quo vadis PD ????

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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

camillobenso ha scritto:Il tentantivo dei montiani del Pd, cioè tutti gli ex Dc, più Veltroni, Dalemoni, è quello di ingannare il grosso dell'ex elettorato Ds da consegnare a Casini.

Qualcuno riesce a capire,......ma gli altri????????
per la verità Bersande ci deve ancora spiegare che senso ha governare come fa il PD che ha solo una funzione notarile di ratifica di decisioni prese da altri,
vale dire Napolitano e la cricca dei ragionieri mannari bocconiani.

Ancora peggio che essere all'opposizione.

almeno chi e' all'opposizione magari ha un progetto politico di gestione della societa diverso dal pensiero unico imposto dalla finanza che affama i popoli,
lo vuole proporre democraticamente al vaglio degli elettori per averne il consenso.

Invece,la troika abc,
vuole solo continuare a dare il supporto,
dopo le elezioni,
alla politica fallimentare imposta da questi arroganti e incapaci banchieri mannari,

che non sanno neanche calcolare il numero degli esodati,come se un medico non sapesse neanche misurare la pressione...

segnando in maniera definitiva la morte della politica per mano della peggiore antipolitica,
quella della criminalita' finanziaria internazionale.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

shiloh ha scritto:
camillobenso ha scritto:Il tentantivo dei montiani del Pd, cioè tutti gli ex Dc, più Veltroni, Dalemoni, è quello di ingannare il grosso dell'ex elettorato Ds da consegnare a Casini.

Qualcuno riesce a capire,......ma gli altri????????
per la verità Bersande ci deve ancora spiegare che senso ha governare come fa il PD che ha solo una funzione notarile di ratifica di decisioni prese da altri,
vale dire Napolitano e la cricca dei ragionieri mannari bocconiani.

Ancora peggio che essere all'opposizione.


Il partito dei defunti aveva sulla carta tutti i numeri per vincere le elezioni nel novembre 2011, ma non aveva gli uomini per governare.

Non li aveva allora, non li ha oggi, non avrà a novembre, non li avrà ad aprile,………non li avrà mai.

Si sono messi insieme due partiti con un carrozzone di dirigenti da prima Repubblica, adatti soltanto alla gestione di POLTRONE & FORCHETTE dei tempi d’oro, cioè quando tutto fila liscio e si può spolpare lo Stato, tanto poi pagherà chi viene dopo.

Tipo Divo Giulio che sta arrivando alla tomba avendo sempre preso e mai dato allo Stato.

I 2.000 miliardi di debito pubblico sono un suo gentile dono in concorso con altri.

Qui ci vuole personale con le extrapalle.

Il Prof. Sapelli, economista del Corriere della Sera e non solo, stamani ad Omnibus ha reso grazia alla verità.

Le politiche adottate da questi economisti che non hanno mai aperto un libro di economia sono assurde,…ci stanno portando dentro un buco nero.

La puntata di Omnibus
http://www.la7.tv/richplayer/?assetid=50276455
Punto di riferimento : da 00 47 45 in avanti

Faccio poi debitamente notare, che il Prof. Sapelli, pur avendo le idee molto chiare sulla manovra economica, tralascia a sua volta la guerra commerciale che stiamo giorno dopo giorno perdendo con Cina, India ed altri Paesi emergenti.

In più trascura un altro fattore che si riverbera fortemente sull’occupazione, che tu più di loro puoi maggiormente comprendere, la terza rivoluzione industriale.

Una rivoluzione che gli economisti si rifiutano categoricamente di prendere in considerazione come se non fosse in corso.

La manovra dello Sceriffo di Notthingam è sbagliata, e i risultati li stiamo osservando ora.

Non tutta è sua la responsabilità, ma da quando ha assunto la guida del Paese, non ha fatto nulla per fermare il dato penoso che ci vede primi al mondo come tassazione 55%
Italia: pressione fiscale al 55%, record mondiale
di: WSI-AgenziePubblicato il 19 luglio 2012| Ora 10:06

Secondo Squinzi e il Prof Sapelli è al 70 %.

Le nostre aziende non possono andare avanti in questo modo.

E poi c’è l’operazione spread.

Dopo 8 mesi di funzionamento la ruota panoramica ha riportato al punto di partenza il Prof. Monti.

Ma Bersande non fa una piega.

Anche perché non saprebbe cosa fare.

Da 8 mesi si nasconde dietro Monti penalizzando il suo elettorato, ….mentre i suoi montiani con Casini e i montinani del Pdl lavorano per un dopo Monti con Monti.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Giulio Sapelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Giulio Sapelli (Torino, 1947) è un economista e storico italiano.

Biografia [modifica]

Laureato in storia economica a Torino nel 1971, conseguì la specializzazione in economia nel 1972. Ha insegnato e svolto attività di ricerca presso la London School of Economics and Political Science nel 1992-1993 e nel 1995-1996, nonché presso l'Università Autonoma di Barcellona nel 1988-1989 e l'Università di Buenos Aires.

Ha lavorato con compiti di ricerca, formazione e consulenza presso l'Olivetti e l'Eni. Ha svolto incarichi consulenziale presso numerose altre aziende. Dal 1996 al 2002 è stato Consigliere di Amministrazione dell'Eni. Dal 2000 al 2001 è stato Presidente della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. Dal 2002 al 2009 è stato componente del consiglio di amministrazione di Unicredit Banca d'Impresa.

Ha fatto parte di diversi comitati scientifici di imprese, fondazioni e istituti. Dal 1993 al 1995 è stato il rappresentante italiano di Trasparency International, organizzazione che lotta contro la corruzione economica. Dal 2002 è tra i componenti del World Oil Council. Dal 2003 fa parte dell’International Board dell'OCSE per il no profit.

È attualmente professore ordinario di Storia Economica presso l'Università degli Studi di Milano, dove insegna anche Analisi Culturale dei Processi Organizzativi. Collabora inoltre con il Corriere della Sera.
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

in ricordo di un grande ,grande uomo (di sinistra...ma è un dettaglio )

*****************************************

Giuseppe Chiarante, la forza
gentile del Partito comunista


Di Aldo Tortorella
1 agosto 2012

Scrivere della scomparsa di un amico e compagno carissimo, con cui ho condiviso scelte e lotte politiche per un quarantennio, è cosa assai dolorosa e difficile.
Incominciammo a lavorare insieme quando assunsi la responsabilità della sezione culturale ed egli si occupava della scuola.

E la comune visione di quel che dovesse e potesse essere la sinistra ci ha portato, insieme, sino ad ieri.


Ci separavano pochi anni, quello che bastava perché lui non potesse partecipare alla Resistenza e vivere quella esperienza che portò parecchi di noi, allora studenti, alla adesione al Pci.
Chiarante seguì una strada completamente diversa, che diverrà esemplare di coraggio politico e di forza morale.
Partecipe del mondo cattolico, iniziò il suo percorso nel movimento giovanile della Democrazia cristiana, di cui divenne rapidamente uno dei massimi dirigenti, schierato con la sinistra di Giuseppe Dossetti, uno dei principali estensori della Costituzione repubblicana.
Protagonista nel 1953 della fondazione della corrente di Base, che raccolse l’eredità di Dossetti fattosi sacerdote, venne eletto, poco più che ventenne, nel consiglio nazionale della Dc al congresso del 54 che vide l’affermazione di Amintore Fanfani.

Erano, quelli, gli anni più aspri della guerra fredda.
La contrapposizione tra i blocchi, e il monopolio statunitense dell’arma atomica, faceva temere la possibilità di una nuova catastrofica guerra.
Chiarante, con altri esponenti di parte cattolica e molti intellettuali indipendenti di ogni parte d’Europa, decise di partecipare come osservatore al congresso costitutivo del movimento internazionale dei «partigiani della pace», subito bollato come filosovietico.
Ne nacque una dura polemica con Fanfani, culminata con il rifiuto dell’autocritica e con l’espulsione.
Da allora si fece più stretto l’incontro di Chiarante - e del gruppo che faceva capo a lui e a Lucio Magri - con le posizioni dei comunisti cattolici di Franco Rodano, con cui fondò la combattiva rivista «Il dibattito politico».
Quell’incontro sfociò, poi, nella adesione al Pci.
Chiarante, come giornalista, era, intanto, divenuto vice direttore di Paese sera, quotidiano progressista indipendente di ampia diffusione.


Nella discussione interna al partito, egli portò le posizioni di chi, pur condividendo pienamente la scelta democratica e gradualista di Togliatti, sottolineava la necessità di marcare le esigenze riformatrici e trasformatrici, particolarmente dopo il superamento dell’arretratezza e l’avvenuta trasformazione dell’Italia in un Paese industriale avanzato.


La discussione divenne più acuta dopo la scomparsa di Togliatti - con cui Chiarante si era già misurato sulle colonne di Nuovi Argomenti - quando si incominciò ad intravedere che venivano maturando tempi nuovi e temi fino a quel momento sconosciuti.
Si era alla vigilia del 68, e dei mutamenti ma anche delle involuzioni di quel moto che fu, in Italia, giovanile e operaio.
Chiarante fu allora con i compagni che sentivano il fascino delle posizioni di Ingrao, ma non parteciparono poi alla esperienza del Manifesto, pur rifiutandone la radiazione avvenuta sulla base di uno statuto che cambierà troppo tardi.

La differenza di opinioni non impediva però, allora, la assunzione di responsabilità rilevantissime.
Chiarante fu responsabile della politica per la scuola, e poi delle politiche per la cultura, e direttore di Rinascita, la rivista settimanale edita dal partito:
ovunque portando il peso della sua personalità pacata e ferma, come la sua scrittura.
Il primato della scuola, della ricerca, della cultura per un Paese che voglia dirsi moderno e avanzato ebbero in Chiarante un interprete rigoroso e creativo.
E la legislazione italiana per la difesa del nostro patrimonio culturale gli deve molto.
Ma proprio perciò egli, come accadde a me e ad altri, temette, nel momento in cui fu proposto il mutamento del Pci in altro da sé, la dispersione di una comunità e di un grande patrimonio che non era solo di memorie e di sentimenti pur cari, ma di elaborazioni concrete e precise, perfettibili certamente, ma non così povere da dover rincominciare da zero.

Non comprendevamo l’ansia di tagliare le proprie radici che non erano le medesime di quelle che avevano prodotto frutti avvelenati, anche se capivamo il bisogno di rinnovamento di una nuova generazione.
Perciò non volemmo la scissione.


E Chiarante assunse, anzi, quale esponente della minoranza congressuale, la responsabilità del gruppo senatoriale e della commissione di garanzia del nuovo partito reggendole entrambe con grande capacità e lealtà.

Parve a lui, e a me, che la nostra storia di partito dovesse concludersi con il bombardamento di Belgrado.
Eravamo nel ‘98.
Non ci convinceva la lacerazione tra le due sinistre, tema che oggi si ripropone, e perciò, assieme ad altri, partecipammo alla costruzione di una associazione per il rinnovamento e per l’unità della sinistra, di cui Chiarante è stato animatore determinante.
Egli ha riassunto la sua storia, che è gran parte della storia del dibattito nel gruppo dirigente del Pci tra il ‘60 e il ‘90 in due densi volumi.

Chi li legge può vedere non solo quante realtà egli avesse visto in anticipo.
Ma quanta fermezza e coerenza vi sia stata nella sua volontà di una sinistra veramente nuova e aperta al futuro.


Ciò che non si può leggere è che persona squisita fosse, quanta forza trasmetteva la sua serena coscienza, mai esibita.
Anche per questo rimarrà non solo nei suoi scritti ma nell’animo di chiunque l’abbia conosciuto.
http://www.unita.it/italia/giuseppe-chi ... a-1.434508
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

VUOI DABBETO VOLANDE DAROCATO?

Negli ultimi 18 anni ha avuto molto successo nello stivalone un venditore di tappeti volanti taroccati proveniente dalla Brianza. Poi è deceduto politicamente ed è ritornato successivamente da noi dal mondo dei morti viventi, ma non riesce più a piazzar dabbeti.

Negli ultimi dieci anni l’hardcoriano ha rilasciato una serie di virus che hanno colpito moltissimi italiani. Soprattutto l’intera classe politica, compresa l’opposizione. Lo si può riscontrare in certi frangenti, perché si comportano tutti come lui.

Un’esempio degli effetti del virus “vù cumprà” lo si può riscontare nella performance di Matteo Colaninno di stamani a Omnibus. Ad un certo punto il raccontafavole del partito dei defunti si è messo raccontare la megapalla che i defunti a novembre 2011 , hanno rinunciato a vincere,.. potevano vincere ma avendo un grande senso dell’Italia, che l’Italia viene prima di tutto ci hanno rinunciato.

Questa ipermegapalla galattica va avanti da mesi per milioni e milioni di merli scemi tricolori, soprattutto per quel 25 % che trovano opportuno dare il consenso ai defunti.

Ma questa mattina il defunto Matteo, si è trovato al suo fianco una donna molto sveglia che insegna all’Università di Bologna, Sofia Ventura, di professione politologa che la balla non l’ha digerita, non l’ha mandata giù.
Scemi si ma fino ad un certo punto.

Quindi gli ha fatto presente che se veramente all’epoca avevano un programma valido dovevano impegnarsi a governare, “per il bene dell’Italia”.

Anche la Ventura gli ha fatto osservare la cosa più banale possibile.

“Voi avreste vinto le elezioni ma poi non sareste stati in grado di governare”

La povera salmina dei defunti colpito e affondato si è ribellato e si è messo a litigare con la Ventura.

Questa assoluta nullità a rimorchio dei defunti da anni, che ci sta a fare da questo parte dello schieramento politico?
Maucat
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Maucat »

Il problema è che una classe politica valida e capace non si crea dal nulla ci vogliono anni e scuole politiche buone... il PD non le ha più ha distrutto quelle cha aveva e la capacità politica media dei suoi esponenti è penosa.
Chi potrà governare seriamente questo paese ridandogli speranza e fiducia con politiche giuste che finalmente colpiscano gli speculatori/evasori/ladri non si vede all'orizzonte forse un commissariamento generale dell'Italia potrebbe essere una soluzione...
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Maucat ha scritto:Il problema è che una classe politica valida e capace non si crea dal nulla ci vogliono anni e scuole politiche buone... il PD non le ha più ha distrutto quelle cha aveva e la capacità politica media dei suoi esponenti è penosa.
Chi potrà governare seriamente questo paese ridandogli speranza e fiducia con politiche giuste che finalmente colpiscano gli speculatori/evasori/ladri non si vede all'orizzonte forse un commissariamento generale dell'Italia potrebbe essere una soluzione...
Alla fine, nei fatti, il vecchio Pci era più democratico di questi che si spacciano per democratici.

Il Pci aveva sempre avuto la Scuola quadri.

Ma i golpisti, cioè gli ex giovani leoni che non intendono mollare mai, la scuola quadri l’hanno eliminata subito dopo il golpe per non subire lo stesso destino di Akel, che loro stessi avevano messo da parte.

In questo modo, non avendo i quadri giusti per il rinnovamento, pensavano che l’elettorato li avrebbe sostenuti vita natural durante per via della mancanza di ricambio.

Poi spariti loro, ..accada quel che accada.
paolo11
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Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da paolo11 »

http://www.correvalanno.rai.it/dl/porta ... l?homepage
Chi a visto la puntata di Paolo Mieli.
Ciao
Paolo11
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

L'INCONTRO
Intesa Vendola-Bersani,
verso alleanza con l'Udc
I due leader provano a costruire una base per un accordo di governo. Il segretario Pd: inizia la costruzione di un'alternativa. Vendola: mi candido a primarie centrosinistra. Scaricato Di Pietro: propagandismo esasperato. La replica: se Sel rompe con noi, tradisce i lavoratori
Lo leggo dopo

Intesa Vendola-Bersani, verso alleanza con l'Udc
ROMA - Nessun veto a una possibile alleanza con l'Udc e un'intimazione a Di Pietro a cambiare atteggiamento: il tutto per portare al "Polo della speranza", copyright vendoliano che Bersani apprezza: "E' un buon titolo". Questo l'esito del faccia a faccia nella sede del Pd al Nazareno tra Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola, che in seguito annuncia la sua candidatura alle primarie del centrosinistra.

"L'Idv non sta mostrando interesse" per la costruzione di un'alleanza di centrosinistra, ha dichiarato il leader di Sel al termine dell'incontro. "Il propagandismo esasperato di Di Pietro lo sta portando alla deriva". Nessun veto invece a Pierferdinando Casini. "Il centrosinistra - ha spiegato Vendola - è il soggetto fondante dell'alternativa e non deve aver paura di portare con sè chi intende arricchire il suo orizzonte se l'agenda ha al centro i diritti sociali e civili. Io non pongo veti a nessuno". Insomma, prepariamo un programma forte e con quello confrontiamoci con i moderati. Questa sembra essere la strada.

Una strada ancora lunga ma l'unica certezza è che della prevedibile coalizione non dovrebbe far parte Futuro e libertà. "Fini vuole ricostruire il centrodestra, il mio progetto è il centrosinistra. E' difficile che i nostri interessi possano coincidere". L'obiettivo è costruire un "polo della speranza" che costituisca "il punto di svolta per l'Italia vampirizzata da Berlusconi". Bocciata come "fantapolitica"
l'ipotesi di liste uniche tra Pd e Sel alle prossime elezioni. Anche se l'incertezza sulla legge elettorale con la quale si andrà a votare lascia le porte aperte a molte soluzioni.

"Inizia la costruzione di un'alternativa di governo", commenta Pier Luigi Bersani. "Un incontro molto buono e molto utile. Si possono fare passi avanti molto importanti, c'è lavoro da fare ma vedo tutte le prospettive positive. Abbiamo bisogno di qualche mese per garantire l'impegno ad un governo dai contenuti seri". Rispetto alla distanza con Di Pietro, il leader del Pd non ha usato mezzi termini. "L'Idv ha fatto la sua scelta da un po' di tempo, ha scelto un'altra strada".

Stretto tra due fuochi, l'Idv prova a reagire. ''L'alleanza vera si fa sui programmi", ricorda un minaccioso Antonio Di Pietro (video 1). "E' impossibile per Sel e Vendola rompere con noi, vorrebbe dire rompere con le battaglie in difesa del lavoro. Chi pensa di fare a meno dell'Idv nella costruzione di una coalizione riformista, forse pensa di poter fare a meno dei propri elettori''. "Subito un incontro con Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola oppure un esecutivo urgente Idv", scrive su twitter il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi.

Ma Vendola non si ferma. E qualche ora dopo l'incontro con Bersani annuncia la sua candidatura alle primarie del centrosinistra. "Lo faccio sulla base di una spinta larga - spiega - che non viene solo da parte del mio partito".

Poi lancia un messaggio alla base in rivolta per l'apertura all'Udc 2. Un'alleanza che veda insieme i due partiti è "molto difficile" e comunque il confronto sarà "sul merito". "Penso sia molto difficile per me sentirmi alleato di Rocco Buttiglione e penso sia improbabile per Rocco Buttiglione sentirsi alleato mio. Ma non dirò mai "mai con Buttiglione, mai con Casini", conclude.

(01 agosto 2012)

da repubbliCa.it
Ultima modifica di iospero il 01/08/2012, 17:36, modificato 1 volta in totale.
iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

"Caro Nichi, con Casini non ci andiamo"
In rete scatta la reazione dei militanti di Sel
La possibile apertura all'Udc gela i sostenitori di Sinistra Ecologia e Libertà. E nonostante le precisazioni e le smentite del governatore della Puglia, le polemiche non si fermano: "Evidentemente essere di sinistra in questo Paese è sempre una sofferenza" di CARMINE SAVIANO
Lo leggo dopo

"Caro Nichi, con Casini non ci andiamo" In rete scatta la reazione dei militanti di Sel (ansa)
ROMA - Non basta la marcia indietro. Non servono le precisazioni, anche se istantanee. I militanti di Sinistra Ecologia e Libertà chiedono chiarezza. Al di là dei veti, al di là degli ultimatum. Il caso Vendola 1 arriva sul web. Alimentato dallo scoramento di chi non condivide le parole del governatore della Puglia. La possibilità di costruire un'alleanza, sia essa programmatica o di legislatura con l'Udc di Pierferdinando Casini trova porte sbarrate, accuse di scarsa lungimiranza e assenza di prospettiva politica. E in tanti criticano la chiusura all'Idv di Antonio Di Pietro. "Siamo alle solite", "Servono parole più chiare", "Nichi da te non me lo aspettavo". I commenti sulle pagine di Vendola sono centinaia.

La versione di Nichi arriva subito, lapidaria: "Nessuna apertura all'Udc". Poi: "Non vogliamo subire veti, non poniamo veti nè ultimatum a nessuno. Ma occorre essere chiari: se si è d'accordo nel superare le politiche liberiste delle destre, se si vogliono difendere i diritti sociali e l'equità sociale a partire dall'art.18, se si vogliono difendere i diritti civili a partire dai diritti delle coppie di fatto e gay, tutti sono benevenuti". Ma le domande si diffondono, la preoccupazione è tanta: "Vendola, ma lei vuole superare il liberismo e difendere i diritti civili con Casini?". E la polemica continua, coinvolge
identità politiche e aspirazioni civili. C'è chi scrive: "Evidentemente ad essere di sinistra in questo Paese, si è condannati alla sofferenza in eterno". Ancora: "Non è possibile che anche in un momento tendenzialmente favorevole si facciano questi errori". Poi i suggerimenti: "Vogliamo gente che abbia idee e faccia cose di sinistra. Ma come può passare anche solo per la testa di un'alleanza tra Vendola e l'unione dei condannati, conservatori e democristiani della peggior specie?".

E c'è chi arriva a criticare il tono stesso del linguaggio vendoliano. "Nichi, ti nascondi, usando paroloni e sproloqui inutili, esagerati e spesso incomprensibili". Le accuse sono dure: "C'è un'incapacità di formulare proposte concrete portate avanti da una solida coalizione che possa essere coerente e unita". In tanti chiedono al leader di Sel di affermare con chiarezza che "non andremo mai con Casini, che non stringeremo accordi con l'Udc". E, soprattutto, di non fare il gioco di Bersani. "Nichi, la nostra strada è a sinistra. Se il Pd vuole bene, altrimenti andiamo da soli". C'è chi annuncia "nemesi elettorali": "Concordo con le critiche. Con il Pd e l'Udc non si va da nessuna parte. A questo punto non mi rimangono che due opzioni di voto: Grillo o Di Pietro". Ancora: "Stai realizzando il sogno del Pd: l'ammucchiata con Casini".

Al centro del dibattito anche l'art. 18 e i temi del lavoro: "Nichi attenzione. Il Pd e l'Udc fanno parte della maggioranza parlamentare che ha smantellato i diritti dei lavoratori. Non scherziamo, dobbiamo stare attenti". Ancora: "Se Vendola apre all'Udc io chiudo a Vendola. Ho 55 anni e non voglio morire democristiano". Ancora: "Con il passo di oggi hai fatto l'ennesimo errore, ed io che pensavo che tu avessi la percezione dei reali bisogni dei cittadini". Non manca chi chiede calma. "Nichi parlerà nel pomeriggio. Aspettiamo. E speriamo dica parole chiare e definitive".

(01 agosto 2012)
da repubblica.it
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