Circolano in rete...
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Re: Circolano in rete...
Fa certamente piacere leggere che ci sia qualcuno che capisce come funziona l'ambaradan.
Re: Circolano in rete...
La perla di saggezza di Riccardo
sabato 4 agosto 2012
Riccardo Bossi, figlio di Umberto: 'Gay nella Lega? Io non li ho mai conosciuti. Se vedo due uomini che si baciano mi giro dall'altra parte, non mi piace. Ma ormai siamo un paese multietnico...'.
sabato 4 agosto 2012
Riccardo Bossi, figlio di Umberto: 'Gay nella Lega? Io non li ho mai conosciuti. Se vedo due uomini che si baciano mi giro dall'altra parte, non mi piace. Ma ormai siamo un paese multietnico...'.
Re: Circolano in rete...
Sabina Began sostiene di essere incinta di Berlusconi.
L’ex premier: «Impossibile, soffro di legittimi impedimenti».
(MICROSATIRA)
L’ex premier: «Impossibile, soffro di legittimi impedimenti».
(MICROSATIRA)
Re: Circolano in rete...
Monti-Cav: ma quale duello, è una staffetta. I “loro” giornali ci prendono per i fondelli
C’era una volta un premier che la buttava in caciara, sparava cifre a capocchia e si beffava di parlamento e sindacati. C’era una volta un capo del governo arrogante e pataccaro, che per tirare avanti rabberciava alla buona la sua maggioranza, agitando lo spauracchio dell’apocalisse. C’era una volta e c’è ancora adesso, solo che Repubblica e Corriere non se ne sono accorti.
Mario Monti e Silvio Berlusconi sono la stessa persona, e chi obietta che così non può essere perché ogni tanto si incontrano o si parlano a telefono evidentemente non ha visto Psycho. Si camuffa la voce, ci si traveste un po’ e il gioco e fatto. E comunque se non sono la stessa persona sono la stessa cosa: identica la protervia che accompagna il compimento di una malintesa missione divina, uguale la distanza tra l’esilio dorato dei governanti e il polmone ansimante della cosiddetta società civile, la stessa che sbraita contro il conflitto di interessi e tace quando le tolgono pure le mutande.
È vero, mancano le leggi ad personam, che tanto inorridivano l’italico consorzio dei benpensanti, ma la ciccia è un’altra. Sulle politiche sociali e sul mercato del lavoro c’è stato un vero e proprio lavoro di squadra, una staffetta da primato olimpionico: è partito Silvio, con l’abolizione – di fatto – del contratto nazionale, ha preso il testimone Mario, che ha stracciato lo statuto dei lavoratori. Entrambi lo hanno fatto con altezzoso spregio dei rituali democratici, con la differenza che quando il Cavaliere (eletto dal popolo) esplodeva in tutto il suo cesarismo, i girotondini ti acchittavano un sit-in sotto il sole, anche in pieno agosto, mentre oggi sorbiscono granite sul lungotevere in festa.
Il gioco della parti, però, deve continuare. Il professore, per sollazzare i giornali di cui sopra, lavora di spread e di immaginazione. Dice che con Berlusconi ancora in sella lo score sarebbe arrivato a 1.200. Tutti allora dicono: ecco, ci siamo, è arrivata la crisi, adesso sì che quell’altro si incazza. Il governo – garantiscono – traballa, il Pdl promette rappresaglie, apparecchia imboscate. Poi il massimo che riesce a tirare fuori è uno sgambettino su un ordine del giorno sulla spending review. Robetta. Ma per Repubblica e Corriere trattasi di epocali “fibrillazioni nella maggioranza”.
Se la devono ridere di gran gusto, Mario Monti e Silvio Berlusconi, Repubblica e Corriere. Se la devono ridere tutti.
http://www.glialtrionline.it/2012/08/08 ... -fondelli/
C’era una volta un premier che la buttava in caciara, sparava cifre a capocchia e si beffava di parlamento e sindacati. C’era una volta un capo del governo arrogante e pataccaro, che per tirare avanti rabberciava alla buona la sua maggioranza, agitando lo spauracchio dell’apocalisse. C’era una volta e c’è ancora adesso, solo che Repubblica e Corriere non se ne sono accorti.
Mario Monti e Silvio Berlusconi sono la stessa persona, e chi obietta che così non può essere perché ogni tanto si incontrano o si parlano a telefono evidentemente non ha visto Psycho. Si camuffa la voce, ci si traveste un po’ e il gioco e fatto. E comunque se non sono la stessa persona sono la stessa cosa: identica la protervia che accompagna il compimento di una malintesa missione divina, uguale la distanza tra l’esilio dorato dei governanti e il polmone ansimante della cosiddetta società civile, la stessa che sbraita contro il conflitto di interessi e tace quando le tolgono pure le mutande.
È vero, mancano le leggi ad personam, che tanto inorridivano l’italico consorzio dei benpensanti, ma la ciccia è un’altra. Sulle politiche sociali e sul mercato del lavoro c’è stato un vero e proprio lavoro di squadra, una staffetta da primato olimpionico: è partito Silvio, con l’abolizione – di fatto – del contratto nazionale, ha preso il testimone Mario, che ha stracciato lo statuto dei lavoratori. Entrambi lo hanno fatto con altezzoso spregio dei rituali democratici, con la differenza che quando il Cavaliere (eletto dal popolo) esplodeva in tutto il suo cesarismo, i girotondini ti acchittavano un sit-in sotto il sole, anche in pieno agosto, mentre oggi sorbiscono granite sul lungotevere in festa.
Il gioco della parti, però, deve continuare. Il professore, per sollazzare i giornali di cui sopra, lavora di spread e di immaginazione. Dice che con Berlusconi ancora in sella lo score sarebbe arrivato a 1.200. Tutti allora dicono: ecco, ci siamo, è arrivata la crisi, adesso sì che quell’altro si incazza. Il governo – garantiscono – traballa, il Pdl promette rappresaglie, apparecchia imboscate. Poi il massimo che riesce a tirare fuori è uno sgambettino su un ordine del giorno sulla spending review. Robetta. Ma per Repubblica e Corriere trattasi di epocali “fibrillazioni nella maggioranza”.
Se la devono ridere di gran gusto, Mario Monti e Silvio Berlusconi, Repubblica e Corriere. Se la devono ridere tutti.
http://www.glialtrionline.it/2012/08/08 ... -fondelli/
Re: Circolano in rete...
Rai2 in vendita per risanare i conti? Se Tarantola-Gubitosi fanno il gioco di B.
ROMA – Risanare i conti della Rai: che fare? Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi starebbero pensando di vendere una rete e diverse sedi. Italia Oggi scrive che a saltare potrebbe essere Raidue, dato che gli asset per l’estero e il patrimonio tecnico sono già stati svalutati. Quanto agli immobili si parla di Palazzo Labia a Venezia, dimora regionale della tv di stato. L’idea di cedere una rete è la stessa praticata dalla tv francese, operazione che le ha permesso di sanare tutti i debiti. Un timido avvio verso la privatizzazione o un disperato tentativo di far cassa?
Certo, individuare dove tagliare per racimolare quei milioni indispensabili per mettere a posto i conti non è cosa facile ma è lecito domandarsi: privarsi di una rete non equivale forse a fare i giochi di Berlusconi che da anni difende le sue tre reti contro tutto e tutti? Senza una rete la Rai perderebbe rappresentanza politica ma anche potere rispetto al posizionamento strategico dei tre canali Mediaset. Così il cavallo di Viale Mazzini rischierebbe di finire in ginocchio sia dinanzi al mercato che dinanzi alla politica.
Per contrastare il rosso in bilancio i due tecnici hanno già messo a dieta i compensi di consulenti e consiglieri: a quelli del Cda sono stati già tagliati 30 mila euro l’anno e ora, per chi non ha sede a Roma, il rischio è di perdere anche le stanze e la diaria. Ma non basta, i milioni da raschiare sono almeno una sessantina. Non basterebbe nemmeno il taglio dei tremila esuberi previsto tra i dipendenti. Basterebbe forse un piano di dismissione del patrimonio immobiliare, specie a livello regionale, che negli ultimi anni è stato difeso a spada tratta ed è anzi lievitato.
E neppure è bastata la domenica da Caporetto del Tg1 delle 20 che ha toccato il fondo con uno share del 15,01% , esattamente la metà del pubblico sintonizzato sul Tg2 delle 20:30. Non è bastata a convincere i tecnici che tre reti sono meglio di due per non sminuire l’istituzione del servizio pubblico.
Ma chi potrebbe comprare Raidue? Secondo Italia Oggi, questi i nomi dei possibili acquirenti: Urbano Cairo sarebbe tra gli interessati e potrebbe vedersela con Carlo De Benedetti o Tarak Ben Ammar. Nomi già in circolazione per l’acquisto dell’altro canale in vendita, La 7. Staremo a vedere.
http://www.blitzquotidiano.it/tv/raidue ... i-1319423/
ROMA – Risanare i conti della Rai: che fare? Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi starebbero pensando di vendere una rete e diverse sedi. Italia Oggi scrive che a saltare potrebbe essere Raidue, dato che gli asset per l’estero e il patrimonio tecnico sono già stati svalutati. Quanto agli immobili si parla di Palazzo Labia a Venezia, dimora regionale della tv di stato. L’idea di cedere una rete è la stessa praticata dalla tv francese, operazione che le ha permesso di sanare tutti i debiti. Un timido avvio verso la privatizzazione o un disperato tentativo di far cassa?
Certo, individuare dove tagliare per racimolare quei milioni indispensabili per mettere a posto i conti non è cosa facile ma è lecito domandarsi: privarsi di una rete non equivale forse a fare i giochi di Berlusconi che da anni difende le sue tre reti contro tutto e tutti? Senza una rete la Rai perderebbe rappresentanza politica ma anche potere rispetto al posizionamento strategico dei tre canali Mediaset. Così il cavallo di Viale Mazzini rischierebbe di finire in ginocchio sia dinanzi al mercato che dinanzi alla politica.
Per contrastare il rosso in bilancio i due tecnici hanno già messo a dieta i compensi di consulenti e consiglieri: a quelli del Cda sono stati già tagliati 30 mila euro l’anno e ora, per chi non ha sede a Roma, il rischio è di perdere anche le stanze e la diaria. Ma non basta, i milioni da raschiare sono almeno una sessantina. Non basterebbe nemmeno il taglio dei tremila esuberi previsto tra i dipendenti. Basterebbe forse un piano di dismissione del patrimonio immobiliare, specie a livello regionale, che negli ultimi anni è stato difeso a spada tratta ed è anzi lievitato.
E neppure è bastata la domenica da Caporetto del Tg1 delle 20 che ha toccato il fondo con uno share del 15,01% , esattamente la metà del pubblico sintonizzato sul Tg2 delle 20:30. Non è bastata a convincere i tecnici che tre reti sono meglio di due per non sminuire l’istituzione del servizio pubblico.
Ma chi potrebbe comprare Raidue? Secondo Italia Oggi, questi i nomi dei possibili acquirenti: Urbano Cairo sarebbe tra gli interessati e potrebbe vedersela con Carlo De Benedetti o Tarak Ben Ammar. Nomi già in circolazione per l’acquisto dell’altro canale in vendita, La 7. Staremo a vedere.
http://www.blitzquotidiano.it/tv/raidue ... i-1319423/
Re: Circolano in rete...
LE HOSTESS BALLANO IN BIKINI, MULTATA LA COMPAGNIA AEREA - VIDEO
Le hostess sfilano in bikini per festeggiare il primo volo della compagnia
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=8kDhSgA4TGQ[/youtube]
Per festeggiare il primo volo tra le città vietnamite di Ho Chi Minh e Nha Trang, la compagnia VietJet Air ha deciso di celebrare l'esordio facendo sfilare delle hostess in bikini.
Le ragazze sono apparse con abiti succinti durante la consueta spiegazione delle misure di sicurezza. Così, anziché della solita noiosa presentazione, i viaggiatori si sono trovati davanti uno spettacolo di varietà in piena regola, con le hostess vestite solo in bikini che ballano al ritmo di una musica da villaggio vacanze nei corridoi dell'aereo. Grande apprezzamento da parte delle persone a bordo, decisa bocciatura invece dell'Ente dell'Aviazione Civile del Vietnam, che ha multato la compagnia con mille dollari. Secondo l'Ente, la compagnia avrebbe infatti compromesso le spiegazioni di sicurezza di bordo organizzando uno show inappropriato per un aereo di linea.
Le hostess sfilano in bikini per festeggiare il primo volo della compagnia
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=8kDhSgA4TGQ[/youtube]
Per festeggiare il primo volo tra le città vietnamite di Ho Chi Minh e Nha Trang, la compagnia VietJet Air ha deciso di celebrare l'esordio facendo sfilare delle hostess in bikini.
Le ragazze sono apparse con abiti succinti durante la consueta spiegazione delle misure di sicurezza. Così, anziché della solita noiosa presentazione, i viaggiatori si sono trovati davanti uno spettacolo di varietà in piena regola, con le hostess vestite solo in bikini che ballano al ritmo di una musica da villaggio vacanze nei corridoi dell'aereo. Grande apprezzamento da parte delle persone a bordo, decisa bocciatura invece dell'Ente dell'Aviazione Civile del Vietnam, che ha multato la compagnia con mille dollari. Secondo l'Ente, la compagnia avrebbe infatti compromesso le spiegazioni di sicurezza di bordo organizzando uno show inappropriato per un aereo di linea.
Re: Circolano in rete...
Santa ché? Santa del lusso e delle stronzate
Il web è impietoso: se compare un titolo con Berlusconi, Ruby e Santanché, clik zero. Sono morti e non lo sanno. La presa in giro è democratica, da cliccare [Ennio Remondino]
Ennio Remondino
sabato 11 agosto 2012 19:50
Lancio di agenzia da carenza di fatti e da eccesso di calura estiva. Quando non c'è nulla in giro, anche le rape sembrano teste. «Vivere lussuosamente e comprare prodotti di lusso? Non è di certo un crimine, anzi, acquistando prodotti di eccellenza fabbricati nel nostro paese si fa un favore all'economia italiana, si preservano le aziende ma anche chi ci lavora, impiegati e operai. Si aiuta l'artigianato che e' il substrato dell'economia italica. Se uno ha guadagnato onestamente il proprio denaro, paga regolarmente le tasse e crea ricchezza e posti di lavoro può spendere i soldi che vuole». Dichiarazione di forti contenuti che pretende altrettanto imponente autore.
Chi sparla? Susanna Camusso no di certo. Tanto meno Landini. E neppure il prudente segretario vicario del Pdl Alfano. Frasi da guerrigliero/a. Infatti lo ha detto Daniela Santanché ai microfoni di KlausCondicio. Conversazione tra giganti. «Io credo una cosa: si nasconde solo quello che si ruba, e consumare e comprare fa stare in piedi l'economia. Viviamo in un Paese che criminalizza un po' tutto e che punta sulla sobrietà, dove vanno di moda la tristezza e il pessimismo, quando proprio il lusso è una delle eccellenze della nostra nazione capace di farci invidiare da tutto il mondo». Grazie Daniela Garnero non più Santanchè, grazie di esistere. Sei la giusta lapide di un'era.
http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 43&typeb=0
Il web è impietoso: se compare un titolo con Berlusconi, Ruby e Santanché, clik zero. Sono morti e non lo sanno. La presa in giro è democratica, da cliccare [Ennio Remondino]
Ennio Remondino
sabato 11 agosto 2012 19:50
Lancio di agenzia da carenza di fatti e da eccesso di calura estiva. Quando non c'è nulla in giro, anche le rape sembrano teste. «Vivere lussuosamente e comprare prodotti di lusso? Non è di certo un crimine, anzi, acquistando prodotti di eccellenza fabbricati nel nostro paese si fa un favore all'economia italiana, si preservano le aziende ma anche chi ci lavora, impiegati e operai. Si aiuta l'artigianato che e' il substrato dell'economia italica. Se uno ha guadagnato onestamente il proprio denaro, paga regolarmente le tasse e crea ricchezza e posti di lavoro può spendere i soldi che vuole». Dichiarazione di forti contenuti che pretende altrettanto imponente autore.
Chi sparla? Susanna Camusso no di certo. Tanto meno Landini. E neppure il prudente segretario vicario del Pdl Alfano. Frasi da guerrigliero/a. Infatti lo ha detto Daniela Santanché ai microfoni di KlausCondicio. Conversazione tra giganti. «Io credo una cosa: si nasconde solo quello che si ruba, e consumare e comprare fa stare in piedi l'economia. Viviamo in un Paese che criminalizza un po' tutto e che punta sulla sobrietà, dove vanno di moda la tristezza e il pessimismo, quando proprio il lusso è una delle eccellenze della nostra nazione capace di farci invidiare da tutto il mondo». Grazie Daniela Garnero non più Santanchè, grazie di esistere. Sei la giusta lapide di un'era.
http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 43&typeb=0
Re: Circolano in rete...
Eppure qualcuno diceva che i ristoranti sono sempre pieni.
Crisi: nel 2011 spariti 9 mila ristoranti
Rapporto della Confcommercio: dati negativi in tutto il settore del turismo e del tempo libero
La crisi non conosce barriere e colpisce anche ristoranti, trattorie, pizzerie. Il saldo tra aperture e chiusure è negativo per quasi 9 mila esercizi, una perdita forte che ha conseguenze non solo economiche ma anche sociali, visto che si tratta anche di luoghi di incontro. Il numero di attività praticamente scomparse nel 2011 risulta così particolarmente alto e peggiora i già "neri" risultati registrati a partire dal 2009.
È questo il quadro che emerge dall'ultimo rapporto della Confcommercio sulle economie territoriali e il terziario di mercato. Le cifre parlano chiaro: il settore della ristorazione ha visto andare in fumo 8.857 esercizi, infatti a fronte di 15.772 iscrizioni si contano ben 24.629 cessazioni. «È un dato molto brutto e non può attribuirsi a un fisiologico processo di selezione, si tratta di una vera e propria patologia che distrugge anche il tessuto connettivo delle relazioni sociali, andando ad incidere sui momenti di convivialità», spiega il direttore dell'Ufficio studi della Confcommercio, Mariano Bella. Per il 2012 le speranze sono davvero poche: «Essendo un anno di crisi mi aspetterei dati non migliori sui ristoranti», sottolinea Bella.
Insomma la scure della recessione potrebbe abbattersi ancora sul comparto, che già ha pagato dazio oltre che durante lo scorso anno anche nel 2010 (-4.057) e 2009 (-5.474). Allargando lo sguardo, Confcommercio rileva come il 2011 sia stato negativo per tutto il settore che raggruppa le attività del turismo, del tempo libero e delle comunicazioni. Nel complesso il comparto ha fatto registrare, tra iscrizioni d'imprese e cancellazioni, un saldo negativo per oltre 13 mila aziende. Quindi, si legge nel rapporto, «il numero delle cessazioni è stato elevato in tutte le componenti del settore», raggiungendo il picco nei servizi di ristorazione (67% del totale delle cancellazioni dell'aggregato). Hanno così fatto le spese della crisi le imprese che offrono servizi di alloggio, come gli alberghi, (-837), le agenzie di viaggio (-393) e le attività d'intrattenimento (-1.317). Tutte performance che evidenziano, si legge nello studio, «una frenata della dinamicità del settore che ha risentito fortemente del ciclo recessivo della nostra economia e conseguentemente della ridotta domanda di servizi da parte delle famiglie».
Fonte: http://www3.lastampa.it/economia/sezion ... tp/465417/
Crisi: nel 2011 spariti 9 mila ristoranti
Rapporto della Confcommercio: dati negativi in tutto il settore del turismo e del tempo libero
La crisi non conosce barriere e colpisce anche ristoranti, trattorie, pizzerie. Il saldo tra aperture e chiusure è negativo per quasi 9 mila esercizi, una perdita forte che ha conseguenze non solo economiche ma anche sociali, visto che si tratta anche di luoghi di incontro. Il numero di attività praticamente scomparse nel 2011 risulta così particolarmente alto e peggiora i già "neri" risultati registrati a partire dal 2009.
È questo il quadro che emerge dall'ultimo rapporto della Confcommercio sulle economie territoriali e il terziario di mercato. Le cifre parlano chiaro: il settore della ristorazione ha visto andare in fumo 8.857 esercizi, infatti a fronte di 15.772 iscrizioni si contano ben 24.629 cessazioni. «È un dato molto brutto e non può attribuirsi a un fisiologico processo di selezione, si tratta di una vera e propria patologia che distrugge anche il tessuto connettivo delle relazioni sociali, andando ad incidere sui momenti di convivialità», spiega il direttore dell'Ufficio studi della Confcommercio, Mariano Bella. Per il 2012 le speranze sono davvero poche: «Essendo un anno di crisi mi aspetterei dati non migliori sui ristoranti», sottolinea Bella.
Insomma la scure della recessione potrebbe abbattersi ancora sul comparto, che già ha pagato dazio oltre che durante lo scorso anno anche nel 2010 (-4.057) e 2009 (-5.474). Allargando lo sguardo, Confcommercio rileva come il 2011 sia stato negativo per tutto il settore che raggruppa le attività del turismo, del tempo libero e delle comunicazioni. Nel complesso il comparto ha fatto registrare, tra iscrizioni d'imprese e cancellazioni, un saldo negativo per oltre 13 mila aziende. Quindi, si legge nel rapporto, «il numero delle cessazioni è stato elevato in tutte le componenti del settore», raggiungendo il picco nei servizi di ristorazione (67% del totale delle cancellazioni dell'aggregato). Hanno così fatto le spese della crisi le imprese che offrono servizi di alloggio, come gli alberghi, (-837), le agenzie di viaggio (-393) e le attività d'intrattenimento (-1.317). Tutte performance che evidenziano, si legge nello studio, «una frenata della dinamicità del settore che ha risentito fortemente del ciclo recessivo della nostra economia e conseguentemente della ridotta domanda di servizi da parte delle famiglie».
Fonte: http://www3.lastampa.it/economia/sezion ... tp/465417/
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