quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Joblack ha scritto:
Solo che questa spaccatura non può, non deve avvenire PRIMA che imploda il PDL.
maremmassasina...
basta con queste paure !!!!

non se ne può più.

il PDL è gia imploso:

è passato dal 38% di consensi al 22% in 3 anni:

http://www.repubblica.it/speciale/2008/ ... onale.html

molto probabilmente anche la Lega uscirà dall'alleanza e così è un altro 10% che se ne va.

cosa vogliamo di più ...un lucano ???

solo che il PD ricominci a fare politiche di centrosinistra li facciamo a pezzi !!!
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

"Non escludo un bis per Monti ,ma con una maggioranza politica"
Il segretario del Pd Bersani:
"Puntiamo ad un'intesa con i moderati.
Lo statuto del partito dice che il segretario è il candidato premier.
Ma non mi appellerò ad una norma"


ROMA –
Caro Monti, basta con le espressioni generiche:
"Non esistono i partiti, ogni partito ha una sua faccia e le sue responsabilità".
A Pierluigi Bersani non è piaciuta la battuta del premier sullo spread in aumento tra i partiti della maggioranza.
Il segretario del Pd difende invece il diritto del governo a intervenire su tutto,
"giustizia e Rai comprese".
Poi sulla Tav presenta la sua proposta e striglia i sindaci del partito che si oppongono al progetto:
"Non è più tempo di discutere del "se" ma del come farla".

Segretario, lo spread è sotto i 300 punti. Soddisfatto?
"Naturalmente. Significa che l'Italia ha riacquistato credibilità".

Monti dice che ora dovrebbe diminuire anche lo spread tra i partiti. Concorda?
"Ecco, posso dire? Quella battuta non mi è proprio piaciuta".

Che cosa la irrita?
"Non esistono "i partiti". Non siamo tutti uguali. Ogni forza politica ha una sua faccia. Noi abbiamo la nostra che non è quella di chi vuole stralciare le norme sulla corruzione o regalare le frequenze o far saltare i vertici a Palazzo Chigi".

Nell'emergenza del governo dei tecnici tutti i partiti sono grigi, no?
"Qualcuno lo pensa ma non è così. Quando mi fermano al supermercato - perché io vado al supermercato - le persone si lamentano per la riforma della previdenza.
Dicono "Segretario, noi andremo in pensione quattro anni dopo". Io, nel rispondere, ci metto la mia di faccia, e credo di dare così un contributo alla discesa dello spread".

Parliamo di cose concrete all'ordine del giorno: la Tav. Qual è la vostra proposta?
"Tre premesse. Primo: c'è un inequivoco pronunciamento del governo che segue analoghe decisioni prese a livello locale, nazionale e nei trattati internazionali. Dunque la Tav si fa e su questo non si torna indietro. Secondo: la questione si sta trasformando in una battaglia ideologica e sotto quella bandiera trovano riparo posizioni inaccettabili e violente. Terzo: c'è una opposizione radicale in una parte della popolazione della valle".

Ci sono anche sindaci del Pd che vogliono tornare a discutere "se" l'opera s'ha da fare. Che cosa risponde loro?
"Che il se non è più in discussione. Non c'è più spazio per posizioni ambigue che con la scusa del dialogo possano mettere in forse l'opera. Si può invece discutere il come".

Qual è la vostra proposta sul come?
"Le proposte non mancano. C'è un documento del sindaco di sant'Antonino, Antonio Ferrentino, che propone una via d'uscita. Anche qui ci sono tre tappe: garantire a livello locale e nazionale una politica di incentivi al trasferimento dei trasporti da gomma a ferro; studiare insieme gli aspetti dell'impatto ambientale delle opere; preoccuparsi che tutti gli impegni presi vengano rispettati. Non è che una volta fatto il buco ci si dimentica del resto".

Proponete compensazioni?
"Smettiamola di parlare di compensazioni. C'è un piano a livello provinciale che prevede di riqualificare il territorio. Comune, Provincia e Regione Piemonte stanno convocando i sindaci della valle. Anche il governo apra su queste basi un immediato confronto".

Dovevate aderire allo sciopero di oggi della Fiom. Poi hanno aderito i comitati della val di Susa e avete ritirato la partecipazione. Nel Pd è possibile essere No Marchionne ma non No Tav?
"Il Pd non aderisce a scioperi. Non siamo insensibili alla protesta della Fiom quando chiede la democrazia in fabbrica e denuncia discriminazioni inaccettabili contro i sindacati che non firmano gli accordi come a Pomigliano".

Che cosa vi divide da Landini?
"Il giudizio tranchant sul governo Monti e la scelta No Tav. Che mi pare esuli un po' dalle piste sindacali".

Che cosa dovrebbe chiedere Monti a Marchionne?
"Monti ha fatto molto bene a voler incontrare Marchionne. Gli italiani non sono più stupidi degli americani. Il manager ci dica una volta per tutte dove investe per Fabbrica Italia e dia garanzie sugli stabilimenti, senza continuare a scaricare sugli altri la colpa dell'incertezza".

Cicchitto dice che Monti deve occuparsi solo di economia. Che cosa gli risponde?
"Non ci sono governi specializzati che affrontano solo certi argomenti. La corruzione non è un tema economico? Lo dice l'Ocse, posso dirlo anche io? Vendere le frequenze tv invece di regalarle non è una scelta economica? Non accetto che si mettano limiti di questo genere all'azione di governo, come non accetto di non discutere la questione della Rai".

Anche la Rai è economia?
"È un'azienda al 99 per cento pubblica che rischia di andarsi a schiantare. Vogliamo intervenire o vogliamo che faccia la fine dell'Alitalia? Noi vogliamo una radicale trasformazione del sistema di governance. Proponiamo che i partiti siano fuori dalla Rai".

E se non vi ascoltano?
"Noi non nomineremo i consiglieri nel cda".

Quanto durerà questo governo?
"Per quel che ci riguarda questo governo durerà fino al 2013. L'importante è non paralizzarlo mettendo veti come quelli di queste ore. Noi che lo sosteniamo dobbiamo lasciargli un certo grado di autonomia".

D'Alema dice che un governo Monti dopo le elezioni del 2013 sarebbe una resa della politica. Lo pensa anche lei?
"Penso che, finita l'emergenza, si debba tornare a una democrazia riformata, ma che funziona con due polmoni, secondo le regole dell'alternanza".

Dunque, no a un Monti bis?
"Quello che conta è che si determini una maggioranza politica. Il tasso tecnico dei governi non è la questione principale. Prodi era un politico o un tecnico?".

A proposito di premier, nel 2013 lei si candiderà?
"Lo statuto del Pd dice che il segretario è il candidato premier del partito. Ma io non mi appellerò certo a una norma. Per le procedure di decisione bisognerà vedere con quale legge elettorale si andrà al voto".

La stagione delle primarie è finita? Le ultime non sono state un bello spettacolo...
"Negli ultimi due mesi si sono svolte 23 primarie in altrettanti capoluoghi e in 18 ha vinto il candidato del Pd. Non butterei via le primarie: ammetto che hanno bisogno di manutenzione".

Vicende come quella della Tav mettono in soffitta la foto di Vasto, l'alleanza Pd-Idv-Sel?
"Tutti parlano di quella foto ma nessuno ricorda più il sonoro di quell'assemblea. Già allora noi dicemmo che la prospettiva è quella di un'alleanza di governo tra forze progressiste e moderate. E questo è anche oggi il nostro orizzonte".

Lo dica: è una fatica sostenere il governo tecnico?
"È una fatica ma è necessario e noi stiamo facendo la nostra parte mettendoci la nostra faccia. Certo, il giorno che a governare fossimo noi, a quella signora del supermercato saprò forse dare risposte più convincenti".
(09 MARZO 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-2
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purtroppo non mi trovo d’accordo su molte delle cose che dice Bersani…
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Commento per punti quello che non ho apprezzato nell’intervista di Bersani.
Nell'emergenza del governo dei tecnici tutti i partiti sono grigi, no?
"Qualcuno lo pensa ma non è così. Quando mi fermano al supermercato - perché io vado al supermercato - le persone si lamentano per la riforma della previdenza.
Dicono "Segretario, noi andremo in pensione quattro anni dopo".
Io, nel rispondere, ci metto la mia di faccia, e credo di dare così un contributo alla discesa dello spread".
Questa mi risulta incomprensibile.
Intanto perché non si capisce che risposta dia Bersani alle persone che gli contestano i 4 anni in più di lavoro.
Eppoi non si capisce che influenza possa avere sullo “spread” qualsiasi risposta che lui possa dare.
Perché l’unica risposta “vera” che “potrebbe” dare è la seguente:

“vi abbiamo svuotato le tasche e condannati alla macelleria sociale Fornero per recuperare da voi poveracci le risorse per salvare le banche e rientrare dal debito.”

Ma non credo di avergli mai sentito dire questa semplice verità, come non credo che avrebbe le palle di dirlo in faccia alle persone che incontra al supermercato.


Parliamo di cose concrete all'ordine del giorno: la Tav. Qual è la vostra proposta?
"Tre premesse. Primo: c'è un inequivoco pronunciamento del governo che segue analoghe decisioni prese a livello locale, nazionale e nei trattati internazionali. Dunque la Tav si fa e su questo non si torna indietro. Secondo: la questione si sta trasformando in una battaglia ideologica e sotto quella bandiera trovano riparo posizioni inaccettabili e violente. Terzo: c'è una opposizione radicale in una parte della popolazione della valle".


Ci sono anche sindaci del Pd che vogliono tornare a discutere "se" l'opera s'ha da fare. Che cosa risponde loro?
"Che il se non è più in discussione. Non c'è più spazio per posizioni ambigue che con la scusa del dialogo possano mettere in forse l'opera. Si può invece discutere il come".

Qual è la vostra proposta sul come?
"Le proposte non mancano. C'è un documento del sindaco di sant'Antonino, Antonio Ferrentino, che propone una via d'uscita. Anche qui ci sono tre tappe: garantire a livello locale e nazionale una politica di incentivi al trasferimento dei trasporti da gomma a ferro; studiare insieme gli aspetti dell'impatto ambientale delle opere; preoccuparsi che tutti gli impegni presi vengano rispettati. Non è che una volta fatto il buco ci si dimentica del resto".

Proponete compensazioni?
"Smettiamola di parlare di compensazioni. C'è un piano a livello provinciale che prevede di riqualificare il territorio. Comune, Provincia e Regione Piemonte stanno convocando i sindaci della valle. Anche il governo apra su queste basi un immediato confronto".
Per le ragioni che ho esposto in altro 3d,:

http://forumisti.mondoforum.com/viewtopic.php?f=2&t=40

ritengo la TAV un’opera inutile, perché per le esigenze di traffico attuali e future è più che sufficiente la linea esistente, che massacrerà il territorio, che sposterà 300mila mc3 di inerti pieni di amianto e che costerà ai contribuenti non meno di 5 miliardi...che non abbiamo.

Dovevate aderire allo sciopero di oggi della Fiom. Poi hanno aderito i comitati della val di Susa e avete ritirato la partecipazione. Nel Pd è possibile essere No Marchionne ma non No Tav?

" Il Pd non aderisce a scioperi. "
Non siamo insensibili alla protesta della Fiom quando chiede la democrazia in fabbrica e denuncia discriminazioni inaccettabili contro i sindacati che non firmano gli accordi come a Pomigliano".


Falso.
Con il governo Berlusconi, scioperi indetti per le stesse ragioni di quello di oggi, hanno visto la partecipazione in massa dei maggiorenti del PD, compreso Bersani.
qui a reggio Emilia,il segretario provinciale del PD Ferrari e l'onorevole Maino Marchi sempre del PD,visti con i miei occhi,erano sotto al palco ad applaudire Landini (che è di Reggio...):




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"...omissis...REGGIO EMILIA (6 maggio 2011)....Inoltre molti esponenti del mondo politico reggiano hanno annunciato, già ieri, la loro presenza in piazza durante i vari momenti della protesta.
Tra loro ricordiamo:
Maino Marchi del Pd, Roberta Mori, consigliere regionale del Pd, Liana Barbati consgliere regionale Idv, Luca Vecchi capogruppo del Pd, Matteo Sassi, assessore Sel, Franco Ferretti, Carla Ruffini di Sel, Mirko Tincani della Federazione della sinistra, Giacomo Notari, presidente Anpi, Federico Amico presidente Arci, Mirco Tutino, assessore provinciale ed Ilenia Malavasi, assessore della provincia...omissis.."
http://www.4minuti.it/showPage.php?temp ... reggio.htm
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Questo mi fa pensare, purtroppo, che la partecipazione agli scioperi del 2011 sia stata solo strumentale… e spero di sbagliarmi.

D'Alema dice che un governo Monti dopo le elezioni del 2013 sarebbe una resa della politica. Lo pensa anche lei?
"Penso che, finita l'emergenza, si debba tornare a una democrazia riformata, ma che funziona con due polmoni, secondo le regole dell'alternanza".
Qui invece, devo purtroppo condividere quello che dice D’Alema…. :shock:
Dunque, no a un Monti bis?
"Quello che conta è che si determini una maggioranza politica. Il tasso tecnico dei governi non è la questione principale. Prodi era un politico o un tecnico?".
A proposito di premier, nel 2013 lei si candiderà?
"Lo statuto del Pd dice che il segretario è il candidato premier del partito. Ma io non mi appellerò certo a una norma. Per le procedure di decisione bisognerà vedere con quale legge elettorale si andrà al voto".
Accidenti, se nel 2013 non saprete esprimere un leader che non sia Monti…è meglio che andate tutti a casa.
Lo dica: è una fatica sostenere il governo tecnico?
"È una fatica ma è necessario e noi stiamo facendo la nostra parte mettendoci la nostra faccia.
Certo, il giorno che a governare fossimo noi, a quella signora del supermercato saprò forse dare risposte più convincenti".
Questa la prendo in parola.
Vedremo se un passo indietro ,sulla scellerata riforma Fornero,sarà nel programma di governo della prossima legislatura,se sarà solo annunciato o manco nominato.
Consiglierei di far riferimento ad Hollande che ha già detto e scritto nel programma che in caso di vittoria ripristinerà per i francesi quello che Sarkozy gli aveva turlupinato.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Dalle primarie all'Europa

Sergio Ferrari, 08 marzo 2012, 14:08

Politica Le polemiche interne al PD post-Palermo sono francamente un segnale peggiore del previsto anche per un partito che, essendo senza storia e senza memoria ha, sulla carta, un ampio margine di movimento

Pretendere la sconfessione della foto di Vasto, lanciare un'alleanza al centro di Casini e, forse con l'area Monti, e pretendere un cambio di segreteria basandosi sull'esito delle primarie di Palermo è, comunque, un'operazione poco seria e - all'approssimarsi di elezioni amministrative di un certo rilievo.- poco responsabile. Poiché una richiesta eguale e contraria avrebbe dovuto essere fatta a valle delle primarie di Milano e, più recentemente a quelle di Genova, per non citare tutte le primarie intermedie, dovrebbe essere evidente la poca serietà della polemica di questi giorni e c'è da sperare che non si ripetano in occasione di altre prossime primarie locali.
Se ne renda conto anche Letta che per giustificare quella richieste più che riferirsi alle primarie di Palermo afferma che dopo Monti tutto è assolutamente cambiato.
Ma perché a fronte di questo cambiamento cosi radicale occorra conservare l'anomalia italiana dell'assenza di un partito di sinistra democratica e riformatore, non è dato sapere. Anche qui sembrerebbero ben maggiori le conseguenze da trarre a seguito del fallimento dei decenni liberisti.
Certamente sulle primarie appare necessaria una riflessione: come organizzarle, quale lettura politica dare ai risultati, ecc. Ma questa è un'altra storia.

Entrambi i contendenti interni nel PD avevano all'origine trovato un punto di accordo sulla pretesa di essere comunque un partito di governo. L'anomalia berlusconiana aveva rotto questa strategia ma ne aveva anche rafforzato la confluenza essendo altrimenti entrambi esclusi. Con il passare del tempo l'errore strategico originario sta venendo al pettine nel senso che per quell'obiettivo di "governo comunque", occorrerebbero delle alleanze che però nel Paese non passano: uno spostamento a destra farebbe venir meno non solo i partiti esclusi ma anche una parte dell'elettorato del PD, ma in qualche misura eguale e contrario potrebbe essere il risultato di una scelta opposta.

Questa questione tutta interna al nostro paese ha come effetto centrale quello di confinarci in una dimensione provinciale rispetto ad un contesto europeo e internazionale che richiederebbe, invece un contributo attivo. Basti pensare ai limiti attuali di un'Unione Europea il cui liberismo fallimentare conserva tuttavia il potere di condizionare le politiche di rinnovamento e di sviluppo - in realtà di inviluppo e di crisi - di un'area politica che dovrebbe giocare un ruolo insostituibile.
E' vero che negli anni passati anche le forze di sinistra nei paesi europei erano state travolte dalle politiche liberiste ma i segnali di ravvedimento ci sono e incominciano ad essere rilevanti:.le prossime elezioni politiche in Francia vedono favorito il socialista Hollande su posizioni riformiste. Una sua vittoria sarebbe un cambiamento - questo sì radicale - per tutta l'Europa.

Anche noi abbiamo tra circa un anno le elezioni politiche. Dove vogliamo collocarci? Che contributo vogliamo dare anche noi all'Unione?. E rispetto al declino economico e sociale tutto nostro, quale progetto vogliamo costruire?
Rispetto alla questione della difficoltà di compiere delle scelte senza pregiudicare le possibilità di andare al governo forse sarebbe bene valutare anche la strada che porta ad una credibile elaborazione e ad una proposta politica allargata ma sapendo che per andare al governo sarà poi necessario un compromesso con la proposta di altri.
Questi compromessi, entro certi limiti, sono accettati dagli elettori molto più di quanto lo siano i pasticci tutti interni. L'importante non è solo andare al governo ma avere delle idee riformatrici sufficientemente all'altezza dei tempi e capaci di rimettere in circolazione una partecipazione oggi in attesa tra gli astenuti.

http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=19833
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

Oggi Rosy Bindi, presidente del PD ha dichiarato che "non ci sarà un governo Monti bis" prendendo così le distanze da quanto aveva dichiarato Bersani, forse pressato dai veltroniani e lettiani.

Qual'è la linea politica del PD?

Nessuno lo sa!

un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

la Bindi, intervistata da Maria Latella su Sky, ha anche detto che l'attuale ipotesi di legge elettorale su cui si sta lavorando è un disastro quasi pari al porcellum.

Intanto perché prevede un 50% di parlamentari eletti a "lista bloccata".

E poi perché lascia mano libera ai partiti di decidere le alleanze dopo il voto, senza costringerli prima a sottoporre al giudizio degli elettori le loro scelte per il governo del paese.
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

@mariok

Indovina chi sta al tavolo per le riforme compreso la legge elettorale come esponente del PD?

Luciano Violante

Indovina chi ha criticato il reato di "concorso esterno" alla mafia?

Luciano Violante

Secondo te perchè si prevede un 50% di parlamentari eletti con lista bloccata?

Per lasciare invariata la percentuale di sicuri eletti, certamente quelli della nomenclatura attuale, degli ex-Margherita con gli ex-DS.

Si cambia tutto per non cambiare niente!!

Violante fa parte di quei parlamentari truffaldini di cui potremmo fare volentieri a meno.

un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

mariok ha scritto:la Bindi, intervistata da Maria Latella su Sky, ha anche detto che l'attuale ipotesi di legge elettorale su cui si sta lavorando è un disastro quasi pari al porcellum.

Intanto perché prevede un 50% di parlamentari eletti a "lista bloccata".

E poi perché lascia mano libera ai partiti di decidere le alleanze dopo il voto, senza costringerli prima a sottoporre al giudizio degli elettori le loro scelte per il governo del paese.
Se e' veramente cosi' e' una 2^ porcata e dimostrerebbe in che mani siamo. Non vogliono mollare l'osso!!

Robespierre, Danton, Marat, Louis Antoine de Saint-Just e....... risorgete!!

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

«Pd, al diavolo Vasto e le foto
C'è un leader, votiamo una linea»


Di Gianni Cuperlo
10 marzo 2012


C’ era una volta la rubrica di Cuore “ parla come mangi”.
Traduceva il gergo politico in sentimento e riduceva le formule, di solito le più pedanti, a pura sostanza.
Era spassosa.
Spesso cattiva, ma spassosa.
Mi è tornata in mente dopo quest’ultimo capitombolo palermitano.
Che tale è per diverse ragioni, tutte risapute.
Ma il punto, come si è visto dalle reazioni, traguarda l’ambito locale e investe il Pd, la sua strategia, la sua leadership.
Dovrei citare una serie di dichiarazioni ma porterebbe via dello spazio e allora mi fermo alla traduzione.

Che più o meno suona così:
-1. Milano, Genova e adesso Palermo, qua le perdiamo tutte.
-2. La linea del segretario va spedita contro un muro. Primo perché con Vendola e Di Pietro ci condanniamo a una opposizione perenne. Secondo perché, quando pure dovessimo vincere nelle urne, ci sfasceremmo il giorno appresso, sulla Tav o qualcos’altro.
-3. dopo un premier bocconiano – sobrio, capace e poliglotta – tutto si può immaginare meno che portare a Palazzo Chigi il filosofo di Bettola.

Per cui – e questa è la chiusa – mettiamo una lapide sul centrosinistra e prepariamoci a un Monti bis con qualche correttivo o in ogni caso a quella svolta centrista del Pd che oggi sta nelle cose.
Contenuti e alleanze comprese».

Ora, che questa analisi, depurata dalle asprezze personali, orienti la linea del Corriere della Sera tutto sommato è comprensibile.

Meno che sia la traccia di un pezzo – non so quanto esteso – del nostro partito.

E ciò non tanto per la logica di squadra, o di comunità, che non ricordo più dove abbiamo abbandonato
(ma da qualche parte l’abbiamo abbandonata)

quanto per la negazione delle ragioni che il Pd fondarono soltanto alcuni anni fa.

In sintesi, quel progetto mirava a fondere tradizioni distinte del riformismo in una moderna identità “democratica”, collocando la nuova forza nel campo progressista e facendone il perno di una delle gambe del nostro bipolarismo.

Al primo tentativo, nel 2008, abbiamo perso.
Tutto dovrebbe spingerci a considerare la volta prossima – il 2013 – come data della rivincita.
E invece no.
Quell’impostazione, secondo alcuni, oggi va rivista, e non nei suoi complementi ma nel nocciolo.
Forse è legittimo chiedersi il perché.

Tanto più che altre forze – una per tutte, il partito di Casini – perseguono, adesso come prima, una strategia che nega ogni sensatezza alla prospettiva bipolare e rivendica per sé non solo il ruolo di terza gamba, o polo, ma quello di arbitro per ogni possibile e futura coalizione.

Preferibilmente da formare all’indomani del voto.

Si dice «dopo Monti, nulla sarà come prima».

Sintesi efficace – e infatti è faticoso dissociarsene – ma pure tronca, nel senso che quel «dopo» andrebbe spiegato.
Fosse solo per impedirgli di somigliare troppo a un vecchissimo «prima» con l’archiviazione dell’alternanza a vantaggio di altre pratiche di governo.
E allora, tornando alle ultime polemiche di casa, resta misterioso il balzo che dovrebbe indurre il nostro partito a rinunciare alla sua corretta vocazione.
Descritta a un certo punto come «maggioritaria», e quella era persino troppa grazia, ma almeno farci asse di un progetto di svolta per l’Italia non dovrebbe rappresentare, mai come ora, la vera priorità?

Questo almeno se allunghiamo lo sguardo a quanto accade fuori da noi, in Europa e sull’altra sponda atlantica.

Dove le forze di progresso e di sinistra vanno alla battaglia e lo fanno sull’onda di una lettura della crisi che viene prima di ogni alchimia.

La loro iniziativa punta al cuore del conflitto:
e cioè se uscire dalla crisi più dirompente degli ultimi decenni remando nel verso degli altri o invertendo la rotta,
nella convinzione che da questo braccio di ferro dipenderà un ripensamento dei modelli di crescita e cittadinanza.

È su questo che l’Europa si gioca il suo avvenire.
E per quanto ci riguarda pure l’America democratica.
Se dalle diseguaglianze immorali travestite di modernità degli ultimi sei o sette lustri si uscirà con un nuovo patto politico e sociale tra economia, finanza e democrazia.
O se preferite, tra Stati, mercati e persone.

Sarà uno scontro niente affatto moderato, nei toni come nelle soluzioni.

E l’idea stessa della politica, come strumento agibile per milioni di individui, ne risentirà.
Anche perché cresce l’onda lunga di una riciclata teoria delle élites, figliastra di vecchie scuole e invaghita oggi di una “tecnica” spacciata come neutra, ma in realtà intrisa di pregiudizi e di una concezione aristocratica del potere.
Ecco, mi parrebbe curioso che mentre l’universo dei “democratici” su scala globale si interroga e si spende in questa partita, noialtri ci si scarnifichi sulla foto di Vasto.

Al diavolo Vasto e le foto.

Siccome conviene passare dal muto al sonoro, a me pare decisivo rispondere a una sola domanda:
ma noi siamo parte di quella ricerca, e dunque vogliamo tenere aperto il dialogo, prima di tutto in Italia, con forze, culture e movimenti che si collocano da questa parte del campo, oppure siamo dannati ancora una volta nel girone degli sperperatori del proprio talento e soprattutto consenso?
Il tempo non abbonda e una risposta va data.
Con una glossa finale.
Se siamo della partita chi ce l’avrebbe i titoli per porsi alla guida di un progetto di riscossa politica, culturale e civica del Paese?

Io penso – forse per distorta formazione occidentale – che tra i maggiori titolati vi sia il leader del primo partito del Paese, per la sua azione di questi anni, la condotta tenuta dopo il crollo della destra e le idee che insieme ad altri ha mostrato di possedere.

Quanto alla domanda «ma quale centrosinistra?»
risponderei così:
quello che noi – e sottolineo il “noi” – avremo la forza di forgiare,

con quanti sono pronti a condividere, a parole e con gesti impegnativi e coerenti, un medesimo impianto culturale, uno stesso programma, una comune visione del futuro dell’Italia in un’Europa politica e non solo valutaria.

E allora ha ragione chi invita il Pd a discutere di questo snodo.

Anzi, se un appello posso rivolgere a Bersani è quello di non attendere oltre.

Affrontiamola questa prova.
Mettiamo in campo per l’anno o poco più che ci separa dal voto una strategia che investa su di noi, sul giudizio che diamo di questa stagione e delle prospettive per il dopo.

Disponiamoci a una lunga rincorsa elettorale con lo spirito di chi può e vuole vincerla.
Abbiamo un partito.
Abbiamo un leader.
Votiamo una linea.
In fondo questa è la democrazia.


http://www.unita.it/italia/cuperlo-bast ... 139?page=2
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

@shiloh

Non ho capito se sei d'accordo in toto con l'autore dell'articolo oppure fai tue le parti che hai evidenziato in grassetto?

Se vuoi sapere la mia, ti rispondo alle ultime 4 domande:

Abbiamo un partito?

NO

Abbiamo un leader (Bersani ndr)?

NO

Votiamo una linea?

Ma quando ce l'hanno concesso di farlo?

In fondo è questa la democrazia

E' quello che noi del forum, sia quello vecchio che in questo nuovo, abbiamo tentato di fare, e che ancora ora visti inascoltati, tentiamo di continuare a fare.

Cioè cercare di dare una nostra opinione che indirizzi la politica del partito.

Come mai si va alle primarie per scegliere un candidato sindaco quando all'interno del partito non si è fatto alcun dibattito sui temi politici che il candidato dovrà affrontare e le priorità?

A me sembra che questi partiti, compresi il nostro, implementano una politica autoreferenziale, in cui 4 gatti, che hanno le leve del potere all'interno del partito, decidono cosa fare senza alcun dibattito interno e senza l'appoggio della base elettorale.

C'è un deficit di democrazia spaventoso, ed il caso di Palermo è emblematico, un PD spaccato in direzione regionale in due tronconi, uno pro e uno contro Lombardo, queste due fazioni indicano 2 differenti candidati, nessuno dei 2 è tesserato PD, poi si va alle primarie contro un terzo candidato con tessera PD, ed una marginale di SEL.

Vince il candidato della fazione pro-Lombardo che non è tesserato PD, che batte l'altra candidata PD per 158 voti, poi si scopre voto di scambio a favore di chi vince e il tutto si incarta con richiesta di annullamento delle primarie.

Qualunque sia il risultato finale il marasma è assoluto, perchè i 2 candidati potrebbero candidarsi ugualmente, ma non si capisce chi avrebbe il diritto di mettere il simbolo PD sulla scheda, visto che non esistono 2 PD con lo stesso simbolo.

Caro shiloh,

è questa la democrazia a cui noi aspiriamo?

Io credo di no!

un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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