ricorda, «ma le macerie non sono solo economiche: governare con l'antipolitica al 20% significa governare su macerie istituzionali, e se il Pd continua a parlare di alleanze senza chiarire il suo progetto, rischia di far passare quel 20 al 30%».
Concia: «Non si possono sacrificare i diritti per la governabilità»
Già, il progetto. Ma quale? «Diciamo cosa vogliamo fare, per esempio, per le nomine nelle aziende pubbliche, sulla riduzione del numero dei parlamentari, sui costi della politica, sui diritti civili o sulla riforma del mercato del lavoro, e poi capiremo chi ci sta», incalza il vicepresidente. E a Enrico Letta, che ha parlato di «un grande patto costituente tra progressisti e moderati che escluda dal governo i populismi di Grillo, Berlusconi e Di Pietro», risponde: «La patente di antipopulisti non possiamo darcela da soli ma deve consegnarcela il Paese in base al programma non alle alleanze».
PRIMA I CONTENUTI, POI LE ALLEANZE. Una linea, quella di Scalfarotto, condivisa anche dalla deputata Paola Concia. «Mi sembra un po' surreale», ammette, «che si parli di alleanze prima ancora di dire cosa si intende fare. Sui diritti civili Casini ha le nostre stesse idee? Se è così, bene, non ho pregiudiziali nei suoi confronti, ma è di questo che dobbiamo discutere, non di altro».
LE DISTANZE CON CASINI. E proprio sui diritti civili iniziano i distinguo. «Casini ha bocciato la nostra proposta di legge su omofobia e transfobia», dice Concia, «e sa bene che con molti dirigenti di Sel e Idv stiamo lavorando a una serie di proposte per riconoscere i diritti delle coppie di fatto, delle famiglie monogenitoriali, che fanno e faranno parte del programma del Pd».
«RISCHIO DI SPACCATURA CONCRETO». Su questi temi, il Partito di Bersani «non può retrocedere». «Non si può sacrificare nulla sull'altare della governabilità, tantomeno i diritti civili e sociali». Se questa alleanza comportasse lo snaturamento del Pd, avverte la deputata, «il rischio di una spaccatura del Partito è più che concreto».
Serracchiani: «Nell'alleanza deve esserci anche Sel»
Plaude invece al dialogo ritrovato tra Casini e Bersani, Debora Serracchiani. «È una cosa a cui il Pd lavora da tempo», premette l'europarlamentare. «Certo, se non ci fosse l'impegno anche di Sel e di Vendola vorrebbe dire che il Pd non è riuscito a mettere insieme moderati e progressisti e a farsi perno di un nuovo centrosinistra». Ma se quell'impegno ci fosse, Serracchiani non vedrebbe alcuno snaturamento del Pd in un'alleanza con Udc e Sel.
LE RAGIONI DELLA REALPOLITIK. E la vocazione maggioritaria? Serracchiani risponde con le ragioni della Realpolitik. «Sappiamo che i nostri numeri non bastano. E poi non sono più i tempi dell'Unione. Sono stati fatti molti passi avanti all'interno delle forze che componevano quello schieramento, siamo nel pieno di una emergenza europea, c'è una consapevolezza diversa», spiega. «Credo che sia proprio questo il momento giusto per trovare quella sintesi tra diverse forze politiche che non riuscì a Prodi e per dare al Paese le risposte che attende da tempo. D' altra parte, il Pci e la Dc, insieme, fecero leggi come quella sul divorzio o sull'aborto. Non vedo perché non dovremmo riuscirci noi».
Martedì, 26 Giugno 2012
Pd-Udc, c'è chi dice no
Scalfarotto e Concia contro l'asse progressisti-moderati.
di Gabriella Colarusso
A volte ritornano, verrebbe da dire, se non fosse che non se ne sono mai andati. Pier Ferdinando Casini e Massimo D'Alema, l'ex Dc e l'ex Pci, riuniti, nel ricordo di Enrico Berlinguer, per rinnovare il compromesso che fu.
IL RICORDO DI BERLINGUER. Il 25 giugno, il leader dell'Udc e l'ex presidente del Consiglio si sono ritrovati a Sassari per commemorare l'illustre segretario comunista. E proprio dalla città che diede i natali all'uomo del compromesso storico, Casini ha fatto sapere che il futuro dell'Italia post-Monti è nell'alleanza tra moderati e progressisti, Pd-Udc.
Squilli di tromba, bandiere in festa. In poche ore, mezza dirigenza democratica si è precipitata a dare il benvenuto al leader democristiano.
L'ABBRACCIO TRA BERSANI E CASINI. Un'alleanza con l'Udc «è nella logica delle cose», ha risposto il segretario Pier Luigi Bersani, cui hanno fatto immediatamente eco Dario Franceschini ed Enrico Letta che, con due interviste a La Repubblica e a Il Mattino, hanno ribadito la necessità, per la prossima legislatura, di dare al governo un'ampia maggioranza, che vada da Nichi Vendola a Casini.
In serata poi, lo stesso leader dell'Udc ha prima proposto un «governo politico dopo quello tecnico», per poi specificare: «Sì, ma nel 2013. Le elezioni in autunno sarebbero una follia. Le temo».
Scalfarotto: «Bersani applica al Partito la logica dei numeri»
Eppure la prospettiva ha creato non pochi malumori all'interno del Pd, soprattutto tra le nuove leve. Matteo Orfini, responsabile Cultura del Partito, si è subito affrettato a precisare che, senza Vendola, di Udc non si parla.
LA VOCAZIONE MAGGIORITARIA. Per il vicepresidente Ivan Scalfarotto, invece, l'errore è di metodo prima ancora che di merito. «Io ero rimasto alla vocazione maggioritaria del Pd», dice a Lettera43.it. «La distinzione tra moderati e progressisti mi fa sorridere: il Pd è nato proprio per tenerli insieme, altrimenti a cosa serve? Mi rifiuto di pensare, come fa Fassina, a un partito del lavoro subordinato».
«IL PRIMATO DELLA MATEMATICA ELETTORALE». L'ambizione di creare una forza politica simile al Partito democratico americano, spiega Scalfarotto, «capace di accogliere al suo interno le esperienze più diverse e risolvere le controversie attraverso lo strumento delle primarie», sembra però soccombere alla matematica elettorale: «Bersani applica al partito e al futuro la logica dei numeri, più siamo meglio è».
I CONTENUTI PRIMA DELLE ALLEANZE. «Il Pd deve convincere sulla base delle proprie idee, del progetto e della visione che ha del Paese, e su quella base aggregare consensi. Non parlare prima di alleanze e poi di contenuti».
Il rischio, altrimenti, è di allontanarsi ancora di più dal sentire e dai bisogni dei cittadini. «Parlare di alleanze significa non avere idea del dibattito in corso nel Paese che non è interessato a queste questioni. Così si che si alimenta il grillismo», continua Scalfarotto.
L'INSIDIA DELL'ANTI-POLITICA. «Bersani dice di non voler vincere sulle macerie», ricorda, «ma le macerie non sono solo economiche: governare con l'antipolitica al 20% significa governare su macerie istituzionali, e se il Pd continua a parlare di alleanze senza chiarire il suo progetto, rischia di far passare quel 20 al 30%».
Concia: «Non si possono sacrificare i diritti per la governabilità»
Già, il progetto. Ma quale? «Diciamo cosa vogliamo fare, per esempio, per le nomine nelle aziende pubbliche, sulla riduzione del numero dei parlamentari, sui costi della politica, sui diritti civili o sulla riforma del mercato del lavoro, e poi capiremo chi ci sta», incalza il vicepresidente. E a Enrico Letta, che ha parlato di «un grande patto costituente tra progressisti e moderati che escluda dal governo i populismi di Grillo, Berlusconi e Di Pietro», risponde: «La patente di antipopulisti non possiamo darcela da soli ma deve consegnarcela il Paese in base al programma non alle alleanze».
PRIMA I CONTENUTI, POI LE ALLEANZE. Una linea, quella di Scalfarotto, condivisa anche dalla deputata Paola Concia. «Mi sembra un po' surreale», ammette, «che si parli di alleanze prima ancora di dire cosa si intende fare. Sui diritti civili Casini ha le nostre stesse idee? Se è così, bene, non ho pregiudiziali nei suoi confronti, ma è di questo che dobbiamo discutere, non di altro».
LE DISTANZE CON CASINI. E proprio sui diritti civili iniziano i distinguo. «Casini ha bocciato la nostra proposta di legge su omofobia e transfobia», dice Concia, «e sa bene che con molti dirigenti di Sel e Idv stiamo lavorando a una serie di proposte per riconoscere i diritti delle coppie di fatto, delle famiglie monogenitoriali, che fanno e faranno parte del programma del Pd».
«RISCHIO DI SPACCATURA CONCRETO». Su questi temi, il Partito di Bersani «non può retrocedere». «Non si può sacrificare nulla sull'altare della governabilità, tantomeno i diritti civili e sociali». Se questa alleanza comportasse lo snaturamento del Pd, avverte la deputata, «il rischio di una spaccatura del Partito è più che concreto».
Serracchiani: «Nell'alleanza deve esserci anche Sel»
Plaude invece al dialogo ritrovato tra Casini e Bersani, Debora Serracchiani. «È una cosa a cui il Pd lavora da tempo», premette l'europarlamentare. «Certo, se non ci fosse l'impegno anche di Sel e di Vendola vorrebbe dire che il Pd non è riuscito a mettere insieme moderati e progressisti e a farsi perno di un nuovo centrosinistra». Ma se quell'impegno ci fosse, Serracchiani non vedrebbe alcuno snaturamento del Pd in un'alleanza con Udc e Sel.
LE RAGIONI DELLA REALPOLITIK. E la vocazione maggioritaria? Serracchiani risponde con le ragioni della Realpolitik. «Sappiamo che i nostri numeri non bastano. E poi non sono più i tempi dell'Unione. Sono stati fatti molti passi avanti all'interno delle forze che componevano quello schieramento, siamo nel pieno di una emergenza europea, c'è una consapevolezza diversa», spiega. «Credo che sia proprio questo il momento giusto per trovare quella sintesi tra diverse forze politiche che non riuscì a Prodi e per dare al Paese le risposte che attende da tempo. D' altra parte, il Pci e la Dc, insieme, fecero leggi come quella sul divorzio o sull'aborto. Non vedo perché non dovremmo riuscirci noi».
Martedì, 26 Giugno 2012
Re: quo vadis PD ????
Ah be'. Se Scalfarotto e Concia sono gli oppositori all'accordo con Casini, siamo messi proprio bene!
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: quo vadis PD ????
A Mariok
Il fatto che ci sia stato un notevole spostamento di voti dal centrosinistra alla sinistra in trutta Europa conta così poco ?
Personalmente ritengo invece che qiesto fatto sia molto significativo e indica una tendenza, non dimentichiamo che molti che hanno dato un voto moderato sono ancora molto incerti e se non vedranno risultati concreti saranno pronti a spostarsi a sinistra.
Posso ricordare che senza la spada di Damocle dell'UE la sinistra di Syriza in Grecia era più forte.
Il fatto che ci sia stato un notevole spostamento di voti dal centrosinistra alla sinistra in trutta Europa conta così poco ?
Personalmente ritengo invece che qiesto fatto sia molto significativo e indica una tendenza, non dimentichiamo che molti che hanno dato un voto moderato sono ancora molto incerti e se non vedranno risultati concreti saranno pronti a spostarsi a sinistra.
Posso ricordare che senza la spada di Damocle dell'UE la sinistra di Syriza in Grecia era più forte.
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- Iscritto il: 08/03/2012, 23:18
Re: quo vadis PD ????
art. 18
si tratta di tecnicismi molto sofisticati ma il di fatto cancellano l' articolo 18.
l' articolo 18 non è norma costituzionale ma di rango 'quasi' costituzionale.
divide il concetto di proprietà privata da concetto di azienda come bene comune che produce benessere e lavoro.
tu datore di lavoro deve ' gestire' l' azienda ma non hai l' imperio assoluto sull' azienda.
ci sono miglioni di esempi.
ne cito uno .
dipendenti licenziati per crisi aziendale, analisi dei bilanci , ricostruzioni degli indici aziendali fnon c è crisi.
lavoratori riassunti ( articolo 18)
questi lavoratori riassunti e solo questi vengono messi in mobilità sentenza art 700 annullata la mobilità per criteri di scelta non conformi alla norma giuridica.
tutto questo a che fare direttamente e indirettamente con articolo 18.
anche il caso fiat riassunzione operai fiom ha nello sfondo articolo 18.
-------------------------------------------------------------------------------------------
primarie socialiste e di sinistra
cari compagni ormai è evidente che le primarie saranno 2
quelle del PD e quelle socialiste e di sinistra
chi appoggia il governo monti non può fare primarie con la sinistra
io non andrei a votare.
il pareggio di bilancio articolo 18 sostegno monti sono muri di Berlino.
il problema a sinistra è costruire un processo delle primarie NON lideristico ma di demoicrazia diretta vedi post primarie e consigli di sorveglianza
un programma trasparente vedi nazionalizzazione banche
si tratta di tecnicismi molto sofisticati ma il di fatto cancellano l' articolo 18.
l' articolo 18 non è norma costituzionale ma di rango 'quasi' costituzionale.
divide il concetto di proprietà privata da concetto di azienda come bene comune che produce benessere e lavoro.
tu datore di lavoro deve ' gestire' l' azienda ma non hai l' imperio assoluto sull' azienda.
ci sono miglioni di esempi.
ne cito uno .
dipendenti licenziati per crisi aziendale, analisi dei bilanci , ricostruzioni degli indici aziendali fnon c è crisi.
lavoratori riassunti ( articolo 18)
questi lavoratori riassunti e solo questi vengono messi in mobilità sentenza art 700 annullata la mobilità per criteri di scelta non conformi alla norma giuridica.
tutto questo a che fare direttamente e indirettamente con articolo 18.
anche il caso fiat riassunzione operai fiom ha nello sfondo articolo 18.
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primarie socialiste e di sinistra
cari compagni ormai è evidente che le primarie saranno 2
quelle del PD e quelle socialiste e di sinistra
chi appoggia il governo monti non può fare primarie con la sinistra
io non andrei a votare.
il pareggio di bilancio articolo 18 sostegno monti sono muri di Berlino.
il problema a sinistra è costruire un processo delle primarie NON lideristico ma di demoicrazia diretta vedi post primarie e consigli di sorveglianza
un programma trasparente vedi nazionalizzazione banche
Re: quo vadis PD ????
Ma quali primarie?
Addirittura due? Secondo me non se ne farà nessuna. Quelle organizzate dal PD (finora l'unico partito che le ha fatte, forse sarebbe bene ricordarlo) non si faranno perché Casini non credo le accetti.
Quanto a quelle (inedite) di sinistra, chi ne ha mai parlato? E come mai Sel, Idv ecc. non le hanno mai fatte per scegliere i propri leader?
Addirittura due? Secondo me non se ne farà nessuna. Quelle organizzate dal PD (finora l'unico partito che le ha fatte, forse sarebbe bene ricordarlo) non si faranno perché Casini non credo le accetti.
Quanto a quelle (inedite) di sinistra, chi ne ha mai parlato? E come mai Sel, Idv ecc. non le hanno mai fatte per scegliere i propri leader?
Chi c’è in linea
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