quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

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La "reazione" del PD:

"con tutto il rispetto..." "doveroso qualche chiarimento..."
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il solito ruggito...del coniglio.

maremmamara...che delusione.
peanuts
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Re: quo vadis PD ????

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Fassina farebbe bene ad andarsene dal pd e a costruire una alternativa con gli altri, tanto s'è capito che d'alema e la bindi hanno deciso di andare con casino, ops casini, anzi, casino...
Quello che è stupefacente è come Bersani si faccia guidare a comando ormai. Che vergogna.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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mariok

Re: quo vadis PD ????

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«Quel che faremmo al posto di Monti, quel che faremo dopo Monti». Scelte «non identiche ma in continuità».
"... non c'è una vera opposizione... vari mal di pancia potrebbero manifestarsi...". Mi sembra di rivivere il tempo delle "convergenze parallele" Immagine



RASSEGNA STAMPA

Cavaliere in campo Bersani se l'aspettava

L'Assemblea nazionale che si tiene domani a Roma, «Dalla parte dell'Italia, con responsabilità e fiducia», una riunione che forse acquisirà maggiore importanza di quanto si pensasse. Il Pd parlerà di alleanze ma non (non solo) nel senso stretto di accordi tra partiti. Mentre comincia a delinearsi quella che è stata chiamata «carta di intenti»

Andrea Tognotti - Europa
di Pier Luigi Bersani, pubblicato il 13 luglio 2012 , 73 letture

Dalle parti del Nazareno il replay berlusconiano non ha suscitato particolare stupore. Bersani, ricordano i suoi collaboratori, ha sempre detto che lui è in campo, che ce lo troveremo ancora lì, che non si può pensare di non fare i conti con lui, che evidentemente ha lavorato molto per l'obiettivo della ennesima ricandidatura. Freddezza mista a scetticismo: e la barra non si sposta.

Lo confermerà l'Assemblea nazionale che si tiene domani a Roma, «Dalla parte dell'Italia, con responsabilità e fiducia», una riunione che forse acquisirà maggiore importanza di quanto si pensasse. Il Pd parlerà di alleanze ma non (non solo) nel senso stretto di accordi tra partiti. Mentre comincia a delinearsi quella che è stata chiamata «carta di intenti», una dichiarazione su cui cercare il consenso nell'area vasta del centrosinistra», un'area «attorno alla quale costruire il centrosinstra di governo per l'alternativa». Un discorso di apertura anche «ai moderati», una locuzione che - a questo i dem tengono molto - non si traduce sic et simpliciter con «Udc», perché può voler dire, più in generale, elettori non di centosinistra che rifiutano le avventure populiste.

Insomma, anche se domani non si apre la campagna elettorale, il Pd comincia a definire la propria fisionomia di governo - Berlusconi o non Berlusconi - diverso da Monti ma in continuità con politiche di «responsabilità» in tema di tenuta dei conti pubblici. Il tema, in sostanza, è: «Quel che faremmo al posto di Monti, quel che faremo do- po Monti». Scelte «non iden- tiche ma in continuità». Di primarie non si parlerà, ma viene ribadito che «fanno parte del dna del partito», e lo stallo sulla riforma della legge elettorale non è nemmeno la causa principale del rinvio della discussione sulle regole: «Che ci sia o no il premio alla coalizione, una coalizione ci sarà perché non andremo certo in splendido isolamento...», è il ragionamento del leader. Solo che la coalizione dipenderà molto dalle risposte alla "carta d'intenti". Insomma, «prima bisogna stabilire il perimetro e poi decidere le regole con chi ci sta visto che saranno primarie di coalizione: se partecipano Vendola e Tabacci (è notizia di ieri-ndr) bisognerà chiedere anche a loro che ne pensano». In questo quadro è stata apprezzata l'intervista rilasciata ieri a Europa da Matteo Renzi, un po' per i suoi toni distensivi sui gazebo un po', forse, per i paletti messi a un'eventuale ricandidatura di Monti.

L'assemblea dem, sia pure molto rivolta all'esterno con un discorso che parte dalla situazione politica, registrando che «c'è ancora molta inconsapevolezza dei rischi che ancora ci sono», avrà comunque una coda in cui si potrebbero sciogliere i nodi posti da esponenti come Civati: limite dei tre mandati per i parlamentari, primarie per i parlamentari stessi, fissazione di una data certa per le primarie di coalizione. Si vedrà.

Tornando alle scelte politiche, stante che sulle considerazioni generali non c'è una vera opposizione alla linea del segretario, la contemporaneità della discussione parlamentare sulla spending review potrebbe essere un tema su cui vari mal di pancia potranno manifestarsi, suggerendo di non accettare tutto il pacchetto a scatola chiusa.

http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... laspettava
peanuts
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da peanuts »

Allora, bersani è in diretta su Rainews.
Attacca chi c'era prima, responsabile del disastro.
Vero.
Però sarebbe il caso che chiamasse sul palco enrico scendiletta per mettersi d'accordo, visto che lo scendiletto dice di votare pdl.

IMBECILLI, IMBECILLI, IM-BE-CIL-LI!
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mariok

Re: quo vadis PD ????

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Letta a due piazze

Dopo anni di relazione clandestina, Enrico Letta ha trovato il coraggio per un liberatorio coming out sul Corriere: “Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo”. Finalmente, era ora: B. è meglio di Grillo perché Grillo propone di “non ripagare i debiti, uscire dall’euro e non dare cittadinanza ai bambini nati da immigrati in Italia”. E pazienza se Grillo, diversamente da B., non ha mai proposto di uscire dall’euro e di non ripagare i debiti: quanto allo “ius soli”, il centrosinistra è talmente favorevole che ha governato 8 anni su 18 e non ha mai fatto la legge. Ieri molti elettori del Pd sono insorti sul web come dinanzi a chissà quale gaffe o novità. Beata ingenuità. Sono 18 anni che sinistra e destra governano insieme, ovviamente sottobanco per non farsi beccare dai rispettivi elettori. Perciò Grillo e Di Pietro li terrorizzano: non fan parte del giro, non inciuciano, non sono trattabili né ricattabili né controllabili, insomma hanno il guinzaglio lungo.
Infatti il Letta minor sogna “un’alleanza guidata da Bersani con ai lati Casini e Vendola” e non esclude nemmeno la “grande coalizione” col Pdl anche se ora “non è l’opzione principale”. Una cosa è certa: “Non vorrei che si tornasse alla logica dell’antiberlusconismo e delle ammucchiate contro il Cavaliere”. Ecco, bravo. Le ammucchiate contro il Cavaliere no. Invece quelle col Cavaliere sì: infatti oggi il Pd è in maggioranza con B., per giunta in posizione gregaria. Ma chi si scandalizza non s’è accorto che la Grande Coalizione esiste almeno dal 1994, quando – rivelò Violante alla Camera – “abbiamo garantito all’on. Berlusconi e all’on. Letta (Gianni, ndr) che non avremmo toccato le tv”. Due anni dopo nacquela Bicamerale, che ufficialmente fallì nel ’98, in realtà non ha mai chiuso i battenti. Al di là del teatrino destra-sinistra per gabbare gli elettori, non c’è legge vergogna pro B. su tv e giustizia che Ds, Margherita e poi Pd non abbiano avallato o confermato o addirittura proposto e votato. Resta da capire se l’han fatto gratis o a pagamento. Nel 2006 Enrico Letta, vicepremier del secondo governo Prodi, si diede subito da fare: Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, gli scrisse di cambiare le regole d’ingaggio all’Avvocatura dello Stato affinché smettesse di difendere la legge Gasparri alla Corte di Lussemburgo contro le giuste richieste di Europa7, come aveva fatto col governo Mediaset. Naturalmente Lettino lasciò tutto com’era e l’Avvocatura seguitò a difenderela Gasparri e Mediaset. Del resto lui aveva appena confessato di invidiare al Pdl “gente in gamba” come “zio Gianni e Tremonti”: non potendoli ingaggiare, pensò bene di imitarli. Così tornarono al potere. Nel 2009 B. aveva il solito problema: disfarsi dei suoi processi col “legittimo impedimento”. Scendiletta diede subito il via libera sul Pompiere: “Il Pd non opporrà obiezioni al ricorso al legittimo impedimento: consideriamo legittimo che, come ogni imputato, Berlusconi si difenda nel processo e dal processo”. All’espressione “come ogni imputato” c’è chi rischiò l’ipossia da risate. Altri sospettarono che si facesse scrivere i testi da zio Gianni. Ma era un’infame calunnia: zio Gianni è intelligente. Enrico invece è talmente astuto che ora è allarmato dal ritorno di B. perché “blocca la trasformazione del Pdl”. Quale? Ma naturalmente quella avviata dallo statista Alfano, “interlocutore affidabile e credibile” che stava trasformando il Pdl “da movimento carismatico a moderno partito conservatore europeo”, mentre ora “tornerà a essere il partito di Arcore”. Invece Angelino Jolie, com’è noto, con B. non parlava neppure, anzi manco lo conosceva. Altre risate da soffocare. Il fatto è che Scendiletta dice ciò che pensano quasi tutti i papaveri Pd, adusi a mercanteggiare con B. su tutto, anche sulla Costituzione. Con la differenza che gli altri sono più furbi e si limitano a farlo. Lui lo dice pure. Il che fa temere l’ipotesi più agghiacciante: che lui, per B., lavori gratis.

Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano 14 luglio 2012
Amadeus

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Bersani: "Non ci arrendiamo al porcellum"
ma nel Pd è scontro su primarie e diritti
Il segretario interviene all'assemblea e ribadisce la posizione del partito: "Pronti al compromesso, ma serve il premio di governabilità e la possibilità di scegliere i parlamentari". Proteste e tensioni per la mancanza di indicazioni precise su regole e tempi per la scelta del candidato premier

ROMA - Esplodono la grana primarie e diritti civili all'assemblea del Partito democratico. Aprendo i lavori Pierluigi Bersani assicura che Prima delle elezioni, il partito passerà dalle primarie che, promette, si svolgeranno "entro la fine dell'anno". Non saranno il congresso del Pd, ripete il segretario: "Dalla direzione è venuto un criterio di apertura, che suggerisce di privilegiare l'allargamento della partecipazione piuttosto che l'allestimento di barriere". Un criterio di cui "sono personalmente molto convinto" che corrisponde "all'idea di investire, anche rischiando qualcosa, sul rapporto fra politica e società che oggi è largamente in crisi. In nome di questa logica, mentre ho ritenuto giusto dichiarare da subito la candidatura del segretrario del Pd, anche in ossequio alle regole statutarie, ho chiesto e chiedo che questa sia in via di principio una candidatura esclusiva. Avremo modo, nel tempo giusto, di investire l'assemblea dei temi regolamentari e statutari e di prendere assieme le decisioni conseguenti".

Renzi contrattacca. Ma la linea scelta dal leader viene messa a più riprese in discussione. Tra i più critici Matteo Renzi. "I giovani del Pd - avverte il sindaco di Firenze - non faranno come Alfano". "E' stato desolante - dice - vedere tanti giovani del Pdl che si sono immediatamente rimessi in ordine appena Berlusconi ha detto 'scendo in campo io'. Noi faremo l'opposto". Poi attacca frontalmente il segretario: "Rinviando il discorso sulle primarie tutto a settembre, Bersani pensa di metterci in saccoccia. Si sbaglia di brutto peché noi in questo mese ci organizziamo, ci organizziamo sul territorio e a settembre siamo pronti".

Proteste in platea. Ma a creare tensioni ancora più forti è la reazione dell'altro "rottamatore" Filippo Civati. L'esponente lombardo presenta infatti tre ordini del giorno sulle regole per le primarie, le primarie per il parlamentari e il limite dei tre mandati, che la presidenza decide di non mettere ai voti in quanto "la relazione di Bersani delinea un percorso ben definito che si occupa anche delle primarie per la premiership. L'odg delinea un percorso un po' diverso e quindi è precluso". Annuncio che viene accolto dalle proteste della sala, dalla quale si alza il grido "voto, voto, voto". Reazioni che indispettiscono il segretario.

Scontro sui diritti civili. Ma tempi e regole delle primarie non sono l'unico tema che agita l'assemblea democratica. Il documento messo a punto dal Comitato per i diritti che affronta i temi dei diritti delle coppie omosessuali e la bioetica passa, ma colleziona 38 no. Escluso invece l'ordine del giorno presentato da Anna Paola Concia che prevedeva l'equiparazione del matrimonio gay al matrimonio civile. A sorpresa, prima del voto sul testo ufficiale è salito sul palco Enrico Fusco, delegato della Puglia, e non ha risparmiato critiche: "E' un documento arcaico, irrispettoso, offensivo per la dignità delle persone. Non è un passo in avanti ma un passo indietro enorme. Anche Fini è più avanti di noi", lamenta. A risolvere lo scontro, con da un lato Rosy Bindi e dall'altro Paola Concia, alla fine sarà la mediazione della sinistra del partito, che integra il documento con il riconoscimento della "pari dignità legale e sociale" ai gay.

La versione di Rosy. Poi, a lavori conclusi, Rosy Bindi ha spiegato così i momenti di tensione: "Ci sono procedure in tutte le assemblee direttive che devono essere rispettate. Sui diritti civili c'è stata una proposta, frutto di un grande lavoro, e rappresenta un passo in avanti sul tema dei diritti. E sulle primarie, dopo il voto sulla relazione di Bersani, non si poteva mettere in votazione degli ordini del giorno sullo stesso argomento essendosi la presidenza assunta già la responsabilità sullo svolgimento delle primarie". Quanto al documento, non votato, relativo ai matrimoni omosessuali, Bindi aggiunge: "Non si poteva votare quel documento dal momento che con il primo, già votato, avevamo escluso le nozze tra gay perché la Costituzione non le prevede".

La riforma elettorale. Prima che l'assemblea si accendesse su primarie e diritti civili, il discorso introdutttivo di Bersani ha affrontatato la questione della riforma elettorale. "Davanti alle preclusioni della destra - ha affermato il laeder democratico - non ci arrendiamo davanti all'idea di tenerci il porcellum che, lo abbiamo ripetuto mille volte, è una causa principe del discredito della politica". Pier Luigi Bersani, aprendo l'assemblea del Partito democratico, torna sulle difficoltà che stanno caratterizzando il tentativo di riformare la legge elettorale prima della scadenza della legislatura.

I paletti del Pd. "Siamo pronti a ragionare su soluzioni di compromesso ma non a rinunciare a due principi - prosegue il segretario del Pd - i cittadini la sera delle elezioni devono sapere chi è in grado di organizzare e garantire credibilmente la governabilità e quindi chiediamo un credibile premio di governabilità" che deve essere attribuito "a chi arriva primo sia nella forma di una lista singola sia nella forma di liste collegate". Ed il cittadino, sottolinea ancora Bersani, "deve poter decidere sul suo parlamentare".

(14 luglio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
peanuts
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Re: quo vadis PD ????

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Quando dico che la bindi farebbe bene a raggiungere la binetti...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Dall'Oltretomba

Zombonia News

Anche i trapassati hanno due facce (di tolla)




Lunedì 14 Maggio 2012

BERSANI SU NOZZE GAY: "CHIAMIAMOLE UNIONI". E SPACCA IL PD

In un'intervista rilasciata all'Unità, il segretario del Pd adduce motivazioni costituzionali per parlare di unioni e non di matrimoni. Concia chiede una "riunione urgente", Marino incalza: "Dì di sì

In un'intervista rilasciata ieri a L'Unità, il segretario del Pd ha risposto ad alcune domande sul matrimonio gay, argomento rilanciato sul piatto della politica anche italiana, dalle recenti dichiarazioni del presidente statunitense Barak Obama. Ma le dichiarazioni di Bersani, che vuole "lasciare fuori la parola matrimonio" hanno scatenato dure reazioni sia nelle associazioni che all'interno del suo stesso partito provocando quella che secondo alcuni è una vera e propria spaccatura.
Pierluigi Bersani ha definito "un elemento di civismo" una regolamentazione delle convivenze tra persone dello stesso sesso specificando, poi, che nel caso in cui l'attuale governo non dovesse affrontare la questione prima della fine del suo mandato, farlo sarà compito del prossimo, che il segretario del Pd si dice sicuro sarà di centrosinistra.

Quando però il giornalista gli ha chiesto come vanno regolamentate le coppie gay, Bersani ha risposto: "Terrei fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri Paesi. Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al far west".

Immediate le reazioni, prima di tutto dalle stesse fila del Pd, a partire dalla deputata Anna Paola Concia he ha chiesto a Bersani una "riunione urgente con la segreteria del partito" per discutere quali tra le proposte attualmente in discussione in Commissione Giustizia alla Camera lil Pd intende sostenere.

"Sono certa che sei pienamente consapevole del fatto che il Partito democratico deve decidere con chiarezza quale modello giuridico scegliere - incalza perentoria la deputata rivolgendosi al suo segretario - e poi sostenerlo con tutta la convinzione necessaria, per portare a compimento una legge di civiltà che il nostro paese aspetta da trent’anni e che altri paesi e leader progressisti come te hanno già da tempo realizzato".
"Se il problema è la parola matrimonio la soluzione ce la danno Londra e Berlino - incalza non senza polemica il vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto -: mentre risolviamo il problema del nome facciamo una bella legge sulle unioni civili di contenuto perfettamente identico al matrimonio e poi del nome riparliamo quando avremo capito che il matrimonio gay è un problema solo sulle due sponde del Tevere. Quello che non sarebbe accettabile è una legge tipo quella sui Dico, dove le coppie non esistono e anzi le si considera così intrinsecamente instabili da riconoscere loro diritti solo dopo l’avvenuto passaggio di un certo periodo di tempo".

A tentare di spingere Bersani ad essere più coraggioso è stato, poi, Ignazio Marino dai microfoni della trasmissione radiofonica "Un Giorno da Pecora". "Pierluigi dillo - ha esclamato Marino intervistato da Sabelli Fioretti e Lauro -. Io sono sicuro che sei favorevole all'unione di coppie omosessuali che abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate, e che possono crescere dei bambini. Pierluigi, sei d'accordo o no? Rispondi". "Marino secondo lei, come risponderebbe il segretario del Pd?", hanno chiesto i conduttori. "Sicuramente dirà: sì, sono d'accordo perché Bersani è un rivoluzionario", ha concluso Marino.

E mentre le associazioni chiedono a gran voce che il Pd faccia chiarezza e decida se intende appoggiare i matrimoni o le unioni civili, distinguendo nettamente tra le due posizioni, le reazioni giungono anche da fuori dal Pd, come quella di Franco Grillini, responsabile diritti civili dell'IdV che ricorda a Bersano che "non è vero che la nostra Costituzione preclude il riconoscimento del matrimonio agli omosessuali. A confermarlo, ci sono le sentenze della Corte costituzionale e della Suprema Corte di Cassazione". "Come IdV facciamo quindi appello a tutti i partiti - continua Grillini -, in primis al centrosinistra, affinché condividano la scelta del presidente Usa. Sui diritti civili non devono esserci più tentennamenti"
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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IL CASO
Fioroni sfida Bersani: "No a nozze gay"
oppure "mi candido". E sul web è bufera

Niente scontri e contrapposizioni, ma "mi aspetto primarie di programma e di contenuti. Se il segretario dovesse dimenticare le priorità, sarei costretto a muovermi". Immediata la reazione dei liberal del Pd e la mobilitazione della rete. Su Twitter l'hashtag #fioroni è in cima alla lista dei trending topics



ROMA - Beppe Fioroni sfida Pier Luigi Bersani: se il leader del Pd dovesse fare di una legge sulle unioni omosessuali una delle priorità programmatiche del partito, l'ex ministro è pronto a candidarsi per le primarie:



"Io mi aspetto primarie di programma. Di contenuti. E mi auguro che i grandi temi possano essere raccolti da Bersani. Che sia lui a declinare lavoro, crescita, giovani e famiglia. Lui a gettare la basi per un patto di governo riformisti-moderati. Perché se non c'è lui, ci dovrà essere qualcun altro capace di metterli in agenda", ha avvertito l'ex ministro in un'intervista ad Avvenire, riferendosi al messaggio dal segretario del Pd inviato in occasione del Bologna pride 1 nel quale Bersani sottolineava l'urgenza di una "legge che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali, conferendo loro dignità sociale e presidio giuridico". Ma la provocazione di Fioroni ha provocato una dura reazione dei liberal del Pd e mobilitato il web.

Il messaggio dell'ex ministro. "Non si tratta solo di scegliere il leader, ma di fissare programmi e contenuti. E se Bersani dovesse dimenticare le priorità, sarei costretto a riflettere e, magari, a muovermi. Perché per il bene del Pd e di una idea di coalizione a cui non rinuncio vanno fissati dei punti chiave che domani nessuno potrà mettere in discussione", ha aggiunto Fioroni il cui timore è che l'uscita di Bersani dia il via a una polemica infinita e che la destra usi l'argomento nozze gay in campagna elettorale per tenersi stretti i moderati in fuga, moderati che invece il Pd deve saper attirare.

"Non dobbiamo lasciare che la destra usi strumentalmente questi temi e non dobbiamo dare ai moderati la sensazione di sentirsi fuori posto nel Pd - ha spiegato - priorità è un'alleanza tra moderati e riformisti, che acceda a quella prateria del 50 per cento di elettori che non va a votare ed è di centrodestra".

Per Fioroni, il Pd deve dunque darsi altre priorità. "Tutti dovrebbero cogliere i drammi legati a questo momento così complicato. Le persone che incontro non mi chiedono di coppie gay e di testamento biologico... Vogliono sapere di fisco e di esodati, di occupazione e di misure per la crescita", ha spiegato. Detto questo, ha chiarito, "non ci sto a mettere sotto accusa il segretario. Sono ore complicate e serve responsabilità e unità, non scontri e contrapposizioni. Soprattutto su questioni che non sono da tessera di partito, ma interpellano la nostra coscienza e sulle quali non ci saranno blitz. Io ho sempre avuto una posizione chiara e continuerò ad averla. Ho sempre detto i miei 'sì' e i miei 'no' e continuerò a farlo. Senza timore di essere messo alla porta e consapevole di non essere solo".

La reazione in Rete. Su Twitter intanto l'hashtag #fioroni è salito in cima alla lista dei trending topics, i temi caldi sul social network. Migliaia i 'cinguettii' sull'argomento. Giulia Innocenzi ha scritto: "Che Fioroni si candidi e prenda l'1% dei voti, così finalmente il Pd capirà che deve dire cose di sinistra", e da ItaliaRialzati è arrivato un "Fioroni e Giovanardi. Siete già in due. Potete formare una corrente. Anzi, uno spiffero".

Più pragmatico @4ndy che ha negato la possibilità di una reale candidatura: "Il problema non si pone: Fioroni è alla terza legislatura e non può essere ricandidato" mentre Davide Licordari ha aggiunto: "Mettete Fioroni nei vostri cannoni" e Maurizio Lupi si è immesso nella conversazione con un lapidario "stiamo a vedere. Anche Fioroni dice non è priorità. Famiglie fanno fatica e vanno aiutate nel concreto".

Tra lo sdegnato e l'ironico la reazione dei parlamentari della sinistra Pd e dell'area liberal del partito. "Finalmente sapremo quanti sono gli italiani di centrosinistra che avversano temi come le unioni gay e il testamento biologico", ha detto Ivan Scalfarotto, vicepresidente dell'assemblea nazionale Pd: "L'esperienza europea ci dice che questi sono temi che fanno parte dell'identità delle persone progressiste: contare i sostenitori di Fioroni ci farà finalmente uscire dall'equivoco".

Sulla stessa linea Anna Paola Concia. "Fioroni si candidi, così ci divertiamo e finalmente stabiliamo quel che sai già: che sei in minoranza", ha scritto, sempre su Twitter. Pronta la risposta dell'interessato: "Non ho voglia di contificio". Quanto al merito, "sì a diritti civili, no a matrimoni gay. La differenza fra democrazia e demagogia", ha assicurato Fioroni. Con Bersani si sono schierati anche i 'liberal'. "L'apertura del segretario sulle unioni civili è una posizione di maturità e di civiltà; chi la contrasta fa tornare indietro l'orologio della giustizia sociale e dei diritti", hanno spiegato tra gli altri Enzo Bianco e Sandro Gozi.

Per Sandra Zampa, deputata Pd vicina a Romano Prodi, le parole di Fioroni dimostrano che è urgente un cambio di classe dirigente del partito: "Le sue dichiarazioni minacciose provano che le correnti del Pd - pensate esclusivamente come piccoli potentati dotati di poteri di interdizione o per la conquista di poltrone e incarichi - impediscono al partito di esprimere le sue enormi potenzialità". E aggiunge: "E' necessario un ricambio della classe dirigente ferma sulle proprie posizioni come statue di sale e in sterili polemiche continue". Per la deputata il primo passo è decidere il tetto massimo di tre mandati, "con poche e argomentate eccezioni".
(12 giugno 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -37044045/
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

L'ASSEMBLEA DEL PD
Assemblea Pd, tensione su diritti e primarie
Odg sulle coppie gay fa scoppiare le polemiche

Bersani: «Basta beghe». E su Berlusconi: «Agghiacciante»


MILANO - L'assemblea del Pd sabato mattina a Roma è terminata nelle polemiche. Su nozze gay e data delle primarie la contestazione si è fatta sentire fin sul palco. Sui diritti delle coppie omosessuali, la spaccatura si è consumata con la presentazione di due differenti testi. Il primo, messo a punto dal Comitato per i diritti, è passato con 38 voti contrari. Il secondo, più netto e con un'esplicita apertura alle nozze gay, non è stato neppure messo in votazione dalla presidente Rosy Bindi. Decisione che ha sollevato critiche e contestazioni. Enrico Fusco, attivista gay, responsabile diritti della segreteria pugliese, ha preso la parola per annunciare che darà indietro la tessera del Pd: «Il documento della Bindi è vergognoso».

Bagarre su nozze gay
http://www.corriere.it/politica/12_lugl ... 4b85.shtml

BERSANI: BASTA CON LE BEGHE - Mentre la contestazione montava, il segretario Pierluigi Bersani ha preso la parola per cercare di riportare la calma:«Attenzione noi siamo il primo partito del Paese, dobbiamo dire con precisione all'Italia che cosa vogliamo, il Paese non è fatto delle beghe nostre». E riguardo alle nozze gay: «Nel momento in cui per la prima volta il partito prende l'impegno ad una regolamentazione giuridica delle unioni, vedo gente che dice vado via».


********

I commenti dei lettori del Corriere.it

Cara Rosy.
14.07|21:25 paperinik_2009
Con tutto il bene e la stima che ti voglio te lo devo proprio dire. Avete rotto le scatole! Se non era per voi, "vecchie balene bianche": l'Italia non sarebbe messa così e Berlusconi sarebbe stato solo un oscuro imprenditore. Qua siamo a discutere se il paese fallisce o meno e voi "anime candide" ve la state ancora a menare sulle coppie gay, quelle di fatto e la famiglia. Ma andate a "quel paese". Non ci sarà un'altra occasione, mettitelo nella zucca!!!

Cthulhu87
14.07|21:22 Lettore_2206727
Ho letto il libro ed ho citato dalle agenzie di stampa che parlavano del libro. Perché valgono come il 2 di picche? Non sono parole mie ma del professor Donati, puoi condividerle o meno ma te la devi prendere con la ricerca di Donati che a me è piaciuta tanto. Purtroppo è la scienza che vi frega

ultime considerazioni e poi esco
14.07|21:22 polline22
"rende le persone "più felici"" non ha senso la felicità non si puo' misurare. "meno spinti al crimine... al contrario di chi non ha il padre" 1) cosa c'entra con le coppie di fatto? 2) grazie! se non ha il padre magari è in una situazione di "degrado" quindi il motivo non è la "coppia classica" ma il contesto dove vive (chiaramente). Le ripeto gli orfani COSA C'ENTRANO con il discorso? nulla! solo un pretesto... le dico di piu' i figli che crescono in classi sociali basse hanno piu' difficoltà a diventare astronauti... tutto questo senza fare una sola ricerca su google he! con l'uso della logica, puo' farlo pure lei se si esercita.

......
14.07|21:22 Andrea_03
l'ue non ha un governo unico ed i paesi membri non hanno le stesse idee come cittadinanza,la sovranità nazionale non è svanita ed infatti gli assetti e le leggi sono molto diverse varcando un confine. non possono imporre nulla ad un paese fondatore,come infatti si è visto per la croce nei luoghi pubblici nel ricorso a strasburgo.

@no favole ho letto il suo comento in risposta a balkanian e gurda che i difetti che trova agli italiani li hanno anche gli altri in europa!
14.07|21:22 zesave
per esempio i francesi per natura su dieci al bar o altrove hai dieci pareri differenti sullo sport, politica, etc....gli altri europei fanno lo stesso. la sola cosa che io condivido con lei ed é la più grave é che gli italiani sono immaturi politicamente questo si! e dimenticano facilmente chi li ha messi nei guai questo é vero! visto come supportano la classe politica italiana fatta d'incapaci. detto questo secondo me lei si avanza un po' troppo a dire che a l'estero sanno rinunciare ad un pezzettino del loro interesse oh! ma dove! adesso non esageriamo. a l'estero si pagano le tasse e da sempre più degli italiani ma non per carità cristiana ma perchéper per primo sei obligato e anche perché é giusto pagarle! dica più tosto che fin adesso in italia i furbetti l'hanno fatta franca e sperano con il ritorno del barzellettiere per il malore dell'italia che la rifaranno franca dinuovo.
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