Come se ne viene fuori ?

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paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Tredicesime e stipendi ridotti: il “piano B” di Monti
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Voci insistenti hanno sostenuto che il governo starebbe prendendo in considerazione un “Piano B” nel momento in cui, attraverso la spending review, non si faccia abbastanza “cassa”. La Confesercenti chiede ed il Governo (infine) smentisce. Tredicesime e buoni pasto a rischio con riduzione degli stipendi comunque se la spending review dovesse fallire.
UN QUADRO INQUIETANTE – Inizialmente qualcuno ci scherzava su: “A noi l’Imu, agli spagnoli le tredicesime e ai Greci hanno levato tutto. Ad ognuno il suo sacrificio!”. Poi, alcune voci hanno iniziato a mettere in giro la notizia di uno studio fatto dal governo sulle tredicesime. Qualcun altro lo ritiene del tutto impossibile. Il governo, infine, ha smentito ma rimane il dubbio che la spending review possa fallire.
In una settimana, infatti, la possibilità di una tale scelta si è rafforzata di ora in ora. Colpa dello spread alto e della finanza che ha preso di punta Spagna ed Italia. Colpa soprattutto dell’Europa e dei nostri rappresentanti, incapaci di reagire unitariamente: la Merkel scarica la Grecia, affermando che potrebbe non rispettare il Memorandum (come da moltissimi era stato previsto); mentre Parigi, Roma e Madrid rischiano di combinare un disastro diplomatico con una serie di comunicati e smentite reciproche. Si aggiungono il declassamento della Germania e del fondo salva-Stati spaventano ulteriormente le borse; manifestazioni di dissenso in tutta la Spagna; la Grecia in fermento per l’arrivo della troika. Sembrerebbe una tempesta perfetta.
Le voci sulle nuove misure di austerity si sono fatte talmente insistenti che a lanciare l’allarme attraverso un comunicato ufficiale è la Confesercenti. L’ipotesi non trova però conferme. Ma nemmeno smentite immediate. “L’ho appreso oggi dalle agenzie” di stampa, afferma il ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, placcato dai giornalisti a margine dei lavori in Senato sulla spending review. Quel che è certo è che lunedì prossimo, durante il prossimo Consiglio dei Ministri, una proposta del genere non sembra affatto impossibile.
CONFESERCENTI – L’associazione dei commercianti, che ha chiesto al Governo di chiarire rapidamente e ha fatto anche qualche conto. “Le 13me nette dei dipendenti pubblici e dei pensionati con assegni al di sopra dei mille euro ammontano a circa 16,1 miliardi – ha spiegato Confercenti – Circa la metà va in consumi e quindi si sottrarrebbe all’economia reale una cifra pari a 8 miliardi di euro, con un cedimento dei consumi privati per valori negativi compresi tra il 1,7% stimato dal Governo, e il 2,7%. Ma se anche si puntasse solo al congelamento del 50% delle 13me si tratterebbe comunque di una taglio alla spesa di circa 4 miliardi di euro, con un impatto sui consumi di circa lo 0,4%.
LE VOCI - Ma cerchiamo di delineare meglio in cosa consisterebbero le voci che si stanno diffondendo. Il governo avrebbe timore di non riuscire ad ottenere quanto sperato dalla spending review. Se le dismissioni immobiliari e i licenziamenti che si prospettano per gli over sessanta e le riduzioni dell’organico nella Pubblica Amministrazione non dovessero portare i risparmi preventivati, in grado anche di scongiurare l’aumento autunnale dell’IVA, si dovrebbe optare velocemente per un piano “B”.
IL “PIANO B” - Tale piano consisterebbe in un abbassamento del valore dei buoni pasto da 7 a 5,29 euro e in una posticipazione delle tredicesime di dicembre per dipendenti pubblici e pensionati, o, addirittura, il loro taglio. L’ipotesi più radicale che sta circolando in questi giorni sarebbe il blocco delle tredicesime mensilità per tre anni e un taglio degli stipendi compreso fra il 2,5% e il 5%. Secondo le stime della Ragioneria Generale (che ha già fatto i conti), su 167 miliardi che lo Stato spende per il pagamento delle retribuzioni dei propri dipendenti, si potrebbe avere un risparmio del 10%, quindi di oltre 16 miliardi, come affermato da Confesercenti.
COMPLIRE I SOLITI NOTI - Insomma, il governo Monti starebbe pensando alle stesse misure imposte da Rajoy in Spagna e in Grecia, sotto la stretta supervisione della troika, ciò che Monti teme di più. Tuttavia, attraverso la messa in pratica di tali misure d’austerità si è già dimostrato che riescono unicamente a deprimere ancora di più l’economia reale. La situazione in Grecia è palese e sotto gli occhi di tutti: ciò che si è preteso dallo Stato Ellenico si è rivelato inarrivabile e controproducente. In Spagna si sta assistendo a disoccupazione record e depressione economica totale. In Italia un manovra d’austerità del genere genererà un “risparmio” immediato, questo è vero, ma che sarà vanificato dall’avvitamento dell’economia che deprimerà il gettito tributario, acuendo la crisi fiscale dello Stato, le ingiustizie e la crisi sociale.
Che fine ha fatto la lotta a corruzione, evasione, erosione ed elusione fiscale? La patrimoniale straordinaria? La lotta alla criminalità organizzata? Invece di aggredire quei capitali sporchi che distruggono la concorrenza, il mercato e lo Stato, il Governo, per andare a colpo sicuro, fa cassa sempre e solo sui soliti noti.
Stefano Vito Riccardi
http://dailystorm.it/2012/07/25/tredice ... -di-monti/
.......................................................................
Ogni tanto la notizia appare e poi si smentisce.Togliere la tredicesima ai pensionati e dipendenti pubblico impiego.
Quando se ne parla prima o poi si verifica.
Ciao
Paolo11
cielo 70
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Iscritto il: 18/03/2012, 10:43

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da cielo 70 »

paolo11 ha scritto:
cielo 70 ha scritto:Potrebbero almeno proporre un'imposta ordinaria sul patrimonio e/o sulle successioni con una soglia più bassa rispetto all'ultima.
................
Lultima è quella di Prodi? sucessione fino a 250.000 euro . OLtre si paga
Ciao
Paolo11
Credo che la soglia sia almeno di 1 milione di euro.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

L’ULTIMA PARTITA

Continua -1

Un chiarimento tecnico.

Debito pubblico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

In economia per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o stati esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato nell'acquisizione di obbligazioni o titoli di stato (quali BOT, BTP, CCT in Italia e Obbligazioni di cassa in Svizzera) destinate a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale ovvero coprire l'eventuale deficit pubblico nel bilancio dello Stato.
Quando il debito è contratto con soggetti economici di stati esteri si parla di debito estero, viceversa quando è contratto con soggetti economici interni allo stesso stato si parla di debito interno: normalmente entrambe le componenti sono presenti in misura variabile all'interno del debito pubblico di uno stato.
La presenza di un debito nei conti pubblici statali impone la necessità da parte dello Stato, oltre alla sua copertura finanziaria nei tempi e modalità di scadenza prestabilite dai titoli stessi compresi gli interessi, di tenerlo sotto controllo per non cadere nel rischio insolvenza ovvero fallimento dello stesso


**

In parole molto più semplici, come si dice in questi casi, perché lo devo spiegare anche a mia nonna, significa che abbiamo speso molto di più, e continuiamo a spendere molto di più del fabbisogno finanziario annuale dello Stato. In sostanza, siamo stati negli ultimi 50 anni peggiori di Sciupone l’Africano.

In materia, la sora Pina, la sora Ggina, la sora Camilla, possono dare lezioni ai linguacciuti e fanfaroni politici ed economisti italiani perché i loro bilanci in mezzo a mille difficoltà li hanno sempre saputi far quadrare

Il fabbisogno finanziario annuale per la gestione dello Stato italiano viene stabilito per legge, ogni anno, attraverso la legge finanziaria.

Legge finanziaria (Italia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La cosiddetta legge finanziaria (chiamata anche semplicemente finanziaria o dal 2010, secondo la dicitura ufficiale, anche legge di stabilità) è una legge ordinaria recante, secondo una formula ricorrente, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”; insieme a quella di bilancio, è il principale documento giuridico previsto dall’ordinamento della Repubblica Italiana per regolare la vita economica del Paese.


*


Attualmente, per gestire ogni anno il condominio Italia, occorrono 700 miliardi di euro.

Come reperisce lo Stato i fondi per coprire il fabbisogno di 700 miliardi di euro?

1) 400 miliardi li porta a casa dalle tasse dirette e indirette

2) 300 miliardi se li fa prestare dagli italiani e dagli stranieri attraverso obbligazioni o titoli di stato (BOT, BTP, CCT)

In miliardi di euro, possiamo spiegarlo in questo modo:

|………..300………..|…………....400………….|
|…..a prestito…….|.Tasse dirette e ind..|
|==========|=============|
0………………………………………………………...700


Quando Amà ci chiede:

scusate.... ma quale è la formula POLITICA per rimettere in moto economia e occupazione ???
cosa propongono gli eletti dal popolo?


Il punto di partenza per ragionare è questo, quanto costa annualmente la gestione del Condominio Italia.


Punto 1

La prima operazione è quella di reperire i fondi per annullare i 300 miliardi che lo Stato ogni anno chiede a prestito.

Le fonti sono diverse, ma la più rapida è quella della patrimoniale.

In questo modo si taglia completamente il gioco di dover essere sempre sotto scacco degli umori altalenanti dei mercati e soprattutto della speculazione.

Niente emissione di titoli di Stato, niente spread.

Questo sarebbe un primo segnale che l’Italia ha cambiato indirizzo e che è intenzionata a marciare verso il risanamento dei conti dello Stato.


Ma su questo, poi volendo, si può anche fottere la Germania.

Stratos ha appena segnalato che :

IL CASO
Goldman Sachs scarica l'Italia
Venduti quasi tutti i titoli in portafoglio.

Segno che tra banditi, noi non siamo più sufficientemente affidabili.

I capitali da investimento negli ultimi due mesi sono stati dirottati sulla Germania, che non paga nessun interesse, anzi pretende soldi per investire da loro.

Potrebbe a prima vista sembrare assurdo ma non lo è. E’ come per i soldi depositati presso le banche svizzere. Anziché avere degli utili da deposito paghi, perché lì i tuoi capitali sono al sicuro.

Lo stesso avviene oggi con la Germania.

Quindi come la fotti la merkellona?

Se ci fosse necessità di emissione di titoli in regime di risanamento, si possono emettere titoli a bassissimo tasso d’interesse che è sempre più remunerativo di dover pagare per piazzare i tuoi soldi.

Ma in tutto questo esiste una condizione sostanziale, che nell’impegno di risanamento dei conti italiani si vada fino in fondo.

In questo modo l’Italia può dirottare i capitali che oggi vanno verso la Germania offrendo anche un bassissimo tasso d’interesse. In questo caso lo spread si attacca al tram.

Questo però può rimanere un opzional in caso di necessità, ma la base rimane quella di non chiedere prestiti.

Alla patrimoniale si stanno opponendo anche dalla finta sinistra, anche se dai tempi di Berlinguer la sinistra vera non è mai stata in grado di applicarla per l’opposizione della Dc, dei liberali e dei repubblicani.

Quindi il nodo è politico, appartenente alla lotta di classe e non all’economia di un Paese.

Rapportato ai tempi delle caverne significa che il più grande e grosso era riuscito a cacciare l’orso, e poteva tranquillamente sfamarsi mentre gli altri dovevano stare a guardare.

Continua
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Mi sa che c'è qualche errore. I 700 miliardi di spese vanno coperti tutti con tasse e imposte dirette e indirette. La parte finanziata a debito era circa il 3% del Pil, cioè circa 45 miliardi; oggi si va verso il pareggio e quindi anche questa parte residua tende a zero.

Il problema del debito è che si è accumulato negli anni fino a raggiungere circa 2.000 miliardi ed occorre quindi ricorrere al mercato per rifinanziarlo, man mano che i titolo scadono, e per pagarci gli interessi (tendenti a circa 100 miliardi all'anno).

In questa situazione, per sottrarsi al ricatto della speculazione, occorrerebbe trovare 2.000 miliardi per non dover emettere più titoli di debito, ma è chiaramente impossibile. Anche l'obbiettivo europeo, che avremmo dovuto perseguire dai tempi di Maastrich, di un debito non superiore al 60% del Pil comporterebbe trovare 1.000 miliardi, cosa altrettanto irrealistica.

Tanto per rendere l'idea, le manovre lacrime e sangue che vanno avanti da due anni, dovrebbero farci raggiungere il pareggio per la fine del 2013. Ciò significherebbe tenersi i 2.000 miliardi di debito, senza farli ulteriormente aumentare, con gli annessi interessi.

E' una situazione, come si vede, disperata ed è illusorio pensare che possa risolversi con una patrimoniale.

Ultima osservazione. 700 miliardi rappresentano quasi la metà del Pil. Siamo cioè a livelli svedesi, con la differenza che rispetto a loro ai cittadini italiani ritorna indietro ben poco in termini di servizi e assistenza.

Non che non sia giusto tassare i grandi patrimoni, cosa che dovrebbe servire più che altro a riequilibrare la pressione fiscale per alleggerirla nei confronti del reddito da lavoro e impresa, ma pensare di fare cassa attraverso un ulteriore aumento delle imposte, sotto qualsiasi forma, è semplicemente pazzesco. Ed è proprio ciò che sta facendo questo governo portando al collasso l'economia.

L'unica è andare a vedere di che sono fatti quei 700 miliardi e quanta parte di essi se ne vanno in corruzione, privilegi delle varie caste e sprechi.

Purtroppo questa spending review targata Bondi (che è pure persona che aveva dato in altri campi buona prova di sè) ha dato risultati peggiori delle peggiori aspettative. Eclatante è il ricorso, ancora una volta, all'aumento delle addizionali IRPEF per tappare i buchi della spesa sanitaria.

Non mi piace e sono convinto che sarà una catastrofe, ma mi sto rassegnando all'idea che prima o poi, continuando così, arriveremo alla bancarotta, all'insolvenza nei confronti dei creditori, all'uscita dall'euro con tutti i disastri annessi e connessi.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

ogni anno viene qui per le vacanze un signore ( nato qui) che vive e lavora nella City di londra , è un capoccione di una grossa banca e si occupa di investimenti finanziari.
siccome non mi rilasso manco quando vado in spiaggia lo faccio martire :mrgreen: con un sacco di domande ... già nel 2008 lui ci diceva che sarebbe successo un disastro colossale ....etc etc ....
e se lo sapeva lui che non è l'ultimo chiodo della ruota del carro , ma manco il capo della spectre .... lo sapevano anche i famosi detentori del 10% della ricchezza ...i quali hanno in questi anni provveduto ampiamente a portarsi il bottino di guerra altrove e/o a blindarlo in svariati modi.
ergo
la patrimoniale si doveva fare PRIMA , ma no a novembre con Monti , che ha trovato le ragnatele.... la dovevano fare ( come tempistica ) quei debosciati del pdl i quali però dicevano che annava tutto bbbene.

moreover stiamo pagando i debiti contratti acquistando i titoli tossici, la spazzatura .... alla quale hanno potuto accedere anche i comuni, le province etc etc dove non sono mancati gli amministratori furbi ( si fa per dire) e spregiudicati ....

Monti è arrivato tardi.

il mio amico è arrivato ieri e mi ha detto che il "brutto" vero arriverà l'anno prossimo.
più tardi vado a offrirgli un altro caffè lungo :mrgreen:
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

IL Prof. Sartori ci offre uno spunto per riflettere su lavoro e ricchezza


DISOCCUPATI NELLE SOCIETÀ GLOBALIZZATE
Il lavoro che dà ricchezza


Si dice che mancano i soldi. Ma prima di tutto manca il lavoro. Quale è il nesso?
Per tutto il Medioevo su su fino all'avvento della società industriale, a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, la ricchezza era soprattutto agricola, era prodotta dal lavoro dei contadini. Poi, con la società industriale, la ricchezza fu sempre più prodotta dalla macchina, e quindi dagli industriali e dagli addetti alle macchine, dagli operai. E le città si ingrandirono sempre più perché alimentate (in ricchezza) dal lavoro artigiano nelle botteghe e dal commercio, specialmente nelle città marinare.
Saltando i secoli, negli anni Sessanta, che furono anni di grande euforia, i sociologi diffusero l'idea che alla società industriale stava subentrando la «società dei servizi». E la società dei servizi era, appunto, una società post industriale, non più di macchine e di fabbriche ma di uffici. La differenza più importante tra le due (nelle rispettive conseguenze) è che i conti della società industriale erano facili: sapevi sempre se e quanto guadagnavi o perdevi. Invece i conti della società dei servizi, e più esattamente la produttività dei servizi, è difficile da misurare. Anche per questo i servizi si sono man mano gonfiati molto più del necessario, diventando un rimedio per assorbire la disoccupazione, e per ciò stesso una entità parassitaria. Intanto le città si ingrandivano, le campagne si spopolavano, e anche gli addetti alla produzione industriale diminuivano.
Poteva durare? Forse a popolazione stabile sì.

Ma nel frattempo è esploso il vangelo della globalizzazione. Tutto il mondo economico diventa un mondo senza frontiere. Torna in auge la formula della scuola di Manchester: «Lasciar fare, lasciar passare». Per l'economia finanziaria è già così. Anche a non volere, le transazioni finanziarie non possono non essere globali. Ma per l'economia produttiva che produce beni e merci, e quindi l'economia che davvero fabbrica crescita e ricchezza, non è e non può essere così.

Oggi gli economisti si sono in buona maggioranza buttati sull'economia finanziaria, quella che arricchisce gli speculatori, Wall Street, le banche e, di riflesso, gli economisti che ne sono consiglieri. Semplifico così: l'economia finanziaria fa fare (e anche perdere) soldi, ma di suo produce soltanto carta, fino ad approdare, oggi, alla carta-spazzatura dei cosiddetti derivati.
Torno alla globalizzazione, che sin dal 1993 ritenni un grave errore per questa ragione: che a parità di tecnologia (già allora il Giappone, ma poi man mano Cina, India e altri Paesi ancora) l'Occidente ad alto costo di lavoro era destinato a restare senza lavoro: e quindi che le cosiddette società industriali avanzate sarebbero diventate società senza industrie. La profezia era lapalissiana, e difatti si è già avverata in gran parte per i piccoli produttori (che però sono moltissimi).

I «grandi» (troppo grandi per poter fallire) si sono salvati inventando l'azienda glocal (una parola recente inventata ad hoc), in parte globale e in parte locale, che spezzetta la sua produzione magari con profitto, ma anche per salvare dal tracollo i Paesi industriali «anziani».
In sintesi: la globalizzazione dell'economia industriale ci disoccupa, disloca il lavoro dove costa cinque-dieci volte meno. Possiamo trovare, già lo dicevo, importanti eccezioni a questa regola. Ma le statistiche parlano chiaro. In Italia l'industria ha perso, in cinque anni, circa 675 mila posti di lavoro e la produzione si è ridotta del 20,5 per cento (dati Cisl).
Ma il governo Monti - così come tutti i governi della zona euro che si sono indebitati oltre il lecito e il credibile - non affronta questo problema. Oggi come oggi non potrebbe nemmeno se lo volesse. È che noi abbiamo accumulato un debito pubblico salito al 123 per cento del Pil, del prodotto interno lordo, e cioè 1966 miliardi di euro.

Il che significa che il grosso delle entrate fiscali dello Stato è ipotecato in partenza: deve servire a pagare gli interessi su quel debito. Interessi che se salissero oltre il livello al quale sono, manderebbero lo Stato in bancarotta. Per di più lo Stato deve pagare il personale (eccessivo, ma c'è) che lo serve. E raschia ogni giorno il fondo del barile pagando i suoi stessi fornitori, a volte, addirittura con un anno di ritardo. Infine abbiamo la più alta pressione fiscale ma anche la più alta evasione fiscale (Grecia esclusa) dei Paesi euro.

Ma siamo ottimisti. Ammettiamo che il governo Monti riesca finalmente a decapitare gli sprechi e le ruberie del passato. Così si troverebbe ad avere soldi disponibili, che però (data l'alta disoccupazione, specialmente giovanile) dovrebbe investire in opere pubbliche (anch'esse, sia chiaro, necessarissime). Anche così, allora, i soldi da investire per produrre ricchezza e crescita continuerebbero a mancare. Oppure no? Qualche economista mi potrebbe aiutare a capire meglio?

Giovanni Sartori
10 agosto 2012 | 8:40
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http://www.corriere.it/editoriali/12_ag ... 744d.shtml
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Caspita, la discarica s'è arrabbiata perché i due parlamentari sono andati a chiedere ai mafiosi di arrendersi e collaborare.
La predica da gente che ha definito lo stalliere del caimano colluso con la mafia "eroe" fa ridere.
Evidentemente sono preoccupati che i nuovi "capi" loro amici si offendano. Collusi di merda.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

RISCONTRI

ogni anno viene qui per le vacanze un signore ( nato qui) che vive e lavora nella City di londra , è un capoccione di una grossa banca e si occupa di investimenti finanziari.
siccome non mi rilasso manco quando vado in spiaggia lo faccio martire con un sacco di domande ... già nel 2008 lui ci diceva che sarebbe successo un disastro colossale ....etc etc ....


Amadeus


In data : Inviato: gio nov 13, 2008 22:13 pm, gi.bo inizia sul vecchio forum un 3d di successo che ha superato le 100.000 visite, dal titolo:

..... e quando le fabbriche chiuderanno ......


gi.bo ha esordito chiedendosi:

La crisi avanza

E’ alle porte una recessione: che fare?


In quel 3D ci abbiamo scritto appassionatamente tutti quanti noi. Non eravamo né delle Cassandre che si scagliavano contro il governo della cara salma solo per puro antiberlusconismo, né dei maghi Merlino, né delle Nocciole che sapevano leggere nella sfera di cristallo.

Leggevamo solo i dati economico-finanziari senza la presunzione di essere dei dotti esperti.

Non abbiamo mai ascoltato le sirene pallonare che raccontavano che la crisi sarebbe finita a breve, o che più tardi sostenevano che la crisi era superata.

Quattro anni dopo stiamo vivendo sulla nostra pelle le conseguenze delle scelleratezze di allora.

Prosegue Amà,

il mio amico è arrivato ieri e mi ha detto che il "brutto" vero arriverà l'anno prossimo.

Leggendo nuovamente i dati economico – finanziari non possiamo che dichiararci d’accordo.

Due giorni fa, La Repubblica ha pubblicato un’articolo passato pressoché inosservato : Le locomotive tedesca e olandese si stanno fermando.

Oggi, La Repubblica riporta l’allarme lanciato ieri dalla Bce ai Paesi in crisi: imprese a rischio di insolvenza

Il carabiniere ad honorem, Bersande, fedele nei secoli a Monti, quattro giorni fa, con tono ironico ha dichiarato: <<Monti e Passera convochino Marchionne,…io ho fatto il ministro e so come vanno queste cose,….quando il ministro fa una convocazione l’interessato deve presentarsi>>
(vedete l’importanza di fare il ministro, così si sanno le cose)

Certo non sono più i tempi di una volta. Quando venivi convocato dalla magistratura ti dovevi presentare.

Oggi invece il Celeste s’inventa impegni in Corea in qualità di presidente dell’Expò 2015, e la cara salma s’inventa anche lui impegni di nessun valore solo per non presentarsi davanti ai pm di Palermo.

Figuriamoci se Marpionne va dalla buona Passera.

Ma poi per fare che? Per dichiarare le sue intenzioni con la bomba atomica Fiatte?

A parte che l’omino svizzero canadese è cazzuto per conto suo, ma il carabiniere Bersande si rende conto della realtà?

Cazzutaggine di Marpionne a parte, esiste un dato economico oggettivo con cui occorre prescindere dall’ad della Fiatte.

Una larghissima fascia della popolazione con il caro benzina non può essere incentivato ad acquistare autoveicoli.

Sta invece verificandosi nelle grandi città come Roma e Milano il boom dei tesserini dei mezzi pubblici. Si torna all’antica.

Chi dispone di un mezzo di trasporto lo tiene fermo e lo usa solo per i casi eccezionali. Gli hanno succhiato il sangue in ogni modo e quindi non è più in grado di far fronte al caro carburante.

Forse queste cose Bersande non le ha lette perché troppo impegnato ad inciuciare con Pierazzurro.

E se non ha i soldi per il carburante come può pensare Bersande che possa trovare i soldi per acquistarsi un nuovo autoveicolo, che non costa quattro euri?

Dall’inizio dell’anno Fiat registra ogni mese un calo pauroso.

A meno che non vengano più punite le rapine alle banche Fiat non può che continuare a perdere.

Auguriamoci che il carabiniere ad honorem fedele nei secoli allo Sceriffo di Notthingam non diventi mai premier, altrimenti la crisi accelera.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

……….e se lo sapeva lui che non è l'ultimo chiodo della ruota del carro , ma manco il capo della spectre .... lo sapevano anche i famosi detentori del 10% della ricchezza ...i quali hanno in questi anni provveduto ampiamente a portarsi il bottino di guerra altrove e/o a blindarlo in svariati modi.
ergo
la patrimoniale si doveva fare PRIMA , ma no a novembre con Monti , che ha trovato le ragnatele.... la dovevano fare ( come tempistica ) quei debosciati del pdl i quali però dicevano che annava tutto bbbene.

moreover stiamo pagando i debiti contratti acquistando i titoli tossici, la spazzatura .... alla quale hanno potuto accedere anche i comuni, le province etc etc dove non sono mancati gli amministratori furbi ( si fa per dire) e spregiudicati ....

Monti è arrivato tardi.


Amadeus


Questo, cara Amà è il teorema Monti. Ribadito più volte in varie circostanze, compresa la sua apparizione alla festa de La Repubblica a Bologna.

Rigor, oltre a ripetere questa versione ha raccontato di aver chiesto i dati ad Equitalia, e che si è sentito rispondere che per avere i dati ci sarebbe voluto del tempo.

Questo, con il silenzio complice di Eugenio Scalfari, di Ezio Mauro e del conduttore Claudio Tito.

E noi che merli siamo, beviamo, beviamo,… e noi che merli siamo, beviamo in quantità.

E’ come se uno che ha bisogno della Tachipirina, si reca nella bottega del calzolaio o del maniscalco.

O se per sostituire il copertone della bicicletta troppo logoro pretendesse di acquistarlo dal panettiere o da salumiere.

I dati della ricchezza privata italiana sono disponibili presso la Banca d’Italia.

Nella pubblicazione:

Supplementi al Bollettino Statistico
Indicatori monetari e finanziari


La ricchezza delle famiglie italiane
2009


Nuova serie
Anno XX – 20 dicembre 2010 – Numero 67



Alla Tavola 3 A

Vengono pubblicate, distinte per voci, le ricchezze delle famiglie italiane a partire dal 1995 al 2009.

Non riesco a pubblicare sul forum il formato : suppl_67-10.pdf – Adobe Reader

Se qualcuno è in grado di suggerirmi come postare, lo posso fare più che volentieri.

Oppure potete trovarlo a questo link:
http://www.bancaditalia.it/statistiche/ ... _67_10.pdf

Noto che è stato aggiunto rispetto a qualche mese fa il bollettino del 2011

La ricchezza delle famiglie italiane tre anni fa, secondo Bankitalia, per il 44,7 % era detenuto dal 10 % delle famiglie.

L’aggiornamento del 25 gennaio 2012, riporta che il 10 % delle famiglie italiane possiede il 45,9 % del totale.

Quindi è aumentato.

Possono essere stati portati all’estero una buona parte di contanti e di titoli, ma come si può desumere dalla tavola 3 A, non tutto è volatile nel settore “attività finanziarie”.

Ma poi c’è il solito problema che la classe politica sfrutta la “memoria corta” degli italiani.

Dal Corriere della Sera del 17 novembre 2011

«NO A PATRIMONIALE E A MANOVRA DEPRESSIVA»
Ora Berlusconi fissa i paletti
«Monti durerà il necessario poi il voto»

L'ex presidente del Consiglio ai senatori Pdl: a Mario Monti avevo proposto di fare il premier di centrodestra

omissis

L'OFFERTA - «Stimiamo Monti, ma diremo no a qualsiasi manovra depressiva». Berlusconi svela ai suoi che aveva proposto a Monti di fare il premier del centrodestra. L'ex presidente del Consiglio avrebbe riferito che tra le «offerte» fatte al presidente della Bocconi c'era anche quella di fare il ministro dell'Economia. «La patrimoniale fa calare il valore degli immobili del 15-20% come accaduto in Francia che l'ha fatta» ha ribadito, spiegando la sua contrarietà all'ipotesi che il governo faccia la patrimoniale.

Redazione Online
17 novembre 2011 | 19:49
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/politica/11_nove ... 0bde.shtml


Questa dichiarazione della cara salma è del giorno dopo l’insediamento del governo Monti.

Qualche giorno dopo annuncerà che se Monti procede con la patrimoniale “lui” ritirerà la fiducia al governo.

Sono molte le voci non ufficiali che hanno sussurrato a Monti di non fare la patrimoniale, non solo quella ufficiale della salma.

Che ragione avrebbe avuto la salma di bloccare la patrimoniale se tutti i capitali sono stati portati all’estero?

In realtà se i capitali sono stati portati all’estero alcuni non avrebbero neppure potuto pagare l’Imu.

La salma parlava per sé e per parte del suo elettorato che non voleva essere toccato come sempre. Il sostegno con il voto glielo hanno dato anche per questo motivo.

Non dimentichiamoci poi che i democristiani i soldi dello Stato li dirigono verso il Vaticano, e non viceversa.

Nella sola Roma, dato vecchio di una decina di anni fa, il 22 % del patrimonio immobiliare della capitale è di proprietà del Vaticano.

E gli vuoi mettere la patrimoniale?

Volendo si può tutto,...è quando non si vuole che si alzano i muri di gomma.

I dati economici sono disastrosi, se anche per ipotesi assurda ci fosse voluto del tempo, come hanno fatto l'ammuina a Cortina, Milano, Sanremo, con la solita sceneggiata della guardia di finanza che fa controlli, sempre per i soliti merli, bastava mandare una task force ad Equitalia e man mano che reperivano dati incassavano.

Repubblica riporta che si stanno definendo i rapporti con la Svizzera per recuperare il tesoretto.

Sono passati mesi e in questo caso Monti ha concesso tutto il tempo per far sparire i soldi svizzeri in Manciuria.

E' come se il commissario di Ps telefonasse al ladro: <<Non uscire di casa perché adesso dobbiamo venire ad arrestarti>>

Neppure nei film di Totò si era osato tanto.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Mi sa che c'è qualche errore. I 700 miliardi di spese vanno coperti tutti con tasse e imposte dirette e indirette.

mariok

Il dato è stato fornito in due momenti diversi nella parte finale dello scorso anno da due economisti ad Agorà. Il primo sosteneva che il fabbisogno annuale è di 600 miliardi di euro. Il secondo che il fabbisogno è di 700 miliardi.

Sono mesi che riporto questo dato, prima sul vecchio forum ora qui.

Prima di pubblicare il post, in questi due giorni ho ricercato in rete i riscontri. Senza risultati. Cosa piuttosto strana perché oramai in rete c’è tutto.

Se qualcuno è in grado di smanettare in rete meglio del sottoscritto, portando un dato riscontrabile, sull'importo totale del fabbisogno e di come vengono ripartite le risorse per soddisfarlo, non possiamo che ringraziarlo anticipatamente.
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