Cinque (sei) referendum democratici per davvero
Cinque (sei) referendum democratici per davvero
Mi sembra un'iniziativa da diffondere e sostenere.
Che ne dite?
http://www.prossimaitalia.it/news/3105/ ... eferendum/
Cinque referendum democratici per davvero
23 luglio 2012 in News da Giuseppe Civati
Dal momento che l’altra sera Bersani ha spiegato che le primarie da lui stesso indette non sono questione di sostanza (forse per via dei candidati, mah).
Dal momento che non ci è stato consentito di votare i nostri odg, sulla base di un non-regolamento – tautologicamente mai approvato – elaborato ad hoc.
Dal momento che qualcuno, come Fioroni, dice che lui ha vinto, che la partita è chiusa e che finalmente si va con l’Udc.
Dal momento che Rosy Bindi minaccia di “non togliere il disturbo fino alle prossime elezioni e oltre”, sostenendo che se non facciamo i bravi ci leva pure le unioni civili e possiamo anche levare il disturbo, noi.
Dal momento che, sempre Rosy Bindi, non sa contare i voti e i votanti, e forse per questo pretende che nelle sedi preposte non si voti affatto, mai.
Dal momento che tutto è rimandato, tranne che c’è sicuramente un candidato, e ci sono sicuramente i suoi comitati, e tutt’intorno si sviluppa un dibattito particolarmente poco interessante.
Tutto ciò premesso.
È venuto il momento (appunto) di trasformare il Pd nel partito degli elettori che avrebbe sempre dovuto essere.
Di superare formule, gherminelle e tric e trac e puntare dritti alla sostanza.
Di trasformare la retorica della partecipazione in qualcosa di reale e di concreto.
Per tutti questi motivi dichiariamo aperta la stagione referendaria del Pd, ai sensi dell’articolo 27 dello Statuto.
Cinque quesiti per evitare che gli elettori si consegnino definitivamente alle cinque stelle.
Cinque temi forti su fisco, diritti e matrimoni civili, ambiente, spesa pubblica e governo del Paese, da definire e precisare insieme, sotto il solleone, come un Sudoku democratico. Per poi passare all’azione, già da domenica.
Cinque referendum proposti e presentati dagli iscritti sulle questioni di sostanza (oh, yes), scritti e presentati in punta di diritto e quindi non precludibili, a cui potranno partecipare tutti gli elettori del Pd.
Cinque punti chiari per definire come sarà il progetto politico del nuovo centrosinistra.
Noi ci proviamo, e lanciamo l’appello a tutti gli uomini e le donne democratiche e di buona volontà, perché è un’impresa mai tentata prima, e perché o ci proviamo insieme, o meglio lasciar perdere.
Ci state? Facciamolo.
Che ne dite?
http://www.prossimaitalia.it/news/3105/ ... eferendum/
Cinque referendum democratici per davvero
23 luglio 2012 in News da Giuseppe Civati
Dal momento che l’altra sera Bersani ha spiegato che le primarie da lui stesso indette non sono questione di sostanza (forse per via dei candidati, mah).
Dal momento che non ci è stato consentito di votare i nostri odg, sulla base di un non-regolamento – tautologicamente mai approvato – elaborato ad hoc.
Dal momento che qualcuno, come Fioroni, dice che lui ha vinto, che la partita è chiusa e che finalmente si va con l’Udc.
Dal momento che Rosy Bindi minaccia di “non togliere il disturbo fino alle prossime elezioni e oltre”, sostenendo che se non facciamo i bravi ci leva pure le unioni civili e possiamo anche levare il disturbo, noi.
Dal momento che, sempre Rosy Bindi, non sa contare i voti e i votanti, e forse per questo pretende che nelle sedi preposte non si voti affatto, mai.
Dal momento che tutto è rimandato, tranne che c’è sicuramente un candidato, e ci sono sicuramente i suoi comitati, e tutt’intorno si sviluppa un dibattito particolarmente poco interessante.
Tutto ciò premesso.
È venuto il momento (appunto) di trasformare il Pd nel partito degli elettori che avrebbe sempre dovuto essere.
Di superare formule, gherminelle e tric e trac e puntare dritti alla sostanza.
Di trasformare la retorica della partecipazione in qualcosa di reale e di concreto.
Per tutti questi motivi dichiariamo aperta la stagione referendaria del Pd, ai sensi dell’articolo 27 dello Statuto.
Cinque quesiti per evitare che gli elettori si consegnino definitivamente alle cinque stelle.
Cinque temi forti su fisco, diritti e matrimoni civili, ambiente, spesa pubblica e governo del Paese, da definire e precisare insieme, sotto il solleone, come un Sudoku democratico. Per poi passare all’azione, già da domenica.
Cinque referendum proposti e presentati dagli iscritti sulle questioni di sostanza (oh, yes), scritti e presentati in punta di diritto e quindi non precludibili, a cui potranno partecipare tutti gli elettori del Pd.
Cinque punti chiari per definire come sarà il progetto politico del nuovo centrosinistra.
Noi ci proviamo, e lanciamo l’appello a tutti gli uomini e le donne democratiche e di buona volontà, perché è un’impresa mai tentata prima, e perché o ci proviamo insieme, o meglio lasciar perdere.
Ci state? Facciamolo.
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Re: Cinque referendum democratici per davvero
Manca quello principale, porcaccia la miseria ..... il LAVORO !!!
Re: Cinque referendum democratici per davvero
Probabilmente è vero, anche se i cinque punti sono ancora da definire e potremmo tentare di dare il nostro contributo.
Re: Cinque referendum democratici per davvero
@giorgio
Mi dispiace, ma sono in completo disaccordo.
Se si riuscissero a fare, sarebbe uno smacco per l'attuale gruppo dirigente che non potrebbe non prenderne atto.
Se poi non si riusciranno a fare (cosa probabile) "i padroni del partito" ne uscirebbero ancor più sputtanati.
In entrambi i casi ciò sarebbe un fatto positivo non solo per il centrosinistra, ma per il quadro politico generale.
Mi dispiace, ma sono in completo disaccordo.
Se si riuscissero a fare, sarebbe uno smacco per l'attuale gruppo dirigente che non potrebbe non prenderne atto.
Se poi non si riusciranno a fare (cosa probabile) "i padroni del partito" ne uscirebbero ancor più sputtanati.
In entrambi i casi ciò sarebbe un fatto positivo non solo per il centrosinistra, ma per il quadro politico generale.
Re: Cinque referendum democratici per davvero
Scusate, ma non capisco. Mi sembra di intendere che la tesi sia questa: poiché il PD è irrecuperabile, tanto vale lasciarlo così com'è e guardare altrove (un altrove, peraltro, che ancora non esiste né si vede all'orizzonte: ma questa è un'altra storia).
Il gruppo dirigente è "inetto", però la base è in gran parte onesta.
Bene, nel momento in cui almeno parte di questa base, che è sostanzialmente la stessa che si è impegnata in tante battaglie (da Napoli a Milano, contro il nucleare e per i beni comuni), tenta di dare una spallata ai vari "oni", D'Alema e lo stesso Bersani, dimostrando con un voto che rappresentano poco più che se stessi, che facciamo?
Arricciamo il naso, ce ne stiamo alla finestra "aspettando Godot" e vagheggiando di un partito "socialdemocratico, nemmeno rivoluzionario"...
Ed intanto quel "gruppo dirigente inetto", continuerà a trafficare indisturbato con i propri affari.
Non male come strategia!
Il gruppo dirigente è "inetto", però la base è in gran parte onesta.
Bene, nel momento in cui almeno parte di questa base, che è sostanzialmente la stessa che si è impegnata in tante battaglie (da Napoli a Milano, contro il nucleare e per i beni comuni), tenta di dare una spallata ai vari "oni", D'Alema e lo stesso Bersani, dimostrando con un voto che rappresentano poco più che se stessi, che facciamo?
Arricciamo il naso, ce ne stiamo alla finestra "aspettando Godot" e vagheggiando di un partito "socialdemocratico, nemmeno rivoluzionario"...
Ed intanto quel "gruppo dirigente inetto", continuerà a trafficare indisturbato con i propri affari.
Non male come strategia!
Re: Cinque referendum democratici per davvero
Il partito socialista vero mica lo puoi chiedere al PD ( cariatidi o telamoni che ci siano) !!!
il Pd non è il partito per gli operai metalmeccanici...o per le fasce più deboli !!! è un partito per la media borghesia ( da medio bassa a medio alta...) !!! che ogni tanto butta un occhio a chi sta più indietro ... la luce riflessa di quello che fu il pci ancora, per qualche oscuro motivo, gli si riverbera addosso ma non gli appartiene.
per altro rivolgersi a "SEL "...... non chiedere alla gente ciò che non è in grado di darti ...è l'imbocco dell'infelicità.
Sono d'accordo con Mario, buttare via il PD è follia e se c'è un modo per spingere fuori questa compilation di falliti va tentato.
non ho capito se c'è già una traccia di questi 5 quesiti....
il Pd non è il partito per gli operai metalmeccanici...o per le fasce più deboli !!! è un partito per la media borghesia ( da medio bassa a medio alta...) !!! che ogni tanto butta un occhio a chi sta più indietro ... la luce riflessa di quello che fu il pci ancora, per qualche oscuro motivo, gli si riverbera addosso ma non gli appartiene.
per altro rivolgersi a "SEL "...... non chiedere alla gente ciò che non è in grado di darti ...è l'imbocco dell'infelicità.
Sono d'accordo con Mario, buttare via il PD è follia e se c'è un modo per spingere fuori questa compilation di falliti va tentato.
non ho capito se c'è già una traccia di questi 5 quesiti....
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Re: Cinque referendum democratici per davvero
Io la vedo sotto un’altra angolazione.
L’ho scritto almeno un centinaio di volte in questi ultimi tre anni, adesso che siamo dentro la fase finale posso farlo ancora una volta di più.
Si sono chiusi contemporaneamente due cicli storici, il primo iniziato l’8 settembre 1943 e il secondo riguardante la seconda Repubblica.
Il primo ciclo è prettamente valoriale a 360 gradi. Lo si sente in generale anche nei confronti generazionali che molte cose non funzionano. Non si tratta di far rimarcare la solita differenza tra generazioni, piuttosto fastidiosa, ma certi modi di pensare non portano da nessuna parte.
Il secondo è prettamente tecnico. Dopo il fallimento di Occhetto nel 1994, l’evento più importante della seconda Repubblica è l’Ulivo, che è stato accettato dalla base, vince le elezioni due volte nel 1996 e nel 2006, ma ha vita breve perché i margniffoni dei due schieramenti hanno altri obiettivi. Consideravano l’Ulivo come Enrico Mattei considerava il suo modus operandi. Caricavano e scaricavano tutti come se fosse un taxi.
Fuori Prodi dopo solo due anni, nel 2008, di nuovo quella classe dirigente che non aveva combinato nulla dopo il 1998, torna nella sua completa nullità. E’ servito a niente mettersi insieme e cambiare nome, se non si da un’identità e un programma. Ma i manovratori margniffoni sapevano molto bene dove volevano arrivare, a rifare la Dc, facendo fessi gli elettori di sinistra.
Perché loro, gli elettori li ritengono fessi che si adattano perfettamente alle loro scemenze.
Può darsi che questa condizione possa piacere agli ex elettori della Margherita, non di certo a quelli Ds.
In quest’area certamente tra le più rosse d’Italia, l’esperimento è durato anche fin troppo. Adesso, non vogliono più saperne di votare Pd manco morti.
Ce n’è uno solo che conosco che sostiene il Pd e sostiene Monti, ma è tutto una contraddizione
Odia Di Pietro e Vendola, ma non vuole andare con Casini che considera da sempre una nullità. Data l’età, mi sembra completamente inutile rimarcare la contraddizione, se non capisce capirà, altrimenti pazienza.
Il Pd è morto, è quello che sento da queste parti, ho letto nei commenti sull’Unità e su IFQ.
Siamo quindi nel mezzo di una fase transitoria con i partiti falliti ancora in essere.
Pensare che questa classe dirigente se ne vada da sola è pura follia.
Occorre pertanto un soggetto nuovo della sinistra, che riparta dal nuovo millennio tenendo conto di tutti gli errori fatti e possibilmente di non ripeterli.
Non so se Pippo Civati sia veramente intenzionato a uscire dal Pd se questo va con Casini, ma se lo facesse a mio parere trascinerebbe con se tutta quella base che ora è completamente smarrita e incerta e non sa cosa fare.
Non so se Enrico Rossi che guida la Regione Toscana sia della partita, ma mi sembra occhio e croce una persona valida.
I tempi sono strettissimi, se non nulli.
In queste ore sono tornate di moda le elezioni anticipate al 4 novembre.
Se fate l’analisi distaccata, l’avevo chiesta la scorsa settimana in “quo vadis PD ????" su quello che può succedere alle prossime elezioni, indipendentemente dalla data, perché i calcoli che faccio io e che ho ripetuto ieri con amici, presentano un quadro di totale ingovernabilità. E’ per questo che ho chiesto una verifica perché non intendo rimanere solo con il mio punto di vista.
Gli inutili strilloni se la sono presa con Moody’s per il declassamento dell’Italia, compreso Monti, senza capire, che anche i mercati stanno reagendo per via di questa realtà con lo spread a 530, perché esiste il pericolo di non riportare a casa i soldi con questo quadro politico in continuo disfacimento.
Questo stato di cose paralizza l’economia, la produzione e esalta la disoccupazione in una continua spirale che si avvita su se stessa.
Il disastro è dietro l’angolo, e i partiti falliti si stanno impegnando al massimo affinchè il disastro arrivi in fretta.
L’unico tentativo che possiamo fare per non rimanere inermi davanti al destino che ci travolgerà tutti quanti, è quello di fare il possibile con gli strumenti dell’oggi.
Almeno potremo dire che non siamo stati a guardare.
Occorre sottrarre l’elettorato del Pd, e se lo strumento è Pippo Civati vada per Pippo Civati.
Ma ripeto, occorre fare in fretta perché il ritardo è enorme e vitale.
Va scosso l’elettorato del Pd e portato a sinistra.
Se i referendum possono servire a questo, appoggiamo anche i referendum, ma non per il Pd che è un soggetto morto da anni.
L’ho scritto almeno un centinaio di volte in questi ultimi tre anni, adesso che siamo dentro la fase finale posso farlo ancora una volta di più.
Si sono chiusi contemporaneamente due cicli storici, il primo iniziato l’8 settembre 1943 e il secondo riguardante la seconda Repubblica.
Il primo ciclo è prettamente valoriale a 360 gradi. Lo si sente in generale anche nei confronti generazionali che molte cose non funzionano. Non si tratta di far rimarcare la solita differenza tra generazioni, piuttosto fastidiosa, ma certi modi di pensare non portano da nessuna parte.
Il secondo è prettamente tecnico. Dopo il fallimento di Occhetto nel 1994, l’evento più importante della seconda Repubblica è l’Ulivo, che è stato accettato dalla base, vince le elezioni due volte nel 1996 e nel 2006, ma ha vita breve perché i margniffoni dei due schieramenti hanno altri obiettivi. Consideravano l’Ulivo come Enrico Mattei considerava il suo modus operandi. Caricavano e scaricavano tutti come se fosse un taxi.
Fuori Prodi dopo solo due anni, nel 2008, di nuovo quella classe dirigente che non aveva combinato nulla dopo il 1998, torna nella sua completa nullità. E’ servito a niente mettersi insieme e cambiare nome, se non si da un’identità e un programma. Ma i manovratori margniffoni sapevano molto bene dove volevano arrivare, a rifare la Dc, facendo fessi gli elettori di sinistra.
Perché loro, gli elettori li ritengono fessi che si adattano perfettamente alle loro scemenze.
Può darsi che questa condizione possa piacere agli ex elettori della Margherita, non di certo a quelli Ds.
In quest’area certamente tra le più rosse d’Italia, l’esperimento è durato anche fin troppo. Adesso, non vogliono più saperne di votare Pd manco morti.
Ce n’è uno solo che conosco che sostiene il Pd e sostiene Monti, ma è tutto una contraddizione
Odia Di Pietro e Vendola, ma non vuole andare con Casini che considera da sempre una nullità. Data l’età, mi sembra completamente inutile rimarcare la contraddizione, se non capisce capirà, altrimenti pazienza.
Il Pd è morto, è quello che sento da queste parti, ho letto nei commenti sull’Unità e su IFQ.
Siamo quindi nel mezzo di una fase transitoria con i partiti falliti ancora in essere.
Pensare che questa classe dirigente se ne vada da sola è pura follia.
Occorre pertanto un soggetto nuovo della sinistra, che riparta dal nuovo millennio tenendo conto di tutti gli errori fatti e possibilmente di non ripeterli.
Non so se Pippo Civati sia veramente intenzionato a uscire dal Pd se questo va con Casini, ma se lo facesse a mio parere trascinerebbe con se tutta quella base che ora è completamente smarrita e incerta e non sa cosa fare.
Non so se Enrico Rossi che guida la Regione Toscana sia della partita, ma mi sembra occhio e croce una persona valida.
I tempi sono strettissimi, se non nulli.
In queste ore sono tornate di moda le elezioni anticipate al 4 novembre.
Se fate l’analisi distaccata, l’avevo chiesta la scorsa settimana in “quo vadis PD ????" su quello che può succedere alle prossime elezioni, indipendentemente dalla data, perché i calcoli che faccio io e che ho ripetuto ieri con amici, presentano un quadro di totale ingovernabilità. E’ per questo che ho chiesto una verifica perché non intendo rimanere solo con il mio punto di vista.
Gli inutili strilloni se la sono presa con Moody’s per il declassamento dell’Italia, compreso Monti, senza capire, che anche i mercati stanno reagendo per via di questa realtà con lo spread a 530, perché esiste il pericolo di non riportare a casa i soldi con questo quadro politico in continuo disfacimento.
Questo stato di cose paralizza l’economia, la produzione e esalta la disoccupazione in una continua spirale che si avvita su se stessa.
Il disastro è dietro l’angolo, e i partiti falliti si stanno impegnando al massimo affinchè il disastro arrivi in fretta.
L’unico tentativo che possiamo fare per non rimanere inermi davanti al destino che ci travolgerà tutti quanti, è quello di fare il possibile con gli strumenti dell’oggi.
Almeno potremo dire che non siamo stati a guardare.
Occorre sottrarre l’elettorato del Pd, e se lo strumento è Pippo Civati vada per Pippo Civati.
Ma ripeto, occorre fare in fretta perché il ritardo è enorme e vitale.
Va scosso l’elettorato del Pd e portato a sinistra.
Se i referendum possono servire a questo, appoggiamo anche i referendum, ma non per il Pd che è un soggetto morto da anni.
Re: Cinque referendum democratici per davvero
giusto quello che dici : " se aspettiamo che mollano loro , buonanotte " ma da come è impostata la proposta di Civati a me sembra più una spinta ( per via democratica, dalla base ) affinchè chi ama casini si distacchi , anzichè una volontà di abbandonare il campo ( PD) lasciandolo ai dinosauri.
questo in fondo sancisce una volontà di fondo di rimanere " a sinistra", anzichè di andarci. E' un sintomo di una qualche identità/ appartenenza , per quanto pallida o smunta ( come ha rilevato stratos, manca la parte del lavoro) è una direzione, ed è quella che molti elettori stanno implorando da tempo.
prove tecniche di divorzio consensuale.
questo in fondo sancisce una volontà di fondo di rimanere " a sinistra", anzichè di andarci. E' un sintomo di una qualche identità/ appartenenza , per quanto pallida o smunta ( come ha rilevato stratos, manca la parte del lavoro) è una direzione, ed è quella che molti elettori stanno implorando da tempo.
prove tecniche di divorzio consensuale.
Re: Cinque referendum democratici per davvero
A me sembrano, alcuni di quelli che leggo, discorsi un po' troppo complicati.
La domanda è semplice? Riuscire a portare in porto dei referendum (previsti dallo statuto del PD) e tra questi anche uno sull'alleanza con l'UDC, e scoprire come è molto probabile che la stragrande maggioranza della base è contro questa insana alleanza, sarebbe o non un fatto di per sé positivo?
Se una tale ipotesi si avverasse non so cosa ne sarebbe del PD e di questo gruppo dirigente, ma son sicuro che avrebbe un eccezionale effetto di destabilizzazione.
E soprattutto credo che potrebbe servire a scongiurare quella che sembra l'eventualità più probabile che si sta delineando: quella di altri cinque anni di Monti o di montismo e di questa "strana alleanza".
Non a caso siamo tutti concordi nel ritenere che questo gruppo dirigente farà le carte false per evitarlo, così come non avrebbe voluto gli ultimi referendum.
Questa è la priorità di questo momento e tutto il resto, con tutto il rispetto, mi sembrano seghe mentali, che mi ricordano certe posizioni di Bertinotti che teorizzava fosse meglio un ritorno al governo di Berlusconi rispetto ad un compromesso intorno al governo Prodi.
La domanda è semplice? Riuscire a portare in porto dei referendum (previsti dallo statuto del PD) e tra questi anche uno sull'alleanza con l'UDC, e scoprire come è molto probabile che la stragrande maggioranza della base è contro questa insana alleanza, sarebbe o non un fatto di per sé positivo?
Se una tale ipotesi si avverasse non so cosa ne sarebbe del PD e di questo gruppo dirigente, ma son sicuro che avrebbe un eccezionale effetto di destabilizzazione.
E soprattutto credo che potrebbe servire a scongiurare quella che sembra l'eventualità più probabile che si sta delineando: quella di altri cinque anni di Monti o di montismo e di questa "strana alleanza".
Non a caso siamo tutti concordi nel ritenere che questo gruppo dirigente farà le carte false per evitarlo, così come non avrebbe voluto gli ultimi referendum.
Questa è la priorità di questo momento e tutto il resto, con tutto il rispetto, mi sembrano seghe mentali, che mi ricordano certe posizioni di Bertinotti che teorizzava fosse meglio un ritorno al governo di Berlusconi rispetto ad un compromesso intorno al governo Prodi.
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Re: Cinque referendum democratici per davvero
Amadeus ha scritto:giusto quello che dici : " se aspettiamo che mollano loro , buonanotte " ma da come è impostata la proposta di Civati a me sembra più una spinta ( per via democratica, dalla base ) affinchè chi ama casini si distacchi , anzichè una volontà di abbandonare il campo ( PD) lasciandolo ai dinosauri.
questo in fondo sancisce una volontà di fondo di rimanere " a sinistra", anzichè di andarci. E' un sintomo di una qualche identità/ appartenenza , per quanto pallida o smunta ( come ha rilevato stratos, manca la parte del lavoro) è una direzione, ed è quella che molti elettori stanno implorando da tempo.
prove tecniche di divorzio consensuale.
Provo stare ai fatti
Sabato e domenica u.s., Pippozzo Civati ha dichiarato che se il Pd va con Casini lui se ne esce.
Questo ritengo sia il nodo centrale della questione.
Ci sono voluti 16 anni per capire che l’alleanza con gli ex democristiani non funziona.
A parte Prodi, Parisi, Monaco, convinti di portare avanti l’idea del Prof. Andreatta, quella dell’incontro degli ex comunisti con i cattolici di sinistra della ex Balena bianca, gli altri ex Dc sono solo degli opportunisti che bivaccano a sinistra solo perché a destra ci sta Berlusconi che non digeriscono.
Nel 1996 siamo in piena diaspora democristiana, ma tutto in attesa e con la speranza che prima o poi avvenga la ricomposizione.
Ha dichiarato di recente Franceschini: <<E’ da tempo che ci stiamo lavorando>>
Se la salma, toro, non fosse intemperante con chi di politica ne sa più di lui e non gli consente di avere le mani libere, a quest’ora Fini e Casini sarebbero ancora con il Pdl, e quelli della ex Margherita se lo potevano prendere tranquillamente in saccoccia. Ma la storia ha girato diversamente.
Adesso sentono che esiste la possibilità di riunificarsi, e una cosa è certa, che non si tireranno indietro.
In tutto questo non si riesce a vedere cosa c’entra il Pd, se non l’attaccamento alla poltrona. Uolter l’africano a parole, è talmente legato alla poltrona che dell’Africa si è scordato tutto e vuole unirsi a Casini.
Ma premono anche Dalemoni, Bersanoni, la Sereni e Finocchiaro. Tutto per la cadrega.
La base si è stancata di garantire la loro poltrona a vita e vuole un’altra soluzione.
Pertanto, se la proposta di Civati è quella di spingere verso un divorzio consensuale con tutti i poltronisti, di destra e di sinistra, allora ben venga, perché il risultato è lo stesso.
Però, i poltonisti non molleranno per niente.
Allora spero che almeno Pippozzo sia di parola, che abbia una sola parola, non come Bersani, …sotto dieci bandiere.
Non s’illuda Civati, quelli non mollano, anche perché Pierazzurro un esercito di generali e colonnelli con una truppa numericamente uguale alla sua non sa che farsene. Troppe bocche da sfamare.
Chi c’è in linea
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