I Miserabili

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lucfig
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Iscritto il: 22/02/2012, 10:21

I Miserabili

Messaggio da lucfig »

Quando vidi il film "Ladri di Biciclette" mi rallegrai per il fatto che situazioni di tale povertà non ci sarebbero state più.

Mi sbagliavo, la recessione non è solo industriale ma anche storica, stiamo ritornando ai tempi del Neo-Realismo di De Sica.

da http://www.lettera43.it
Crisi, la fame rende ladri
In aumento i furti al supermercato e dilaga il pane di serie B.
di Enzo Ciaccio

Quando i poliziotti li hanno sorpresi in un campo coltivato nei pressi di Afragola avevano già infilato nel cofano dell’automobile alcune decine di cespi di scarola e si accingevano a rubarne altri: curvi sulla schiena, sudati, il fazzoletto stretto al collo e un coltellino tra le dita come usano i veri contadini, Battista Cesare e Giovanni Alessio, entrambi di 39 anni e con pesanti precedenti penali, hanno tentato la fuga a gambe levate calpestando una miriade di piantine appena germogliate.
ASSALTO ALLE CAMPAGNE. Pochi metri, e sono stati arrestati. Ma i furti - di scarole, di broccoli e di altri ortaggi - si stanno moltiplicando, specie a Nord di Napoli, nelle fertili campagne del Giuglianese. Un folto gruppo di imprenditori agricoli, guidati dalla Coldiretti, ha ottenuto un incontro in prefettura per discutere dell’inedito assalto alle campagne che frange di disperati (ma anche di malavitosi) stanno perpetrando da mesi allo scopo di prelevare alla fonte, cioè dall’orto, la merce da mangiare o da rivendere: dalla frutta agli ortaggi, dalle patate alle verdure, le ruberie si moltiplicano restando spesso impunite.
LADRUNCOLI DI FAME. Ancor più complicato, però, è definire la sanzione da riservare agli anziani (e sono parecchi) che all’interno dei supermercati cittadini sono stati beccati mentre mangiucchiavano - nascosti in un angolino - un’arancia appena arraffata dal bancone refrigerato o un paio di formaggini infilati in tasca e poi trangugiati in un sol boccone.
«Ladruncoli da fame», vengono catalogati. E di fronte a loro il gestore non sa neanche come comportarsi. «La crisi morde», confessa G. Re., titolare di un market in centro, «rende tutti un po’ matti e confonde le idee».
Si moltiplicano gli espedienti (risaputi o inediti) nella città in cui il numero dei poveri - secondo i più recenti dati Caritas - è più che raddoppiato negli ultimi tre anni. Sono 177 mila i posti di lavoro perduti a Napoli e in Campania fra il 2008 e il 2010, rispetto ai 533 mila svaniti a livello nazionale.

Con la crisi, dilagano l’usura e il gioco d’azzardo


Il dossier della Caritas avverte che, con l’inasprirsi della crisi, «il ricorso all’usura e la dipendenza dal gioco d’azzardo stanno dilagando fra i ceti più disagiati».
Impressione e sgomento hanno suscitato i video, messi on line, in cui si vedono frotte di napoletani e di immigrati che in pieno giorno, nella centralissima piazza Garibaldi, si accapigliano ribaltando i cassonetti dell’immondizia nella speranza di racimolare qualche avanzo di cibo o un po’ di stracci buttati via.
RISSE IN NOME DEL BISOGNO. Si è reso necessario l’intervento dei vigili urbani per evitare litigi e risse fra i contendenti accecati dal bisogno. In un simile clima, diventa a volte difficile districarsi fra il vero e il verosimile: Gabriella T., il 18 febbraio scorso, ha scritto una lettera ai quotidiani per segnalare di aver visto «in via Cesare Rosaroll una donna dell’Est afferrare con la forza un gatto randagio, poi infilato in un sacco grazie all’aiuto di un’altra persona».
La cosa che ha sconvolto di più la lettrice è che «la donna si era dotata di guanti anti-graffio. Perciò, temo fortemente che quel povero gattino abbia costituito la sua cena».
Spiega a Lettera43.it don Vincenzo Cozzolino, direttore della Caritas napoletana: «Don Tonino Bello diceva che i poveri sono gli strumenti di incontro con Dio. Il cardinale Crescenzio Sepe sta girando molto nei quartieri e nelle mense, che sono sempre più frequentate da nuove figure come gli impiegati, spesso separati dalle mogli e con un mutuo da pagare. La povertà divide. E logora. I nuovi poveri ci chiedono di esaudire i bisogni primari: mangiare, vestirsi, dormire. Paghiamo bollette e affitti. Ma invocano soprattutto l’ascolto, che vuol dire anche solo una carezza all’anima».

Napoli sta invecchiando: nei prossimi due anni, gli ultra 65enni saranno più dei minori di 14 anni. La povertà consuma. E cambiano gli stili di vita, nella città che - come uno schiaffo a tanta miseria - conta il più alto numero di abitazioni nascoste riscontrabile in Italia.
Fa sapere don Cozzolino: «Il numero medio di figli per donna, a Napoli, è diminuito drasticamente. Altro che la nidiata di creature generate da Adelina-Sophia Loren nel film Ieri, oggi, domani. Anche il tasso di nuzialità è in calo: tra breve, Napoli e la Campania non saranno più al primo posto per matrimoni. L’83,5% vive con propri familiari o parenti. L’aspettativa di vita è più bassa di almeno un anno e mezzo rispetto alle altre regioni».
C’è chi, per sbarcare il lunario, ruba i fili di rame lungo le tratte ferroviarie, chi è stato arrestato per aver tentato di portarsi via una finestra con i relativi infissi da un appartamento abitato.

IL PANE 'A OTTO GIORNI'. Ma un segno forte del tipo di povertà che si vive a Napoli è testimoniato dal pane. È tornato di gran moda quello cosiddetto “a otto”, che costa pochissimo e si mantiene commestibile per lungo tempo: «Ne vendiamo centinaia di pezzi e la richiesta sta aumentando vertiginosamente», ha fatto sapere entusiasta Domenico Filosa, il presidente dei panificatori.
E ha aggiunto: «Il pane 'otto giorni' era una tradizione scomparsa da anni dai nostri territori: viene prodotto con un lievito madre molto antico e una lievitazione di 24 ore, perciò si mantiene commestibile così a lungo. Tre chili costano 5 euro, invece che i 7 euro e 50 del pane normale. Con la crisi e la necessità diffusa di risparmiare abbiamo pensato che fosse opportuno riproporlo: si è rivelata un’idea vincente».

Pane 'fuorilegge' nelle mense scolastiche napoletane
Chi ha pochi soldi passa dal pane “a lunga conservazione” al cosiddetto “pane rumeno”, che si vende surgelato e a prezzi stracciati. A lanciare l’allarme è stata la Cna, l’associazione degli artigiani, di Urbino.
Le ha fatto eco quella di Salerno: «Consumatori, fate attenzione», recita il messaggio di Paolo Quaranta, direttore della Cna di Salerno, «perché nella grande distribuzione e nei discount si sta vendendo un pane precotto che proviene dalla Romania: sappiate che può essere stato impastato anche alcuni anni prima della vendita».

CONSERVANTI PERICOLOSI. E Sergio Casola, presidente Cna: «Protestiamo perché si omette spesso di spiegare da dove viene quel pane e quanti conservanti potrebbe contenere per resistere al lungo viaggio. Un fatto è certo: già il giorno dopo si annerisce».
Ma - dubbi sull’alta qualità a parte - a imporre gravi interrogativi sul rispetto delle regole non sono i panini o le baguette prodotti dai grandi stabilimenti (italiani) sorti come funghi a Timisoara, sulle sponde del Danubio e in Transilvania: a preoccupare sono le rilevanti quantità di pane, questo sì del tutto “illegale” e ad alto rischio, sfornato da centinaia di piccoli produttori senza autorizzazioni né controlli nelle campagne rumene, usando forni non in regola e legna di inquietante provenienza.
Strane e non identificate società starebbero tentando di smistare, a prezzi più che attraenti, ingenti quantità di pane 'fuorilegge' nelle regioni italiane più povere e in particolare sulle mense scolastiche napoletane proponendo contratti appetitosi e assai simili a quelli offerti dai forni gestiti dalla camorra.

Venerdì, 09 Marzo 2012
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