31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'intenti.
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
Non può sorprendere più di tanto questo sondaggio tra gli elettori di La Repubblica
Quale alleanza per l'Italia
Bersani e Vendola hanno trovato l'accordo, possibile anche un'alleanza con l'Udc di Casini. Qual è la soluzione migliore per portare il Paese fuori dalle secche della crisi dopo le elezioni?
Governo Pd, Udc, Sel
(2612 voti) 37%
Governo Pd, Sel, Idv
(2479 voti) 35%
Grande coalizione Pd, Pdl, Udc
(283 voti) 4%
Governo Pdl, Lega
(101 voti) 1%
Nessuna di queste
(1566 voti) 22%
7041 voti alle 21:17. Sondaggio aperto alle 12:57 del 01.08.2012
Quale alleanza per l'Italia
Bersani e Vendola hanno trovato l'accordo, possibile anche un'alleanza con l'Udc di Casini. Qual è la soluzione migliore per portare il Paese fuori dalle secche della crisi dopo le elezioni?
Governo Pd, Udc, Sel
(2612 voti) 37%
Governo Pd, Sel, Idv
(2479 voti) 35%
Grande coalizione Pd, Pdl, Udc
(283 voti) 4%
Governo Pdl, Lega
(101 voti) 1%
Nessuna di queste
(1566 voti) 22%
7041 voti alle 21:17. Sondaggio aperto alle 12:57 del 01.08.2012
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
Gli istituti di sondaggio non forniscono dati circa il gradimento degli elettori circa l’alleanza Pd-Udc.
Il sondaggio di Repubblica è improprio perché l’alleanza Sel-Pd-Udc è mancante del realistico apporto di Api e Fli.
Nello stesso tempo, l’inserimento del Sel che non viene accettato dalla sua base, fa supporre ad un certo elettorato di Repubblica che essendoci “un certo spostamento” a sinistra, sia accettabile aggregare l’Udc.
Una visione un pò ingannevole del quotidiano romano, ma di questi tempi non deve stupire.
Comunque fino a circa un’ora fa, siamo circa a parità di opinioni.
Secondo voi è lecito pensare che in questo caso se passasse l’alleanza Sel-Pd-Udc, questo Cs perderebbe la metà dei consensi?
Il sondaggio di Repubblica è improprio perché l’alleanza Sel-Pd-Udc è mancante del realistico apporto di Api e Fli.
Nello stesso tempo, l’inserimento del Sel che non viene accettato dalla sua base, fa supporre ad un certo elettorato di Repubblica che essendoci “un certo spostamento” a sinistra, sia accettabile aggregare l’Udc.
Una visione un pò ingannevole del quotidiano romano, ma di questi tempi non deve stupire.
Comunque fino a circa un’ora fa, siamo circa a parità di opinioni.
Secondo voi è lecito pensare che in questo caso se passasse l’alleanza Sel-Pd-Udc, questo Cs perderebbe la metà dei consensi?
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
Il proseguo dei commenti dell'ultimo articolo:
Henry Morgan Oggi 06:51 PM
Meno male che avevo già deciso di non votare PD alle prossime elez., adesso ho una ragione (Vendola) in più per non farlo.
Come potrei votare per uno (Vendola), che fece cadere il Governo Prodi, consegnando di fatto l'Italia e le sue genti al nano?
Ma neanche sotto tortura lo farei.
Davide Santandrea 20 minuto fa
Se Nicki fa il capo del governo io posso fare il presidente della repubblica
bravo48 47 minuto fa
Ed è Di Pietro che rischia la deriva?
Egregio presidente è davvero convinto che con l'attuale pd, infarcito di ex dc che non hanno mai smesso di conservare quelli che chiamano principi, ed "incasinato" più che mai riuscirà non dico a fare ma a proporre una legge accettabile sui diritti civili?
E' davvero convinto che riuscirà a garantire pensionati e lavoratori insieme a quelli che hanno votato la cancellazione dei diritti degli stessi?
Ed è sempre convinto che quelli che non hanno fatto niente per diminuire i costi della politica,che hanno fatto rientrare dalla finestra quello che rischiava di uscire dalla porta in riferimento a quelli che, mistificando la realtà, continuano a chiamare rimborsi elettorali?
Ed ancora, ritiene davvero di essere in buona compagnia con quelli che non hanno avuto la delicatezza di togliersi neanche un centesimo o di cancellare i vitalizi a fronte dell'aumento della tassazione per i comuni cittadini?
A me pare che sia Lei a rischiare la deriva.
achedes 48 minuto fa
grazie Niki, adesso ho le idee più chiare su cosa e chi votare. Te no di sicuro
Cippa Lippa Oggi 06:22 PM
Un altro arrivista...
Mirko G. Oggi 06:11 PM
Che pagliaccio inqualificabile. Devi essere chiaro sull'UDC non dire una cosa e poi il suo contrario.
Già ha l'atteggiamento da capetto. diamogli pure il potere e porterà la supercazzola a livelli mai raggiunti prima. 'Sto fantoccio del sistema. Per tagliare tutta sta manfrina infarcita di fregnacce propagandistiche al Fatto avrete dovuto fare gli straordinari. Non vi invidio.
Goied Oggi 06:00 PM
Ma come si fa??? Allearsi con Casini...solo uno che pensa SOLO alla poltrona ed al potere non si fa problemi nel fare e proporre ammucchiate del genere...io mi sono stufato davvero...ma che schifo...
gandhi Oggi 05:03 PM
Ma come si concilieranno Bindi - Vendola - Binetti - Fioroni?
Ah .. i bei tempi de "l'Unione"
Il proseguo dei commenti dell'ultimo articolo:
Francescah Oggi 05:01 PM
Se Vendola si presenta alle primarie vince facile.Ed io lo voto.
Henry Morgan Oggi 06:51 PM
Meno male che avevo già deciso di non votare PD alle prossime elez., adesso ho una ragione (Vendola) in più per non farlo.
Come potrei votare per uno (Vendola), che fece cadere il Governo Prodi, consegnando di fatto l'Italia e le sue genti al nano?
Ma neanche sotto tortura lo farei.
Davide Santandrea 20 minuto fa
Se Nicki fa il capo del governo io posso fare il presidente della repubblica
bravo48 47 minuto fa
Ed è Di Pietro che rischia la deriva?
Egregio presidente è davvero convinto che con l'attuale pd, infarcito di ex dc che non hanno mai smesso di conservare quelli che chiamano principi, ed "incasinato" più che mai riuscirà non dico a fare ma a proporre una legge accettabile sui diritti civili?
E' davvero convinto che riuscirà a garantire pensionati e lavoratori insieme a quelli che hanno votato la cancellazione dei diritti degli stessi?
Ed è sempre convinto che quelli che non hanno fatto niente per diminuire i costi della politica,che hanno fatto rientrare dalla finestra quello che rischiava di uscire dalla porta in riferimento a quelli che, mistificando la realtà, continuano a chiamare rimborsi elettorali?
Ed ancora, ritiene davvero di essere in buona compagnia con quelli che non hanno avuto la delicatezza di togliersi neanche un centesimo o di cancellare i vitalizi a fronte dell'aumento della tassazione per i comuni cittadini?
A me pare che sia Lei a rischiare la deriva.
achedes 48 minuto fa
grazie Niki, adesso ho le idee più chiare su cosa e chi votare. Te no di sicuro
Cippa Lippa Oggi 06:22 PM
Un altro arrivista...
Mirko G. Oggi 06:11 PM
Che pagliaccio inqualificabile. Devi essere chiaro sull'UDC non dire una cosa e poi il suo contrario.
Già ha l'atteggiamento da capetto. diamogli pure il potere e porterà la supercazzola a livelli mai raggiunti prima. 'Sto fantoccio del sistema. Per tagliare tutta sta manfrina infarcita di fregnacce propagandistiche al Fatto avrete dovuto fare gli straordinari. Non vi invidio.
Goied Oggi 06:00 PM
Ma come si fa??? Allearsi con Casini...solo uno che pensa SOLO alla poltrona ed al potere non si fa problemi nel fare e proporre ammucchiate del genere...io mi sono stufato davvero...ma che schifo...
gandhi Oggi 05:03 PM
Ma come si concilieranno Bindi - Vendola - Binetti - Fioroni?
Ah .. i bei tempi de "l'Unione"
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Francescah Oggi 05:01 PM
Se Vendola si presenta alle primarie vince facile.Ed io lo voto.
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
Vendola si “perde” per governare nel dopo Monti. Il leader di Sel nel Grande centro
Sul governatore della Puglia puntavano molti sostenitori di una sinistra "vera" in grado di candidarsi a guidare il paese. Ma lui ha scelto l'asse con il Pd e l'Udc di Buttiglione e Binetti. Con inevitabili sacrifici sul fronte dei diritti civili. L'incognita della legge elettorale
di Sara Nicoli | 1 agosto 2012
Commenti (1)
Alla fine, la chiave di lettura di quello che era sembrato a tutti uno scatto in avanti di Nichi Vendola per conquistare un posto in paradiso (di governo) nella prossima legislatura, accanto al Pd e a costo di sacrificare anche una fetta del suo elettorato, l’ha data un vecchio democristiano come Beppe Fioroni: è “il grande centro” il nuovo che avanza.
Si rassegni chi, anche solo per qualche minuto, ha sperato di vedere una sinistra vera e solida al timone dell’Italia post montiana. Il “dopo”, quell’area “riformista” di cui tutti sembrano pronti a issare la bandiera, sarà una riedizione di un già visto, qualcosa di simile all’Unione che, però, già viene salutata come sinonimo di grande rinnovamento. E Nichi Vendola ci sarà.
Il primo a cantare le lodi di questo “rinnovamento che avanza” non poteva che essere il sindaco di Milano, Pisapia, in qualche modo antesignano simbolo di questa svolta possibile: “E’ assolutamente necessario che alle prossime elezioni politiche il centrosinistra offra una proposta di governo – ha detto Pisapia – che concili l’indispensabile ripresa economica con lo sviluppo dei diritti sociali e civili“. Vendola, dunque, che si allea con il Pd. E che si fa dare il benvenuto dal cattolico Fioroni, anello di congiunzione prossimo tra i democratici e l’altra alleanza, quella con i cattolici dell’Udc, che per il Pd vorrà dire, soprattutto, non spaccarsi.
Sui voti persi in prospettiva qualcuno farà i conti, prima o poi, al Nazareno, ma pare proprio che l’imperativo, ora, sia costruire un’area di centrosinistra “pulita” e “moderata”, che possa rappresentare un’alternativa credibile al dopo Monti. O, comunque, l’asse portante di una grande coalizione che non spaventi i mercati ma che, anzi, dia il senso di continuità di governo in un Paese deciso a fare le riforme che servono. “Il percorso per la realizzazione di un’area riformista che superi i difetti e i limiti di quell’estremismo di sinistra – ecco la “chiave” di Fioroni, subito dopo l’ufficializzazione del “matrimonio” tra Pd e Sel – e’ un risultato positivo”.
Addio Di Pietro, dunque. Anche se Vendola non lo ha mandato bruscamente alla deriva (Bersani è stato più sbrigativo: “Di Pietro ha scelto un’altra strada”), pur inviando un messaggio molto chiaro: “Se Di Pietro è in continuità un soggetto prevalentemente dedito alla polemica, questo è un problema”. “Considero criticabile l’assedio polemico nei confronti del Quirinale – ha puntualizzato ancora Vendola – per una ragione che ha a che fare con la storia di questo Paese e con il fatto che una delle caratteristiche del berlusconismo e’ stato proprio il tentativo permanente di delegittimare le autorità di garanzia. Prendere a calci negli stinchi l’arbitro è stata un’attività tipica dei berluscones; gli dico basta con questo stillicidio, senza che nessuno rinunci alle proprie posizioni”. Un ultimo avviso, mandato forse già fuori tempo massimo. E chissà se solo per fare bella figura.
Certo, sarà dura – soprattutto per gli elettori di Sel – vedere Nichi con Rocco Buttiglione e Paola Binetti in una ideale (e prossima?) foto di famiglia di governo o di maggioranza, ma l’occasione è davvero di quelle da non perdere. L’unica mossa che farà il leader di Sel per dimostrare al suo elettorato di essere deciso a vedersela ad armi pari con Bersani, sarà di presentarsi alle primarie. Non teme Renzi, dice. Ma le primarie sono sempre un terreno scivoloso e già in quelle urne il suo elettorato potrebbe mandargli qualche segnale inequivocabile. E non solo per lui, forse anche per Bersani. Si vedrà.
Il vero nodo che potrà saldare definitivamente questa alleanza, tuttavia, non è ancora stato sciolto; nessuno sa con quale legge elettorale si andrà a votare. Ieri, al Senato, è stato fatto un timido passo avanti verso un accordo, ma anche in questo caso si tratta più di forma che di sostanza. Si parla di raggiungere un’intesa su un metodo proporzionale, due terzi dei parlamentari scelti dagli elettori, un terzo con i listini, 26 circoscrizioni più la Valle d’Aosta, lo sbarramento al 5 per cento e il premio di governabilità. Poi, però, manca l’intesa sulla “spina dorsale” della possibile nuova legge. Se cioè, puntare sulle preferenze o sui collegi uninominali, se dare un premio al partito che vince o alla coalizione. E anche che tipo di premio dare.
Nel merito, insomma, c’è ancora molto, moltissimo da discutere. E la legge elettorale sarà, senz’altro, il piatto politico bollente del prossimo autunno. Insieme alle primarie del centrosinistra. Dove, qualcuno scommette che per qualcuno, a cominciare proprio da Vendola, ci potranno essere sorprese molto amare.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... la/313505/
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
è assolutamente improprio.camillobenso ha scritto:Gli istituti di sondaggio non forniscono dati circa il gradimento degli elettori circa l’alleanza Pd-Udc.
Il sondaggio di Repubblica è improprio perché l’alleanza Sel-Pd-Udc è mancante del realistico apporto di Api e Fli.
Nello stesso tempo, l’inserimento del Sel che non viene accettato dalla sua base, fa supporre ad un certo elettorato di Repubblica che essendoci “un certo spostamento” a sinistra, sia accettabile aggregare l’Udc.
Una visione un pò ingannevole del quotidiano romano, ma di questi tempi non deve stupire.
Comunque fino a circa un’ora fa, siamo circa a parità di opinioni.
Secondo voi è lecito pensare che in questo caso se passasse l’alleanza Sel-Pd-Udc, questo Cs perderebbe la metà dei consensi?
si tratta di una ciofeca,sospetto anche cucinata e manipolata ad arte.
quelli di repubblica,col loro partito di Monti,cadono sempre più in basso.
comunque...ce lo vorrei vedere un Buttiglione ministro con orecchino...
p.s.
per l'ultima domanda...non lo so.
di sicuro il mio lo perde e pure quello di alcuni miei conoscenti e familiari...
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
La guerra a bassa intensità prosegue sui quotidiani italiani di stamani.
Non è presente l’ammiraglia berlusconiana forse per via di uno sciopero e quindi ci pensa Libero ad aprire le ostilità:
IN CHE MANI RISCHIAMO DI FINIRE
RIFONDATO IL PCI
Bersani e Vendola di uniscono per dare vita al Polo della speranza. Il loro programma: Più tasse, più spesa, più manette, più diritti gay e immigrati. La vera speranza è che qualcuno li fermi.
*
La Binetti è presente sulla prima pagina de Il Tempo
<<Cari cattolici del Pd fatevi sentire>>
Di Paola Binetti
Caro Direttore,
leggo sul Il Tempo una lettera molto significativa a cui lei ha dato un titolo ancora più significativo:<<Confusione nel Pd>> I cattolici dovranno scegliere. L’oggetto in questione sono le unioni gay.
Si ricomincia. Alla numeraria dell’Opus Dei il cilicio stretto stretto torna a fare male.
*
Da la Repubblica
Bersani-Vendola, patto per il 2013.
“Nasce un nuovo centrosinistra”. Apertura con Casini, rottura con Di Pietro.
Il quotidiano romano è soddisfatto perché si sente anche padre di questo indirizzo.
Ancora una volta di più constatiamo che la volontà e il pensiero dei militanti e ed elettori non c’entrano assolutamente con la politica della casta.
Casta e media associati sono tanti marchesi del Grillo.
Però il voto lo pretendono.
Non avranno di certo il mio e di altri che si sono espressi sul forum.
Non è presente l’ammiraglia berlusconiana forse per via di uno sciopero e quindi ci pensa Libero ad aprire le ostilità:
IN CHE MANI RISCHIAMO DI FINIRE
RIFONDATO IL PCI
Bersani e Vendola di uniscono per dare vita al Polo della speranza. Il loro programma: Più tasse, più spesa, più manette, più diritti gay e immigrati. La vera speranza è che qualcuno li fermi.
*
La Binetti è presente sulla prima pagina de Il Tempo
<<Cari cattolici del Pd fatevi sentire>>
Di Paola Binetti
Caro Direttore,
leggo sul Il Tempo una lettera molto significativa a cui lei ha dato un titolo ancora più significativo:<<Confusione nel Pd>> I cattolici dovranno scegliere. L’oggetto in questione sono le unioni gay.
Si ricomincia. Alla numeraria dell’Opus Dei il cilicio stretto stretto torna a fare male.
*
Da la Repubblica
Bersani-Vendola, patto per il 2013.
“Nasce un nuovo centrosinistra”. Apertura con Casini, rottura con Di Pietro.
Il quotidiano romano è soddisfatto perché si sente anche padre di questo indirizzo.
Ancora una volta di più constatiamo che la volontà e il pensiero dei militanti e ed elettori non c’entrano assolutamente con la politica della casta.
Casta e media associati sono tanti marchesi del Grillo.
Però il voto lo pretendono.
Non avranno di certo il mio e di altri che si sono espressi sul forum.
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
Comincio a pensare, per la prima volta in vita mia, che alle prossime elezioni me ne starò a casa.
Non riesco nemmeno più a capire quale sia il mane minore.
Piuttosto che fare danni preferisco astenermi.
Non riesco nemmeno più a capire quale sia il mane minore.
Piuttosto che fare danni preferisco astenermi.
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
L’alleanza vera si fa sui programmi., il resto son ciance
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Politica & Palazzo > Bersani Vendola...
Bersani Vendola e l’Udc. Il leader Sel boccia Di Pietro. L’ex pm: “Tradisce i lavoratori”
Il presidente della Puglia spiega di essere pronto per coalizioni che comprendano "tutti quelli che vogliono modernizzare l'Italia" e che abbiano al centro "i diritti sociali e civili delle persone, come i diritti delle coppie gay". Donadi (Idv): "Di Pietro chieda incontro". E Cicchitto (Pdl): "Ulivo aggiornato. Bacio della morte per Casini"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 agosto 2012
.
Il duo Bersani (Pd)-Vendola (Sel) apre all’Udc di Casini ed estromette Di Pietro. Dalla riunione tra i due leader sembra arrivare l’apertura al partito dell’ex presidente della Camera (che solo ieri avevano aperto uno spiraglio all’alleanza invocando i partiti ad “ammainare le bandiere di parte”) e l’esclusione del numero uno di Italia dei Valori. Che a stretto giro fa sapere che non ci crede: “Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori”.
In quella che sembra una nuova alleanza, a legge elettorale ancora in alto mare, il leader di Sel mette fuori dai giochi l’Idv con queste parole: “Il propagandismo esasperato di Di Pietro lo sta portando alla deriva”. Il presidente della Puglia spiega quindi di essere pronto a partecipare a coalizioni che comprendano “tutti quelli che vogliono modernizzare l’Italia” e che abbiano al centro “i diritti sociali e civili delle persone, come i diritti delle coppie gay” rispondendo a una domanda proprio sull’Udc. Argomenti che solo ieri il segretario dei Democratici ha elencato nella carta di intenti come prioritari. Allo stato quindi le porte sembrano chiuse per l’Idv perché “non sta mostrando interesse” per la costruzione di un’alleanza di centrosinistra. Eppure solo un mese fa Vendola e Di Pietro avevano inaugurato il “cantiere del centrosinistra” e lanciato un aut aut ai democratici. In caso di alleanza con Casini sarebbe venuta meno la foto di Vasto. I due partiti dicevano di aver fatto fronte comune (“Niente coalizione se non ci siamo entrambi”), con il governatore pugliese che proteggeva l’ex magistrato gettando sul tavolo il suo clamoroso successo nelle ultime amministrative. ”Credo che sia difficile, direi impossibile, per Sel, il partito di Nichi Vendola, rompere con l’Italia dei Valori, perché vorrebbe dire rompere con le battaglie in difesa del lavoro – fa sapere Antonio Di Pietro - Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori. L’alleanza vera si fa sui programmi. Oggi noi siamo andati in Corte di Cassazione e abbiamo depositato due quesiti referendari, sull’art. 18 e sull’art. 8, entrambi in difesa dei lavoratori: quelli licenziati ingiustamente e quelli a cui viene tolto il contratto collettivo di lavoro. Chi pensa di fare a meno dell’IdV nella costruzione di una nuova area riformista, di una coalizione che mette insieme sviluppo e solidarietà, pensa forse di poter fare a meno degli elettori. Anche dei suoi elettori. Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori”.
Invece oggi Vendola apre ai moderati dicendo: “Il centrosinistra è il soggetto fondante dell’alternativa e non deve aver paura di portare con sè chi intende arricchire il suo orizzonte se l’agenda ha al centro i diritti socialie civili. Io non pongo veti a nessuno”. Sel “è disponibile ad essere un soggetto fondatore al pari del Pd di un polo della speranza per costruire l’alternativa a 30 anni di liberismo che hanno portato l’Italia in grande crisi”.Il governatore della Puglia però smentisce, bollando come “Fantapolitica”, l’ipotesi di una lista unica Pd-Sel. ’‘Con Bersani abbiamo discusso a lungo dei contenuti della carta di intenti - spiega Vendola – e tra qualche ora ci sarà un documento di Sel che vuole interloquire nel merito dei temi. A Bersani ho sottolineato la necessità di una rottura molto più limpida con politiche di liberismo che hanno segnato 30 anni e portato l’Italia in una condizione di grande crisi”. Per il leader di Sel “è necessario costruire un polo della speranza, una coalizione del futuro per offrire una prospettiva alle giovani generazioni a partire da un piano straordinario del lavoro”. Per Vendola è necessaria “una coalizione larga e plurale per essere un credibile punto di svolta ne costituisca punto di svolta per l’Italia vampirizzata dal berlusconismo”. Vendola non crede però nella aggregazione di Pd e Sel in una lista unica: “ho fondato un partito e sono molto orgoglioso di rappresentare un punto di vista molto critico verso il liberismo. La reductio ad unum non è un vantaggio”. Vendola ha parole anche per quelli che non sarebbero stati mai presi in considerazione come alleati: “Fini vuole ricostruire il centrodestra, il mio progetto è il centrosinistra. E’ difficile che le strade possano coincidere”.
”L’Idv ha fatto la sua scelta da un p0′di tempo, ha scelto un’altra strada” spiega Bersani che elogia la riunione con Vendola e apprezza il titolo lanciato sulla coalizione “polo della speranza”: “Un incontro molto buono e molto utile. Si possono fare passi avanti molto importanti, c’è lavoro da fare ma vedo tutte le prospettive positive. Abbiamo bisogno di qualche mese per garantire l’impegno ad un governo dai contenuti seri”. “Abbiamo parlato – prosegue Bersani – di Italia, di lavoro, di temi sociali per profilare un’alternativa di governo alla destra”. Ora, aggiunge il segretario Pd, “Vendola e Sel proporranno una proposta interlocutoria con un documento e noi continuiamo negli incontri che saranno un pò di profilo politico, un pò con i soggetti sociali, a partire domani dal forum del terzo settore”.
L’ufficio stampa di Sel però fa arrivare un comunicato stampa che sembra ammorbidire le dichiarazioni del leader: “Nessuna svolta, nessuna apertura all’Udc. Leggiamo in alcuni titoli di agenzie di stampa, e di alcuni siti online che Nichi Vendola avrebbe aperto all’alleanza con l’Udc, che siamo alla svolta, che avrebbe scaricato Di Pietro. Invitiamo tutti a non equivocare le parole del leader di Sel: semplicemente ha ripetuto le stesse parole che negli ultimi mesi sono state dette sul tema delle alleanze. Non vogliamo subire veti, non poniamo veti né ultimatum a nessuno. Ma occorre essere chiari: se si è d’accordo nel superare le politiche liberiste delle destre, se si vogliono difendere i diritti sociali e l’equità sociale a partire dall’art.18, se si vogliono difendere i diritti civili a partire dai diritti delle coppie di fatto e gay, tutti sono benevenuti”. Alle 15.30 è comunque prevista una conferenza stampa.
‘Mi auguro che Di Pietro rinvii al mittente le accuse di non voler far parte della coalizione di centrosinistra e chieda al più presto un incontro con Bersani e Vendola – commenta Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera – Quello che è certo è che un partito come Italia dei Valori non può lasciare che decisioni di questo rilievo siano prese da altri o, semplicemente, che accadano senza averle decise. Anche perché la decisione di una rottura col centrosinistra sarebbe letteralmente antitetica a tutto quanto deciso nell’ultimo congresso nazionale e dall’esecutivo di Vasto dello scorso anno. Organismi che, in caso contrario, dovranno essere al più presto riconvocati. Non può bastare una dichiarazione, nemmeno di Bersani e Vendola, per sancire l’esclusione di Italia dei Valori dalla coalizione di centrosinistra, di cui Idv fa parte da quasi dieci anni, con la quale amministra, insieme a Pd e Sel, gran parte degli enti locali italiani. Tuttavia non si può più nemmeno fingere di non vedere che Idv, ormai da mesi, non sembra avere alcun interesse per la costruzione di tale coalizione, rincorrendo il massimo di conflittualità con i potenziali alleati oltre che con le più alte istituzioni politiche del Paese. La ventilata ipotesi di alleanza elettorale con Grillo, poi, ancor più che pregiudicare la coalizione di centrosinistra, rischia di essere un fatto che snatura per sempre l’identità stessa di Idv. Servono al più presto posizioni nette e chiarificatrici”.
Sull’incontro Vendola Bersani arriva la riflessione di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera Pdl: “Da un lato si profila la riproposizione con nomi aggiornati dell’Ulivo visto che Bersani e Vendola si incontrano e danno a Casini il bacio della morte, dall’altro certamente l’attacco di Bersani ad Alfano sul terreno della banalità è del tutto privo di fondamento. Dovrebbe esserne consapevole visto che egli è una delle massime autorità in materia”.
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Bersani Vendola e l’Udc. Il leader Sel boccia Di Pietro. L’ex pm: “Tradisce i lavoratori”
Il presidente della Puglia spiega di essere pronto per coalizioni che comprendano "tutti quelli che vogliono modernizzare l'Italia" e che abbiano al centro "i diritti sociali e civili delle persone, come i diritti delle coppie gay". Donadi (Idv): "Di Pietro chieda incontro". E Cicchitto (Pdl): "Ulivo aggiornato. Bacio della morte per Casini"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 agosto 2012
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Il duo Bersani (Pd)-Vendola (Sel) apre all’Udc di Casini ed estromette Di Pietro. Dalla riunione tra i due leader sembra arrivare l’apertura al partito dell’ex presidente della Camera (che solo ieri avevano aperto uno spiraglio all’alleanza invocando i partiti ad “ammainare le bandiere di parte”) e l’esclusione del numero uno di Italia dei Valori. Che a stretto giro fa sapere che non ci crede: “Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori”.
In quella che sembra una nuova alleanza, a legge elettorale ancora in alto mare, il leader di Sel mette fuori dai giochi l’Idv con queste parole: “Il propagandismo esasperato di Di Pietro lo sta portando alla deriva”. Il presidente della Puglia spiega quindi di essere pronto a partecipare a coalizioni che comprendano “tutti quelli che vogliono modernizzare l’Italia” e che abbiano al centro “i diritti sociali e civili delle persone, come i diritti delle coppie gay” rispondendo a una domanda proprio sull’Udc. Argomenti che solo ieri il segretario dei Democratici ha elencato nella carta di intenti come prioritari. Allo stato quindi le porte sembrano chiuse per l’Idv perché “non sta mostrando interesse” per la costruzione di un’alleanza di centrosinistra. Eppure solo un mese fa Vendola e Di Pietro avevano inaugurato il “cantiere del centrosinistra” e lanciato un aut aut ai democratici. In caso di alleanza con Casini sarebbe venuta meno la foto di Vasto. I due partiti dicevano di aver fatto fronte comune (“Niente coalizione se non ci siamo entrambi”), con il governatore pugliese che proteggeva l’ex magistrato gettando sul tavolo il suo clamoroso successo nelle ultime amministrative. ”Credo che sia difficile, direi impossibile, per Sel, il partito di Nichi Vendola, rompere con l’Italia dei Valori, perché vorrebbe dire rompere con le battaglie in difesa del lavoro – fa sapere Antonio Di Pietro - Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori. L’alleanza vera si fa sui programmi. Oggi noi siamo andati in Corte di Cassazione e abbiamo depositato due quesiti referendari, sull’art. 18 e sull’art. 8, entrambi in difesa dei lavoratori: quelli licenziati ingiustamente e quelli a cui viene tolto il contratto collettivo di lavoro. Chi pensa di fare a meno dell’IdV nella costruzione di una nuova area riformista, di una coalizione che mette insieme sviluppo e solidarietà, pensa forse di poter fare a meno degli elettori. Anche dei suoi elettori. Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori”.
Invece oggi Vendola apre ai moderati dicendo: “Il centrosinistra è il soggetto fondante dell’alternativa e non deve aver paura di portare con sè chi intende arricchire il suo orizzonte se l’agenda ha al centro i diritti socialie civili. Io non pongo veti a nessuno”. Sel “è disponibile ad essere un soggetto fondatore al pari del Pd di un polo della speranza per costruire l’alternativa a 30 anni di liberismo che hanno portato l’Italia in grande crisi”.Il governatore della Puglia però smentisce, bollando come “Fantapolitica”, l’ipotesi di una lista unica Pd-Sel. ’‘Con Bersani abbiamo discusso a lungo dei contenuti della carta di intenti - spiega Vendola – e tra qualche ora ci sarà un documento di Sel che vuole interloquire nel merito dei temi. A Bersani ho sottolineato la necessità di una rottura molto più limpida con politiche di liberismo che hanno segnato 30 anni e portato l’Italia in una condizione di grande crisi”. Per il leader di Sel “è necessario costruire un polo della speranza, una coalizione del futuro per offrire una prospettiva alle giovani generazioni a partire da un piano straordinario del lavoro”. Per Vendola è necessaria “una coalizione larga e plurale per essere un credibile punto di svolta ne costituisca punto di svolta per l’Italia vampirizzata dal berlusconismo”. Vendola non crede però nella aggregazione di Pd e Sel in una lista unica: “ho fondato un partito e sono molto orgoglioso di rappresentare un punto di vista molto critico verso il liberismo. La reductio ad unum non è un vantaggio”. Vendola ha parole anche per quelli che non sarebbero stati mai presi in considerazione come alleati: “Fini vuole ricostruire il centrodestra, il mio progetto è il centrosinistra. E’ difficile che le strade possano coincidere”.
”L’Idv ha fatto la sua scelta da un p0′di tempo, ha scelto un’altra strada” spiega Bersani che elogia la riunione con Vendola e apprezza il titolo lanciato sulla coalizione “polo della speranza”: “Un incontro molto buono e molto utile. Si possono fare passi avanti molto importanti, c’è lavoro da fare ma vedo tutte le prospettive positive. Abbiamo bisogno di qualche mese per garantire l’impegno ad un governo dai contenuti seri”. “Abbiamo parlato – prosegue Bersani – di Italia, di lavoro, di temi sociali per profilare un’alternativa di governo alla destra”. Ora, aggiunge il segretario Pd, “Vendola e Sel proporranno una proposta interlocutoria con un documento e noi continuiamo negli incontri che saranno un pò di profilo politico, un pò con i soggetti sociali, a partire domani dal forum del terzo settore”.
L’ufficio stampa di Sel però fa arrivare un comunicato stampa che sembra ammorbidire le dichiarazioni del leader: “Nessuna svolta, nessuna apertura all’Udc. Leggiamo in alcuni titoli di agenzie di stampa, e di alcuni siti online che Nichi Vendola avrebbe aperto all’alleanza con l’Udc, che siamo alla svolta, che avrebbe scaricato Di Pietro. Invitiamo tutti a non equivocare le parole del leader di Sel: semplicemente ha ripetuto le stesse parole che negli ultimi mesi sono state dette sul tema delle alleanze. Non vogliamo subire veti, non poniamo veti né ultimatum a nessuno. Ma occorre essere chiari: se si è d’accordo nel superare le politiche liberiste delle destre, se si vogliono difendere i diritti sociali e l’equità sociale a partire dall’art.18, se si vogliono difendere i diritti civili a partire dai diritti delle coppie di fatto e gay, tutti sono benevenuti”. Alle 15.30 è comunque prevista una conferenza stampa.
‘Mi auguro che Di Pietro rinvii al mittente le accuse di non voler far parte della coalizione di centrosinistra e chieda al più presto un incontro con Bersani e Vendola – commenta Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera – Quello che è certo è che un partito come Italia dei Valori non può lasciare che decisioni di questo rilievo siano prese da altri o, semplicemente, che accadano senza averle decise. Anche perché la decisione di una rottura col centrosinistra sarebbe letteralmente antitetica a tutto quanto deciso nell’ultimo congresso nazionale e dall’esecutivo di Vasto dello scorso anno. Organismi che, in caso contrario, dovranno essere al più presto riconvocati. Non può bastare una dichiarazione, nemmeno di Bersani e Vendola, per sancire l’esclusione di Italia dei Valori dalla coalizione di centrosinistra, di cui Idv fa parte da quasi dieci anni, con la quale amministra, insieme a Pd e Sel, gran parte degli enti locali italiani. Tuttavia non si può più nemmeno fingere di non vedere che Idv, ormai da mesi, non sembra avere alcun interesse per la costruzione di tale coalizione, rincorrendo il massimo di conflittualità con i potenziali alleati oltre che con le più alte istituzioni politiche del Paese. La ventilata ipotesi di alleanza elettorale con Grillo, poi, ancor più che pregiudicare la coalizione di centrosinistra, rischia di essere un fatto che snatura per sempre l’identità stessa di Idv. Servono al più presto posizioni nette e chiarificatrici”.
Sull’incontro Vendola Bersani arriva la riflessione di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera Pdl: “Da un lato si profila la riproposizione con nomi aggiornati dell’Ulivo visto che Bersani e Vendola si incontrano e danno a Casini il bacio della morte, dall’altro certamente l’attacco di Bersani ad Alfano sul terreno della banalità è del tutto privo di fondamento. Dovrebbe esserne consapevole visto che egli è una delle massime autorità in materia”.
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
Orecchie a sVendola: l’Udc già era nell’aria
di Salvatore Cannavò | 2 agosto 2012
Commenti (3)
«La questione del governo non riguarda solo la sinistra riformista, che rischia di farne una finalità ossessiva; riguarda anche noi, che rischiamo di amplificare le domande senza cercare le risposte. Ma il governo non deve diventare un feticcio, un idolo da adorare o da abbattere. Questo è per noi un passaggio particolarmente delicato: siamo condannati a governare, senza divenire subalterni a un governismo senza profilo. Come si fa? La ricetta non è il potere di interdizione, non sono i veti dei piccoli partiti, come si usava nella prima Repubblica e si usa nella seconda».
E poi:
«Dobbiamo essere consapevoli che nel centrodestra si è aperta una frattura. La leadership berlusconiana è in crisi; e l’Udc è stata la prima forza a denunciare questa crisi. La nostra coalizione resta alternativa al centrodestra, ma dobbiamo coglierne i punti di frattura. Dialogare. Interloquire, per costruire anticorpi civili e culturali e forme più avanzate di convivenza. C’è bisogno di offrire governabilità al Paese. E lo si può fare innalzando il livello della discussione pubblica».
A chiedergli se il centrosinistra attuale potrà aprirsi all’Udc, Vendola risponde che «per il momento è l’Udc a chiamarsi fuori. Ma credo che presto possa determinarsi un’implosione di quello che oggi chiamiamo centrodestra. E con i settori del centrodestra che sono espressione di cultura democratica non possiamo perdere le comunicazioni».
«Trovare un punto di equilibrio tra culture diverse non è un’attività ignobile; è la politica».
Così si esprimeva Nichi Vendola in una memorabile intervista resa a Aldo Cazzullo, il 5 marzo del 2007. Il governo Prodi era caduto per la prima volta nella sua seconda prova, per quel voto sull’Afghanistan, e il già presidente della Puglia esprimeva la propria predisposizione a un’alleanza con l’Udc di Casini che era quasi come quella di adesso, magari con un Totò Cuffaro a presiedere la Regione Sicilia invece che stare in galera.
Quell’intervista va ricordata per dire che l’apertura di Vendola all’Udc, ribadita il 1 agosto al termine dell’incontro con Pierluigi Bersani, non solo era nell’aria e nell’ordine delle cose ma c’era già stata. Certo, in un tempo antico e forse impossibile a ripetersi ma comunque in un tempo in cui “trovare un punto di equilibrio tra culture diverse è la politica”.
E quindi non c’è da scandalizzarsi per quanto avvenuto dopo l’incontro con Bersani e la decisione di (ri)candidarsi alle primarie da parte del presidente di Sel. E’ il frutto naturale della strategia politica di questo partito, tutto sommato chiara ed esplicitata fino all’estremo: fare concorrenza al Pd nel campo largo del centrosinistra, dei “progressisti”, come dice di nuovo Bersani e provare a portare la sfida di una sinistra, grosso modo socialdemocratica, fin dentro il mondo democratico.
Tutto liscio, dunque? Tutto a posto?
No. Non lo è. La sindrome delle “orecchie a svendola”, battezzata dagli “indiani metropolitani” nel 1977 per definire la politica di Luciano Lama torna prepotentemente anche se i paragoni sono dettati più dalla tentazione irresistibile dei giochi di parole che dalla simmetria dei personaggi.
Ma vale la pena segnalare che Nichi Vendola aveva reincarnato un sentimento esistente in gran parte del mondo di sinistra di questo paese, quello di una “narrazione” alternativa, di una possibilità di non morire democristiani, come si diceva un tempo, e di provare a dare un’altra agenda alla politica di questo paese. Le “narrazioni”, appunto, le “fabbriche di Nichi”, l’entusiasmo di tanti giovani, la vittoria alle primarie pugliesi e poi a quelle di Milano, il sostegno alla Fiom e agli operai, i diritti civili, tutto questo non è da buttare e le speranze accese non sono da deridere.
Vendola ha rappresentato molte di queste cose e la delusione che si legge oggi nei messaggi via Facebook, nelle liste o nei siti di quella “sinistra sociale” e plurale che si fa sentire nella “rete” esprime l’ennesima disillusione.
Probabilmente l’illusione sarebbe durata nel tempo se invece di aprire anche all’Udc, Sel avesse riproposto l’alleanza al solo Pd. Sarebbe sembrato un centrosinistra, di sinistra, di fronte al centrismo dilagante dell’era Monti. E, purtroppo, sarebbe servito a poco, per capire dove sia arrivato il partito di Bersani, indicare la lettura della “Carta d’intenti” che Pierluigi Bersani ha presentato il 31 luglio: in quel testo c’è scritta tutta la strada fatta dal Pd per diventare il gestore di questo sistema, di questa economia e della sua crisi.
E’ bene ricordare che, al di là dei rapporti con Casini, la Sel di Vendola si allea strategicamente con quel partito e con quella dichiarazione programmatica che muove dall’azione del governo Monti e “dall’autorevolezza con cui ci ha riportato in Europa”.
Ma in politica, si sa, le cose semplici si capiscono di più e meglio e la rimozione del “veto” nei confronti dell’Udc è la cartina di tornasole della strada fatta da Sel e del cammino futuro di Vendola e compagni.
Nemmeno in questo caso serve dire “io l’avevo detto” ma ancora una volta è utile sottolineare come la sinistra istituzionale e tradizionale di questo paese abbia fatto di tutto – con i Lama nei tempi d’oro e poi, in tempi di magra, con Occhetto, D’Alema, Veltroni ma anche Bertinotti, Cossutta, Vendola (Diliberto e Ferrero li teniamo per un’altra occasione) – per distruggere l’idea stessa di sinistra e di alternativa.
Nel mirabolante concatenarsi di parole a effetto e di strategie radicali, la sostanza che resta, anche dopo questa giornata, è quella dell’ennesima disfatta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... ia/313733/
di Salvatore Cannavò | 2 agosto 2012
Commenti (3)
«La questione del governo non riguarda solo la sinistra riformista, che rischia di farne una finalità ossessiva; riguarda anche noi, che rischiamo di amplificare le domande senza cercare le risposte. Ma il governo non deve diventare un feticcio, un idolo da adorare o da abbattere. Questo è per noi un passaggio particolarmente delicato: siamo condannati a governare, senza divenire subalterni a un governismo senza profilo. Come si fa? La ricetta non è il potere di interdizione, non sono i veti dei piccoli partiti, come si usava nella prima Repubblica e si usa nella seconda».
E poi:
«Dobbiamo essere consapevoli che nel centrodestra si è aperta una frattura. La leadership berlusconiana è in crisi; e l’Udc è stata la prima forza a denunciare questa crisi. La nostra coalizione resta alternativa al centrodestra, ma dobbiamo coglierne i punti di frattura. Dialogare. Interloquire, per costruire anticorpi civili e culturali e forme più avanzate di convivenza. C’è bisogno di offrire governabilità al Paese. E lo si può fare innalzando il livello della discussione pubblica».
A chiedergli se il centrosinistra attuale potrà aprirsi all’Udc, Vendola risponde che «per il momento è l’Udc a chiamarsi fuori. Ma credo che presto possa determinarsi un’implosione di quello che oggi chiamiamo centrodestra. E con i settori del centrodestra che sono espressione di cultura democratica non possiamo perdere le comunicazioni».
«Trovare un punto di equilibrio tra culture diverse non è un’attività ignobile; è la politica».
Così si esprimeva Nichi Vendola in una memorabile intervista resa a Aldo Cazzullo, il 5 marzo del 2007. Il governo Prodi era caduto per la prima volta nella sua seconda prova, per quel voto sull’Afghanistan, e il già presidente della Puglia esprimeva la propria predisposizione a un’alleanza con l’Udc di Casini che era quasi come quella di adesso, magari con un Totò Cuffaro a presiedere la Regione Sicilia invece che stare in galera.
Quell’intervista va ricordata per dire che l’apertura di Vendola all’Udc, ribadita il 1 agosto al termine dell’incontro con Pierluigi Bersani, non solo era nell’aria e nell’ordine delle cose ma c’era già stata. Certo, in un tempo antico e forse impossibile a ripetersi ma comunque in un tempo in cui “trovare un punto di equilibrio tra culture diverse è la politica”.
E quindi non c’è da scandalizzarsi per quanto avvenuto dopo l’incontro con Bersani e la decisione di (ri)candidarsi alle primarie da parte del presidente di Sel. E’ il frutto naturale della strategia politica di questo partito, tutto sommato chiara ed esplicitata fino all’estremo: fare concorrenza al Pd nel campo largo del centrosinistra, dei “progressisti”, come dice di nuovo Bersani e provare a portare la sfida di una sinistra, grosso modo socialdemocratica, fin dentro il mondo democratico.
Tutto liscio, dunque? Tutto a posto?
No. Non lo è. La sindrome delle “orecchie a svendola”, battezzata dagli “indiani metropolitani” nel 1977 per definire la politica di Luciano Lama torna prepotentemente anche se i paragoni sono dettati più dalla tentazione irresistibile dei giochi di parole che dalla simmetria dei personaggi.
Ma vale la pena segnalare che Nichi Vendola aveva reincarnato un sentimento esistente in gran parte del mondo di sinistra di questo paese, quello di una “narrazione” alternativa, di una possibilità di non morire democristiani, come si diceva un tempo, e di provare a dare un’altra agenda alla politica di questo paese. Le “narrazioni”, appunto, le “fabbriche di Nichi”, l’entusiasmo di tanti giovani, la vittoria alle primarie pugliesi e poi a quelle di Milano, il sostegno alla Fiom e agli operai, i diritti civili, tutto questo non è da buttare e le speranze accese non sono da deridere.
Vendola ha rappresentato molte di queste cose e la delusione che si legge oggi nei messaggi via Facebook, nelle liste o nei siti di quella “sinistra sociale” e plurale che si fa sentire nella “rete” esprime l’ennesima disillusione.
Probabilmente l’illusione sarebbe durata nel tempo se invece di aprire anche all’Udc, Sel avesse riproposto l’alleanza al solo Pd. Sarebbe sembrato un centrosinistra, di sinistra, di fronte al centrismo dilagante dell’era Monti. E, purtroppo, sarebbe servito a poco, per capire dove sia arrivato il partito di Bersani, indicare la lettura della “Carta d’intenti” che Pierluigi Bersani ha presentato il 31 luglio: in quel testo c’è scritta tutta la strada fatta dal Pd per diventare il gestore di questo sistema, di questa economia e della sua crisi.
E’ bene ricordare che, al di là dei rapporti con Casini, la Sel di Vendola si allea strategicamente con quel partito e con quella dichiarazione programmatica che muove dall’azione del governo Monti e “dall’autorevolezza con cui ci ha riportato in Europa”.
Ma in politica, si sa, le cose semplici si capiscono di più e meglio e la rimozione del “veto” nei confronti dell’Udc è la cartina di tornasole della strada fatta da Sel e del cammino futuro di Vendola e compagni.
Nemmeno in questo caso serve dire “io l’avevo detto” ma ancora una volta è utile sottolineare come la sinistra istituzionale e tradizionale di questo paese abbia fatto di tutto – con i Lama nei tempi d’oro e poi, in tempi di magra, con Occhetto, D’Alema, Veltroni ma anche Bertinotti, Cossutta, Vendola (Diliberto e Ferrero li teniamo per un’altra occasione) – per distruggere l’idea stessa di sinistra e di alternativa.
Nel mirabolante concatenarsi di parole a effetto e di strategie radicali, la sostanza che resta, anche dopo questa giornata, è quella dell’ennesima disfatta.
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Re: 31 luglio, ore 11.00 - Bersani presenta la Carta d'inten
I primi commenti:
_Bane_ Poco fa
Dopo le questioni dell'ilva, don verzè, ora casini.
Vendola si dimostra l'ennesima promessa non mantenuta di una finta sinistra.
Ormai è IdV (l'unica che fa opposizione) o M5S (L'unica speranza di rinnovamento) o morte dell'italia.
Hanno distrutto scuola, sanità e infrastrutture, e il genio del mezzogiorno vuole unirsi alla banda.
Spero che gli italiani votino da buon senso.
Carlo Poco fa
Ci sono limiti che non si possono superare e questo Vendola (ma anche il PD) dovrebbe saperlo. Allearsi con l'UDC è contronatura per quelli che della "sinistra" avevano un concetto ormai tramontato. Tanto varrebbe che stringessero accordi anche con Comunione e Liberazione.
Il PD è stato organico a Berlusconi con la sua finta opposizione di questi anni, dovrebbe avere il coraggio di "fondersi" con il PDL alla luce del sole, senza ricorrere a sensali intermediari di facciata come Casini.
Onore a Di Pietro che se ne tiene fuori.
Se solo il M5S cominciasse a fare i nomi dei prossimi suoi candidati nazionali pescando fra gli italiani migliori. Chi dovrebbe esserci nella lista dei candidati di Grillo? Gente come Scarpinato, per esempio.
rafdoppiozero 25 minuto fa
Sel un'altra occasione sprecata meglio i 5 stelle!
holz 14 minuto fa
quindi doveva dire l'udc no perché sono brutti e cattivi ? secondo me è stato più coerente dicendo noi tentiamo di governare con chiunque condivida il nostro programma. Poi se l'udc dovesse condividere il matrimonio omosex è un fatto che dovrà risolvere con ratzinger.
zorro 17 minuto fa
E lo vogliono pure chiamare "Polo della Speranza".
Hanno imparato bene da berlusconi che si ostina a chiamare le cose con il sinonimo contrario.
Polo delle libertà=nessuna libertà...era suo e decideva solo lui.
Il Giornale= tutto fuorché un giornale.
Libero=tutto fuorché libero perché pubblica sotto dettatura (sempre di lui).
Forza Italia=guardate dove e come siamo finiti.
Adesso c'è il "Polo della Speranza". Si. Della speranza negata ed uccisa che avevamo noi elettori di avere finalmente un governo non di destra. La speranza di un governo che non continuasse a succhiare l'ultima goccia di sangue SOLO e SEMPRE ai soliti noti:lavoratori e pensionati. La speranza di un governo che smettesse di assecondare tutte le dinamiche che muovono lo spread, i mercati, i "ce lo chiede l'europa"....
Con il Polo della Speranza tutto continuerà perfettamente come adesso. Con tre manovre all'anno che verranno approvate con l'immancabile voto di fiducia...
E noi italiani sempre fermi ad aspettare... che ci invada qualche nazione straniera.
holz 2 minuto fa in risposta a zorro
bhe nche grillo non scherza, parla di democrazia diretta, uno vale uno e poi fa i comunicati politici senza rendere conto a nessuno, concede e revoca l'uso del simbolo a sua discrezione etc.
Claudio B Poco fa
Casini e Vendola: l'arte di parlare senza dire nulla. Come l'uno è il degno erede di Forlani, l'altro è il più promettente allievo di Bertinotti e sta quasi per superare il maestro...
_Bane_ Poco fa
Dopo le questioni dell'ilva, don verzè, ora casini.
Vendola si dimostra l'ennesima promessa non mantenuta di una finta sinistra.
Ormai è IdV (l'unica che fa opposizione) o M5S (L'unica speranza di rinnovamento) o morte dell'italia.
Hanno distrutto scuola, sanità e infrastrutture, e il genio del mezzogiorno vuole unirsi alla banda.
Spero che gli italiani votino da buon senso.
Carlo Poco fa
Ci sono limiti che non si possono superare e questo Vendola (ma anche il PD) dovrebbe saperlo. Allearsi con l'UDC è contronatura per quelli che della "sinistra" avevano un concetto ormai tramontato. Tanto varrebbe che stringessero accordi anche con Comunione e Liberazione.
Il PD è stato organico a Berlusconi con la sua finta opposizione di questi anni, dovrebbe avere il coraggio di "fondersi" con il PDL alla luce del sole, senza ricorrere a sensali intermediari di facciata come Casini.
Onore a Di Pietro che se ne tiene fuori.
Se solo il M5S cominciasse a fare i nomi dei prossimi suoi candidati nazionali pescando fra gli italiani migliori. Chi dovrebbe esserci nella lista dei candidati di Grillo? Gente come Scarpinato, per esempio.
rafdoppiozero 25 minuto fa
Sel un'altra occasione sprecata meglio i 5 stelle!
holz 14 minuto fa
quindi doveva dire l'udc no perché sono brutti e cattivi ? secondo me è stato più coerente dicendo noi tentiamo di governare con chiunque condivida il nostro programma. Poi se l'udc dovesse condividere il matrimonio omosex è un fatto che dovrà risolvere con ratzinger.
zorro 17 minuto fa
E lo vogliono pure chiamare "Polo della Speranza".
Hanno imparato bene da berlusconi che si ostina a chiamare le cose con il sinonimo contrario.
Polo delle libertà=nessuna libertà...era suo e decideva solo lui.
Il Giornale= tutto fuorché un giornale.
Libero=tutto fuorché libero perché pubblica sotto dettatura (sempre di lui).
Forza Italia=guardate dove e come siamo finiti.
Adesso c'è il "Polo della Speranza". Si. Della speranza negata ed uccisa che avevamo noi elettori di avere finalmente un governo non di destra. La speranza di un governo che non continuasse a succhiare l'ultima goccia di sangue SOLO e SEMPRE ai soliti noti:lavoratori e pensionati. La speranza di un governo che smettesse di assecondare tutte le dinamiche che muovono lo spread, i mercati, i "ce lo chiede l'europa"....
Con il Polo della Speranza tutto continuerà perfettamente come adesso. Con tre manovre all'anno che verranno approvate con l'immancabile voto di fiducia...
E noi italiani sempre fermi ad aspettare... che ci invada qualche nazione straniera.
holz 2 minuto fa in risposta a zorro
bhe nche grillo non scherza, parla di democrazia diretta, uno vale uno e poi fa i comunicati politici senza rendere conto a nessuno, concede e revoca l'uso del simbolo a sua discrezione etc.
Claudio B Poco fa
Casini e Vendola: l'arte di parlare senza dire nulla. Come l'uno è il degno erede di Forlani, l'altro è il più promettente allievo di Bertinotti e sta quasi per superare il maestro...
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