pancho ha scritto:camillobenso ha scritto:erding ha scritto:Mattarella 12° presidente della repubblica Italiana.
Speriamo per noi e per lui che sia un buon presidente ... ne abbiamo estremamente bisogno.
A tutti gli osanna mi viene da pensare che:
Come per le eccessive denigrazioni anche nelle enfatizzazioni spinte saggezza vuole che ci si ponga con il giusto spirito critico
Per me è un po difficile, caro erding, stabilire il limite destro e quello sinistro entro cui esercitare "il giusto spirito critico".
Anche perché ieri sono cadute nuovamente le mura di Gerico. Da anni, ho dato credito all'ex sindaco di Bari, Emiliano, ma nel suo ultimo intervento in Tv a favore di Renzi mi sono cascate le braccia.
Per anni ho cercato di difenderlo, soprattutto, per il vecchio caso della regalia di pesce pregiato.
Dal punto di vista dei principii, il non aver respinto quella marea di pesce pregiato è stato un palese errore, ma da quanto visto in questi ultimi 60 anni, si trattava di un peccato veniale.
Certo, che se al suo posto ci fosse stato quel vecchiaccio scorbutico di Sandro Pertini, la moglie non avrebbe mai riempito la vasca da bagno di pesce. Ma di Sandro Pertini, all'interno dello stivalone ce ne sono pochissimi.
Concordo con te Zione. E' un po di tempo che non applaudo piu nessuno. Gli aspetto al "varco" e poi a fine mandato dò un mio giudizio.
L'esperienza mi detta questo e questo ora faccio.
Tutti son bravi con loro bla bla bla ma poi nei fatti te lo mettono sempre in quel posto.
Su questo nuovo presidente posso solo dire che e' un po schivo con i media ma questo non e' sufficiente a farlo un buon presidente anche se non e' cosa da poco di questi tempi in cui l'apparire la fa da padrona.
un salutone
Caro pancho,
sono obbligato a questo punto a riprendere in mano Scascia.
Da “Il giorno della civetta”:
« Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo… »
(don Mariano Arena al capitano Bellodi)
Sì è vero, ancor più di questi tempi, la classificazione che Sciascia fa del genere umano nascondendosi dietro le parole che mette in bocca a don Mariano Arena, rappresenta una verità inalienabile.
Per vedere “uomini” all’interno dello Stivalone bisogna andare in dietro di quarant’anni.
Aldo Moro quando va negli Usa nel 1978, in qualità di presidente della Dc, è il dottor Kissinger che lo mette al corrente, a muso duro, che un eventuale ingresso dei comunisti nel governo di solidarietà nazionale gli sarebbe costata la vita.
Ma Aldo Moro non recede. In quei tempi era l’unico uomo politico italiano a saper leggere la politica con quindici anni d’anticipo.
Conosceva molto bene lo stato dell’arte, il livello di degrado delle correnti democristiane e l’assoluta impossibilità di recupero (
né più né meno di quello che accade in questi anni). Non poteva chiedere aiuto per salvare il Paese a Bettino Craxi, perché ne conosceva la sua naturale avidità intrinseca.
Non gli rimaneva altro che rivolgersi all’amico Enrico Berlinguer per tamponare la deriva democristiana e quindi di conseguenza, italiana. Per questa testardaggine doveva morire. All’inizio degli anni ’90 toccheremo con mano la profezia di Aldo Moro. Crollò la Dc e la Prima Repubblica.
Un altro “uomo” è Giorgio Ambrosoli., Un altro che non appartiene alla nostra fede politica, caro pancho. Era monarchico.
Un uomo che sa il destino che gli spetta, che sacrifica gli affetti più cari, oltre a sacrificare il bene più alto a sua disposizione, la propria vita. Solo per onorare l’incarico che lo Stato gli aveva affidato.
Poi Falcone e Borsellino, gli uomini delle istituzioni che sono andati fino in fondo.
Tutto il resto, escludendo Enrico Berlinguer, appartiene al mondo dei quaquaraquà.