quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: quo vadis PD ????

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ciò vuol dire che Civati si schiera con Renzi?
mariok

Re: quo vadis PD ????

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Reggio Emilia, Renzi infiamma la festa dell’Unità. Attacco a Bersani e Casini

Nel dibattito più animato e seguito al segretario del Pd dice di aver sbagliato a dare del fascista a Beppe Grillo: "Ma basterebbe poco per eliminarlo dalla scena politica: dimezzare i parlamentari, eliminare il vitalizio e ridurre lo stipendio ai politici". E sul leader dell'Udc: "Era lui che stava con Berlusconi"

di Martina Castigliani | Reggio Emilia | 2 settembre 2012

“È meglio essere arroganti che essere vigliacchi”. Comincia così Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del Partito Democratico, appena arrivato a FestaReggio. “è indubbio che un under 40 che vuole cambiare le logiche del partito è arrogante, ma ora penso, è meglio essere arrogante che vigliacco. Sarebbe più comodo starmene acquattato a fare il sindaco di Firenze, ma è giunta l’ora di mettere in campo le idee. Smettiamo di pensare al futuro come il luogo a cui inviare i nostri problemi”. È arrivato nel pomeriggio, Matteo Renzi l’ospite scomodo della Festa del Pd di Reggio Emilia, per parlare su quello stesso palco dove Bersani ha dato il via ad un’accesa campagna elettorale e dove Sallusti o Casini non sembravano nemmeno troppo fuori luogo. E le prime parole del sindaco sono in linea con il suo ruolo di “rottamatore” che solo pochi giorni fa diceva, se vinco io se ne vanno tutti a casa, anche se non ha voglia di fare nomi o di rivelare il ticket con una figura femminile che segni ancora di più il suo tanto proclamato cambiamento.

C’è la folla delle migliori occasioni per il candidato Renzi, ma l’applauso più lungo arriva quando si parla dello scontro politico con il Movimento Cinque Stelle: “Bersani ha sbagliato a dare del fascista a Grillo. Ricordiamo però che Beppe Grillo finiva gli spettacoli distruggendo i computer, è uno che ha cambiato idea su tutto. Le cose che dice si smontano in un quarto d’ora se il Pd va in parlamento e propone tre cose: il dimezzamento del numero dei parlamentari, l’eliminazione del vitalizio e la riduzione degli stipendi dei politici. Fate questo e Grillo va a casa: se diciamo noi queste cose diventa un fenomeno da baraccone”.

Comincia senza tanti giri di parole il sindaco fiorentino e ammiccando ad una platea mista che fino all’ultimo momento è stata in forse. E se la giornata è importante, con l’inizio ufficioso di una campagna elettorale proprio dal palco di Reggio Emilia, tra gli organizzatori reggiani si vocifera che tre sono i pullman di sostenitori che hanno accompagnato Renzi, due dalla Romagna e uno dalla Toscana. Ma pullman o meno è sicuramente Renzi l’appuntamento clou della festa. “È finito il tempo – continua Renzi – in cui persone che sono da venti o trent’anni in parlamento possano continuare a decidere anche per noi. Questo non significa avercela con Massimo D’Alema, ma rispettarlo. Ci dicono di rispettare la storia che ci ha portato fino qua? Ma il loro partito aveva un limite a due mandati, non a tre. L’idea del ricambio è naturale e fisiologica. Noi non vogliamo fare a meno di loro, li vogliamo ancora ma non in primo piano. Chi viene dal Pci ha cambiato nomi più volte, cambiato i simboli, ma le facce sono sempre le stesse”.

E il cambiamento secondo Renzi passerà per le alleanze: “Non dimentichiamo che sono gli stessi dirigenti del centrosinistra che hanno tramato contro Prodi e spianato la strada a Berlusconi. Se mi devo far dare lezioni da Vendola che nel ‘98 votò contro Romano Prodi, non mi sembra il modo corretto. Per le alleanze, dipenderà dalla legge elettorale: secondo me l’unica possibile è quella dei sindaci. Voi votate quello che volete, ma alle 3 sapete chi è il vostro sindaco. Il cambiamento passa per le cose concrete: quando Casini e Vendola diranno quello che progettano concretamente io valuterò cosa fare. Sono 30 anni che stanno in parlamento e ancora non ho capito che cosa vogliono”.

E ai tanti dubbi, Matteo Renzi risponde con una certezza: le primarie non solo si faranno, ma lo vedranno in prima linea per la candidatura. “Se noi facciamo le primarie, – continua il sindaco toscano, – stiamo restituendo ai cittadini il diritto di scelta. Io sono cresciuto in un contesto in cui a destra hanno sempre avuto paura di fare consultazioni individuano i leader per acclamazione, da noi è sempre stato naturale. Le primarie ci vedranno vincitori in tutti i casi, perché dal giorno dopo saremo pronti a lavorare con chi vince”.

Le parole più dure contro Matteo Renzi sono arrivate proprio da Reggio Emilia e dalla bocca di Pierferdinando Casini, che ha detto che l’idea di vedere Renzi premier di fianco alla Merkel non può che farlo sorridere. “Questo affetto di Casini per il Pd, – controbatte il sindaco, – è una cosa struggente e mi fa un certo effetto. Non c’è settimana che lui non parli del Pd, e invece io ricordo l’omonimo che ha sostenuto Berlusconi fino all’ultimo giorno. Ad ogni modo a Casini dobbiamo rispondere con credibilità: spetterà a me dimostrare che sono credibile”.

E per essere credibile, Renzi propone di parlare di cose concrete vicino agli elettori, dalla riduzione delle tasse e ai problemi dell’occupazione. Non solo per convincere l’elettorato Pd, ma per lanciare un messaggio a tutti quei delusi del Pdl che ora si trovano con promesse senza risultati: “Non siamo noi i delusi del Pdl, – conclude Renzi, – noi non lo abbiamo mai votato. Ma a quegli ex elettori di Berlusconi che messaggio stiamo mandando?”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ni/340650/
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Renzi:
"Ma basterebbe poco per eliminarlo dalla scena politica: dimezzare i parlamentari, eliminare il vitalizio e ridurre lo stipendio ai politici".

E' certamente un ingenuo,...ci vuole molto di più.


E sul leader dell'Udc: "Era lui che stava con Berlusconi"

E lui è andato ad Hardcore.


“È meglio essere arroganti che essere vigliacchi”. Comincia così Matteo Renzi

Sarebbe preferibile non essere né l'uno n'è l'altro.

Si vede che i cattolici sono falsi cristiani,... a lui il Cardinal Martini non ha insegnato nulla.
mariok

Re: quo vadis PD ????

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Ma sì, diamogli fiducia. E' l'unico che ci mette la faccia e ci prova. Tutti gli altri, da Ignazio Marino a Serracchiani, da Fassina all'enigmatico Civati, se ne stanno tutti allineati e coperti e al massimo lanciano ogni tanto qualche mugugno.


IL CASO

Renzi a valanga alla festa del Pd
"Primarie, e niente premi consolatori"
Folla e applausi per il sindaco di Firenze alla festa democratica. Attacca Franceschini e Bindi: "Hanno trattato la propria sistemazione". E sulle alleanze: "Con Casini e Vendola? Prima ci facciano capire cosa pensano". Nessuna alleanza con Serracchiani

In caso di sconfitta Matteo Renzi non andrà "alla ricerca di una indennità". "Non accetterò neanche di contrattare la mia posizione personale", dice dal palco della festa democratica di Reggio Emilia. Se dovesse perdere sarebbe invece disposto a ricandidarsi come sindaco di Firenze. E parte subito l'attacco a Dario Franceschini e a Rosi Bindi: "Altri hanno utilizzato le primarie per avere un premio di consolazione. Senza fare nomi e cognomi, se uno fa le primarie e poi fa il vicepresidente della camera o il capogruppo alla camera è evidente che le primarie sono uno strumento con cui trattare la propria sistemazione". Ma i nomi, appunto, sono chiari. E il rottamatore non si smentisce: "Megio antipatico che vigliacco". La sfida è lanciata ufficialmente nel cuore della manifestazione estiva del partito. "Che non ha correnti, semmai spifferi", risponde achi lo accusa di voler trasformare il Pd - appunto - in un partito di correnti. "Una accusa surreale", taglia corto il sindaco di Firenze .

Poi l'affondo sulle alleanze. A Casini risponde diretto: "Io non sono auterevole? Gli dimostrerò il contrario". E poi mette insieme al leader dell'Udc anche Vendola per "rottamare" anche loro: "Allearsi? Prima dicano cosa pensano. Sono trent'anni che fanno politica e ancora non l'ho capito".

Renzi prende di petto anche l'altra voce che da giorni lo vuole pronto a un ticket con l'europarlamente del Pd Serracchiani, prossima alla candidatura alla presidenza del Friuli Venezia Giulia: "Non esiste un ticket con una donna. Le faccio i miei auguri per la sua candidatura sperando che riporti quella Regione nel nostro campo. Noi faremo una cosa diversa, una campagna elettorale che partirà il 13 settembre e toccherà Verona, Trento, Belluno e Padova. Per tutta la campagna elettorale andremo a cercare persone disponibili a mettersi in gioco. Cercheremo di promuovere una classe dirigente nuova perchè la politica è una cosa troppo seria per il 'Ghe pensi mi'". Poi il leit-motiv sindaco di Firenze - insieme ai suoi rottamatori - rilancia da quando si è affacciato sulla scena: "In trent'anni il centrosinistra ha cambiato nomi e simboli, ma le persone che stanno ai piani alti non cambiano: tra ulivo e quercia abbiamo fatto una deforestazione ma i personaggi sono sempre gli stessi". La sfida è lanciata.


Graziano Delrio, primo cittadino di Reggio Emilia e presidente dell'Anci, si è pronunciato sulla candidatura di Renzi affermando: "E' un'opportunità, non un problema. Forse per una parte del Pd lo è ma per me no, è invece una grande opportunità. Basta che le primarie siano vere e chiare, che facciano decidere davvero ai cittadini."
Intanto Giorgio Merlo, vicepresidente commissione Vigilanza Rai, lo attacca: "Il sindaco di Firenze attraverso le future primarie per scegliere il candidato a premier del centro sinistra vuole semplicemente far saltare il partito democratico. Come da copione, sempre in nome del cambiamento e dell'innovazione della politica."


(02 settembre 2012)

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... 1#commenta
Amadeus

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esatto mariok , che altro c'è rimasto da perdere?
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Il caso Matte(o)

La paura fa ..novanta




I GIOVANI TURCHI DI RENZI TERRORIZZANO I “CADAVERI VIVENTI” DEL PD CHE SERRANO LE BARE CON UN PATTO: BERSANI PREMIER, BINDI VICEPREMIER, VELTRONI PRESIDENTE DELLA CAMERA, D´ALEMA MINISTRO DEGLI ESTERI, FRANCESCHINI SEGRETARIO DEL PD, FIORONI MINISTRO - UN PATTO CHE NON FA CHE ATTIRARE SIMPATIE PER LA NUOVA GENERAZIONE…


1- "FATEVI DA PARTE O SAREMO TRAVOLTI" NEL PD LA BATTAGLIA TRA GENERAZIONI
Giovanna Casadio per "la Repubblica"

Dispiace (a chi non dispiace "uccidere" i padri?), ma i trenta-quarantenni del Pd classificati sotto la sigla "rottamatori" oppure "giovani turchi" o "rinnovatori" hanno ingaggiato la battaglia contro i "vecchi" dirigenti. Non vogliono che "la foto di famiglia" dei governi Prodi, D´Alema, Amato sia riproposta. Renzi il "rottamatore" ne ha fatto la bandiera con cui scende in camper (il 13 settembre) nella sfida delle primarie: «Facce nuove, rottamiamo Bindi, D´Alema, Veltroni, Finocchiaro...».

Gli altri si incontrano (l´8 settembre a Reggio Emilia), attaccano («Quella immagine di famiglia è indigeribile») e con questo slogan alle feste democratiche incassano applausi. Solo un paio d´anni fa, nessuno avrebbe immaginato «i toni giacobini» dello scontro vecchi-giovani: ammette Andrea Orlando, responsabile Giustizia, bersaniano, anni 43.

Rosy Bindi - la cattolicodemocratica presidente del partito, vice presidente della Camera, due volte ministro, una carriera politica di battaglie in prima linea dal 1989 - posta sul suo blog l´indignazione e invita Bersani a chiarire sul «rinnovamento della classe dirigente che riguarda tutto il paese, non solo la politica, e che non può essere usato strumentalmente per coprire l´assenza di idee».

Non si può andare avanti così: si sfoga. «Chiedere che nessun ministro dei governi Prodi, D´Alema, Amato faccia parte del prossimo governo di centrosinistra - denuncia - equivale ad accreditare l´immagine di un Pd complice dei fallimenti dell´era berlusconiana. Tra il battutismo renziano e le intemerate dei "giovani turchi" le primarie rischiano di diventare una farsa».

«Nessuna volontà di essere irrispettosi, però la presidente non ne faccia una questione di bon ton, non lo è. Sono i cittadini ad avere voglia di altre facce» replica Matteo Orfini, uno dei membri della segreteria, anni 35, responsabile Cultura. D´altronde occorre dare il senso della discontinuità rispetto ai governi di centrosinistra precedenti - ragiona - è «un punto politico, non anagrafico».

Rincara Debora Serracchiani, europarlamentare, candidata alla guida della Regione Friuli: «D´Alema se non sbaglio ha perso. All´estero di solito chi perde si ritira, o fa un passo indietro, e non dia giudizi sprezzanti su Renzi». D´Alema, il lìder maximo, ex premier, ex ministro, che fu nel 2006 in corsa per il Quirinale, ora presidente del Copasir, giudica il trentasettenne Renzi non in grado di fare il premier, e ironizza: «Il problema di Renzi è Renzi! Litiga con tutti, con Bersani, Vendola, Bindi, Casini, noi abbiamo bisogno di uno che unisce».

Una cannonata contro la discesa in camper per le primarie di Renzi la spara Beppe Fioroni, altro big "rottamabile": «Se fa sul serio, Matteo si deve dimettere da sindaco di Firenze entro il 28 ottobre per partecipare alle elezioni di deputato o senatore. Non sarebbe certo possibile, se vincesse le primarie, che il capo dello Stato affidi l´incarico di governo a un non-eletto». Renzi è in volo per gli Usa, per lui rispondono i collaboratori: «Non ha intenzione di dimettersi, se perde resta sindaco non si candida in Parlamento». E Bersani? Il segretario del Pd ribadirà domenica a Reggio Emilia che punta a una squadra mista di «esperienze e giovani».

Quando Bersani, D´Alema, Veltroni avevano quarant´anni - ricorda Stefano Di Traglia, portavoce del segretario, e "t/q", trenta/quarantenni - erano in governi con Ciampi, Napolitano, Andreatta, ci vogliono personalità che si affiancano a chi è più giovane». Orlando afferma: «Tutto il gruppo dirigente rischia di essere travolto e il Pd di perdere, se non ci si rende conto che questa è la richiesta dei cittadini, di cambiamento. Se riproponiamo un Prodi-ter, finiremmo per perdere, che non significa "tutti a casa" i vecchi dirigenti, come sostiene Renzi». Così la pensano anche Fassina, Nico Stumpo, Alessandra Moretti, il sindaco di Perugia, Boccali. E i "rinnovatori" di Gozi e Civati.

http://www.dagospia.com/
iospero
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Re: quo vadis PD ????

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Cacciari suona il de profundis al Pd: “Esperimento fallito, partito mai nato”

Dopo le elezioni si spaccherà per le troppe divisioni”. Lo ha dichiarato Massimo Cacciari ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. “Non si può pensare di governare con Monti e Vendola” – afferma – “Voterò alle primarie ma spero che non ci sia solo l’alternativa Renzi – Bersani, mi auguro che qualcuno metta fuori il naso”. L’ex sindaco di Venezia è critico nei riguardi di entrambi i candidati. “Conosco Bersani da quando avevamo i calzoni corti, non è un grande leader, non ha un carisma, ma ha più competenze e capacità di mediazione di Renzi”. Riguardo alla polemica con Grillo, il filosofo non ha dubbi: “Bersani ha sbagliato a dargli del fascista, sa benissimo che non lo è”. E sul sindaco di Firenze non è altrettanto tenero: “E’ un oggetto misterioso, nessuno sa chi è, non è giudicabile, ha fatto due anni il sindaco”. Cacciari precisa che è concorde con lui quando sostiene che il Pd è governato da da una compagine di persone che erano la federazione giovanile comunista di 40 anni fa, come Bersani, Veltroni, D’Alema, Fassino, ecc.”. Ma sottolinea: “Renzi, però, quali alleanze propone, con chi farà il governo?”. Cacciari si esprime in modo critico anche su De Magistris (“la sua idea di fondare un partito dei sindaci è una cosa ridicola”) e su Ingroia: “Penso che finirà in politica, come De Magistris, Di Pietro e tanti altri. Ma non c’è nulla di scandaloso. E’ scandaloso invece che in Italia ci possano essere intercettazioni fatte al Quirinale“
6 settembre 2012
iospero
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Re: quo vadis PD ????

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da corriere.it

Renzi favorito nella sfida a Bersani»
Fra gli elettori del centro sinistra il 35% sceglie il rottamatore, il 27 il segretario del Pd, il 20 non sceglie

FIRENZE - Sorpresa, Matteo Renzi per la prima volta in queste primarie annunciate ma ancora senza regole è in testa a un sondaggio. «Sono meravigliato», ammette Nicola Piepoli, direttore dell’Istituto Piepoli, cui SkyTg24 ha commissionato la ricerca (con metodologia C.a.t.i. su un campione di cinquecento persone ed eseguito il 3 settembre scorso). «Matteo Renzi sta sfidando nelle primarie del Partito Democratico il segretario del partito Pierluigi Bersani. Chi dei due preferisce come guida del Partito Democratico?», è la domanda rivolta agli intervistati (occorre tenere presente, però, che le primarie, se ci saranno, saranno di coalizione).

Fra gli elettori del centro sinistra il 35 per cento sceglie Renzi, il 27 Bersani, il 20 non sceglie nessuno; la percentuale scende un po’ prendendo come base gli elettori del Pd: parità fra i due (32 per cento). Se si prende l'elettorato per intero, Renzi è al 25 per cento e Bersani al 12. La meraviglia di Piepoli è reale: quando ha ricevuto i dati, ieri l’altro, quasi non ci credeva. «Renzi è in pole position. Ma gli attacchi dei dirigenti del partito di questi giorni non lo hanno né aiutato né danneggiato. Gli spostamenti non derivano dalla conoscenza o meno di un episodio; gli spostamenti si rifanno a matrici profonde.

Renzi parte indubbiamente favorito. E questo dato non deriva da oggi, ma da un sedimento ormai acquisito dal sindaco di Firenze». Il metodo utilizzato, spiega Piepoli, è classico: una domanda secca, come quelle che fa Gallup in America in questi mesi per la scelta del candidato presidente fra Obama e Romney. Ancora presto, invece, per stabilire se il Mezzogiorno sia davvero — come sostengono i renziani — una debolezza. I dati al momento a disposizione non permettono un’analisi geograficamente orientata. Roberto Weber, direttore di Swg, invece, dubita dei dati del collega Piepoli e avverte: «Bisogna stare attenti a quale tipo di platea votante assumiamo. Fare dei sondaggi sul voto di opinione restituisce il mood, il sentimento, che è cosa ben diversa dall'effettivo comportamento elettorale. Non è detto che i due universi coincidano. Noi quando facciamo dei sondaggi sulle primarie, facciamo una domanda molto selettiva; chiediamo se ha votato alle primarie precedenti e a quelle precedenti ancora».

L’elettorato delle primarie, sottolinea Weber, sta dentro quel circuito. Per questo dico che bisogna stare attenti a perimetrare bene l'universo di riferimento: la platea delle primarie è molto selezionata. E le vicende cui abbiamo assistito in questi anni la rendono ulteriormente selezionata; è difficile che gli elementi di disaffezione che abbiamo visto nei confronti della politica e dei partiti non abbiano colpito anche il Pd. Per cui, credo che se alle primarie vanno a votare due milioni e mezzo di persone è tanto. Vede, negli altri sondaggi sulle elezioni si sono triplicati gli astenuti, e posso solo immaginare che cosa succederà così». Il professor Renato Mannheimer, Ispo, è convinto che «Renzi non vincerà, ma potrà avere un buon risultato. E il fatto che abbia introdotto degli elementi di divisione, sottolineando le contraddizioni che ci sono nel partito, lo aiuterà. Nel Partito democratico ci sono tante anime, anche per quanto riguarda il giudizio nei confronti del governo».

David Allegranti
06 settembre 2012
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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LA PAZZA IDEA DI BERSANI? LUI A PALAZZO CHIGI E RIGOR MONTIS AL QUIRINALE! - GENIALE TROVATA DEI SINISTRATI PER TOGLIERE DI MEZZO IL MONTI-BIS: NOMINARE SUPERMARIO PRESIDENTE DOPO BELLA NAPOLI (CHE GRADIREBBE ESSERE RICONFERMATO) - PICCOLO DETTAGLIO: PRIMA BISOGNA VINCERE LE ELEZIONI E POI CONVINCERE CASINI E IL PRODINO A RINUNCIARE AL COLLE E IL PATONZA A DARE L’OK A MONTI..
GIORGIO NAPOLITANO

Paolo Bracalini per "il Giornale"

La continuità chiesta dai supervisor dell'Italia (Bruxelles, Germania, Bce, Fmi, agenzie di rating) passerebbe dal Quirinale, in scadenza il 15 maggio prossimo.
Non un Monti-bis né un bis di Napolitano, ma un Monti al Colle, come garanzia di fedeltà agli impegni presi dal suo esecutivo. L'opzione è allo studio di Napolitano da tempo, come alternativa ad un secondo governo Monti, prima opzione, auspicata inizialmente tramite una riforma delle legge elettorale che avrebbe aperto le strade ad un voto anticipato in autunno e la riconferma del premier (nominato da Napolitano).

Ma il risiko del Monti bis si è complicato, le elezioni tornano a coincidere con la fine naturale della legislatura, il Pd - grande sponsor di Monti - vuole governare senza professori-supplenti. Si apre dunque il piano B di Giorgio Napolitano, quello che prevede un Mario Monti - da lui nominato a novembre senatore a vita - nuovo inquilino del Quirinale. La permanenza del professore ai vertici dello Stato rassicurerebbe diversi partner all'estero, preoccupati per l'incognita aperta dalle elezioni politiche in Italia.

Una voce molto influente per l'Italia, la cancelliera Angela Merkel, l'ha detto più o meno apertamente durante l'ultima visita italiana: «Siamo molto preoccupati per quello che potrà accadere con le elezioni in Italia». Lo stesso concetto è stato espresso dal capo di Fitch, una delle tre sorelle (padrone) del rating, variabile pesantissima per lo spread e il conseguente costo del debito pubblico italiano.

«L'attuale governo italiano ha molta credibilità, ma ci sono delle preoccupazioni su chi guiderà l'Italia l'anno prossimo», dice il direttore operativo di Fitch, David Riley. Monti stesso, in un'uscita che scatenò le polemiche, durante il viaggio a caccia di investitori tra le tigri asiatiche (marzo 2012), aveva fatto capire che la comunità internazionale tifa per lui:

«I leader che hanno il palpabile desiderio di investire in Italia», disse, «mi chiedono, sono curiosi, vogliono rassicurazioni sul dopo», timorosi del ritorno di «vecchi vizi, come l'invadenza della politica nell'economia»; «io li rassicuro sul fatto che le cose stanno cambiando», cioè che si farà di tutto per proseguire sul solco da lui tracciato. E una garanzia potrebbe essere la sua elezione al Quirinale.


I candidati (eternamente) in pole, in primis Romano Prodi, sostenuto anche dall'alleato del Pd Nichi Vendola, e poi Casini, dovrebbero fare un passo indietro davanti ad una superiore ragion di Stato. E di partito. Perché quel che è cambiato, facendo oscillare il pendolo dal Monti bis al Monti quirinalizio, è tutto interno al Pd, partito al momento meglio piazzato nei sondaggi. Il segretario Bersani si è convinto di poter vincere con la rete messa a punto in questi ultime settimane.
Alleanza con l'Udc e con Vendola, fuori Di Pietro e altri urlatori, legge elettorale con premio regolato al punto giusto. E di non aver quindi più bisogno, come successe a novembre, del professor Monti.

D'Alema lo dice apertamente: «Il prossimo governo sarà imperniato sul Pd. Il problema è andare oltre Monti. Non faremo passi indietro, non smonteremo le sue riforme». Ma il suo timer, dice l'ex premier diessino, è arrivato al termine. Le caselle dello scacchiere si muovono nella direzione di un Monti al Quirinale.


Il presidente Napolitano ha detto di non volersi ricandidare («È necessario passare la mano. È necessario che si facciano avanti altri»), e lo stesso Monti ha ripetuto più di una volta escludere «un'esperienza di governo che vada oltre la scadenza naturale», dopo il quale - assicura - continuerà la sua opera di civil servant come membro a vita del Senato. Ma i giochi sono ancora aperti, perché manca la legge elettorale (le regole del gioco), e il risultato (il voto), a più di sei mesi di distanza, è incerto.
È probabile un anticipo minimo delle elezioni (aprile), per evitare l'ingorgo con l'elezione del capo dello Stato (maggio). In quel caso sarebbe ancora il «montiano» Napolitano a gestire la formazione del nuovo governo e a nominare il premier. Palazzo Chigi bis o Quirinale? Comunque vada, per Monti non sembra ancora arrivato il tempo del semplice civil servant.

La smentita del manager piacentino che ha preso il posto di Guarguaglini è stata categorica perché i fatti risalirebbero al 2010, un anno prima della sua nomina al vertice della società. Resta però il fatto che nelle intercettazioni si parla di una consulenza di 100mila euro alla moglie che Grilli ha lasciato da più di tre anni. I quattrini sarebbero andati a una piccola società romana che si chiama "Made in Museum" dove la signora Lisa Lowenstein si interessa di design e di oggettistica.
Adesso vive in America e probabilmente sta seguendo con attenzione la Convention di Obama come ha fatto in passato secondo quanto ha scritto tempo fa la giornalista Maria Latella. Non fa commenti e in questo senso è perfettamente allineata alla posizione del suo ex-marito che fino ad oggi non ha sentito il bisogno di smentire una vicenda delicata dove rischia di compromettere il suo profilo di tecnico estraneo a qualsiasi tipo di scambio.

L'atteggiamento del pallido Grilli è davvero curioso e fa pensare che il ministro non voglia entrare nel ventilatore delle chiacchiere proprio nel momento in cui si devono prendere decisioni importanti per Finmeccanica.
Sul tavolo c'è sempre il dossier delle dismissioni, prima fra tutte quelle di Ansaldo Energia che fa gola ai tedeschi di Siemens e sulla quale anche l'amministratore delegato Zampini ha messo il silenziatore.
Secondo gli uscieri la vicenda delle presunte consulenze potrebbe essere un capitolo della guerra sotterranea tra Orsi e Alessandro Pansa, il manager bocconiano che a maggio 2011 è diventato direttore generale e direttore finanza. Questa interpretazione non trova - salvo rare eccezioni - alcuna conferma anche se il legame tra il 50enne manager e il responsabile del Tesoro non è un mistero.

Ben più preoccupante è il siluro che appare oggi a pagina 18 del "Sole 24 Ore" dove si mette il dito sulle vicende giudiziarie di Orsi che si stanno approfondendo tra la Procura di Napoli e quella di Busto Arsizio dove è arrivato da poco un nuovo procuratore che ha tutta l'aria di non voler archiviare la pratica.
Il giornale di Confindustria arriva al punto di scrivere che dall'attività degli inquirenti, affiancata dai carabinieri guidati dal famoso colonnello Sergio De Caprio (noto come "capitano Ultimo"), potrebbero emergere presto novità esplosive.

Corradino Passera è troppo impegnato a curare il suo processo di beatificazione che dovrebbe portarlo a vele spiegate dentro la politica.

Ormai la reticenza manifestata a dicembre nel salotto del parroco Fabio Fazio ha lasciato il posto a dichiarazioni esplicite e gli specchietti della sinistra rimbalzano la sua immagine come un leader del futuro governo. Alla festa democratica di Reggio Emilia sembrava che la benedizione dell'ex-sindacalista Franco Marini fosse soltanto un afflato senile, poi è arrivata quella di D'Alema che l'ex-banchiere dovrebbe scongiurare visti i precedenti.

La passione per entrare nella mischia è talmente forte da fargli perdere di vista la pienezza delle sue responsabilità come ministro dello Sviluppo. A parte i bofonchiamenti sui miliardi da investire nella crescita, Corradino negli ultimi giorni ha dimostrato una disattenzione nei confronti delle crisi industriali più drammatiche.
camillobenso
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Intervallo

Dopo le dichiarazioni di Dalemoni a Reggio Emilia su Passera,...Fassino intercettato nuovamente dalla Guardia di Finanza:

<< Abbiamo un banchiere.........>>
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