Top News
Re: Top News
SCANDALO SANITA'
«Favorì la nomina di un primario»
chiesto giudizio per Vendola e Cosentino
Inchiesta sul concorso a chirurgia toracica al San Paolo
I pm contestano l'abuso d'ufficio continuato
Vendola:«Finalmente dal giudice per spiegare tutto»
BARI - La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e per l'ex dg della Asl Bari, Lea Cosentino. Per i due l'accusa è di concorso in abuso di ufficio in relazione al concorso da primario di chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli.
LE CONTESTAZIONI - L'udienza preliminare al termine della quale si deciderà sulle due richieste di rinvio a giudizio è fissata per il 27 settembre prossimo dinanzi al gup del tribunale di Bari Susanna de Felice. Gli inquirenti contestano a Vendola di aver istigato l'allora direttore della Asl Bari, Lea Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso. «Quel concorso deve vincerlo Sardelli», avrebbe detto Cosentino agli inquirenti che la interrogavano riferendo le parole pronunciate dal presidente Vendola in occasione della selezione alla quale il medico «raccomandato» non aveva partecipato perché in lizza per un altro posto da primario presso l'ospedale Di Venere di Bari. Venuta meno la possibilità di assumere un incarico direttivo al Di Venere, Vendola - questa l'ipotesi accusatoria - si sarebbe quindi attivato per assicurare a Sardelli l'assunzione quinquennale al San Paolo. I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2008 e aprile 2009.
IL RUOLO DELLA COSENTINO - È stato l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, a fare circa un anno fa ai pm varie dichiarazioni sulla gestione della sanità pugliese, accusando il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e suoi assessori di aver interferito per favorire medici o dirigenti targati Pd o Sel. A proposito dell'episodio per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore Vendola, così dichiarò ai pm l'ex direttore dell'Asl: «Un'altra pressione riguarda la nomina di primario per l'unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 era andato in pensione il professor Campagnano, molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo: espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in un istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, già capo di gabinetto di Vendola, che l'istituzione dell'unità di chirurgia complessa del Di Venere non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io - continua Cosentino - a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata». Alla fine, «vinse il dottor Sardelli», risultato il più titolato.
IL DOCUMENTO DELLA PROCURA - Due soli indagati e un solo capo di imputazione (concorso in abuso d'ufficio continuato) sono contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla procura di Bari nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dell'ex dirigente della Asl di Bari Lea Cosentino. Quest'ultima è indagata in altre indagini sulla sanità pugliese, anche assieme a Gianpaolo Tarantini. Secondo la procura, Vendola e Cosentino sono indagati per avere dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009 «Cosentino Lea, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola Nicola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, dell'art.15 d.leg.vo 30 dicembre 1992 n.502, dell'art.15-ter d.leg.vo 19 giugno 1999 n.229 e dell'art.10 della legge regionale 3 agosto 2006 n.25, intenzionalmente procurato a Sardelli Paolo un ingiusto vantaggio patrimoniale», favorendolo per «l'incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo».
LA DICHIARAZIONE DI VENDOLA - «Con la fissazione dell'udienza preliminare per la vicenda Sardelli, per cui sono indagato per concorso in abuso d'ufficio, posso solo dire che finalmente tiro un sospiro di sollievo essendomi così data possibilità di spiegare, dinanzi al giudice, la correttezza dei miei comportamenti».
Redazione Online
24 luglio 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 6373.shtml
«Favorì la nomina di un primario»
chiesto giudizio per Vendola e Cosentino
Inchiesta sul concorso a chirurgia toracica al San Paolo
I pm contestano l'abuso d'ufficio continuato
Vendola:«Finalmente dal giudice per spiegare tutto»
BARI - La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e per l'ex dg della Asl Bari, Lea Cosentino. Per i due l'accusa è di concorso in abuso di ufficio in relazione al concorso da primario di chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli.
LE CONTESTAZIONI - L'udienza preliminare al termine della quale si deciderà sulle due richieste di rinvio a giudizio è fissata per il 27 settembre prossimo dinanzi al gup del tribunale di Bari Susanna de Felice. Gli inquirenti contestano a Vendola di aver istigato l'allora direttore della Asl Bari, Lea Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso. «Quel concorso deve vincerlo Sardelli», avrebbe detto Cosentino agli inquirenti che la interrogavano riferendo le parole pronunciate dal presidente Vendola in occasione della selezione alla quale il medico «raccomandato» non aveva partecipato perché in lizza per un altro posto da primario presso l'ospedale Di Venere di Bari. Venuta meno la possibilità di assumere un incarico direttivo al Di Venere, Vendola - questa l'ipotesi accusatoria - si sarebbe quindi attivato per assicurare a Sardelli l'assunzione quinquennale al San Paolo. I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2008 e aprile 2009.
IL RUOLO DELLA COSENTINO - È stato l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, a fare circa un anno fa ai pm varie dichiarazioni sulla gestione della sanità pugliese, accusando il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e suoi assessori di aver interferito per favorire medici o dirigenti targati Pd o Sel. A proposito dell'episodio per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore Vendola, così dichiarò ai pm l'ex direttore dell'Asl: «Un'altra pressione riguarda la nomina di primario per l'unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 era andato in pensione il professor Campagnano, molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo: espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in un istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, già capo di gabinetto di Vendola, che l'istituzione dell'unità di chirurgia complessa del Di Venere non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io - continua Cosentino - a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata». Alla fine, «vinse il dottor Sardelli», risultato il più titolato.
IL DOCUMENTO DELLA PROCURA - Due soli indagati e un solo capo di imputazione (concorso in abuso d'ufficio continuato) sono contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla procura di Bari nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dell'ex dirigente della Asl di Bari Lea Cosentino. Quest'ultima è indagata in altre indagini sulla sanità pugliese, anche assieme a Gianpaolo Tarantini. Secondo la procura, Vendola e Cosentino sono indagati per avere dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009 «Cosentino Lea, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola Nicola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, dell'art.15 d.leg.vo 30 dicembre 1992 n.502, dell'art.15-ter d.leg.vo 19 giugno 1999 n.229 e dell'art.10 della legge regionale 3 agosto 2006 n.25, intenzionalmente procurato a Sardelli Paolo un ingiusto vantaggio patrimoniale», favorendolo per «l'incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo».
LA DICHIARAZIONE DI VENDOLA - «Con la fissazione dell'udienza preliminare per la vicenda Sardelli, per cui sono indagato per concorso in abuso d'ufficio, posso solo dire che finalmente tiro un sospiro di sollievo essendomi così data possibilità di spiegare, dinanzi al giudice, la correttezza dei miei comportamenti».
Redazione Online
24 luglio 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 6373.shtml
Re: Top News
Tutte le contraddizioni di Formigoni
il governatore incapace di dare risposte
Dalle vacanze caraibiche ai 70 milioni di maltolto, le cinque questioni che i pm stanno ponendo al presidente lombardo. "Non è reato ricevere un dono", frase-clou che non potrà essere usata facilmente coi pm
di PIERO COLAPRICO
TUTTO SUIl caso FormigoniMILANO
- "Scusi, ma chi è lei che fa questa domanda?". Un furibondo Roberto Formigoni si rivolgeva così al collega di Repubblica, il quale cercava una minima ricevuta sulle feste di Capodanno: "Allora, se non ha un incarico, vale la parola del presidente". Ma è proprio "la parola del presidente" che diventa oggi il punto centrale di un fascicolo per corruzione. A fare le domande al presidente saranno i pubblici ministeri milanesi. E se sino a ieri Formigoni ha fornito tante "non risposte" a una lista di domande legittime per qualsiasi uomo pubblico, adesso come si comporterà davanti a chi gli contesta di aver "guadagnato", o "non pagato", quasi nove milioni di euro tra vacanze, barche e regali? Il futuro verbale ha almeno cinque questioni aperte.
Presidente Formigoni, siccome la corruzione non sta soltanto nell'accettare buste di denaro, ma anche nel risparmio colossale per l'acquisto della villa in Sardegna, oppure nelle vacanze caraibiche e in vela senza sborsare soldi, lei è certo di non aver avuto "utilità" dai due faccendieri?
"Nessun problema, nessuna irregolarità, ma soprattutto nessuna regalia. Non ho mai ricevuto neppure un euro da nessuno", ha ripetuto Formigoni. Aggiungendo: "Non è stato sottratto un euro di denaro pubblico". E "se qualcuno dimostrasse che Pierangelo Daccò ha avuto un vantaggio dai suoi rapporti con me, mi assumerò - diceva - le mie responsabilità e mi dimetterò". Perché sarebbe "impossibile" per Daccò aver ottenuto "indebiti vantaggi" dal presidente. "Stiamo parlando di due persone, Daccò e Simone, che si dice svolgessero l'attività di mediatori, ma la Regione Lombardia non ha mai avuto bisogno di mediatori. Io - parola di Formigoni - ho costruito una Regione aperta".
Può discostarsi Formigoni da questa linea difensiva? Difficile. Ma come farà allora a superare la seconda questione logica? Che è: presidente, esattamente che tipo di rapporto lei ha con il faccendiere milionario Pierangelo Daccò?
"Nessun tipo di rapporto, svolgeva per quello che si sa dei lavori di consulenza con il San Raffaele", era stata la prima risposta di Formigoni pochi giorni dopo l'arresto di Daccò. Poi alcune cose sono cambiate. Costantino Passerino, ex boss amministrativo della Maugeri, mette a verbale: "Daccò è un personaggio con cui chi svolge attività nel settore sanitario in Lombardia deve avere relazioni perché è risaputo che ha moltissima influenza nell'assessorato alla Sanità ed è un uomo molto importante in Comunione e Liberazione, in particolare per i suoi rapporti con il Presidente della Regione Lombardia". Ed è lo stesso Daccò a spiegarsi: "Sono "accreditato" dal 1978 in Regione, nel senso che rappresento grandi realtà ospedaliere in Lombardia da molti anni, in particolar modo il Fatebenefratelli, la fondazione Maugeri (...) Ovviamente negli anni ho sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi di fronte ai miei clienti".
Ma questi clienti danarosi e occhiuti - ed è terza questione - pagano senza ricevere nulla in cambio? Solo amicizia?
Presidente Formigoni, la Procura in quest'inchiesta ha scoperto che prima il San Raffaele e poi la Fondazione Maugeri hanno pagato moltissimo le "consulenze" fasulle del tandem Daccò-Simone.
Sa che la cifra del maltolto, inseguito lungo società in Portogallo, Svizzera, Bahamas, Austria, supera i 70 milioni di euro? Sa che recentemente c'è stato un sequestro di beni immobili e conti correnti?
"Ognuno risponde per sé" era stata la parola di Formigoni. E ha scherzato: "Anche Gesù ha sbagliato a scegliere uno dei suoi collaboratori". Però la procura contesta quindici delibere regionali che hanno indirizzato la Sanità più in una direzione che in un'altra. E nella direzione presa, spesso c'erano gli "amici" Daccò e Simone. E Daccò, quando c'era da dare qualche vantaggio a Formigoni, non sembra proprio aver badato alle spese, ed è la quarta questione, quella più nota.
Presidente, lei ricorda di aver detto: "Grazie a Dio, io ho la possibilità di pagare integralmente le mie vacanze, e ho la possibilità di dare una mano agli amici meno abbienti"? Come spiega questa sua dichiarazione con quanto sottoscritto da Daccò nel verbale sulle vacanze in cui pagava tutto lui?
Qui, come sappiamo, il "non detto" di Formigoni ha raggiunto l'apice. Ha cominciato con "Quando si va in vacanza tutti insieme c'è qualcuno che organizza, poi a fine vacanza si fanno i conti ed eventualmente si pareggia". Quindi, sosteneva sempre Formigoni, "non ho nulla da rimproverarmi sulla vicenda delle vacanze, io non ho pagato niente a Daccò e lui non ha pagato niente a me".
Come sappiamo, i verbali di Daccò dicono ben altro. E dunque alla quarta questione, è legata la quinta: che senso hanno le barche di extralusso usate "in esclusiva" d'estate e la villa in una Sardegna Vip acquistata dal memores domini convivente di Formigoni a un prezzo troppo basso per il mercato immobiliare?
La parola del presidente davanti ai magistrati difficilmente potrà essere una delle sue frasi clou: "Non costituirebbe comunque fattispecie di reato ricevere cose in dono".
(26 luglio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
il governatore incapace di dare risposte
Dalle vacanze caraibiche ai 70 milioni di maltolto, le cinque questioni che i pm stanno ponendo al presidente lombardo. "Non è reato ricevere un dono", frase-clou che non potrà essere usata facilmente coi pm
di PIERO COLAPRICO
TUTTO SUIl caso FormigoniMILANO
- "Scusi, ma chi è lei che fa questa domanda?". Un furibondo Roberto Formigoni si rivolgeva così al collega di Repubblica, il quale cercava una minima ricevuta sulle feste di Capodanno: "Allora, se non ha un incarico, vale la parola del presidente". Ma è proprio "la parola del presidente" che diventa oggi il punto centrale di un fascicolo per corruzione. A fare le domande al presidente saranno i pubblici ministeri milanesi. E se sino a ieri Formigoni ha fornito tante "non risposte" a una lista di domande legittime per qualsiasi uomo pubblico, adesso come si comporterà davanti a chi gli contesta di aver "guadagnato", o "non pagato", quasi nove milioni di euro tra vacanze, barche e regali? Il futuro verbale ha almeno cinque questioni aperte.
Presidente Formigoni, siccome la corruzione non sta soltanto nell'accettare buste di denaro, ma anche nel risparmio colossale per l'acquisto della villa in Sardegna, oppure nelle vacanze caraibiche e in vela senza sborsare soldi, lei è certo di non aver avuto "utilità" dai due faccendieri?
"Nessun problema, nessuna irregolarità, ma soprattutto nessuna regalia. Non ho mai ricevuto neppure un euro da nessuno", ha ripetuto Formigoni. Aggiungendo: "Non è stato sottratto un euro di denaro pubblico". E "se qualcuno dimostrasse che Pierangelo Daccò ha avuto un vantaggio dai suoi rapporti con me, mi assumerò - diceva - le mie responsabilità e mi dimetterò". Perché sarebbe "impossibile" per Daccò aver ottenuto "indebiti vantaggi" dal presidente. "Stiamo parlando di due persone, Daccò e Simone, che si dice svolgessero l'attività di mediatori, ma la Regione Lombardia non ha mai avuto bisogno di mediatori. Io - parola di Formigoni - ho costruito una Regione aperta".
Può discostarsi Formigoni da questa linea difensiva? Difficile. Ma come farà allora a superare la seconda questione logica? Che è: presidente, esattamente che tipo di rapporto lei ha con il faccendiere milionario Pierangelo Daccò?
"Nessun tipo di rapporto, svolgeva per quello che si sa dei lavori di consulenza con il San Raffaele", era stata la prima risposta di Formigoni pochi giorni dopo l'arresto di Daccò. Poi alcune cose sono cambiate. Costantino Passerino, ex boss amministrativo della Maugeri, mette a verbale: "Daccò è un personaggio con cui chi svolge attività nel settore sanitario in Lombardia deve avere relazioni perché è risaputo che ha moltissima influenza nell'assessorato alla Sanità ed è un uomo molto importante in Comunione e Liberazione, in particolare per i suoi rapporti con il Presidente della Regione Lombardia". Ed è lo stesso Daccò a spiegarsi: "Sono "accreditato" dal 1978 in Regione, nel senso che rappresento grandi realtà ospedaliere in Lombardia da molti anni, in particolar modo il Fatebenefratelli, la fondazione Maugeri (...) Ovviamente negli anni ho sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi di fronte ai miei clienti".
Ma questi clienti danarosi e occhiuti - ed è terza questione - pagano senza ricevere nulla in cambio? Solo amicizia?
Presidente Formigoni, la Procura in quest'inchiesta ha scoperto che prima il San Raffaele e poi la Fondazione Maugeri hanno pagato moltissimo le "consulenze" fasulle del tandem Daccò-Simone.
Sa che la cifra del maltolto, inseguito lungo società in Portogallo, Svizzera, Bahamas, Austria, supera i 70 milioni di euro? Sa che recentemente c'è stato un sequestro di beni immobili e conti correnti?
"Ognuno risponde per sé" era stata la parola di Formigoni. E ha scherzato: "Anche Gesù ha sbagliato a scegliere uno dei suoi collaboratori". Però la procura contesta quindici delibere regionali che hanno indirizzato la Sanità più in una direzione che in un'altra. E nella direzione presa, spesso c'erano gli "amici" Daccò e Simone. E Daccò, quando c'era da dare qualche vantaggio a Formigoni, non sembra proprio aver badato alle spese, ed è la quarta questione, quella più nota.
Presidente, lei ricorda di aver detto: "Grazie a Dio, io ho la possibilità di pagare integralmente le mie vacanze, e ho la possibilità di dare una mano agli amici meno abbienti"? Come spiega questa sua dichiarazione con quanto sottoscritto da Daccò nel verbale sulle vacanze in cui pagava tutto lui?
Qui, come sappiamo, il "non detto" di Formigoni ha raggiunto l'apice. Ha cominciato con "Quando si va in vacanza tutti insieme c'è qualcuno che organizza, poi a fine vacanza si fanno i conti ed eventualmente si pareggia". Quindi, sosteneva sempre Formigoni, "non ho nulla da rimproverarmi sulla vicenda delle vacanze, io non ho pagato niente a Daccò e lui non ha pagato niente a me".
Come sappiamo, i verbali di Daccò dicono ben altro. E dunque alla quarta questione, è legata la quinta: che senso hanno le barche di extralusso usate "in esclusiva" d'estate e la villa in una Sardegna Vip acquistata dal memores domini convivente di Formigoni a un prezzo troppo basso per il mercato immobiliare?
La parola del presidente davanti ai magistrati difficilmente potrà essere una delle sue frasi clou: "Non costituirebbe comunque fattispecie di reato ricevere cose in dono".
(26 luglio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Re: Top News
Prima o poi i nodi vengono al pettine-
Ciao
Paolo11
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Re: Top News
Napoli ha il registro delle unioni civili.
La notizia di Milano è stata sbandierata....nemmeno una parola su Napoli!
http://www.demagistris.it/index.php?post=2843
http://napoli.repubblica.it/cronaca/201 ... -29810962/
La notizia di Milano è stata sbandierata....nemmeno una parola su Napoli!
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Re: Top News
Cosa bisogna fare per diventare milionari......
http://video.corriere.it/lerner-la-cres ... 29fc6fe838
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Re: Top News
Urbi et orbi.....più orbi che urbi.
"In Italia non c'è la crisi,...i ristoranti, gli alberghi, i luoghi di villeggiatura sono pieni, ....per predere un'aereo bisogna prenotare...."
Le ultime parole famose della cara salma prima di essere dimesso.
Comunque brighi per il disastro che ha prodotto non sarà più eletto........solo i concorrenti possono fare peggio di lui.
Sembra che si stiano impegnando molto.
Crisi, a Mediaset tagli per 400 milioni. Piano per la cessione delle sedi regionali
Il Biscione, per far fronte al calo della raccolta pubblicitaria, ha incrementato di 150 milioni il piano triennale di risparmi. Ai sindacati è stata prospettata l'esternalizzazione della controllata Videotime, con i suoi 74 lavoratori e uffici in tutta Italia. Pronto un pacchetto di 8 ore di sciopero. Giornalisti di tutte le testate in agitazione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 luglio 2012
Commenti (90)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... li/296743/
Qualche commento:
fferrante 07/17/2012 08:28 PM
Auguro a Berlusconi che le sue belle televisioni falliscano, per tre motivi:
1) perché le ha avute in regalo, sappiamo come e grazie a chi;
2) perché hanno rovinato generazioni di italiani: consumismo, apparenza, "cafonaggine";
3) perché la gran parte delle trasmissioni sono brutte trasmissioni e han contribuito a far sparire la "cultura" dal vocabolario del nostro Paese!
lela 07/17/2012 10:35 PM
Silvio, perchè li hai licenziati? La crisi è solo psicologica, vedi come sono pieni i ristoranti e gli aerei? Non credere a Monti che parla di burrone, credi a te stesso.
luciodomizio 07/17/2012 08:28 PM
Nonostante è il monopolista dei media in tutto il mondo civilizzato. Nonostante tutte le leggi e leggine fatte ad hoc per far fare cassa all'azienda (legge Mammì, legge Gasparri, digitale terrestre, tivusat, ecc., ecc.), Mediaset naviga in cattive acque. Teniamo presente che nel '94 aveva la bellezza di 5000 miliardi di lire di deficit ed oggi, nonostante tutto, viaggia sui 1600 milioni di euro. Questa è una chiara dimostrazione della capacità imprenditoriale di Berlusconi. Ha ridotto la RAI uno straccio, l'unica che poteva fargli un minimo di concorrenza. Ha imposto il digitale terrestre in un paese come l'Italia in cui, per la sua orografia, il satellite sarebbe stata la scelta ideale e meno costosa (che abbiamo pagato noi tutti con i fondi per la banda larga dirottati sul digitale terrestre) e oltretutto si sarebbe fatto pulizia di tanti ripetitori che deturpano le nostre montagne e le frequenze lasciate libere sarebbero potute essere utilizzate per la banda larga. Ha combattuto contro i possibili concorrenti come un pugile, con l'arbitro a favore, contro un altro pugile con un braccio legato E STA PERDENDO. ORA LO CAPITE PERCHE' VUOLE RISCENDERE IN CAMPO!!!!!!!!!!
"In Italia non c'è la crisi,...i ristoranti, gli alberghi, i luoghi di villeggiatura sono pieni, ....per predere un'aereo bisogna prenotare...."
Le ultime parole famose della cara salma prima di essere dimesso.
Comunque brighi per il disastro che ha prodotto non sarà più eletto........solo i concorrenti possono fare peggio di lui.
Sembra che si stiano impegnando molto.
Crisi, a Mediaset tagli per 400 milioni. Piano per la cessione delle sedi regionali
Il Biscione, per far fronte al calo della raccolta pubblicitaria, ha incrementato di 150 milioni il piano triennale di risparmi. Ai sindacati è stata prospettata l'esternalizzazione della controllata Videotime, con i suoi 74 lavoratori e uffici in tutta Italia. Pronto un pacchetto di 8 ore di sciopero. Giornalisti di tutte le testate in agitazione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 luglio 2012
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Qualche commento:
fferrante 07/17/2012 08:28 PM
Auguro a Berlusconi che le sue belle televisioni falliscano, per tre motivi:
1) perché le ha avute in regalo, sappiamo come e grazie a chi;
2) perché hanno rovinato generazioni di italiani: consumismo, apparenza, "cafonaggine";
3) perché la gran parte delle trasmissioni sono brutte trasmissioni e han contribuito a far sparire la "cultura" dal vocabolario del nostro Paese!
lela 07/17/2012 10:35 PM
Silvio, perchè li hai licenziati? La crisi è solo psicologica, vedi come sono pieni i ristoranti e gli aerei? Non credere a Monti che parla di burrone, credi a te stesso.
luciodomizio 07/17/2012 08:28 PM
Nonostante è il monopolista dei media in tutto il mondo civilizzato. Nonostante tutte le leggi e leggine fatte ad hoc per far fare cassa all'azienda (legge Mammì, legge Gasparri, digitale terrestre, tivusat, ecc., ecc.), Mediaset naviga in cattive acque. Teniamo presente che nel '94 aveva la bellezza di 5000 miliardi di lire di deficit ed oggi, nonostante tutto, viaggia sui 1600 milioni di euro. Questa è una chiara dimostrazione della capacità imprenditoriale di Berlusconi. Ha ridotto la RAI uno straccio, l'unica che poteva fargli un minimo di concorrenza. Ha imposto il digitale terrestre in un paese come l'Italia in cui, per la sua orografia, il satellite sarebbe stata la scelta ideale e meno costosa (che abbiamo pagato noi tutti con i fondi per la banda larga dirottati sul digitale terrestre) e oltretutto si sarebbe fatto pulizia di tanti ripetitori che deturpano le nostre montagne e le frequenze lasciate libere sarebbero potute essere utilizzate per la banda larga. Ha combattuto contro i possibili concorrenti come un pugile, con l'arbitro a favore, contro un altro pugile con un braccio legato E STA PERDENDO. ORA LO CAPITE PERCHE' VUOLE RISCENDERE IN CAMPO!!!!!!!!!!
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Re: Top News
Cassazione: è reato dire
«Non hai le palle»
A un uomo non potete dire "Non hai le palle". Niente assoluzione per chi, durante una accesa discussione, rivolge al 'rivale' la frase «non hai le palle». Nonostante l'evoluzione del linguaggio verso la «volgarizzazione delle modalità espressive», per la Cassazione, chi pronuncia queste parole commette il reato di ingiuria perché mette in dubbio non tanto la virilità dell'avversario quanto la sua determinazione e coerenza, «virtù che a torto o a ragione continuano a essere individuate come connotative del genere maschile». Resta almeno per ora un dubbio: a una donna si può dire?
Con la sentenza 30719, depositata oggi e relativa a un'udienza svoltasi lo scorso 26 giugno, la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un avvocato potentino, Vittorio G., contro il cugino Alberto G., giudice di pace a Taranto, che in tribunale durante una lite gli aveva appunto rivolto la frase ora incriminata dai giudici con l'ermellino. Anche i magistrati di primo grado avevano ritenuto offensive quelle parole, ma poi, in appello, il verdetto fu di innocenza e venne decretato - dal Tribunale di Potenza con sentenza del 24 gennaio 2011 - che l'accusa di ingiuria «non sussisteva» perché «mancava una effettiva carica offensiva alla espressione utilizzata dall'imputato» in quanto proferita «nell'ambito di una contesa familiare». Alberto fu assolto.
Contro il suo proscioglimento ha protestato il legale di Vittorio sostenendo, in Cassazione, che è lecito dire «non rompere le palle, equivalente all'invito a non intralciare l'opera di qualcuno» mentre lo stesso non vale quando, come nel caso in questione, si vuole dire «non hai gli attributi, ossia vali meno degli altri uomini». E la valenza offensiva - ha aggiunto l'avvocato della parte lesa - è ancora più grave «se pronunciata in ambiente di lavoro».
http://www.unita.it/italia/cassazione-e ... e-1.434348
«Non hai le palle»
A un uomo non potete dire "Non hai le palle". Niente assoluzione per chi, durante una accesa discussione, rivolge al 'rivale' la frase «non hai le palle». Nonostante l'evoluzione del linguaggio verso la «volgarizzazione delle modalità espressive», per la Cassazione, chi pronuncia queste parole commette il reato di ingiuria perché mette in dubbio non tanto la virilità dell'avversario quanto la sua determinazione e coerenza, «virtù che a torto o a ragione continuano a essere individuate come connotative del genere maschile». Resta almeno per ora un dubbio: a una donna si può dire?
Con la sentenza 30719, depositata oggi e relativa a un'udienza svoltasi lo scorso 26 giugno, la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un avvocato potentino, Vittorio G., contro il cugino Alberto G., giudice di pace a Taranto, che in tribunale durante una lite gli aveva appunto rivolto la frase ora incriminata dai giudici con l'ermellino. Anche i magistrati di primo grado avevano ritenuto offensive quelle parole, ma poi, in appello, il verdetto fu di innocenza e venne decretato - dal Tribunale di Potenza con sentenza del 24 gennaio 2011 - che l'accusa di ingiuria «non sussisteva» perché «mancava una effettiva carica offensiva alla espressione utilizzata dall'imputato» in quanto proferita «nell'ambito di una contesa familiare». Alberto fu assolto.
Contro il suo proscioglimento ha protestato il legale di Vittorio sostenendo, in Cassazione, che è lecito dire «non rompere le palle, equivalente all'invito a non intralciare l'opera di qualcuno» mentre lo stesso non vale quando, come nel caso in questione, si vuole dire «non hai gli attributi, ossia vali meno degli altri uomini». E la valenza offensiva - ha aggiunto l'avvocato della parte lesa - è ancora più grave «se pronunciata in ambiente di lavoro».
http://www.unita.it/italia/cassazione-e ... e-1.434348
Re: Top News
“Il sottosegretario alla Salute Cardinale imputato a Bari. Deve rispondere di truffa”
A rivelarlo il settimanale L'Espresso. Il radiologo avrebbe favorito la figlia di un amico a un concorso universitario provocando un "danno di rilevante gravità per l’ateneo di Palermo". E' accusato anche di falso ideologico e usurpazioni di funzioni pubbliche. Per lui i pm hanno richiesto il rinvio a giudizio
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 agosto 2012
“Adelfio Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute, è indagato a Bari e deve rispondere di truffa, falso ideologico, usurpazioni di funzioni pubbliche”. A rivelarlo il settimanale L’Espresso. Secondo quanto riportato dal settimanale, che cita i magistrati di Bari, Cardinale è accusato di aver favorito la figlia di un suo collega facendole vincere ‘mediante raggiri e artifici’ nel 2005 un posto da ricercatore. I pm, che hanno richiesto il rinvio a giudizio, hanno stimato un “danno di rilevante gravità per l’università di Palermo, di circa 347mila e 336 euro lordi”. Il padre della giovane in questione è Salvatore Novo, a capo della Società italiana di cardiologia: lui deve rispondere anche per associazione a delinquere. In tutto gli imputati sarebbero 23 e l’inchiesta riguarderebbe vari concorsi universitari “truccati” in tutta Italia.
Il radiologo siciliano, oggi esponente del governo dei tecnici, è uno stimato professore di Palermo, cavaliere di Gran Croce, sposato con il magistrato Annamaria Palma, capo di gabinetto del presidente del Senato Renato Schifani, una laurea honoris causa all’università di Bucarest. L’inchiesta è nata nel 2002, mentre lo scorso gennaio il gup Antonio Diella, a oltre due anni dalla fine delle indagini preliminari, ha dichiarato l’incompetenza territoriale e l’ha spacchettata in più tronconi, inviando il fascicolo del sottosegretario al tribunale di Palermo. Nel loro lavoro gli inquirenti hanno raccolto migliaia di intercettazioni.
Secondo i giudici del capoluogo pugliese, un gruppo di professori e ricercatori, con ruoli diversi, avrebbe pilotato una decina di concorsi nel settore della cardiologia in varie università italiane. Nel dettaglio, 17 docenti sono accusati di associazione a delinquere per aver costituito un’organizzazione “durevole, con ripartizioni di ruoli, regole interne e sanzioni per la loro eventuale inosservanza, che consentiva loro di predeterminare la composizione delle commissioni giudicatrici delle predette procedure concorsuali”.
In serata è intervenuto lo stesso Cardianale: ”Ribadisco la mia totale e assoluta estraneità ad ogni fatto contestato, estraneità che ribadirò e dimostrerò allorquando avrò la possibilità di essere per la prima volta sentito dagli organi inquirenti”. Il sottosegretario ha anche spiegato di non“essere mai stato sentito nel corso di quest’ultimo decennio, né dall’autorità giudiziaria, né da forze dell’ordine su delega del magistrato. A Palermo non è in corso alcuna udienza preliminare, perché con la dichiarazione di incompetenza del Gip di Bari, gli atti tornano al pm, competente per territorio, che dovrà iniziare di nuovo le indagini”.
Poi anche il professore Novo ha voluto far sapere di non sapere nulla della vicenda: ”Non mi risulta niente. E’ una cosa priva di fondamento. Penso che sia una bolla di sapone che svanirà”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... e-09082012
A rivelarlo il settimanale L'Espresso. Il radiologo avrebbe favorito la figlia di un amico a un concorso universitario provocando un "danno di rilevante gravità per l’ateneo di Palermo". E' accusato anche di falso ideologico e usurpazioni di funzioni pubbliche. Per lui i pm hanno richiesto il rinvio a giudizio
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 agosto 2012
“Adelfio Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute, è indagato a Bari e deve rispondere di truffa, falso ideologico, usurpazioni di funzioni pubbliche”. A rivelarlo il settimanale L’Espresso. Secondo quanto riportato dal settimanale, che cita i magistrati di Bari, Cardinale è accusato di aver favorito la figlia di un suo collega facendole vincere ‘mediante raggiri e artifici’ nel 2005 un posto da ricercatore. I pm, che hanno richiesto il rinvio a giudizio, hanno stimato un “danno di rilevante gravità per l’università di Palermo, di circa 347mila e 336 euro lordi”. Il padre della giovane in questione è Salvatore Novo, a capo della Società italiana di cardiologia: lui deve rispondere anche per associazione a delinquere. In tutto gli imputati sarebbero 23 e l’inchiesta riguarderebbe vari concorsi universitari “truccati” in tutta Italia.
Il radiologo siciliano, oggi esponente del governo dei tecnici, è uno stimato professore di Palermo, cavaliere di Gran Croce, sposato con il magistrato Annamaria Palma, capo di gabinetto del presidente del Senato Renato Schifani, una laurea honoris causa all’università di Bucarest. L’inchiesta è nata nel 2002, mentre lo scorso gennaio il gup Antonio Diella, a oltre due anni dalla fine delle indagini preliminari, ha dichiarato l’incompetenza territoriale e l’ha spacchettata in più tronconi, inviando il fascicolo del sottosegretario al tribunale di Palermo. Nel loro lavoro gli inquirenti hanno raccolto migliaia di intercettazioni.
Secondo i giudici del capoluogo pugliese, un gruppo di professori e ricercatori, con ruoli diversi, avrebbe pilotato una decina di concorsi nel settore della cardiologia in varie università italiane. Nel dettaglio, 17 docenti sono accusati di associazione a delinquere per aver costituito un’organizzazione “durevole, con ripartizioni di ruoli, regole interne e sanzioni per la loro eventuale inosservanza, che consentiva loro di predeterminare la composizione delle commissioni giudicatrici delle predette procedure concorsuali”.
In serata è intervenuto lo stesso Cardianale: ”Ribadisco la mia totale e assoluta estraneità ad ogni fatto contestato, estraneità che ribadirò e dimostrerò allorquando avrò la possibilità di essere per la prima volta sentito dagli organi inquirenti”. Il sottosegretario ha anche spiegato di non“essere mai stato sentito nel corso di quest’ultimo decennio, né dall’autorità giudiziaria, né da forze dell’ordine su delega del magistrato. A Palermo non è in corso alcuna udienza preliminare, perché con la dichiarazione di incompetenza del Gip di Bari, gli atti tornano al pm, competente per territorio, che dovrà iniziare di nuovo le indagini”.
Poi anche il professore Novo ha voluto far sapere di non sapere nulla della vicenda: ”Non mi risulta niente. E’ una cosa priva di fondamento. Penso che sia una bolla di sapone che svanirà”.
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Re: Top News
IL CASO
Goldman Sachs scarica l'Italia
Venduti quasi tutti i titoli in portafoglio.
La banca d'affari Usa nella quale hanno lavorato sia Mario Draghi che Mario Monti, come consulente, ha venduto sul mercato quasi tutti i titoli di stato italiani che possedeva. L'esposizione è scesa da 2,5 miliardi a 191 milioni di dollari
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HRER2-1
Goldman Sachs scarica l'Italia
Venduti quasi tutti i titoli in portafoglio.
La banca d'affari Usa nella quale hanno lavorato sia Mario Draghi che Mario Monti, come consulente, ha venduto sul mercato quasi tutti i titoli di stato italiani che possedeva. L'esposizione è scesa da 2,5 miliardi a 191 milioni di dollari
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Re: Top News
Stratos58 ha scritto:IL CASO
Goldman Sachs scarica l'Italia
Venduti quasi tutti i titoli in portafoglio.
La banca d'affari Usa nella quale hanno lavorato sia Mario Draghi che Mario Monti, come consulente, ha venduto sul mercato quasi tutti i titoli di stato italiani che possedeva. L'esposizione è scesa da 2,5 miliardi a 191 milioni di dollari
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dunque,
come primo ministro dice a noi che tutto va bene,
e che quindi una patrimoniale non serve,
.
ma com'è che la banca di cui potrebbe essere ancora consulente occulto,
.
sta vendendo i nostri titoli ???
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